CATONA (RC) – Consegnato il Premio di Studio “Girolamo Tripodi”

Nei giorni scorsi, a Catona, all’Istituto Comprensivo “Radice-Alighieri”, è stato consegnato il Premio di Studio “Girolamo Tripodi”, promosso dall’omonima fondazione e giunto alla terza edizione. A essere insignito del riconoscimento, lo studente Domenico Siclari, della classe 3^ E, dello scorso anno scolastico risultato il più meritevole e bisognoso diplomato dell’Istituto Comprensivo di Catona.

Presenti alla cerimonia i rappresentanti di tutte le classi terze della Scuola Secondaria di I° Grado dell’Istituto Comprensivo.
La cerimonia è stata aperta dalla Dirigente Scolastica,Simona Sapone, che ha presentato il premio istituito dalla Fondazione Girolamo Tripodi, che ormai rappresenta un punto fermo per la scuola di Catona.

La Dirigente ha pronunciato parole di apprezzamento per il lavoro portato avanti dalla Fondazione a favore degli studenti reggini ed ha espresso l’augurio che anche in futuro possa proseguire la proficua e feconda collaborazione che è stata instaurata e che è ormai giunta al terzo anno di iniziative ed attività comuni che vedono protagonista l’Istituto Comprensivo di Catona e la Fondazione Girolamo Tripodi.

Prima della consegna del premio è intervenuto Michelangelo Tripodi, Presidente della Fondazione, che era presente insieme alla sorella Maria Concetta, al fratello Ivan e all’avv. Lorenzo Fascì, del Consiglio di Amministrazione. Michelangelo Tripodi, già DSGA dell’Istituto, ha rivolto un sentito ringraziamento alla Dirigente Scolastica avv. Simona Sapone, sempre disponibile ad accogliere e a sostenere le iniziative portate avanti dalla Fondazione.

Inoltre, il ringraziamento è stato esteso ai docenti, al personale Ata, agli studenti e ai genitori della comunità scolastica catonese. Michelangelo Tripodi ha voluto sottolineare che la scelta di premiare gli studenti meritevoli delle scuole reggine rappresenta un indirizzo strategico della Fondazione che sta investendo molto sui giovani proprio perchè essi costituiranno la classe dirigente del futuro e proprio, in quanto tali devono acquisire la piena consapevolezza di quello che c’è stato alle loro spalle. In tal senso, attraverso la figura simbolica di Girolamo Tripodi, la Fondazione ritiene necessario promuovere e far conoscere questa storia collettiva della nostra comunità che ha fatto passi da gigante per riscattarsi dalla subalternità, dall’oppressione e dallo sfruttamento.

È questa storia collettiva che è alla base del progresso e della crescita sociale di un popolo che si è emancipato e liberato da condizioni di arretratezza semifeudale.

Subito dopo si è passati alla premiazione dello studente Siclari Domenico Antonio, della classe 3^ E dell’anno scolastico2021/2022, risultato vincitore del Premio di studio “Girolamo Tripodi” quale più meritevole e bisognoso diplomato dell’Istituto Comprensivo.

La Fondazione e la Scuola hanno espresso un encomio al ragazzo e ai genitori che erano presenti unitamente all’augurio di grandi successi nel successivo traguardo scolastico che il giovane Domenico dovrà affrontare. (rrc)

REGGIO – A Catona presentato il libro di Pina De Felice

Nella Fattoria Urbana di Catona, nell’ambito del Salotto dei poeti, è stato presentato il libro La ragazza di Palmi di Pina De Felice.

Ha moderato e condotto l’incontro la prof. Nanà Berte e hanno brillantemente relazionato il dr. Antonino Santisi e la prof. Francesca Neri, mentre alcuni brani del volume sono stati letti da Teresa Lofaro, Nancy Calabrò e Antonella Martino.

