Verso il lancio dei Distretti del Cibo: 23 le candidature risultate ammissibili

È sempre più vicino il momento in cui, in Calabria, prenderanno il via i Distretti del Cibo, il modello individuato per organizzare i sistemi produttivi agricoli ed agroalimentari locali e promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la valorizzazione della loro identità storica e culturale.

Si è conclusa, infatti, a cura del dipartimento Agricoltura, la fase istruttoria seguita alla manifestazione d’interesse pubblicata nei mesi scorsi, la Regione ha ufficializzato l’esito delle verifiche svolte in ordine al possesso dei requisiti richiesti, dichiarando ammissibili – attraverso apposito decreto dirigenziale – 23 proposte di istituzione di altrettanti Distretti del cibo.

Si tratta di Piana di Sibari (Comune di Corigliano-Rossano); Alto Jonio Cosentino (Comune di Oriolo); Territorio rurale Vibonese (Consorzio Gal); Le vie della transumanza (Gal Sila); Montagna del Reventino (Distretto rurale Reventino); Agroalimentare di qualità del Lametino (Comune di Lamezia Terme); Piana di Gioia Tauro e dell’areale dello Stretto (Gal Basso Tirreno reggino); Arberia (società La Molazza); Pollino (Gal Pollino); Medio Jonio Catanzarese e della Valle del Crocchio (Distretto rurale Medio Jonio); Contea del vino Cirò (Comune di Cirò); Eccellenze del Savuto e del Tirreno Cosentino (Gal Savuto Tirreno Serre Cosentine); Serre Cosentine (Comune di Rende); Biofiliere dell’alto Tirreno Cosentino (associazione Baticòs); Tirreno Cosentino-Riviera dei Cedri (Comune di Scalea); Bio-Calabria di Copanello (Gatti Libero); Territorio interprovinciale delle Dop (Consorzio Pecorino Crotonese); Terre Vibonesi (Gal Terre Vibonesi); Le valli di Plinio (Comune di Altomonte); Terre di Pitagora (Camera di Commercio di Crotone); Parco regionale delle Serre e dei territori limitrofi (Parco regionale delle Serre); Grecanico (Aiab Calabria); Parco marino regionale della Calabria (Ente Parchi marini regionali).

«Quella dei Distretti del cibo – ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è un’iniziativa di fondamentale rilievo per la nostra terra, peraltro espressamente indicata come tale nelle linee programmatiche dal Presidente Occhiuto. Il lavoro svolto a partire dalla primavera del 2020 e portato avanti con determinazione dal nuovo governo regionale entra ora nella fase finale».

«Una volta ultimate le residue procedure burocratiche – ha spiegato Gallo –, sarà possibile dar vita a sistemi produttivi territoriali finalizzati alla coesione e all’inclusione sociale, alla crescita dell’occupazione e della competitività delle realtà imprenditoriali locali. Il mosaico che si andrà a comporre, nel solco della concertazione con istituzioni locali, organizzazioni di categoria e forze produttive ed economiche, permetterà di rafforzare le filiere agro-alimentari, il marketing territoriale e l’efficienza delle infrastrutture, con conseguente valorizzazione dell’ambiente e dei paesaggi».

Prossimi passaggi: trascorso il periodo concesso per la presentazione di eventuali ricorsi (al Tar entro 60 giorni, al Presidente della Repubblica nel termine di 120 giorni), la Regione procederà al formale riconoscimento dei Distretti del cibo, mediante una specifica delibera di Giunta regionale, su proposta dell’assessorato all’Agricoltura. A seguire, si procederà all’iscrizione dei Distretti così ufficialmente riconosciuti nel Registro nazionale dei Distretti del cibo, tenuto presso il Mipaaf. (rcz)

Distretti del Cibo, circa 20 le candidature per il riconoscimento

Sono circa 20 le richieste presentate per riconoscere i Distretti del Cibo, ciascuno dei quali rappresenta un’ampia porzione del territorio regionale: dalla zona compresa tra l’Alto Ionio cosentino ed il Pollino, al Tirreno cosentino, alla Sila, a quella del Reventino, passando per il Lametino e lo Ionio catanzarese, la provincia di Crotone e quella di Vibo Valentia, fino alla Piana di Gioia Tauro ed all’area grecanica.

