Il commissario Sin Crotone Errigo: Bonifica deve iniziare entro 5 mesi

«Conoscenza dell’area in esame, competenza e spunti di riflessione orientata al futuro». È quanto richiesto dal Commissario straordinario Emilio Errigo ai militari il cui compito sarà quello di verificare quanto finora effettivamente svolto; capire se, quanto finora eseguito nelle aree Sin, sia stato fatto con superficialità; questo allo scopo di permettere, entro 5 mesi, di iniziare in piena sicurezza per tutti la fase esecutiva, partendo dal “milione di tonnellate” di rifiuti pericolosi e non, contaminati e posizionati pericolosamente nella fascia costiera litoranea marittima a pochi metri dal mare di Crotone.

Un mirato “provvedimento amministrativo”,  da parte del Commissario Straordinario di Governo, «finalizzato a obbligare gli individuati soggetti legalmente responsabili della contaminazione e del danno ambientale, al fine della rimozione (senza alcun giustificato ritardo) dei rifiuti contaminati e il loro previsto trattamento depurante – stabilizzante, trasportando quanto previsto in impianti-discariche autorizzati a norma di legge, idonei e presenti sul territorio nazionale ed estero».

La presenta dei militari del Comando delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito Italiano (Comforter), unitamente ai Militari Specializzati dei Reparti ambientali dell’Arma dei Carabinieri e i tecnici della Sogesid, ha segnato, infatti, una giornata storica per Crotone.

Dopo un importante incontro operativo – organizzativo, con il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, dott. Giuseppe Capoccia, il team specializzato ha fatto visita alla sede di Eni Rewind e alle pericolose discariche situate fronte mare.

A seguire, accompagnati dal segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Meridionale, dott. Alessandro Guerri e dal Comandante del Compartimento Marittimo della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Crotone, Capitano di Vascello Domenico Morello, i militari hanno visitato parte dell’area portuale contaminata da fosforite.

L’ing. Danilo Pace, Responsabile dell’Ufficio Ambiente del Comune di Crotone insieme ad alcuni tecnici, hanno poi illustrato il progetto di bonifica e risanamento ambientale della scuola San Francesco; si è svolto successivamente, grazie al contributo e alla presenza della dott.ssa Stefania Argenti, Soprintendente competente e responsabile Interprovinciale di Catanzaro e Crotone, con la necessaria attenzione e precauzione, il sopralluogo presso l’Area Archeologica denominata Antica Kroton.

Ultima tappa, al tramonto, è stata la visita presso la discarica Tufolo – Farina, prima della ripartenza dei militari verso l’Aeroporto Militare di Pratica di Mare dall’Aeroporto Pitagora di Crotone, scalo accogliente e ospitale grazie al lavoro dal Capo Scalo Emilio Parrilla e dell’ing. Stefania Raimondi, per lo storico evento favorito dal lavoro dell’Amministratore Unico della Sacal, Marco Franchini.

Dopo i numerosi incontri con le diverse Autorità militari, politiche e amministrative competenti per materia, le conferenze di servizio ministeriali e regionali, le interlocuzioni istituzionali nazionali, regionali e locali, i sopralluoghi e le ricognizioni, è il momento di passare alla fase esecutiva per non perdere il treno di una bonifica, vera, effettiva e che possa trainare Crotone verso un nuovo sviluppo economico legato al turismo e agli inestimabili tesori storici e archeologici.

Un plauso, alla determinazione del gen. Errigo, è arrivato dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che ha evidenziato come «il suo impegno per accelerare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica, potrà aiutare una città importante del Mezzogiorno italiano come Crotone a venire a capo della bonifica».

«Colpisce che, mentre i temi della transizione ecologica per assicurare un comune futuro migliore, del contrasto al cambiamento climatico, dell’economia circolare e della necessità di un nuovo modello economico che garantisca l’ambiente in cui viviamo sono di stringente attualità – ha spiegato – Crotone  e il suo territorio sono ancora alle prese con un preoccupante  dossier ambientale di cui si discute  da tanti e troppi anni».

