Paldino (Federazione Banche di Comunità): Arginare perdite di laureati in Calabria

«La Calabria, dal 2001, ha vissuto un’emorragia di laureati», ha denunciato Nicola Paldino, vicepresidente della Federazione di Comunità Campania Calabria, evidenziando la necessità di «arginare queste perdite».

Paldino, intervenuto nella due giorni Liberiamo Energie di Battipaglia, promossa dalla Federazione Campania Calabria della BCC con i Gruppi dei Giovani Soci e delle Giovani Socie delle BCC di Campania e Calabria, ha ricordato come «negli ultimi 20 anni è tornato visibile il fiume carsico dell’emigrazione e i dati Istat ci dicono che dal 2001 la Campania ha perso poco più di 75.000 abitanti mentre la Calabria ne ha persi il doppio, pur avendo meno della metà della popolazione».

«Tanti sono i giovani laureati che partono e non tornano più – ha continuato –. In un periodo come questo, noi banchieri cooperativi del Sud abbiamo, quindi, una duplice responsabilità: da un lato sentiamo l’obbligo morale di dare futuro alle banche di comunità, eredi di una storia ultracentenaria e, in molti casi, ultime espressioni del sistema bancario meridionale; dall’altro, siamo chiamati a sostenere lo sviluppo dell’economia dei nostri territori in modo da creare e irrobustire le condizioni che possano consentire ai nostri giovani di restare qui e non essere costretti a lasciare la propria terra d’origine».

«Non sarà facile, ma siamo consapevoli che i giovani calabresi e campani – di cui troppo spesso si parla a vanvera – sono capaci, volenterosi, pieni di passione e di spirito d’iniziativa. Non a caso, quando si spostano in mercati più competitivi vengono considerati per quello che sono realmente, cioè risorse di valore. Noi li conosciamo bene, i giovani soci delle nostre BCC, che a Battipaglia si sono incontrati per “liberare le proprie energie”. Il loro animo cooperativo è robusto e sorretto da forte entusiasmo. Noi siamo con loro, come Federazione e come BCC, pronti a sostenerne la crescita e a stimolarne la creatività».

Anche Amedeo Manzo, presidente della Federazione delle Banche di comunità credito cooperativo Campania e Calabria, in apertura dei lavori ha evidenziato la necessità di mettere «i giovani al centro del credito cooperativo».

«Non è un semplice slogan ma una dichiarazione di intenti del credito cooperativo che ritiene necessario il coinvolgimento dei giovani sotto vari aspetti: quello di appartenenza alla compagine sociale e quello di cliente della Banca. Ma ancor più perché dai giovani possono provenire idee, proposte, opportunità».

«Siamo orgogliosi di aver ospitato questa manifestazione – ha aggiunto – che coinvolge giovani socie e giovani soci provenienti da Campania e Calabria. Ringrazio la Federazione per aver scelto la nostra BCC come banca ospitante e il suo team per il prezioso lavoro svolto nell’organizzazione di questa iniziativa, in linea con la nostra mission di diffusione dei valori del Credito Cooperativo e promozione della cultura della finanza etica e dell’imprenditorialità. L’attenzione ad attività come queste o come il BCC Innovation Festival del Gruppo BCC Iccrea, l’attivazione di strumenti finanziari per favorire la nascita di startup, la valorizzazione dei talenti e il sostegno allo studio sono alla base del nostro impegno sul territorio».

«I giovani sono al centro del nostro progetto di banca attraverso azioni concrete: abbiamo sostenuto l’avvio di un master di I livello in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli Federico II – ha proseguito –; abbiamo rilanciato azioni per consentire ai nostri ragazzi di poter rientrare al Sud dopo esperienze di studio al Nord, e ancora siamo al loro fianco per valorizzare le migliori start up. Ma non basta perché il nostro modello di rating umano e di democrazia delle opportunità ci porta a dare loro ancora maggior ruolo seguendo il concetto dell’algoretica, che ci consente di promuovere iniziative che i semplici algoritmi dettati dalle rigide normative europee non consentirebbero ma che spesso invece celano imprese di grande innovazione e interesse per la crescita dei nostri territori che consenta di ridurre quel gap Nord-Sud evidenziato ancora di recente da uno studio di Bankitalia», ha spiegato il presidente Manzo sottolineando che è «una precisa volontà del consiglio di amministrazione della Federazione dare spazio alle idee dei giovani».

