Dibattito su AV per il Sud: Focus sul tracciato Romagnano-Buonabitacolo-Praia a Mare

È sul tracciato Romagnano-Buonabitacolo-Praia a Mare che è ripartito il dibattito pubblico sul progetto dell’alta velocità ferroviaria per il Mezzogiorno, coordinata dal prof. Roberto Zucchetti.

Questo tracciato, infatti, conta quasi 97 chilometri e costerà 8 miliardi di euro, finanziati dal Fondo complementare.  Sarà realizzato in 6/8 anni, vedrà l’impiego di quasi 85mila addetti a tempo pieno e, secondo le stime tecniche, genererà un valore aggiunto di 6,1 miliardi di euro e poi un incremento di 230 milioni di euro del traffico turistico e di quello business. 

Ha introdotto i lavori il professore Roberto Zucchetti, che in premessa ha chiarito l’essenziale scopo informativo dell’incontro on line con cui è iniziata la procedura obbligatoria del Dibattito pubblico sui lavori in progetto.

I responsabili tecnici di Rfi e Italferr hanno illustrato le valutazioni preliminari e i dettagli progettuali. In particolare, l’ingegnere Marco Marchese, responsabile per Rfi del progetto dell’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria – che rientra fra le opere commissariate del Sud Italia seguite dal sottosegretario di Stato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Tullio Ferrante –  ha inquadrato il contesto complessivo in cui si inserisce l’opera in discussione, caratterizzato da ulteriori interventi strutturali – come il potenziamento della trasversale ferroviaria Battipaglia-Taranto e il raddoppio della galleria Paola-Cosenza per consentire il trasporto delle merci dal porto di Gioia Tauro lungo la ferrovia adriatica –, volti, ha scandito Marchese, a «riportare il Meridione a standard di velocità e servizi degni di quello che succede nelle altre parti del Paese».

L’ingegnere Pietro Bruni, della Direzione investimenti di Rfi, ha sottolineato la forte riduzione dei tempi di percorrenza da Napoli a Reggio Calabria e verso altre località, per esempio Potenza, e la complessità delle opere dell’Alta velocità ferroviaria da realizzare per il Sud, comprendenti integrazioni alla rete delle merci e collegamenti infrastrutturali anche con gli aeroporti.

«Stiamo parlando – ha chiarito Bruni, con riferimento alla nuova linea dell’Alta velocità ferroviaria verso la Calabria – di zone in cui gli spazi disponibili per realizzare nuove infrastrutture sono molto limitati: abbiamo montagne a picco sul mare e tratti molto spesso urbanizzati, con aree franose e altri problemi di conformazione del territorio». Nicol Mancuso, project engineer di Italferr per i lotti 1B e 1C, ha evidenziato che «la velocità massima di progetto è pari a 300 chilometri orari».

«Al contempo – ha aggiunto – andiamo a incrementare l’accessibilità al sistema ferroviario mediante la realizzazione di interconnessioni, cioè di collegamenti tra questa nuova linea di progetto e la linea della rete esistente, nonché mediante la realizzazione di una nuova stazione ad Alta velocità in corrispondenza del Vallo di Diano», nei pressi dell’uscita autostradale di Buonabitacolo (Salerno). Giuseppe Crisà, ingegnere di Italferr, ha descritto minuziosamente il progetto sottoposto al Dibattito pubblico: il lotto 1B Romagnano-Buonabitacolo è di circa 51 chilometri, di cui il 41 per cento di gallerie, il 43 per cento di viadotti e scatolari e il 16 per cento di rilevati e trincee; il lotto 1C Buonabitacolo-Praia a Mare si sviluppa per circa 46 chilometri, di cui l’80 per cento di gallerie, l’11 per cento di viadotti e scatolari e il nove per cento di rilevati e trincee. Luca Colacillo, architetto di Italferr, ha spiegato come è stato determinato il tracciato in esame: attraverso l’analisi «delle innumerevoli preesistenze».

La considerazione dei beni paesaggistici tutelati da Parchi, da Riserve e dal Sito Unesco, che include la Certosa di Padula; lo studio accurato degli impatti, in modo da approntare le migliori soluzioni a salvaguardia della biodiversità, della bellezza e dell’integrità del territorio. Alessandra De Lucia, ingegnere di Italferr, si è soffermata sugli aspetti di sostenibilità ambientale e sociale, tra l’altro precisando che «il 93 per cento della produzione dei materiali di scavo si utilizzerà internamente al cantiere e all’esterno per attività di rimodellamento morfologico e ripristino ambientale delle cave dismesse, mentre il 7 per cento della produzione di codesti materiali sarà gestito come rifiuto e almeno il 70 per cento dei rifiuti prodotti verrà avviato a recupero». 

