ECONOMIA CALABRESE SEMPRE PIÙ A PICCO
E LE STIME DEL 2023 SONO SCONFORTANTI

di FRANCESCO CANGEMI – L’economia meridionale e, in particolare, quella calabrese non hanno molto da sorridere in questo 2023. Seppur iniziato da pochi mesi l’anno in corso farà registrare dei trend negativi nel Sud Italia. Lo segnalano il rapporto Svimez presentato alla Camera dei deputati e un rapporto di Confartigianato imprese Calabria.

Nel 2023 il Pil meridionale si contrarrebbe fino a -0,4%, mentre quello del Centro Nord, pur rimanendo positivo a +0,8%, segnerebbe un forte rallentamento rispetto al 2022. Il dato medio italiano dovrebbe attestarsi invece intorno al +0,5%. È quanto emerge dal Rapporto Svimez 2022, giunto alla sua 49esima edizione.

In base alle stime Svimez, l’aumento dei prezzi di energia elettrica e gas si traduce in un aumento in bolletta annuale di 42,9 miliardi di euro per le imprese industriali italiane; il 20% circa (8,2 miliardi) grava sull’industria del Mezzogiorno, il cui contributo al valore aggiunto industriale nazionale è tuttavia inferiore al 10%. Le previsioni Svimez segnalano per il 2023 il rischio di una contrazione del PIL nel Mezzogiorno dello 0,4%, un peggioramento della congiuntura determinata soprattutto dalla contrazione della spesa delle famiglie in consumi, a fronte della continuazione del ciclo espansivo, sia pure in forte rallentamento nel Centro-Nord (+0,8%).

Veniamo ora alle stime che fa Confartigianato Calabria per la nostra regione. Nel 2022 il Pil della Calabria segna un +1,8%. Per il 2023 si prevede un rallentamento del trend (-0,9%), con un valore del Pil che resta al di sotto del livello pre-pandemia (-3,8%).

È questo il principale dato emerso dal report dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato imprese Calabria in merito alle prospettive e alle criticità per le imprese calabresi nel 2023.

Secondo il report, il raffreddamento della crescita è conseguenza del perpetuarsi del clima di incertezza che scaturisce da diversi fattori di criticità. Uno tra tutti l’inflazione che a gennaio 2023 in Calabria segna un incremento del +9,7%, dinamica che rallenta rispetto a quella del mese precedente (+11,2%) ma che resta ancora sopra di 4,6 punti rispetto ad un anno fa.
Alla crescita dei prezzi sta contribuendo in modo particolare, seppur in misura minore rispetto ai mesi precedenti, la dinamica sostenuta dei prezzi dell’energia: per il caro bollette si stima, nel 2022 rispetto all’anno precedente, una maggiore spesa per le Mpi calabresi di 505 milioni di euro di cui 188 milioni a Cosenza, 128 milioni a Reggio di Calabria, di 102 milioni a Catanzaro, di 45 mln a Vibo Valentia e di 43 milioni a Crotone.

Altra criticità segnalata nel report riguarda l’inasprimento delle condizioni di politica monetaria per contenere l’inflazione, condizione che determina un rialzo del costo del credito con ricadute negative sulla finanza delle imprese.

Tale scenario allarma in particolare le piccole realtà produttive che
sostengono, da sempre, costi del credito più elevati: a giugno 2022 il tasso applicato alle Mpi si attesta al 9,33% sopra di 360 punti base rispetto al tasso del 5,73% applicato alle medio-grandi.

In merito, Confartigianato Calabria rileva che «le ricadute sulle imprese della stretta monetaria sono pesanti – spiegano, infatti, il presidente e il segretario Roberto Matragrano e Silvano Barbalace –. A fronte delle tensioni appena descritte sulla finanza d’impresa lo Stato è chiamato a fare la sua parte sostenendo le imprese in questa delicata fase anche favorendo pagamenti puntuali. I Comuni della nostra regione impiegano in media 54 giorni per effettuare un pagamento, tale risultato posiziona la Calabria al primo posto tra le regioni per tempi più dilatati».

Dall’analisi della demografia delle imprese, comunque, si osserva come, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese si sia riassorbito. Dopo il brusco stop del 2020 e il rimbalzo del 2021, con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a mille attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,69% più contenuta rispetto al +1,62% del 2021. A livello provinciale il tasso più elevato si registra per Vibo Valentia (+1,11%).

