Agricoltura, dalla Regione in pagamento oltre 44 mln

Sono in pagamento oltre 44 milioni di euro relativi alla Domanda Unica 2022 da parte della Regione Calabria. Lo ha reso noto l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

«Si tratta – ha dichiarato l’assessore Gianluca Gallo – di un’importante boccata d’ossigeno per gli imprenditori agricoli calabresi i quali, a dispetto delle difficoltà economiche del momento, portano avanti con grande forza di volontà e resilienza le proprie attività ed i propri progetti. La Regione sostiene quest’opera, fondamentale per il settore primario dell’economia regionale, garantendo certezze e risorse indispensabili».

Nello specifico, il decreto in questione consentirà di distribuire risorse di importo pari, nel complesso, a 44.283.348,31 euro, in favore di 46.603 beneficiari. (rcz)

L’assessore Gallo: La Calabria si aggiudica la maggior parte delle risorse per l’agrosistema irriguo

La Calabria si aggiudica la maggior parte delle risorse messe a disposizione dell’agrosistema irriguo, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, spiegando che il dato è emerso a seguito dell’avvenuta approvazione della graduatoria dei progetti presentati in tutta Italia ed ammessi a finanziamento.

A disposizione, complessivamente, 517 milioni di euro, in misura del 40% (corrispondente a 217 milioni) destinati alle regioni del Sud, con la Calabria che fa la parte del leone, vedendosi approvare 13 progetti presentati da diversi Consorzi di Bonifica, per un controvalore pari a 139 milioni (ovvero il 27% della quota nazionale).

 «Un risultato – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura – che se da un lato premia l’ottimo lavoro svolto dall’Anbi Calabria e dalle singole realtà consortili in sinergia col Dipartimento Agricoltura, dall’altro carica di ulteriori responsabilità tutti i soggetti interessati: ottenuti i finanziamenti, bisognerà ora garantire efficienza ed efficacia della spesa».

Da qui, ad esempio, la volontà, «già condivisa con l’Anbi», sottolinea con l’assessore Gallo, di affidare la gestione delle fasi di gara alla Stazione Unica Appaltante e di seguire – in ogni caso – i singoli passaggi delle procedure necessarie attraverso «una costante collaborazione tra Anbi, Consorzi e Regione, per dar vita ad un percorso nuovo capace di portare, più in generale e nel solco delle indicazioni programmatiche delineate dal presidente Occhiuto, ad una ridefinizione del sistema consortile e dei suoi rapporti col mondo agricolo: per la nostra terra, una grande opportunità da cogliere e valorizzare adeguatamente».

Nello specifico, attraverso le iniziative progettuali destinatarie dei fondi del Pnnr, si procederà all’efficientamento ed alla modernizzazione delle reti irrigue, in molti casi risalenti nel tempo e carenti di idonea manutenzione. Il tutto, ad esempio, attraverso la sostituzione delle condotte, l’installazione di misuratori di portata, l’introduzione degli idranti a scheda.

 «Interventi essenziali – cha concluso Gallo – per confermare, insieme ad un ormai improcrastinabile processo di riforma, la strategicità del settore consortile all’interno del comparto agricolo ed agroalimentare calabrese pure in ottica di tutela dell’ambiente, con la riduzione degli sprechi ed un utilizzo più consapevole dell’acqua». (rcz)

Regione, oltre 11 mln per migliorare infrastrutture

Sono più di 11 mln la somma stanziata dalla Regione per il miglioramento delle infrastrutture delle aree rurali e forestali.