Il coordinatore del Dibattito pubblico ha ringraziato «i tecnici di Rfi e di Italferr per lo sforzo compiuto, e riuscito, di presentare in maniera sintetica e semplice un progetto molto complesso, che ha richiesto di assumere decisioni molto difficili». Zucchetti ha poi invitato tutti gli interessati «a consultare il Dossier di progetto e gli altri materiali presenti sul sito del Dibattito pubblico, per rendersi conto di questa grande complessità».

«Adesso – ha concluso – arriva il momento di entrare nel merito di quanto presentato, facendo osservazioni, portando suggerimenti ma anche esprimendo posizioni differenti e proposte alternative».

Il prossimo incontro del Dibattito pubblico sul tracciato dell’Alta velocità ferroviaria Romagnano-Buonabitacolo-Praia a Mare si terrà on line lunedì 4 dicembre, alle ore 17,30. Nello specifico, il focus sarà sulla scelta del tracciato di non seguire la linea costiera e di passare, invece, per il Vallo di Diano. Potranno intervenire tutti gli interessati, iscrivendosi tramite il link https://us02web.zoom.us/j/81316743260(rcs)

L’OPINIONE / Franz Caruso: Occhiuto a sostegno del taglio del tratto calabrese

di FRANZ CARUSO – I ritardi enormi accumulati rispetto ai tempi preannunciati dal Commissario Vera Fiorani di RFI nel corso di una entusiastica presentazione avvenuta tempo fa in  Regione ed afferente la realizzazione della linea Ferroviaria ad Alta Velocità Salerno – Reggio Calabria, sono certamente segnale che qualcosa al riguardo non sta andando per il giusto verso.

Eppure si tratta di un progetto che riguarda un’opera assolutamente indispensabile per unire l’Italia e riavvicinare in modo efficace l’intero territorio regionale al resto del paese. La scelta di Rfi, frutto di un suo  studio preliminare costato allo Stato ben 35 milioni, era orientata, sulla base di verifiche tecniche puntuali, per un percorso baricentrico che da Praia si accentrasse  su Tarsia  per poi lambire Cosenza e allo stesso modo essere molto più accessibile dal versante ionico e dalle grandi aree urbane di Corigliano-Rossano, Sibari e la stessa Castrovillari.

Oggi apprendiamo con stupore dalla risposta ad una opportuna interrogazione parlamentare dell’ex ministra Paola De Micheli, che senza alcun confronto di tipo Istituzionale, per ragioni tecniche non meglio specificate nel dettaglio e nelle possibili alternative, la stessa Rfi e il Mit starebbero per ripiegare per il tradizionale tracciato tirrenico snaturando totalmente il progetto.

È evidente che tale scelta sarebbe un modo per rinviare sine die la realizzazione dell’ opera, dal momento che è stata proprio Rfi ad escludere per motivi tecnici la possibilità di seguire l’attuale dorsale ferroviaria tirrenica. Sarebbe sbagliato subire passivamente questo assurdo e poco chiaro depauperamento senza aver prima avuto contezza delle ragioni vere e senza aver preso atto  dell’assenza assoluta  di possibili  correttivi che non ne stravolgano il tracciato oggetto dei finanziamenti in essere.

Stupisce poi e preoccupa molto il fatto che, dopo due anni di silenzio, sulla questione intervenga ora il Presidente Occhiuto a sostegno di una ipotesi che blocca la realizzazione dell’ opera nell’ intero tratto calabrese e che, pertanto , taglia la Calabria dall’ alta velocità. Non è da escludere che ancora una volta faccia prevalere la sua ossessione a sostenere posizioni che favoriscono la ulteriore penalizzazione della città di Cosenza e dell’intero territorio circostante.

Aspettiamo al riguardo quindi un intervento chiaro del Presidente della Regione per capire se il suo obiettivo sia la crescita della nostra regione ovvero il perseguimento del suo ulteriore isolamento frutto di impegni non mantenuti e di assordanti disimpegni. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

Il presidente Occhiuto: Su alta velocità si va avanti senza tentennamenti né ritardi

«Sull’Alta velocità ferroviaria si va avanti senza tentennamenti né ritardi». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a Il Quotidiano del Sud.

