Caro bollette, Baldino (M5S): Calabria promuova le Comunità energetiche

La candidata alla camera in Calabria e capogruppo del Movimento 5 Stelle per la I Commissione Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni, Vittoria Baldino, ha chiesto che «la Calabria promuova le Comunità Energetiche ed approvi il Reddito Energetico».

«Nel 2021 l’economia calabrese, come ricorda il rapporto di Banca d’Italia – ha spiegato Baldino – è stata caratterizzata da una significativa ripresa, anche se insufficiente a colmare il calo osservato durante la crisi pandemica. Relativamente all’attività economica, nei primi mesi dello stesso anno, la Calabria è cresciuta del 5,7 per cento rispetto al 2020, un dato sostanzialmente in linea col Mezzogiorno ma inferiore di circa un punto percentuale alla media nazionale. La ripresa ha tratto vantaggio dall’allentamento delle precedenti misure di restrizione. Ma già alla fine del 2021, e poi nei primi mesi del 2022, si è nuovamente registrato un rallentamento del ciclo economico».

«Ad incidere, come ampiamente previsto dal M5S, l’incremento dei costi energetici – ha proseguito –. Oggi il caro bollette rischia di travolgere i già disastrati bilanci degli enti locali calabresi, considerando che molti si trovano in situazione di dissesto o predissesto finanziario. Come rischia di travolgere le famiglie calabresi. Si conta circa un quarto delle famiglie nel sud a rischio povertà energetica, ovvero non in grado di riscaldarsi d’inverno o rinfrescarsi d’estate con regolarità o di utilizzare gli elettrodomestici tutti i giorni. Serve una convergenza di tutte le istituzioni nazionali e sovranazionali, per tutelare famiglie e imprese».

«In tal senso alle proposte del M5S in Calabria e relative – ha aggiunto – alla promozione delle comunità energetiche e all’approvazione del reddito energetico, deve associarsi una vera tassazione degli extra profitti delle aziende energetiche, per recuperare i 9 miliardi di mancato gettito e rendere poi pubblici gli elenchi delle società che si stanno sottraendo alla legge».

«Occorre estendere questa misura anche al settore farmaceutico e assicurativo – ha concluso – colpendo le speculazioni fatte durante la pandemia. Così come va azzerata l’Iva per i beni di prima necessità. Da ultimo il governo Draghi non può non disporre un importante scostamento di bilancio per trovare le risorse necessarie ad aiutare le imprese e le famiglie». (rp)

Occhiuto: La prima Comunità Energetica sarà realizzata in Cittadella

La Regione investe ed è convinta delle potenzialità rappresentate dalle Comunità Energetiche Rinnovabili, tanto da voler realizzare in Cittadella regionale la prima Comunità Energetica. L’annuncio è stato fatto dal Governatore Roberto Occhiuto, spiegando di aver chiesto all’assessore Rosario Varì «che se ne facciano anche nei nostri aeroporti, perché hanno bisogno di energia».

All’importante evento in Cittadella regionale, il presidente Occhiuto ha ribadito che «l’energia rinnovabile deve diventare un asset di sviluppo prioritario per la nostra Regione. La costituzione delle Comunità energetiche è un’occasione preziosa che non possiamo e non vogliamo sprecare. La Calabria è ricca di fonti naturali quali il sole, l’acqua, il vento. Attualmente produciamo il triplo dell’energia che utilizziamo e, per questo, dobbiamo individuare e attrarre soggetti che promuovano investimenti in energie rinnovabili nella nostra regione, con modalità che mirano a creare benefici soprattutto per i calabresi».

«Da oggi è attivo – ha annunciato infine il presidente Occhiuto – il portale web CalabriaEnergia dedicato alle politiche regionali in tema di Energia. Uno strumento importante per accompagnare gli uffici tecnici dei Comuni, che spesso hanno difficoltà economiche e poco personale, nel progettare e costituire le Comunità Energetiche Rinnovabili».