In tal direzione occorre rapidamente attivare la costituzione delle Associazioni presso tutte le Bcc che non hanno ancora provveduto, definendone la metodologia e programmandone le attività; pianificare interventi strutturati tesi a creare momenti di aggregazione e di progettazione dell’attività associativa, che mirino alla innovazione ed alla costruzione di azioni di progettazione di valore aggiunto sia a supporto delle banche che degli stessi giovani; attivare la collaborazione con la Federazione Lombarda che prevede una specifica azione in materia di “Rete dei Giovani”.

e giornate si sono sviluppate dopo il dibattito con il work Café, con la presentazione della metodologia, dello svolgimento dei lavori sugli argomenti prescelti da approfondire. La giornata di sabato 25 febbraio si è invece aperta con il laboratorio di educazione finanziaria cooperativa a cura di Chiara Piva, Federcasse, dal titolo “Maestri e Maestre di buona finanza” e la testimonianza di Assunta Aprea, della Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania Calabria, su “Finanza Etica e Credito Cooperativo”. (dc)

GIOVANI, LA SFIDUCIA RIPOSTA NEL FUTURO
LA CALABRIA È ANCORA UN PASSO INDIETRO

di FRANCESCO RAO – Non si può trascorrere tutta la vita girando intorno ai problemi. Non può nemmeno essere ammissibile la sfrenata voglia di giustificare tutto, per poi rimandare la soluzione delle annose questioni della Calabria a tempi migliori. Qualcuno, prima o poi, per far ripartire lo sviluppo, dovrà fermarsi e affrontare uno tra i più grandi problemi che affligge questa terra da sempre: mi riferisco alla sfiducia riposta nel futuro.

Questo limite, nel tempo, ha assunto una duplice funzione: da una parte è divenuto un concetto indivisibile dall’agire umano, divenendo molto spesso anche motivo di rinuncia per quanti hanno avuto a cuore l’avvio di un processo di innovazione in alcuni segmenti produttivi rimasti oggi misurabili con cifre da prefisso telefonico; dall’altra si è rivelato come quell’anello debole di un sistema con il quale è stata alimentata la (cattiva) reputazione della Calabria nel mondo. In questi giorni, a far saltare il banco, sono stati i due argomenti trattati dalla Comunità Europea: la rimodulazione della classe energetica delle abitazioni e la fine dell’utilizzo di benzina e gasolio per i mezzi di autotrazione.

Tutto ciò, con molta probabilità, diverrà oggetto di infinite e sfiancanti discussioni per alcune regioni e motivo di velocissima innovazione per altre. La Calabria, in questa delicatissima fase, tra quale delle due fazioni si collocherà? Per tanti la risposta potrebbe apparire scontata. Personalmente, da sempre, ho riposto particolare fiducia nelle sfide della vita. Anche le criticità più stringenti, all’interno del proprio nucleo, riservano straordinarie opportunità per quanti riescono a coglierle in tempo. In questa fase storica, per poter ricucire il nastro del tempo perduto con il tempo che dovremo vivere in futuro, è indispensabile cogliere il senso dell’opportunità senza consentire alla paura di vestire gli abiti del dubbio e cadere nuovamente prima nell’incertezza e poi in una nuova emigrazione di massa. Comprendo e faccio mio ogni timore insito nell’animo dei Calabresi in queste ore.

Queste “rivoluzioni”, deliberate nell’Aula del Parlamento Europeo e consegnate tramite le stringate notizie diffuse dai Media, fa tremare i polsi in modo molto serio soprattutto a quanti vivono con un reddito ben al di sotto della povertà assoluta. Apprendendo queste notizie, la mente va subito alla domanda in quanto il problema si pone nell’immediatezza e non per il futuro. Quindi, posso già immaginare l’insofferenza di tantissimi nostri conterranei mentre si domandano: dove prendo i soldi per mettere a norma la mia casa? Dove prendo i soldi per acquistare una macchina elettrica? Da notare, la coniugazione del verbo utilizzato nel formulare la domanda, non è al futuro ma è al presente.

Anche tale circostanza, nel tempo, ha influito notevolmente nel processo di pianificazione del futuro di tantissimi Calabresi. Si, nei nostri 404 Comuni, oltre alle persone, vivono i nostri dialetti, quotidianamente utilizzati per comunicare e per condividere una quotidianità narrata al passato, al presente ma non al futuro. Potrà apparire strano tutto ciò. In realtà, quando la mente non vede una prospettiva futura subentrano prima i limiti dell’incertezza e poi quelli della paura, bloccando l’impegno nell’affrontare la sfida e successivamente gli sforzi necessari per raggiungere la meta. Oggi, è in atto un profondo processo di riorganizzazione della società. Contrariamente alle precedenti Rivoluzioni industriali, realizzate e comunicate in lassi di tempo molto più ampi e metabolizzate gradualmente dalle persone, il cambiamento in atto sarà repentino. 

L’adeguamento alle nuove dinamiche socioeconomiche, le nuove professioni e la fine di quei lavori che hanno caratterizzato il passato, rischierà di dare vita a una marginalità sociale capace di minare dal basso la tenuta della Democrazia nel Paese. Contrariamente ad altri Stati europei ed alcune regioni italiane, impegnate sin dalla fine degli anni ’80 del Secolo scorso a promuovere sistemi produttivi capaci di interloquire con un sistema scolastico dalla visione duale, La Calabria è al passo con i tempi?

