I RAGAZZI CALABRESI AMANO PIÙ IL LICEO
NEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI SOLO IL 20%

di GUIDO LEONE – Il timer  per le iscrizioni al prossimo anno scolastico 2023/2024 scatterà alle ore 8 di oggi, lunedì 9 gennaio e si concluderà alle 20 di lunedì 30 gennaio 2023. 

Le famiglie  avranno quasi un mese di tempo per scegliere la scuola dei propri figli inoltrando la domanda per tutte le classi prime della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado statale.

Ogni anno uno studente su cinque sbaglia la scelta delle superiori. E si perde per strada. O abbandona i banchi anzitempo oppure arriva alla maturità senza le competenze minime. A confermarlo sono i dati dei rapporti Invalsi sulle competenze acquisite dagli studenti e sulla  dispersione scolastica, che ritornano d’attualità nel momento in cui le famiglie sono chiamate a scegliere la scuola dei propri figli. 

L’appuntamento perciò si annuncia cruciale soprattutto per i ragazzi che nel 2023/24 andranno in prima superiore. 

Quale sistema formativo scegliere? Quello liceale, tecnico o professionale? E poi quale  indirizzo scegliere? È, insomma ,un momento delicato per gli studenti e  le famiglie che spesso viene vissuto con grande incertezza.

Ad influire su una decisione così importante possono intervenire diversi fattori. Le proprie predisposizioni e attitudini, ad esempio, gli interessi; ma anche la presenza  di istituti con un determinato indirizzo disciplinare nel proprio territorio di residenza e la possibilità di spostarsi più o meno autonomamente.

A questi si aggiungono le aspettative dei genitori, le scelte degli amici. E tutto si complica se si pensa che una decisione così delicata deve essere presa  dai ragazzi proprio nell’età in cui è molto difficile avere le idee chiare sul proprio futuro.

È richiesta, perciò, ai genitori la capacità di lettura della varietà dell’offerta formativa e delle prospettive occupazionali. Ma a loro è richiesto anche uno “sguardo” profondo e oggettivo sulle attitudini e capacità dei figli e sui punti di forza che li caratterizzano in termini di apprendimento e interessi. 

Questo momento cruciale di scelta richiede ai genitori attenzione alle informazioni e la capacità di farsi guidare da dati oggettivi e non da pregiudizi e mode passeggere. L’obiettivo è, infatti, quello della piena realizzazione personale e professionale dei propri figli che si persegue attraverso la scelta dei percorsi che permettono loro di esplicare al meglio le proprie capacità e potenzialità, generando senso di autostima.

Saranno via web anche le iscrizioni ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà degli istituti professionali e dei centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni che, su base volontaria, aderiscono alla procedura telematica. Laddove resta volontaria l’adesione degli istituti paritari. Nessuna novità anche stavolta per l’infanzia: qui l’istanza resta cartacea. Per tutti gli studenti delle classi intermedie il passaggio alla classe successiva avviene d’ufficio a cura della scuola.

Quali le modalità

Per procedere all’iscrizione sarà necessario avere un’identità digitale: si potrà accedere al sistema utilizzando le credenziali Spid, Cie o eIdeas (electronic IDentification authentication and signature). La funzione per l’abilitazione è già  disponibile  dal 19 dicembre scorso. 

Per accompagnare genitori e studenti nella loro scelta, il Ministero ha ulteriormente rinnovato il Portale ‘Scuola in chiaro’ che raccoglie i profili di tutte le scuole italiane con informazioni utili che vanno dalla organizzazione del curricolo, all’organizzazione oraria, agli esiti degli studenti e ai risultati a distanza e consente, altresì, la ricerca rapida degli istituti di zona in base al proprio indirizzo di residenza.

Sempre su ‘Scuola in chiaro’ è possibile consultare il Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) che ciascun istituto dovrà aggiornare  e  pubblicare. Contiene informazioni preziose per la scelta delle famiglie. Il Piano è il documento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche e contiene la progettazione curriculare, extracurricolare,educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia.

