PER IL VERO RISCATTO DEL SUD SI DEVONO
UTILIZZARE TUTTE LE RISORSE DEL PNRR

di ANTONIETTA MARIA STRATIPer il riscatto del Sud bisogna attuare integralmente gli investimenti del Pnrr e fare molto di più sull’occupazione giovanile e femminile, realizzare infrastrutture sociali e materiali che assicurino a tutti pieno godimento dei diritti di cittadinanza». È la via indicata dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nel corso dell’assemblea organizzativa della Cisl Calabria svoltasi nei giorni scorsi a Pizzo.

Una vera e propria Guida al cambiamento, dove identità, partecipazione e innovazione sono le parole chiavi e l’emblema della lotta e dell’impegno che la Cisl – non solo nazionale, ma anche regionale – sta portando avanti da mesi, perché, ad oggi, la partecipazione, in ogni settore, è fondamentale per la vera crescita del Paese e del Mezzogiorno.

E proprio per quanto riguarda il Sud il cislino ha ribadito la necessità non più rinviabile di «rafforzare la fiscalità di sviluppo, realizzare impianti energetici come i rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle, investire su rinnovabili e nuove tecnologie, infrastrutture che facciano della Calabria e del Sud un hub energetico e industriale».

Lo stesso Sbarra ha sottolineato la necessità di dare vita a un modello di sviluppo più equilibrato, competitivo, partecipativo. E da qui l’appello al Governo, affinché venga siglato un «patto con sindacati ed imprese che porti al riscatto delle fasce medie e popolari, ad una nuova politica dei redditi, ad una manovra redistributiva che difenda e rilanci salari e pensioni dissanguati dal caro  vita».

«L’appello alla corresponsabilità, al dialogo sociale del nostro Segretario Generale Luigi Sbarra è un appello al bene comune, a “rilegare”, ad unire», ha detto Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria.

«Dentro c’è il senso profondo dell’essere Cisl, la motivazione di tante scelte del passato, del presente e del futuro prossimo di un Sindacato libero», ha continuato Russo, sottolineando come «qui  troviamo anche il senso del nostro impegno ed il percorso da compiere per un’organizzazione capace di essere all’altezza delle nuove sfide. Un’organizzazione che di fronte alle grandi transizioni green e digitale, alle trasformazioni del mercato del lavoro, della società, non arretra, ma accetta la sfida del cambiamento».

«Un’organizzazione capace, come recita il titolo della nostra Assemblea Organizzativa, di guidare il cambiamento – ha aggiunto – mettendo al centro del proprio essere, la dimensione organizzativa, identità, partecipazione, innovazione. Tre parole chiave nel nostro futuro».

«Le radici ancorate nella terra dei nostri padri, lo sguardo dritto e aperto sul futuro. Un sindacato riformista, innovativo, che fa della partecipazione il suo tratto distintivo. La Cisl a tutti livelli  – ha ricordato – è impegnata nella campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare “La partecipazione al Lavoro”, nei territori e sui luoghi di lavoro, tante iniziative realizzate in questi mesi». 

«Per la Cisl la grande riforma della partecipazione – ha proseguito – è un tassello fondamentale per ripartire dal Patto sociale. Le sfide della ripresa, della resilienza e del futuro, le cogliamo e le vinciamo solo insieme. Al nostro Paese non servono divisioni, contrapposizioni, fazioni, ma un grande Patto sociale, una nuova stagione di dialogo sociale, concertazione, partecipazione. Serve costruire relazioni, conquistare tavoli, anche quando è forte la tentazione di buttare la palla in tribuna, di fronte ai mali atavici di una regione che continua ad arrancare, senza riuscire a risalire la china». 

«Cito solo alcuni dati dei nostri divari persistenti – ha detto ancora – il tasso di occupazione al 43,5%, a fronte della media italiana del 60%; i dati sui Lea vedono la Calabria in gravissimo affanno, maglia nera per l’area distrettuale e della prevenzione, terz’ultima per l’area ospedaliera (dati Gimbe)».

Ma non sono solo i dati Gimbe a fotografare una Calabria in affanno: in un articolo de Il Sole 24 Ore, a firma di Gianni Trovati, la Calabria è tra le sette regioni “bocciate” per i Lea – livelli essenziali di assistenza, qualità dei servizi raggiunta dagli ospedali e attività di prevenzione, sono appena sufficienti.

«Lavoro e sviluppo, sanità e sociale restano le due grandi priorità – ha ribadito Russo –, insieme al superamento dei divari generazionali, di genere e digitali che sono i grandi obiettivi del Pnrr. Siamo preoccupati, da questo punto di vista, per il percorso di attuazione del Pnrr, viste le difficoltà degli enti locali calabresi. Restiamo in attesa di capire con certezza le modalità di finanziamento delle risorse assegnate alla Calabria dal Pnrr, circa un miliardo, oggetto della rimodulazione legata al Piano Repower Eu, che cerca di aiutare il Paese a superare i tanti problemi energetici».

«Il nostro compito è di lavorare insieme alle Istituzioni, ognuno per la propria parte», ha detto ancora.

Nel corso del suo intervento di apertura, Russo si è soffermato anche sulla necessità di un’attenzione rinnovata ai giovani: «La Cisl calabrese – ha detto tra l’altro – riprenderà l’esperienza dei campi scuola, sulla quale proprio Gigi Sbarra da Segretario regionale ha puntato. Una palestra di vita e un luogo nel quale hanno mosso i primi passi tanti attuali dirigenti».