L’informatica e la robotica, la cybersecurity ed i processi di qualità in quale misura sono presenti nei nostri processi produttivi?  Molte regioni, oggi virtuose regioni, nel solco della loro innovazione hanno saputo guardare al futuro attraendo e conquistando i tantissimi neolaureati del Meridione, offrendo loro non solo un posto di lavoro ben retribuito ma soprattutto quella fiducia indispensabile per proseguire la ricerca per mantenere viva l’innovazione tecnologica. Tutto ciò, sia ben chiaro, non è avvenuto in tre giorni. Volendo essere buono si potrebbe parlare di circa quaranta anni.

Tempo trascorso da tantissimi Calabresi in buona parte a smaltire la sbornia del benessere economico, avviatosi nel Secondo dopoguerra e nel cercare di individuare tra i tanti politici, presenti sulla scena locale e regionale, chi tra loro, magari chiamato a battezzare qualcuno della rispettiva famiglia, potesse garantire un posto di lavoro nel pubblico impiego. Percorrendo questa strada, la nostra Calabria ha perso molti dei suoi figli.

Quanti hanno avuto il coraggio di rientrare dopo gli studi o di rimanere per investire, pur mettendo a disposizione il loro entusiasmo e un bagaglio culturale ammirevole, molto spesso hanno avuto spazi risicati e poche opportunità per poter dare seguito a quei processi innovativi che oggi sarebbero stati indispensabili per consentirci di avere un minore divario tecnologico e una maggiore opportunità operativa. I risultati brillanti, registrati oggi in Calabria, rappresentano in ampia percentuale la caparbietà di quanti hanno creduto nella bellezza dei loro sogni oppure nel consolidamento di una storia familiare molto solida.

Adesso, per salvare la Calabria da una nuova fase di emigrazione, è indispensabile ripartire dalla scuola, dalle università e dalla formazione professionale, considerando gli ITS per ciò che sono stati pensati all’atto dell’istituzione e cioè un modello formativo capace di offrire alle aziende quelle Risorse Umane chiamate ad interpretare e interagire con l’innovazione tecnologica per generare nuove opportunità, occupazione e sviluppo economico. In questa straordinaria sfida, dalla quale dipenderà anche il futuro demografico della Calabria, anche la politica regionale avrà un ruolo determinante. Perciò, bisognerà scegliere in fretta quale ruolo svolgere considerando che la nostra è una tra le regioni d’Italia e dell’intera Europa a possedere una notevole posizione di vantaggio, grazie al ruolo svolto dal Porto di Gioia Tauro e dalla Zes. Tutto ciò potrà consentirci di scrivere i prossimi cento anni di storia, ponendoci questa volta come il Nord di un Continente che è alla vigilia di una nuova fase storica e tale circostanza potrebbe divenire per l’Italia la creazione di nuove opportunità ai quali oggi è impensabile potersi rapportare. (fr)

Russo (Cisl): Qualificare spesa per creare lavoro e arginare fuga dei giovani all’estero

Il segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo, ha evidenziato la necessità di «qualificare la spesa per creare lavoro e arginare la fuga dei giovani all’estero».

Questo perché «nel 2022 –ha rilevato Russo – i cittadini calabresi ufficialmente residenti all’estero erano 437.447 (210.860 femmine e 226.587 maschi). Ce lo dice il “Rapporto Italiani nel Mondo 2022”, curato dalla Fondazione Migrantes. Un numero enorme, il 23,7% della popolazione, destinato a crescere. E parliamo soltanto delle persone registrate all’Aire (l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero)».

«Si tratta, soprattutto – ha spiegato – di giovani che cercano altrove un lavoro, e un lavoro adeguato alle loro capacità, che nella nostra terra non trovano. Una perdita enorme per loro stessi e per le famiglie, sia sul piano affettivo che su quello economico, se si considera che per la formazione di un giovane una famiglia spende oltre 100.000 euro».

«Una perdita enorme per la Calabria – ha evidenziato – per il futuro della nostra regione. Un dato che ci dice una volta di più come il cuore delle emergenze calabresi sia la questione del lavoro che manca e della qualità del lavoro stesso, questione strettamente connessa allo sviluppo. Per questo bisogna puntare decisamente a qualificare la spesa delle risorse disponibili, a partire da quelle del Pnrr. In questa direzione bisogna compiere alcuni passaggi obbligati e improrogabili».

«Da più parti – ha proseguito Russo – si sottolinea, come la Cisl fa da tempo, l’urgenza di dotare le pubbliche amministrazioni del necessario personale qualificato per gestire le risorse Pnrr, che altrimenti rischiamo di perdere. Un personale che deve essere cercato proprio tra i tanti giovani acculturati che scappano dalla nostra terra per non farvi più ritorno

«È altrettanto necessario – ha aggiunto – recuperare i ritardi nei Livelli Essenziali delle Prestazioni per permettere ai cittadini calabresi di fruire dei servizi fondamentali come avviene nel resto del Paese, di curarsi nel proprio territorio, ponendo fine ai “viaggi della speranza” che costano grandi disagi e sacrifici economici ai pazienti e alle loro famiglie, oltre a portare fuori regione risorse che potrebbero essere impiegate per la nostra sanità. È ora di smetterla con politiche che alimentano diseguaglianze e divisioni tra territori diversi della nostra Repubblica che è “una e indivisibile”».