Per l’artigianato il tasso di crescita 2022 si attesta al +0,60%, con valori più elevati registrati per le province di Vibo Valentia (+1,16%) e Reggio Calabria (+1,05%). Alle ottime performance di crescita del 2022 ha contribuito in misura maggiore il settore delle Costruzioni, che nel nostro territorio ha visto il valore aggiunto registrare il secondo incremento più elevato di +24,5%, rispetto al pre-pandemia.

Ad oggi, infatti, nella regione a causa della situazione delle imprese del settore con crediti fiscali incagliati risultano a rischio 6mila posti di lavoro delle Mpi calabresi delle costruzioni di cui 2.140 a Cosenza, 1.300 a Catanzaro, 1.220 a Reggio Calabria, 500 a Crotone e 480 a Vibo Valentia. (fc)

Bonus edilizi, Confartigianato Imprese Calabria: Stop del Governo non aiuta proposta di legge regionale

Confartigianato Imprese Calabria, ha evidenziato come «quello dello sblocco dei crediti fiscali legati ai bonus edilizia per salvaguardare l’attività di centinaia di imprese che hanno concesso sconti in fattura, è un argomento delicato e urgente».

«Si tratta di imprese – continua Confartigianato  che hanno operato nel pieno rispetto delle norme ma che oggi subiscono gli effetti delle loro continue modifiche restrittive, ben 224 provvedimenti normativi da quando è nato il superbonus, rischiando addirittura la chiusura e la perdita di migliaia di posti di lavoro».

«È per questo che Confartigianato, audita nei giorni scorsi in sede di Commissione consiliare sulla PL di iniziativa dei consiglieri regionali De Nisi e Graziano – viene ricordato –, sul solco di quanto tracciato già da altre regioni, aveva espresso forte apprezzamento ritenendola una valida opzione alle difficoltà attuali del settore, proponendo alcuni correttivi. Ma l’entusiasmo iniziale è stato purtroppo immediatamente stroncato dall’intervento del Governo».

Tuttavia, in una nota è stato evidenziato come «speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati; invece, non solo non si prospetta nessuna risposta al problema ma il Governo blocca, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti».

Secondo Confartigianato il blocco previsto nel decreto-legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. A questo si aggiunge l’incomprensibile blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che invece avrebbe potuto rappresentare una soluzione per aiutare le migliaia di imprese del comparto, bloccando con ciò proprio le regioni che da alcune settimane stavano provando a introdurre alcune iniziative, tra cui la Calabria.

«I numeri del 110% in Calabria sono straordinari – viene evidenziato – e, soprattutto, tangibili. A dicembre 2022, dati del centro studi di Confartigianato, il Superbonus è il 5.2 % del valore aggiunto totale della regione ed il 95.2% di quello delle costruzioni, ponendoci ai primi posti nei raffronti con le altre regioni d’Italia. Per questo il tema dei bonus in edilizia, seppur con le dovute correzioni, è un elemento da salvaguardare, anche alla luce dei nuovi impegni proposti dall’Europa in tema di efficientamento degli edifici privati».

«E proprio per i numeri prodotti però – si legge ancora – ben si intuiva la necessità e la portata di un intervento che provasse a dare ossigeno alle nostre imprese che scontano la difficoltà sempre più accentuata di cedere i suddetti crediti: milioni di euro incagliati e migliaia di imprese a rischio chiusura per mancanza di liquidità».

Da mesi Confartigianato lancia l’allarme offrendo soluzioni purtroppo inascoltate.

«Si trattava di una operazione virtuosa, legata al territorio, anche se le cifre che da mettere in campo non sarebbero state sufficienti – conclude la nota – ma avrebbero comunque provato a dare un po’ di ossigeno alle imprese». (rcz)

CATANZARO – Al via “RaccontArt” di Confartigianato

Prende il via sabato 10 dicembre, a Catanzaro, RaccontArt, il Festival periodico delle arti e dei Mestieri di Confartigianato Imprese Catanzaro – Movimento Donne Impresa. L’appuntamento è alle 17 all’ex Stac per l’inaugurazione.