Le novità

Due le novità rispetto allo scorso anno. La prima è che alla primaria dal prossimo anno l’educazione motoria sarà introdotta in quarta con due ore in più a settimana. Questo incremento orario non riguarderà il temo pieno, poiché le ore di educazione motoria rientrano nelle 40 ore settimanali.

La seconda novità riguarda l’attivazione da parte delle scuole di percorsi ordinamentali a indirizzo musicale che però dovrà essere autorizzata dall’Usr con relativa assegnazione dell’organico. All’atto dell’iscrizione si potrà esprimere l’opzione per tale percorso, ma l’accoglimento verrà comunicato successivamente.

Iscrizioni alle Scuole dell’Infanzia

Potranno essere iscritti i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile 2024.

Sarà possibile scegliere tra tempo normale (40 ore settimanali), ridotto (25 ore) o esteso fino a 50 ore. In base alle norme concordatarie tra Stato italiano e Santa Sede, nella scuola è prevista la possibilità di avvalersi della religione cattolica.

Iscrizioni Scuola Primaria

Sarà possibile iscrivere alle classi prime della scuola primaria i bambini che compiono 6 anni di età entro il 30 aprile 2024. In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare, all’atto dell’iscrizione, fino ad un massimo di altri due istituti.

All’atto dell’iscrizione, le famiglie esprimeranno le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può corrispondere a 24 ore, 27 ore (elevabili fino a 30) o 40ore (tempo pieno).

Iscrizioni Secondaria di I Grado

Nella scuola secondaria di primo grado, al momento dell’iscrizione, le famiglie esprimeranno la propria opzione rispetto all’orario settimanale, che può essere articolato su 30 ore oppure su 36 ore, elevabili fino a 40 ore (tempo prolungato). In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare, all’atto di iscrizione, fino a un massimo di altri due istituti.

Iscrizioni Secondaria di II Grado

Nella scuola secondaria di secondo grado, le famiglie effettueranno anche la scelta dell’indirizzo di studio, indicando l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. In subordine rispetto all’istituto scolastico che costituisce la prima scelta, si potranno indicare fino ad un massimo di altri due istituti.

Le opzioni per la Scuola Superiore

Non c’è dubbio che l’ansia però colpisce di più i genitori dei ragazzi che dovranno iscriversi alla scuola superiore

Dopo la riforma Gelmini, come si sa, gli indirizzi delle superiori si sono notevolmente snelliti. Sei indirizzi per chi sceglie il Liceo: Classico, Scientifico (con l’opzione scienze applicate e anche la sezione ad indirizzo sportivo), Linguistico, delle Scienze Umane (con l’opzione Economico sociale), Artistico (con sei opzioni) e Coreutico  e musicale.

Gli studenti che scelgono la formazione tecnica possono optare tra due indirizzi di studio: Istituto tecnico economico (suddiviso a sua volta in due indirizzi) e Istituto tecnico tecnologico, suddiviso in nove indirizzi.

Per la scuola professionale si può optare tra 11 indirizzi. Per quanto riguarda i licei musicali e coreutici l’iscrizione avviene solo con il superamento di una prova attitudinale. Quindi si consiglia ai genitori di capire cosa vuole fare il figlio e avere ben chiara la distinzione fra istituto tecnico, professionale e liceo.  (gl)

 

SCUOLA IN CRISI, RIPARTIRE DALLE MEDIE
PER RECUPERARE IL DIVARIO FORMATIVO

di FRANCESCO RAO  – Quello della scuola è uno tra i temi più importanti del momento, non soltanto per la Calabria ma per l’Italia tutta. Il tema è ampio e in questa sede ne affronterò una minima parte, avanzando qualche proposta, rimandando a futuri interventi ulteriori spunti riflessivi. A dire il vero, visti gli esiti forniti dall’OCSE e dall’INVALSI annualmente, il Parlamento, al netto delle rispettive espressioni politiche, avrebbe potuto valutare tale tema interpretando i segnali dettati dai segmenti produttivi, maggiormente esposti alla penuria di risorse umane e al contempo chiamate a soddisfare le crescenti esigenze di una società sempre più complessa, proiettata ad uno stile di vita che interesserà i prossimi 50 anni.