«L’ultimo caso – ha ricordato il cislino – è quello del personale scolastico: come ha affermato il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, è “una brutta uscita, quella del Ministro Valditara: differenziare le retribuzioni su base territoriale, nella scuola come in qualunque altro settore, è uno sfregio alla coesione nazionale e un controsenso economico che mortifica il motore flessibile e generativo della contrattazione. Il Ministro si dedichi piuttosto alle priorità di un sistema istruzione che ha assoluto bisogno di investimenti e risorse”».

«E tra i passaggi improrogabili, – ha detto ancora – finalizzati a qualificare la spesa per la crescita della regione, non possiamo dimenticare il tema della legalità, della lotta alla corruzione e della prevenzione delle infiltrazioni della criminalità. Come sindacati confederali stiamo lavorando a un protocollo che vorremmo sottoscrivere con parti datoriali, Prefetture e Procura generale su legalità, sicurezza e tracciabilità della spesa pubblica, nello spirito di operare ogni sforzo possibile a sostegno della corretta realizzazione degli investimenti necessari alla ripresa».

«Su questi e su altri temi – ha concluso il segretario generale della Cisl calabrese – chiediamo risposte immediate. E a questo fine la Cisl è e sarà sempre disponibile al confronto, perché le scelte importanti siano operate e trovino concreta realizzazione». (rcz)

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La Calabria ha bisogno di umanità, giustizia sociale e legalità

di EMILIO ERRIGO – Le recenti notizie di cronaca ci inducono a riflettere su quanta umanità c’è ancora bisogno verso le persone fragili, con ridotte capacità psichiche, motorie e sensoriali, nei confronti di coloro che sono provate dalla vita patita e vissuta da miserabili , da considerare ingiusta per la cronica scarsità di lavoro notoriamente e ancora limitato in Calabria.

La cronologia degli interventi legislativi e le azioni governative conseguenti, che pure hanno interessato per almeno dieci anni, la Regione Calabria a decorrere degli anni ’70, non si sono rivelati a posteriori, idonei e lungimiranti, in relazione a delle scelte strategiche finanziarie nelle diverse aree territoriali provinciali della Regione Calabria, per affievolire gli esistenti e consistenti disagi sociali a causa della mancanza di lavoro qualificato e specializzato.

Le Zone Idustriali, con la realizzazione di numerose infrastrutture destinate ad accogliere le tecnologie necessarie per la fabbricazione dei beni pure di ottima qualità, dopo non molti anni di attività industriale e relativa crescita occupazionale ed economica degli ambiti territoriali dove erano state localizzate, hanno cessato la produzione per il venir meno della domanda dei beni prodotti in Calabria, rispetto alla eccessiva offerta presente nei mercati manifatturieri nazionali ed esteri.

Così crolló e si bloccò l’attività produttiva delle decine di fabbriche attive e operanti con buoni risultati economici, nella neo costituità Zona Industriale di San Gregorio di Reggio Calabria ed altre realtà delle province della nostra Regione.
Chiusero battenti a Reggio Calabria, le primarie industrie tessili, tra le quali per ricordate le più importanti, la Dana Confezioni e Temesa Calzificio. Gli interventi temporanei di cassa integrazione, non poterono soddisfare i bisogni dei lavoratori, così migliaia di giovani donne e uomini furono licenziati e si trovarono disoccupati.

Altre realtà industriali e imprenditoriali presenti nell’Area Industriale di San Gregorio, seguirono le stesse sorti e cessarono le loro attività.
Chiusero l’attività, la Fabbrica di prodotti lattiero-caseari freschi e fermentati Opera Sila, la fabbrica di porte e infissi Acem, la fabbrica di prodotti plastici Nucera, il Caseificio e Burrificio Falcone, la fabbrica di costruzione e ricostruzione gomme, Quattrone, il Pastificio De Gregorio, il Deposito Pasta e Prodotti Buitoni, Ascioti, in ultimo è di questi giorni la notizia quasi certa, che svanirà l’ultima speranza occupazionale, la fabbrica di prodotti lattiero – caseari, Alival, ancora operante a San Gregorio di Reggio Calabria, cesserà la produzione.

A questi disastri industriali, imprenditoriali e occupazionali, si aggiunse la chiusura dell’attività industriale a San Gregorio, della storica Fabbrica dei derivati del Bergamotto, Arenella e ora per completare i danni economici sulla piccola realtà umana, del Consorzio del Bergamotto, per la lavorazione ed estrazione della preziosa essenza del Bergamotto di Reggio Calabria, materia prima unica per caratteristiche chimiche, per la produzione dei profumi e cosmetici, essenza pregiata e molto ricercata dalle più importanti e note in tutto il mondo, industrie di profumerie e cremerie italiane e francesi.