L’evento, pensato nell’ottica di valorizzazione delle radici, dal “Movimento Donne Impresa” di Confartigianato Imprese Catanzaro, guidato dalla responsabile maestra ceramista Giuliana Furrer, con la collaborazione del gruppo “Arte&ArtigianatoCatanzaro”, è realizzato da Ancos di Confartigianato e Confartigianato Imprese Calabria, con il patrocinio del Comune di Catanzaro.

L’obiettivo è quello di realizzare una vetrina ricca di eventi e incontri finalizzata a valorizzare e dare visibilità alle piccole e medie imprese artigiane che sono una realtà viva e produttiva del tessuto economico catanzarese.

Le attività artigiane costituiscono una risorsa utile e inespressa per la promozione culturale, turistica ed economica dei territori: fanno da volano per la riscoperta delle tradizioni, contribuendo a ricreare un’identità culturale smarrita che è, invece, alla base dell’innovazione e del progresso culturale di un’area.

L’obiettivo di questo Festival, quindi, è di riscoprire le arti manuali attraverso una serie di attività sotto forma di “racconto” che, oltre all’esposizione e alla vendita di manufatti e opere dei maestri artigiani e di artisti, possano offrire un momento di bellezza, conoscenza e aggregazione vissuto da tutta la cittadinanza.

Ma i particolari saranno resi noti in occasione dell’inaugurazione di sabato, alle ore 17: sarà un affascinante viaggio nell’arte e nell’artigianato calabrese, con la mostra mercato di artisti e artigiani; performance live; workshop e laboratori aperti; racconti storici e tour guidati; racconta-storie per bimbi con attività; incontri con la musica d’autore. L’ingresso è gratuito.

A seguire il primo importante evento: alle 18.30, infatti, è in calendario l’inaugurazione della mostra Favole sotto le coperte, a cura di Lanificio Leo e Rubbettino editore. Sarà presente l’architetto Emilio Salvatore Leo che racconterà la sua esperienza imprenditoriale e presenta il progetto, contenuto della mostra, che resterà in esposizione per tutta la durata del festival. (rcz)

Manovra, Confartigianato Imprese Calabria: Potenziare strumenti per sostenere le imprese

«Nonostante i margini stretti della manovra, è necessario potenziare, anche con maggiori risorse, alcuni strumenti utili per sostenere gli investimenti e la liquidità delle micro e piccole imprese». È quanto hanno evidenziato in una nota il presidente regionale e segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, rispettivamente Roberto Matragrano e Silvano Barbalace.

«Tra questi – hanno spiegato – il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, il Fondo di garanzia per le Pmi, il Fondo per il sostegno alle filiere produttive made in Italy. Servono misure di sostegno alle reti d’impresa e alla trasmissione delle aziende, l’inclusione degli artigiani e delle piccole imprese della filiera agroalimentare nelle azioni previste dal Fondo per la sovranità alimentare. E poi, occorrono interventi per accompagnare lo sviluppo delle imprese del Sud garantendo continuità a quelli ad oggi previsti».

«Sulla Legge di bilancio approvata dal Governo guidato dal presidente Giorgia Meloni – hanno spiegato – si è aperto un ampio dibattito, ricco di visioni e contributi soprattutto da parte delle associazioni di categoria che deve, comunque, tener conto di un dato incontestabile: la priorità è data all’urgenza di ridurre l’impatto dei rincari dell’energia su imprese e famiglie, oltre che determinate linee di intervento finalizzate a misure a sostegno dello sviluppo delle imprese e del Paese».

«Questo è il punto di partenza – hanno spiegato – di un percorso che deve guardare ad affrontare con urgenza però alcuni aspetti fondamentali per l’attività degli imprenditori, con una particolare attenzione anche alle esigenze delle imprese del sud. Governo e Parlamento devono attuare azioni concrete per riconoscere il ruolo delle piccole imprese e valorizzarne il talento e le ambizioni, eliminando gli ostacoli sulla loro strada. Basta con l’idea che il problema sia la dimensione d’impresa. Il problema è il contesto nel quale le imprese operano: il peso del fisco e della burocrazia, i rincari dell’energia, il costo del lavoro, le difficoltà di accesso al credito”, si legge ancora nella nota di Confartigianato Calabria che riprende e rilancia la posizione dei vertici nazionali guidati dal presidente Massimo Granelli dopo l’audizione di venerdì presso le Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato».

