PRESENTATA A REGGIO LA RICERCA DELLA SVIMEZ SULLA CARENZA DI OCCASIONI DI LAVORO QUALIFICATO;
L'intervento del presidente Irto alla presentazione Svimez

I giovani talenti della Calabria, una speranza per costruire un futuro di crescita in regione

La ricerca della Svimez presentata a Reggio, a Palazzo Campanella, “Calabria Regione Aperta: verso la “Rete dei Giovani Talenti” offre un ampio quadro della penosa realtà di questa terra: grandi risorse, giovani talentuosi e con grande voglia di intrapresa, tecnologicamente e scientificamente iper-preparati e competenti, ma immancabilmente privati di qualsiasi opportunità di lavoro qualificato che permetta loro di mettere al servizio della Calabria le proprie capacità. All’evento di Reggio hanno partecipato il presidente della Svimez Adriano Giannola e il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, oltre a Pino Soriero, consigliere della Svimez, e il presidente dell’Associazione degli ex consiglieri regionali della Calabria, Stefano Priolo.

Adriano Giannola, presidente Svimez
Adriano Giannola, presidente della Svimez

«I giovani del Sud e della Calabria – dice in sostanza la ricerca – se ne vanno, studiano sempre meno e lo fanno altrove. Molte le ragioni, ma quella essenziale è la carenza strutturale di occasioni di lavoro qualificato. Le conseguenze? Un “circolo vizioso” di ulteriore indebolimento del sistema formativo e universitario meridionale, che invece di produrre trasformazioni virtuose finisce per “adagiarsi” su sistema produttivo e un contesto sociale indebolito e con scarsa capacità di innovazione».

Come si può ovviare e modificare la situazione?  La Svimez propone «la costruzione di una “rete dei talenti del Sud e per il Sud” con la finalità di favorire la diffusione di una cultura delle politiche di innovazione e della nuova imprenditorialità tecnologica e di sostenere giovani che vogliono restare o ritornare al Sud per dar vita ad una startup. Un network delle competenze per permettere a coloro che vivono e lavorano fuori regione di “restituire” al proprio territorio, attraverso lo scambio di esperienze con chi invece è rimasto in Calabria, l’investimento che la regione stessa ha fatto per formare forza lavoro più qualificata».

Si tratta di creare una banca dati dei giovani talenti che serva a costruire una vera e propria Rete, con interscambio di informazioni e soprattutto di esperienze. Soprattutto considerando la grande voglia di imprenditoria che si registra tra i giovani del Mezzogiorno e, in particolare della Calabria: in buona sostanza, il lavoro non c’è? bisogna inventarselo. Non ci sono le occasioni, le opportunità? Occorre raccogliere competenze ed esperienze e metterle in condizioni di fruttare.

A parole, sembra fin troppo ottimistica questa visione, ma si può togliere l’entusiasmo e l’ottimismo a un giovane che crede di poter costruire il suo futuro nella sua terra, vicino alla sua casa, alla sua famiglia e alle sue amicizie? No, certamente no, anzi questa della Svimez sembra un’ottima idea che piace anche al presidente del Consiglio regionale Nicola Irto: «C’è qualcosa, nella nostra regione, che sta cambiando rapidamente. – ha detto – È la mentalità dei giovani, che hanno voglia di mettersi in discussione, di fare impresa, di essere artefici del loro futuro e di farlo nel rispetto delle regole e del mercato. Soprattutto nei settori dell’agricoltura, dell’agroalimentare, del turismo, dei servizi e dell’innovazione tecnologica, si respira un’aria diversa. È questo clima che non deve farci perdere la speranza”.

Irto ha definito la ricerca Svimez “un lavoro prezioso, che per le istituzioni, la politica e le parti sociali potrà rivelarsi utile per intavolare un ragionamento serio sul futuro della Calabria” con “un’analisi lucida della situazione, ma anche con una chiave di lettura dei fenomeni socio-occupazionali, soprattutto riguardo ai giovani. Ed è proprio ai giovani e alla loro voglia di fare impresa che dobbiamo guardare con attenzione per concorrere al riscatto della Calabria«.

