IL GRAVE DISINTERESSE DELLA POLITICA
CHE NON SI CURA DI DISABILITÀ E DISAGIO

di GIUSEPPE FOTI – La politica, nel compimento del proprio mandato, dovrebbe agire concretamente per il proprio territorio e cercare di risolvere i problemi, soprattutto dove il disagio rende la vita delle persone non dignitosa.

Questo semplice, ma allo stesso tempo complesso concetto, mette a nudo nient’altro che il fallimento di un fare politica dove vige una rigida e crescente mentalità mercantile o paternalistica che non riconosce i diritti e la loro dignità. Tutto ciò che non produce dev’essere escluso o rinchiuso a beneficio della società del consumo o dei privilegiati. A tal proposito viene spontaneo ricordare che l’identità è una questione sociale e ce la dà il riconoscimento degli altri indistintamente e senza pregiudizi. Non sicuramente l’indifferenza!

Volendo andare al nocciolo della questione, devo ricordare che nel territorio esistono realtà sociali, che nel bene e nel male e con risorse sempre più esigue, si occupano di disagio e disabilità da anni. Queste realtà, fatte di uomini e donne, cercano come meglio possono di dare conforto alla sofferenza di tante persone e, allo stesso tempo, un servizio che li possa sostenere ed accompagnare nel loro fragile percorso di vita. Non ci reputiamo assolutamente infallibili o non migliorabili, ma con scarpe di cartone e armi spuntate, in trincee esistenziali fangose, da decenni facciamo costantemente il massimo per i più disagiati.

Questo in un vuoto istituzionale abissale, dove si registra un’amministrazione comunale inadempiente da sei mesi nel pagare i centri socio educativi per minori, e chissà quanti altri, e una Regione che ancora non si è pronunciata sul destino di tanti lavoratori delle strutture psichiatriche del territorio. Ci sono operatori, come me, che prendono a cuore queste situazioni e si battono costantemente ed ostinatamente per chiedere giustizia. Vorrei anche spiegare il perché, con tutta l’umiltà possibile, portando ad esempio un’esperienza vissuta che potrebbe sembrare banale ad occhi poco attenti e che non è conosciuta, perché lavoriamo nel silenzio e a servizio, nel termine più nobile, dei nostri cari amici (utenti come li chiamano gli altri). 

In questi giorni ho svolto un’uscita con alcuni pazienti, iniziativa che fa parte di tante altre, e abbiamo visitato il centro cittadino e alcuni locali dello stesso. Va specificato che i luoghi di vita sono “laboratori sociali” nei quali i pazienti possono sperimentare relazioni, anche se occasionali, dove possono rievocare ricordi e dove fare riaffiorare un sentimento di appartenenza che la società dei privilegiati e dei cosiddetti “normali” gli impedisce, perché li considera solo malati. Inutile sottolineare che i ragazzi (i pazienti per gli altri) hanno più che mai dimostrato di essere dotati di qualità umane che solo chi ha avuto una condizione di sofferenza, con la sua dignità e con la sua libertà ferita, può possedere.

Il pensiero, ammettendo che sto semplificando argomenti molto complessi, è quello che il mestiere della cura è essere disposti a maneggiare l’incertezza e la pazienza, con rispetto, vicinanza e ascolto; cosa che la politica, attenta ai numeri e non alle persone, ha dimostrato di non capire. Solo se in noi non viene meno questa arcana ricerca di una “comunione di cura e destino” avremo la capacità di uscire dalla nostra individualità e dal nostro egoismo che, in questi tempi, prevale in ogni ambito della vita sociale e istituzionale.

Nel campo della sofferenza, lasciare l’altro al suo destino, vuol significare abbandonarlo ad una deriva esistenziale… Una violenza di un totalitarismo che ci rende disumani e che la politica dovrebbe scongiurare con ogni mezzo.

La priorità, di chi lavora nel sociale, è mantenere vive queste realtà, queste esperienze e questi valori, ma il tempo non è nostro amico, ancor meno la politica, pur volendo ancora rimanere garantista. Si rischia di chiudere e sparire nel silenzio se non si interviene… Capitelo se non è chiaro!

