di ANGELO SPOSATO – Il 26 luglio in Calabria, a Siderno, nella Locride, torneranno a distanza di due anni dalla manifestazione nazionale di Reggio Calabria i Segretari generali di Cgil Cisl Uil. Un segnale di forte attenzione del sindacato confederale nazionale verso la Calabria.
Con Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri, proveremo a mettere nuovamente al centro dell’attenzione nazionale i problemi del Sud, della nostra Regione, del lavoro, della salute, della legalità, del territorio. Una fase difficile per la Calabria che vive la più grave crisi economica, sociale, politica, dalla nascita del regionalismo.
Un Consiglio ed un a Giunta regionale decaduti per via della prematura scomparsa della Presidente Jole Santelli, nel pieno della pandemia, rischiano di compromettere ogni utile segnale di ripresa che potrebbe essere determinata dalle diverse ed ingenti misure economiche previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza, dalla programmazione dei fondi Europei, dal bilancio nazionale.
Nonostante le ingenti risorse disponibili, assistiamo ad una privazione di ogni dibattito pubblico sui temi dello sviluppo, del lavoro, della salute, del territorio, degli investimenti. Grave l’assenza della politica nazionale e regionale che non mostra alcun interesse verso i bisogni dei cittadini calabresi, considerando la Calabria un problema di difficile soluzione. Grave l’assenza e l’atteggiamento dei partiti nazionali, che continuano a tergiversare concentrando la loro azione non su progetti concreti per superare la crisi, ma su scelte verticistiche ed elettorali, che non colgono la necessità di avviare un confronto con le migliori energie della Calabria per individuare un protagonismo di nuove classi dirigenti, dinamiche, fresche, giovani, capaci di misurarsi con le sfide dell’innovazione, della transizione economica, ecologica, energetica, sociale.
L’atteggiamento della politica nazionale verso la Calabria da l’idea dell’abbandono con un tentativo sterile di riproporre scelte con schemi del passato che non hanno nessuna proiezione innovativa, con vecchie logiche correntizie e di potere, che aprono praterie a populismi e sovranismi.
Occorre tornare al merito, ai contenuti, alle proposte vere per far uscire la nostra regione e l’intero Mezzogiorno dal cono d’ombra e da una crisi che potrebbe diventare irreversibile.
L’intero Sud, come il resto del Paese, ha necessità di strategie di sviluppo su base macroregionale. Servono investimenti veloci, non si ha tempo di aspettare anni.
Servono politiche industriali che producano lavoro. Al Paese, al Mezzogiorno serve produrre cose, beni, servizi. Il nostro Paese, nell’era della globalizzazione ha delocalizzato tutto. Occorre una strategia nazionale per riallocare le fabbriche e nuove filiere produttive, con i settori innovativi, puntando sulle nuove tecnologie digitali, sulle infrastrutture, le reti materiali e immateriali.
Anche le politiche per il commercio, il turismo, il terziario, l’ambiente, le infrastrutture, hanno necessità di una proiezione nazionale e macroregionale. Nessuno può farcela da solo, serve una visione di sistema e collettiva, con interventi mirati e con un cronoprogramma certo. Va riformato il Paese e la nostra regione, il ruolo della pubblica amministrazione deve aiutare questo processo riformatore. Ma occorre sbloccare il turn over nella pubblica amministrazione con un piani di assunzione nella scuola, negli enti locali, nella sanità, atteso che il piano Brunetta per le assunzioni nel Sud è stato completamente inadeguato.
Il ruolo del governo, del pubblico, diventa determinante nell’orientare il mercato della produzione. Negli Stati Uniti, nella più grande crisi economica del dopoguerra determinata dalla bolla finanziaria dei titoli tossici, la prima azione messa in campo dal Governo è stata quella di ricostruire il settore industriale e dell’auto, a partire da Detroit. Il nostro Paese non può uscire dalla crisi senza un piano strategico di sviluppo industriale, senza una visione strategica nello scenario internazionale, a partire dal ruolo strategico nel mediterraneo.
Le rotte internazionali, lo sviluppo della logistica, impone al nostro Paese di fare scelte che facciano recuperare i divari che sono aumentati sia a livello internazionale, dove la precarietà del lavoro e la poca competitività delle Imprese limitano la crescita, sia a livello nazionale che ha visto nella pandemia una accentuazione della forbice tra nord e sud, aumentando la precarietà e la disoccupazione nel mezzogiorno che rischia di diventare una vera polveriera sociale. La Calabria può diventare la più grande piattaforma logistica dell’Euromediterrano e la politica regionale e la deputazione parlamentare calabrese dovrebbe battersi per questo.
Se non si attivano subito misure immediate per l’occupazione, la ripresa della emigrazione, la bassa natalità, porterà ad un declino veloce del mezzogiorno e ad un graduale ed irreversibile invecchiamento e spopolamento, peraltro già in atto.
Per queste ragioni, il confronto con il Governo nazionale sul Recovery plan, il confronto con le Regioni, con le amministrazioni locali, il partenariato economico e sociale avrà un ruolo determinante. Per il Sud e la Calabria sarà strategico.
Cgil Cisl Uil nazionali hanno avviato una serie di mobilitazioni per aprire un confronto con il governo centrale su questi temi. La tappa del 26 luglio a Siderno con i Segretari generali di Cgil Cisl Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri sarà importante anche per rilanciare le proposte unitarie che abbiamo fatto in Calabria sui temi del lavoro, dello sviluppo, dell’ambiente, della salute, del territorio, della legalità.
Nella regione tra le più povere d’Europa e con la mafia tra le più potenti nel mondo il tema della legalità è precondizione necessaria per ogni ipotesi di sviluppo.
Il lavoro, la scuola, l’istruzione, sono le più grandi infrastrutture sociali ed investimenti che vanno fatti per combattere la ‘Ndrangheta. Queste precondizioni non possono essere sottovalutate dalla politica nazionale e regionale che dovrebbe essere più in sintonia con tutta la parte sana della società calabrese, ascoltarne i bisogni e determinarne le azioni. Solo con il lavoro si può curare l’Italia e la Calabria, ed il 26 luglio per la Calabria sarà la giornata del Lavoro e dei diritti. (as)
*Angelo Sposato è Segretario generale Cgil Calabria