Ad esse si aggiungono, inoltre, candidature che mirano alla valorizzazione del cibo biologico e della filiera della pesca, a livello regionale e interregionale, a testimonianza della spinta dal basso per la creazione di una rete di valorizzazione dei territori e delle loro peculiarità, attraverso un valido strumento di programmazione.

Il dato è emerso nei giorni scorsi, in occasione di un incontro svoltosi per fare il punto della situazione.

“Quella dei Distretti del cibo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è un’iniziativa di fondamentale rilievo per la nostra terra: completate le procedure in itinere, prenderanno finalmente vita sistemi produttivi territoriali finalizzati alla coesione e all’inclusione sociale, alla crescita dell’occupazione e della competitività delle realtà imprenditoriali locali».

«Il mosaico di distretti che si andrà a comporre – aggiunge – nel solco della concertazione intessuta con istituzioni locali, organizzazioni di categoria e forze produttive ed economiche del comparto agroalimentare, rappresenterà un sicuro rafforzamento delle filiere agro-alimentari, del marketing territoriale e delle infrastrutture, con conseguente valorizzazione dell’ambiente e dei paesaggi. All’interno di questo ambito, ciascun soggetto interessato e coinvolto agirà con un ruolo di protagonista».

Le istanze di riconoscimento formalizzate saranno ora sottoposte a verifica e valutazione, al fine di procedere alla loro iscrizione nel Registro nazionale dei Distretti, tenuto presso il Mipaaf.

Otto le tipologie di distretti che, nello specifico, la Regione procederà a riconoscere: rurali; agroalimentari di qualità; produttivi locali; produttivi locali anche a carattere interregionale; produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane; produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole; produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale; biodistretti e distretti biologici. Potranno essere altresì riconosciuti, come Distretti del Cibo, i dieci distretti rurali ed agro-alimentari di qualità già esistenti ed iscritti al registro nazionale. (rcz)

Elezioni / Molinaro (Lega): Distretti del Cibo non vanno snaturati come ha fatto Dipartimento Agricoltura con i Gal

Il consigliere regionale uscente della Lega, Pietro Molinaro, ha ribadito l”opportunità per le imprese agricole che i Distretti del Cibo rappresentano, e ha sottolineato come questi «non vadano snaturati, come il Dipartimento Agricoltura ha fatto con i Gruppi d’Azione Locale, ovvero i Gal».

«Certo – ha aggiunto – i Gal vennero snaturati ai tempi della Giunta Oliverio, ma il Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura di oggi è lo stesso di allora. Oggi come allora, al vertice del Dipartimento c’è il dott. Giacomo Giovinazzo che nel corso degli anni è stato artefice di tante interpretazioni strane ed originali, oltre che responsabile di tante inefficienze, che vanno sradicate dal Dipartimento Agricoltura».

«Nati e disciplinati a livello europeo e nazionale come strumenti dedicati allo sviluppo rurale di aree delimitate – ha spiegato – i Gal subirono una mutazione innaturale ad opera del Dipartimento Agricoltura, che ne estese il raggio d’azione, praticamente, a tutti i comuni della Calabria. In questo modo, l’efficacia dell’azione dei Gal è stata penalizzata enormemente. Non deve accadere lo stesso con i nuovi distretti».

«I “distretti del cibo” – ha spiegato – sono uno strumento radicalmente diverso dai GAL e sia la legge nazionale che li ha istituiti, sia il primo bando per le agevolazioni del Ministero parlano chiaro al riguardo. Le varie forme possibili di distretto, sono accomunate dall’essere dei “sistemi produttivi locali” ovvero delle reti di imprese interconnesse e specializzate. Per questo, i distretti non possono essere confusi con un partenariato socio-economico che non esiste nella definizione nazionale dell’”Accordo di distretto”».

«Tanto meno, il “distretto del cibo” – ha proseguito – può essere confuso con una  mera perimetrazione geografica, per cui i concetti di mappatura ed eleggibilità dei territori applicati ai “distretti del cibo”, appaiono fuorvianti. Al riguardo può essere utile ricordare che questi concetti sono stati già applicati ai distretti rurali ed agroalimentari di qualità, riconosciuti in Calabria ai sensi della L.R. 21/2004. Ed i risultati sono stati fallimentari. Insistere sarebbe diabolico».