Soddisfazione per l’allargamento del regime forfetario e per la tassazione agevolata dei redditi incrementali, ma è necessaria una riforma del sistema tributario all’insegna della semplificazione degli adempimenti e della riduzione della pressione fiscale sugli imprenditori.

«L’obiettivo – prosegue ancora la nota – è definire un livello di prelievo tendenzialmente uniforme a parità di reddito, indipendentemente dalla natura del soggetto che gestisce l’impresa e dalle dimensioni di quest’ultima».

Tra le richieste, sul fronte delle politiche del lavoro, Confartigianato ritiene fondamentale «ridurre il costo del lavoro a carico delle imprese, anche tramite la detassazione e decontribuzione degli aumenti salariali e delle voci retributive derivanti dalla contrattazione territoriale di secondo livello. È necessario potenziare l’utilizzo dell’apprendistato professionalizzante per favorire la formazione di competenze e l’occupazione giovanile».

«Come ha sottolineato il presidente nazionale Massimo Granelli nel corso dell’assemblea nazionale alla presenza della presidente Meloni, confidiamo in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del Paese», conclude Matragrano. (rcz)

Elezioni, Confartigianato Imprese Calabria ha incontrato il Partito Democratico

Prosegue il fitto calendario di incontri organizzati da Confartigianato Imprese Calabria in vista delle elezioni di domenica 25 settembre. Ospiti del nuovo appuntamento, i candidati del Partito Democratico Giusy Iemma, alla camera nel collegio Calabria 3, Francesco Pitaro, al Senato nel collegio Catanzaro-Reggio, delegati dal segretario regionale Nicola Irto.

«A chi si candida a guidare il Paese chiediamo un patto di fiducia e soprattutto l’avvio di un percorso comune soprattutto dopo il 25 settembre – hanno dichiarato il presidente regionale Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, segretario – affinché l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 64% degli occupati, siano realmente al centro degli interventi per rilanciare la competitività e di riorientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale».

Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato spicca anche la richiesta di leggi che non siano a “taglia unica”, e che quindi pensino anche alle piccole e medie imprese, «di un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona. Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, un lavoro di qualità, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul lavoro e il potenziamento della formazione tecnica e professionale e dell’apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese».

E sul caro energia Confartigianato sollecita una «riduzione dei costi di elettricità e gas, aumentati del 108% nell’ultimo anno, auspicando un tetto europeo al prezzo del gas e una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili».

«Sono tanti i punti di incontro tra il documento nazionale di Confartigianato e il programma del Partito democratico: dal fisco, visto che sosteniamo la riduzione shock del cuneo fiscale sul lavoro all’accelerazione dell’attuazione del Pnrr, una opportunità imperdibile per il Mezzogiorno per cui difenderemo l’allocazione del 40 per cento delle risorse. E per l’unico punto che non riusciamo a condividere, vale a dire il salario minimo, saremo pronti ad aprire il confronto per concertare soluzioni», ha affermato Giusy Iemma che ha auspicato anche: «Spero che questo sia solo l’inizio di un confronto comune. Dobbiamo lavorare assieme per valorizzare un settore portante come quello dell’artigianato che rappresenta l’ossatura economica del Paese, soprattutto della Calabria».

Iemma ritiene che «sostenere le piccole e medie imprese, migliorandone l’operatività, significa favorire lo sviluppo anche dei piccoli comuni delle aree interne. La valorizzazione del saper fare artigiano e quindi il sostegno al Made in Calabria è la risposta all’isolamento e allo spopolamento: pensiamo alle botteghe artigiane, a percorsi enogastronomiche, sfruttando le risorse della innovazione tecnologica».

Un altro tema molto caro alla vice sindaca di Catanzaro e candidata alla Camera nel seggio uninominale è quello del “caro-bollette”: «I ristori non bastano – ha detto ancora – servono risposte concrete guardando al futuro. Chiediamoci, prima di tutto perché l’energia pulita proveniente da fonti rinnovabili viene pagata come l’energia da fonti fossili: la Calabria potrebbe aspirare all’autosufficienza energetica in bolletta, invece si ritrova salassi anche peggio che nel resto del Paese».