«L’arrivo in Calabria, su richiesta del commissario Errigo, del  team del Comando delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito – ha concluso – per fare il punto sulla contaminazione del territorio e dare quindi avvio alle operazioni di bonifica,  è una notizia che ridà speranze a un’area della Calabria che ha dato tanto allo sviluppo del Paese, ma che, dopo la crisi industriale degli Anni ’90, è stata fortemente trascurata». (rkr)

 

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil: Proposta di legge su Bonifica rischia di svuotare principi di democrazia

La proposta di legge sulla bonifica «rischia di svuotare i principi di democrazia e partecipazione». È l’allarme lanciato da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria in una missiva indirizzata alla politica calabrese e ai vari soggetti istituzionali competenti comprese le Organizzazioni Professionali Agricole e con cui chiedono «un confronto concreto e responsabile, non scelte che limitano partecipazione, democrazia e creano ulteriore confusione sui luoghi di lavoro». 

«Una posizione chiara – dichiarano in una nota stampa i Segretari Generali Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil) e Pasquale Barbalaco (Uila Uil) – contro una scelta che mortifica il confronto sindacale e le norme vigenti e contrattuali del comparto della bonifica, rischiando di sminuire gli stessi principi di partecipazione e democrazia. Precisamente, la proposta di legge n. 264/12, approvata all’unanimità nel corso della seduta della I Commissione del Consiglio regionale di ieri, apporta modifiche anche alla legge regionale n. 39/2023 che riguarda il sistema della bonifica regionale».

«Siamo fortemente preoccupati rispetto alla previsione di depennare il confronto sindacale su tematiche che interessano il personale dipendente del Consorzio della Calabria e, così – hanno proseguito – svuotare il ruolo di un organo partecipativo qual è il Consiglio dei delegati, specialmente durante un tavolo regionale aperto con la struttura commissariale del Consorzio della Calabria».

«Difatti – hanno spiegato i sindacalisti – se la proposta di legge venisse convertita in legge, andrebbe a svilire il confronto con le organizzazioni sindacali, ad esclusivo vantaggio dell’Ufficio di Presidenza e Direttore generale del Consorzio unico, su importanti provvedimenti che riguardano i lavoratori e le lavoratrici, tra cui applicazione degli ammortizzatori sociali e modifiche contrattuali. Tutto ciò in palese contrasto con le norme contrattuali vigenti e rispetto all’attuale fase di confronto sinora avviato. Poco chiara è inoltre la previsione inserita sulla volontà di assumere sul Consorzio solo determinati oneri dei rapporti di lavoro, senza individuare a quali si riferisce».

«Constatiamo – continua la nota sindacale – che le tanto proclamate buone intenzioni da parte della Regione Calabria di voler promuovere, in questo fondamentale quanto articolato settore, la partecipazione e il confronto, al momento sono state smentite».

«Pertanto – hanno concluso Sapia, Vaiti e Barbalaco – chiediamo scelte che rafforzino il concetto di fare sistema per affrontare criticità e opportunità a sostegno del lavoro e della contrattazione per un settore strategico per l’agricoltura calabrese, attività di lotta al dissesto idrogeologico e gestione delle risorse idriche. Senza risposte immediate e chiare, lo stato di agitazione potrà sfociare in ulteriori e differenti iniziative sindacali con possibili disagi anche rispetto alla programmazione della prossima stagione irrigua». (rcz)

L’impegno delle istituzioni per la Bonifica del territorio crotonese

La tutela dell’ambiente e il diritto dei cittadini a vivere in luoghi salubri. È attorno a questi temi che è si è svolto l’incontro organizzato dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e che ha registrato l’autorevole presenza del commissario straordinario delegato per la bonifica del Sin di Crotone, Cassano e Cerchiara, Emilio Errigo, e del responsabile per i Siti della Regione Calabria di ENI Rewind, Antonio Zito.