«Nonostante tutto ciò – ha detto ancora – molte iniziative di “distretto del cibo” che si stanno annunciando nella nostra regione, vedono come protagonisti le amministrazioni comunali, che candidano il proprio territorio a far parte dei distretti del cibo, o organizzazioni economico-sociali, anziché le imprese. Da quanto si sente in giro, c’è più di un indizio che tanti, compreso il D.G. del Dipartimento Agricoltura, abbiano finora travisato il senso dei “distretti del cibo”, con l’aggravante di averli caricati di procedimenti ed adempimenti burocratici inutili e costosi, senza che vi sia stato alcun impegno programmatorio e finanziario da parte delle Regione Calabria».

«Per quanto mi sarà possibile – ha concluso – impegnerò il centrodestra a garantire che, con i “distretti del cibo” non ci saranno manipolazioni che assecondino la creazione di “nuovi carrozzoni o nuove carrozzelle” inutili, da far vivere col paravento delle imprese agroalimentari». (rcz)

La Regione proroga termini per manifestazione d’interesse per i Distretti del Cibo

Fino al 30 settembre, si possono presentare le domande per il riconoscimento dei Distretti del Cibo, il cui Avviso è rivolto, nello specifico, a dare sostegno ai sistemi produttivi agricoli, agroalimentari e agroindustriali locali, attraverso la progettazione integrata. In seguito agli esiti dell’avviso, la Regione realizzerà la mappatura delle aree idonee alla realizzazione di una rete regionale dei Distretti del cibo.

«Un atto dovuto –ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura e alle Risorse agroalimentari, Gianluca Gallo – considerato che sono pervenute al dipartimento Agricoltura diverse istanze tese a evidenziare criticità e difficoltà riscontrate dagli attori coinvolti nei processi partecipativi sui vari territori, nella fase preparatoria del partenariato socio-economico propedeutica alla candidatura a Distretto del cibo, a causa delle restrizioni determinate dall’emergenza sanitaria da Covid-19».

«L’intenzione di questa amministrazione, attraverso questa proroga dei termini – spiega ancora Gallo – è quella di garantire la più ampia partecipazione possibile e allo stesso tempo quella di favorire un alto livello qualitativo delle proposte di candidatura, in quanto, attraverso la costituzione dei Distretti del cibo, puntiamo a incidere concretamente sullo sviluppo delle nostre aree rurali, sull’incremento occupazionale e l’inclusione sociale».

La costituzione dei Distretti del cibo mira, inoltre, a garantire la sicurezza alimentare ai consumatori, a diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, a ridurre lo spreco alimentare e a salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale.

Saranno otto le tipologie di distretti che la Regione procederà a riconoscere: rurali, agroalimentari di qualità, produttivi locali, produttivi locali anche a carattere interregionale, produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane, produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole, produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale, biodistretti e distretti biologici.

Inoltre, saranno riconosciuti come Distretti del cibo, i distretti rurali e agro-alimentari di qualità già esistenti e iscritti al registro nazionale dei Distretti del cibo presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che dovranno presentare comunque idonea istanza di riconoscimento e relativa documentazione, nel rispetto delle procedure della manifestazione d’interesse, nell’ambito della quale si prevede anche la periodicità almeno biennale della verifica del mantenimento dei requisiti necessari al riconoscimento dell’area a Distretto del cibo. (rcz)

Distretto del Cibo Serre Cosentine, alla Rete dei Comuni di aggiungono Montalto, Lattarico e San Benedetto Ullano

Montalto, Lattarico e San Benedetto Ullano sono entrati a far parte della rete dei Comuni Asus, che hanno aderito al Distretto del Cibo, aggiungendosi a Rende, Cosenza, Castrolibero, Castiglione Cosentino, San Pietro in Guarano, San Vincenzo La Costa, Mendicino, San Fili, Carolei, Cerisano, Domanico, Marano Principato, Dipignano, Zumpano.

«Lla proposta di costruire un sistema locale sostenibile del cibo nell’area delle serre cosentine – ha dichiarato Marcello Manna, sindaco di Rende – si allarga ad altre municipalità, segno che tale opportunità rappresenta una concreta base su cui costruire il nostro futuro. Il distretto è aperto ad altri enti pubblici, alle aziende agricole agroindustriali ed alimentari, al comparto della ristorazione e della ricezione, alle realtà dell’artigianato locale e legato alla tradizione culinaria, alle aziende di produzione di beni e servizi coerenti con le tradizioni e le vocazioni territoriali».