La preannunciata apertura dell’Istituto Tecnico Statale di Profumerie, con tanto di previsione legislativa e assegnazione di oltre 10 milioni di risorse finanziarie destinate al progetto, designando peraltro quale soggetto attuatore incaricato il Sindaco pro tempore del Comune di Reggio Calabria, rimane una importante e buona azione del Parlamento e Governo, “ancora in attesa di essere concretizzata e attuata sul territorio a beneficio dei tanti Giovani della Calabria”.

Le attese e le speranze si dice che a Reggio non muoiono mai! Un detto popolare Reggino molto noto dice: “Aspetta e spera ca a Riggiu a vita è longa”!

Parrebbe che altro noto produttore di essenza di Bergamotto e derivati dagli Agrumi di Calabria, abbia deciso di far venir meno le pregresse scelte aziendali di investimento sulla c.d.Fabbrica del Bergamotto di San Gregorio e delocalizzare la propria fiorente attività industriale, presso i riammodernati locali della sede ex Coca Cola di Punta Pellaro di Reggio Calabria.

Occorre e lo ripeterò ancora, che il Governo investa le necessarie risorse finanziarie favorendo insediamenti produttivi industriali di tecnologie avanzate di nuove o esistenti Aziende Pubbliche Partecipate dallo Stato, su Saline Joniche di Montebello Jonico e San Gregorio di Reggio, per il bene economico, sociale e occupazionale degli abitanti italiani e immigrati stranieri, residenti nei Comuni più disagiati della Provincia di Reggio Calabria.

Cosi agendo, operando e procedendo, si assicurerà la necessaria umanità ai bisognosi, la Giustizia sociale diffusa e si affermerà ovunque il valore inalienabile della Legalità.

A questo punto di situazione, si avverte la necessità e l’urgenza che il Parlamento e il Governo in carica, legiferano con legge ordinaria e decretazione d’urgenza, per il bene e la sopravvivenza umana ed economica della Cittá Metropolitana di Reggio Calabria, pena il rischio serio e incombente, che si ritorni pericolosamente indietro nel tempo agli anni più bui e tristi per Reggio Calabria e Provincia, che per non perdere memoria, causò tanto disordine pubblico, insicurezza dei Cittadini, blocchi stradali, incidenti, sommosse popolari, alcuni morti e tanti feriti, generando la distruzione della già fragilissima economia produttiva e imprenditoriale di Reggio Calabria e Comuni della

Provincia più a Sud del Sud d’Italia. (ee)

[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, Docente universitario e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]

L’OPINIONE / Francesca Saladino: I giovani e la politica

di FRANCESCA SALADINOOggi è diventato difficile parlare di politica tra i giovani poiché sempre più distaccati da questo tema e sfiduciosi nelle istituzioni. Mi capita spesso di sentir dire tra i giovani: “i politici sono tutti uguali”, “tanto chi entra sarà un ladro come gli altri”, vedendo tutto nero e senza speranze.

I giovani di oggi sono arrabbiati da questa politica che negli ultimi anni ha portato solo precariato non offrendo più un lavoro sicuro, una stabilità, la possibilità di creare una famiglia e vivere dignitosamente, rendendosi conto che non c’è più nulla di certo per il loro futuro. I problemi della Calabria sono tanti a cominciare dalla sanità dove occorre aspettare ore e ore in una sala d’attesa in un pronto soccorso per essere visitati, dalla carenza degli ospedali stessi dove bisogna portarsi i medicinali da casa, dalla mancanza di fondi per l’assistenza delle persone non autosufficienti.

Altro punto fondamentale sono i rifiuti dove la ndrangheta ha messo le mani già da tempo facendo diventare il nostro territorio una seconda terra dei fuochi interrando veleni sotto i nostri piedi, sotto le nostre case, facendoci morire lentamente. Cosa dire poi dell’acqua che ormai per noi calabresi è diventata un lusso d’estate: reti idriche inesistenti o troppo datate che durante il tragitto dell’acqua perdono centinaia di metri cubi per le falle della rete idrica costringendo i comuni a chiudere i rubinetti delle famiglie 4/5 mesi all’anno. Che fine fanno i fondi destinati alla regione? Dove vanno a finire? Perché vengono stanziati in ritardo?

Queste sono le domande che si chiedono i giovani, disinnamorati della politica ormai e pronti a votare in segno di protesta sperando che cambi qualcosa anche a movimenti che hanno fatto del populismo la loro arma di battaglia.