«In coerenza con quanto chiesto da alcuni territori – ha sottolineato il governatore – Rfi ha esplorato ed esplora tutte le possibili soluzioni per un tracciato funzionale e competitivo. L’unico lotto che rientrava nelle tempistiche del Pnrr, che arrivava alle porte della Calabria, così come la realizzazione della doppia canna della Galleria Santomarco, interamente sul territorio calabrese, procedono il loro iter per tagliare il traguardo nei tempi previsti, e la restante parte della progettazione della linea è in corso di completamento o ha iniziato l’iter autorizzativo».

«Certamente l’opera – ha concluso – anche nella prospettiva di realizzare il Ponte sullo Stretto, resta prioritaria e strategica tanto per il governo regionale tanto per quello nazionale». (rcz)

Molinaro (Lega): Bene percorso nuovo per AV sull’Alto Tirreno

Il consigliere regionale della Lega, Pietro Molinaro, ha evidenziato come «è giusto e fa bene il sindaco di Paola, Giovanni Politano, a porre la dovuta attenzione nell’avere ottenuto con un lavoro paziente e di raccordo istituzionale (Regione –Ministero Infrastrutture e Ferrovie dello Stato) che il percorso tirrenico dell’alta velocità ferroviaria preveda “una linea completamente nuova di ultima generazione, separata da quella già esistente”».

«La Calabria e i collegamenti con la Sicilia lo meritano! Quella che si paventava in precedenza – ha proseguito il Consigliere regionale  – era una scelta innaturale per i costi elevati, i problemi ingegneristici, i danni ambientali e i tempi di percorrenza».

«Mi complimento con il sindaco, con l’Amministrazione Comunale di Paola – ha aggiunto – perché hanno creduto e saputo individuare una legittima visione di futuro per il trasporto ferroviario in Calabria che ha riflessi importanti portando indubbi benefici socio-economici visto che in Italia l’utilizzo del treno è in crescita».

«Certamente la città di Paola anche per gli altri progetti che si prevedono – ha concluso Molinaro – rappresenta uno snodo e polo di coordinamento essenziale al servizio anche degli altri comuni del territorio perché l’alta velocità è il contrario dell’immobilismo e questa è una “cura del ferro” che può funzionare davvero». (rcz)

Saccomanno, Furgiuele e Loizzo (Lega): La verità sull’alta velocità in Calabria

In un comunicato congiunto, Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, e i deputati della Lega, Domenico FurgiueleSimona Loizzo, hanno raccontato «la verità dell’alta velocità in Calabria».

«Si leggono strane notizie sull’alta velocità che, però – hanno detto – stranamente non corrispondono al vero! Non si comprende perché si debbano veicolare informazioni inesistenti: ignoranza o maliziosa tendenziosità? Sull’alta velocità non esiste alcun dubbio sul tracciato: seguirà la dorsale tirrenica e non sarà, certamente, a zig-zag come si è detto in qualche intervento».

«In particolare, vi sono tre lotti: il primo “Battipaglia-Romagnano, con progettazione esecutiva in corso e gara assegnata e prestazioni con decorrenza dal 05 giugno 2023,” il primo b e il primo c “Romagnano-Praja, con iter autorizzativo in corso, con attivazione da prevedere” ed infine il lotto finale che costeggia e migliora quello esistente. Si precisa subito, per evitare malintesi, che sarà un tracciato tutto nuovo e separato da quello esistente. Per il tracciato dei lotti primo b e primo c, il progetto integrato e aggiornato a seguito del Parere n. 11/2022, è stato trasmesso al Comitato Speciale del CSLLPP in data 20.07.2023, che, con Parere n. 10/2023, adottato nell’adunanza del 27 settembre 2023, specifica nel Dispositivo Finale che il PFTE può proseguire nell’iter previsto autorizzativo (Dibattito Pubblico, CDS, VIA)».

«In sostanza, nessuna deviazione incomprensibile, ma solamente un tracciato nuovo – hanno concluso – ma modernizzato e reso maggiormente adeguato, che consentirà veramente di creare un percorso (Corridoio Tirrenico) consono alle caratteristiche dell’alta velocità. Naturalmente, sono previsti, nei lotti 4, 5 e 6 (Paola-Reggio Calabria) gli imbocchi per le trasversali o, comunque, per le zone di interesse, come Gioia Tauro». (rcz)

AV Salerno-RC, De Micheli (PD): Da Governo decisione inopportuna su tracciato di Praia

La deputata del PD, Paola De Micheli, si è detta preoccupata per la risposta fornitagli dal Sottosegretario Tullio Ferrante ha risposto in Commissione Trasporti all’interrogazione sulla Realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria.