Il presidente ha richiamato la necessità di un ritorno «al dibattito politico fondato su una discussione alta e seria», soffermandosi sul depauperamento del capitale umano nella comunità calabrese: «La nostra è una regione che subisce gli effetti dell’emigrazione delle proprie risorse migliori: diplomati e laureati che si sono formati a ottimi livelli e che dispongono di vaste competenze, ma che non riescono a trovare sbocchi occupazionali. La Calabria è diventata così, negli ultimi vent’anni, una regione che sta invecchiando, che assiste allo spopolamento delle aree interne, che fa i conti con le povertà educative, non solo con quelle economiche, e che registra un’autentica desertificazione industriale, come sta avvenendo in altre parti del Mezzogiorno» Fenomeni a cui “in questa legislatura stiamo cercando di rispondere attraverso alcuni strumenti, finanziati soprattutto grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea che però non possono essere considerati sostitutivi dei trasferimenti statali. Abbiamo destinato ingenti risorse all’alta formazione universitaria, allo sviluppo delle aree urbane, al ripopolamento delle aree interne, all’agricoltura, alla banda ultralarga e alle infrastrutture materiali e immateriali. Sforzi consistenti, che hanno prodotto qualche effetto positivo sulla ripresa economica, ma che certamente non possono ancora essere considerati sufficienti per far fronte alla difficilissima sfida di cambiare la Calabria». Rivolgendosi alla platea affollata di giovani imprenditori, Nicola Irto ha parlato di un «patrimonio di capitale umano la cui importanza va oltre le sorti individuali. È l’espressione di un nuovo meridionalismo orgoglioso, non votato all’autocommiserazione. Un’elaborazione nuova – ha concluso – che deve anche essere una risposta al progetto del regionalismo differenziato che, in assenza degli anticorpi istituzionali necessari, rischia di travolgere una parte del Paese e di farla staccare dal resto d’Europa». (rrm)

Ricerca Svimez giovani talenti

I PUNTI ESSENZIALI DELLA RICERCA SVIMEZ SUI GIOVANI TALENTI DEL MEZZOGIORNO

Ai giovani calabresi piace fare l’imprenditore

La Svimez ha condotto un’indagine in Calabria raccogliendo le testimonianze di un campione significativo di giovani laureandi e dottorandi della Regione sulla figura imprenditoriale, intervistandone 383, di cui ben 223 sono donne, contro 160 uomini. Dei 383, 166 sono dell’Università Magna Græcia di Catanzaro, 100 dell’Università della Calabria, e 117 dell’Università degli Studi Mediterranei di Reggio Calabria.

La maggioranza degli studenti e dottorandi intervistati (39%) ha risposto che preferirebbe intraprendere un lavoro autonomo, che consenta loro di realizzare le proprie idee innovative, contro il 31% che aspira ad avere un lavoro da dipendente. Di questi il 25% aspira a fare l’imprenditore, valutando la possibilità di creare una propria impresa. La Calabria è la regione in cui le imprese giovanili rappresentano la quota più elevata sul totale (12,8%), seguita dalla Campania (12,6%) e dalla Sicilia (11,8%).  Il 63% delle imprese giovanili opera nei servizi, il 16% in agricoltura, l’8,6% nelle costruzioni, il 4,5% nell’industria manifatturiera (7,8% residuo non è classificabile). In Calabria, secondo Unioncamere – Infocamere, le imprese under 35 sono 23.834.

Spin off e start up in Calabria

L’Università della Calabria è al secondo posto nel Mezzogiorno per numero di spin off, 34, dopo l’Università del Salento che ne conta 37. Sono stati costituiti per valorizzare brevetti e progetti dell’Unical.