Per quanto riguarda la nostra Calabria, anche quest’anno i dati INVALSI segnano l’ennesimo segnale di allarme. Con un pizzico di positività rispetto al passato, visti i tempi, vorrei poter sperare nell’avvio di una discontinuità nella quale da una parte possa esserci l’avvio della crescita e dall’altro relegare quel vuoto culturale a mero ricordo storico destinato ad essere un motivo in più per fare meglio senza perdere tempo. 

La nostra regione, i nostri giovani, le loro famiglie e tutto il mondo dell’istruzione e della formazione, nei prossimi anni, saranno chiamati a compiere una sfida senza precedenti per recuperare in tempi ridotti la notevole percentuale di quel divario culturale che da sempre divide il Nord dal Sud impedendo di fatto maggiori opportunità occupazionali, incremento del P.I.L. e contenendo i fenomeni migratori soprattutto dei nostri giovani. 

Detto ciò, non è assolutamente mia intenzione bocciare il nostro sistema scolastico. È necessaria però una corposa rivisitazione di competenze da praticare mediante percorsi di formazione e aggiornamento continuo. Tale affermazione ripone moltissima fiducia in un comparto strategico per la nazione e popolato da persone spesse volte demotivate, costrette per mancanza di mezzi e strumenti a ricorrere all’improvvisazione, mettendo da parte la programmazione ministeriale e l’esercizio di quella quota di autonomia utile a stringere collaborazione e partecipazione con gli stakeholder esterni alla scuola ma parte integrante della comunità educante.   

A ciò si aggiungano gli effetti delle varie spending review, praticate nel tempo nel comparto scuola, senza minimamente immaginare quali potevano essere gli effetti futuri. Ed allora, il ricorso all’accorpamento di scuole distanti anche 50 kilometri una dall’altra, con l’intento di limitare il numero di Dirigenti scolastici e per lasciare decine di docenti sotto una guida praticata mezzo etere oppure con limitata presenza è stata una soluzione? Quali benefici culturali ha prodotto? Per quanto mi riguarda, l’esempio dettato dall’art. 5 della Costituzione, come vale per le Stazioni dei Carabinieri, presenti in tutti i Comuni d’Italia, dovrebbe valere per tutte le scuole ossia un Dirigente scolastico per ogni sede scolastica presente sul territorio. Mentre qualcuno potrà dire che non possiamo permetterci questi costi, vorrei sottolineare che la cultura non è un costo ma un investimento nazionale. Intanto, per gli studenti calabresi, figli di un Dio minore, tutti gli indicatori afferenti ai sistemi di valutazione pubblici e privati incrociano le rispettive analisi in una comune conclusione: con un 18% di dispersione scolastica implicita il futuro appare segnato. 

Il nostro punto debole, come più volte segnalato dalla Fondazione Agnelli, continua ad essere la scuola secondaria di primo grado e gli effetti da tale causa saranno poi interamente riversati nel segmento scolastico successivo. Ci sarà stato tempo e modo per riscontrare tutte le possibili criticità, considerando anche l’incidenza della fase dello sviluppo degli adolescenti. Alla luce dei recenti dati, è lecito chiedere quali correttivi sono stati apportati al sistema e quali miglioramenti siano stati registrati? L’approccio allo studio della matematica, della geometria, delle scienze, delle lingue straniere, seppur avviato sin dalla scuola primaria, si pratica proprio nei tre anni di quella che per noi, nati durante lo scorso Secolo, era la scuola media. Sono state considerate le difficoltà del personale docente impegnato in questo specifico settore? Sono state mai valutate eventuali proposte metodologiche, tese a costruire patti educativi condivisi nei quali coinvolgere di più le famiglie anche con l’intento di responsabilizzare e detonare quella carica che alimenta sempre di più ricorsi e denunce a seguito di voti non particolarmente alti, richiami e/o provvedimenti disciplinari?