Sono disponibili, infatti, ul portale www.calabriapsr.it le graduatorie definitive relative ai due avvisi pubblici della misura 4.3.1 del Programma di sviluppo rurale, validi per l’annualità 2021, rivolti – rispettivamente – a Comuni calabresi con popolazione inferiore o uguale a 5000 abitanti ed a Comuni con popolazione maggiore. Considerato l’elevato numero di domande di sostegno pervenute, Dipartimento e Assessorato hanno deciso di incrementare la quota destinata ai piccoli Comuni, portandola da 2 a 9.217.168,30 euro. Grazie a queste nuove risorse, saranno così finanziate le 78 domande presenti nella graduatoria A, afferente ai progetti presentati da enti pubblici mai risultati destinatari di contributi relativi all’intervento 4.3.1 del Psr. Rispetto invece al bando rivolto ai Comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, la cui dotazione finanziaria resta fissata a 2 milioni, saranno finanziati sia i 6 progetti risultati ammissibili della graduatoria A (presentati da Comuni che non hanno mai beneficiato dell’intervento 4.3.1), sia i 7 progetti della graduatoria B (presentati da Comuni che avevano già beneficiato delle risorse stanziate attraverso l’intervento 4.3.1), per una spesa complessiva di 1.545.962,25 euro. Da sottolineare, in proposito, gli sforzi compiuti per reperire le somme necessarie a finanziare le domande risultate ammissibili e tutelare le aspettative dei Comuni anche assicurando loro la possibilità di utilizzare – per le medesime finalità – economie e ribassi d’asta Non solo: su indicazione dell’Assessore Gianluca Gallo, in Cittadella si sta già lavorando al reperimento di altre risorse a sostegno di un ulteriore bando, per offrire una nuova opportunità ai pochissimi Comuni le cui istanze sono rimaste prive di copertura.  Intanto, attraverso i fondi già assegnati, gli enti beneficiari potranno procedere al miglioramento e potenziamento delle infrastrutture di base a servizio del mondo agricolo. Sarà possibile realizzare o mettere in sicurezza strade interpoderali o forestali e piste forestali carrabili, oltre che mettere mano all’elettrificazione delle aree agricole e forestali, spesso a elevato rischio di spopolamento. Gli investimenti in questione saranno finalizzati anche al collegamento alla viabilità pubblica asfaltata, nonché a facilitare le operazioni selvicolturali, la gestione delle superfici forestali e la creazione di infrastrutture verdi, opere accessorie per la mitigazione degli impatti generati dagli stessi interventi. 

Cisl: dignità e sostegno ai lavoratori immigrati stagionali occupati nei campi

Parte dalla Cisl Calabria un’iniziativa per dare sostegno e dignità ai lavoratori immigrati occupati stagionalmente nell’agricoltura. 

«Le elezioni politiche del 25 settembre prossimo – scrive in una nota Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese – costituiscono un appuntamento di enorme importanza per il Paese, per il Mezzogiorno, per la nostra regione. Siamo, infatti, di fronte a sfide decisive per la costruzione di un futuro diverso e migliore, a partire – come evidenziano sia il rapporto della Banca d’Italia sull’economia calabrese 2021 che le anticipazioni del rapporto Svimez 2022 – dal buon utilizzo delle risorse del Pnrr.

È necessario – lo sottolineiamo con forza – un patto per lo sviluppo dei nostri territori: un impegno condiviso tra politica, istituzioni, forze sociali, comunità, per puntare decisamente alla crescita, alla sostenibilità, al lavoro, alla lotta contro la criminalità organizzata. Sono queste per la Cisl Calabria le priorità verso cui indirizzare la programmazione e l’agire.

Riteniamo fondamentale per ridurre l’alta percentuale di astensione dall’esercizio democratico del voto una campagna elettorale in cui la comunità si senta coinvolta nell’elaborazione della proposta politica. La Cisl rivolge, dunque, un appello a tutti coloro che saranno candidati a rappresentare la Calabria affinché i temi che stanno a cuore ai cittadini della nostra regione siano inseriti e sostenuti nei programmi e siano davvero ai primi posti nell’agenda del prossimo Parlamento. Basta a un Sud e un Nord a due velocità: allo sviluppo del Mezzogiorno è legata la crescita di tutto il Paese.