Il Sud e la Calabria quindi, sembrano abbandonati dalle istituzioni, mala governata in questi decenni senza nemmeno strutture adeguate, senza strade, viabilità difficoltosa a cominciare dalla A2 del Mediterraneo: inaugurata ma mai finita. I giovani non sono deboli ma stanchi di lottare, preferiscono fare come i nostri avi emigrando come gli ultimi sondaggi ci dicono in cerca di una realizzazione che qui in Calabria non otterranno mai. (fs)

[Francesca Saladino è dirigente Provinciale Reggio Calabria Italia del Meridione]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: I giovani in Calabria una forza civile attiva e propositiva

di EMILIO ERRIGO – I giovani della Calabria devono essere e apparire, una grande forza civile attiva e propositiva.
Quando nel 2019, unitamente al noto sociologo dei giovani della Calabria, Francesco Rao, grati al dirigente pro tempore, la vice preside Grazia Maria Condello e alla a me molto cara professoressa Marianna Errigo, abbiamo avuto il grande piacere di incontrare e parlare con i giovani studenti del prestigioso Istituto Tecnico Economico Raffaele Piria a Reggio Calabria, non potevamo certo immaginare quanto in futuro si potesse rivelare importante per tutti noi, quello storico e indimenticabile incontro-confronto di idee e buoni propositi costruttivi con i Giovani di Reggio Calabria.

Dicemmo allora perché convinti, di ciò che dicevamo, che i giovani sono e rimarranno, una vera e concreta forza civile propositiva esistente, presente e attiva culturalmente nella Regione Calabria. Dissi loro che mi consideravo un testimone di verità, tentai di spiegare il vero significato di ciò che intendevo dire, al fine di far passare solo l’esperienza di un vissuto strettamente legato alla mia gioventù trascorsa intensamente in Calabria fino al raggiungimento della maggiore età.

Aggiunsi che i giovani calabresi, sono la forza più pura e incontaminata della Calabria, come il profumo degli agrumi e l’essenza unica del Bergamotto di Reggio Calabria. I migliori frutti della nostra terra del Sud Italia, siete voi dissi, sollecitando un grido di giovinezza esagerato, tanto che per portare la calma nell’aula magna per tanto entusiasmo generale, si rese necessario l’intervento benevolo e competente, del Corpo Docenti dell’Istituto Tecnico Economico Raffaele Piria di Reggio Calabria, presenti in gran numero per l’occasione direi proprio bella e costruttiva.

Testimoniai in fede ai Giovani studenti dell’Ite, che da giovane non avevo proprio nessuna voglia di studiare e che la mia naturale inesauribile energia psicofisica di allora, la impegnavo (disperdevo) giornalmente, come l’aria pura che respiravo e l’acqua dissetante che bevevo in buona quantità, dedicandomi prevalentemente alla musica, canto e balli tradizionali della mia Calabria.
Raccontai agli attenti e gioiosi studenti del Piria, che con il raggiungimento della maggiore età arrivó pure il giorno della chiamata ad adempiere al previsto servizio di leva allora obbligatorio (1975).

I 24 mesi di servizio militare in Marina Militare Italiana, anche se al solo pensiero provavo una forte attrazione e curiosità di conoscenza operativa, per me sarebbero stati troppo lunghi da trascorrere e non potevo certo permettermeli economicamente. Grazie ai buoni consigli dei miei due fratelli maggiori, Ettore e Antonino, già Sottufficiali Comandanti specializzati della Guardia di Finanza, presentai domanda di partecipazione al primo concorso per l’arruolamento nel Corpo delle Fiamme Gialle, come si dice non c’è due senza tre Finanzieri nella numerosa famiglia Errigo.

Arruolararsi in un Corpo di Polizia o nelle Forze Armate, negli anni sessanta e settanta, costituiva un posto sicuro al riparo delle intemperie economiche e criticità sociali.
Iniziai a studiare tanto, veramente tanto, tanto al punto tale, che mi innamorai per sempre dello studio e dei libri, che non riesco più a farne a meno.

E qui una grande risata spontanea da parte degli studenti, simpaticissimi ragazzi e ragazze del Piria, fece comprendere ai presenti, che eravamo in buona e allegra compagnia. Ho voluto ricordare quell’incontro molto significativo e importante con i cari Giovani Studenti della Calabria, perché da quel giorno in poi, assieme al sociologo calabrese Francesco Ra0, abbiamo incontrato più volte nelle Scuole Superiori e Istituti Tecnici Superiori, post diploma (Its), i giovani studenti e docenti, da Reggio Calabria a Venezia, tanto che ancora oggi continuiamo da trasferire ai Giovani, nelle Università e Istituti Superiori, con ogni mezzo reso disponibile dalle nuove tecnologie, ma molto di più in presenza de visu, le nostre idee di buone e cooperanti relazioni sociali cooperanti per una migliore vita civile propositiva e costruttiva di bene sociale generalizzato.