«Si tratta – ha precisato l’assessore allo Sviluppo economico e Attrattori culturali, Rosario Varì – del primo sportello telematico di supporto ai Comuni dedicato a questo settore. Un servizio importante che parte proprio dalla Calabria e sarà di ausilio alle amministrazioni comunali per la creazione delle CER, sia telematicamente che attraverso un’interlocuzione diretta».

«Le Comunità energetiche rinnovabili – ha aggiunto Varì – apporteranno vantaggi ambientali, economici e sociali e il Governo regionale è fortemente impegnato a sostenerle sia finanziariamente sia pragmaticamente. Inoltre, abbiamo stipulato accordi con Rse e Gse per realizzare attività formativa e informativa. Tutte queste azioni rientrano in un ambito pianificatorio più ampio che sfocerà nell’aggiornamento di un piano energetico regionale fermo al 2005 ed al quale stiamo lavorando alacremente per contribuire ad una maggiore autonomia energetica del Paese, alla sostenibilità ambientale ed alla riduzione del prezzi. Ringrazio tutta la squadra del Dipartimento per lo straordinario lavoro che sta svolgendo».

L’incontro, al quale ha preso parte anche Rodolfo Elia, dirigente regionale del settore Infrastrutture energetiche, è stato moderato dal dirigente generale del dipartimento regionale Sviluppo economico e Attrattori culturali, Fortunato Varone, che ha commentato: «L’iniziativa è stata molto partecipata. Presenti molti sindaci e dirigenti tecnici comunali, nonché alcuni assessori e consiglieri regionali, a conferma del grande interesse sul tema». 

«La Regione Calabria – ha aggiunto – vuole attuare a livello locale le strategie europee e nazionali per la costituzione delle Comunità energetiche rinnovabili e per farlo intende realizzare un’azione vincente, vale a dire mettersi al fianco, fungendo da guida, per gli amministratori locali, tecnici comunali, consulenti ed energy manager. Sono ritornato da poco in questo Dipartimento, ho trovato un gruppo molto operativo, grazie anche alla presenza dell’assessore Varì con il quale si è creata intesa sin da subito».

A relazionare sulle Comunità energetiche rinnovabili sono stati Fabio Armanasco, capo responsabile del progetto Comunità Energetiche e autoconsumo collettivo della RSE S.p.A (Ricerca sul Sistema Energetico), ed Emanuele Testa, funzione, promozione e assistenza alla Pubblica amministrazione della GSE S.p.A (Gestore dei Servizi Energetici).

«L’utente – ha affermato Armanasco – è al centro della transizione energetica di Rse: una comunità energetica è una realtà sociale, culturale ed economica che autoproduce localmente l’energia necessaria al suo fabbisogno, tutelando i propri beni comuni e indirizzandosi verso la riduzione della propria impronta ecologica. La centralità che assume l’utente finale in questo nuovo paradigma comporta un percorso orientato a una maggiore responsabilizzazione energetica al fine di rendere tutti più consapevoli. Al di là dei benefici elettroenergetici, attraverso le Comunità energetiche rinnovabili vi sono anche delle ampie ricadute a livello sociale e territoriale, come la promozione di filiere locali, il contrasto alla povertà energetica e ai fenomeni di abbandono di aree interne marginali».

«Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono una opportunità per i Comuni – ha dichiarato Emanuela Testa – per diminuire le emissioni, ottenere benefici economici dalla condivisione e favorire situazioni di povertà energetica». «Nell’ambito delle CER – ha concluso – gli enti locali possono assumere il ruolo di soggetto promotore, di partecipante attivo all’interno della configurazione, o mettere semplicemente a disposizione i propri asset – ad esempio tetti, terrazze – dove poter realizzare gli impianti. In collaborazione con Anci Nazionale stiamo predisponendo una guida che possa accompagnare gli Enti Locali nella procedura di avvio di una Comunità Energetica Rinnovabile. Il GSE con i suoi servizi di supporto affianca gli enti locali nella sfida pnrr per lo sviluppo e la crescita sostenibile dei nostri Territori». (rcz)

UNA VERA MINIERA DI ENERGIE RINNOVABILI
PER LE COMUNITÀ OCCASIONE DI SVILUPPO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Le Comunità Energetiche rinnovabili sono un’occasione di sviluppo non solo per l’Italia, ma soprattutto per la Calabria che – come ha ribadito il presidente della Regione, Roberto Occhiuto – «è una miniera di energie rinnovabili» che permetterebbe alla nostra regione l’indipendenza energetica.

Quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili in Calabria, infatti, non è una novità: nella scorsa legislatura, il consigliere regionale Antonio De Caprio, aveva presentato una proposta di legge nel 2019 proprio su questa «associazione di cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali, o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno i più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili».

A comprendere le potenzialità delle Comunità Energetiche Rinnovabili è stato anche l’allora assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio che, nel giugno del 2021, aveva inviato ai 404 sindaci calabresi la documentazione da usare come linea guida per la costituzione di ogni singolo Comune in “Comunità energetica rinnovabile”, esortando i sindaci «a percorrere questa strada, forse l’ultimo strumento che abbiamo per opporci alla povertà energetica e sociale».

«La transizione ecologica, obiettivo dell’Unione europea – ha spiegato De Caprio nella lettera – prevede per l’Italia un incremento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per 70 GW in 9 anni. Sarà uno sforzo enorme con la possibilità di gestire risorse e guadagni immensi».

«Per la Calabria – ha sottolineato ancora l’assessore – è fondamentale che questa ricchezza possa essere condivisa con i nostri cittadini, con le nostre famiglie e non vada ad arricchire alcuni, escludendone altri».

Nella documentazione è specificato che «le amministrazioni comunali hanno un ruolo centrale, configurandosi come soggetto facilitatore per il coinvolgimento dei cittadini, promotore per la creazione del processo virtuoso di costituzione delle comunità energetiche e come co-gestore, poiché in grado di supportare tecnicamente i processi di creazione e mantenimento degli apparati tecnologici a supporto della comunità energetica».

«La Comunità energetica rinnovabile – è scritto ancora – ha una funzione strategica nel miglioramento dell’efficienza energetica come vettore di cambiamento culturale e comportamentale».
È previsto, inoltre, l’avvio di «un protocollo di intesa con le scuole inserite come utenze nella Comunità energetica rinnovabile, volto a sensibilizzare gli studenti e a ispirare modifiche comportamentali in grado di influenzare la più ampia comunità sociale attraverso la famiglia e gli amici». Il protocollo di intesa «avrà come obiettivo la partecipazione degli studenti alle modalità di utilizzo dell’energia per la riduzione della povertà energetica e sociale».
Sul fronte, si è impegnata anche l’Università della Calabria che, con il suo Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale dava conto di un accordo di collaborazione con sedici Comuni Calabresi, assieme per fronteggiare strutturalmente il grave problema del caro energia, muovendosi lungo la strada della transizione energetica. sfruttando le risorse del Pnrr, ben 2,2 miliardi, destinati a finanziare la nascita di Comunità di Energia Rinnovabile.
L’obiettivo è dare alle popolazioni locali la possibilità di passare da semplici passivi consumatori di energia a veri e propri esportatori di una risorsa locale quale, appunto, la preziosa energia solare, per generare risorse economiche per lo sviluppo locale e, nel contempo, decisamente contribuire alla transizione energetica.

La Calabria attualmente, infatti, produce ben 12mila GWh/anno di energia da centrali termoelettriche tradizionali (quasi esclusivamente alimentate a gas) che, tolta una parte destinata al fabbisogno interno, destina all’esportazione verso altre regioni (circa 10.500GWh/anno) che destina all’esportazione fuori regione. 

È quindi un grande controsenso per una regione come la Calabria essere un importante produttore ed esportatore di energia da fonte fossile nonostante la preziosa “miniera” di fonti rinnovabili che insistono sul proprio territorio. Risorse preziose in questa grave congiuntura energetica, per l’economia e soprattutto per il soddisfacimento di fabbisogni primari di molte famiglie in difficoltà.