A Crotone, l’ente camerale ha deciso, di concerto con il commissario straordinario, di mettere tutti attorno al tavolo per favorire un confronto tra le istituzioni chiamate alla messa in sicurezza del territorio, a beneficio dei cittadini e delle imprese che qui operano nell’ottica di incoraggiare lo sviluppo economico. 

L’incontro, volto a condividere le informazioni e i dati necessari per la più celere pianificazione delle attività da intraprendere per la bonifica del territorio crotonese, è stato particolarmente partecipato. Numerosi sono stati gli interventi su un tema così delicato e di interesse sociale, al dibattito hanno partecipato il vicepresidente della Provincia di Crotone Fabio Manica, il presidente di Confcommercio Crotone Antonio Casillo, il vicepresidente di Confindustria Alessandro Brutto, il direttore de “Il Crotonese” Giuseppe Pipita, il segretario della Uil Crotone Fabio Tomaino, il segretario della Cisl Magna Grecia Luigi Tallarico, il rappresentante della Nuova Scuola Pitagorica Marco Tricoli, il presidente di Confagricoltura Diego Zurlo, la direttrice episcopale dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina Rossella Spinelli, l’artista Gaspare Da Brescia della Nuova Scuola pitagorica, il rappresentante di presidenza della Cia Gaetano Potenzone, Mario Patanisi di Ance Crotone, Sabatino Vetta esponente del comitato per la fusione dei Comuni del Crotonese, Sandro Tricoli rappresentante di Wwf Crotone e Giovanni Ferrarelli direttore di Confcommercio Calabria Centrale. Tutti gli intervenuti hanno apprezzato le parole del commissario Emilio Errigo ed hanno manifestato la loro volontà a collaborare, a lavorare uniti, tutti nella stessa direzione per creare le condizioni di sviluppo del territorio crotonese.

«Il mio impegno è quello di aiutare i cittadini a vivere una vita migliore», ha detto il commissario Emilio Errigo nel suo intervento.

«Ho trovato in Eni massima disponibilità ma è necessario lavorare tutti insieme per far rinascere Crotone. È necessario l’aiuto da parte di tutti – ha poi aggiunto il generale – ed è per questa ragione che ho accolto con favore l’intenzione del presidente Falbo di istituire fin da subito un tavolo di lavoro permanente di confronto sulle attività di bonifica. Sono convinto che, lavorando insieme e perseguendo l’unico obiettivo comune, la bonifica delle aree contaminate, la città di Crotone e i suoi cittadini riusciranno a ritrovare quell’entusiasmo sopito per anni offrendo alle future generazioni un ambiente sano e dove poter vivere in serenità».

«Ho molto apprezzato l’entusiasmo del generale Errigo, un calabrese che ama la Calabria, uomo di grande sensibilità e di elevato spessore culturale e lo ringrazio personalmente e a nome dell’ente camerale» ha commentato il presidente della Camera di Commercio Pietro Falbo, sottolineando come «quello di oggi più che un incontro è un tavolo di lavoro. Da oggi prende forma questo percorso comune con l’avvio di un confronto permanente sul tema della bonifica».

«La Camera di Commercio manifesta piena disponibilità alla collaborazione ed interazione tra enti locali – ha concluso – il sistema imprenditoriale e tutti gli stakeholders del crotonese, essenziale per lo sviluppo economico e sociale tanto auspicato dal territorio». (rcz)

 

Bonifica, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil: Riforma necessaria, ma serve confronto

È una riforma necessaria quella della bonifica, ma «serve una riforma». È quanto è emerso dall’iniziativa unitaria di Fai Csl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria dal titolo Insieme per il lavoro nel sistema della bonifica calabrese. Prospettive e opportunità in un settore fondamentale per l’agricoltura e il territorio.

Nel corso dei lavori, presieduti dal Segretario Generale Uila Uil Calabria Pasquale Barbalaco, è stato presentato un documento sindacale unitario contenente, in sintesi, analisi e proposte di Fai Cisl-Flai Cgil e Uila Uil Calabria sulla bonifica regionale.

