Promuovere le comunità energetiche da fonti rinnovabili: è legge la proposta di Cirillo

È legge la proposta del consigliere regionale Salvatore Cirillo – segretario questore – per la promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili.

«La Regione Calabria – ha detto Cirillo – intende intraprendere ogni iniziativa volta all’attuazione della transizione energetica, quale nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili al fine di dare un fattivo contributo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di neutralità climatica, fissati dall’Europa al 2050». Il Consigliere Cirillo è firmatario della proposta di legge con la quale si interviene a modificare e integrare la Legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell’istituzione delle Comunità energetiche da fonti rinnovabili), con l’intento di adeguarne i contenuti al mutato quadro ordinamentale vigente nazionale ed europeo.

«Nel suddetto scenario – prosegue Cirillo – assume un ruolo fondamentale la Comunità Energetica  Rinnovabile che costituisce uno degli strumenti da utilizzare per il processo di transizione energetica anche sul territorio regionale. La proposta, nello specifico ha inteso allineare la legge regionale vigente al mutato quadro ordinamentale nazionale ed europeo prevedendo, in particolare una serie di modifiche tra cui:

– la sostituzione del titolo, per indicare in modo più incisivo che la legge regionale è volta alla “Promozione e sviluppo sostenibile di un sistema regionale di Comunità di energia rinnovabile (CER) in Calabria per perseguire l’autoconsumo e l’autonomia energetica”;

– la previsione di una assistenza tecnica, tramite portale web, per sopperire ad eventuali carenze tecniche degli enti intenzionati a costituire una comunità energetica, nonché la possibilità di promuovere protocolli di intesa con enti nazionali o tra Comuni al fine di supportare lo sviluppo delle comunità energetiche;

– l’attribuzione in capo alla Regione del compito di individuare le aree di proprietà regionale idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili e l’attivazione delle procedure per l’affidamento in concessione delle stesse;

– la istituzione e la disciplina di un tavolo tecnico permanente, facilitatore di comunità energetica, con funzioni consultive, propositive e di monitoraggio tesi a supportare e collaborare con la Giunta regionale, con i dipartimenti regionali competenti e con tutti gli stakeholders interessati, tra cui gli Enti Locali;

– la previsione in capo alle CER, con l’introduzione dei 12 principi attivanti nei vari livelli socioeconomici per ogni singola realtà attivata. Questi principi costituiranno inoltre un riferimento comunicativo e organizzativo anche per definizione della governance della comunità energetica:

  1. Partecipazione, rappresentanza, equa condotta delle elezioni
  2. Reattività
  3. Efficienza ed efficacia
  4. Apertura e trasparenza
  5. Stato di diritto
  6. Condotta etica
  7. Competenza e capacità
  8. Innovazione e Orientamento al Cambiamento
  9. Sostenibilità e orientamento a lungo termine
  10. Sana gestione finanziaria
  11. Diritti umani, diversità culturale e coesione sociale
  12. Responsabilità: nuovi comportamenti individuali, familiari, associazionistici, di impresa e non solo tecnologici per aprire la comunità a nuove opportunità di ripresa socioeconomica e ambientale, favorendo una rivoluzione sistemica importante nel tentativo di cambiare fortemente, nei prossimi dieci anni, il modo di consumare, di abitare e quello di alimentarsi andando così verso la neutralità climatica.«Attraverso tale misurabilità – ha concluso Cirillo, particolarmente soddisfatto dal voto unanime espresso da tutti i Consiglieri per la proposta che già aveva ottenuto in Commissione piena condivisione – le Amministrazioni potranno comunicare ai propri interlocutori gli impatti prodotti dalle scelte politiche e gestionali sulla qualità della vita all’interno della propria comunità, nonché valutare la coerenza tra quanto programmato e quanto, invece, operativamente realizzato, attivando di fatto una vera e propria rendicontazione sociale tesa a rappresentare una delle principali frontiere di innovazione riconducibile anche alla comunicazione pubblica strumento che per le Amministrazioni potrà essere un potente strumento di comunicazione bidirezionale con i propri stakeholders, favorendo, da un lato, la trasparenza dell’agire amministrativo e sollecitando, dall’altro, la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. La promozione della costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili verrà attivata attraverso programmi, bandi, progetti o altre iniziative per i quali vi sarà anche la previsione della clausola valutativa volta a monitorare lo stato attuativo della legge e quindi dell’efficienza generata. (rrc)

A Reggio il convegno sul “Lungo cammino per la transizione ecologica”

Il lungo cammino per la transizione ecologica e le comunità energetiche rinnovabili è stato il titolo del convegno svoltosi nella Sala “Italo Falcomatà” di Palazzo Avaro, organizzato dal Comune e patrocinato dall’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria.

All’iniziativa hanno portato i saluti il sindaco facente funzioni, Paolo Brunetti, accompagnato dal dirigente di settore, ed il presidente dell’Ordine degli avvocati, Rosario Infantino. Successivamente, hanno preso la parola gli avvocati Carolina Musicò e Francesco Paviglianiti e l’ingegnere Antonio Spanò.

La discussione si è sviluppata sull’importanza della transizione ecologica verso le fonti di energia rinnovabile, sottolineata dalla sua centralità all’interno dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dalla presenza sempre maggiore  nei programmi e nelle attività della politica nazionale ed internazionale.