Sempre per questa fase, vista la crescente povertà educativa e la propensione alla dispersione scolastica, fenomeni maggiormente evidenti nelle aree interne, ricorrendo a personale docente non di ruolo, perché non si attivano i rientri pomeridiani per consentire a tutti gli studenti di poter chiudere entro le ore 18:00 la giornata scolastica facendo svolgere loro oltre ai compiti anche altre attività quali sport, musica, disegno, teatro ecc. ecc.? 

Potrò apparire un visionario, ma la mia convinzione continua a vedere la scuola come il cuore pulsante di ogni Comunità, grande o piccola che sia. Ed in tal senso gli Istituti scolastici non dovrebbero rimanere aperti soltanto dalle 7:00 alle 14:00, ma dovrebbero essere aperti sino alle ore 22:00, immaginando la fase post-curriculare come fase di autogestione nella quale insegnanti non di ruolo, volontari, animatori e quanti siano disposti a rispondere all’appello proveniente dal Ministero della Pubblica Istruzione o dall’assessorato all’Istruzione, possano mettersi in gioco, previo sottoscrizione di contratto e riconoscimento di appositi gettoni di presenza, per innalzare il livello culturale in modo esponenziale dei nostri giovani. In tali sedi, vedrei anche un maggiore coinvolgimento delle Associazioni. Penserei alla pratica del baratto consistente nella verniciatura dei muri, alla sistemazione di porte e finestre oppure alla pavimentazione delle rispettive aule utilizzate quale ricompensa per la fruibilità annuale dei locali e dei servizi messi a disposizione delle varie realtà associative, anch’esse messe nella condizione di stimolare la crescita culturale territoriale.  Gli insegnanti curriculari vanno sostenuti. Loro svolgono quotidianamente un lavoro ineccepibile ma occorre vincolare allo studio i nostri ragazzi, limitando loro una quantità di libertà pomeridiana che nel medio e lungo periodo finirà per alimenterà quella percentuale di  dispersione scolastica destinata a incidere sul  livello culturale del Paese, nella politiche di Welfare, nei fenomeni di micro e macro criminalità e nell’abbandono di tutte quelle identità locali, potenziali fonti di risorse, lasciate all’abbandono per mancanza di “cervelli”, capaci di far rinascere la storia locale rendendola risorsa futura. (fra)

   (Francesco Rao, Giornalista e Presidente Dipartimento Calabria ANS Sociologi)

L’OPINIONE / Lucia Anita Nucera: Gli istituti usino fondi del Pnrr contro dispersione scolastica

di LUCIA ANITA NUCERA – Entra nel vivo il piano nazionale di ripresa e resilienza per l’istruzione che  prevede un finanziamento di 1,5 miliardi per contrastare la dispersione scolastica, le povertà educative e superare i divari territoriali. Dopo una prima fase, infatti, si è passati alla seconda con l’elargizione dei fondi direttamente agli istituti scolastici.

È un segnale positivo, che denota attenzione da parte del Miur verso una problematica che soprattutto in alcune periferie particolarmente a rischio, anche della nostra città, si è accentuata durante la pandemia nonostante l’impegno massimo da parte delle scuole.

La prima tranche di risorse destinate alla Calabria ha coinvolto 227 istituti della regione. Si tratta di fondi che potranno essere utilizzati dai singoli istituti e che sono stati distribuiti sulla base di parametri precisi che riguardano ovviamente l’area in cui la scuola è collocata e la capienza di alunni.
Adesso, le scuole con una prima tranche del finanziamento potranno investire le risorse per il conseguimento di un diploma per i giovani anche tra i 18-24 anni, che hanno abbandonato precocemente gli studi. Mentre, con la seconda si attiveranno progetti per  rinforzare le competenze di base degli alunni più in difficoltà, per superare i divari territoriali anche con alcuni progetti nazionali che coinvolgano direttamente le aree più periferiche della città.
Il mio augurio è che gli istituti usufruiscano appieno delle risorse per contrastare una problematica che purtroppo, nei nostri territori, coinvolge diversi giovani che abbandonano prematuramente il percorso di studi senza conseguire un diploma e avendo dunque, meno possibilità di inserimento lavorativo.
Inoltre, sarà importante attivare percorsi di potenziamento per tutti gli studenti che vivono situazioni  problematiche di povertà educativa. Credo che sarà ancora più significativo il fatto che siano coinvolti gli istituti che ricadono nelle aree maggiormente a rischio della nostra città, a favore dei minori che  di più hanno risentito  dei disagi durante la pandemia. (lan)
[Lucia Anita Nucera è assessore all’Istruzione del Comune di Reggio Calabria]
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Dispersione scolastica a Reggio, le proposte dell’assessore comunale Lucia Anita Nucera