«In questa delicata fase, in cui le parole “crescita” e “sviluppo” possono e devono avere concretezza – ha concluso il Segretario della Cisl regionale –, tutti i soggetti sociali sono chiamati a dialogare, per sostenere persone e famiglie, per seminare speranza, per costruire un futuro diverso». (ams)

Cgil, Cisl e Uil scrivono a Mattarella per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Di MAURIZIO LANDINI, LUIGI SBARRA E PIERPAOLO BOMBARDIERI – Illustre Presidente, La ringraziamo, innanzitutto, per tutta l’attenzione che ha dedicato negli anni e che continua a dedicare ai temi del lavoro e soprattutto al dramma delle morti sul lavoro.

Gli ultimi episodi sono solo l’ennesimo segnale del dramma che migliaia di lavoratrici e lavoratori, migliaia di famiglie hanno vissuto negli ultimi anni. Le continue morti, l’incremento degli infortuni e di malattie professionali non sono numeri: ci consegnano la dura realtà di un Paese che non riesce a fare fino in fondo i conti con la cultura della prevenzione, con la garanzia della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro.

Non si tratta solo di un problema culturale, c’è una logica di mercato spietata che considera la sicurezza un costo e non un investimento, incrementa sempre di più i ritmi di lavoro, la rapidità degli interventi, in uno scambio in cui il lavoro e la vita delle persone continuano ad essere l’agnello sacrificale.

Su queste tematiche abbiamo predisposto e presentato al Governo una specifica Piattaforma unitaria senza aver ricevuto adeguate risposte. È il momento di un’azione straordinaria corale per raggiungere l’obiettivo di zero morti sul lavoro.

Ma richiediamo un’attenzione straordinaria a tutte le Istituzioni attraverso tutte le leve di promozione della prevenzione e di controllo, al legislatore affinché presti più attenzione agli effetti di provvedimenti che sacrificano le regole in favore della semplificazione, al mondo imprenditoriale affinché si unisca in questa battaglia per la salute e sicurezza isolando quelle imprese che non garantiscono il rispetto della normativa.
Caro Presidente, ci rivolgiamo a Lei per condividere le preoccupazioni e illustrarLe le nostre proposte al fine di realizzare gli obiettivi che da tempo vogliamo raggiungere con lo scopo di ottenere la piena applicazione della nostra Costituzione. (ml, ls,pb)

[Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sono rispettivamente segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil]

La Cisl promuove legge di iniziativa popolare per partecipazione dei lavoratori a gestione azienda

«Oggi, più che mai, l’attuazione dell’Articolo 46 della Costituzione, non è solo un ideale a cui puntare, ma una stringente necessità». È quanto ha dichiarato il segretario nazionale di Cisl, Luigi Sbarra, nel corso del convegno organizzato dal sindacato a Lamezia Terme dal titolo Partecipazione al lavoro. Contrattazione e dialogo sociale per lo sviluppo del territorio.

Il convegno ha visto gli interventi di Aldo Ferrara, Presidente di Unindustria Calabria; Klaus Algieri, Presidente di Confcommercio Calabria; Franco Napoli, Presidente di Confapi Calabria; Roberto Occhiuto, Presidente della Giunta regionale della Calabria. Ha coordinato i lavori la giornalista Sarah Incamicia.

Per questo il sindacato ha promosso una legge di iniziativa popolare affinché sia data concreta attuazione all’art. 46 della Costituzione. Questo perché «la partecipazione dei lavoratori alla vita ed alla gestione delle aziende è la riforma istituzionale che serve al nostro paese, la vera sfida per alzare i salari e la produttività,  contrastare le delocalizzazioni, qualificare e sostenere le aziende virtuose che applicano i contratti, investono in innovazione e nuove tecnologie, sviluppano modelli partecipativi che danno ai delegati anche più incisivi poteri di controllo sulla sicurezza e la tutela della salute nei luoghi  di lavoro ed un ruolo attivo nelle decisioni e nell’organizzazione dell’impresa».

«La partecipazione – ha sottolineato il cislino – non può essere imposta: deve essere una scelta consapevole e costruita su misura. Perché nessuna azienda è uguale all’altra. Sta alla libera contrattazione tra le parti individuare la soluzione migliore, senza porre limiti a quello che, attraverso il dialogo e l’esperienza, si potrà in futuro implementare. Il senso della proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sta in tali direttrici, e per questo siamo e saremo in mobilitazione su tutto il territorio nazionale fino a dicembre per raccogliere adesioni e comunicare a lavoratori, pensionati, cittadini i contenuti della nostra proposta innovativa. La nostra campagna vuole dare pieno protagonismo al lavoro, riconoscendo alla persona la possibilità di incidere sul futuro proprio, della propria azienda e del proprio territorio».

«Se c’è un’area del paese che deve scommettere sul protagonismo delle persone che lavorano, questo è il Sud e la Calabria – ha concluso –dove non mancano imprese lungimiranti, che puntano su relazioni industriali costruttive e partecipative. Ma bisogna sbloccare gli investimenti pubblici soprattutto nelle infrastrutture ed assicurare buona qualità della spesa per dare al Mezzogiorno protagonismo continentale nei processi di crescita. Il Sud deve trasformarsi in un hub energetico, commerciale e industriale euromediterraneo. Questa è la grande sfida».