Pensiamo, in una situazione gravemente caratterizzata da disoccupazione e precariato – prosegue Russo –, al lavoro dignitoso dei giovani e delle donne perché si argini la fuga dalla nostra regione. Ai divari territoriali da recuperare, nelle infrastrutture materiali e immateriali, rispetto ad altre aree del Paese. Alle strutture logistiche necessarie per migliorare gli accessi ai mercati, a partire dal porto di Gioia Tauro. A scelte che favoriscano processi produttivi innovativi. Alla grande preoccupazione per la debolezza della Pubblica Amministrazione rispetto all’urgenza di una gestione qualificata ed efficace delle risorse Pnrr. Alla valorizzazione del patrimonio boschivo e dell’agroalimentare e alla tutela delle coste e delle aree interne, anche attraverso la prevenzione, per incrementare il turismo e frenare l’abbandono dei territori.

Pensiamo ad un impegno vigile ed operoso perché si punti alla qualificazione della spesa pubblica anche per elevare la qualità dei servizi in una regione bellissima, ricca di risorse naturali e abitata da un popolo che chiede non assistenzialismo, ma lavoro dignitoso.

Su questi temi, nella disponibilità al dialogo e al confronto che è nel dna della Cisl, chiediamo si impegnino i candidati, mettendo da parte demagogia e populismo. Perché – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo – su questi temi i cittadini sapranno giudicare». (rp)

Aumento dei costi, il Movimento Territorio e Agricoltura: Agricoltori costretti a lavorare in reddito negativo

Gli agricoltori sono sul piede di guerra. È quanto ha riferito in una nota il Movimento Territorio e Agricoltura, spiegando che «il motore economico della Calabria, l’agricoltura oggi si trova costretta a lavorare in reddito negativo per effetto dei costi di produzione che superano nettamente quanto pagato agli agricoltori e allevatori per i loro prodotti».

«Oggi – si legge nella nota – il costo dell’energia è aumentato del 120%, quello del gasolio agricolo del 50% e quello dei concimi del 140%. A questo vanno aggiunti i rincari delle sementi e dei mangimi dell’ultimo semestre, antecedenti al conflitto in corso e più legati ai cambiamenti climatici (Ismea) che  con il caldo anomalo di questo periodo stanno mettendo a rischio le produzioni agricole calabresi».

«La guerra in Ucraina rischia, allora – si legge – di trasformarsi in una “guerra tra poveri” per produttori e consumatori, amplificando le già drammatiche conseguenze della “guerra energetica” sulle famiglie italiane. Le imprese agricole per sopravvivere, infatti, dovrebbero scaricare gli aumenti dei costi produttivi sul prezzo finale. Soluzione non praticabile, soprattutto per i piccoli produttori, mentre intermediari e grande distribuzione ricaricano sul prezzo del cibo i rincari energetici, con effetti su povertà assoluta e disuguaglianze, già aumentate a causa del Covid».

«La situazione non è difficile e tragica  – si legge ancora – il grido d’allarme lanciato non può essere non ascoltato, diversi sono stati gli interventi, si chiede dignità per questo settore,  padri di famiglia non vedono futuro per le nuove generazioni, la crisi in atto rischia in Calabria di far chiudere diverse aziende».

«Ad i rincari economici ed energetici si aggiunge la situazione straordinaria di “Caldo”, si chiedono provvedimenti straordinari  ed urgenti per il settore. Ad una situazione che sembra surreale ma che purtroppo è reale si aggiungo problemi atavici, presenza spropositata di cinghiali che arrecano danni alle colture ed alla fauna presente sui territori, alla costante emissione dei ruoli della bonifica, che poco o nulla fa sui territori ed a questo ciliegina sulla torta si aggiunge l’Agenzia delle Entrate».

«Un vortice di rincari e di spese – ha concluso – che l’agricoltura calabrese non riesce a sostenere, il settore forgiato dalle difficoltà di questi anni ormai è al collasso non si può chiedere di sostenere la domanda interna di prodotto, potenziare le produzioni, senza  finanziare il settore con specifiche misure straordinarie di sostegno al settore agroalimentare calabrese». (rrm)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: Evitare chiusura dell’agricoltura “made in Calabria” è un dovere

di PIETRO MOLINARO – La protesta di ieri degli Agricoltori Calabresi alla Cittadella Regionale, giunti da tutte le province con i trattori, è la fotografia di quanto sia profondo il fossato tra il Palazzo e la vita reale nelle campagne.

