L’allarme di Coldiretti Calabria: L’ondata di freddo ha dimezzato produzioni di pesche e kiwi

L’ondata di freddo gelido della settimana scorsa ha colpito duramente nelle campagne, dove le produzioni in molti territori sono state danneggiate, in particolare  pesche e  kiwi ma anche fragole e ortaggi. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Calabria sugli effetti dell’ondata di freddo gelido che ha devastato i raccolti in diverse aree della regione ed in particolare nei comuni interni del Fondo Valle del Crati, della piana di Rosarno – Gioia Tauro e nel lametino.

«Per quanto riguarda le serre – ha riferito Coldiretti – è stato aumentato il livello di riscaldamento con costi aggiuntivi per le imprese. Una situazione ancora una volta pesante per molte imprese agricole, che hanno perso nell’arco di una  giornata il lavoro di un intero anno. Oltre a frutta e verdura a rischio perché sensibili al gelo, ci sono anche la vite e l’ulivo. Ancora una volta i repentini cambiamenti climatici con un’alternanza, in questo caso, di caldo fuori stagione e freddo, creano danni nelle campagne con cali della produzione agricola e perdita di reddito per gli agricoltori».

«Occorre che la Regione Calabria – ha chiesto Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – attivi le procedure per la dichiarazione urgente dello stato di calamità, gli uffici della Coldiretti hanno iniziato una prima raccolta di dati. Sono ancora troppo poche le superfici assicurate, ed è ormai necessario che le imprese prendano atto della situazione di cambiamento e, vista anche l’esiguità degli aiuti pubblici, agiscano in anticipo assicurando le proprie produzioni».

«Ricordo – ha aggiunto – che Coldiretti ha promosso il Consorzio di Difesa (Co.Di.P.A.Cal) consorzio di imprenditori agricoli che opera per rispondere alle esigenze delle imprese nel dialogo istituzionale con gli organismi pubblici, su temi relativi al rischio e alla difesa delle colture, che sono sempre più soggette a perdite e danni da gelo, siccità/alluvioni ecc… stipulando polizze collettive calibrate su misura  con le maggiori compagnie assicurative a tutela sempre del territorio e del lavoro degli imprenditori locali». (rrm)

Coldiretti Calabria: A rischio i 269 tesori agroalimentare dei borghi senza turismo

Senza turismo, per i blocchi e le limitazioni agli spostamenti imposti dall’emergenza Covid, sono a rischio i  269 tesori alimentari tradizionali dei borghi calabresi custoditi da generazioni dagli agricoltori. È questo l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria, sottolineando come «l’assenza di turisti stranieri e italiani ha un impatto pesante sulla loro sopravvivenza legata alla storia e all’economia dei territori, che sono il simbolo della grande creatività, tradizione, qualità e sicurezza alla base del successo del Made in Calabria».

«Tesori – si legge in una nota – custoditi nei nostri 318 piccoli borghi, che hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali, agriturismi e montagna  che raccontano la bellezza della Calabria e la bontà dei suoi prodotti. Una patrimonio da salvare, che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale e che garantisce la lavoro alla popolazione anche nelle aree interne più isolate».

«Il crollo del turismo straniero in Calabria– ha stimato Coldiretti – ha causato un buco di oltre 300 milioni nelle spese dei viaggiatori dall’estero. La mancanza di vacanzieri si trasferisce a valanga sull’insieme dell’economia per il crollo delle spese per, alimentazione, alloggio trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. Il cibo è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza, con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola».

«Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione che, viva nel tempo, esprime  la realtà di ogni territorio» ha dichiarato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, nel sottolineare «la necessità di valorizzare questo patrimonio anche per aumentare la spinta del Made in Calabria sui mercati italiani ed esteri».

«Non sono solo numeri – ha precisato Aceto – perché dietro ci sono centinaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori».

«Chiusure forzate – continua la nota – limitazioni negli orari di apertura, divieti agli spostamenti, drastico calo delle presenze turistiche e la diffusione capillare dello smart working hanno devastato i bilanci dei servizi di ristorazione e tagliato drammaticamente i livelli occupazionali ma le conseguenze si fanno anche sentire direttamente sui fornitori».

«Anche alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione, da intensificare – ha proseguito Aceto – se le condizioni sanitarie lo permetteranno diventa importante consentire le aperture dei locali della ristorazione nel sottolineare peraltro che “con l’arrivo del bel tempo le chiusure favoriscono paradossalmente gli assembramenti all’aperto sulle strade, nelle piazze e sul lungomare. Nei locali della ristorazione e agriturismi sono state invece adottate  tutte le misure di sicurezza previste».