Secondo gli organizzatori, infatti, appare quanto mai necessario spostare ogni ragionamento verso la costruzione di un nuovo modello di organizzazione sociale basato su produzione e consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili e, perché sia effettiva, devono essere innescate tutta una serie di cambiamenti sociali e culturali basati sul rispetto per l’ambiente, sul risparmio energetico e l’efficienza dei consumi.

Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dunque, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico, attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile.

Si è, quindi, posto l’accento su moltissimi progetti e sugli eventi, a livello mondiale, relativi alla transizione ecologica: dagli accordi dell’Onu al G7, alla prossima COP 28 Conferenza sul clima che si terrà a Dubai. Anche a livello
nazionale, la direzione è sempre e comunque rivolta alla transizione ecologica.

«La tecnologia – è stato detto nel corso dell’iniziativa – ci offre in questo momento le comunità energetiche, ossia una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali. Le comunità energetiche sono tutte accomunate dallo stesso obiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale».

Dopo un periodo cosiddetto transitorio di recepimento delle due Direttive comunitarie in materia, l’Italia ha, ad oggi, approvato una legislazione completa e compiuta in materia di comunità energetiche rinnovabili: il Testo Integrato Autoconsumo Diffuso ( Delibera n 727/2022/R/EEL di Arera) e il Decreto Cer da parte del Mase, per il quale ultimo si attende per l’entrata in vigore solo il via libera da parte dell’Europa.

«Il Pnrr – hanno sottolineato i relatori – ha destinato attraverso la Mission 2 denominata “Rivoluzione verde e transizione ecologica” 2,2 miliardi di euro alle comunità energetiche rinnovabili per i comuni con meno di 5000 abitanti, prevedendo un contributo a fondo perduto del 40%. La Regione Calabria ha approvato il Programma Fesr/Fse 2021/2027 relativo ai finanziamenti ai comuni con più di 5000 abitanti, in complementarietà al Pnrr. Sempre la Regione Calabria ha istituito il Portale Calabria Energia e promosso una serie di workshop per i Comuni ed ha, di recente, approvato una proposta di legge relativa anche all’istituzione di un tavolo tecnico di supporto per i Comuni». (rrc)

Confartigianato Imprese Catanzaro: Servono azioni concrete per realizzare Comunità energetiche

Raffaele Mostaccioli, segretario provinciale di Confartigianato Imprese Catanzaro, ha ribadito la necessità di «azioni concrete per la realizzare le comunità energetiche».

La costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili è ormai tema molto diffuso in Italia e nel mondo perché risultano essere l’unica soluzione alla crisi energetica, assicurando un grado superiore e vantaggioso in termini di efficientamento energetico, strettamente correlato all’abbattimento dei costi in bolletta.

«È arrivato il momento – ha continuato Mostaccioli – di dire basta alle parole, ne abbiamo sentite troppe su questo argomento. Ora sono necessarie azioni concrete e come Confartigianato ci stiamo muovendo in tale direzione».

«I Comuni – ha spiegato Mostaccioli – devono attrezzarsi e farlo presto ma non sanno come muoversi. Per questa ragione stiamo offrendo il nostro appoggio con un’assistenza a 360°, per arrivare a realizzare tutti gli atti amministrativi necessari e offrendo all’Ente pubblico il general contractor che si assume l’onore di fare l’investimento, quindi a costo zero per i richiedenti. Partner tecnico di questa iniziativa è la società Albatros. Al momento i Comuni che stiamo seguendo sono: Petrizzi, Guardavalle, Gasperina, Cropani, Petronà, Andali, Simeri Crichi, Pentone, Motta Santa Lucia, Martirano, per la provincia di Catanzaro; Camini (Reggio Calabria); Serra D’Aiello (Cosenza); Ionadi (Vibo Valentia)».
«Molti altri sono gli Enti che stanno aderendo – ha aggiunto il Segretario Provinciale – perché non è facile districarsi fra i vari adempimenti ed è ormai noto che solo chi avrà già formato le comunità energetiche potrà accedere al bando Pnrr. Le Comunità Energetiche Rinnovabili possono giocare uno strategico ruolo di riscatto per le nostre aree con maggiori criticità sociali ed economiche. È un’opportunità importante e preziosa ma è fondamentale non arrivare tardi per non perdere un treno in corsa». (rcz)

SINDACATI, IMPRESE E ISTITUZIONI INSIEME
PER COMUNITÀ ENERGETICHE IN CALABRIA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria spinge sull’acceleratore per le Comunità energetiche. E lo fa riunendo sindacati, istituzioni e imprese in un confronto dedicato alle possibilità offerte dalla realizzazione di questi strumenti che, oggi più che mai, sono diventati fondamentali quanto attuali. 

L’occasione è stata data nel corso del Forum di Cisl Magna Graecia, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del segretario nazionale Cisl Luigi Sbarra. Presenti, anche, il segretario regionale di Cisl, Tonino Russo, il segretario generale di Cisl Magna Graecia, Salvatore Mancuso, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, il responsabile nazionale Enel per le Comunità Energetiche, Armando FiumaraAntonio Mirante, ceo di Ormus Consulting, Amedeo Testa, segretario nazionale Cisl-Flaei) e dopo la significativa testimonianza del sindaco di San Nicola da Crissa, Giuseppe Condello.