Sono ormai troppi mesi che si fa finta che tutto va bene. Sono grandi le responsabilità per chi non ha voluto leggere le difficoltà di tutti i settori produttivi dell’Agricoltura Calabrese. Si continua a pensare, con superficialità, che le difficoltà vanno risolte da “Roma” dimenticando che le risorse e la regolamentazione dell’Agricoltura dipende dalle Regioni.
Nonostante le difficoltà, il peso economico, la rabbia delle tantissime aziende e dei molti giovani Agricoltori che non mollano, per fortuna in loro non prevale la rassegnazione. Latitante è il Dipartimento Regionale Agricoltura.
Risorse disponibili e non spese, eccesso di burocrazia, ritardi ingiustificabili, finanziamenti a pie di lista a Enti Regionali mangia soldi che non producono un euro di ricchezza e norme obsolete e vessatorie.
Non si giustifica una burocrazia che gestisce il PSR con il Pallottoliere dei pagamenti, dovuti ed ordinari, per giunta sempre in ritardo. La Calabria è Regione Agricola, non ci si può chiudere dentro il Palazzo, scappando dal confronto e/o ci si tappano le orecchie per non ascoltare.
Un Governo Regionale, con l’obiettivo di cambiare la Calabria e ridare Protagonismo alle Imprese, per rafforzare lo sviluppo sostenibile, deve avere risposte adeguate all’emergenza economica che si vive nelle campagne.
Evitare la chiusura della stragrande fetta dell’Agricoltura ed Agroalimentare Made in Calabria è un dovere. Non sono più campanelli ma Campane quelle che oggi hanno suonato! (pm)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: 1209 giovani agricoltori calabresi traditi dalla Regione

di PIETRO MOLINARO – Dal 15 gennaio 2019, 1209 Giovani che hanno presentato la domanda per ottenere la agevolazioni del PSR per avviare un’impresa agricola, attendono la graduatoria del bando.

Tre anni e mezzo di attesa vana, di speranze tradite, per colpa della burocrazia regionale che non riesce a completare l’istruttoria delle domande ed a pubblicare la graduatoria.  L’intervento della Giunta Occhiuto non è più rinviabile per dare una risposta ai 1209 Giovani ancora in attesa.
Tutto inizia il 31 luglio 2018, quando il Dipartimento Regionale Agricoltura pubblicava il bando per i Giovani calabresi che volevano insediarsi in Agricoltura, impegnando sul PSR 2014-2020, 55milioni di euro.
Al 15 gennaio 2019, data ultima per inviare le domande di aiuto, ne arrivarono n.1209, un patrimonio inestimabile per la Calabria, una terra da cui i Giovani, troppo spesso, scappano in cerca di futuro.
Nell’ultimo Comitato di Sorveglianza del 21-22 giugno u. s. il Dipartimento Agricoltura dopo tre anni e mezzo (1278 giorni ), non si è vergognato di continuare a classificare questo bando “in istruttoria”. Significa che, anche se oggi la squadra di tecnici regionali l’avesse completata avrebbe istruito una pratica al giorno.
Ritengo che questo semplice calcolo in una Regione normale avrebbe determinato la rimozione dei responsabili e la presa d’atto del fallimento di una programmazione che “ solo a chiacchiere” afferma di dare priorità ai Giovani Agricoltori.
Davanti ai nostri occhi c’è un risultato da Guinness dei primati! Difficile fare di peggio! Ma al momento il Dipartimento risulta impegnato a battere se stesso perché della conclusione dell’istruttoria nemmeno se ne parla! Forse i burocrati regionali sognano di andare in pensione, lasciando il bando in istruttoria?! Non gli può essere consentito!
La Giunta Occhiuto, per il doveroso rispetto che la Regione Calabria deve avere nei confronti dei suoi Giovani, non può più tollerare che si continui all’infinito.
Non ha senso continuare con Convegni, Comunicati Stampa, Tavoli Tecnici e milioni di euro in Assistenza Tecnica se la Giunta Occhiuto non ha il coraggio di dire la verità ai 1209 Giovani, per molti possiamo dire ex-Giovani, e conseguentemente liberare la burocrazia del Dipartimento Agricoltura da chi si è macchiato di un grave “delitto” sulla pelle dei Giovani e dell’Agricoltura Calabrese. (pm)

Mammoliti (PD): Chiede di vietare attività nei campi agricoli nelle ore più calde

Tramite interrogazione con richiesta di risposta immediata, il consigliere regionale del Partito DemocraticoRaffaele Mammoliti, ha chiesto al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, quali sono i provvedimenti che si intendono adottare  per disciplinare l’attività lavorativa in condizioni di esposizione prolungata al sole.