Il primo cittadino ha poi sottolineato come: «soprattutto in questo determinato periodo storico, in cui serve concretezza per ripartire, la promozione di interventi integrati e di supporto allo sviluppo sostenibile significa valorizzare le nostre risorse e meglio sostenere l’economia. Il nostro è un progetto politico che vede non nelle appartenenze, ma nella forza dell’azione comune un approccio che potrà essere da guida anche per altri territori».

«Il gap di questi anni – ha proseguito Manna – reso ancora più aspro dalla pandemia, deve essere superato attraverso la costruzione di percorsi sinergici che possono portare i nostri comuni a divenire attrattori di crescita. Un maggiore sostegno allo sviluppo rurale integrato e alla promozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale che tenga conto delle specificità e dei bisogni dei contesti di riferimento significa sviluppo delle filiere corte e sostegno all’agricoltura locale, aumento dell’occupazione, valorizzazione delle identità». (rcs)

L’Associazione Italiana Coltivatori: Distretti del Cibo grande occasione per la Calabria

Il presidente dell’Associazione Italiana ColtivatoriGiuseppino Santoianni, ha dichiarato che i Distretti del Cibo per la Calabria «sono l’occasione da non sprecare ma cogliere come reale opportunità di valorizzazione delle identità».

Il presidente dell’Associazione italiana coltivatori ha voluto sottolineare il forte «valore strategico di questa iniziativa” che prova ad organizzare i sistemi produttivi agricoli ed agroalimentari locali e promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale».

«La Calabria – ha aggiunto – è ricca di gemme alimentari e valenze territoriale agricole che possono giocare un ruolo di primo piano nella ripartenza da tutti auspicata e che, in altri territori del Paese già oggi fa parlare bene di sé in termini di rilancio”. Secondo un recente studio di Intesa Sanpaolo, infatti, nel terzo trimestre del 2020 i distretti agroalimentari italiani hanno realizzato nel complesso oltre 5 miliardi di euro di vendite all’estero, con una crescita del +2,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Cifre record che, nell’ottica di una progettualità futura per l’agroalimentare calabrese, devono farci pensare e organizzare in maniera certosina la costituzione e la valorizzazione di questi sistemi territoriali che devono permettere, al comparto regionale, di fare quel salto di qualità da tutti auspicato».

Il fattore aggregante, che è sotteso alla presentazione delle domande è anche un elemento «da non tenere in secondo piano. Siamo una terra dalle mille contraddizioni e spesso divisa anche sulle risorse che potrebbero unirci. Pensare insieme, progettare tenendo conto dei fattori aggreganti guardando alla coesione ed inclusione sociale non è di poco conto se si pensa alle ricadute in termini di occupazione e competitività delle realtà locali in un contesto di marketing che guardi non più al ristretto contesto regionale ma alla globalità dei mercati e della promozione integrata».

La ruralità, la matrice storica di alcune esperienze produttive, il biologico come fiore all’occhiello dell’agricoltura regionale, possono essere volano di una «nuova stagione che ci vedrà protagonisti, come associazioni di categoria, al fianco di coloro che avranno la lungimiranza di guardare ai distretti del cibo come valore aggiunto di un sistema qualitativamente alto». (rrm)

Pubblicata la manifestazione d’interesse per i Distretti del Cibo in Calabria

È stata pubblicata la manifestazione d’interesse per il riconoscimento, anche in Calabria, dei Distretti del Cibo, modello individuato dal legislatore nazionale per organizzare i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari locali e promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale.

«Obiettivo dichiarato: definire, attraverso il procedimento di riconoscimento di matrice regionale, la mappatura delle aree idonee alla realizzazione di una rete regionale dei Distretti, per acquisire – è specificato – informazioni dettagliate sulla loro dimensione territoriale, sulla quantificazione dei fabbisogni di investimento, sulle previsioni delle diverse necessità finanziarie di spesa e sui potenziali impatti strategici dei programmi di intervento».

«Sulla base della normativa vigente, e previa istruttoria valutativa – è scritto ancora – saranno otto le tipologie di distretti che, nello specifico, la Regione procederà a riconoscere: rurali; agroalimentari di qualità; produttivi locali; produttivi locali anche a carattere interregionale; produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane; produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole; produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale; biodistretti e distretti biologici. Saranno altresì riconosciuti, come Distretti del cibo, i distretti rurali e agro-alimentari di qualità già esistenti e iscritti al registro nazionale dei Distretti del cibo presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che dovranno comunque presentare idonea istanza di riconoscimento e relativa documentazione, nel rispetto delle procedure della manifestazione d’interesse appena indetta, nell’ambito della quale si prevede anche la periodicità almeno biennale della verifica del mantenimento dei requisiti necessari».

