Grande partecipazione alla XX edizione delle Giornale internistiche Calabresi, presiedute dal dottor Gerardo Mancuso

Un’importante occasione di confronto che ha consentito di rimettere al centro dell’attenzione – e nella giusta misura dopo la monopolizzazione delle problematiche legate alla pandemia – tutte le patologie di competenza internistica che hanno un elevato impatto sulla salute pubblica, sul numero e sulla durata dei ricoveri ospedalieri nonché sui costi assistenziali. Si chiude, infatti, con un bilancio molto positivo di partecipazione la XX edizione delle “Giornate Internistiche Calabresi”, che si sono tenute nella sala congressi del T – Hotel di Feroleto Antico dopo l’inaugurazione di giovedì 25 maggio nell’Auditorium dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Si prosegue nel progetto originale e cioè aggiornamento scientifico, progettualità, collaborazione tra medici ospedalieri, specialisti ambulatoriali e medici di Medicina Generale.

La presidenza del congresso è del dottor Gerardo Mancuso, vice presidente nazionale della Società italiana di medicina interna, che ha saputo riprendere con rinnovata energia i percorsi volti al miglioramento dell’assistenza sanitaria pubblica, della definizione dei percorsi clinici e delle cure grazie al prezioso contributo di specialisti e professionisti del settore provenienti da tutta Italia.

All’incontro inaugurale, allestito con l’egida della scuola di specializzazione di Medicina interna e scuola di specializzazione di Geriatria, hanno partecipato, altresì, il magnifico rettore dell’Umg, Giovambattista De Sarro, il professore Francesco Perticone, la prof. Angela Sciaqua, il professore Francesco Andreozzi, che ha illustrato il progetto realizzato negli ospedali di Lamezia Terme, Soveria Mannelli e nell’Azienda ospedaliera – universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, relativo al modello innovativo della gestione dei pazienti diabetici nei reparti di medicina interna.

«Abbiamo dato vita con grande attenzione e partecipazione a quattro giornate di formazione e di confronto tra esperti di medicina interna, su quelle che sono le novità nelle terapie soprattutto nei pazienti complessi, pazienti poli-patologici, pazienti che hanno una serie di complicanze che si manifestano in l’età avanzata – ha spiegato il dottor Mancuso tirando le somme dell’importante appuntamento – I problemi emergenti sono il progressivo invecchia-mento della popolazione, la multipatologia, la gestione della politerapia, la crescente complessità clinica dei pazienti e la fragilità psicofisica e sociale che rendono spesso difficile il rientro a domicilio dopo il ricovero ospedaliero. Anche su questi temi oltre che su quelli più squisitamente scientifici abbiamo ampiamente discusso e condotto una vera e propria azione di formazione con professionisti che arrivano da strutture ospedaliere calabresi ma anche da fuori regione».

Di particolare interesse il progetto presentato in avvio di lavori: «Abbiamo messo a punto una startup nazionale che parte proprio dalla Calabria, al centro c’è l’idea di gestire in modo più snello e più efficace il diabete, una delle patologie più prevalenti nella popolazione nazionale. In Calabria è stimato che il 20% della popolazione sia affetta da diabete. È un problema importante e diventa ancora più importante quando il paziente si ricovera in ospedale dove, nonostante sia un luogo di cura, può anche difficile la gestione di una patologia apparentemente così facile da affrontare – ha spiegato ancora il dottore Mancuso -. Con l’età il diabete si presenta con complicanze e le complicanze sono anche fatali: quindi bisogna intervenire molto precocemente». La start up di cui sono stato illustrati i dati preliminari delle attività svolte in tre reparti di Medicina degli ospedali calabresi (Policlinico Mater Domini, Soveria Mannelli e Lamezia Terme) sarà presentata a livello nazionale dopo l’estate.

È toccato al professor Francesco Andreozzi, professore di Medicina Interna dell’Umg di Catanzaro, entrare nel dettaglio del nuovo modello assistenziale introdotto da Mancuso. «I pazienti diabetici – ha spiegato il professore- devono tenere sotto controllo la glicemia nell’arco della giornata: i livelli di glucosio variano, condizionati da diversi fattori. Ecco perché grazie ad un sistema di sensori che ci consente di rilevare il valore del glucosio in remoto ai pazienti ricoverati in contemporanea, possiamo ridurre al minimo i margini di errore ed individuare le migliori soluzioni terapiche. Si tratta della prima esperienza in Italia che ci consente di essere orgogliosamente all’avanguardia».