Una preoccupazione «sia per i calabresi che per l’assetto infrastrutturale che era stato pensato per il Sud. Osserva che non è possibile progettare l’ultimo tratto fino a Reggio se non è definito il punto di arrivo del Lotto 2».

Ricorda, quindi, che «decidere di realizzare l’alta velocità in Calabria è stata una decisione molto difficile, tanto che gli ultimi due lotti non sono stati finanziati con i fondi del Pnrr. L’itinerario è stato scelto per regioni precise: per non sovrapporlo alla linea storica e per dare alla linea ionica le stesse opportunità di quella tirrenica, facilitando così i collegamenti con la Basilicata. Esso ha dunque un valore intrinseco per lo sviluppo di quel territorio; l’alta velocità genera naturalmente ricchezza, non solo durante lo svolgimento dei lavori ma soprattutto successivamente».

De Micheli, poi, ha sottolineato con forza che «se si progetta un nuovo tracciato, esso deve rimanere baricentrico; studiare un altro tracciato per difficoltà tecnico-geologiche non vuol dire spostare l’alta velocità sulla linea storica tirrenica trasformandola in alta capacità, intasando in tal modo la linea che dovrà servire Gioia Tauro. Inoltre, occorre riflettere sulle conseguenze che una decisione così inopportuna avrebbe sulla funzionalità del futuro ponte sullo Stretto, che deve necessariamente raccordarsi con l’alta velocità». 

Per la deputata«il Governo deve offrire garanzie che l’eventuale nuovo tracciato sia baricentrico, non corrispondente alla linea storica e ad alta velocità, anche per le implicazioni in termini di valore geopolitico del nostro Mezzogiorno e di proiezione del Mediterraneo. Preannuncia in merito un ulteriore atto di sindacato ispettivo».

La risposta all’interrogazione del Sottosegretario Ferrante

La nuova linea AV/AC Salerno-Reggio Calabria costituisce la continuità di un itinerario strategico passeggeri e merci per la connessione tra il sud della penisola e il nord attraverso il corridoio dorsale, asse principale del Paese.

L’intero itinerario – spiega Ferrante – è stato suddiviso in lotti funzionali e, in relazione a quelli prioritari, sono in corso le seguenti attività: Lotto 1a Battipaglia-Romagnano: a maggio 2023 è stata aggiudicata la gara e attualmente è in corso la progettazione esecutiva a cura dell’appaltatore. Inoltre, sono state avviate le attività di acquisizione delle aree previste per la realizzazione dell’intervento e le prime attività propedeutiche ai lavori.

Lotto 1b e 1c Romagnano-Praja: a settembre 2022 il Progetto di fattibilità tecnica ed economica è stato inviato al Comitato speciale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici che ha reso il parere n. 11 del 2022 con richiesta di ulteriori approfondimenti. Lo scorso 20 luglio, il progetto modificato che includeva anche l’osservazione del Ministero della cultura in merito alla conservazione e alla possibilità di riapertura per fini turistici della linea Sicignano-Lagonegro, mediante una variante plano-altimetrica di tracciato che eliminasse l’interferenza con la linea storica, è stato nuovamente trasmesso al citato Comitato che, con il parere n. 10 dello scorso 27 settembre, ha specificato che il progetto di fattibilità può proseguire il suo iter.

Raddoppio Cosenza-Paola S. Lucido (Galleria Santomarco): il progetto di fattibilità tecnica ed economica è stato inviato al citato Comitato speciale del Consiglio Superiore dei lavori pubblici nel gennaio 2022 che ha chiesto ulteriori approfondimenti tecnici. Il progetto integrato e aggiornato ha ricevuto parere positivo il successivo agosto 2022. Relativamente alle osservazioni formulate nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA) dalla Commissione PNRR-PNIEC e dalla Soprintendenza Speciale per il PNRR, la documentazione integrata e aggiornata è stata pubblicata sul sito del MASE il 12 maggio 2023. Con decreto MASE-MIC n. 442 del 27 settembre 2023 è stato espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del progetto presentato. Ad oggi è in corso l’iter autorizzativo della Conferenza di servizi nel corso del quale verrà altresì acquista l’autorizzazione paesaggistica. Con specifico riferimento al Lotto 2, oggetto del quesito dell’onorevole interrogante, preciso che l’intervento prevede un tracciato con uno sviluppo di circa 58 chilometri con inizio dalla stazione di Praja e termine sulla linea attuale Sibari – Cosenza in prossimità di Tarsia, caratterizzato dalla presenza di lunghe gallerie per una estesa complessiva di circa 35 chilometri.