Mammoliti, infatti, ha rilanciato la richiesta inoltrata dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che – dopo la morte di un bracciante agricolo debilitato dal caldo nei campi di Corigliano-Rossano – si sono rivolti al presidente Roberto Occhiuto e all’assessore al ramo, Gianluca Gallo, per emanare una ordinanza che vieti l’attività nel settore agricolo nelle fasce orarie più calde. Come è già accaduto in Puglia.

«La Calabria, come il resto dell’Italia, è investita, ormai da alcune settimane, da una intensa ondata di calore, con temperature che assai spesso superano i 40 gradi – scrive Mammoliti nell’interrogazione –. Le alte temperature, oltre ad aver compromesso le produzioni dell’intero comparto agricolo calabrese, mettono a serio rischio la salute dei lavoratori agricoli, impegnati nei campi anche nelle ore più calde della giornata. In ragione di quanto sopra alcune amministrazioni regionali, al fine di salvaguardare la salute dei lavoratori, hanno emanato ordinanze che vietano, per i mesi di luglio ed agosto, il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata e nei giorni segnalati ad alto rischio».

«Negli ultimi giorni – si legge – si stanno moltiplicando gli appelli, del tutto condivisibili, al Presidente della Giunta regionale, non ultimo quello del Segretario regionale della CGIL Calabria, affinché emani un’ordinanza che vieti anche in Calabria il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata, sulla scorta di quanto fatto in altre regioni e, lo scorso anno, anche in Calabria; analoghe preoccupazioni ed analoghe richieste, anche queste condivisibili, vengono poi avanzate dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’edilizia per quei lavoratori impegnati nei cantieri edili e stradali non proteggibili dal sole; che sarebbe, dunque, opportuno che si valutasse l’emanazione di un’ordinanza che raccolga le preoccupazioni espresse dal mondo del lavoro al fine di tutelare la salute dei lavoratori esposti al sole in maniera prolungata». (rrc)

Primo tavolo di confronto sulla Pac tra Regione e Partenariato economico e sociale

Si è svolto, in Cittadella regionale, il primo tavolo di confronto sulla Pac 2023-2027 tra la Regione Calabria e il partenariato economico e sociale, con l’obiettivo di «disegnare l’agricoltura calabrese del futuro».

L’incontro, infatti, è stato programmato con la finalità di dare un naturale seguito ai tavoli partenariali nazionali, al fine di coinvolgere il mondo rurale calabrese rispetto al Piano Strategico Nazionale, che sostituirà i 23 Psr regionali della passata con notevoli cambiamenti rispetto al passato, per quanto riguarda sia il primo sia il secondo pilastro.

Per l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, «la sfida è dotarsi di un piano agricolo regionale, lavorando ad una programmazione seria e condivisa» e questo momento «è fondamentale per stabilire come orientare l’agricoltura calabrese del futuro».

«Bisogna riconoscere – ha aggiunto – che il Governo sta mostrando un’attenzione particolare al settore primario e in questa fase ritengo sia importante fornirci a vicenda spunti di riflessione per poter pianificare insieme il prossimo quinquennio, sia dal punto di vista dell’agricoltura, che della forestazione, dei sistemi irrigui e di tutto ciò che riguarda il comparto cardine dell’economia regionale».

L’assessore ha invitato quindi il partenariato a riflettere sui risultati della programmazione 2014-2020 e sulle modifiche ed integrazioni in prospettiva opportuni, favorendo anzitutto la qualità della spesa e, di conseguenza, la qualità delle produzioni, la sicurezza alimentare, la competitività e la redditività delle aziende calabresi.