La preziosa opera della scrittrice, reggina di adozione e palmese di origine, raccoglie ventitré racconti scritti, anzi dipinti, come è stato evidenziato dalla moderatrice, con il cuore. La meraviglia, lo stupore, la ricerca, le immagini, i colori, i profumi, le fragranze, il garbo, la gentilezza, il rispetto, i fermenti giovanili, che offrono questi racconti, narrano, anzi dipingono, un periodo storico dove trionfa l’umanità, quella umanità che trasudava nei rapporti interpersonali dell’epoca, che Pina De Felice ha vissuto e, oggi, con delicata dolcezza li trasferisce al lettore. L’Italia usciva da ben due guerre mondiali, ecco che le ansie, le paure e anche i sogni, le speranze, le aspettative di vita della Ragazza di Palmi, tale Pinuzza, “figlia di Melina, chi aviva i mani d’oru ed era na fimmina ‘ngarbata e di don Colino, persona a modo e istruita” non si può collocare nell’ambito di episodi e vicende locali.

La “Ragazza” si può benissimo definire figlia dell’Italia del dopoguerra. La protagonista, infatti, poteva essere di Cesenatico, di Ventimiglia, di Forte dei Marmi, di Amalfi, di Cefalù, di Porto Torres, insomma la ragazza di qualsiasi cittadina d’Italia, perché allora e, purtroppo, solo allora, le condizioni mentali, economiche e sociali dell’Italia erano omogenee. Pina De Felice racconta, con taglio poetico, il periodo doloroso, ma nello stesso tempo avvincente, della storia italiana, in quanto in quegli anni si percepiva una grande povertà, ma sembra un paradosso, non c’era miseria. La povertà, infatti, era economica, ma non si riscontrava quella miseria umana e la meschinità che in seguito hanno, in parte, devastato l’Italia.

C’è inoltre, per arricchire i contenuti dei racconti, come ha dichiarato l’autrice: «la storia di un vissuto che si esprime spesso con la genuinità di un dialetto che sintetizza ed armonizza il pensiero e lo proietta in vicende che sugli affetti familiari, sulle condivisioni e il rispetto sociale preparavano la rinascita».

Le prime rivendicazioni femminili, infine, si avvertono in brani che fanno del libro un volume di altissimo valore letterario, in quanto narrano di un’epoca dove per la prima volta nella storia stava emergendo come categoria sociale: la gioventù. Nel passato, infatti, il passaggio tra età adolescenziale ed età adulta non aveva vie di mezzo e questo è un concetto ben chiaro a Pina De Felice che lo pone, con poetica semplicità, come tema da analizzare con attenzione in quanto, al momento, poco approfondito.

Si può dire quindi che questi racconti fotografano con candore e vena poetica il secondo dopoguerra e sono, di fatto, un punto di riferimento letterario da leggere, studiare e prendere come esempio per la naturale capacità narrativa dell’autrice e l’alto valore storico presente in ogni riga di questo straordinario libro.  (rrc)

Catonateatro, domani sera Drusilla Foer in “Eleganzissima”

Domani sera, l’Arena “Alberto Neri” di Catona sarà il recital Eleganzissima di e con Drusilla Foer, per il Festival Catonateatro.

Eleganzissima è un viaggio fra gli aneddoti tratti dalla vita straordinaria di Madame Foer, vissuta fra l’Italia, Cuba, l’America e l’Europa, e costellata di incontri e grandi amicizie con persone fuori dal comune e personaggi famosi, fra il reale e il verosimile. Il recital, ricco di musica e canzoni dal vivo, svela un po’ di lei: familiare per i suoi racconti così confidenziali e unica, per quanto quei ricordi sono eccezionali e solo suoi. Il pubblico si troverà coinvolto in un viaggio nella realtà poco ordinaria di un personaggio realmente straordinario, in un’alternanza di momenti che strappano la risata e altri dall’intensità commovente.