Mi rendo conto che un articolo non può descrivere brevemente l’importanza di certi argomenti, ma sento ugualmente il bisogno di provarci e di non chiudermi nel silenzio che non è altro che complicità a un disastro di proporzioni epocali. Magari la domanda che dovreste porvi è: cosa c’è in questa società che non funziona e perché l’alienazione sociale è predominante?  Rafforzare i servizi che si occupano di questo e non abbandonarli o farli chiudere… Potrebbe essere una probabile risposta e soluzione.

La salute non è una merce, ma è un diritto che non può sottostare a tempi e regole di mercato, di profitto o burocratiche, tutte cose che non guardano i bisogni reali delle persone.

Il messaggio tempestivo che la politica dovrebbe dare è sicuramente quello di dare risposte certe ai tanti problemi, non soffermandosi solo alla propaganda. Tenendo bene a mente che investire nel sociale è allo stesso tempo curare la società e agire dove si origina la sofferenza e il disagio, quindi l’impegno inteso come responsabilità comune è imprescindibile. (gf)

[Giuseppe Foti è operatore sociale di Reggio Calabria]

Disabilità e sport, l’assessore Staine: Oltre 1 mln per promuovere l’inclusione attiva

Sono oltre 1 milione di euro, la somma stanziata dalla Regione Calabria per promuovere progetti a sostegno dell’inclusione attiva delle persone con disabilità attraverso lo sport.

La somma sarà trasferita ai Comuni capo fila degli Ambiti territoriali sociali che dovranno finanziare specifiche iniziative progettuali a livello locale.

«Lo sport è un fondamentale motore di crescita e di educazione – ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staine – e vogliamo consentire a tutti, soprattutto a coloro che si trovano in condizioni di disabilità, in particolare minori, di poter praticare sport e svolgere attività ludico-motorie in sicurezza. Anche attraverso questo bando perseguiamo i processi di inclusione e accessibilità a favore delle persone con maggiori fragilità contribuendo a superare barriere architettoniche e sensoriali L’obiettivo è garantire interazione, socializzazione e sviluppo delle facoltà cognitive».

I fondi sono finalizzati alla realizzazione di aree accessibili e attrezzate con strutture ludiche, percorsi e altri componenti che consentano a tutti di svolgere in sicurezza attività ludico-motorie garantendo interazione. Inoltre, sono diretti all’acquisto o noleggio di attrezzature, ausili necessari alle persone con disabilità per lo svolgimento di un’attività sportiva a sostegno dell’inclusione. La durata degli interventi progettuali sarà di dodici mesi a partire dalla data di approvazione dei Progetti da parte della Regione Calabria. (rcz)

Oggi il Convegno a Reggio su DIsabilità e protezione Civile

“Disabilità e Protezione Civile: obiettivi, strumenti e prospettive”, è il nome del convegno che si terrà giovedì 27 ottobre, dalle ore 8.30, presso l’Auditorium Scuola Allievi Carabinieri, a Reggio Calabria.

L’evento, promosso dalla Regione Calabria e dalla Protezione Civile regionale, in collaborazione con il Comitato Operativo per presentare l’esercitazione Sisma dello Stretto 2022, sarà introdotto e moderato dal dirigente generale della Protezione Civile Calabria, Domenico Costarella.

Durante l’incontro si parlerà di vari temi, tra i quali la pianificazione a favore di persone con specifiche necessità, di strumenti e procedure per rispondere correttamente nelle situazioni di emergenza, della creazione delle reti di supporto, e il possibile ruolo del terzo settore.

Interverranno, tra gli altri: Agostino Miozzo, consulente della Giunta regionale in materia sanitaria e di Protezione Civile; Roberto Cosentino, direttore generale del Dipartimento Lavoro e Welfare; il generale Antonio Battistini, referente sanitario per l’emergenza in Calabria; sindaci e presidenti regionali delle associazioni Fand e Fish di Calabria e Sicilia, e di altre associazioni del terzo settore attive nell’assistenza a persone fragili e particolarmente vulnerabili.