«L’obiettivo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale – dice il prof. Daniele Menniti, responsabile del gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia – è quello di contribuire assieme ai Comuni, è quello di sostenere i Comuni in una rivoluzione energetica/ecologica che, dal punto di vista energetico, dovrà far diventare la Calabria la California d’Italia».

Tema, che è stato poi ripreso nella nuova legislatura con un incontro, avvenuto a febbraio, in Cittadella regionale con la sottosegretaria alla Transizione Ecologica, Ilaria Fontana, che ha sottolineato come «le Comunità Energetiche sono una risposta a medio e lungo termine».

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha ribadito la volontà da parte della Regione Calabria di «rivestire un ruolo chiave nella promozione del risparmio energetico, della produzione e dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili assumendo l’impegno di condurre il territorio verso uno sviluppo sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale».

«Uno dei punti focali dell’azione che la Regione Calabria promuoverà – ha spiegato Varì – attraverso strumenti e politiche mirate, è l’accompagnamento dei Comuni nella costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), con l’obiettivo di diffondere e favorire la produzione e il consumo locale di energia rinnovabile».

«Cogliere l’opportunità di essere autonomi nella produzione di energia elettrica – ha aggiunto – oltre che comportare un risparmio per la collettività, salvaguarda la continuità nell’erogazione dei servizi della PA, soprattutto in situazioni di crisi energetiche come quelle che, recentemente, stanno accadendo a causa degli accadimenti geopolitici. Per questa ragione, il processo di cambiamento avviato deve essere consapevole e irreversibile e dovrà, necessariamente, coinvolgere tutti e tutto il territorio».

Che la Comunità energetica rinnovabile rappresenti, di fatto, la “città del futuro”, ne è convinto il sindaco di Maida, Salvatore Paone che, nei giorni scorsi, ha promosso un incontro per illustrare a cittadini e aziende il significato e il funzionamento della comunità energetica e i benefici che questa forma di autoconsumo energetico collettivo apporta con sé.

«L’amministrazione comunale intende con questa iniziativa condividere con il territorio l’idea di avviare a Maida una comunità energetica, un importante sistema virtuoso di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia a vantaggio di tutti, non perdendo l’occasione di utilizzare i contributi pubblici del PNRR e coinvolgendo per il supporto tecnico-scientifico leader di settore – ha detto il primo cittadino –. Il convegno è stata l’occasione per illustrare a tutti gli interessati il funzionamento della comunità energetica ed i benefici che otterranno anche i privati e le imprese. Un momento di confronto e di crescita comune».

«Cosa può fare un amministratore comunale – ha proseguito – per essere al passo con i tempi e contribuire ad una politica energetica moderna, alla cosiddetta transazione energetica, che guardi al futuro e alle nuove fonti rinnovabili senza devastare il territorio? La risposta viene proprio pensando alla comunità energetica, un coordinamento tra istituzioni locali, imprese e cittadini, tutti consapevoli che solo uniti si può ottenere un risultato concreto che può abbattere il caro bollette, creare risparmio energetico, guardando al futuro e alle nuove tecnologie digitali».

«Il Comune – ha spiegato ancora Paone – diventerà il dominus di tutto il progetto, supportando in tutti i modi i privati che vogliono partecipare alla comunità, garantendo il costo zero dell’impianto fotovoltaico o di altra fonte rinnovabile, creando una task force ad hoc all’interno degli uffici comunali con il compito di guidare i soggetti interessati per la predisposizione di tutti i documenti necessari con il supporto dei funzionari comunali».