La relazione è stata svolta dalla Segretaria Flai regionale, Federica Pietramala, mentre le conclusioni affidate alla Segretaria nazionale Fai Cisl Raffaella Buonaguro.

Durante il dibattito sono intervenuti, nell’ordine, il Presidente dell’Urbi-Anbi Calabria, Rocco Leonetti, il Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto, la Presidente della VI Commissione consiliare “Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica” Katya Gentile, il Segretario nazionale Uila Uil Gabriele De Gasperis, il Direttore di Confagricoltura Calabria Angelo Politi, il Segretario Generale Fai Cisl Calabria Michele Sapia, il Direttore di Cia Calabria Franco Belmonte, la Segretaria nazionale Flai Cgil Silvia Spera e l’assessore regionale con delega all’Agricoltura e Forestazione, Gianluca Gallo.

Al termine dell’iniziativa, le associazioni sindacali hanno dichiarato: «Una giornata importante per il sistema della bonifica calabrese, in cui è necessario aprire una nuova stagione. La riforma del settore è una straordinaria occasione per ridisegnare questo fondamentale comparto, ma serve maggior confronto tra tutti i soggetti interessati».

«Occorre fare rete, costruire – hanno ribadito – attraverso programmazione e investimenti un settore multifunzionale, coerente con le diverse agricolture presenti nel territorio calabrese e bacini idrografici, e per la tutela del territorio per prevenire il rischio idraulico e idrogeologico. Così come sarà essenziale superare difficoltà e criticità negli Enti consortili, garantire le spettanze ai lavoratori, puntare sul capitale umano e dare avvio al ricambio generazionale. Queste e altre proposte sono specificate nel nostro documento sindacale che, nelle prossime ore, sarà inviato sia al Presidente della Regione Calabria che all’Assessore regionale competente».

Al termine dei lavori è stato inoltre approvata dai delegati delle rispettive sigle sindacali l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Ccnl dipendenti Consorzi di Bonifica e Miglioramento fondiario valido per gli anni 2023/2026. (rcz)

 

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil: Lavoro sia al centro della riforma della bonifica regionale

I segretari Generali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, rispettivamente Michele Sapia, Caterina Vaiti, e Pasquale Barbalaco, hanno chiesto non solo che il lavoro sia al centro della riforma della bonifica regionale, ma anche che serve il pieno coinvolgimento delle parti sociali.

I sindacalisti, infatti, hanno rilevato, con rammarico, che «ad oggi poco spazio è stato dato al confronto rispetto al tema del lavoro» sulla riforma della bonifica calabrese, ritenendo che «una complessiva riorganizzazione del “sistema della bonifica” in Calabria, per centrare gli obiettivi che tutti auspichiamo, quali la tutela del territorio e delle comunità, la garanzia dei fondamentali servizi al comparto agricolo regionale e il virtuoso utilizzo della preziosa risorsa idrica, debba necessariamente considerare come priorità la valorizzazione del lavoro e delle professionalità degli addetti, che sono il vero braccio operativo degli enti consortili». 

«Il comparto della bonifica calabrese – hanno detto in una nota congiunta – è stato contraddistinto da varie criticità, tagli e silenzi che si sono ripercossi soprattutto sul personale dipendente. La riforma della bonifica è una occasione per ridisegnare questo fondamentale comparto, in una regione fragile e caratterizzata da diverse vocazioni agricole».

«Non ci appassiona il dibattito – hanno spiegato – sulla denominazione e sulla semplice riformulazione perimetrale degli Enti consortili, bensì occorre instradare un serio confronto rispetto al futuro e alle attività degli Enti Consortili, al ruolo delle maestranze, all’efficientamento gestionale e amministrativo, su come migliorare la qualità dei servizi e del lavoro, in una logica di sostenibilità ambientale coerente con i nuovi indirizzi dettati dalla transizione ecologica».