Il convegno potrà essere seguito in collegamento streaming all’indirizzo www.protezionecivilecalabria.it. (contatti e-mail: convegnosismadellostretto@regione.calabria.it).(rrc)

Sport e disabilità, al via il bando “Includi Calabria”, Minasi: una grande opportunità

È stato aperto l’Avviso Pubblico per il sostegno all’attività sportiva delle persone con disabilità, la cui predisposizione era stata illustrata lo scorso luglio in una conferenza stampa congiunta con la Vicepresidente della Giunta regionale con delega anche allo Sport, Giusi Princi, che prevede lo stanziamento di 910 mila euro da distribuire tra i soggetti richiedenti fino a esaurimento fondi, per un massimo di 80mila euro ciascuno.

Lo ha reso noto l’assessore regionale al Welfare e senatrice Tilde Minasi, spiegando che «il bando del progetto “Includi Calabria” per la concessione di contributi di sostegno dell’attività sportiva delle persone con disabilità è stato appena approvato e pubblicato sul Burc. Associazioni e società sportive affiliate alle Federazioni Paralimpiche che operano in Calabria potranno dunque avere accesso ai fondi messi a disposizione dalla Regione, per offrire alle persone disabili una magnifica opportunità di crescita e inclusione. Ora non resta loro che presentare la domanda, secondo le procedure indicate sul nostro portale».

«Come già avevamo avuto modo di spiegare in conferenza stampa assieme alla Vicepresidente Princi – ha detto l’assessore – il lavoro congiunto tra i due Assessorati regionali alle Politiche Sociali e allo Sport da cui nasce il bando è stato probabilmente un unicum in Italia e si è dimostrato un vero successo».

 «Le Politiche sociali hanno infatti tante declinazioni e lo sport è una di queste – ha proseguito – è uno strumento fondamentale per aiutare le persone con disabilità ad acquistare fiducia in se stessi e negli altri, autonomia, consapevolezza e per sviluppare la socialità, oltre che le proprie capacità, favorendo l’inclusione nella collettività, le pari opportunità e l’abbattimento di qualunque barriera mentale e di ogni discriminazione».

 

«Ecco perché – ha continuato Minasi – ci siamo dedicate con convinzione e passione a questa misura, che vuole essere un modo concreto di stare accanto alle persone disabili, sopperendo alle difficoltà anche economiche che affliggono purtroppo anche il settore dello sport, soprattutto all’indomani dell’emergenza pandemica».

 «Siamo certe che questa forma di sovvenzione potrà dare tanto non solo ai destinatari, ma anche alla società nel suo complesso, dunque – ha concluso – mi auguro che quest’occasione, frutto di una buona azione politica, non venga sprecata e invito tutti gli interessati a farsi avanti, prendendo subito visione del bando». (rcz)

Princi: Regione costantemente attenta sul tema della disabilità

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha risposto al consigliere regionale Ernesto Alecci, che aveva attribuito alla Regione i ritardi sull’erogazione dei fondi per l’assistenza specialistica nelle scuole, sottolineando che la «Regione è costantemente attenta sulla materia della disabilità».

«Come è nostro primo pensiero nei confronti delle nostre giovani generazioni e così come previsto dai compiti istituzionali dell’Ente, la Regione ha avviato tutte le attività propedeutiche a garantire i giusti ausili e supporti agli alunni con disabilità riconosciuta, al fine di vivere l’ambiente scuola come il miglior posto inclusivo in cui crescere. E lo ha fatto ancor prima dell’avvio del nuovo anno scolastico», ha detto la vicepresidente.

«I nostri uffici – ha proseguito Giusi Princi – si sono attivati già a luglio scorso per predisporre il Piano regionale per il diritto allo studio per l’anno scolastico 2022/2023, ai sensi della Legge Regionale n.27/85. Per poterlo elaborare, sulla base della popolazione scolastica residente in ogni Comune (60%) e sul numero degli alunni con disabilità riconosciuta ai sensi della L.104/92 (40%), hanno chiesto alla Direzione regionale INPS, tramite nota prot. n.317287 del 7 luglio, i dati aggiornati sulla presenza di studenti con disabilità fino al compimento del 18° anno di età e disaggregati per Comune. Non avendo ricevuto alcuna risposta, la stessa nota è stata nuovamente inviata l’8 settembre, prima dell’avvio delle lezioni. Ad oggi, non rilevando alcun riscontro, i nostri uffici stanno continuando con quotidiani solleciti telefonici, in attesa di una risposta dettagliata».