Aprendo i lavori, il Segretario Generale della Cisl regionale, Tonino Russo, ha toccato in modo particolare temi relativi alla Calabria.

«Siamo consapevoli – ha detto nel corso della sua introduzione – di essere chiamati, come Cisl, a testimoniare una volontà di cambiamento che deve andare oltre la denuncia di quel che non va. La Cisl non farà sconti a nessuno. Ma restando sempre nel merito delle proposte».

«Venendo alle questioni calabresi – ha aggiunto – in questi mesi con il Governo regionale abbiamo scelto la strada del confronto. Sappiamo che è la strada con più tornanti, la più difficile. Al Presidente Occhiuto chiediamo di intensificare il confronto, dargli concretezza. Sui grandi temi a questa regione servono risposte e progettualità condivise per costruire insieme – Istituzioni, parti sociali, Chiesa, Terzo settore – una grande Alleanza per la Persona ed il Lavoro, un Patto per lo sviluppo e la coesione sociale. Pnrr, FSC, nuova programmazione Por, mobilitano nel loro complesso risorse importanti che, se usate bene, possono incidere positivamente sul superamento dei divari regionali».

«Il Pnrr che serve – ha proseguito Russo – è quello che unisce. Apriamo subito un confronto su alcune questioni chiave. La prima è senza dubbio il lavoro, che interseca tutti le altre: dalla sanità alle infrastrutture materiali e alla mobilità; dalla prevenzione del dissesto idrogeologico alla rete del digitale; dal rilancio della pubblica amministrazione alla scuola; dal contenimento della fuga dei giovani dalla Calabria al presidio umano nelle aree interne, è chiaro che l’innovazione coincide con nuove possibilità di lavoro e di crescita. Parliamo di lavoro, non di assistenzialismo. Di crescita, non di sussidi. Non solo di precariato, parliamo di competenze, incrocio di domande e offerte, rilancio CPI, sistema duale, formazione, occupabilità».

«La riorganizzazione della sanità, la garanzia dei Lea sono le grandi priorità di una regione che spende 3 miliardi e non riesce a garantire servizi efficienti – ha proseguito –. Serve rafforzare il profilo universalistico pubblico e gratuito, per evitare l’allargamento della forbice con le altre regioni in tema di prestazioni. Varate le linee guida e prima dell’adozione degli atti aziendali, serve aprire il confronto. Non comprendiamo, per esempio, al di là degli annunci, con quale personale apriremo gli ospedali chiusi, garantiremo gli ospedali di comunità, le guardie mediche, il sistema dei MMG e PLS, architravi della Sanità sul territorio. Serve riorganizzare radicalmente la rete territoriale sanitaria, integrandone il rapporto con la rete ospedaliera: il sistema è oggi in Calabria troppo sbilanciato a favore dell’ospedalizzazione, creando costi inutili, disservizi e incentivando la mobilità passiva».

«Servirà mettere al centro la Medicina territoriale – ha evidenziato –. E la componente territoriale e quella ospedaliera dovranno lavorare in simbiosi con il sistema dell’Emergenza-Urgenza e con il sistema Socio-Sanitario. Servono sinergie sempre più efficaci fra Università, Ospedale e Territorio, con l’impegno a promuovere ed assicurare l’equità di accesso, la sicurezza e la qualità dell’assistenza, l’innovazione in ambito digitale, tecnologico e di ricerca. La nostra Piattaforma intitolata “Emergenza Sanità Calabria” contiene una visione unitaria. Perché i soli medici cubani, scelta che dall’inizio abbiamo condiviso, non bastano. Serve un grande piano per l’abbattimento delle liste di attesa, anche attraverso il coinvolgimento del privato convenzionato».

«Riguardo al Pnrr, serve subito la convocazione della cabina di regia – ha ribadito –, per capire le rimodulazioni effettuate, lo stato dell’arte dei progetti. Proponiamo una cabina di regia che vada al di là del Pnrr, e ci consenta di capire cosa sta accadendo sulle infrastrutture ferroviarie, per fare un esempio, sull’alta velocità. Che ci faccia capire come assicuriamo copertura ai progetti del Pnrr tagliati, che hanno messo in difficoltà tanti Sindaci. Serve capire a che punto siamo con i 3 miliardi destinati alla S.S 106, con la progettazione del tratto fino a Reggio, opere fondamentali nell’ottica del grande progetto del Ponte sullo Stretto, opera che la Cisl sostiene, che è stata al centro dell’importante iniziativa di giugno».

«E poi rilanciamo il tema di un “Cis Mare Pulito”, un grande progetto sulla depurazione calabrese – ha detto ancora – per evitare le scene di mare sporco, per superare le tante procedure d’infrazione. La Regione non ha competenze dirette e i Comuni spesso non hanno risorse sufficienti. Anziché armarci l’un contro l’altro, anziché come nell’ultimo CIS frammentare la spesa in mille rivoli, come al solito, utilizziamo parte delle risorse per risolvere un problema, quello della depurazione, che penalizza lo sviluppo turistico regionale».

