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Lavoratori Terme Luigiane a rischio occupazione

I lavoratori delle Terme Luigiane lunedì occuperanno lo stabilimento “Thermae Novae”

di FRANCO BARTUCCI – I lavoratori delle Terme Luigiane, dopo il comportamento ambiguo tenuto dai due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese nel non presentarsi all’incontro convocato dal presidente f.f. Nino Spirlì nel pomeriggio di martedì scorso, presso la cittadella regionale di Catanzaro, per concordare una riapertura delle Terme e di conseguenza una continuità lavorativa per i lavoratori, hanno deciso di occupare lunedì prossimo 3 maggio lo stabilimento “Thermae Novae”. 

«Visto che a causa delle azioni sconsiderate dei sindaci Tripicchio e Rocchetti – hanno scritto in un loro documento che annuncia la prossima occupazione –  se non verremo uccisi dal Covid moriremo di fame perché ci viene impedito di ripartire con le nostre attività lavorative, abbiamo deciso di riappropriarci autonomamente del nostro lavoro».

 A partire da domani, quindi, lunedì 3 maggio, i lavoratori Sateca con il sindacato provinciale della Cisl, occuperanno pacificamente e nel totale rispetto della normativa anti-covid lo stabilimento termale Thermae Novae di proprietà della Sateca Spa, in modo anche da avviare tutte le operazioni di pulizia e manutenzione finalizzate al riavvio dell’attività lavorativa. 

Nello stesso documento, i lavoratori annunciano pure che hanno inviato una lettera  al presidente Spirlì  per ringraziarlo della sua mediazione saltata per irresponsabilità dei due sindaci ed invitarlo a visitare la splendida cittadina termale ed incontrare nella cirdcostanza i lavoratori durante la loro occupazione dello stabilimento. Lo stesso invito è stato fatto pure all’assessore Fausto Orsomarso, «qualora – è scritto nel documento – decidesse di affrontare la situazione non più come “amico dell’amico/elettore Tripicchio».

L’occupazione e la protesta contro i Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa andranno avanti ad oltranza fino a quando non verrà ripristinata l’erogazione dell’acqua termale verso la condotta della Sateca.

«La storia delle Terme Luigiane – puntualizzano nel documento – va assumendo sempre di più connotati assurdi e incomprensibili. Una riapertura resa impossibile da due sindaci che si ostinano ad agire nella totale indifferenza e mancanza di concretezza rispetto ai problemi reali legati ad una questione così importante, e che mostrano di essere totalmente inadatti al ruolo istituzionale che sono stati chiamati a svolgere. La gravissima assenza dei sindaci, peraltro senza alcuna motivazione, registrata nell’incontro convocato dal presidente Spirlì per il giorno 27 aprile scorso e la contestuale assenza dell’Assessore al Lavoro ed alle Attività Produttive Fausto Orsomarso, che ha preferito recarsi ad un programma televisivo locale anziché affrontare la nostra emergenza lavorativa, ci avvilisce ancora di più».

«Il presidente – si legge ancora – durante la precedente riunione del 20 aprile scorso, aveva fatto presente l’importanza e l’urgenza di avere intorno ad un tavolo tutte le parti, nessuna esclusa, al fine di trovare ad ogni costo una soluzione per garantire l’occupazione di 250 lavoratori e il prosieguo delle attività sanitarie.  Questo gravissimo affronto fatto al Presidente da parte di altre istituzioni e la volontà di queste ultime di mantenere in stallo l’individuazione di una soluzione per non consentire il riavvio da parte della Sateca delle attività, è ormai evidente e inconfutabile».

I lavoratori ricordano, poi, sempre nel loro documento, il sabotaggio perpetrato a danno dell’Azienda  con la chiusura dell’adduzione dell’acqua alla condotta termale Sateca  con il riversamento abusivo nel fiume, con il solo risultato di compromettere in modo irreversibile la funzionalità della condotta stessa. Neanche l’annuncio fatto dai due sindaci tramite facebook di avere già predisposto il bando di gara per la ricerca del nuovo sub concessionario non li soddisfa e dicono: «nessuno ha avuto il privilegio di vederne la pubblicazione ad oggi e, in ogni caso, la notizia non offre nessuno spiraglio per una soluzione concreta al problema della riapertura delle Terme Luigiane, né per il 2021, né per il 2022 e né tantomeno per gli anni a venire visto che un “improbabile” vincitore del bando potrebbe al massimo assorbire una ventina di lavoratori a fronte della perdita di almeno 250 di noi».