«A scanso di equivoci – ha sottolineato la vicepresidente della Calabria – occorre ricordare che i fondi di cui alla legge regionale 27 del 1985 sono da intendersi quali contributi ai Comuni per i servizi di competenza degli stessi Enti Locali, come ad esempio la mensa, i trasporti o i servizi residenziali; tra questi servizi sono compresi quelli di assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione, per le scuole del primo ciclo, che devono essere garantiti, in tempi brevi e certi, con personale adeguato e competente sulle specifiche tipologie di disabilità».

«Ormai da diversi anni la programmazione regionale – ha spiegato ancora Princi – stabilisce che è priorità irrinunciabile quella di garantire la presenza quotidiana a scuola degli alunni con disabilità, adottando tutte le misure organizzative ordinarie e straordinarie possibili, in una dimensione inclusiva vera e partecipata, al fine di favorire la qualità della didattica, avendo particolare cura delle speciali necessità e garantendo l’assolvimento dell’obbligo scolastico e ogni forma di facilitazione per il completamento degli studi, in un’ottica di corresponsabilità con i Comuni e le istituzioni scolastiche».

«Pertanto, per conoscere meglio la materia ed evitare segnalazioni strumentali, fini a sé stesse – ha concluso Giusi Princi – invito chiunque, anche gli esponenti politici, ad interfacciarsi con i nostri uffici preposti che, in un consolidato spirito di collaborazione fattiva, hanno sempre dimostrato grande sensibilità e ampia disponibilità nel dare chiarimenti e fornire tutto il supporto necessario, soprattutto in considerazione della delicatezza e dell’importanza di questa materia che interessa i soggetti più vulnerabili». (rcz)

Alecci (PD): Siano erogati i fondi per assistenza specialistica nelle scuole

Il consigliere regionale del Partito DemocraticoErnesto Alecci, ha denunciato come ci siano dei gravi ritardi in merito all’erogazione dei fondi per l’assistenza specialistica nelle scuole.

Un tema che preoccupa il consigliere regionale, che «reputo opportuno non dover aspettare oltre per porre l’attenzione su questi aiuti che risultano fondamentali per gli alunni e le loro famiglie» ha spiegato Alecci, ricordando che «come dettato dalla Legge Regionale 27/85, infatti, ogni anno la Regione Calabria deve erogare ai Comuni i fondi utili a predisporre all’interno degli istituti scolastici il servizio di Assistenza Specialistica, svolto da personale debitamente formato».

«Si tratta di figure professionali specializzate – ha proseguito – che nelle scuole hanno il compito di supportare gli studenti nel superamento degli ostacoli che potrebbero influire negativamente sull’apprendimento, aiutandoli ad imparare sempre di più e con maggiore facilità. Tali assistenti, operando a fianco degli educatori e del personale di sostegno, lavorano per favorire lo sviluppo delle competenze e dell’integrazione degli alunni a livello relazionale all’interno del contesto scolastico e formativo. Un ruolo importante, che può risultare decisivo nella crescita della motivazione di chi purtroppo ogni giorno si trova a dover “lottare” per ottenere quei risultati che per altri sono semplici azioni quotidiane».

«Ebbene, ad oggi questi fondi – ha detto ancora – non sono arrivati ai comuni e non si sa quando potrebbero essere erogati. Per questo motivo mi rivolgo oggi agli uffici regionali preposti affinché si possa dare priorità a questa istanza urgentissima per tante famiglie calabresi, procedendo nel minor tempo possibile all’individuazione e all’erogazione di questi fondi».