Un successo clamoroso e consolidato, ormai un format di culto, Eleganzissima va in scena in una versione rivisitata, arricchita di nuovi racconti e di nuove canzoni, fra le quali alcune inedite, che Drusilla interpreta dal vivo, accompagnata dai suoi musicisti Loris di Leo al pianoforte e Nico Gori al sax e clarinetto. La direzione artistica è di Franco Godi(rrc)

Catonateatro, venerdì “Concerto Napoletano” con Lina Sastri

Venerdì 5 agosto, all’Arena Alberto Neri di Catona, è in programma il Concerto Napoletano con Lina Sastri, per il Festival Catonateatro.

Con Concerto Napoletano, l’atmosfera visiva e musicale sarà assolutamente lirica, pronta a spezzarsi talvolta su ritmi e battiti popolari, come un percorso che arriva da lontano, e va fino all’origine, per tornare poi alla melodia, sia con le parole che con la musica. Così si passa dalla tammurriata popolare a quella del Gargano, più evocativa e sottile, e poi alla sola voce e chitarra; si arricchisce con gli altri suoni a corda, chitarre e violino, e con il piano, diventa classica, per rarefarsi con il suono lungo delle tastiere.

Sarà un viaggio tra le canzoni più classiche, quelle conosciute e cantate in tutto il mondo, che hanno portato Napoli e la sua musica dovunque vi sia emozione e bellezza. Il tutto spezzato da qualche parola, qualche ricordo, una citazione di teatro o di un personaggio che con Napoli si identifica, come il grande Eduardo. (rrc)

Catonateatro, in scena “La lupa” di Giovanni Verga

Domani sera, a Catona, alle 21.40, all’Arena Alberto Neri va in scena La Lupa di Giovanni Verga, un progetto drammaturgico di Luana Rondinelli con la regia di Donatella Finocchiaro.

Lo spettacolo, un omaggio a Giovanni Verga nel Centenario della sua morte, apre la 37esima edizione di Catonateatro, che rientra nel progetto ReggioFest2022: Cultura Diffusa, un accordo di programma del Ministero della Cultura e del Comune Capoluogo della Città Metropolitana di Reggio Calabria per i progetti di attività a carattere professionale nel campo dello spettacolo dal vivo.

Sul palco, Bruno Di ChiaraChiara Stassi, e Ivan Giambirtone, Liborio Natali, Alice Ferlito, Laura Giordani, Raniela Ragonese, Giorgia D’Acquisto, Federica D’Amore, Roberta Amato, Giuseppe Innocente, Gianmarco Arcadipane.

In questa messa in scena diretta da Donatella Finocchiaro, che per la prima volta veste i panni anche di regista, viene amplificato il punto di vista della donna e della possibilità di vivere la propria vita sentimentale e sensuale liberamente a dispetto di un ambiente retrogrado sempre pronto a puntare il dito contro quello che succede nelle vite e nelle case degli altri. Una lettura al femminile, quindi, che rende l’opera verghiana sempre più contemporanea.

La Lupa fa parte della raccolta Vita dei campi, e la Lupa è una dei personaggi più incisivi dell’intera produzione verghiana, grazie la-lupa-foto-antonio-parrinello.jpgalla sua sensualità feroce e distruttiva.

La chiamavano “La Lupa”.

Oggi come ieri, è la donna che non si vergogna della sua sensualità e viene per questo additata dal contesto sociale perché libera, strana, diversa.
Lei, che di quella tentazione amorosa e carnale per Nanni si considerava la vittima e che, in fondo, Nanni considera carnefice perché non riesce a liberarsi dalla sua tentazione.

Il gioco tra vittima e carnefice è un gioco al massacro.
L’ossessione la spinge fino al gesto estremo di dargli in sposa la figlia Mara.

Con questo stratagemma la donna, ancora follemente innamorata, può restare a contatto con il genero e portare avanti con successo la sua bramosa opera di seduzione.

Maricchia arriva disperata a denunciare la madre in commissariato. Nanni confessa l’adulterio (è “la tentazione dell’inferno!”), ma la denuncia non ha alcun risultato: le forze dell’ordine chiedono alla donna di lasciare la casa, ma la Lupa rifiuta di farlo.