I primi 5 Enti Pubblici di Ricerca nel Mezzogiorno con maggior numero di spin off sono nell’ordine: L’Università del Salento (37 spin off), l’Università della Calabria (34 spin off), l’Università di Cagliari (28), l’Università di Salerno (24) e l’Università di Palermo (21). Agli spin off dell’Università della Calabria vanno aggiunte 200 start up innovative nella Regione, di cui 39 a prevalente partecipazione giovanile (under 35). Le startup a prevalente partecipazione giovanile in Calabria operano soprattutto nel settore della produzione software (13), nell’attività di informazione ed altri servizi (6), nella ricerca e sviluppo (5), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (4). E sono localizzate prevalentemente nella provincia di Cosenza, 19, di cui 5 a Rende e 3 a Cosenza. Le imprese localizzate nella provincia di Catanzaro sono 9, di cui 7 a Lamezia Terme, mentre nella provincia di Reggio Calabria sono 8, di cui la metà a Reggio Calabria. Infine, 2 sono a Crotone e 1 a Vibo.

In Calabria non esiste alcun incubatore certificato, ma c’è un incubatore non certificato per startup innovative dell’Università della Calabria, nato nel 2010. Attualmente ospita 10 startup, alcune delle quali hanno ottenuto finanziamenti privati di venture capital. Dai rapporti dal 2009 al 2017emerge che alcune startup calabresi hanno ottenuto finanziamenti da parte di società venture capital o da parte di singoli investitori, dal 2009 al 2014. Nell’elenco mancano alcune startup come Altilia, uno spin off dell’Unical e del CNR di maggior successo, ora PMI innovativa, che opera nel campo della produzione software e che vede tra i soci il fondo Principia Sgr. In particolare, nel 2009, nel capitale della startup calabrese Personal Factory, ora PMI innovativa, sono entrate le società di venture capital Vertis e TT Ventures, con un investimento di 1,3 milioni, acquisendo il 40% delle azioni. Nel 2013 in Personal Factory entra anche IMI fondi Chiusi SGR con 800.000 euro. La startup ha brevettato un piccolo impianto per permettere alle imprese di costruzione di produrre calcestruzzi ed altri materiali in cantiere. Nel 2012 in Eco4cloud, uno spin off del CNR e dell’Unical, ora PMI innovativa, hanno investito i fondi Principia SGR e Digital Investiment Sca Sicar, che hanno aumentato il capitale a 300.000 euro, ma impegnandosi ad investire altri 2 milioni. Nel 2014 in Eco4cloud entra anche TIM Ventures con 300.000 euro. La startup sta realizzando un software per ridurre i consumi energetici dei grandi centri di elaborazione dati. In Condomani, startup innovativa al 30 agosto 2018, entra Zernike Meta Ventures con 100.000 euro. Condomani, una startup a prevalente partecipazione giovanile, ha realizzato un software per la gestione condivisa dei condomini. In Gipstech entra Italian Angels for Growth con 200.000 euro. Gipstech è una PMI innovativa che ha realizzato un software simile a Google Maps, ma per la localizzazione e gli spostamenti in ambienti chiusi. Nel 2016 un giovane imprenditore agricolo under 35 ha lanciato una campagna di raccolta fondi tramite la sua pagina Facebook, raccogliendo circa 500.000 euro  per recuperare  antichi mulini e granai locali dimenticati. E’ nata così Mulinum, la startup calabrese la cui raccolta fondi ha avuto un successo anche al di fuori dei confini nazionali. L’ex ministro all’agricoltura Martina ha fatto partecipare Mulinum al G7 agricoltura. Nel 2017 la startup innovativa Biofarm, a prevalente partecipazione giovanile, ha ottenuto 300.000 euro da vari piccoli investitori attraverso il portale Crowdfundme. Nel 2018 la startup innovativa Reolì, che valorizza un brevetto dello spin off dell’Unical R&D Cal, per realizzare un olio spalmabile, ha ottenuto finanziamenti attraverso la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd. Attraverso la stessa piattaforma ha ottenuto finanziamenti la startup Age/progetto Revoilution per produrre un elettrodomestico brevettato per produrre olio in casa con un piccolo frantoio. Le idee d’impresa che hanno partecipato alla Start Cup Calabria nelle ultime tre edizioni, tra il 2016 e il 2018 sono state complessivamente 213.