Lo sviluppo del Progetto di fattibilità tecnico economica ha evidenziato, tuttavia, significative criticità connesse alla realizzazione di una galleria che attraversa, per circa 20 chilometri, un massiccio carbonatico sede di un rilevante sistema di falde acquifere.

In tale contesto geologico-idrogeologico, la realizzazione delle opere in sotterraneo rende necessaria l’esecuzione di importanti interventi di drenaggio sia provvisori, durante la realizzazione, sia permanenti, nella successiva fase di esercizio ferroviario, complessi dal punto di vista della sostenibilità ambientale e che, peraltro, richiederebbero ingenti oneri per la manutenzione e la gestione degli impianti in fase di esercizio oltre a comportare un allungamento dei tempi di costruzione.

Pertanto, sono in corso ulteriori approfondimenti progettuali per individuare un tracciato avente una maggiore sostenibilità ambientale che consenta un miglioramento del contesto geomorfologico e idrogeologico, la possibilità di connessione con la linea storica, l’esecuzione dell’intervento per fasi, con minori tempi di realizzazione e un miglior tempo di percorrenza dovuto ad una riduzione della lunghezza del tracciato.

In merito agli ulteriori lotti per il completamento dell’itinerario Salerno-Reggio Calabria sono state già avviate le attività di progettazione che permetteranno di avere, già entro il corrente anno, un quadro aggiornato del tracciato per il successivo opportuno confronto con gli Enti interessati. (rrm)

Di Franco (Fillea Cgil): Nessuna risposta da politica per completamento Av e Statale 106

«Con i 15 miliardi previsti per il Ponte la tratta ferroviaria Salerno/ Reggio Calabria e un pezzo importante del completamento della 106 jonica sarebbe realtà, ma su questo non c’è nessuna risposta, ci sono solo troppi balbettii della politica calabrese». È quanto ha dichiarato Antonio Di Franco, segretario generale di Fillea Cgil, nel corso della Festa dei Minatori organizzato dal sindacato nei giorni scorsi a Petilia Policastro e Acri.

«Quando si parla della Calabria nessuno, a partire dalla politica, parla di questi uomini e delle loro famiglie. Nessuno sa – ha detto – che magari quando prende la Freccia Rossa, da Firenze a Bologna o da Roma a Milano, lo fa grazie soprattutto al sacrificio e alla professionalità delle tante migliaia di minatori calabresi».

«Nei loro volti, quelli dei minatori calabresi – ha aggiunto – vedo la voglia di riscatto e la forza di chi non si rassegna e pretende chiarezza dal Governo sul completamento della 106 jonica e sui finanziamenti dell’alta velocità Salerno/ Reggio Calabria. Lavoratori che vedono le troppe ambiguità del Ministro Salvini che è troppo impegnato a sbandierare l’apertura dei cantieri del Ponte senza dare risposte certe e concrete su quello che serve davvero ai cittadini calabresi».

Una festa dedicata a migliaia di lavoratori che vivono in questi borghi e che rappresentano l’eccellenza dell’industria italiana delle costruzioni in tutto il mondo.

«Tanti ancora i problemi aperti nei cantieri, in primis – ha sottolineato Di Franco – l’orario di lavoro. Ancora troppe le aziende che propongono turni massacranti e troppe committenze disattente ai controlli. Le richieste che provengono da questi lavoratori, da cui passa un pezzo importante della messa a terra del Pnnr, sono il rispetto dei turni da 8 ore, l’aumento dei salari e, soprattutto, la modifica della normativa pensionistica».

«Il loro – ha sostenuto il segretario nazionale della Fillea – è un lavoro molto usurante che provoca un rischio elevato di malattie professionali. Già 60 anni per loro sono troppi e lo si vede nei loro volti. I minatori pretendono rispetto e riconoscimento per il contributo che hanno dato e che daranno per la crescita dell’Italia. Questa – ha concluso Antonio Di Franco – è la richiesta al governo delle Destre da parte dei minatori calabresi impegnati nei cantieri della 106 Jonica, dell’ Alta Velocità Brescia/ Verona, Napoli/ Bari, Verona/ Vicenza,  Genova/Milano, del Brennero e nei lavori della metro di Roma e di Milano».

