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ettore prandini presidente Coldiretti

Coldiretti Calabria espone a Draghi i suoi progetti per il Recovery Plan

Digitalizzazione delle campagne,  invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà, dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti che Coldiretti Calabria ha elaborato per il Recovery Plan.

Il presidente nazionale, Ettore Prandini, ha incontrato il presidente incaricato Mario Draghi, sottolineando che «a trainare la transizione ecologica del Paese deve essere l’’agroalimentare “Made in Italy” che è stato l’unico settore cresciuto all’estero nel 2020 sulle tavole di tutto il mondo, nonostante le difficoltà della pandemia Covid».

«A  danneggiare però il nostro cibo – ha dichiarato Coldiretti – la criminalità internazionale sfrutta i buchi nei controlli alle frontiere sul commercio di cibi e bevande che favoriscono l’arrivo di prodotti di bassa qualità, ma anche pericolosi traffici illeciti. Questo alle nostre latitudini avviene spesso, come dimostra  l’importante operazione condotta al porto di Gioia  Tauro – dai funzionari doganali e dai militari della Guardia di Finanza, che  con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia, sono riusciti ad individuare un carico di stupefacenti nascosto in tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti dal Brasile dall’Ecuador».

«Le agromafie – ha ricordato Coldiretti – si infiltrano nel settore agroalimentare che spesso viene utilizzato come copertura o per il lavaggio del denaro sporco con investimenti che vanno dalla produzione al trasporto, dai ristoranti alla distribuzione commerciale, con un volume d’affari che è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, approfittando anche della crisi causata dall’emergenza coronavirus. Questo indebolisce la nostra agricoltura e l’agroalimentare che invece hanno nelle corde una grande capacità di resilienza nonostante le difficoltà degli operatori e dell’economia».

«L’Italia– ha proseguito – è leader in Europa per valore aggiunto, sostenibilità e qualità e con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese. Questo si trasferisce anche in Calabria,  con valori significativi che assicurano lavoro e fornitura di cibo dal campo alla tavola. L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni, ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, ma anche le fragilità presenti in Italia, sulle quali occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento e creare posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni, con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde».

«La Calabria – ha concluso – deve continuare la fase di modernizzazione  e le proposte avanzate a Draghi vanno in questa direzione». (rrm)