Cala la popolazione calabrese

Il 2017 è stato il primo anno in cui tutte le province della Calabria hanno avuto un calo della popolazione: perfino Crotone, che fino a un anno prima si era distinta per i suoi ritmi di crescita e una popolazione relativamente più giovane, mostra un primo segno di cedimento, con la popolazione ridottasi di 505 unità. Nelle altre province la popolazione si è ridotta con un’intensità più elevata rispetto all’anno precedente. Nel corso degli ultimi venticinque anni, in Calabria la dinamica della popolazione è stata scandita dalle nascite calate progressivamente dalle oltre 26 mila unità nel 1992 a meno di 16 mila nel 2017. La diminuzione è particolarmente elevate a Cosenza (-3.037 unità), e a Reggio di Calabria (-2.649), più modesta a Catanzaro (-1.520 abitanti) e Vibo Valentia (-730 abitanti). La provincia di Cosenza con 709 mila residenti, pari al 36,2% degli abitanti della Regione, resta la più popolata, seguita da quella di Reggio Calabria con 551 mila abitanti, e più distante Catanzaro con 361 mila abitanti, mentre una assai più modesta dimensione demografica caratterizza le province di più recente costituzione, Crotone e Vibo Valentia, con rispettivamente 175 mila e 161 mila residenti.

Diminuiscono i nuovi nati nella Regione, mentre aumenta l’invecchiamento

Nel 2017 sono nati in Calabria 15.679 bambini, 357 in meno rispetto all’anno precedente, l’ammontare più basso mai raggiunto dalla Calabria in oltre 150 anni di storia unitaria. La percentuale di persone con più con più di 65 anni è ancora inferiore alla media del Centro-Nord (20,9% contro 23,3%), ma superiore pur di poco al Mezzogiorno (20,5%). L’invecchiamento demografico nell’ultimo quarto di secolo in Calabria è avvenuto molto velocemente, e l’età media della popolazione è aumentata dai 35,9 anni del 1991 ai 43,9 del 2016. Tra le province calabresi, Cosenza mostra i segni di un più accentuato invecchiamento della popolazione (44,6 anni), la provincia di Crotone risulta dal punto di vista demografico la più giovane, con un’età media di 42,2 anni.

In crescita le migrazioni

Nel 2017 il saldo migratorio della regione è rimasto sui livelli raggiunti l’anno precedente con una perdita netta di 3.317 abitanti, Tutte le province della Calabria hanno presentato un saldo migratorio interno negativo, in accentuazione rispetto al 2016 e compreso, in termini assoluti, tra le meno 3.100 unità di Reggio Calabria e le meno 737 di Vibo Valentia. In termini relativi, Reggio Calabria continua a registrare un tasso migratorio interno particolarmente grave (-4,3 per mille). Dal Duemila hanno lasciato la Calabria poco meno di 113.600 residenti, trasferiti prevalentemente in una regione del Centro-Nord (98.000), ma anche all’estero (15.000) e molto meno in un’altra regione del Sud (meno di mille). Queste tendenze, secondo le previsioni dell’ISTAT, nello scenario più prudenziale, implicherebbero per la Calabria una perdita tra il 2017 e il 2065 di quasi mezzo milione di persone (quasi un quarto di quella attuale). In Calabria il pendolarismo fuori regione coinvolge quasi 18 mila persone pari al 3,3% dell’occupazione. Di questi, circa 4.600 lavorano nelle altre regioni del Mezzogiorno, circa 11.600 lavorano nel Centro-Nord e circa 1.600 all’estero. Gli spostamenti in uscita dalla regione Calabria sono solo in minima parte compensati da movimenti in direzione contraria. Il saldo tra afflussi e deflussi è negativo per la regione come per tutte le regioni meridionali, con l’eccezione della Basilicata. Nel 2017, le regioni del Centro-Nord che presentano un più elevato grado di attrazione di lavoratori residenti in Calabria sono Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.