«Credo sia giusto – ha concluso – che tutti siano messi nelle condizioni di dare il meglio di se stessi sin dal primo giorno di scuola, imparando il più possibile e riducendo al minimo ogni tipo di ostacolo o difficoltà. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno». (rrm)

Disabilità, Legacoop Reggio: La Scuola non inizia per tutti nello stesso periodo

Mario Alberti, referente provinciale di Legacoop Reggio Calabria  si affianca alla denuncia dell’Associazione “Per noi e Dopo di Noi”, espressa dalla Presidente Daniela Zavaglia, per la mancata nomina degli assistenti educativi ed alla comunicazione per avviare l’anno scolastico per i bambini con disabilità.

«Siamo costretti a prendere atto, ancora una volta – ha dichiarato – che la scuola non inizia per tutti nello stesso periodo. Nonostante lo stanziamento da parte del Governo Centrale di somme specifiche che si aggiungono alle somme già programmate dai Comuni ed a quelle che ogni anno la Città Metropolitana destina allo stesso scopo, mancano gli assistenti educativi alla comunicazione».

«La nostra Organizzazione – ha aggiunto – intende ulteriormente appellarsi alle Amministrazioni comunali affinché consentano l’avvio dell’anno scolastico per i bambini con disabilità esattamente lo stesso giorno di avvio per tutti. Non esiste un bambino con disabilità, e tutto il resto della classe. Esistono soltanto bambini. E l’equità è un concetto pedagogico che attraverso queste manifeste sperequazioni viene a mancare come opportunità formativa per ogni gruppo classe».

«La presenza di un bambino con disabilità consente di catalizzare risorse positive in tutta la classe tendenti alla solidarietà, all’accoglienza, al superamento di ogni svantaggio funzionale – si legge ancora nella nota – Legacoop, sebbene sia una organizzazione datoriale di riferimento per il mondo della cooperazione, contiene come proprio principio costitutivo il perseguimento dell’interesse generale della comunità, indipendentemente dall’impatto lavorativo per i propri associati. A tal proposito, va doverosamente evidenziato che nei casi di affidamento all’esterno dei servizi di assistenza educativa, prendiamo le distanze dalle offerte al ribasso che alcuni Enti locali utilizzano per appaltare detti servizi».

«Il nostro riferimento  – ha rimarcato – sono esclusivamente le tabelle retributive del contratto collettivo delle cooperative sociali, e la retribuzione per i lavoratori è assolutamente incomprimibile. Va inoltre posto l’accento su un’altra criticità, ovvero i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione sia nei confronti degli Enti del Terzo Settore cui vengono affidati i servizi di assistenza educativa scolastica, che degli assistenti educativi contrattualizzati direttamente dai comuni».

«L’attesa media di un anno produce indisponibilità – ha proseguito Alberti – per come segnalato ai nostri punti territoriali, da parte degli assistenti a proseguire, in soluzione di continuità, il servizio scolastico per l’anno successivo, determinando un grave disagio alle famiglie. E questa reiterata situazione, legata anche alla mancata nomina degli insegnanti di sostegno, che ancora, in taluni casi, purtroppo si registra, crea una situazione di sperequazione e diseguaglianza non consona ad un Paese civile».

«Questi – ha concluso Alberti – sono i temi che la Politica deve affrontare, e che una buona Amministrazione deve superare. Ovvero il mancato riconoscimento di un diritto costituzionale e la differenza di opportunità tra bambini. Ed un fragile rispetto verso il lavoro sociale. Confidiamo quindi in una rimozione di ogni forma di diseguaglianza nell’immediato e dimostriamo disponibilità a sostenere ogni azione che possa consentire una risoluzione della problematica. Siamo al fianco delle famiglie». (rrc)

La presidente della Provincia di Cs ha ricevuto un gruppo di disabili del Viterbese

La presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, nel salone Provinciale degli Specchi, ha ricevuto un centinaio di persone, molte delle quali in condizioni di disabilità, provenienti dal Viterbese e accompagnate in Calabria, per una vacanza, da operatori di Juppiter Aps giovanile e della cooperativa sociale Gli aquiloni.

