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Nicola Carè

Carè (Pd): L’importanza del Made in Italy nel networking mondiale

L’on. Nicola Carè (Pd) eletto nella circoscrizione estera Asia-Africa-Oceania-Antartide, nella qualità di co-promotore, ha partecipato nella sala stampa della Camera dei Deputati all’incontro Italians e nuove sfide globali: rischi ed opportunità del genio italico. Nel corso del suo intervento, l’on. Carè ha sostenuto che «occorre una collaborazione che si adoperi per diffondere il valore aggiunto costituito dalla creatività italiana all’estero: un doveroso riconoscimento che deve essere promosso e reso pubblico con attività mirate. Rinsaldare il cordone ombelicale con la Madrepatria, che tanti tentano di proteggere e salvaguardare, costituisce il fulcro per la difesa del trend Made in Italy”, conclude il deputato italoaustraliano: “un insostituibile patrimonio, artefice di ricchezza e prestigio internazionali».
L’evento è stato promosso dall’on. Carè con il collega Nicola Acunzo, e organizzato dal Premio Eccellenza Italiana, guidato da George Guido Lombardi. Presente anche Massimo Lucidi, ideatore del Premio e moderatore della giornata, in collaborazione con Salvo Iavarone, presidente Asmef,
Al centro dell’incontro il Made in Italy nel contesto delle nuove sfide globali e l’importanza della promozione di un networking tutto italiano. Il convegno ha consentito ad esponenti politici, imprenditori e interlocutori di valutare i risultati globali del Sistema-Italia: le reali dimensioni della ricchezza prodotta dagli italiani all’estero e dal fenomeno migratorio italiano.
«Il nostro Paese è simbolo di qualità, creatività, genialità, positività: ovunque il Made in Italy rappresenta un valore aggiunto che tutto il mondo tenta di imitare– ha detto l’on. Carè – Si tratta di un prestigio che genera benessere e ricchezza: un terzo del Pil nazionale, oltre 430 miliardi di euro solo in export. Vantiamo primati indiscussi nel campo della biotecnologia molecolare, nel settore tecnologico e delle scienze mediche e farmaceutiche; primati di cui il più noto food and beverage costituisce solo una parte. Risultati impossibili senza l’apporto dei cittadini all’estero e dei tanti connazionali che lavorano con e per l’estero: 6 milioni di iscritti all’Aire e ben 70 milioni tra concittadini di prima, seconda e terza generazione. Un fenomeno, quello migratorio italiano, ricco di sfaccettature e molto complesso: in continua evoluzione, diffuso a livello internazionale in ogni piccola/grande comunità estera».
«I primi emigranti del secolo scorso hanno contribuito alla ricchezza del Paese, inviando milioni di vecchie lire in rimesse bancarie; denaro che ha aiutato l’economia interna, flagellata da due conflitti mondiali. – ha ricordato il deputato dem – L’emigrazione nazionale, dai primi del Novecento, ha modificato le sue caratteristiche, pur conservando un dato comune: quei numerosissimi figli dei primi coraggiosi emigrati, sono ambasciatori insostituibili dei valori fondamentali e tradizionali del nostro Paese; esportatori e promotori delle eccellenze italiane. Oggi la nuova generazione di cervelli e braccia in fuga si trasferisce per moderne ed interessanti opportunità lavorative: molti con illustri risultati – continua il parlamentare Pd  – Esperienze altrove, spesso essenziali per acquisire un’etica sociale differente e riconoscere l’esistenza di altri schemi organizzativi da applicare nel Paese». (rp)