Mercato del lavoro tra crisi e ripresa

Il prolungarsi, sia pur in rallentamento, dell’intonazione positiva dell’attività economica nel corso del 2018 ha parzialmente attenuato gli squilibri indotti dalla lunga fase recessiva sul mercato del lavoro. La Calabria si caratterizza per una ripresa incerta a sprazzi che prende vigore solo sul finire del 2016. Circa la metà dei 62 mila occupati persi nel corso della fase recessiva è stata recuperata. Il tasso di occupazione regionale si è attestato al 42,2% nel 2018. Il numero degli occupati nella media del 2018 in Calabria è risultato pari a 551 mila unità, circa 14 mila unità in più rispetto all’anno precedente, pari al +2,6%. L’aumento dell’occupazione riguarda di più gli uomini (+2,9% a fronte del +2,2% delle donne). Continua a crescere per il secondo anno consecutivo l’occupazione giovanile fino a 34 anni (+12,4%, +4,9 nel 2017) in crescita anche gli occupati con 50 anni e più (+2,8, +4,1% nel 2017). Gli occupati dipendenti aumentano dell’1,9% mentre la componente autonoma continua a crescere decisamente per il secondo anno consecutivo (+4,8%). Tra i dipendenti flettono gli occupati a tempo indeterminato (-3,6%) mentre crescono in misura accentuata quelli con contratto temporaneo (+21,3%). Il lavoro a tempo pieno continua a crescere (+2,9%) mentre aumenta il part time (+1,6%), quello involontario è in moderata crescita in Calabria (+0,1%). Nella regione l’agricoltura ha un andamento decisamente positivo, più moderata la crescita nei servizi, mentre si assiste a una flessione nell’industria. Aumenta del 7,7% l’occupazione agricola, del 2,5% quella dei servizi mentre flettono dello 0,9% gli occupati dell’industria.

La flessione dell’occupazione in Calabria si è combinata con un incremento marcato delle persone in cerca di occupazione, salite da circa 80 mila nel 2008 a 152 mila nella media del 2018. Il tasso di disoccupazione si è attestato al 21,6% nel 2018. Circa 178 mila sono i giovani calabresi tra i 15 ed i 34 anni che non lavorano e al tempo stesso sono fuori dal sistema formativo (i cosiddetti Neet): la loro incidenza sul totale della popolazione in età corrispondente era nel 2018 al 39,3%. Di questi 65 mila sono in cerca di occupazione mentre 113 mila non cercano o cercano non attivamente perché ritengono che non ci siano opportunità di trovare un lavoro adeguato. Il 60% di questi giovani è diplomato o laureato. Nel corso della crisi è aumentato di circa il 38% il numero di giovani con elevato livello di istruzione che non lavora e non studia.

I giovani Neet di 15-34 anni nel Mezzogiorno risultano 1727 contro i 3.078 del dato Italia; in Calabria 178, di cui 65 in cerca di occupazione, con 87 diplomati e 21 laureati, che incidono per il 39,3% sulla popolazione (contro il dato 36,6% del Mezzogiorno e il 24,8% d’Italia).

Gli andamenti delle singole province

Nell’ultimo anno sono cresciuti decisamente gli occupati in provincia di Cosenza, di Catanzaro e soprattutto Reggio Calabria. Agricoltura e servizi spiegano la ripresa in provincia di Cosenza. Sempre i servizi crescono decisamente in provincia di Catanzaro mentre restano fermi in provincia di Reggio Calabria dove aumentano in misura accentuata agricoltura e industria. La disoccupazione è molto elevata in tutte le province. Nel 2018 il tasso di disoccupazione più elevato si rileva a Crotone (27,6%) e il più basso in provincia di Vibo Valentia (14,9%). Particolarmente grave è la disoccupazione giovanile (15 – 24 anni) che in provincia di Cosenza si avvicina al 70%. Nelle altre province il tasso di disoccupazione giovanile è elevato ma in forte calo nell’ultimo anno: in provincia di Reggio Calabria si attesta al 52%, era al 60% nel 2017, Vibo Valentia registra il valore più basso 23,9%, era al 38,1% l’anno precedente.

Sistema Moda

Nel sistema moda sono presenti oltre 100 imprese con oltre 100.000 euro di fatturato. Da segnalare il caso positivo di 6 imprese artigiane terziste di Cetraro, costituite da ex operai e tecnici dello Stabilimento Faini, chiuso negli anni ‘70 e poi rilevato da altri imprenditori, ma ora chiuso da tempo. Queste micro/piccole imprese producono parti di maglieria dei capi di Harmont&Blaine e di altri marchi famosi. Producono circa 100.000 capi anche se ne producevano di più prima della crisi.