Per il segretario generale della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre, la due giorni di Pagliarelle e di Serricella oramai è qualcosa di strutturale. Un appuntamemto che «sicuramente continueremo a organizzare nei prossimi anni. La due giorni di quest’anno – sottolinea Simone Celebre, segretario generale della Fillea Calabria – l’abbiamo voluta caratterizzare sulla necessità che ai minatori vengano riconosciute migliori condizioni di lavoro e, soprattutto, di sicurezza, che sono il nostro quotidiano filo rosso in tutti i cantieri edili».

«Noi, come Fillea Cgil, ci battiamo affinché – ha continuato – a questi lavoratori non venga concessa la possibilità di lavorare oltre le otto ore giornaliere. Noi su questo non arretreremo di un millimetro, perché lavorare di più significa essere anche meno sicuri. Lo vogliamo fare insieme a questa gente e noi saremo al loro fianco in ogni cantiere, in ogni luogo. La priorità per noi della Fillea Cgil è quella di garantire un lavoro sicuro perché garantendo un lavoro sicuro e non lavorando oltre le otto ore si ha maggiore possibilità di occupazione nei cantieri edili».

«E siccome in Calabria – ha concluso – grandi opere ne continueranno a partire, non solo quelle che guardano al Pnrr anche se è stato rivisto, come quella del raddoppio della galleria Santomarco, noi su questo non arretreremo di un millimetro». (rcz)

SERVONO STRADE SICURE IN CALABRIA
SIANO REALTÀ LE TANTE PROMESSE FATTE

di ANTONIETTA MARIA STRATIRendere le strade calabresi più sicure. Dovrebbe essere questo l’obiettivo primario – e quanto mai urgente – della Regione Calabria e del presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Eppure, non sembra essere così.

Certo, la nostra regione ha tanti, forse troppi problemi atavici, ma la sicurezza sulle strade che ogni giorno percorrono centinaia, se non migliaia di calabresi dovrebbe essere tra le priorità dell’agenda politica del centrodestra. E il tragico incidente avvenuto nella Trasversale delle Serre è la prova che c’è il bisogno e l’urgenza di intervenire su quelle strade che collegano le grandi città con le aree interne.

Ma non è solo sulla Trasversale delle Serre che si deve intervenire. C’è anche la Strada Statale 106 su cui c’è un grandissimo lavoro da fare. Conosciuta anche come Strada della morte, la 106 è stata – e continua a essere – il simbolo dell’indifferenza e della superficialità della politica nei confronti della Calabria e dei calabresi. Il rapporto presentato a febbraio dall’Od Basta Vittime sulla Strada Statale 106 espone un quadro impietoso: dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2022 sono state 205 le vittime di incidenti mortali. Cosenza è la città che ha registrato già vittime (33%), seguita da Reggio (28%), Catanzaro (22%) e Crotone (17%).

«In pratica sui 76 chilometri di Statale 106 in provincia di Catanzaro abbiamo avuto negli ultimi 10 anni una vittima ogni 1,65 chilometri; sui 113 in provincia di Cosenza una vittima ogni 1,65 chilometri; sui 132 di Reggio Calabria una vittima su ogni 2,31 chilometri e sugli 84 della provincia di Crotone una vittima ogni 2,4 chilometri. In Calabria, negli ultimi 10 anni, sulla Statale 106 abbiamo avuto in media circa 2 vittime al mese», ha spiegato Fabio Pugliese, responsabile del Comitato Scientifico – Centro Studi Analisi e Ricerca dell’Odv. Per non parlare, poi, del costo sociale dovuto alla perdita delle 205 vittime per la comunità, che ammontano a circa 308.317.950,00 di euro.

Un’emergenza nell’emergenza. E non bastano i 3 miliardi destinati alla strada della morte che il presidente Occhiuto è riuscito a ottenere grazie al Ponte sullo Stretto perché, purtroppo, i soldi non bastano mai e, soprattutto, perché «il Ponte serve a poco se non saranno realizzate le opere complementari per raggiungerlo», aveva detto il Governatore nel suo intervento a Start su Skytg24.

Ma, se queste opere complementari vengono trattate come priorità secondaria, non si va da nessuna parte. È il pensiero del consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise che, all’indomani dell’annuncio del governatore, aveva contestato i 7 mld destinati al Ponte sullo Stretto.