Parliamo e scriviamo ai giovani calabresi e non solo a loro, quando e come possiamo, in ogni dove da nord al sud, anche al centro Italia. Parliamo e scriviamo ai Giovani, dicendo della nostra Calabria, della sua bella, cara e coraggiosa Gente che ancora vi abita, dei luoghi, del poco o tanto benessere ancora esistente, diffuso e sconosciuto, dell’arte, del consistente patrimonio storico, artistico, architettonico, archeologico, paesaggistico e culturale presenti in Calabria, di mari e monti, di boschi e marine, di spiagge ancora incontaminate e sentieri montani immersi nel verde della Sila, del Pollino, dell’Aspromonte e delle Serre.

Siamo grati e lo saremo per sempre, per questa nostra possibile continua opera di volontariato civile a favore della Calabria, a Calabria.Live, fondato e diretto dal nostro Santo Strati, il più diffuso e autorevole quotidiano web digitale dei Calabresi nel Mondo, in assenza del quale giornale, non avremmo mai potuto scrivere e dire delle cose belle della nostra amata Calabria.

Siamo tutti consapevoli e convinti, che altri giornali e quotidiani, settimanali, mensili, trimestrali, mirati dossier e inchieste mono tematiche e libri di settore specializzati, continueranno ad occuparsi di altri collaterali aspetti caratteriali, comportamentali e sociologici, sicuramente biasimevoli e per nulla gradevoli a dirsi, scriversi, ascoltare e leggersi.
Occorre parlare, scrivere e far vedere al mondo intero, molte più cose belle della nostra Calabria, la verità bella e brutta che sia, ma solo tutta la verità!

Il male socialmente curabile chiamato crimine e chi è portatore e diffusore del contagio malefico criminale, non è nato in Calabria e men che meno desiderato e voluto dai calabresi. I Giovani Studenti Calabresi, sono coscienti e sanno molto bene, quanta sia stata dannosa e ancora lo è per Calabria, la mala vita, l’illegalità e la criminalità, singola, organizzata e associata. Conoscono bene che cosa significhi la criminalità dai colletti bianchi, quella dei concussi, collusi e corrotti.

Quella che ancora oggi 2023, toglie il respiro economico e libertà d’impresa, agli Imprenditori che operano in Calabria e alle Società private nazionali ed estere che intendono investire al Sud Italia.
Ai giovani Studenti della Calabria , non occorre insegnare loro, che il non breve cammino dei Giovani Calabresi verso la Legalità e Moralità è già iniziato, grazie a loro e alla diffusione estesa dell’Istruzione Scolastica, Tecnica, Economica, Giuridica e Universitaria in Calabria.
Quanto mi piacerebbe poter aver modo di leggere, temi e relazioni sulla Calabria e i Calabresi, scritte da Giovani Studenti Calabresi.
L’Istruzione, lo Sport e il Lavoro onesto e adeguatamente ricompensato in Calabria , sono un trinomio sicuramente vincenti, per queste e le future generazioni.
Queste amare verità e realtà regionali, ledono profondamente il vivere civile e democratico in Calabria e dei Calabresi. Siamo fermamente convinti, che solo i giovani studenti possano e devono essere la forza civile attiva e propositiva, per una Regione Calabria migliore in tutti i sensi e aspetti considerabili .
In Italia e all’estero, sono presenti tantissimi calabresi, che credono molto nei Giovani della Calabria e vorrebbero pure aiutarli ad affermare la legalità e nella diffusione del bene sociale.
Loro si che se lo vorranno e lo devono volere, possono far risorgere e crescere una Calabria più equa e più giusta, dove il rispetto verso le regole del vivere civile, devono essere osservate e fatte osservare, da tanti giovani arbitri calabresi, per far praticare pacificamente , su tutti i campi di gioco e palestre, gli sport desiderati, allenandosi e giocando, le partite e gli incontri sportivi, più difficili e importanti, per vincere tutte le resistenze e avversari al e del cambiamento, verso una vita civile attiva e propositiva , che sarà sicuramente vinta dai Giovani Studenti della Calabria. (ee)
[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, Docente universitario di Diritto Internazionale e del Mare e di Management delle Attività Portuali. Generale in riserva della Guardia di Finanza e Consigliere Giuridico nelle Forze Armate]

Il Cenacolo della Cultura scende in campo per i giovani della Locride

di ARISTIDE BAVA – Il Cenacolo della cultura e delle scienze della Locride con una nota diffusa dal presidente onorario  Giovanni Filocamo e dal segretario Luigi Mileto conferma la volontà di aiutare i giovani della Locride aiutandoli a «ricercare la bellezza del sapere e la conoscenza della propria identità culturale» e anticipa che, a supporto di Locride Capitale Italiana della cultura 2025, la seconda edizione del premio Architettura e città” sarà organizzato nel 2023, sul territorio della Locride.

La nota mette a fuoco il problema della migrazione dei giovani e fa riferimento alle iniziative attuate dal Cenacolo anche con importanti borse di studio per frenare questa emigrazione. 