«Nell’attività di ristorazione – ha rilevato la Coldiretti – sono coinvolti oltre 15mila tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi  con 32668 addetti situati nella Regione ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle  industrie alimentari, sulle oltre 34mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture».

«Si tratta – conclude la nota – di difendere la prima ricchezza della Regione: la filiera agroalimentare che in Italia vale 538 miliardi, pari al 25% del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale». (rrm)

Anbi Calabria presenta alla sottosegretaria Nesci il programma per uso dei fondi del Recovery

Il presidente di Anbi CalabriaRocco Leonetti, insieme al presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, ha presentato il programma per l’utilizzo delle risorse del Recovery Plan alla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci.

Il programma è finalizzato all’ammodernamento  delle infrastrutture irrigue e degli invasi   alfine di ridurre i costi di manutenzione di impianti la cui epoca di realizzazione risale a molti decenni  e quindi di pervenire nel tempo  anche ad una graduale  riduzione dei  tributi consortili. Il presidente di Coldiretti Calabria  ha fatto presente che i progetti presentati consentono anche  un recupero delle superfici  ad oggi attrezzate e non utilizzate che potranno assicurare  migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti.

Il programma presentato ha visto  i Consorzi di Bonifica della Calabria molto impegnati, predisponendo progetti cantierabili  in grado di sostenere   la transizione ecologica e manifestandosi  interlocutori attenti in ragione del ruolo essenziale che hanno sui territori di competenza. Il presidente dell’Anbi Calabria ha, inoltre, chiesto l’intervento della sottosegretaria Nesci in merito alla esitazione del quesito mosso da mesi  dal Dipartimento regionale al Ministero del Lavoro, circa l’obbligo di richiesta nei confronti dei Consorzi di bonifica del Durc, allorché eseguono opere pubbliche di bonifica.

Una problematica, che avrebbe in altre realtà potuto trovare soluzione all’interno della stessa  Regione, che é  quanto mai indifferibile e urgente poiché la compensazione delle eventuali somme,  di cui il Consorzio potrebbe essere  debitore, non può ricadere sugli importi relativi alla esecuzione delle opere che, è stato fatto presente alla sottosegretaria, non sono di proprietà del Consorzio e per la cui realizzazione l’ente consortile agisce come delegato nella ulteriore considerazione  che le opere appartengono al demanio regionale.

Infine, un altro tema trattato nel corso dell’incontro da parte dei rappresentanti  di Coldiretti e dell’Anbi Calabria  riguarda i rapporti dei Consorzi con la Regione Calabria.  Sono stati illustrate, all’esponente del Governo, le motivazioni alla base dell’attuale fase dei rapporti con la Regione che si sono inspiegabilmente allontanati dalla leale collaborazione instaurata e voluta dall’Anbi regionale al momento del suo insediamento avvenuto nel settembre scorso, allontanamento determinato  anche da una non chiara conoscenza da parte della burocrazia regionale  dei processi amministrativi che riguardano i Consorzi di Bonifica, costringendoli a rivolgersi alla magistratura amministrativa e civile per avere riconosciuti i loro diritti e non considerando il danno arrecato ai consorziati,  vanificando  così  le aspettative che ci sono sul territorio.

La sottosegretaria Nesci ha preso buona nota di quanto riferito nel corso dell’incontro e ha sottolineato che si impegnerà affinché alle problematiche poste saranno date risposte.

«Questa fase di ascolto-operativo è essenziale – ha affermato – poiché serve a riposizionare in modo autorevole la Calabria all’interno delle problematiche che vive sui territori».

Già dai primi contatti che la sottosegretaria Nesci ha immediatamente avuto sembrano aprirsi spiragli importanti. (rrm)

In copertina, da sinistra, Borrello, Nesci, Leonetti, Aceto e Piccione

Coldiretti Calabria: La vita in campagna è sicura, i contagi da covid sono solo al 0.3%

La campagna è un luogo sicuro. Lo stabiliscono i dati resi noti dall’Inail, appena lo 0,3% dei contagi colpisce le campagne dove in molti sognano di trasferirsi per sfuggire ai pericolosi assembramenti delle grandi città, senza limitare la possibilità di movimento, grazie ai grandi spazi disponibili».