«Ribadiamo – hanno concluso Sapia, Vaiti e Barbalaco – la nostra assoluta disponibilità a confrontarci su questi temi, per cui restiamo in attesa sia di conoscere un testo ufficiale di riforma, per fare le nostre valutazioni e approfondimenti, sia di una convocazione da parte della Regione e istituzioni». (rcz)

 

CROTONE, NECESSARIA BONIFICA DELL’EX
AREA INDUSTRIALE: C’È RISCHIO SANITARIO

di FRANCO BARTUCCIA causa degli elevati livelli di inquinamento risulta tra i 42 siti italiani ad elevato rischio sanitario, classificati come di interesse nazionale (Sin), da sottoporre con urgenza ad interventi di bonifica.  Secondo i dati elaborati dagli epidemiologi, sono proprio i Sin le aree del Paese dove si muore e ci si ammala di più, fin dalla più tenera età.

 Lo studio in oggetto è stato realizzato attraverso un approccio multidisciplinare ad un tema complesso da un team di ricercatori di provenienza eterogenea: Salvatore Procopio, responsabile del laboratorio fisico del Dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro e Filomena Casaburi, responsabile del laboratorio bionaturalistico e Direttore del suddetto laboratorio e Anna Mastroberardino, fisico delle particelle elementari del Dipartimento di Fisica dell’Unical.

La sinergia tra Arpacal e Unical, per lo studio della problematica ambientale del sito di Crotone, è iniziata nel 2018, con l’attivazione del Master “Utilizzo delle radiazioni ionizzanti e radioprotezione all’Unical”. Il suddetto percorso, nato con la finalità di formare professionisti in grado di operare nella valutazione e protezione dal rischio derivante dall’utilizzo delle radiazioni ionizzanti, ha sollevato l’esigenza della creazione di un presidio di competenze professionali in grado di far fronte alle esigenze specifiche del territorio in tema di gestione dei rifiuti radioattivi e bonifica ambientale. 

Ad entrare nel merito della ricerca sull’ex area industriale di Crotone è la prof.ssa Anna Mastroberardino, del dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, che ci fa notare come al Sin si affiancano, in tutto il territorio della provincia di Crotone, altre aree contaminate, a seguito delle pregresse attività industriali, in cui è stata riscontrata nel corso degli ultimi anni, da istituzioni territoriali di controllo, prevenzione e ricerca quali Asl, Arpacal, Unical,  la presenza di materiali e residui contenenti Norm (Naturally Occurring Radioactive Materials).

«Questi scarti di lavorazione delle industrie del fosforo, solo parzialmente smaltiti in discariche per inerti – ci dice la docente dell’UniCal – sono stati riutilizzati a causa delle buone proprietà meccaniche nell’edilizia civile. Rilevanti quantità di rifiuti tossici in concentrazioni sconosciute sono pertanto incorporate nel manto stradale, poi ricoperto dall’asfalto, spesso emergenti a livello superficiale visto lo stato di degrado delle strade, con conseguente alterazione delle caratteristiche del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee circostanti, a causa della prossimità dei rifiuti tossici all’acquifero. La mappa dei siti contaminati del Crotonese, recentemente realizzata da Arpacal, conferma la presenza di una contaminazione diffusa, sia chimica che radiologica, in vaste aree del territorio a latere del confine industriale, determinando un aumento significativo dei livelli di radioattività ambientale nell’area».

L’attività di un gruppo di studio, da qualche anno impegnato nella tematica ambientale e nelle implicazioni per la salute da varie angolazioni disciplinari, ha portato di recente alla pubblicazione di un articolo dal titolo Toxicity evaluation of the contaminated area of Crotone from biological indicators: a multispecies approch, pubblicato sulla rivista internazionale Environmental Monitoring and Assessment del gruppo Springer Nature

«Nello studio – ci spiega la prof.ssa Anna Mastroberardino – si utilizza per la prima volta la valutazione eco tossicologica per l’analisi del rischio legato ad un fenomeno di trasferimento di inquinanti che rappresenta realmente una sfida scientifica, trattandosi di una miscela di molteplici problematiche e di processi dinamici che si evolvono nel tempo e di lunga durata. L’ecotossicologia ha un ruolo determinante per la comprensione delle traiettorie ambientali dei diversi contaminanti a vari organismi viventi, acquatici e terrestri, considerabili organismi sentinella nella valutazione dell’alterazione dell’habitat contaminato». 