«Per far questo – ha aggiunto l’esponente della Giunta regionale – al di là dei tecnicismi burocratici, dobbiamo alzare l’asticella e disegnare insieme in maniera organica i contorni dell’agricoltura calabrese».

Il direttore generale del Dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, dal canto suo ha illustrato i 76 interventi di sviluppo rurale del Piano Strategico della PAC, individuati nel tavolo tecnico nazionale tra il Mipaaf e le Regioni e divisi in 4 macrogruppi.

Si tratta, nello specifico, di 37 interventi agro-climatico-ambientali basati sulla superficie o capo (inclusi l’agricoltura biologica, il benessere animale e le indennità compensative); 19 interventi di investimento per le aziende agricole ed agroalimentari, le foreste e le aree rurali, compreso l’avviamento di nuove imprese; 4 interventi di gestione del rischio (a gestione nazionale); 16 di cooperazione (compresi il Leader e la promozione) e innovazione e trasferimento delle conoscenze.

«Ci siamo posti l’obiettivo di valutare, nell’ambito della massima semplificazione, i risultati ottenuti dalle varie misure nella passata programmazione – ha specificato Giovinazzo – e di aggiustare il tiro rispetto a quegli interventi che si sono dimostrati poco appetibili, poco efficienti o particolarmente problematici”.

Il dg ha quindi invitato il partenariato a ragionare sulle indicazioni del Dipartimento e dell’Assessorato, rispetto alle misure da attivare nella prossima programmazione. Ha esortato inoltre il partenariato a concordare degli incontri di approfondimento tecnico, prima del successivo appuntamento partenariale, in programma per l’8 Luglio prossimo, considerato che le schede delle nuove misure dovranno essere caricate sul sistema Sfc della Commissione europea entro il 20 luglio. (rcz)

Dalla Regione circa 16 mln per le aziende agricole

Sono quasi 16 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione per gli imprenditori calabresi. Lo ha reso noto l’Assessorato regionale all’Agricoltura, guidato da Gianluca Gallo.

Nello specifico, con il decreto 132 saranno 1.081 i beneficiari del Psr che riceveranno complessivamente 4.316.675,34 euro per misure a superficie: 660 imprenditori zootecnici regionali riceveranno (in totale) 3.471.276,58, in riferimento alla misura 14 “Benessere degli animali”; rispetto alla misura 10 “Pagamenti agro-cimatici-ambientali”, saranno liquidati 834.294,58 euro in favore di 412 beneficiari; per la 11“Agricoltura biologica”, 4 beneficiari riceveranno 4.902,39 euro; infine 5 beneficiari della misura 13 “Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici” percepiranno 6.201,79 euro.

Il kit decreto n. 133, invece, coniuga pagamenti relativi alle misure sia a superficie sia strutturali. L’importo complessivo è pari a 11.655.284,38 euro e i beneficiari sono in tutto 1.462.

La fetta più cospicua di risorse andrà ai beneficiari della misura 4 “Investimenti in immobilizzazioni materiali”: 65 imprenditori agricoli riceveranno 2.977.442,47 euro. In ordine alla misura 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese”, 18 beneficiari avranno diritto a 362.000 euro; per la misura 8 “Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste”, 18 i progetti finanziati, per un valore di 379.749,66 euro.

A 7 beneficiari della misura 1 “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” sono riservati 35.426,01 euro, mentre all’unico beneficiario della misura 3 “Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari” saranno erogati 46.464,86 euro. Per la misura 19 “Sostegno allo sviluppo locale Leader” saranno liquidati 344.426,36 euro in favore di 12 beneficiari; 2.458.494,43 euro, invece, andranno a 6 beneficiari della misura 20 “Assistenza tecnica”.

In ultimo, le misure a superficie: 2.670.519,63 euro a 582 beneficiari della misura 11; 1.124.264,99 euro a 129 beneficiari della misura 14; 700.745,73 euro a 151 beneficiari della 10 e 555.750,24 euro a 473 beneficiari della 13. (rcz)