«Quella dei Distretti del cibo – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – è una iniziativa di assoluto rilievo per la nostra terra: prenderanno finalmente vita sistemi produttivi territoriali caratterizzati da un forte fattore aggregante e finalizzati alla coesione e all’inclusione sociale, alla crescita dell’occupazione e della competitività delle realtà imprenditoriali locali. La manifestazione d’interesse è un nuovo passo in questa direzione, compiuto come sempre di concerto con le organizzazioni di categoria, i consorzi di tutela, gli enti camerali e gli imprenditori agricoli».

La manifestazione d’interesse è disponibile in versione integrale sul portale www. www.regione.calabria.it, nella sezione dipartimento Agricoltura.

Il termine ultimo fissato per la presentazione delle istanze di riconoscimento è fissato in 90 giorni dalla pubblicazione della manifestazione sul Burc. (rcz)

Acli Terra Cosenza: Distretti del Cibo occasione per le imprese

Il presidente provinciale di Acli Terra CosenzaPierino Fallico, ha dichiarato che «finalmente, anche in Calabria, sta crescendo un modello partenariale che, intanto, ha prodotto i Distretti del Cibo e che sostanzialmente «promuove lo sviluppo territoriale, la coesione e l’inclusione sociale, oltre a favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, a garantire la sicurezza alimentare, a diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, a ridurre lo spreco alimentare e a salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari».

«Come non ringraziare lassessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo – ha aggiunto – che ha portato a termine tutte le procedure necessarie alla istituzione dei Distretti del Cibo, e che nelle cose approvate ha fatto emergere la buona politica e che diventa fatto concreto produttivo».

Un ruolo di primo piano per dare gambe alla strategia di promozione dei Distretti è stato quello dell’esperto di comunicazione e marketing territoriale, Valerio Caparelli, che da due anni sta offrendo un grande supporto professionale alle azioni informative, sociali e promozionali di Acli Terra.

«Con il suo impegno, portato avanti con grande competenza specialistica, Caparelli ha promosso e fatto conoscere il valore sociale, economico, ambientale e, soprattutto, la qualità e la singolarità dei giacimenti enogastronomici calabresi, che possono ricevere nuova linfa e rilancio proprio dai Distretti del Cibo».

Durante gli incontri organizzati da Acli Terra in Calabria, è stato possibile apprezzare oltremodo il ruolo serio e di passionale dedizione del dirigente Cosimo Cuomo, che da sempre ha creduto e lavorato su questa visione del valore territoriale.

Con l’approvazione delle linee guida, si scende finalmente nei dettagli e si va nella direzione dei territori: su queste, le ACLI Terra si sentono impegnate in tutte le azioni di sostegno e accompagnamento, con quanti spingono e sono favorevoli ad una Calabria dello sviluppo economico e dell’occupazione.

Per l’avvocato Fallico, «la Calabria ha bisogno di persone e associazioni che abbiano il coraggio di scegliere e trovare nella promozione sociale e nella condivisione di progetti un rapporto di servizio con le istituzioni, rigenerando progetti e crearne di nuovi. Dare ascolto ai territori, agli imprenditori, ai giovani, in modo tale che quanto programmato poi diventi una risposta aderente alle reali domande della gente».

Le Acli Terra sono consapevoli del fatto che, con i Distretti del Cibo, si può intravedere una credibile direzione di sviluppo e che la politica diventi finalmente quella buona.

D’altra parte come ci dice il Presidente regionale di Acli Terra Calabria, Pino Campisi, mutuando una frase dall’Enciclica Fratelli Tutti «è molto difficile prospettare qualcosa di grande a lungo termine se non si ottiene che diventi un sogno collettivo».

E Acli Terra vede i Distretti del Cibo proprio come un pezzo importante di un sogno collettivo teso alla crescita e alla sostenibilità di politiche virtuose e produttive. (rcs) 

Al via procedure per individuazione delle aree per i Distretti del Cibo

È stata pubblicata, in pre informativa, la manifestazione d’interesse per individuare le aree da elevare a Distretti del cibo.