«L’approccio multispecie nell’utilizzo di bioindicatori è anche funzionale alla verifica dello stato di salute della catena alimentare, con effetti sulla salute e sullo sviluppo del territorio, laddove il sistema agroalimentare costituisce l’elemento distintivo di talune produzioni regionali». 

Nello studio in oggetto, per l’esecuzione dei test ecotossicologici, sono stati utilizzati tre diversi indicatori biologici, due acquatici e uno terrestre, appartenenti ai diversi livelli della catena alimentare: produttori, consumatori, decompositori, tra i quali i batteri bioluminescenti della specie Vibrio fischeri, il piccolo crostaceo d’acqua dolce Daphnia magna e i semi di crescione e sorgo. 

«Lo scopo della ricerca – ci ha detto ancora la docente del dipartimento di Fisica– è stato quello di determinare le concentrazioni dei residui fosfatici prelevati nelle aree contaminate alle quali l’effetto tossico è rivelabile e quindi stabilire le “diluizioni di sicurezza” che debbono essere rispettate affinché l’ambiente biologico che ospita le sostanze inquinanti sia salvaguardato nella sua funzionalità. Lo studio ha rivelato una inibizione della funzionalità di tutti i sistemi biologici testati per valori elevati di concentrazione dei contaminanti, al di là della differente sensibilità dei bioindicatori nella valutazione di tossicità nei diversi ecosistemi».

«A questo livello preliminare – ci tiene a precisare la prof.ssa Anna Mastroberardino – i dati indicano un potenziale rischio per gli ecosistemi naturali del luogo, oltre che per la salute umana. Le soglie di tossicità misurate sono, infatti, paragonabili o addirittura inferiori alle concentrazioni dei contaminanti dell’area indagata e gli inquinanti possono entrare direttamente a contatto con i sistemi biologici dell’ambiente circostante, data la particolarità del territorio di ospitare rifiuti pericolosi spesso non coperti da suolo o altro materiale e incorporati nell’asfalto delle strade».

«Entrando direttamente a contatto con l’ambiente circostante, questi inquinanti possono essere trasportati dall’acqua, dall’aria, da specie migratorie e portati lontano da dove sono localizzati, entrando anche nella catena alimentare. Alle problematiche collegate al rischio chimico e a quello radiologico da esposizione e inalazione, si aggiungono, dunque, le molteplici implicazioni associate al possibile passaggio di radioisotopi dall’ambiente all’uomo attraverso la catena degli alimenti».

Di emergenze ambientali e sanitarie come delle figure professionali legate a questi aspetti se n’è discusso molto in un Congresso Nazionale tenutosi a Crotone nel novembre 2019 dal titolo: La protezione ambientale e sanitaria del territorio calabrese. Programmare la rinascita: il caso Crotone. L’evento ha permesso un confronto stimolante tra rappresentanti del mondo scientifico e sanitario, ordini professionali e rappresentanti istituzionali locali, ma non ha visto la partecipazione dell’Assessorato regionale competente della Giunta regionale dell’epoca.

Di queste esperienze di lavoro, ricerca e studio rimangono oggi delle immagini fotografiche che si trovano nel servizio, che mostrano il buon numero di ricercatori, tecnici e studenti interessati a tali problematiche ambientali mostrando preparazione, competenza professionale ed interesse per perseguire risultati per il bene della Calabria.

Conoscere il presente per un rilancio del lavoro di ricerca e disinquinamento dell’ambiente

Prima di entrare nel merito più specifico di questo importante lavoro di ricerca sull’inquinamento dell’ex area industriale di Crotone per conoscerne gli sviluppi rispetto al rapporto con il mondo politico regionale, dopo il periodo pandemico che ha rallentato di molto varie situazioni di gestione dei servizi sanitari, è il caso di approfondire la conoscenza della prof.ssa Anna Mastroberardino, professore associato presso il Dipartimento di Fisica dell’Unical. 