«La Cisl – ha concluso Russo – rinnova oggi la propria disponibilità a lavorare insieme alle altre parti sociali, nell’interesse esclusivo dei calabresi, per rompere il muro della rassegnazione e dare futuro ai giovani». (rcz)

 

Sanità, Russo (Cisl) chiama Occhiuto: «Riunire sindacati insieme ai vertici sanitari»

«È ora più che mai indispensabile intervenire con le risorse del Pnrr per riorganizzare il Servizio Sanitario Nazionale e rafforzarne il profilo universalistico pubblico e gratuito, per evitare che si allarghi ulteriormente la forbice delle differenze nella qualità delle prestazioni assistenziali e di cura tra le regioni», afferma in una nota Tonino Russo, segretario generale della Cisl calabrese.

«Da tempo – prosegue il sindacalista – la Cisl ha lanciato l’allarme sulla crisi in cui versa la Sanità pubblica nel nostro Paese, sospinta da un progressivo taglio di risorse del Fondo Sanitario Nazionale di oltre 37 miliardi negli ultimi 10 anni: tagli negli organici, blocco del turn over, chiusura di ospedali, assenza di programmazione hanno prodotto questi risultati. L’obiettivo principale deve essere la presa in carico del paziente, la continuità assistenziale. La riorganizzazione della rete ospedaliera e l’integrazione con la rete di assistenza territoriale tutta da organizzare, sono fondamentali per garantire i Lea e, con essi, la necessaria assistenza diffusa, soprattutto nelle aree interne e quella rivolta agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione, in Calabria più ampie che altrove. Il territorio ben assistito diventa essenziale anche come filtro rispetto alle tante ospedalizzazioni inappropriate. Serve, quindi, una maggiore integrazione ospedale/territorio, soprattutto per la gestione delle cronicità. E serve nuovo personale a fronte delle gravi carenze negli organici, perché le strutture camminano con le gambe delle donne e degli uomini. Serve valorizzare il Distretto quale struttura che prende in carico il paziente nel territorio di competenza, dopo la dimissione e/o prima del ricovero in ospedale. Questo modello organizzativo, collegato alla rete dei medici di medicina generale e alle Unità Operative e/o con il Distretto, è un punto fondamentale, elemento insostituibile di base nell’interazione ospedale-territorio, perché finalizzato a creare una vera presa in carico e utile per evitare riacutizzazioni di patologie che comportano spesso ulteriori ricoveri, disagi per i pazienti e i loro familiari, dispendio di risorse. Serve altresì una reale integrazione tra Aziende Sanitarie e Aziende Ospedaliere Universitarie. È un obiettivo ambizioso e prioritario non più procrastinabile se vogliamo supportare e sostenere lo sviluppo di percorsi che garantiscano realmente presa in carico e continuità nelle cure dei pazienti. Servono sinergie sempre più efficaci tra università, ospedale e territorio, con l’impegno a promuovere ed assicurare appunto sinergicamente l’equità di accesso, la sicurezza e la qualità dell’assistenza, nonché l’innovazione in ambito digitale, tecnologico e di ricerca».

«È importante – sottolinea il segretario generale della Cisl Calabria – realizzare un modello organizzativo espressione della integrazione tra due ordinamenti, ospedaliero ed universitario, nel quale la specificità di ciascuno è definita dagli obiettivi dell’Azienda, ispirati dalla Regione e consacrati negli atti aziendali, da attuare mediante la programmazione di Asp, Ao e Aou. Su questo, la Cisl chiede al Presidente della Giunta regionale Occhiuto, nella sua qualità di Commissario ad acta per il piano di rientro della Sanità calabrese, di promuovere un confronto tra sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, commissari straordinari aziendali, direttori delle strutture ospedaliere e rettori. Affermiamo ciò anche nella convinzione che in una regione come la Calabria diventa fondamentale organizzare didattica e ricerca nelle strutture ospedaliere e territoriali per una vera integrazione tra le reti e la reale presa in carico del paziente. Esistono tante realtà virtuose a cui guardare nel nostro Paese. Abbiamo il dovere di non rovinarle e di moltiplicarle. È un processo di cambiamento che serve ad alzare il livello dei servizi offerti nell’interesse dei cittadini. Per la Cisl, l’integrazione tra le aziende deve servire a migliorare la qualità del servizio, la tempistica, in una parola: il risultato. Deve servire a ridurre le lungaggini nelle liste di attesa per screening su tante patologie, screening che non vengono più eseguiti correttamente e puntualmente. Deve servire ad evitare i tantissimi ricoveri inappropriati e le lunghe degenze, a volte immotivate, con difficoltà per i pazienti e costi salatissimi per la collettività. Molti cittadini calabresi stanno rinunciando alle cure per problemi economici e tra essi molti anziani: ciononostante, registriamo comunque una mobilità sanitaria in crescita. L’integrazione tra le aziende serve anche ad evitare una migrazione sanitaria non più sopportabile per il bilancio regionale e per le tasche delle famiglie calabresi. Traghettare il finanziamento del pubblico al privato, con la pseudo ragione di fare meglio e velocemente, è l’errore più grosso, quello definitivo. Sottrarre risorse al sistema pubblico significa portarlo sul patibolo e suggerire al privato risultati dell’apparire e non già dell’essere. Il privato di eccellenza deve operare in un sistema sanitario integrato e intervenire dove il pubblico non arriva, non sostituire il pubblico».