Si tratta di un decisivo passo avanti, nelle procedure per l’attivazione del modello individuato dal legislatore nazionale per organizzare e sostenere i sistemi produttivi agricoli e agroalimentari locali e promuovere, allo stesso tempo, lo sviluppo delle comunità delle aree rurali, attraverso la tutela della loro identità storica e culturale.

«Lo strumento che veniva richiesto a gran voce per colmare ritardi e disparità col resto del Paese – commenta l’assessore Gallo – c’è e inizia a prendere forma, nel solco della concertazione con le organizzazioni di categoria, gli enti camerali e gli imprenditori agroalimentari. I Distretti sono strumento essenziale, indispensabile per la governance dei sistemi rurali, ai fini della tutela e valorizzazione delle progettazioni integrate del territorio distrettuale».

La manifestazione d’interesse, disponibile sul portale istituzionale www.regione.calabria.it, nella sezione dipartimento Agricoltura, potrebbe subire modifiche, che saranno prontamente rese note, se nei dieci giorni a partire dalla data di pubblicazione dovessero pervenire al dipartimento osservazioni tese a migliorare l’avviso pubblico o a suggerire l’opportunità di procedere ad approfondimenti al riguardo.

Successivamente, previa istruttoria valutativa, la Regione procederà a riconoscere otto diverse tipologie di Distretti: rurali; agroalimentari di qualità; produttivi locali; produttivi locali anche a carattere interregionale; produttivi locali localizzati in aree urbane o periurbane; produttivi locali caratterizzati dall’interrelazione e dall’integrazione fra attività agricole; produttivi locali caratterizzati dalla presenza di attività di coltivazione, allevamento, trasformazione, preparazione alimentare e agroindustriale; biodistretti e distretti biologici.

Saranno altresì riconosciuti, come Distretti del cibo, i distretti rurali e agro-alimentari di qualità già esistenti e iscritti al registro nazionale dei Distretti del cibo presso il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che dovranno comunque presentare idonea istanza di riconoscimento e relativa documentazione, nel rispetto delle procedure della manifestazione d’interesse appena indetta, nell’ambito della quale si prevede anche la periodicità almeno biennale della verifica del mantenimento dei requisiti necessari riconoscimento dell’area a Distretto del cibo.Di seguito il link della pagina in cui è pubblicata la manifestazione di interesse. (rcz)

Irto (PD): La Regione pubblichi i bandi per la realizzazione dei Distretti del Cibo in Calabria

Il consigliere regionale del PdNicola Irto, ha sollecitato la Regione Calabria affinché «avvii la pubblicazione dei bandi utili per la selezione, valutazione e individuazione dei Distretti del Cibo».

La Regione, infatti, è in ritardo nelle procedure per l’avvio dei Distretti, ritenuti strumenti strategici per lo sviluppo del settore agroalimentare.

«Ad oggi – ha proseguito il consigliere regionale – dopo una delibera di giunta annunciata in pompa magna nello scorso mese di settembre, i procedimenti amministrativi necessari per rendere operativi questi strumenti sono ancora fermi al palo. Senza gli adempimenti attuativi, infatti, non è possibile concretizzare nella nostra regione quel modello di sviluppo economico sostenibile che la creazione dei Ddc garantisce in termini di crescita e rilancio delle filiere agroalimentari, nonché di governance dei sistemi rurali».

I Distretti del Cibo consentono, tra l’altro, l’avvio di un circuito di buone pratiche sia per la salvaguardia del settore dell’agroalimentare locale, sia per la sicurezza dei cibi, con produzioni di qualità, con una particolare attenzione alla salvaguardia del territorio verso la diminuzione dell’impatto ambientale e la riduzione degli sprechi.

«In un momento storico in cui l’economia dell’Italia e del Mezzogiorno è  messa in ginocchio dalla pandemia da Covid 19 – ha continuato Irto – questo ritardo colpisce tutte quelle aziende calabresi che ancora non possono costituirsi in filiera e investire sui mercati nazionali e internazionali. E ancora, non consente loro di operare in sinergia per fare crescere l’economia calabrese, soprattutto nelle aree interne afflitte da gravi condizioni di isolamento».

«Sollecito, perciò – ha concluso – la giunta regionale a procedere, senza ulteriori indugi, a dare seguito alle fasi attuative dei Distretti del cibo, per scongiurare un aggravamento della già difficile condizione della Calabria, sul piano occupazionale e imprenditoriale». (rrc)