È quanto afferma la Coldiretti sulla base delle denunce complessive di infortunio da Covid al 28 febbraio 2021 registrate dall’Inail che evidenzia come la percentuale più bassa di contagi tra le diverse attività si sia verificata proprio in agricoltura dove, peraltro, non si è mai smesso di lavorare durante l’anno, per garantire le forniture alimentari degli italiani».

«La vita in campagna risulta essere più sicura, perché garantisce il rispetto delle distanze che nelle aree rurali – ha sottolineato la Coldiretti – si misurano in ettari. Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti, l’emergenza ha stravolto le nostre abitudini sociali e lavorative che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città non solo come meta per gite fuori porta, ma come scelta di vita dove godere di spazi abitativi più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere tanto che anche in Calabria si registra una, seppur timida, richiesta immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi».

«Stanziare risorse per il recupero degli edifici rurali, dai casali ai depositi, dai rustici alle stalle dismesse sarebbe un’occasione importante – ha proseguito Coldiretti – per recuperare fabbricati spesso abbandonati, e salvare l’architettura rurale che dà forma al paesaggio ed esprime l’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola».

«Questa è un’opportunità per rivitalizzare le aree interne che per la Calabria sono una grande scommessa, visto che ben 318 comuni sono al di sotto dei 5mila abitanti. Un’occasione, anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani e/o nelle periferie di questi,  senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile e soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico».

Francesco Cosentini, direttore di Coldiretti Calabria, infine, ha reso noto che «insieme ad aver dato la disponibilità delle nostre 23 sedi per effettuare le vaccinazioni, abbiamo irrobustito i servizi a favore delle categorie più svantaggiate, ad esempio gli ultraottantenni, che possono attraverso i nostri uffici procedere alla prenotazione della vaccinazione. Veniamo cosi incontro a una richiesta molto sentita che spesso riguarda molti anziani che vivono in campagna, nei borghi e zone rurali». (rrm)

Coldiretti Calabria: Con crollo della temperatura a rischio coltivazioni e ortaggi

Con il brusco abbassamento delle temperature, sono a rischio non solo le coltivazioni che erano in anticipo, ma anche gli ortaggi coltivati. È quanto è emerso dal monitoraggio di Coldiretti Calabria sugli effetti dell’ondata improvvisa di gelo artico che si è abbattuta sulle coltivazioni anche con nevischio a bassa quota.

«L’ondata di gelo – ha sottolineato la Coldiretti – arriva infatti dopo un mese di febbraio segnato da temperature superiori di 2,2 gradi la media del periodo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr, che hanno favorito il risveglio della vegetazione che è ora evidentemente è più sensibile al grande freddo. L’abbassamento della colonnina di mercurio provoca danni gravissimi, con la perdita della futura produzione di frutta e verdura, ma lo sbalzo termico ha inevitabilmente un impatto anche sull’aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra».

«Siamo di fronte, in Italia – ha aggiunto – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha causato nell’ultimo  decennio danni per  svariati milioni di Euro tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti».

«L’agricoltura – ha concluso la Coldiretti – è, infatti, l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato nel presente e nel futuro a contrastarli». (rcz)

23 uffici di Coldiretti a disposizione per la campagna di vaccinazioni

Sono 23 gli uffici che Coldiretti Calabria ha messo a disposizione, in Calabria, per accelerare il percorso di somministrazione dei vaccini contro la diffusione del coronavirus. Lo ha reso noto il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che ha dichiarato la disponibilità, concordata a livello nazionale, per utilizzare anche gli uffici dell’organizzazione agricola, presenti in tutto il territorio regionale, per contribuire ad accelerare la campagna vaccinale.

«La battaglia contro il virus – ha spiegato Aceto – è ora la priorità numero uno per uscire da una crisi sanitaria, sociale ed economica che deve vedere le forze sociali al fianco delle Istituzioni e Coldiretti c’è!“ Gli uffici di Coldiretti in Calabria  sono 23 e rappresentano il punto di riferimento di migliaia di agricoltori e dei loro familiari. La disponibilità è stata offerta a livello nazionale dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, al ministro degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini e della Salute Roberto Speranza, raccogliendo  con impegno e responsabilità l’appello del nuovo commissario generale, Francesco Figliuolo, per garantire in tempi rapidi la vaccinazione».

«Allo stato attuale – ha informato il direttore di Coldiretti Calabria, Francesco Cosentini – sono stati avviati a livello regionale i contatti necessari al fine di organizzare il servizio in sicurezza».