L’ Assessore all’istruzione del comune di Reggio Calabria, Lucia Anita Nucera, ha avanzato delle proposte da realizzare per combattere il fenomeno della dispersione scolastica del territorio reggino.

«Il fenomeno della dispersione scolastica – ha spiegato – non deve solo essere riaffermato in maniera sterile, ma occorre che ci siano interventi sinergici che coinvolgano più soggetti che operano in rete al fine di non demandare al solo comparto scuola, già gravemente oberato con la pandemia, di ogni azione educativa e preventiva. Per questo, credo, che la costituzione di un istituto omnicomprensivo come previsto dal Miur, in ognuna delle zone della città maggiormente a rischio potrebbe essere di supporto ai ragazzi comprendendo in unica scuola la frequenza dall’infanzia alle superiori».

«A questo – ha proseguito Lucia Anita Nucera – è necessario aggiungere a mio avviso nuovi indirizzi affinché tutti possano avere la possibilità di accedere a determinate aree come musica, arte, lingue. All’interno della scuola, poi, è altrettanto essenziale istituire come già era stata prevista, la figura del referente sulla dispersione scolastica con il compito di monitorare giornalmente i ragazzi e i singoli casi».

«I casi di violenza da parte di giovanissimi – ha proseguito l’assessore Nucera – nella nostra città, richiedono una risposta immediata e unitaria da parte di tutti, affinché ci sia un reale supporto con percorsi di rieducazione e anche di supporto dei giovani e delle  famiglie. Il compito non può essere demandato alla sola scuola, ma richiede un impegno comune per evitare che altri giovanissimi trovino normale usare la violenza nella loro quotidianità».

«Inoltre – ha concluso Lucia Anita Nucera – vorrei rivolgere un augurio a tutti gli studenti delle scuole di primo e secondo che saranno impegnati con gli esami di Stato. A loro dico che questa è una prima tappa della vita a cui ne seguiranno tante altre e che sicuramente onereranno il loro impegno come hanno fatto durante il loro percorso scolastico». (rrc)

Il ministro Bianchi: Al centro del Pnrr c’è lotta a dispersione scolastica e il 40% è per il Sud

«Al centro del del Pnrr c’è la lotta alla dispersione scolastica, e il 40% delle risorse è per il Sud perché l’Italia deve ripartire dalla sua parte più fragile». È quanto ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, intervenendo in un video messaggio al Salone della Giustizia.

Per il ministro, infatti, «occorre prendere atto che la scuola deve garantire la capacità di costruire comunità, investire sulla scuola vuol dire investire nella comunità intera per tutelarsi dalla criminalità: in Italia l’indice di dispersione scolastico, rispetto alla media Ue, è dell’1,24% ma molte regioni del Nord sono sopra la media europea, mentre in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna l’indice è molto alto, e in alcune periferie urbane dei centri del meridione si arriva anche al 40% di abbandono scolastico».

Bianchi, poi, ha fatto presente che l’Invalsi ha fatto emergere che c’ anche «la dispersione implicita di chi ha conseguito il diploma senza aver però conseguito le necessarie conoscenze».

Situazioni che c’erano anche prima della pandemia, ha detto il ministro Bianchi, ma «la pandemia ha esasperato le differenze e le fragilità». Per questo «si riparte dal Sud». (rrm)