«Juppiter e Gli aquiloni – si legge in una nota – operano in campo sociale con percorsi ed esperienze come le carovane, i cammini, la musica, la canzone e altri strumenti di consapevolezza individuale e collettiva basati sul metodo pedagogico di Exodus, di don Antonio Mazzi». «Ho soprattutto ascoltato, incontrando gli occhi e le braccia di questi ospiti speciali», ha detto Succurro.

«Mi sono commossa – ha detto la presidente Succurro – per la loro umanità, il loro concetto del prossimo, la loro voglia di comunicare e di trasmettere un esemplare attaccamento alla vita. Esprimo tutta la mia gratitudine per la lezione che l’intero gruppo, compresi gli accompagnatori, che operano a livello professionale, ci hanno regalato stamattina».

«Queste occasioni ci fanno riflettere sull’importanza della vita. Noi siamo più fortunati, ma spesso non ci pensiamo. La politica – ha aggiunto Succurro – deve cogliere fino in fondo il valore dell’inclusione sociale e abbracciare, in senso figurato e assieme fisico, i portatori di disabilità, che hanno bisogno di sentire più vicine le istituzioni». (rcs)

GLI OPERATORI DEL SOCIALE DIMENTICATI
TRA EMOZIONI E TANTE STORIE DI UMANITÀ

di GIUSEPPE FOTI – Ho voluto nuovamente condividere l’immenso dolore che oggi molti operatori del sociale, come me, provano nell’avere sempre più conferme che le cooperative stanno per chiudere e con loro oltre quarant’anni di assistenza ai più fragili e l’impegno di molti lavoratori.

Non è più il tempo di recriminare o dare responsabilità, sarebbe alquanto inutile, ma credo ancora che si possa fare qualcosa per far sì che questa catastrofe epocale venga scongiurata. Ogni servizio che si occupa di assistenza a persone disabili dev’essere tutelato e non può scomparire per colpa della dannata burocrazia che ci ha reso tutti numeri e merce di scambio.

Le lettere di licenziamento arriveranno presto, a qualcuno sono già pervenute, creando negli operatori sconforto, preoccupazione per il proprio futuro e per quello di molti disabili, che fanno ormai parte delle nostre famiglie.

Voglio anche aggiungere che come sempre in questi casi e, spero solo per inadeguatezza alla situazione, disperazione o altro di più comprensibile, qualcuno all’interno delle cooperative palesi forme addolcite (se si può dire così) di terrorismo psicologico del tipo: “o accettate queste condizioni o siamo costretti a licenziare”.

Scegliamo di lottare!

Ebbene, voglio ricordare a questi saccenti opportunisti che, se le cooperative sono ancora aperte, è grazie al sacrificio costante degli operatori, i quali hanno messo a disposizione per il bene comune tante risorse e anche il proprio e sacrosanto stipendio… Non aggiungo altro! 

Forse un articolo, come questo, potrebbe sembrare poca cosa o retorico, ma dentro di esso sono racchiuse le speranze di tante persone che costantemente sento e che vogliono, come me, salvare delle realtà che in tanti anni hanno lasciato un segno significativo nel cuore di tante famiglie, di tanti ragazzi e di tanti adulti in cerca di riscatto e integrazione. 

Le risorse per il sociale sono calate sempre più, ma mai la voglia degli operatori nel darsi anima e cuore per i propri amici più svantaggiati. 

Il nostro è un mandato sociale che ci arricchisce nell’anima, ci ha fatto comprendere la complessità umana e le sue fragilità e per tale motivo ci ha reso orgogliosi e più umani, predisposizione che di questi tempi servirebbe a tanti.

Tutti i servizi, strutture psichiatriche, i centri socio educativi e tanti altri, chiuderanno per colpa di chi oggi si piega e si è piegato in passato ai burocrati che, attraverso i numeri, vogliono gestire con disumana colpevolezza le dolenti umanità di cui ci prendiamo cura giornalmente e da tempo. Vogliono nascondere, nelle righe di un foglio, i nomi, le passioni, l’emozioni e le storie di tanti uomini e ragazzi che hanno solo la colpa di esser nati in una società che li considera “socialmente inutili”. Questa è la dolente considerazione che mi sprona ad andare avanti per tentare, con tutto me stesso, di ridare dignità a tutti loro e a tutti noi.