Dal 1998 si occupa di ricerca sperimentale nel campo delle particelle elementari, nei maggiori laboratori europei, Cern a Ginevra e Desy ad Amburgo. Grazie alle collaborazioni internazionali dei fisici dell’Unical, avviate dal Professore Giancarlo Susinno, di cui è stata allieva, ha partecipato alle ricerche che hanno portato, nel luglio 2012, alla scoperta del Bosone di Higgs, Nobel per la Fisica 2013.

Nel 2018 ha diretto il Master Universitario “Utilizzo delle radiazioni ionizzanti e radioprotezione all’Unical”, percorso che ha segnato l’avvio di una nuova attività di ricerca, tecnologica e multidisciplinare, negli ambiti della radioprotezione, delle scienze della vita e del monitoraggio ambientale. È autrice/coautrice di oltre 1200 pubblicazioni su riviste internazionali con referee, per un corrispondente Hirsch factor (H-index) di 127 (fonte Scopus).

«Con l’insediamento della nuova Giunta regionale, guidata dal Presidente, on. Roberto Occhiuto, i rapporti con il mondo della politica regionale sono ripartiti», ci dice la docente universitaria.

«Al di là di ciò che è accaduto nel passato, il piano delle bonifiche avviate nel Crotonese durerà a lungo e sarà accompagnato da molteplici aspetti critici e anche innovativi da considerare. Se, da una parte, la rimozione e movimentazione dei materiali contaminati, con possibile dispersione aerea di materiale radioattivo, rappresenta una situazione di rischio sanitario, da monitorare costantemente, dall’altra offre l’opportunità di un laboratorio a cielo aperto per la valutazione del rischio radiologico in condizioni sperimentali mai verificate e non riproducibili. Questo crea un’opportunità di formazione in campo per nuove figure professionali in grado di esportare l’esperienza, così acquisita, verso simili realtà territoriali afflitte da contaminazione».

«La problematica, oltre che di tipo sociale e sanitario, ha rilevanza anche scientifica. Continuare a ignorare le enormi potenzialità dei processi di bonifica, oltre che privare centinaia di migliaia di persone della possibilità di vivere in ambienti sicuri e salubri – è il pensiero della prof.ssa Anna Mastroberardino – comporta anche sprecare immani risorse a fronte del vantaggio, anche economico, rappresentato dal risanamento  di questi territori, per i quali non esiste, allo stato attuale, una proposta di riqualificazione e riuso». 

«In tutto ciò la ricerca scientifica può giocare un ruolo importante per rendere queste azioni di decontaminazione più mirate ed efficaci; mitigare gli effetti sanitari su popolazioni che continueranno a  vivere per anni in luoghi altamente inquinati e anche per immaginare la riqualificazione delle aree post-bonifica. Il coinvolgimento diretto in questi processi risponderebbe del resto alla missione originaria dell’Unical di attenzione verso un territorio così degradato e fragile».

Occorre creare un centro di ricerca specifico per restituire al patrimonio culturale mondiale uno dei siti storicamente e archeologicamente più rilevanti della Magna Graecia.

Dall’incontro con la prof.ssa Anna Mastroberardino scaturisce l’idea che il sostegno politico è inevitabile quanto necessario per dare incisività a queste ricerche tramite azioni mirate di finanziamento, che consentano l’avvio di attività sistematiche di studio per la sorveglianza epidemiologica nel territorio, verifiche in corso d’opera, diffusione dei risultati, dialogo con la comunità coinvolta e progettazione per il post-bonifica, in un contesto competente e senza conflitti di interesse. È quanto i ricercatori del dipartimento di Fisica dell’UniCal e dell’Arpacal chiedono al Presidente della Regione Calabria, on. Roberto Occhiuto.