Le cose non cambiano nemmeno quando Nanni, poco dopo, viene colpito al petto dal calcio di un mulo e, ritenuto in punto di morte, confessa ancora i suoi peccati e si pente. Ma una volta guarito, “il diavolo torna a tentarlo” e non ha intenzione di smettere: “ammazzami”, risponde la Lupa, “ma senza di te non voglio starci”. Insieme vivono nel “peccato” e al colmo della follia, Nanni capisce che l’unica soluzione per liberarsi della donna è prenderla alla lettera e ucciderla.

Forse solo la morte potrà salvarli.

CATONA (RC) – Si presenta il libro “L’urlo dell’anima: Fede e pace”

Mercoledì 6 luglio, a Catona, alle 19.15, al Lido dello Stretto, è in programma la presentazione del libro L’urlo dell’anima: Fede e pace di Miriam Jaskierowicz Arman.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione RinasciAmo Catona Aps, e vede i saluti di Antonio Chirico, preside te dell’Associazione. Intervengono l’autrice, Francesco MiroddiAdolfo Zagari (musicista) e Antonino Santisi, editore. (rrc)

CATONA (RC) – All’IC “Radice-Alighieri” si presenta il libro “Le orche e i cavalli possono essere amici”

Domani pomeriggio, a Catona, alle 17,, nell’area antistante l’Istituto Comprensivo Radice- Alighieri, è in programma la presentazione del libro Le orche e i cavalli possono essere amici di Demetrio Verbaro.

Dopo i saluti di Simona Sapone, dirigente scolastico, intervengono Agostino Giordano, primo collaboratore d.s., e le studentesse Paola FalconeMiriam Stilo. Modera Marisa La Rosa.

Nell’ambito del percorso di Promozione ed educazione alla lettura, portato avanti nella nostra scuola per classi parallele, le classi seconde, dopo un esercizio di riconoscimento e comprensione delle emozioni, proprie e degli altri, guidati e supportati magistralmente dallo scrittore dott. Demetrio Verbaro, hanno scelto di affrontare il tema legato al bullismo e al cyberbullismo.

Il percorso si è articolato durante l’intero anno scolastico e ha rafforzato l’idea che la scrittura può essere un mezzo per promuovere il processo di inclusione poiché permette di uscire dalla solitudine, crea confronto, comprensione, legami, ecc… Il lavoro ha visto le classi suddivise in gruppi in cui si è deciso lo sviluppo narrativo della storia. Alcuni studenti sono stati impegnati anche a produrre elaborati grafici per realizzare la copertina del libro.

La metodologia adottata ha mirato a facilitare la comunicazione tra pari favorendo l’ascolto e il rispetto delle idee altrui. È stata un’esperienza coinvolgente e costruttiva, dall’esito decisamente positivo. Riteniamo opportuno, insieme alla Dirigente scolastica avv. Simona Sapone e tutta la Comunità scolastica dell’IC Radice – Alighieri, presentare il libro elaborato.

 Parteciperanno all’evento, oltre allo scrittore, ai docenti e agli studenti, tutti gli “attori” coinvolti nel “Percorso di scrittura creativa” che, con abnegazione e passione, hanno portato a termine un lavoro altamente innovativo. (rrc)

REGGIO – Il Servizio di accoglienza minori compie 20 anni, Delfino: Orgoglio della città

La struttura di Catona delle “Immacolatine”, che dal 2022 si occupa di soggetti in difficoltà e bambini allontanati dalle famiglie di origine, compie 20 anni. 20 anni di impegno al servizio della comunità, nel segno dell’accoglienza, della solidarietà, della promozione di percorsi educativi rivolti a soggetti in difficoltà, in condizioni di svantaggio socio-economico e di minori allontanati dalle famiglie di origine.