«È inaccettabile che una strada mietitrice di vittime ogni 15 giorni venga relegata da questo governo ad opera secondaria – ha evidenziato –. Se il centrodestra si affretta a cercare i 7 miliardi per finanziare il ponte resta fermo sui 3 miliardi della statale 106 spalmanti in 15 anni. Eppure secondo dati Anas i 3 miliardi stanziati nell’ultima manovra di bilancio non sarebbero sufficienti neppure per completare la tratta Sibari – Catanzaro».

Per Tavernise, infatti, è la Statale 106 l’opera strategica che serve alla Calabria», e non il Ponte sullo Stretto.

Il consigliere regionale, ricordando che lo stesso Governo un anno prima aveva definito la strada della morte «un’opera strategica per il Paese».

«Senza alta velocità e le infrastrutture indispensabili per evitare che gran parte dei territori calabresi rimangano isolati a cosa serve il ponte?  Siamo poi sicuri che con il ponte la statale 106 rimarrebbe centrale nell’agenda del governo o diventerebbe ancora più marginale?», si è chiesto il capogruppo in Consiglio regionale del Pd, Mimmo Bevacqua.

Un appello a non rendere opere compensative la Statale 106 e il Porto di Gioia Tauro è arrivato, poi, dai sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace.

Per Versace, infatti, «parlare di opere compensative rischia di screditare il lavoro e la dignità di chi, da anni, lavora per lo sviluppo del territorio. Allo stesso modo, la vecchia “Società dello Stretto di Messina”, rimessa in piedi col decreto appena passato in Senato, deve necessariamente contemplare al suo interno anche le istituzioni locali».

«La strategia complessiva che interessa l’opera, infatti – ha aggiunto – ha bisogno della più ampia condivisione e partecipazione possibile che passa dal coinvolgimento dei territori, delle Regioni, delle Città Metropolitane quali enti di area vasta, delle università e degli ordini professionali così come rappresentato dalla mirabile organizzazione di questo importante seminario».

«Ringrazio e saluto per questo – ha concluso il sindaco metropolitano facente funzioni – il Consiglio e l’Ordine dei Geologi, l’Università “Mediterranea” per averci dato la possibilità di partecipare ad un’occasione di confronto ed approfondimento di altissimo livello».

E, proprio del Porto e del Ponte sullo Stretto, ne ha parlato qualche giorno fa il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che le ha definite «due grandi sfide da vincere».

«Questo perché sono due infrastrutture fondamentali per lo sviluppo della Calabria e del Sud e del Paese», ha detto Mancuso, ricordando che «se non cresce il Sud e le sue regioni più svantaggiate come la Calabria, non cresce il Paese e se non si dota la Calabria delle infrastrutture basilari, non le si consente di promuovere  sviluppo e nuovo occupazione».

«Il Ponte sullo Stretto di per sé – ha proseguito – per gli investimenti che comporta e l’occupazione che consentirà, è una grande occasione, ma lo è anche perché consentirà la realizzazione di tutte le altre infrastrutture collaterali: Alta velocità ferroviaria per il Sud; modernizzazione della 106 e dell’Autostrada Sa/Rc; rilancio degli scali aeroportuali e il pieno sviluppo del porto di Gioia Tauro con l’accrescimento della competitività dei porti di Crotone, Corigliano, Palmi e Vibo Valentia».

L’impegno, da parte delle istituzioni sembra esserci. Proprio ieri, a Villa San Giovanni il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha annunciato che incontrerà i sindaci «che hanno a che fare con la Statale 106» entro la pausa estiva, sottolineando che «non stiamo lavorando solo al Ponte».«Lavoriamo sulla Napoli-Bari, sul sistema portuale con il porto di Gioia Tauro. Il Ponte sullo Stretto sarà un enorme acceleratore di sviluppo, ricchezza e turismo», ha concluso.

Ora bisogna vedere se tutte queste belle parole troveranno concretezza nell’immediato futuro, o se si dovranno attendere ancora anni prima di vedere un reale cambiamento. (ams)

Il ministro Salvini: Domani la prima riunione della Società dello Stretto

«Domani ci sarà la prima storica riunione della rinnovata Società Stretto di Messina dopo 10 anni di fermo assoluto». È quanto ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al meeting sul Ponte di Villa San Giovanni, organizzato dal Forum permanente del Mediterraneo e Mar NeroLion.

Per Salvini, infatti, «il Ponte è un evidente vantaggio dal punto di vista economico, da quello della compatibilità ambientale e della riduzione delle emissioni. Dal punto di vista lavorativo e occupazionale è il primo antidoto alla mafia, perché porti occupazione, sviluppo, crescita e opportunità per le aziende calabresi e siciliane».