«C’è bisogno di un progetto reale e ambizioso di programmazione e gestione che metta da parte ambizioni personali. Di programmazione vera, di seconda puntata rispetto ai fallimenti addebitabili a commissari ad acta passati di moda. La vera integrazione si realizza solo attraverso scelte meritocratiche, che valorizzino e premino esperienze, competenze, anni di servizio, professionalità. Tutto questo, la Cisl ne è convinta, si potrà realizzare – conclude Tonino Russo – solo attraverso tavoli regionali di confronto che abbiano una grande attenzione per il sistema pubblico». (rcz)

Cgil, Cisl e Uil a confronto con Occhiuto sulle emergenze calabresi

È stato un confronto positivo quello avvenuto tra i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Calabria, rispettivamente Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo, e il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per discutere dei

temi prioritari della Sanità, del Lavoro, delle Infrastrutture, dell’Ambiente e dei punti nevralgici della Vertenza Calabria che avevano accumulato negli ultimi mesi diversi ritardi.

Sulla Sanità si è partiti dalla rete ospedaliera e dalla medicina territoriale, della rete di emergenza-urgenza che saranno oggetto di un nuovo e specifico incontro, proseguendo poi con la necessità di procedere a nuove assunzioni. Il presidente ha dato notizia dell’imminente arrivo di altri medici cubani che per i sindacati, pur implementando l’organico, non sono sufficienti a garantire una sanità di qualità. Altra questione nevralgica quella degli accreditamenti, in merito ai quali Occhiuto ha comunicato di voler riformare il sistema attraverso una specifica legge regionale. Sono, invece, 120 i milioni euro di spesa previsti per la rete delle emergenze-urgenze, il 118 e la nuova diagnostica. 

Le sigle hanno posto il tema dei ritardi nella costruzione dei nuovi ospedali che in alcuni casi sono lievitati a causa dell’aumento dei costi dei materiali edili e in merito ai quali occorre recuperare tempo. Un’altra richiesta di incontro è stata avanzata in merito alle facoltà di Medicina degli atenei di Catanzaro e Cosenza per discutere della strategicità e potenzialità che queste possono avere in termini di ritorno sull’offerta sanitaria.  

Durante il tavolo si è discusso anche di Infrastrutture, a partire dalla Ss. 106 per la quale pare ci sia una riduzione dei tempi del finanziamento di 3 miliardi di euro per il tratto Sibari-Reggio Calabria che dovrebbe attivarsi entro il 2024. Altri fondi, ha spiegato Occhiuto, sono poi previsti per il rifacimento e messa in sicurezza del tratto A3 Altilia – Grimaldi. 

CGIL CISL E UIL hanno concordato con il presidente un tavolo con Rfi per discutere di un piano di investimenti di circa 9 miliardi previsti per la rete ferroviaria calabrese. A tal proposito, CGIL CISL e Uil hanno insistito sulla elettrificazione della rete ionica ed Alta Velocità.

Così come per il ponte crollato a Longobucco, per il quale si terrà un incontro in Regione con Anas il 3 agosto, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un ulteriore incontro per la galleria della Limina.

Durante il tavolo si è discusso anche del precariato storico calabrese sul quale le sigle hanno chiesto un’accelerazione, così come sono stati concordati nuovi tavoli di confronto su settore idrico, depurazione e rifiuti.

In merito alla riforma dei consorzi di bonifica, Cgil Cisl e Uil hanno chiesto l’applicazione delle clausole sociali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici e il presidente si è impegnato a sentire le organizzazioni sindacali di categoria in un’apposita audizione in commissione regionale.

Per quanto concerne Fincalabra i sindacati hanno affermato la necessità di una riorganizzazione finalizzata al rafforzamento tecnico amministrativo della struttura che possa intercettare fondi comunitari.

Grande attenzione è stata, infine, data alla straordinaria ondata di calore che sta colpendo la Calabria. Unitariamente le sigle hanno chiesto ad Occhiuto di emanare un’ordinanza di divieto di lavoro nelle ore più calde anche nel settore edile ed affini, così come già fatto in agricoltura. 

Il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, ha parlato di «un risultato importante e un atto di sensibilità e responsabilità per la sicurezza dei lavoratori». (rcz)

I sindacati chiedono incontro urgente a Occhiuto per il crollo del ponte di Longobucco

I segretari generali regionali di Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, insieme ai segretari generali territoriali, Ianni, La Via Cretella, hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, un incontro urgente per il crollo del ponte di Longobucco.

«Avvertiamo quotidianamente il disagio di cittadini, lavoratori, studenti, utenti – hanno spiegato i sindacalisti in una nota congiunta – che si trovano completamente isolati a svolgere le normali attività ordinarie e siamo molto preoccupati che il ritardo degli interventi necessari possa impedire il corretto svolgimento dei servizi essenziali delle comunità interessate al crollo».

«A questo proposito – hanno detto – essendoci stato un interesse generale delle forze politiche e sociali per individuare immediate soluzioni, chiediamo la convocazione di un incontro con le scriventi OO.SS., la Direzione Anas, la deputazione parlamentare e regionale e l’amministrazione comunale di Longobucco». (rcz)

I segretari Piscioneri, Sbarra e Bova (Cisl Reggio Calabria) in visita al porto di Gioia Tauro

Il segretario generale provinciale della Cisl, Romolo Piscioneri, e il segretario confederale provinciale Cisl, Nausica Sbarra, accompagnati da Amalia Bova della Cisl di Gioia Tauro, hanno fatto visita al porto di Gioia Tauro. Ad accoglierli il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Quest’ultimo ha illustrato le caratteristiche infrastrutturali dello scalo portuale, primo porto di transhipment d’Italia e tra i più importanti del Mediterraneo. 