«Ecco – ha concluso – io vorrei portare la voce della Calabria in Parlamento e rivendicare i diritti di una regione che continua ad essere sfruttata e impoverita senza prospettive di sviluppo».

Dell’importanza delle comunità energetiche, del senso di responsabilità nei confronti della comunità e del fatto che «le piccole e medie imprese rappresentano lo scheletro dell’intera economia italiana», ha parlato anche Francesco Pitaro. Il candidato democrat al Senato nel collegio Catanzaro-Reggio ritiene che il settore dell’artigianato «non è favorito né dalla politica  né dalla burocrazia, e la crisi energetica che rischia la crisi economica e occupazionale. Il Sud deve avere progetti realizzabili, l’attuazione del Pnrr deve essere garantito anche con il coinvolgimento delle medie e piccole imprese – ha detto ancora –. Un settore che non deve essere trascurato per lo sviluppo economico è quello delle infrastrutture: senza una adeguata e sicura viabilità non possiamo pensare al turismo e alla valorizzazione dell’enorme patrimonio di bellezze naturali e culturali che abbiamo». (rcz)

Elezioni, Confartigianato Imprese Calabria ha incontrato Wanda Ferro

Proseguono gli incontri di Confartigianato Imprese Calabria con le forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre. Ospite dell’incontro, il presidente Roberto Matragrano,e il segretario regionale Silvano Barbalace, alla presenza dei rappresentanti e degli organismi direttivi delle cinque organizzazioni territoriali, hanno incontrato la deputata – e coordinatrice regionale – di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro.

Matragrano e Barbalace hanno illustrato il documento che contiene le proposte per il mondo della micro, piccola e media impresa e dell’artigianato: un’occasione per ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e istituzioni, tanto che questi incontri vengono considerati un primo passo verso il “dopo” elezioni, per avviare un confronto permanente sui grandi temi del settore.

A chi si candida a guidare il Paese, Confartigianato chiede di saper guardare ed ascoltare la realtà produttiva rappresentata a livello nazionale da 4,4 milioni di artigiani e di micro e piccole imprese con 10,9 milioni di addetti, vale a dire il 99,4% del nostro tessuto produttivo e il 63,4% del totale degli occupati. Numeri che raccontano di un settore portante del sistema economico e sociale del Paese, anche in Calabria. Per questo Confartigianato Imprese Calabria intende «sollecita un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica».

«Una delle priorità che il nuovo Governo dovrà affrontare sarà quella del caro energia, che noi avevamo denunciato già lo scorso ottobre – affermano i vertici di Confartigianato – Nel corso del mese di agosto si sono acuite le tensioni sui mercati energetici, generando un impatto straordinario sui prezzi di gas ed elettricità che amplifica incertezze e rischi per le imprese e per l’economia italiana».

«Le piccole e medie imprese rappresentano in tessuto produttivo del Paese, sono il cuore dei territori e delle comunità. Nelle postazioni che ci sono state assegnate dall’elettorato in Parlamento, fino ad oggi, abbiamo sempre lavorato per difendere queste realtà che hanno molto da insegnare sulla valorizzazione del Made in Italy. Anche la Calabria ha saputo difendere la propria produzione facendo crescere il proprio brand – ha affermato Wanda Ferro –. Adesso è il momento di fare un passo in avanti: decidere quali sono le priorità per questo Paese, e per Fratelli d’Italia c’è sicuramente il sostegno alle piccole e medie imprese, che passa prima di tutto attraverso investimenti, sgravi e progettualità».

Ferro ha assunto l’impegno di intavolare un confronto costante di idee e proposte per far crescere il settore dell’artigianato, per poi soffermarsi su alcuni aspetti condivisi del documento nazionale sottoposto da Confartigianato Imprese. «Il sistema degli incentivi per l’edilizia va rivisto e uniformato ma adesso dobbiamo tutelare quanti hanno iniziato i lavori grazie al superbonus – ha detto ancora –. Così come parlando dei rincari dovuti all’incremento del prezzo dell’energia, l’unica possibile soluzione efficace per tagliare la speculazione è il tetto al prezzo del gas. L’altra misura efficace anche a livello nazionale, come ha sostenuto anche la nostra presidente Giorgia Meloni è disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello delle fonti di energia elettrica: servirebbero 3-4 miliardi di euro da qui a marzo come copertura. Per trovarli, si possono usare i fondi della nuova programmazione europea, visto che siamo di fronte a un’emergenza».