Insomma, in tutta la regione, è unanime l’idea che le Comunità Energetiche Rinnovabili possono rappresentare un punto di svolta per la Calabria a livello di risparmio energetico e che va nella direzione della tutela dell’ambiente, della transizione ecologica e della sostenibilità. (rrm)

Tavernise (M5S): La Regione crei una Comunità Energetica calabrese

«La Regione crei una Comunità Energetica Regionale Calabrese per sfruttare le enormi potenzialità delle comunità energetiche». È quanto ha chiesto il consigliere regionale del Movimento 5 StelleDavide Tavernise, chiedendo che la Regione «aggiorni il “Piano Energetico”, lo trasformi in Preac (Piano Regionale Energia Ambiente e Clima) perseguendo il più ampio ricorso a strumenti, che migliorano insieme sicurezza energetica, accessibilità dei costi dell’energia e tutela dell’ambiente».

«Tenendo in debita considerazione – ha proseguito – aspetti di sostenibilità economica e sociale, incentivando il ricorso alle energie rinnovabili, al risparmio e all’efficientamento energetico. Sull’esempio della Lombardia, assuma un ruolo da protagonista nella fase del cambiamento, mediante la creazione di una Comunità Energetica Regionale Calabrese, che funga da centro di coordinamento,  impieghi aree o edifici di proprietà regionale, metta al centro il cittadino, le associazioni, le piccole e medie imprese, gli enti locali, in modo che siano protagonisti e beneficiari della transizione energetica. Il PNRR prevede 2,2 miliardi di euro per le comunità energetiche nei comuni sotto i 5000 abitanti, ma occorre mettere i comuni nelle condizioni di poter intercettare tali somme predisponendo i progetti».

«L’incentivo e la diffusione capillare delle comunità energetiche – ha proseguito – come testimoniato dalla comunità energetica di Napoli est, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, rappresentano una misura efficace per mitigare in modo strutturale i costi della bolletta per cittadini ed imprese. All’orrore, alla rabbia, alla preoccupazione per il conflitto in Ucraina, vanno aggiunte le conseguenze che la guerra sta già avendo sull’approvvigionamento energetico. Di più, secondo le elaborazioni del Ministero della transizione ecologica, nel 2020 la Calabria è stata la quinta regione d’Italia, pur essendo la decima per popolazione residente, per consumo di gas destinato al termoelettrico tradizionale, con circa il 10% del fabbisogno nazionale. Ancora, il 15 febbraio 2022, in audizione al Senato, il Presidente di ARERA ha reso noto che, pur con gli interventi straordinari da parte del Governo, nel primo trimestre 2022, rispetto al primo trimestre 2021, si è registrato un aumento del 131%, per il cliente domestico tipo di energia elettrica,  e del 94%, per quello del gas naturale».

«I rincari – ha evidenziato – stanno colpendo pesantemente le famiglie, sia direttamente, con gli aumenti in bolletta, e sia attraverso gli inevitabili aumenti dei prezzi dei beni di consumo, per effetto degli aumenti dei costi di produzione. È dunque necessario attuare interventi strutturali forti ed investimenti importanti sulle energie rinnovabili, mirati ad affrancare l’Italia e la Calabria dalla dipendenza energetica. Le comunità energetiche, in tal senso, rappresentano una soluzione dal basso per famiglie e imprese, che possono risparmiare, da un lato, e perseguire la sostenibilità sociale e ambientale dall’altro. Come ha detto oggi il presidente Conte, durante il convegno “Transizione energetica: proposte e strumenti per rilanciare il comparto produttivo”, le imprese vanno sostenute subito per non intervenire dopo con costi maggiorati e sistema produttivo fortemente indebolito, e in questo contesto due, tra gli strumenti cui fare ricorso, sono un piano massiccio sulle rinnovabili e un debito pubblico comune».

«Sono queste le ragioni e le richieste – ha concluso – che mi hanno portato a presentare una mozione, firmata anche dai capigruppo Nicola Irto e Amalia Bruni, in consiglio regionale. Una mozione, che si spera, trovi il consenso unanime dell’assise regionale calabrese, così come è successo in Lombardia, perché il momento storico che stiamo vivendo richiede condivisione delle buone pratiche, piuttosto che divisioni partitiche e dannose». (rrc)