Nel corso della visita, Agostinelli ha sottolineato l’imponenza dell’infrastrutturazione portuale, ponendo l’attenzione sulla capacità di Gioia Tauro, unico porto in Italia, di ricevere le navi più grandi al mondo, dotate di oltre 400 metri di lunghezza, 60 di larghezza e una capacità di trasporto superiore ai 22mila teus. 

Il presidente dell’Autorità di Sistema portuale si è successivamente soffermato sullo sviluppo dell’intermodalità, grazie all’avvio del gateway ferroviario, da cui partono tre coppie settimanali di treni da e verso gli interporti di Bari, Nola, Bologna e Padova. 

Agostinelli ha altresì illustrato i lavori, quasi conclusi, della nuova banchina di ponente che ospiterà il bacino di carenaggio, grazie al quale, oltre a diversificare l’offerta dei servizi portuali, permetterà l’assunzione di oltre cento nuovi lavoratori.

Il presidente Agostinelli si è infine soffermato sui progetti di elettrificazione delle banchine portuali, di cui tutti i porti, entro il 2030, dovranno dotarsi. Ma per poter eseguire i lavori necessita un finanziamento di oltre 80 milioni di euro per i quali Agostinelli ha interessato il Ministero vigilante, con l’obiettivo di riuscire a farli inserire tra quelli da finanziare attraverso i fondi del Repower Ue.

L’incontro si è concluso con la visita all’interno dell’area portuale dove i dirigenti sindacali della Cisl hanno potuto toccare con mano la maestosità dello scalo portuale, visitando il terminal contenitori gestito dalla società MedCenter Container Terminal e il terminal di movimentazione delle autovetture gestito dalla società Automar Spa. (rrc)

A Lamezia l’iniziativa della triplice “Insieme per il lavoro nel sistema della bonifica calabrese”

Si intitola Insieme per il lavoro nel sistema della bonifica calabrese la manifestazione in programma domani mattina, a Lamezia Terme, alle 10.30, nella sede di Unioncamere e organizzata da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Calabria.

«In un territorio come quello calabrese, a forte vocazione agricola, ma fragile e segnato da fenomeni di dissesto idrogeologico – hanno dichiarato i segretari generali regionali Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil) e Pasquale Barbalaco (Uila Uil) – è fondamentale investire adeguatamente nel lavoro, presidio umano e multifunzionalità del sistema della bonifica».

«Attualmente, le precarie condizioni economiche e amministrative, in cui si trova la gran parte degli Enti consortili calabresi – hanno aggiunto – non garantiscono l’efficienza dei servizi al settore agricolo, la tutela e sicurezza del territorio, e, inoltre, stanno determinando gravi ripercussioni su diritti economici e previdenziali di operai e impiegati.

«Con questa iniziativa – hanno continuato i rappresentati sindacali – vogliamo porre l’accento sulla necessità di instradare un concreto, serio e responsabile confronto sulla bonifica calabrese, che coinvolga tutti gli attori istituzionali e sociali interessati, anche in considerazione della prossima riforma regionale del settore. Su questi e altri temi, abbiamo predisposto un documento sindacale unitario contenente le nostre analisi e proposte, che sarà presentato nel corso dell’iniziativa».

«Riteniamo essenziale – hanno concluso Sapia, Vaiti e Barbalaco – superare emergenze e disfunzioni che hanno segnato la bonifica calabrese negli ultimi decenni, dare un fattivo contributo al fine di avviare una nuova stagione in questo settore, dando centralità agli Enti consortili, al lavoro delle maestranze, al capitale umano, al ricambio generazionale, alla qualità dei servizi e alla tutela del territorio e delle comunità, attraverso programmazione e pianificazione, adeguato utilizzo delle risorse europee e nazionali, innovazione e sostenibilità ambientale, coerente con le politiche green dettate dalla transizione energetica e il virtuoso utilizzo dell’importante risorsa idrica».

I lavori saranno presieduti dal Segretario Generale Uila Uil Calabria Pasquale Barbalaco, mentre la Segretaria Flai Cgil Calabria Federica Pietramala svolgerà la relazione introduttiva.

Previsti gli interventi del Presidente dell’Urbi-Anbi Calabria Rocco Leonetti, dell’assessore regionale all’Agricoltura, Risorse agroalimentari e Forestazione Gianluca Gallo, del Segretario nazionale Uila Uil Gabriele De Gasperis, del Presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti, del Segretario Generale Fai Cisl Calabria Michele Sapia, del Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto, della Segretaria nazionale Flai Cgil Silvia Spera e del Presidente di Cia Calabria, Nicodemo Podella.

Le conclusioni saranno affidate alla Segretaria nazionale Fai Cisl, Raffaella Buonaguro(rcz)

Piscioneri (Cisl): Calabria ultima per welfare, soprattutto per gli anziani

«In Calabria siamo agli ultimi posti nelle graduatorie nazionali relative alle politiche di welfare, soprattutto per quanto riguarda gli anziani». È quanto ha denunciato Cosimo Piscioneri, segretario regionale della Federazione Pensionati Cisl Calabria, nel corso al Consiglio generale dell’organizzazione, svoltosi a Pizzo.

«Pensioni, politica fiscale, sanità, non autosufficienza sono i temi della piattaforma unitaria di mobilitazione sui quali il Governo e il Parlamento, e per la sua parte la Regione, devono ascoltare i pensionati», ha detto Piscioneri, ribadendo quanto sia prioritario il contrasto alle diseguaglianze sociali, economiche e geografiche del Paese».