La deputata e coordinatrice regionale di Fratelli d’Italia Ferro condivide anche la necessità di puntare alla semplificazione burocratica, alla riduzione della pressione fiscale anche agevolando gli imprenditori che assumono, su una strategia industriale che valorizzi il marchio Italia, potenziando la certificazione dei prodotti made in Italy e la formazione di eccellenza per realizzarli. Formazione che passa anche dal rilancio dell’apprendistato professionalizzante.

Insomma, conclude Ferro «costruiamo insieme il futuro del paese, poi ognuno sceglie con chi costruirlo. Pensiamo alle energie rinnovabili ma anche al nucleare di terza generazione, dobbiamo mettere un mondo in un momento di emergenza. Da qualche parte dobbiamo partire: noi giochiamo la partita accanto famiglie, imprese, anziani». (rcz)

CARO ENERGIA, È ALLARME PER IL LAVORO
IN CALABRIA A RISCHIO 24 AZIENDE SU 100

di ANTONIETTA MARIA STRATI – È allarme per il caro energia che sta provocando gravissimi danni  economici a tutto il Paese: particolarmente colpita la Calabria e le sue imprese, che vede messo a rischio il 24% dell’occupazione. È quanto emerge dai dati del rapporto di Confartigianato Imprese, dove si sottolinea che sono a rischio 25.883 micro e piccole imprese con 62.784 addetti.

Per l’associazione, «le attività più esposte alla minaccia del lockdown energetico e addirittura della chiusura sono quelle energy intensive: ceramica, vetro, cemento, carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo. Ma i rincari dei prezzi dell’energia fanno soffrire anche altri 16 comparti manifatturieri in cui spiccano il tessile, la lavorazione del legno, le attività di stampa, la produzione di accumulatori elettrici e di apparecchi per uso domestico, di motori e accessori per auto, la fornitura e gestione di acqua e rifiuti».

Secondo l’analisi di Confartigianato, gli effetti del caro-energia non risparmiano il settore dei servizi, con 17 comparti sotto pressione a causa dell’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti. Si tratta del commercio di materie prime agricole e di prodotti alimentari, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive come piscine e palestre, parchi di divertimento, lavanderie e centri per il benessere fisico.

A questi si aggiungono i settori del trasporto colpiti dall’aumento del costo del gasolio: dal trasporto merci su strada ai servizi di trasloco, taxi, noleggio auto e bus con conducente, trasporto marittimo e per vie d’acqua. I rischi si estendono anche alla logistica, con attività come il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti che subiscono pesanti rincari delle bollette per le attività di refrigerazione delle merci deperibili.

«Rischiamo un’ecatombe di imprese». Questo l’allarme del presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli, chiedendo «interventi immediati a anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti. A rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano».

A fargli eco il presidente regionale, Roberto Matragrano: «ebbene sul nostro sistema produttivo i rincari abbiano inciso in misure minore rispetto ad altre regioni d’Italia per come già evidenziato in una recente indagine di qualche giorno fa, il nostro già fragile sistema produttivo non è in grado di reggerne comunque gli effetti se dovesse perdurare questo stato di cose che sarebbero devastanti sotto il profilo economico e sociale».

Quello di Confartigianato, tuttavia, è solo l’ultimo dei tanti appelli rivolti alla politica contro la crisi: Nei giorni scorsi, Fortunato Lo Papa, segretario generale di Fisascat Calabria, ha chiesto alla Regione di convocare subito un Tavolo «per trovare misure che possano mettere in sicurezza il sistema produttivo, economico e sociale».

«L’inflazione all’8,4 per cento è un dato che non veniva registrato dal 1985. I rincari su luce e gas si stanno abbattendo su un Paese in fase post pandemica che da poco stava assaporando un assaggio di ripresa», ha incalzato il cislino che, preoccupato, invita a riflettere e a coinvolgere tutti gli attori istituzionali e non al fine di tracciare e delineare una via d’uscita.