«Contrastare il Covid intensificando le vaccinazioni – ha concluso Cosentini – è assolutamente necessario anche per rilanciare l’economia che con il fermo dell’Ho.Re.Ca. ha determinato forti penalizzazioni a tante imprese agricole». (rrm)

 

CALABRIA, VA L’IMPRENDITORIA FEMMINILE
E L’IMPRESA È SEMPRE PIÚ SPESSO “DONNA”

Un antico adagio dice che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna. In Calabria ci sono grandi donne che, nonostante le difficoltà e i pregiudizi, si sono messe alla guida delle imprese permettendo non solo la creazione di posti di lavoro, ma anche il sostegno dell’economia regionale.

Si potrebbe dire, dunque, che Calabria l’impresa è donna: Sono 44.244 le imprese ‘rosa’ e, di queste, il 13,2% sono artigiane (5.826), di cui 1.022 (pari al 17,5% % su totale imprese artigiane femminili) gestite da giovani under 35, mentre quelle guidate da straniere sono 443 (7,6% sul totale imprese artigiane femminili). I maggiori settori in cui operano solo quelli dei servizi alla persona, con il 62,3% delle imprese registrate – in lieve aumento tra il 2019 ed il 2020 (più 1,3%) – e del manifatturiero, in cui si concentra il 24,2% delle imprese.

È quanto è stato rilevato nel report Verso l’8 di marzo 2o21 dell’Osservatorio Mpi Confartigianato Imprese Calabria che, tuttavia, indica una riduzione importante dell’occupazione femminile in Calabria: parliamo di meno 16 mila unità lavorative nel terzo trimestre del 2020. In particolare, sono 190 mila occupate totali al terzo trimestre 2020: 41 mila (21,8% del totale) occupate indipendenti, meno 9 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -17,9%; 149 mila occupate dipendenti al terzo trimestre 2020, meno 7 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -4,8%.

«I numeri impongono di prestare attenzione al lavoro delle donne –ha detto la vicepresidente di Confartigianato Imprese Calabria e presidente dell’associazione territoriale di Vibo Valentia, Liberata Soriano –. L’impegno di tutti, della classe dirigente e politica della nostra regione in particolare dovrebbe riservare una particolare attenzione al sostegno delle imprese al femminile, creando le condizioni sociali ed economiche volte a valorizzarne ed amplificarne le potenzialità, da cui trarrebbe vantaggio lo sviluppo dell’intera Calabria».

Ed infatti, lo studio condotto dall’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria ha messo in evidenza anche le disparità di genere (positive e negative) che potranno influenzare in modo favorevole o sfavorevole la partecipazione delle donne nel percorso futuro di ripresa. In particolare, ciò che emerge è una scarsa partecipazione delle donne alla formazione continua (solo il 5,5% partecipa anche se in linea con gli uomini) per accrescere le proprie competenze, ma solo il 12,3% con competenze nel digitale (contro il 21,2% degli uomini) ed una difficoltà nel conciliare i tempi di vita e lavoro con un maggior ricorso al part-time involontario per il 24,9% degli occupati donne (più del doppio degli uomini) ed una retribuzione media inferiore del 45,5% rispetto a quella maschile.

«Le imprenditrici – ha detto ancora la vicepresidente offrono un rilevante contributo alla ricchezza nazionale, una affermazione che, visto i numeri, vale anche per la nostra regione. C’è bisogno della forza e della creatività delle donne che sono capaci di affrontare con coraggio le criticità di una terra complicata, ancora più aggravate dalla crisi economica e sociale peggiorata dalla pandemia. Ma fare impresa, per una donna, non è facile. Le donne italiane sono tra le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro paese è agli ultimi posti nell’Ue per l’occupazione femminile e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia».

«Occorre superare i gap e le disparità – ha evidenziato – che possono influire sul domani. Non dimentichiamo che il valore artigiano, vale a dire quell’insieme di valori storici ai quali la nostra associazione si ispira, che ci consentono di rappresentare gli interessi generali del ceto medio produttivo e di intere comunità e società locali, riesce ad essere interpretato al meglio soprattutto dalle donne. Soprattutto nel difficile percorso per affrontare in modo solidale le sfide della modernità».

Del protagonismo della donna nell’impresa è anche Coldiretti Calabria, che ha sottolineato che «è ben oltre il 30% la percentuale delle donne in Calabria che conducono un’azienda agricola con un continuo apporto di donne giovani».

