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Al Cinema Lumiere arriva "Il vuoto" di Giovanni Carpanzano

REGGIO – Al Cinema Lumiere arriva “Il vuoto” di Giovanni Carpanzano

Domani sera, al Cinema Multisala Lumiere di Reggio Calabria, sarà proiettato Il vuoto, il lungometraggio di Giovanni Carpanzano, e prodotto da Indaco Film.

Il lungometraggio segna il debutto sul grande schermo del regista e docente di regia presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, con una storia autobiografica, grazie al sostegno della Fondazione Calabria Film Commission e del Ministero della Cultura e Regione Lazio – Fondo per l’audiovisivo, alla coproduzione di Ciakalabria e al sostegno dell’Accademia delle Belle Arti di Catanzaro e Planet Multimedia.

La proiezione sarà introdotta da un talk che prevede la presenza di Carpanzano, affiancato da una parte del cast, ovvero Maddalena Ascione, Gianluca Galati, Costantino Comito e Tommaso Perri. Il film resterà in programmazione dal 7 al 14 dicembre.

«Durante una lezione, spiegando ai miei alunni quanto il cinema fosse più emotivo del teatro, attraverso l’esempio di una storia d’amore omosessuale contrastato mostrai loro come fosse importante partire da una storia intima, vissuta in prima persona. In quel momento, mi sono reso conto che la mia storia personale poteva rappresentare un ottimo soggetto da sviluppare per affacciarmi al mondo del cinema», così Carpanzano, impegnato nella drammaturgia contemporanea in ambito cinematografico e teatrale, rintraccia in questo episodio la genesi de “Il vuoto”.

Protagonisti sono Giorgio e Marco, ventenni provenienti da due contesti sociali differenti – uno è figlio di un avvocato affermato, l’altro di un agricoltore –, che, per difendere il proprio amore, condividono una lotta di emancipazione nonché il desiderio bruciante di emergere e trovare il proprio posto nel mondo. Attraverso un viaggio nella loro dimensione interiore, si indaga il dramma di vivere un amore impossibile destinato a soccombere in una società avvelenata dal pregiudizio e dall’inaridimento emotivo.

«È un racconto autobiografico che esplora il labile confine tra libertà e autodistruzione, ma, oltrepassando la differenza di genere, si rivela una storia universale in cui chiunque vive un amore contrastato si può identificare. Già durante la fase di scrittura, i confini autobiografici si sono dissolti e la storia è diventata di tutti» spiega il regista, sin da subito sostenuto da Marino, produttore sempre attento alle tematiche sociali, come appunto l’integrazione e i diritti della comunità LGBTQ+, nelle opere prodotte dalla sua Indaco Film e premiate con David di Donatello (vedi Bismillah nel 2018 e Inverno nel 2020)». (rrc)