Filiera del legno

Nella filiera del legno-arredo già operano 1.500 imprese con circa 3.200 addetti, il cui fatturato è il 7% del totale del settore manifatturiero e rappresentano il 13% delle imprese. In Calabria si importa il legno soprattutto dall’Austria che riesce a far arrivare prodotti a prezzi molto competitivi, per la presenza di grandi impianti multifunzionali. Il saldo commerciale è negativo per oltre 28 milioni nel settore legno e per circa 4 milioni nel settore arredo. Si esporta per 3,3 milioni nel settore legno e per 4,3 milioni nell’arredo. Sono in corso progetti di ricerca per valorizzare piante, come il castagno, il faggio, l’abete bianco, ma anche la ginestra, una pianta spontanea che cresce in tutto il Mediterraneo. Nel solo Parco dell’Aspromonte sono stati censiti e localizzati 5.000 ettari di ginestreti. In Sila la ginestra è una pianta infestante.

 Iniziative a sostegno dell’imprenditoria sociale

Nel campo delle imprese sociali, è da segnalare il caso di Goel, un consorzio di cooperative promosso da Monsignor Bregantini, vescovo di Locri dal 1994 al 2007. Operano nell’area dell’Aspromonte nel campo dell’agricoltura biologica, della cosmetica, dell’assistenza sociale e della moda etica, dimostrando che è possibile avviare iniziative di successo anche nello zone più difficili coinvolgendo anche numerosi giovani.

Attrazione investimenti multinazionali

I grandi gruppi già localizzati in Calabria e quelli esterni in alcuni casi hanno manifestato interesse a rilanciare intere filiere. Ci sono innanzitutto Medcenter, che gestisce il porto di Gioia Tauro, poi la multinazionale informatica giapponese NTT Data, che si è localizzata in Calabria anche per l’esistenza di una startup con alta professionalità ed ora occupa oltre 200 persone, inoltre le imprese a partecipazione tedesca Hispana Hotel e Meeeting point che operano nel settore turistico, soprattutto nell’area di Tropea.

Istruzione in Calabria

Gli early leavers calabresi sono circa 25 mila pari al 16,3% dei giovani 18-24enni. Il risultato della Calabria è essenzialmente dovuto alle giovani calabresi di cui solo il 10% circa abbandona gli studi mentre il dato degli uomini è in linea con la media meridionale (21,8%).

Gli iscritti all’università residenti in Calabria nell’anno accademico 2017-18 sono stati circa 71 mila, intorno al 46% dei giovani tra i 19 ed i 25 anni residenti nella regione. Consistente è il tasso di emigrazione degli studenti calabresi nelle regioni del Centro-Nord (intorno al 31%)  superiore a quello medio delle regioni meridionali  (26% circa). Solo il 55% (circa 39 mila) dei residenti studia in atenei della Calabria.

Beni culturali e ambientali

I visitatori in Calabria sono stati 489.202 nel 2017 con un decremento dell’1,82%, contro un aumento del 10,7% a livello nazionale. Eppure esistono notevoli potenzialità di crescita: al Museo di Reggio ci sono stati 216.000 visitatori, ma al museo archeologico della Sibaritide addirittura solo 12.105 e al Parco archeologico della Sibaritide 7.462. Nel settore del turismo e della valorizzazione di centri storici è da segnalare l’esperienza positiva di Belmonte, sul Tirreno in provincia di Cosenza, dove sono state ristrutturate autonomamente case da alcuni proprietari ed è stato creato un paese albergo che riesce ad attrarre turisti anche nella bassa stagione. Così come stanno avendo un notevole incremento soprattutto le aree intorno all’aeroporto di Lamezia, come quella di Tropea-Vibo, meta di molti turisti stranieri e non solo italiani. Casi di successo anche in comuni del Parco del Pollino come Civita, dove negli ultimi anni hanno aperto vari B&B e ristoranti tipici. Il New York Times ha, peraltro,  inserito la Calabria tra le 50 mete del 2017, con motivazioni prettamente gastronomiche. (rrm)