«Dati – ha dichiarato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – che sottolineano  il loro protagonismo che sta  rivoluzionando l’attività agricola come dimostra l’impulso dato dalla loro presenza nelle attività di educazione alimentare ed ambientale con le scuole,  le fattorie didattiche, i percorsi rurali gli orti didattici, ma anche nell’agricoltura a basso impatto ambientale e multifunzionale, assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità,  fino nella presenza nei mercati di vendita diretta di Campagna Amica oltre che naturalmente nell’agriturismo». (rrm)

[Nella foto la presentazione del progetto Calabria Avventura, donne imprenditrici]

PIÚ VACCINI AIUTANO IL TURISMO RURALE
COLDIRETTI CALABRIA SÍ AL PASS EUROPEO

La Calabria, l’anno scorso, nonostante la pandemia in corso, ha registrato ottime performance per quanto riguarda il turismo. La nostra bella terra, infatti, la scorsa estate è stata la scelta estiva del 5% degli italiani, oltre che la meta preferita per il mese di agosto, come indicato dalla ricerca condotta da Cna Turismo e da un sondaggio di Expedia.

Ma non è stato solo il mare a essere protagonista di questa bella stagione estiva calabrese: anche il turismo rurale e gli agriturismi, inaspettatamente, hanno raccolto il consenso e l’amore degli italiani. D’altronde, chi può resistere ai paesaggi mozzafiato del Pollino, dell’Aspromonte e della Sila?

Una stagione, dunque, che deve essere replicata e, se possibile, resa ancora più sicura. Per questo, per Coldiretti Calabria, un’efficace campagna vaccinale regionale e il pass vaccini europeo salvano il turismo in Calabria.

«La Calabria per i vaccini – si legge in una nota – deve fare con rapidità e responsabilità la propria parte, accelerando le operazioni di vaccinazione e risalendo la percentuale della popolazione vaccinata».

 «Non possiamo bruciare un’altra estate per il turismo nazionale e straniero – ha aggiunto – dobbiamo farci trovare all’altezza della situazione. Il  turismo nella nostra regione nel periodo pre-covid registrava una crescita costante e particolarmente favorevole per i turisti stranieri e, in parallelo, cresceva  anche la spesa dei visitatori stranieri».

«Accogliamo con soddisfazione – ha commentato Francesco Cosentini, direttore della Coldiretti Calabria – l’istituzione del green pass vaccinale, che sarà  presentato da parte della Commissione europea il prossimo 17 marzo all’interno della  proposta legislativa per un Digital green pass, con l’obiettivo di consentire, gradualmente, agli europei, di muoversi in sicurezza all’interno o all’esterno dell’Ue, per lavoro o turismo».

«La Calabria – ha sottolineato – è fortemente dipendente dall’estero: infatti, il flusso turistico nel 2019, in base ai dati statistici Ross 1000, è stato di  8.820.489  presenze, 1.646,671 gli arrivi e  ben il 22% delle presenze sono straniere. La contrazione del consumo totale di beni e servizi da parte del viaggiatore (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, altri articoli per uso personale ecc.) costa alla Calabria 284milioni di euro».

«Si è trattato di un vuoto pesante – ha detto ancora – nel periodo da giugno a settembre, che purtroppo non è stato compensato dalla svolta vacanziera patriottica degli italiani».

«L’assenza di stranieri in vacanza ha gravato negativamente sull’ospitalità turistica che ne ha risentito notevolmente – ha sottolineato la Coldiretti –, anche perché  i visitatori da paesi europei hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. Ad essere avvantaggiate dal pass europeo vaccini saranno, soprattutto, le località di mare, che sono meta storica del turismo dall’estero, ma anche gli oltre 350 agriturismi regionali dove gli stranieri hanno fatto registrare negli anni presenze significative, poiché appassionati del turismo esperienziale che le strutture agrituristiche possono offrire».

«È importante – ha concluso – che con l’avanzare della campagna di vaccinazione e l’apertura delle frontiere, si proceda anche alla ripartenza delle attività di ristorazione a pranzo e cena, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza. Il cibo, infatti, è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza». (rrm)

L’allarme di Coldiretti Calabria: Con cambiamenti climatici primavera e primizie in anticipo

In Calabria «si assiste ad una prematura fioritura delle piante e alla raccolta anticipata di fragole e cipollotti, ma anche altre colture sono in fase avanzata, tanto è  che i Consorzi di Bonifica, da tempo, hanno iniziato le operazioni preparatorie per la manutenzione e messa in esercizio degli impianti irrigui». Lo riferisce Coldiretti Calabria, spiegando che «i cambiamenti climatici hanno sconvolto i cicli stagionali  della natura e della spesa, tanto è che su scaffali e banchi, in questo periodo dell’anno, sono arrivate le primizie con un mese di anticipo».