«Sarebbe un beneficio collettivo se le operazioni di bonifica in corso – ci dichiara la prof.ssa Anna Mastroberardino – potessero ripartire con il piede giusto anche grazie agli strumenti specialistici messi a punto dai ricercatori del territorio, attraverso la creazione di un centro di alta formazione quale presidio permanente di controllo ambientale, riferimento per tutto il Mezzogiorno come polo di ricerca e di innovazione, nella duplice prospettiva del recupero e della fruizione delle aree disinquinate. È possibile immaginare oggi una ripresa esemplare proprio da queste aree, non a beneficio di chi le ha ridotte in questo stato, bensì per restituire al patrimonio culturale mondiale uno dei siti storicamente e archeologicamente più rilevanti della Magna Graecia». 

«Inserire in queste attività di recupero del territorio la creazione di un centro di ricerca  consentirebbe di rimettere al centro dello sviluppo l’industria culturale, rispettando la vocazione storica locale, così come la generazione di nuove professionalità, calibrate sulle necessità emergenti del settore, facendo della Regione un riferimento formativo per tutto il Sud». (fb)

Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil Calabria chiedono incontro urgente con Regione per settore della bonifica

I segretari generali di Fai CislFlai CgilFilbi Uil Calabria, Michele Sapia, Bruno Costa e Andrea Luvarà, tramite una lettera indirizzata all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, e, per conoscenza, al Dirigente Generale Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, Giacomo Giovinazzo e al presidente dell’Urbi-Anbi, Calabria, Rocco Leonetti, hanno dichiarato lo stato di agitazione nel settore della bonifica, e hanno chiesto un incontro urgente alla Regione.

«Le scriventi OO.SS. – si legge in una nota – a seguito dell’ultima richiesta di incontro inviata in data 11.12.2020, a cui non ha fatto seguito alcuna risposta da parte dell’Assessorato regionale competente, nonostante le successive sollecitazioni, rese note anche a mezzo stampa, con la presente proclamano lo stato di agitazione dell’intero settore della bonifica calabrese».

«Considerata la situazione sempre più insostenibile – continua la nota – registrata nella maggior parte degli Enti consortili calabresi, per varie e diverse questioni che interessano lavoratori dipendenti ed anche lavoratori attualmente in quiescenza, si richiede la convocazione di un incontro urgente, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate in indirizzo, comprese le Organizzazioni Professionali Agricole regionali».

«Si precisa che, in assenza di risposte anche per quest’ultima comunicazione – conclude la nota – le scriventi preannunciano, sin da ora, la possibilità di ulteriori iniziative sul territorio e a livello regionale, con il concreto rischio di rallentamenti nelle attività dei Consorzi, in particolare in riferimento all’imminente campagna di irrigazione». (rcz)

Dal ministro Costa più di 5 milioni per la bonifica dei siti abbandonati in Calabria

5.433.128 milioni di euro è la somma assegnata alla Calabria, dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per la bonifica dei siti abbandonati.

Lo hanno reso noto i parlamentari del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, Alessandro Melicchio, Riccardo Tucci, Anna Laura Orrico, Giuseppe Fabio Auddino ed Elisa Scutellà, spiegando che tale cifra fa parte dei 105 milioni stanziati e ripartiti tra le regioni, e aggiungendo che «ora toccherà alla Regione, soggetto attuatore, indicare i siti da bonificare, e in fretta».

«Stiamo parlando – hanno spiegato i parlamentari – di centinaia di siti in tutta Italia, luoghi abbandonati e inquinati, discariche, vecchie fabbriche abbandonate, dove non si è mai trovato un responsabile che li bonificasse, perché formalmente non sono né di competenza statale, né regionale. Luoghi che inquinano e stanno lí a volte da decine di anni, e circa il 50% si trova al Sud. Finalmente lo Stato con il ministro dell’Ambiente Costa, se ne prende carico stanziando 105 milioni di euro ripartiti tra le Regioni (il decreto è già passato in conferenza Stato Regioni) e, ora, le Regioni devono attivarsi e bonificare».

«Ora – hanno concluso – bisogna sollecitare la Regione affinché non se ne lavi le mani. Questa battaglia per l’ambiente è solo all’inizio, e parla al cuore dei nostri territori». (rrm)