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Terme Luigiane

L’appello dei lavoratori delle Terme Luigiane al presidente Occhiuto: Prenda una posizione netta

di FRANCO BARTUCCI – «La tanto attesa sentenza del Tar – scrivono in un loro documento – arriva dopo aver assistito a tutte quelle ingiustizie che hanno portato alla chiusura delle Terme Luigiane e che nelle piazze, in tante sedi istituzionali, davanti alla Prefettura e davanti alla cittadella Regionale, noi lavoratori abbiamo ripetutamente denunciato».

«Nessuno ci ha ascoltati – continua il documento – siamo stati letteralmente depredati del nostro lavoro e i responsabili regionali di allora non sono intervenuti come la legge regionale imponeva loro, sostenendo pubblicamente le illegittime posizioni delle amministrazioni comunali. Ora il Tar  ha sancito quanto da noi da sempre sostenuto; ma intanto abbiamo perso mesi e mesi di stipendi, di contributi, di ammortizzatori sociali». 

«Poteva essere evitato – si chiedono i lavoratori – tutto ciò? A cosa servono le Istituzioni se quando devono esercitare legittimamente il proprio potere a tutela del bene pubblico si rifiutano di farlo?». 

«La sentenza – prosegue la nota – riconosce il nostro diritto al lavoro, ma considerarla una vittoria sarebbe un errore perché resta l’amarezza di non aver avuto il supporto da parte delle Istituzioni, che hanno strategicamente eluso i loro obblighi nei confronti dei cittadini e di noi lavoratori. Adesso ci auguriamo soltanto che da questa sentenza si possa ripartire, che gli amministratori comunali si animino di buon senso e della consapevolezza che la stagione 2022 deve essere avviata immediatamente».

«La scelta dichiarata dai due sindaci di ricorrere al Consiglio di Stato di fronte ad una sentenza del Tar così netta e dettagliatamente motivata – prosegue la nota – seminerà altro caos e incertezza  determinando l’ultimo colpo devastante nei confronti della stazione termale e di un’azienda sana che, da decenni, ci garantisce occupazione e rispetto dei diritti. Si avranno ulteriori ingenti danni economici che si aggiungeranno a quelli già determinati e di cui gli amministratori comunali e gli allora amministratori regionali dovranno in qualche modo rispondere».

«Alla luce delle dichiarazioni mediatiche rilasciate dal sindaco di Acquappesa – concludono i lavoratori delle Terme Luigiane attraverso la loro nota – ci appelliamo al neo Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, auspicando che grazie a lui sulle Terme Luigiane la “politica del fare” spicchi finalmente il volo con una presa di posizione netta che rompa con tutte le ambiguità che, nel recentissimo passato, hanno contraddistinto la politica regionale».

La sentenza del Tar Calabria, in sostanza, alla fine accoglie il ricorso presentato dalla Sateca e annulla il verbale di acquisizione dei beni redatto il 17 febbraio 2021 ed il verbale di  apprensione coattiva dei beni redatto il 5 febbraio 2021, ordinando di conseguenza che la sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa, che nel caso è il Tribunale di Paola.

Ciò detto la Sateca dovrà venire ancora una volta in possesso del vecchio stabilimento comunale San Francesco con relative vasche di lavorazione dei fanghi e delle alghe, dell’area delle sorgenti termali e del ripristino dell’afflusso dell’acqua termale nelle condotte della società sub concessionaria, dell’edificio ch’era adibito ai servizi di accoglienza dei curanti e alle attività amministrative, dei laboratori utilizzati per la lavorazione dei prodotti “Pura” e del capannone adibito a deposito. Il tutto per riattivare in tempo utile la nuova stagione termale 2022.

Una sentenza che mette in dubbio anche quanto i due Comuni hanno fatto in materia del regolamento di distribuzione delle acque e dei relativi avvisi pubblici emanati per la ricerca di manifestazioni d’interesse, l’ultimo dei quali, come noto, è andato deserto.

È bene, quindi, che il Presidente della Regione Roberto Occhiuto con il nuovo assessore competente affrontino questa materia con urgenza, parsimonia, equilibrio, professionalità, a cominciare dalla verifica della quantità di acqua termale che fuoriesce dalle tre sorgenti di acqua calda e dell’unica di acqua fredda, essendone proprietaria, al fine di dare precise indicazioni su come gestire al meglio l’appalto di ricerca del nuovo sub concessionario secondo le regole fissate dall’ Unione Europea. Questo è quanto si chiedono i lavoratori in questo momento di attesa. (fb)