Non basta fare sociale, come oggi avviene, in modo aziendalistico e sanitario, bisogna comprendere e porre attenzione, vicinanza emozionale ed avere la capacità nel cogliere il senso più nascosto della sofferenza, dando enorme importanza che nella cura hanno le parole.

Pensate che un burocrate capisca il senso e l’importanza di tale propensione?

No, perché non è quantificabile numericamente e non fa parte dell’homo faber o dell’homo robot che dilaga in loro.

Il compito di chi fa sociale oggi è quello di ricostruire e recuperare i valori che ci appartengono e ci hanno fatto scegliere questa professione. Non possiamo essere rappresentati, nei vari incontri che si terranno, da chi ha permesso questa catastrofe e che guarda esclusivamente al proprio interesse, senza ritegno e senza cognizione di causa perché non vive il problema.

Quindi, da operatore sociale e orgoglioso di esserlo, lancio il mio personale invito alla mobilitazione in piazza di tutti coloro che vedono nella morte del sociale a Reggio Calabria una nefandezza, ingiustificata e inaccettabile, invitando tutte le organizzazioni a farlo.

Se vogliamo, cari colleghi, sappiamo essere una forza che in passato si è distinta per valori, solidarietà, per la lotta per i diritti negati e il riconoscimento ostinato dell’altro nella propria individualità. Dobbiamo tornare a dimostrare che si può aver cura del folle, del vecchio e del bambino in un altro modo, coltivando il valore della relazione e delle buone pratiche, senza piegarsi al mercato del disagio che ci propina chi non sa niente di sociale.

Questo mestiere pretende una rischiosa e radicale scelta di campo che non può più attendere i tempi e le condizioni di nessuno. Come hanno potuto non vedere nei fatti che il sociale stava morendo gradualmente e inesorabilmente? Come hanno fatto a non accorgersi che esso è stato via via cancellato con un tratto di matita da amministratori di presunta “alta formazione manageriale” che disconoscono le potenzialità e i valori dell’inclusione e dei diritti riconosciuti costituzionalmente?

La dichiarazione universale dei diritti umani e la convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità (trattato internazionale finalizzato a combattere le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani) parlano chiaro, non resta che rimboccarsi le maniche per far sì che vengano rispettati. (gf)

Disabilità, alla Calabria quasi 4 milioni per assunzioni assistenti

Sono quasi 4 milioni di euro la somma di cui è destinataria la Calabria, per l’assunzione di 3087 assistenti all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità.

La somma fa parte dei 100 milioni che il Governo ha destinato a Regioni, Province e Città Metropolitane dal Fondo istituito dalla Legge di Bilancio, «che si aggiungono ai 100 milioni che abbiamo già destinato ai Comuni per un totale di 200 milioni per l’assunzione di figure fondamentali per l’inclusione», ha spiegato la ministra Erika Stefani all’Ansa.

Nello specifico, alla Provincia di Catanzaro arriveranno 607.000 euro, alla Provincia di Cosenza 1.600.000 euro circa, alla Provincia di Crotone 214.000 euro, alla Provincia di Vibo 320.000 euro e alla Provincia di Reggio oltre 1 milione e mezzo.

Soddisfazione è stata espressa dal deputato della LegaDomenico Furgiuele, che ha ringraziato la ministra con delega, proprio alla disabilità, «per l’ottimo lavoro svolto e per aver recepito le indicazioni che mi ero premurato di fornirle nei vari incontri che abbiamo avuto».

«In quelle occasioni – ha spiegato – avevo ribadito l’istanza da più parti avvertita di dare nuova linfa ad un settore, quello degli assistenti alla disabilità, che bisogna non solo tutelare ma anche irrobustire in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico e delle prossime delicate sfide».

«Certo, c’è ancora molta strada da fare – ha concluso – ma la ripartizione su base provinciale del finanziamento mi porta a dire che è stato imboccato un percorso virtuoso». (rrm)