 Un cammino iniziato nel 2002 e che oggi prosegue con rinnovato slancio sul terreno dell’inclusione sociale, affrontando le problematiche del quotidiano e volgendo lo sguardo sempre verso coloro che vivono in condizioni di disagio e marginalità. Un traguardo importante quello raggiunto dalla struttura per minori delle Suore “Immacolatine” di Catona (storico istituto della città di Reggio Calabria fondato nel 1898) che dal 2002 svolge il servizio diurno di pronta accoglienza per minori e giovani dai 0 ai 15 anni in convenzione con il Comune e a supporto del Tribunale minorile, dei servizi sociali territoriali e delle forze dell’ordine, nel quadro di percorsi di accompagnamento alla crescita in regime residenziale.

«Un traguardo che è doveroso sottolineare e celebrare per come merita», afferma l’assessore comunale al Welfare e Politiche della famiglia, Demetrio Delfino, che si è recato in visita presso la struttura di Catona insieme alla responsabile del Servizio minori, Mariagrazia Marcianò, «per testimoniare da vicino – spiega il rappresentante di Palazzo San Giorgio – a nome della città intera, i sentimenti di gratitudine e di profondo apprezzamento che tutta la comunità reggina esprime nei confronti di questa virtuosa e fondamentale realtà del nostro territorio».

«Una struttura – evidenzia l’assessore Delfino – che negli anni si è resa protagonista di esperienze e modelli educativi in grado di cambiare, in positivo, le storie, i destini e i vissuti personali di tantissimi bambini, ragazzi e naturalmente delle loro famiglie. Oggi questo patrimonio socio educativo rappresenta un valore aggiunto irrinunciabile per la nostra città e per la rete dei servizi sociali che ad esso guardano costantemente, quale solido punto di riferimento nello svolgimento delle azioni in materia di politiche per la famiglia».

«Con la responsabile del servizio, Suor Maria Luisa, – evidenzia l’assessore comunale al Welfare – ci siamo confrontati a lungo rispetto alle sfide e alle criticità del presente che sono ancora tante e che, in questi ultimi due anni in modo particolare, sono diventate sempre più difficili e complesse anche a causa dalla crisi pandemica che sconvolge l’umanità e colpisce in modo più duro proprio le fasce più fragili del tessuto sociale, ampliando ed aggravando le sacche di disagio e disuguaglianza».

«Come istituzioni e come comunità educante, siamo tutti chiamati a rilanciare concretamente l’impegno quotidiano a sostegno di queste realtà – conclude l’assessore Delfino – nella piena consapevolezza che solo garantendo diritti e pari opportunità a tutti, a cominciare proprio dai minori, sia davvero possibile costruire una società più equa e giusta». (rrc)

CATONA (RC) – Alla Radice-Alighieri successo per l’incontro con l’autore Giovanni Suraci

La cultura si conferma perno della nostra scuola, nonostante il nuovo incedere della  pandemia, classi in DAD e docenti in quarantena, gli eventi culturali che da sempre  caratterizzano la Radice-Alighieri di Catona, non si arrestano, infatti il 18 dicembre,  presso la sede centrale della scuola secondaria di primo grado, del suddetto Istituto Comprensivo, ha avuto luogo la presentazione della nuova opera letteraria dello scrittore Giovanni Suraci dal titolo Due verità svelate.

L’incontro, si è aperto con l’introduzione della D.S. avv. Simona Sapone che ha presentato gli illustri ospiti, il dottor Elio Stellitano, primario ospedaliero da sempre  attratto dal mondo del sapere e in particolare dalla poesia attento ai problemi che  tormentano il nostro paese e in particolare alle connivenze mafiose che minano le  bellezze dell’Italia rendendola fragile.  

Il dottor Pino Bova, presidente del Circolo culturale Rhegium Julii che si è affermato nel  panorama poetico calabrese e nazionale come una tra le più apprezzate voci della poesia  locale. 

Ed infine lo scrittore dott. Giovanni Suraci, originario di Santo Stefano d’Aspromonte e  reggino d’adozione, dopo la pubblicazione e il successo dell’opera Era fame di vita (Città del sole edizioni, 2016), Giovanni Suraci porta la Calabria, alla 59° edizione del  Premio letterario Campiello con il libro “Due verità svelate” pubblicato dalla casa editrice  “Città del sole”. Il libro oggetto della presentazione contiene un’originale storia  ambientata tra la Calabria e la Lombardia alla fine degli anni ’60.