«I sindaci esortano i lavoratori – dicono ancora nel loro documento – a non essere di parte esprimendosi a favore della Sateca. Vogliamo rispondere loro che noi lavoratori saremo sempre dalla parte di chi ci garantisce lavoro, occupazione e legalità, che si chiami Sateca o in altro modo. Siamo certi di non poter essere dalla parte di Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti, i quali continuano a trincerarsi dietro slogan inneggianti alla legalità, mentre le uniche azioni illegali (attendiamo con ansia che la magistratura faccia il suo corso) e sconsiderate sono quelle che hanno compiuto loro e che ci hanno portato solo in un baratro fatto di disoccupazione, mancanza di prospettive, azioni violente e minacce (tutto regolarmente denunciato nelle sedi competenti). Il timore dei sindaci di offrire “illeciti vantaggi ad una società privata piuttosto che ad un’altra” – puntualizzano ancora infine nel documento i lavoratori –  ci fanno intendere che probabilmente non si sono ancora resi conto che, essendo quasi tutta la stazione termale di proprietà della Sateca, non ci potranno mai essere altre società private che potranno garantire i numeri dei servizi termali e degli addetti attuali».

Fin qui, il documento dei lavoratori, mentre i due sindaci attraverso una dichiarazione rilasciata al quotidiano Gazzetta del Sud, hanno dichiarato di avere avvisato della loro assenza sia il presidente Spirlì, che l’assessore Orsomarso e di avere trasmesso loro via Pec una loro proposta di accordo per salvare la stagione termale 2021.

«Da parte nostra – spiegano nella loro dichiarazione – stiamo dando il massimo per salvaguardare i livelli occupazionali e le prestazioni sanitarie per la stagione termale 2021, ma non sta a noi ricordare a tutti, che, in qualità di pubbliche amministrazioni, dobbiamo seguire leggi e regolamenti ben precisi, che ci impediscono di offrire illeciti vantaggi ad una società privata piuttosto che ad un’altra».

Nella loro dichiarazione i due sindaci criticano, giudicandolo gravissimo, il comportamento del Comitato dei lavoratori con la richiesta avanzata alla Regione  di provvedere a togliere la concessione ai due Comuni.

«Oltre che “auspicio” illegale ed illegittimo denota- dicono i due sindaci attraverso il quotidiano messinese – un atteggiamento irrispettoso nei confronti di ogni disciplina giuridica e di due comunità e due territori, che hanno dato tanto agli stessi lavoratori ed alla società per cui operano. Possiamo capire la delicatezza e le preoccupazioni del momento, ma, tutti insieme, dobbiamo impegnarci con rispetto reciproco per trovare soluzioni all’insegna della legalità, della trasparenza, e di tutte le normative attualmente in vigore». Ed allora dicono i lavoratori, «la riunione convocata dal Presidente Spirlì aveva proprio questo fine e raccomandazione. Come mai non si sono presentati per illustrare la loro proposta inviata via Pec? A tal proposito non è nota alcuna giustificazione; mentre urge effettivamente dare trasparenza e legalità alle azioni che riguardano questa vicenda, semplice nella soluzione, ma complicata per effetto del mistero dei comportamenti». 

In ultimo, si registra pure una netta critica del sindacalista della Cisl, Gerardo Calabria, a proposito dell’approvazione del bando già predisposto dai due sindaci, pronto per essere pubblicato, in base alla dichiarazione rilasciata alla Gazzetta del Sud di ieri, senza che questo venisse sottoposto a conoscenza e valutazione dell’organizzazione sindacale, come pubblicamente e riservatamente per iscritto è stato chiesto da sempre ai due sindaci dallo stesso sindacalista, a tutela dello stato occupazionale di tutti i lavoratori impegnati nei servizi termali delle Terme Luigiane. (fb)