 «Parliamo di un tema, quello delle comunità energetiche, che riguarda da vicino anche i cittadini – ha detto Mancuso nell’introdurre il confronto –. C’è un grande interesse attorno all’argomento, come la stessa presenza del segretario generale Sbarra testimonia. Oggi abbiamo inteso mettere insieme i soggetti interessati al tema facendo da collante tra di essi perché siamo convinti che le comunità energetiche non solo possano produrre i risparmi di cui in questo momento abbiamo bisogno, ma anche rispondere alle necessità dell’ambiente attraverso le ricadute positive che il ricorso alle energie rinnovabili porta con sé. Le comunità energetiche, ovviamente, da sole non bastano, ma intanto partiamo da qui». 

Varì, nel suo intervento, ha definito le Comunità Energetiche «uno degli strumenti che il governo regionale ha intenzione di mettere a punto per affrontare la crisi energetiche, sono uno strumento per lo sviluppo sostenibile che permetterà di ottenere vantaggi economici, sociali e ambientali».

«Le stiamo sostenendo tanto sia dal punto di vista finanziario – ha spiegato – nella programmazione 21-27 le risorse messe a disposizione sono imponenti, sia da un punto di vista pragmatico perché la Regione Calabria ha allestito un portale che si chiama Calabria Energia grazie al quale Enti locali, cittadini e imprese hanno a disposizione gli strumenti per mettere in piedi una comunità energetica».

 «Quella di oggi è un’occasione propizia – ha detto il presidente di Unindustria, Ferrara – perché industrie e sindacati si trovano per affrontare un tema di assoluta attualità. È importante infatti che nell’incontro di oggi ci siano i diversi soggetti che hanno interesse e competenza nell’attivazione delle comunità energetiche. Certo, siamo all’inizio di un percorso che necessita ulteriori approfondimenti normativi, ma non ci deve sfuggire che le sfide del Pnrr e del Por che mettono a disposizione risorse ingenti per i Comuni su questo argomento. Credo che regione come la nostra, in tema di energie rinnovabili, possa svolgere un ruolo da protagonista nel contesto nazionale».

Luigi Sbarra, nelle conclusioni, ha dichiarato «Apprezziamo che la Premier Meloni abbia annunciato di voler rilanciare politiche e infrastrutture energetiche – ha detto -. Quella della transizione energetica è una delle più importanti sfide che ha di fronte il nuovo Governo.  Ora è fondamentale procedere, mettendo finalmente in soffitta i tanti “no” ideologici che in questi anni hanno bloccato strategie e investimenti. Questo vuol dire aumentare l’estrazione nazionale di gas; realizzare termovalorizzatori; accelerare la realizzazione dei rigassificatori di Piombino, Ravenna e Gioia Tauro; far ripartire la ricerca; puntare su economie circolari e fonti rinnovabili».

«Il Sud si candida a grande hub euro-mediterraneo di questo nuovo corso – ha concluso – e invoca un colpo d’ali in particolare sul rigassificatore di Gioia Tauro e sulla piena capacità operativa del Tap». 

Proprio sulla questione energia era intervenuto, nei giorni scorsi, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che ha lanciato l’idea di dare vantaggi a chi produce energia da fonti pulite.

«La mia Regione produce molta più energia rispetto a quella che consuma – ha spiegato Occhiuto a Mattino 5 – ma i miei cittadini pagano le bollette elettriche allo stesso modo dei cittadini di altre Regioni che producono meno energia. Eppure produciamo una percentuale molto più alta di energia da fonti rinnovabili e dall’idroelettrico».

«Perché la mia Regione non può, dunque, tenere per sé i maggiori introiti fiscali derivanti da una maggiore produzione di energia alternativa?», ha chiesto Occhiuto, sottolineando che «se non si interviene in questo modo, dando appunto dei vantaggi ai territori che investono sulle rinnovabili, non ci può essere un reale incentivo allo sviluppo dell’energia pulita».

Anche Confindustria Cosenza ha parlato del tema delle Comunità Energetiche, organizzando un seminario, nel mese di ottobre, dal titolo Comunità energetiche: una strategia per contrastare la crisi energetica, opportunità di lavoro e di sviluppo. In quest’occasione, Giovan Battista Perciaccante, presidente di Ance Calabria e Cosenza, ha evidenziato come «le comunità energetiche, quale soggetto giuridico non profit a cui possono aderire volontariamente persone fisiche, imprese, pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire localmente energia elettrica da fonte rinnovabile, rappresentano una strategia rilevante».

«Siamo consapevoli dei ritardi accumulati – ha aggiunto il presidente Perciaccante – ma anche dell’urgenza di intervenire tempestivamente per risolvere il grave problema degli approvvigionamenti energetici e cogliere la straordinaria occasione offerta dal PNRR e dagli ulteriori programmi per la coesione sociale stabiliti a livello europeo, nazionale e regionale».

