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Russo

Cisl Calabria rilancia l’appello per un Contratto Istituzione di Sviluppo Mare Pulito per la Calabria

È un appello rivolto al Governo, alla Regione Calabria, guidata da Jole Santelli e ai sindaci quello che Tonino Russo, segretario generale del Cisl Calabria, rilancia: un Contratto Istituzione di Sviluppo Mare Pulito per la Calabria.

«Si tratta – ha spiegato il segretario di Cisl Calabria – di uno strumento utile a far convergere le esigenze del territorio e le opportunità di crescita, dunque quanto mai necessario per l’ambiente e per il turismo, per affrontare in maniera coordinata e definitiva le criticità che mettono a rischio la fruizione piena degli 800 km di coste calabresi; uno strumento la cui attuazione produrrebbe una ricaduta occupazionale molto significativa distribuita in tutti i Comuni, per una regione che chiede lavoro e non assistenzialismo».

«L’appello per un Cis Mare Pulito – ha proseguito il segretario Russo – e per non disperdere in mille rivoli i fondi destinati al sistema depurazione era stato rivolto unitariamente dalla Cisl insieme alla Cgil e alla Uil, lo scorso anno, alla ministra Barbara Lezzi, in occasione della sua visita in Calabria. È stato riproposto sia al ministro Giuseppe Provenzano, di cui conosciamo le competenza e la sensibilità verso i problemi del Sud, sia al Segretario del PD Nicola Zingaretti, ma è rimasto lettera morta».

«Ci aspettiamo ora – ha proseguito Tonino Russo – un sussulto di orgoglio e di interesse da parte del Ministro, che tra l’altro è siciliano, e ricordiamo che la Sicilia precede la Calabria nella lista delle procedure di infrazione. Non ci dispiacerebbe che, nel percorso che proponiamo, la Calabria possa fare da apripista per tutte le regioni interessate».

«Come emerge dalla relazione del ministro per l’Ambiente Sergio Costa alla Commissione bicamerale Ecomafie – ha dichiarato il segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo – la Calabria è ai primissimi posti, al secondo per la precisione, con 188 agglomerati, nella triste classifica delle quattro Regioni per le quali sono state avviate dell’UE procedure di infrazione contro l’Italia a causa della cattiva gestione delle acque reflue».

«È finanche superfluo dire come la depurazione delle acque sia un elemento essenziale per lo sviluppo del nostro territorio per la difesa dell’ambiente e la valorizzazione di quella preziosa risorsa rappresentata dal turismo. Si ripropone perciò – ha proseguito Russo – la necessità di creare uno strumento che consenta di impiegare in modo efficace sia le risorse destinate a questo tema dal Governo, sia quelle che la Regione investirà, in modo da arrivare a una gestione corretta della depurazione e ad una soluzione definitiva del problema. Una soluzione che consenta tra l’altro al nostro Paese, per la parte che riguarda la Calabria, di non versare all’UE decine di milioni di euro a causa delle penalizzazioni». (rrm)