Un danno, quello provocato dal caro energia, che ha colpito un colosso come l’azienda Callipo, guidata da Pippo Callipo che, nei giorni scorsi, aveva denunciato in una intervista all’Adnkronos come «in 300, solo da noi, potrebbero finire in mezzo alla strada. Non ho mai vissuto una situazione così drammatica in vita mia».

Sempre all’Adnkronos, l’imprenditore ha annunciato come la «nostra produzione si fermerà per un giorno a settimana. La nostra azienda è lo specchio delle altre piccole e medie aziende. La situazione in cui ci troviamo non è dettata da scelte prese dall’imprenditore ma da un contesto che ci è calato dall’alto e che ci costringe a lavorare sottocosto. Siamo in enorme difficoltà».

Quella di Callipo, purtroppo, è la situazione che tutti gli imprenditori – e non solo in Calabria – stanno vivendo. All’inizio di settembre, infatti, la stessa Confartigianato Imprese Calabria aveva denunciato come «il caro energia costa 21,1 miliardi in più alle piccole e medie imprese rispetto all’anno precedente a causa del caro energia».

«A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi)», veniva rilevato da uno studio dell’Ente.

E dell’oneroso costo che le imprese pagheranno a causa dei rincari, è stato anche il presidente di Confesercenti Reggio Calabria, Claudio Aloisio: proprio il 29 agosto, denunciava che «sono di 106 miliardi il «costo extra che le imprese, stante così le cose, dovranno pagare nel 2022 per gli aumenti di energia e gas secondo uno studio pubblicato dalla Cgia di Mestre».

«Una somma “monstre” – ha evidenziato Aloisio – che secondo l’Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, così come specificato in una segnalazione inviata a Governo e Parlamento, potrebbe aumentare a dismisura dato che ci si aspetta un raddoppio dei prezzi da ottobre. Avete capito bene: un raddoppio dei prezzi che già adesso sono insostenibili per le imprese e le famiglie».

«E allora, per comprendere meglio la situazione drammatica in cui ci troviamo nostro malgrado – ha aggiunto – parliamo dei costi attuali: nel 2019 il costo medio dell’energia elettrica ammontava a 52 euro per MWh mentre nei primi sei mesi del 2022 si è attestato a 250 euro (+378%). Ancora peggio per il gas il cui costo in tre anni è salito da 16 euro MWh a 100 euro (+538%)».

«Per guardare a casa nostra le piccole e piccolissime imprese, già provate da oltre tre anni di crisi dovuti alla pandemia – ha spiegato Aloisio – si ritrovano con aumenti in bolletta impossibili da sostenere. Secondo i dati presi a campione dalle tante fatture che ci sono state inviate dai nostri associati abbiamo pubblici esercizi che da 2.000 euro al mese sono passati a 6.600, negozi di abbigliamento che da 1.700 euro si ritrovano a pagare 4.900, gestori di carburanti che invece di 1.200 euro devono sborsarne 5.000».

Anche il presidente di Cna CalabriaGiovanni Cugliari, ha denunciato come «la Calabria pagherà il prezzo più alto per il caro bollette», sottolineando come «già da diversi mesi aveva lanciato l’allarme sul rischio del caro energia ma è stata inascoltata».

«A causa del caro bolletta – ha spiegato – da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese del settore terziario e 370 mila posti di lavoro. Questo è quanto emerge dalle stime di Cna-Imprese in merito alla continua crescita dei costi dell’energia e a un’inflazione prossima al 9% dovuta per quasi l’80% proprio all’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche. Questo dato drammatico è ancora più incidente per le imprese della Calabria».

«Altissimo è il numero dei settori coinvolti – ha denunciato – nessun settore è immune da tale crisi. L’artigianato ed il commercio al dettaglio che a luglio hanno visto quintuplicare le bollette di luce e gas, la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli, il settore dei trasporti che oltre al caro carburanti  si trova a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. È una condizione che da diversi mesi riduce la competitività delle imprese mettendo a rischio ripresa, occupazione e determina una pericolosissima spinta verso l’inflazione».