Il Presidente Cts Energia Calabria, Nicola De Nardi, ha specificato che con l’avvio delle Comunità Energetiche si pongono alcune condizioni di base per fronteggiare con successo la crisi energetica, ridurre le emissioni nocive climalteranti, incentivare forme di risparmio e di diversificazione del reddito per imprese, cittadini ed enti pubblici, contribuendo a migliorare l’impatto ambientale e l’impronta ecologica del vivere civile e del sistema produttivo. (ams

 

L’OPINIONE / Francesca Cufone: Perché le Comunità Energetiche sono un discorso soprattutto politico

di FRANCESCA CUFONEAttraverso il Green Deal europeo, ci si è assunti limpegno di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Affinché ciò avvenga, uno degli obiettivi è quello di decarbonizzare il sistema energetico dell’Unione Europea, con il fine di ottenere zero emissioni di gas serra nette entro il 2050. Se volgiamo uno sguardo al lato dellofferta energetica sembrerebbe che il problema non riguardi i produttori di energia.

Eppure la produzione e consumo di energia è responsabile per circa il 70% dellemissioni di gas climalteranti. Ecco perché come Movimento vorremmo porre attenzione su una delle tematiche chiave della green transition annoverata dalla Missione 2 del Piano Ripresa e Resilienza: vale a dire la transizione energetica. Se si crede che questa consiste nel mero passaggio dal combustibile fossile alle energie rinnovabili non è detto che riusciremo a raggiungere nei prossimi decenni lobiettivo prefissato. Pertanto, occorre che in primis si acquisisca la consapevolezza da un lato che bisogna cambiare stile di vita puntando sulla gerarchia rigida delle 4 R”: ridurre, riutilizzare, recuperare, riciclare.

Dallaltro lato, occorre anche porre un freno allinflazione in atto perché ciò comporta un acuirsi della povertà energetica. Unita alla crisi climatica, si è instaurato un clima di incertezza che ha fatto innescare un circolo vizioso da cui bisogna uscire il prima possibile. Abbiamo la grande, e forse unica, opportunità del Pnrr che non è un caso se lItalia è stata tra quelle a beneficiarne di più di altri Paesi europei. Un’opportunità, da non perdere, di dare una svolta e puntare su soluzioni più sostenibili sotto il triplice aspetto: economico, sociale ed ambientale.

Economico perché col passare del tempo come italiani stiamo smettendo di essere risparmiatori e nella finanza pubblica sono sempre meno le risorse disponibili e la maggior parte della ricchezza a livello mondiale è concentrata nelle mani di pochi. A ciò si aggiunge un malessere e disagio sociale rappresentata dalla forbice che tende sempre più a crescere: chi è ricco lo sarà ancora di più e chi resta indietro viene completamente dimenticato. Dal punto di vista ambientale siamo in piena crisi: lalternarsi di periodi di siccità ad improvvise alluvioni mostra a pieno in tutto la loro drammaticità il cambiamento climatico in atto. Il quadro che si prospetta è preoccupante e destabilizzante soprattutto per le generazioni giovani e prossime.

La transizione energetica è la sfida delle sfide e il discorso è soprattuto politico, perché bisogna pretendere che sia una just transition”: una transizione che parte dal basso, democratica, partecipata e che coinvolga istituzioni, imprese e singoli cittadini, tutelando quelli più vulnerabili.

Inoltre, è loccasione anche per fare leva sulla terza missione delle Università puntando sulle competenze ed esperienze di laureati, professori ed esperti in ambito non solo energetico. Le comunità energetiche potrebbero essere la svolta epocale in particolare modo per il Meridione. Dove una qualità della vita migliore garantirebbe occasioni di sviluppo maggiore con una crescita dei territori che genererebbe economia e quindi occupazione, soprattutto in quei contesti che vanno sotto la nomenclatura di transizione ecologicae transizione digitale. Tutto questo permetterebbe a tanti giovani di rimanere e investire nelle proprie realtà e, quindi, nella propria regione, senza dover emigrare e in un effetto domino si contrasterebbe labbandono di interi territori, evitando così lo spopolamento dei centri storici o borghi.

Crediamo fermamente che i presupposti ci sono tutti, anche perché il Sud per antonomasia è intesa come comunità e non come società.

Questo è uno dei punti programmatici di IdM e su cui abbiamo aperto dei tavoli di discussione con lapporto di professionisti e studiosi della materia e amministratori locali, attraverso quella sinergia pubblico/privato che diventa fondamentale per avviare processi virtuosi e di best practice.

Il primo incontro è Sabato 22 Ottobre, alle ore 17.30, presso lHotel San Francesco di Rende, dove discuteremo sul ruolo e sul valore delle Comunità Energetiche nella transizione energetica, nonché sulle opportunità di sviluppo a livello locale. (fc)

[Francesca Cufone è commissario cittadino Idm di Rende]

Perciaccante (Ance Calabria): Le Comunità Energetiche una strategia rilevante

Giovan Battista Perciaccante, presidente di Ance Calabria e Cosenza, ha ribadito la necessità di «ridurre, drasticamente, la nostra dipendenza dai combustibili fossili, spingendo l’acceleratore in direzione della rivoluzione verde».

Perciaccante, introducendo il seminario Comunità energetiche: una strategia per contrastare la crisi energetica, opportunità di lavoro e di sviluppo che si è svolto nella sede di Confindustria Cosenza, ha evidenziato come «le comunità energetiche, quale soggetto giuridico non profit a cui possono aderire volontariamente persone fisiche, imprese, pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire localmente energia elettrica da fonte rinnovabile, rappresentano una strategia rilevante».