La prima giornata è stata aperta dalla lettura del professor Francesco Perticone in ricordo del professor Pier Luigi Mattioli. Tra i presenti anche il preside della Facoltà di Medicina dell’Umg, nonché direttore dell’UOc Malattie del Metabolismo Umg, Agostino Gnasso.

Molte Scuole accademiche nazionali erano presenti, assieme a relatori e scienziati di chiara fama internazionale. Tra i professionisti presenti anche il professor Francesco Violi, dell’Istituto di Clinica Medica dell’Università “La Sapienza” e già presidente Med09. «Questo congresso medico inquadra vari tipi di patologie di interesse internistico, per cui è estremamente importante partecipare – ha dichiarato al termine della sessione internistica – ci consente di avere uno spaccato su varie malattie che possono incidere nella popolazione generale, soprattutto in Calabria». Violi, in particolare, ha approfondito il tema degli esperimenti condotti tanto a “La Sapienza”, quanto a livello internazionale, che mettono in evidenza un nuovo meccanismo di danno epatico che coinvolge le piastrine e che aprono prospettive importanti circa la possibilità di curare malattie come la steatosi epatica. La segreteria organizzativa dell’evento è stata dell’agenzia “Present&Future”. (rcz)

Al via le Giornate Internistiche calabresi

Tagliano il traguardo della XX edizione le Giornate internistiche calabresi che si svolgeranno tra l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e il T Hotel (Feroleto Antico) da giovedì 25 a domenica 28 maggio prossimi. Un evento formativo importante che, anche quest’anno, richiamerà un parterre di relatori di grande qualità e competenza a livello nazionale e internazionale.

Il presidente del congresso è il dottor Gerardo Mancuso, vicepresidente nazionale della Società italiana medicina interna. «È il momento di riprendere con rinnovata energia i percorsi volti al miglioramento dell’assistenza sanitaria pubblica, della definizione dei percorsi clinici e delle cure – spiega il dottor Mancuso – I problemi emergenti sono il progressivo invecchiamento della popolazione, la multipatologia, la gestione della politerapia, la crescente complessità clinica dei pazienti e la fragilità psicofisica e sociale che rendono spesso difficile il rientro a domicilio dopo il ricovero ospedaliero. Anche su questi temi oltre che su quelli più squisitamente scientifici si discuterà nel nostro annuale appuntamento congressuale di quest’anno».

Specializzato in Medicina interna con lode, Gerardo Mancuso è allievo di Pier Luigi Mattioli nella Cattedra di Medicina interna della Università di Catanzaro dove ha insegnato Metodologia clinica e si è occupato di attività cliniche. È stato professore a contratto di insegnamenti di Reumatologia, Cardiologia, Medicina interna ed è autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche; è autore e relatore di molte iniziative formative regionali e nazionali.

Nel 2001 è vincitore di concorso di direttore della Unità operativa complessa di Medicina Interna del Presidio Ospedaliero di Lamezia Terme dove attualmente presta servizio. Il reparto è stato citato nel 2003 dal ministero della Salute come Centro di riferimento per la cura delle malattie reumatiche, nel 2010 dal ministero della Salute come un reparto di rilievo per la cura dell’Ictus e dal commissario del piano di rientro nel 2017 come migliore reparto di Medicina della regione e fra i dieci reparti fra tutte le specialità della rete ospedaliera per l’impatto clinico e quello economico. Il reparto è anche citato in Italia come fra i pochi in possesso della sub Intensiva Internistica con quattro posti letto dotati di tecnologica di monitorizzazione ed attrezzature dedicate.

E proprio al professor Mattioli è dedicata la lettura del professor Francesco Perticone che inaugurerà le Giornate internistiche giovedì 25 maggio alle 16.30 nell’Auditorium “Venuta” dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Successivamente, alle 17, il dottor Gerardo Mancuso e il dottor Francesco Andreozzi parleranno, in particolare, del modello innovativo della gestione dei pazienti diabetici nei reparti di medicina interni grazie ad un progetto realizzato negli ospedali di Lamezia Terme, Soveria Mannelli e nell’azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” di Catanzaro.