«Bisogna fare di più – ha evidenziato – in un territorio in cui sono molti i comuni montani e quelli al di sotto dei mille abitanti; in cui vengono meno le guardie mediche e i trasporti pubblici non garantiscono la necessaria mobilità; in cui tantissime persone avanzate negli anni vivono da sole; in cui i comuni non investono sulle politiche sociali e i tributi sono spesso al massimo. Su questi temi e sull’utilizzo efficace delle risorse, che pure ci sono, bisogna programmare e agire con tempestività. Ad esempio, i fondi previsti per finanziare la legge nazionale e la legge regionale sull’invecchiamento attivo devono essere senza dubbio implementati».

«L’urgenza riguarda più in generale – ha proseguito – l’organizzazione dell’integrazione socio-sanitaria, della medicina territoriale, della rete ospedaliera. Strutture utili non sono per gli anziani, ma per le persone disabili e per i cittadini di ogni età. Non si può più rinviare a domani, come troppo spesso avviene in questa regione. Sui temi della Sanità ascoltiamo in Calabria molti annunci, ma non vediamo alcun miglioramento nei servizi».

«Vogliamo pensioni adeguate– ha detto ancora – che non perdano valore con il passare degli anni; una riforma strutturale del sistema pensionistico che riporti equità, garanzie per i giovani e per le donne, flessibilità nell’accesso, riconoscimento del lavoro di cura. Chiediamo l’indicizzazione piena delle pensioni, l’ampliamento dei beneficiari della quattordicesima e l’innalzamento degli importi per chi già la riceve. Vogliamo una politica fiscale più equa e una forte riduzione delle tasse a lavoratori dipendenti e pensionati, un forte contrasto all’evasione fiscale, chiarezza sull’entità della spesa previdenziale in Italia. Bisogna definire e incrementare i finanziamenti per i livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), che devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale, privilegiare nelle residenze per anziani la dimensione comunitaria, implementare le esperienze di sostegno alla vita indipendente e all’abitare condiviso, consentire alla persona di rimanere nel proprio domicilio e ricevere le cure adeguate».

«La Fnp Cisl – ha sottolineato, inoltre, Piscioneri – partecipa attivamente anche in Calabria alla raccolta delle firme per la presentazione la legge di iniziativa popolare, promossa dalla Cisl, che punta a riconoscere ai lavoratori il giusto protagonismo all’interno delle aziende, a sentirsi e ad essere parte attiva e non meramente esecutiva nella gestione delle imprese. Come ha affermato il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, primo firmatario della proposta di legge, “a 75 anni dalla nascita della nostra Costituzione è arrivato il momento di dare piena attuazione all’articolo 46 che disciplina il diritto dei lavoratori a pesare di più e a star dentro alle decisioni e agli utili delle imprese. Quella della partecipazione è una opportunità che raccoglie tutte le grandi sfide di questo tempo».

«Avessimo avuto la legge in questi anni – ha detto ancora – avremmo avuto salari più alti, qualità e stabilità del lavoro, meno delocalizzazioni, più produttività, maggiore controllo sulla sicurezza, innovazione e crescita”, si sarebbe dato più “protagonismo al mondo del lavoro e dell’impresa nella costruzione della coesione e della crescita della comunità nazionale”. La proposta di legge è un passo importante verso una più piena democrazia economica».

Molto atteso l’intervento con cui il segretario generale nazionale della Fnp Cisl, Emilio Didonè, ha concluso il Consiglio generale.  «Abbiamo considerato positivo – ha detto – l’impianto emergenziale della manovra 2023 del Governo per contrastare il caro bollette delle famiglie, per fronteggiare l’aumento dell’inflazione causata dalla crescita dei prezzi energetici e dei beni alimentari, ma per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni l’intervento del Governo non risponde alle sue stesse “promesse” e alle richieste di Fnp e Cisl, che hanno chiesto la totale indicizzazione di tutte le pensioni, che non sono “regalate”, ma pagate con i contributi versati in una vita di lavoro».

«Dopo anni di pensioni praticamente “ferme” e con un’inflazione a due cifre – ha aggiunto – finalmente sarebbe arrivato un riconoscimento economico significativo e, in particolare, con l’aumento delle pensioni minime si va verso il giusto obiettivo, ma la decisione del Governo di rivalutare del 100% solo le pensioni fino a circa 2.100 euro lordi mese e poi via via a scalare, sempre meno, per gli importi superiori, non ci soddisfa, non ci trova d’accordo e, soprattutto, non è quello che si aspettano i pensionati italiani. La nostra priorità è difendere il potere di acquisto di pensioni e salari falcidiati da un’inflazione che ha raggiunto doppia cifra».

«Inoltre – ha affermato ancora Didonè –, non si può accettare che in questo Paese sulla rivalutazione delle pensioni si continui a pensare “di fare cassa” con pensionate e pensionati. Le pensionate e i pensionati italiani non sono un bancomat! Ci aspettiamo un serio confronto per sanare subito questa ingiustizia della rivalutazione».