Obiettivo dell’incontro è stato quello di promuovere un dialogo costruttivo tra imprese, pubbliche amministrazioni, ordini professionali e comunità, illustrare le nuove opportunità produttive ed occupazionali connesse alla transizione ecologica ed alle comunità energetiche rinnovabili, intervenire su alcune debolezze del nostro territorio quale, appunto, la capacità di fare rete.  

«Siamo consapevoli dei ritardi accumulati – ha aggiunto il presidente Perciaccante – ma anche dell’urgenza di intervenire tempestivamente per risolvere il grave problema degli approvvigionamenti energetici e cogliere la straordinaria occasione offerta dal PNRR e dagli ulteriori programmi per la coesione sociale stabiliti a livello europeo, nazionale e regionale». 

Il Presidente Cts Energia Calabria, Nicola De Nardi, ha specificato che con l’avvio delle Comunità Energetiche si pongono alcune condizioni di base per fronteggiare con successo la crisi energetica, ridurre le emissioni nocive climalteranti, incentivare forme di risparmio e di diversificazione del reddito per imprese, cittadini ed enti pubblici, contribuendo a migliorare l’impatto ambientale e l’impronta ecologica del vivere civile e del sistema produttivo.

I lavori del seminario hanno consentito di illustrare nel dettaglio il portale delle comunità energetiche della Regione Calabria, di presentare una roadmap per le comunità energetiche, di conoscere il progetto Unical sull’ecosistema Tech4you per le transizioni ecologica e digitale, la piattaforma cloud e la comunità energetica nel Comune di Melissa, l’esperienza del Comune di San Lucido che sta partecipando attivamente a diversi progetti europei sul tema.

Oltre a Perciaccante e De Nardi, sono intervenuti il docente Unical Francesco Lamonaca dell’Unical, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Cosenza Marco Ghionna, il sindaco di San Lucido Cosimo De Tommaso con l’Energy Manager Santo Abate, il Dirigente Regionale Settore Infrastrutture Energetiche Rodolfo Elia, Michele Zinzi della divisione Smart Energy dell’Enea, il professore associato Alfredo Garro dell’Unical, Carlo Poerio del Comune di Melissa, la Dirigente Scolastica dell’Iti “Monaco” di Cosenza Fiorangela D’Ippolito, il presidente dell’Associazione Energia Calabria Antonio Anelo con il Consigliere Tommaso Gallo, la Coordinatrice Sara Capuzzo di Italia Solare. (rcs)

 

Caro bollette, Baldino (M5S): Calabria promuova le Comunità energetiche

La candidata alla camera in Calabria e capogruppo del Movimento 5 Stelle per la I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni, Vittoria Baldino, ha chiesto che «la Calabria promuova le Comunità Energetiche ed approvi il Reddito Energetico».

«Nel 2021 l’economia calabrese, come ricorda il rapporto di Banca d’Italia – ha spiegato Baldino – è stata caratterizzata da una significativa ripresa, anche se insufficiente a colmare il calo osservato durante la crisi pandemica. Relativamente all’attività economica, nei primi mesi dello stesso anno, la Calabria è cresciuta del 5,7 per cento rispetto al 2020, un dato sostanzialmente in linea col Mezzogiorno ma inferiore di circa un punto percentuale alla media nazionale. La ripresa ha tratto vantaggio dall’allentamento delle precedenti misure di restrizione. Ma già alla fine del 2021, e poi nei primi mesi del 2022, si è nuovamente registrato un rallentamento del ciclo economico».

«Ad incidere, come ampiamente previsto dal M5S, l’incremento dei costi energetici – ha proseguito –. Oggi il caro bollette rischia di travolgere i già disastrati bilanci degli enti locali calabresi, considerando che molti si trovano in situazione di dissesto o predissesto finanziario. Come rischia di travolgere le famiglie calabresi. Si conta circa un quarto delle famiglie nel sud a rischio povertà energetica, ovvero non in grado di riscaldarsi d’inverno o rinfrescarsi d’estate con regolarità o di utilizzare gli elettrodomestici tutti i giorni. Serve una convergenza di tutte le istituzioni nazionali e sovranazionali, per tutelare famiglie e imprese».

«In tal senso alle proposte del M5S in Calabria e relative – ha aggiunto – alla promozione delle comunità energetiche e all’approvazione del reddito energetico, deve associarsi una vera tassazione degli extra profitti delle aziende energetiche, per recuperare i 9 miliardi di mancato gettito e rendere poi pubblici gli elenchi delle società che si stanno sottraendo alla legge».

«Occorre estendere questa misura anche al settore farmaceutico e assicurativo – ha concluso – colpendo le speculazioni fatte durante la pandemia. Così come va azzerata l’Iva per i beni di prima necessità. Da ultimo il governo Draghi non può non disporre un importante scostamento di bilancio per trovare le risorse necessarie ad aiutare le imprese e le famiglie». (rp)

Occhiuto: La prima Comunità Energetica sarà realizzata in Cittadella

La Regione investe ed è convinta delle potenzialità rappresentate dalle Comunità Energetiche Rinnovabili, tanto da voler realizzare in Cittadella regionale la prima Comunità Energetica. L’annuncio è stato fatto dal Governatore Roberto Occhiuto, spiegando di aver chiesto all’assessore Rosario Varì «che se ne facciano anche nei nostri aeroporti, perché hanno bisogno di energia».