«Vi è infatti – ha proseguito Coldiretti Calabria – la concreta possibilità, che la stagione irrigua inizierà in netto anticipo. Con il carrello degli italiani che al tempo del Covid è diventato sempre più green, come dimostra l’incremento dell’11% degli acquisti di frutta e dell’8,4% di quelli di verdura, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi 9 mesi del 2020, è allora importante fare attenzione a ciò che si compra e non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy».

«Coldiretti consiglia, dunque – si legge in una nota – di verificare sempre l’origine nazionale in etichetta, che è obbligatoria per la frutta e verdura, e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più. La Coldiretti ricorda che l’offerta dei mercati di Campagna Amica calabresi, da Catanzaro a Cosenza, fino a Reggio Calabria, è ricca e variegata».

«Questo  clima pazzo – ha continuato Coldiretti Calabria – che non aiuta certamente la programmazione colturale in campagna, ma espone le piante anche al rischio di gelate nel caso di brusco abbassamento delle temperature con conseguente perdita delle produzioni e del lavoro di un intero anno. L’andamento anomalo di questo inverno conferma, dunque, i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa».

«L’agricoltura – ha detto ancora la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita rilevante nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali. Questa  situazione favorisce le speculazioni nei campi dove molti prodotti, quali gli  agrumi vengono sottopagati agli agricoltori in controtendenza agli aumenti sugli scaffali».

«Di fronte ad una emergenza senza precedenti serve responsabilità con un “patto etico di filiera” – ha concluso  la Coldiretti – per garantire una adeguata remunerazione dei prodotti agricoli e privilegiare nella distribuzione il Made in Italy a tutela dell’economia, dell’occupazione e del territorio come sostenuto dalla campagna Coldiretti #mangiaitaliano». (rcz)

 

Coldiretti Calabria espone a Draghi i suoi progetti per il Recovery Plan

Digitalizzazione delle campagne,  invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà, dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti che Coldiretti Calabria ha elaborato per il Recovery Plan.

Il presidente nazionale, Ettore Prandini, ha incontrato il presidente incaricato Mario Draghi, sottolineando che «a trainare la transizione ecologica del Paese deve essere l’’agroalimentare “Made in Italy” che è stato l’unico settore cresciuto all’estero nel 2020 sulle tavole di tutto il mondo, nonostante le difficoltà della pandemia Covid».

«A  danneggiare però il nostro cibo – ha dichiarato Coldiretti – la criminalità internazionale sfrutta i buchi nei controlli alle frontiere sul commercio di cibi e bevande che favoriscono l’arrivo di prodotti di bassa qualità, ma anche pericolosi traffici illeciti. Questo alle nostre latitudini avviene spesso, come dimostra  l’importante operazione condotta al porto di Gioia  Tauro – dai funzionari doganali e dai militari della Guardia di Finanza, che  con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia, sono riusciti ad individuare un carico di stupefacenti nascosto in tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti dal Brasile dall’Ecuador».

«Le agromafie – ha ricordato Coldiretti – si infiltrano nel settore agroalimentare che spesso viene utilizzato come copertura o per il lavaggio del denaro sporco con investimenti che vanno dalla produzione al trasporto, dai ristoranti alla distribuzione commerciale, con un volume d’affari che è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, approfittando anche della crisi causata dall’emergenza coronavirus. Questo indebolisce la nostra agricoltura e l’agroalimentare che invece hanno nelle corde una grande capacità di resilienza nonostante le difficoltà degli operatori e dell’economia».

«L’Italia– ha proseguito – è leader in Europa per valore aggiunto, sostenibilità e qualità e con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese. Questo si trasferisce anche in Calabria,  con valori significativi che assicurano lavoro e fornitura di cibo dal campo alla tavola. L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni, ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, ma anche le fragilità presenti in Italia, sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento e creare posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni, con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde».

«La Calabria – ha concluso – deve continuare la fase di modernizzazione  e le proposte avanzate a Draghi vanno in questa direzione». (rrm)