«I pazienti diabetici devono tenere sotto controllo la glicemia nell’arco della giornata: i livelli di glucosio variano, condizionati da diversi fattori – spiega Mancuso – Ecco perché grazie ad un sistema di sensori che ci consente di rilevare il valore del glucosio in remoto ai pazienti ricoverati in contemporanea, possiamo ridurre al minimo i margini di errore ed individuare le migliori soluzioni terapiche. Si tratta della prima esperienza in Italia che ci consente di essere orgogliosamente all’avanguardia».

In occasione della giornata inaugurale saranno presenti a portare i propri saluti: Roberto Occhiuto – presidente Regione Calabria, Wanda Ferro – sottosegretario agli Interni, Giovambattista De Sarro – rettore Università Magna Graecia di Catanzaro, Agostino Gnasso – preside Facoltà Medica, Ilario Lazzaro – direttore sanitario Asp Catanzaro.

Da venerdì 26 maggio, le sessioni si sposteranno nella sala convegni del T Hotel. La segreteria organizzativa dell’evento è dell’agenzia “Present&Future”. (rcz)

Gerardo Mancuso nominato vicepresidente nazionale della Società Italiana di Medicina Interna

Prestigioso incarico per il calabrese Gerardo Mancuso, che è stato nominato vicepresidente nazionale della Società Italiana di Medicina Interna, la più antica e prestigiosa società scientifica Italiana che conta circa 4000 medici specialisti di Medicina Interna, universitari ed ospedalieri.

Mancuso è specializzato in Medicina Interna ed è stato allievo del professore Pier Luigi Mattioli alla Cattedra di Medicina Interna della Università di Catanzaro dove ha insegnato Metodologia Clinica e si è occupato di attività cliniche. Ha ricoperto molte cariche in società scientifiche di Medicina Interna e Aterosclerosi. È Presidente di uno degli eventi formativi più importanti del settore, le Giornate Internistiche Calabresi, quest’anno giunte alla XIX edizione, è autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche.
«La scienza medica – ha dichiarato Mancuso – ha fatto enormi passi in questo ultimo ventennio, ottenendo il risultato di aver aumentato la vita media delle popolazioni nei paesi industrializzati. Questo risultato è dovuto a migliori cure disponibili, alla tecnologia che ha affinato la diagnostica ma anche ad un modello organizzativo di management delle malattia più appropriato. Tuttavia, la pandemia da Sars-Cov-2 ha fatto emergere incongruenze e difformità che hanno messo in ginocchio anche i sistemi più performanti. Paesi come l’Inghilterra, la Germania ma anche le regioni del Nord Italia, hanno mostrato improvvisamente che il Sistema Sanitario è vulnerabile e necessità di continui adattamenti in relazione ai cambiamenti epidemiologici e di evidenza scientifica».
«In questo scenario – ha evidenziato Mancuso – la Calabria attraversa una fase ancora più difficile, acuita dalla emergenza Covid che ha messo a nudo tutte le inefficienze, le incongruenze e le sperequazioni di un sistema infermo e privo di prospettive. Eppure, questa terra è animata da professionisti di elevato livello che, fuori dai confini, riescono a far valere le proprie ragioni, le proprie capacità, ma che sul territorio regionale hanno grandi difficoltà per una diffusa mancanza di ascolto. La capacità da noi non è considerata, anzi, è un elemento di disturbo per la gestione della sanità pubblica. Questo sta producendo una fuga di professionisti e di pazienti verso le strutture private sia regionali che fuori regione».
«Gli ultimi anni di Commissariamento, con “esperti” da fuori Regione a capo delle istituzioni sanitarie – ha concluso – ha sancito, con risultati scadenti, come non è l’appartenenza geografica che fa la differenza ma le capacità intrinseche degli uomini che vengono messi alla guida dei sistemi. Oggi è necessario un cambio di passo deciso, se vogliamo costruire un sistema sanitario regionale all’altezza». (rcz)