All’importante evento in Cittadella regionale, il presidente Occhiuto ha ribadito che «l’energia rinnovabile deve diventare un asset di sviluppo prioritario per la nostra Regione. La costituzione delle Comunità energetiche è un’occasione preziosa che non possiamo e non vogliamo sprecare. La Calabria è ricca di fonti naturali quali il sole, l’acqua, il vento. Attualmente produciamo il triplo dell’energia che utilizziamo e, per questo, dobbiamo individuare e attrarre soggetti che promuovano investimenti in energie rinnovabili nella nostra regione, con modalità che mirano a creare benefici soprattutto per i calabresi».

«Da oggi è attivo – ha annunciato infine il presidente Occhiuto – il portale web CalabriaEnergia dedicato alle politiche regionali in tema di Energia. Uno strumento importante per accompagnare gli uffici tecnici dei Comuni, che spesso hanno difficoltà economiche e poco personale, nel progettare e costituire le Comunità Energetiche Rinnovabili».

«Si tratta – ha precisato l’assessore allo Sviluppo economico e Attrattori culturali, Rosario Varì – del primo sportello telematico di supporto ai Comuni dedicato a questo settore. Un servizio importante che parte proprio dalla Calabria e sarà di ausilio alle amministrazioni comunali per la creazione delle CER, sia telematicamente che attraverso un’interlocuzione diretta».

«Le Comunità energetiche rinnovabili – ha aggiunto Varì – apporteranno vantaggi ambientali, economici e sociali e il Governo regionale è fortemente impegnato a sostenerle sia finanziariamente sia pragmaticamente. Inoltre, abbiamo stipulato accordi con Rse e Gse per realizzare attività formativa e informativa. Tutte queste azioni rientrano in un ambito pianificatorio più ampio che sfocerà nell’aggiornamento di un piano energetico regionale fermo al 2005 ed al quale stiamo lavorando alacremente per contribuire ad una maggiore autonomia energetica del Paese, alla sostenibilità ambientale ed alla riduzione del prezzi. Ringrazio tutta la squadra del Dipartimento per lo straordinario lavoro che sta svolgendo».

L’incontro, al quale ha preso parte anche Rodolfo Elia, dirigente regionale del settore Infrastrutture energetiche, è stato moderato dal dirigente generale del dipartimento regionale Sviluppo economico e Attrattori culturali, Fortunato Varone, che ha commentato: «L’iniziativa è stata molto partecipata. Presenti molti sindaci e dirigenti tecnici comunali, nonché alcuni assessori e consiglieri regionali, a conferma del grande interesse sul tema». 

«La Regione Calabria – ha aggiunto – vuole attuare a livello locale le strategie europee e nazionali per la costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili e per farlo intende realizzare un’azione vincente, vale a dire mettersi al fianco, fungendo da guida, per gli amministratori locali, tecnici comunali, consulenti ed energy manager. Sono ritornato da poco in questo Dipartimento, ho trovato un gruppo molto operativo, grazie anche alla presenza dell’assessore Varì con il quale si è creata intesa sin da subito».

A relazionare sulle Comunità energetiche rinnovabili sono stati Fabio Armanasco, capo responsabile del progetto Comunità Energetiche e autoconsumo collettivo della RSE S.p.A (Ricerca sul Sistema Energetico), ed Emanuele Testa, funzione, promozione e assistenza alla Pubblica amministrazione della GSE S.p.A (Gestore dei Servizi Energetici).

«L’utente – ha affermato Armanasco – è al centro della transizione energetica di Rse: una comunità energetica è una realtà sociale, culturale ed economica che autoproduce localmente l’energia necessaria al suo fabbisogno, tutelando i propri beni comuni e indirizzandosi verso la riduzione della propria impronta ecologica. La centralità che assume l’utente finale in questo nuovo paradigma comporta un percorso orientato a una maggiore responsabilizzazione energetica al fine di rendere tutti più consapevoli. Al di là dei benefici elettroenergetici, attraverso le Comunità energetiche rinnovabili vi sono anche delle ampie ricadute a livello sociale e territoriale, come la promozione di filiere locali, il contrasto alla povertà energetica e ai fenomeni di abbandono di aree interne marginali».

«Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono una opportunità per i Comuni – ha dichiarato Emanuela Testa – per diminuire le emissioni, ottenere benefici economici dalla condivisione e favorire situazioni di povertà energetica». «Nell’ambito delle CER – ha concluso – gli enti locali possono assumere il ruolo di soggetto promotore, di partecipante attivo all’interno della configurazione, o mettere semplicemente a disposizione i propri asset – ad esempio tetti, terrazze – dove poter realizzare gli impianti. In collaborazione con Anci Nazionale stiamo predisponendo una guida che possa accompagnare gli Enti Locali nella procedura di avvio di una Comunità Energetica Rinnovabile. Il GSE con i suoi servizi di supporto affianca gli enti locali nella sfida pnrr per lo sviluppo e la crescita sostenibile dei nostri Territori». (rcz)

UNA VERA MINIERA DI ENERGIE RINNOVABILI
PER LE COMUNITÀ OCCASIONE DI SVILUPPO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Le Comunità Energetiche rinnovabili sono un’occasione di sviluppo non solo per l’Italia, ma soprattutto per la Calabria che – come ha ribadito il presidente della Regione, Roberto Occhiuto – «è una miniera di energie rinnovabili» che permetterebbe alla nostra regione l’indipendenza energetica.

Quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Calabria, infatti, non è una novità: nella scorsa legislatura, il consigliere regionale Antonio De Caprio, aveva presentato una proposta di legge nel 2019 proprio su questa «associazione di cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali, o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno i più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili».

A comprendere le potenzialità delle Comunità Energetiche Rinnovabili è stato anche l’allora assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio che, nel giugno del 2021, aveva inviato ai 404 sindaci calabresi la documentazione da usare come linea guida per la costituzione di ogni singolo Comune in “Comunità energetica rinnovabile”, esortando i sindaci «a percorrere questa strada, forse l’ultimo strumento che abbiamo per opporci alla povertà energetica e sociale».

«La transizione ecologica, obiettivo dell’Unione europea – ha spiegato De Caprio nella lettera – prevede per l’Italia un incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per 70 GW in 9 anni. Sarà uno sforzo enorme con la possibilità di gestire risorse e guadagni immensi».

«Per la Calabria – ha sottolineato ancora l’assessore – è fondamentale che questa ricchezza possa essere condivisa con i nostri cittadini, con le nostre famiglie e non vada ad arricchire alcuni, escludendone altri».

Nella documentazione è specificato che «le amministrazioni comunali hanno un ruolo centrale, configurandosi come soggetto facilitatore per il coinvolgimento dei cittadini, promotore per la creazione del processo virtuoso di costituzione delle comunità energetiche e come co-gestore, poiché in grado di supportare tecnicamente i processi di creazione e mantenimento degli apparati tecnologici a supporto della comunità energetica».

«La Comunità energetica rinnovabile – è scritto ancora – ha una funzione strategica nel miglioramento dell’efficienza energetica come vettore di cambiamento culturale e comportamentale».
È previsto, inoltre, l’avvio di «un protocollo di intesa con le scuole inserite come utenze nella Comunità energetica rinnovabile, volto a sensibilizzare gli studenti e a ispirare modifiche comportamentali in grado di influenzare la più ampia comunità sociale attraverso la famiglia e gli amici». Il protocollo di intesa «avrà come obiettivo la partecipazione degli studenti alle modalità di utilizzo dell’energia per la riduzione della povertà energetica e sociale».
Sul fronte, si è impegnata anche l’Università della Calabria che, con il suo Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale dava conto di un accordo di collaborazione con sedici Comuni Calabresi, assieme per fronteggiare strutturalmente il grave problema del caro energia, muovendosi lungo la strada della transizione energetica. sfruttando le risorse del Pnrr, ben 2,2 miliardi, destinati a finanziare la nascita di Comunità di Energia Rinnovabile.
L’obiettivo è dare alle popolazioni locali la possibilità di passare da semplici passivi consumatori di energia a veri e propri esportatori di una risorsa locale quale, appunto, la preziosa energia solare, per generare risorse economiche per lo sviluppo locale e, nel contempo, decisamente contribuire alla transizione energetica.

La Calabria attualmente, infatti, produce ben 12mila GWh/anno di energia da centrali termoelettriche tradizionali (quasi esclusivamente alimentate a gas) che, tolta una parte destinata al fabbisogno interno, destina all’esportazione verso altre regioni (circa 10.500GWh/anno) che destina all’esportazione fuori regione. 

È quindi un grande controsenso per una regione come la Calabria essere un importante produttore ed esportatore di energia da fonte fossile nonostante la preziosa “miniera” di fonti rinnovabili che insistono sul proprio territorio. Risorse preziose in questa grave congiuntura energetica, per l’economia e soprattutto per il soddisfacimento di fabbisogni primari di molte famiglie in difficoltà.

«L’obiettivo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale – dice il prof. Daniele Menniti, responsabile del gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia – è quello di contribuire assieme ai Comuni, è quello di sostenere i Comuni in una rivoluzione energetica/ecologica che, dal punto di vista energetico, dovrà far diventare la Calabria la California d’Italia».

Tema, che è stato poi ripreso nella nuova legislatura con un incontro, avvenuto a febbraio, in Cittadella regionale con la sottosegretaria alla Transizione Ecologica, Ilaria Fontana, che ha sottolineato come «le Comunità Energetiche sono una risposta a medio e lungo termine».

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha ribadito la volontà da parte della Regione Calabria di «rivestire un ruolo chiave nella promozione del risparmio energetico, della produzione e dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili assumendo l’impegno di condurre il territorio verso uno sviluppo sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale».

«Uno dei punti focali dell’azione che la Regione Calabria promuoverà – ha spiegato Varì – attraverso strumenti e politiche mirate, è l’accompagnamento dei Comuni nella costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), con l’obiettivo di diffondere e favorire la produzione e il consumo locale di energia rinnovabile».

«Cogliere l’opportunità di essere autonomi nella produzione di energia elettrica – ha aggiunto – oltre che comportare un risparmio per la collettività, salvaguarda la continuità nell’erogazione dei servizi della PA, soprattutto in situazioni di crisi energetiche come quelle che, recentemente, stanno accadendo a causa degli accadimenti geopolitici. Per questa ragione, il processo di cambiamento avviato deve essere consapevole e irreversibile e dovrà, necessariamente, coinvolgere tutti e tutto il territorio».