Due verità svelate, è il  secondo di una trilogia di romanzi che hanno l’obiettivo di evocare il fascino e l’identità  della Calabria, fuori dai canoni negativi che, spesso scontati, segnano purtroppo  l’immagine, mortificando le forze positive del territorio calabrese. 

I relatori con grande entusiasmo hanno parlato dei ricordi della loro infanzia, del loro rapporto con la scuola e dell’importanza pregnante, che essa ha nella formazione della  nuova generazione e della futura classe dirigente, il dottor Stellitano, supportato dalla  proiezione di un suo elaborato in cui illustrava il primo volume della trilogia dei romanzi  di Giovanni Suraci, spiegava, con dovizia di particolari, la storia di Santo Stefano  d’Aspromonte negli anni 60, incuriosendo i ragazzi con le immagini degli antichi  mestieri, della base americana ed altre particolarità.

Gli ospiti, durante la seconda parte  dell’evento, hanno risposto con interesse e passione, agli interrogativi posti dagli alunni  che erano presenti in aula, agli allievi collegati dalle loro aule e da casa poiché in  quarantena per il covid. Il dialogo tra i relatori e il giovane pubblico è stato armonioso e  chiarificatore, gli alunni erano come rapiti dalle parole dello scrittore, dai suoi racconti  carichi di passione e di bellezza, così come la citazione di Fëdor Dostoevskij La bellezza salverà il mondo che proprio i discenti sottolineano al maestro in uno dei tanti loro  quesiti. 

Quesiti articolati e stimolanti, che hanno visto i relatori affrontare gli argomenti più  disparati, dalla loro formazione, alla criminalità organizzata, i rifiuti tossici, alle  prospettive per il futuro, fino ad arrivare alla fuga di cervelli, il tutto edulcorato da un  linguaggio fresco e comprensibile che ha appassionato i discenti, permettendo loro di  mantenere l’attenzione alta fino all’atto conclusivo. 

L’incontro, organizzato da un team di docenti è stato fruttuoso sotto tutti i punti di vista, tante tematiche sono state sviscerate, condotto e moderato da una dirigente scolastica  attenta alla formazione dei suoi allievi a 360 gradi, che ha saputo affrontare la crisi  pandemica senza mai mortificare gli elementi cardini dell’istituzione scolastica, la cultura,  la socializzazione e l’inclusione, non dimenticando l’innovazione tecnologica, infatti  attraverso i mezzi e la strumentazione digitale, di cui l’istituto è dotato e le competenze  di un eccellente animatore digitale, tutti gli alunni hanno avuto la possibilità di  partecipare e interagire, un plauso va a tutti gli attori dell’evento, auspicando che  questo sia il primo di una ricca serie di eventi culturali. (Angela Borrello e Simona Leanza)

CATONA (RC) – La presentazione del libro “La fine del mondo”

Domani pomeriggio, a Catona, alle 18, alla fattoria Urbana, la presentazione del libro La fine del mondo – Storia di un piegato di Simeone Carullo ed edito da Leonida Edizioni.

Dopo i saluti di Antonino Santisi, Presidente dell’Associazione culturale “Il Salotto dei poeti – La Rosa del pozzo”, e dell’editore Domenico Pòlito, prenderanno parte al dibattito Giada Di Pino, redattrice di Leonida Edizioni, il professore dell’Ist. “Spanò Bolani” Alberto Abbratozzato, e Nuccio Barillà, del Direttivo Nazionale di “Legambiente”, con il quale sarà affrontato l’argomento – centrale nel romanzo – dei cambiamenti climatici legati al Global Warming. Modera il giornalista Luca Assumma.

La Fine del mondo – Storia di un piegato narra le vicissitudini di una coppia che, nel contesto di una Reggio pseudodistopica, matura l’idea di fare un figlio. (rrc)