«È urgente anche – ha ribadito – aprire un dibattito con il Governo su una riforma complessiva della previdenza, a partire dalla separazione tra assistenza e previdenza. E su una riforma strutturale del fisco poiché è inaccettabile, iniquo, incompatibile con la Costituzione e il buon senso la flat tax fino a 85 mila euro per i lavoratori autonomi con partita Iva proposta dal Governo. Non si può finanziare la flat tax con i soldi promessi (e prelevati) ai pensionati. Come si può ridurre le tasse solo agli autonomi con Iva mentre il lavoratore dipendente e pensionato, con lo stesso reddito, continua a pagare tre volte tanto?».

«E poi – ha sostenuto in conclusione il segretario nazionale dei Pensionati Cisl – occorre avviare subito confronti tecnici con il Governo sulle grandi riforme strutturali e complessive di cui questo Paese ha urgente bisogno: lavoro, fisco, sanità, non autosufficienza e pensioni. Quello che serve oggi è impegno, responsabilità e partecipazione sociale, e la Federazione Pensionati Cisl è pronta!»

Intervenendo durante i lavori, il Segretario generale della Cisl calabrese, Tonino Russo, si è associato alla solidarietà espressa dal Consiglio della Fnp calabrese verso le popolazioni drammaticamente colpite dall’alluvione in Emilia Romagna: il dissesto idrogeologico, ha sottolineato, è anche per la Calabria una piaga sulla quale è urgente intervenire soprattutto sul piano della prevenzione e della educazione.

Qualsiasi ipotesi di crescita è fondata sulla gestione del territorio. Verso lo sviluppo e la crescita, ha sottolineato tra l’altro, devono essere indirizzate le risorse del Pnrr, i fondi derivanti dal Next Generation Eu, il piano per le generazioni dell’Europa che verrà. Utilizzarli efficacemente e tempestivamente significa rallentare la fuga dei giovani dalla Calabria. La Cisl è impegnata a questo fine nella partecipazione, a livello nazionale e regionale, a tutti i tavoli del confronto, senza disertarli, con la forza delle proprie proposte e la pazienza di un atteggiamento costruttivo.

Il dibattito, molto partecipato, ha visto interventi dai diversi territori della regione, dove la Fnp è punto di riferimento, insieme alla rete dei servizi Cisl, per moltissimi pensionati e per le loro famiglie. (rvv)

Tirocinanti calabresi, Cgil, Cisl e Uil: Bene norma, ma gli effetti reali sono più modesti degli annunci

In una nota congiunta i segretari generale di Nidil Cgil CalabriaFelsa Cisl CalabriaUilTemp Calabria, rispettivamente Ivan FerraroGianni TripoliOreste Valente, pur ritenendo buona la norma in merito ai tirocinanti calabresi, hanno sottolineato come «gli effetti reali sono più modesti degli annunci».

«In esso si prevede che, per fronteggiare l’emergenza migratoria sul territorio nazionale – hanno ricordato – con particolare riferimento alla Regione Calabria, e per realizzare iniziative utili all’accoglienza, nonché per l’attuazione dei progetti del Pnrr e degli interventi e iniziative per fronteggiare il dissesto idrogeologico, le amministrazioni comunali possono inquadrare nelle piante organiche, in deroga alle disposizioni ordinarie, i tirocinanti inseriti nei percorsi di inclusione sociale».

«Questo è un fatto – hanno proseguito – sicuramente positivo perché rappresenta sostanzialmente una presa in carico da parte dello Stato (non più della sola Regione Calabria) di un bacino ormai consolidato che negli anni ha prestato servizio nelle amministrazioni pubbliche della Calabria, sopperendo alle ataviche carenze di organico, a cui ora i Comuni possono attingere per una contrattualizzazione. Accanto a questo, però, non mancano le criticità che hanno dirette ricadute pratiche diverse rispetto ai toni trionfalistici della prima ora».

«Ci allarma particolarmente – hanno spiegato – la specificazione che le eventuali assunzioni possono avvenire solo nelle amministrazioni comunali e sia riferita ai tirocinanti “già utilizzati dalle predette amministrazioni comunali”, mettendo da parte quell’ampia fetta di tirocinanti (quasi 700) che in questi lunghi anni ha svolto mansioni identiche o equivalenti anche in altri Enti come Province, Asp, Scuole, Camere di Commercio, etc. o aziende private. Una palese discriminazione».

«C’è poi il grosso problema della copertura finanziaria. Infatti – hanno proseguito – mentre nella formulazione originaria erano previsti 40 milioni, ne servirebbero almeno 50 per mantenere l’attuale livello retributivo, nel testo approvato sono previsti  2 milioni per il 2023 e 5 milioni dall’anno 2024. Per esemplificare, queste somme possono coprire circa 350 assunzioni part-time o, provocatoriamente, 4000 assunzioni da 4 – no, il quattro non è un refuso! – ore mensili».

«Infine, è prevista una prova selettiva, dalle modalità non meglio specificate, che potrebbe essere ben diversa dalla prova di idoneità che la legislazione regionale ex art. 16 Legge 57/86 prevede per i tirocinanti proprio in riconoscimento e valorizzazione degli anni di servizio già svolti. Tutto ciò ci fa dire che – hanno concluso i sindacalisti – mentre da troppe parti si è sbandierata l’idea che da domani possano avviarsi le assunzioni che i 4.000 Tis calabresi attendono da tanto, la portata reale del provvedimento potrebbe rivelarsi ben più deludente e, che se non si apportano gli opportuni correttivi, il percorso non sarà né breve né privo di ostacoli». (rcz)