Che la Comunità energetica rinnovabile rappresenti, di fatto, la “città del futuro”, ne è convinto il sindaco di Maida, Salvatore Paone che, nei giorni scorsi, ha promosso un incontro per illustrare a cittadini e aziende il significato e il funzionamento della comunità energetica e i benefici che questa forma di autoconsumo energetico collettivo apporta con sé.

«L’amministrazione comunale intende con questa iniziativa condividere con il territorio l’idea di avviare a Maida una comunità energetica, un importante sistema virtuoso di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia a vantaggio di tutti, non perdendo l’occasione di utilizzare i contributi pubblici del PNRR e coinvolgendo per il supporto tecnico-scientifico leader di settore – ha detto il primo cittadino –. Il convegno è stata l’occasione per illustrare a tutti gli interessati il funzionamento della comunità energetica ed i benefici che otterranno anche i privati e le imprese. Un momento di confronto e di crescita comune».

«Cosa può fare un amministratore comunale – ha proseguito – per essere al passo con i tempi e contribuire ad una politica energetica moderna, alla cosiddetta transazione energetica, che guardi al futuro e alle nuove fonti rinnovabili senza devastare il territorio? La risposta viene proprio pensando alla comunità energetica, un coordinamento tra istituzioni locali, imprese e cittadini, tutti consapevoli che solo uniti si può ottenere un risultato concreto che può abbattere il caro bollette, creare risparmio energetico, guardando al futuro e alle nuove tecnologie digitali».

«Il Comune – ha spiegato ancora Paone – diventerà il dominus di tutto il progetto, supportando in tutti i modi i privati che vogliono partecipare alla comunità, garantendo il costo zero dell’impianto fotovoltaico o di altra fonte rinnovabile, creando una task force ad hoc all’interno degli uffici comunali con il compito di guidare i soggetti interessati per la predisposizione di tutti i documenti necessari con il supporto dei funzionari comunali».

Insomma, in tutta la regione, è unanime l’idea che le Comunità Energetiche Rinnovabili possono rappresentare un punto di svolta per la Calabria a livello di risparmio energetico e che va nella direzione della tutela dell’ambiente, della transizione ecologica e della sostenibilità. (rrm)

Tavernise (M5S): La Regione crei una Comunità Energetica calabrese

«La Regione crei una Comunità Energetica Regionale Calabrese per sfruttare le enormi potenzialità delle comunità energetiche». È quanto ha chiesto il consigliere regionale del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, chiedendo che la Regione «aggiorni il “Piano Energetico”, lo trasformi in Preac (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) perseguendo il più ampio ricorso a strumenti, che migliorano insieme sicurezza energetica, accessibilità dei costi dell’energia e tutela dell’ambiente».

«Tenendo in debita considerazione – ha proseguito – aspetti di sostenibilità economica e sociale, incentivando il ricorso alle energie rinnovabili, al risparmio e all’efficientamento energetico. Sull’esempio della Lombardia, assuma un ruolo da protagonista nella fase del cambiamento, mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese, che funga da centro di coordinamento,  impieghi aree o edifici di proprietà regionale, metta al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese, gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica. Il PNRR prevede 2,2 miliardi di euro per le comunità energetiche nei comuni sotto i 5000 abitanti, ma occorre mettere i comuni nelle condizioni di poter intercettare tali somme predisponendo i progetti».

«L’incentivo e la diffusione capillare delle comunità energetiche – ha proseguito – come testimoniato dalla comunità energetica di Napoli est, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, rappresentano una misura efficace per mitigare in modo strutturale i costi della bolletta per cittadini ed imprese. All’orrore, alla rabbia, alla preoccupazione per il conflitto in Ucraina, vanno aggiunte le conseguenze che la guerra sta già avendo sull’approvvigionamento energetico. Di più, secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d’Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale. Ancora, il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022, rispetto al primo trimestre 2021, si è registrato un aumento del 131%, per il cliente domestico tipo di energia elettrica,  e del 94%, per quello del gas naturale».

«I rincari – ha evidenziato – stanno colpendo pesantemente le famiglie, sia direttamente, con gli aumenti in bolletta, e sia attraverso gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo, per effetto degli aumenti dei costi di produzione. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili, mirati ad affrancare l’Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le comunità energetiche, in tal senso, rappresentano una soluzione dal basso per famiglie e imprese, che possono risparmiare, da un lato, e perseguire la sostenibilità sociale e ambientale dall’altro. Come ha detto oggi il presidente Conte, durante il convegno “Transizione energetica: proposte e strumenti per rilanciare il comparto produttivo”, le imprese vanno sostenute subito per non intervenire dopo con costi maggiorati e sistema produttivo fortemente indebolito, e in questo contesto due, tra gli strumenti cui fare ricorso, sono un piano massiccio sulle rinnovabili e un debito pubblico comune».

«Sono queste le ragioni e le richieste – ha concluso – che mi hanno portato a presentare una mozione, firmata anche dai capigruppo Nicola Irto e Amalia Bruni, in consiglio regionale. Una mozione, che si spera, trovi il consenso unanime dell’assise regionale calabrese, così come è successo in Lombardia, perché il momento storico che stiamo vivendo richiede condivisione delle buone pratiche, piuttosto che divisioni partitiche e dannose». (rrc)