Le cose da fare sono tante, per impedire che affondi un settore fondamentale: Matragrano, infatti, ha reso noto che «in questi giorni stiamo incontrando i rappresentanti dei diversi schieramenti politici impegnati nella campagna elettorale per il rinnovo dei due rami del Parlamento ai quali ribadiremo con forza le nostre richieste».

Tra le misure d’emergenza, Confartigianato indica «l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico».

Per Confartigianato, infine, vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Tra gli interventi sollecitati, anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio chi inquina paga.

Cna Calabria, invece, nelle sue richieste ha chiesto, «al fine di fronteggiare al meglio la crisi sono il taglio dell’Iva e delle accise sulle bollette e sul carburante, che il versamento di tutti gli extra profitti avuti dai grandi gruppi energetici sia utilizzato per intero per abbattere gli aumenti dei costi energetici da parte delle imprese e delle famiglie, ultima proposta di avere dei  ristori come è già avvenuto nell’emergenza Covid». (ams)

Confartigianato Imprese Calabria: Caro energia costa 21,1 miliardi in più alle piccole e medie imprese

È una vera e propria batosta, quella subìta dalle piccole e medie imprese che, da settembre 2021 a oggi hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente a causa del caro energia. È l’allarme lanciato da Confartigianato Imprese Calabria, spiegando che «se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021».

Nel dettaglio, la rilevazione di Confartigianato mette in evidenza che gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traduce in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI.

A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).

settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

«In Italia – ha rilevato Confartigianato – la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia».

Secondo i vertici di Confartigianato Calabria, vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. (rcz)

Il confronto di Confartigianato Imprese sulle opportunità del Pnrr

Si intitola Pnrr: Un’opportunità, se colta il dibattito promosso da Confartigianato Imprese Calabria in programma domani mattina, alle 10, nella sede di Unioncamere Calabria.

Intervengono Roberto Matagrano, presidente di Confartigianato Imprese Calabria, Marco Granelli, presidente Confartigianato Imprese, Rosario Varì, assessore allo sviluppo economico, Paolo Manfredi, responsabile Progetto Speciale Pnrr Confartigianato Imprese.

Andrea Prato, ceo Albatros&Partners, terrà un focus sulle comunità energetiche. Le conclusioni sono affidate a Dalila Nesci, sottosegretaria per il Sud. Modera la giornalista Maria Rita Galati.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, se colta nella maniera adeguata, può essere una opportunità. La misura che si inserisce nel Next Generation EU – NGEU, il fondo approvato dal Consiglio Europeo, ha l’obiettivo di sostenere e supportare la crescita dei Paesi europei. Si tratta di un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme lungo alcune grandi direttrici: accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione all’interno delle aziende e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Quale percorso intraprendere a livello locale per concretizzare questa imperdibile opportunità di sviluppo e imboccare un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo? (rcz)

Bonus edilizia, le proposte di Confartigianato per sbloccare i crediti anche in Calabria

Confartigianato Imprese Calabria è da mesi impegnata a lottare affinché il superbonus 110% venga rimesso in condizioni di far lavorare la filiera edile. Per questo, ha avanzato delle proposte per sbloccare i creditii anche in Calabria.

«È indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa attraverso un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A – si legge in una nota di Confartigianato Imprese – e una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato».

Lo scorso anno l’incentivo ha contribuito in maniera rilevante all’aumento del 6% del PIL e adesso, invece, si trova di fronte al blocco del mercato dei crediti di imposta.  Tutto a causa dei numerosi interventi normativi che si sono susseguiti sulla disciplina della cessione del credito, che hanno comportato per le imprese di costruzioni notevoli difficoltà, con una gravissima crisi di liquidità che si ripercuote sull’intero sistema.

Tutto questo è ancor più paradossale se si considera che il settore delle costruzioni è il driver della ripresa economica e, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, ha giocato un ruolo anticiclico. I bonus edilizia avrebbero potuto favorire la ripartenza post Covid dell’economia, ma, dopo aver generato un’enorme aspettativa in cittadini e imprese, l’atteggiamento ondivago del decisore pubblico ne ha depotenziato l’efficacia.

Secondo Confartigianato, inoltre, «è necessario ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali. È importante  consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata».

Tra i suggerimenti dell’associazione degli artigiani: riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. «Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis».

«Infine – conclude la nota – è importante semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito e rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione». (rcz)