«Oggi in Sicilia e in Calabria sono in corso cantieri per 18 miliardi di euro sul potenziamento delle ferrovie, di strade e autostrade – ha ricordato –. Mercoledì incontrerò il sindaco di Villa San Giovanni ed entro la pausa estiva quelli che hanno a che fare con la statale 106. Questo governo, questo ministro, hanno messo altri 3 miliardi perché la 106 tra qualche anno non sia più conosciuta come la strada della morte. Non stiamo lavorando solo al Ponte».

«Lavoriamo sulla Napoli-Bari, sul sistema portuale con il porto di Gioia Tauro. Il Ponte sullo Stretto sarà un enorme acceleratore di sviluppo, ricchezza e turismo», ha aggiunto Salvini, ribadendo che «l’obiettivo è l’avvio dei lavori per il Ponte sullo Stretto nell’estate del 2024».

«Nel 2032 saranno finiti i lavori per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria – ha concluso – e per il potenziamento di ferrovie, strade e autostrade in Sicilia, non avere il Ponte a quella data sarebbe una cesura. Domani incontrerò il commissario europeo ai trasporti che crede a questo progetto. Al G7 in Giappone al centro delle discussioni dei ministri dei trasporti c’era il Ponte sullo Stretto. Dopo 52 anni ci chiedono se facciamo sul serio». (rrm)

OCCHIUTO: IL PONTE OPERA STRATEGICA
CALABRIA E SICILIA, UN’UNICA AREA FORTE

di ROBERTO OCCHIUTO – Il Ponte sullo Stretto è un’opera infrastrutturale che crea sviluppo in un contesto, quello geograficamente delimitato dalla Regione Calabria e dalla Sicilia, che sta diventando sempre più strategico. Governo una Regione nella quale insiste la prima infrastruttura portuale d’Italia, il porto di Gioia Tauro, che negli ultimi anni è esploso con 3 milioni e mezzo di container movimentati all’anno.

Da Gioia Tauro abbiamo fatto partire i treni per favorire l’intermodalità, e ciò avviene perché il Mediterraneo sta diventando, mese dopo mese, un luogo centrale nell’economia dell’Europa. Sarò un visionario, ma credo che oggi la Calabria e la Sicilia possano vivere quello che hanno vissuto le Regioni del Nord qualche decennio fa, quando si sono avvantaggiate dal fatto di essere prossime al motore di sviluppo dell’Europa, che era rappresentata dalla Germania nel manifatturiero.

Oggi, nel nuovo paradigma dell’economia europea, il Mediterraneo diventa centrale, tanto che si fanno gli investimenti per rafforzare il Mediterraneo orientale; dobbiamo rafforzare quello occidentale e l’investimento sul Ponte sullo Stretto è cruciale anche per questo.

Il Ponte sullo Stretto è già un grande attrattore di infrastrutture e di investimenti. Nell’ultima legge di bilancio, grazie all’impegno del ministro Salvini, ho avuto 3 miliardi di euro per la Strada statale 106, che sono utili per fare un’opera complementare ma strategica affinché il Ponte non diventi una cattedrale nel deserto

Sto chiedendo al ministro 2,6 miliardi per la A2 e, soprattutto, sto chiedendo che si velocizzino i lavori per l’Alta velocità ferroviaria.
Sono convinto che più si discute del Ponte sullo Stretto più l’Alta velocità ferroviaria fino a Palermo diventerà economicamente sostenibile.

L’Alta velocità si farà a prescindere dal Ponte, però collegare una Regione di 1,8 milioni abitanti è una cosa; collegare due Regioni che insieme fanno più di 6,5 milioni di abitanti fa diventare questo progetto economicamente più sostenibile.
Il Ponte può essere una grande occasione per il rilancio del Mezzogiorno.

Chi protesta è un’esigua minoranza perché i cittadini del Mezzogiorno sono grati a chi si sta impegnando tanto. C’è una congiuntura favorevole, io e Schifani siamo entrambi tifosi del Ponte, ma va riconosciuto a Salvini che senza la sua determinazione oggi non ne parleremmo. (ro)

[L’intervento del Governatore del corso dell’iniziativa Il Ponte sullo Stretto. Infrastrutture e trasporti per unire l’Italia, organizzata dalla Cisl e dalle federazioni Filca (costruzioni) e Fit (trasporti) a Messina]