«Il nostro bilancio sociale – dice la nota – è  la carta d’identità del cenacolo. Il nostro paese che ha una lunga storia di emigrazione deve aprire un’adeguata riflessione. È da tempo che i giovani studenti della Locride non si sentono protetti  e sono spinti a cercare fortuna altrove. A partire sono principalmente i giovani per motivi di studio e di lavoro. E tra essi giovani con alto livello di formazione che spesso non fanno ritorno portandosi appresso conseguenze rilevanti sulla composizione sociale e culturale».

Secondo Luigi Mileto e Giovanni Filocamo, rispettivamente segretario e Presidente del Cenacolo della Locride «il Piano nazionale di ripresa e resilienza, possono rappresentare un punto di riferimento per provvedere a ridisegnare e programmare un futuro diverso, che risponda alle esigenze dei giovani della Locride e ne valorizzi capacità e competenze».

Anche per questo si ricorda che l’importante struttura culturale associativa  con i suoi premi studio  ha istituito un percorso che aiuta concretamente i giovani più meritevoli e fa anche riferimento alla recente edizione Premio  Milano cultura 2022, che ha voluto inserire nella  cerimonia dello scorso  ottobre le qualità e le  aspettative dei giovani premiati, tra cui due giovanissime rappresentanti  della Locride, la dott.ssa Serena Monteleone e la studentessa Teodora Pazzano entrambe di Siderno.

«L’obiettivo finale delle nostre iniziativa – dicono Filocamo e Mileto – è di  creare collaborazioni tra i giovani e i grandi protagonisti della ricerca scientifica e umanistica  per sviluppare nuovi talenti e nuovi progetti innovativi».

E non manca una riflessione sulle problematiche che vivono i giovani del Sud. «La stessa meritocrazia  di cui oggi si discute  è  cosa buona  se vi è  parità nelle condizioni di partenza  mentre altrimenti essa assume un carattere illiberale». Da qui la necessità – continua la nota – «di far conoscere ai  nostri studenti della Locride  la storia dell’arte greca. Il merito deve essere difeso non perché è  giusto ma perché una scuola di qualità favorisce la crescita economica e sociale. Nel sud  i tecno professionali devono essere il punto d’incontro tra il mondo del lavoro e i suoi studenti ,che entrano direttamente nel  mondo del lavoro».

Quindi un deciso riferimento alla ipotesi “Locride Capitale  della cultura 2025″ di cui il Cenacolo, è scritto nella nota, condivide appieno la candidatura anche perchè può servire, indipendentemente dal risultato, a far aumentare l’offerta turistica della Locride e offrire importanti spaccati della storia greca e della magna graecia” con tanti giovani del luogo che potrebbero diventare i veri protagonisti del cambiamento di un territorio che, pur ricco di grandi potenzialità, ha vissuto per troppo tempo nell’ombra. (ab)

 

Sinergia tra Mediterranea e Consiglio regionale per migliorare occasioni di studio e apprendimento

Migliorare le occasioni di studio e apprendimento. che possano consentire ai giovani di realizzare i loro progetti di vita in Calabria. È stato questo il fulcro dell’incontro avvenuto tra Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria.

«Il ruolo delle nostre Università, quali aggregatori e propulsori di cultura e innovazione – ha dichiarato Mancuso – è fondamentale per consentire alla Calabria di affrontare le sfide del momento. È necessario realizzare processi di sviluppo sostenibile, che blocchino il fenomeno drammatico dell’emorragia costante di giovani, costretti, al termine del loro percorso di studi, a lasciare la loro terra in cerca di opportunità che qui vengono loro negate».

Il Presidente ha rivolto i suoi complimenti al Rettore Zimbalatti «per l’impegno che sta dispiegando, mirato al potenziamento di un Ateneo che  rappresenta un qualificato punto di riferimento per l’intera Calabria. Un’eccellenza con cui il Consiglio regionale intende avere relazioni proficue e sinergiche, proseguendo sul solco tracciato dal protocollo di intesa tra Università e Consiglio Regionale e che ha come principale obiettivo la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi per garantire il diritto allo studio e alla cultura». 

Il Rettore dell’Università Mediterranea si è soffermato sui risultati conseguiti nel corso degli anni, ultimo in ordine temporale: il terzo posto tra gli Atenei statali fino a 10.000 iscritti nella classifica Censis 2022. L’Ateneo reggino passa dal sesto posto del 2021 al terzo del 2022, con un punteggio complessivo di 86,5.  Un risultato che testimonia concretamente la bontà del lavoro svolto.

«I dati in nostro possesso – ha evidenziato Zimbalatti – confermano che le percentuali di occupazione post-laurea dell’Università Mediterranea sono in linea con i migliori atenei italiani. Numeri che ci incoraggiano e che vogliamo portare all’attenzione di tutte le famiglie e giovani calabresi».

«La qualità e varietà dell’offerta formativa – ha concluso – abbinata ai dati importanti sull’inserimento lavorativo, contente al nostro ateneo di essere competitivo a livello nazionale e soprattutto di assicura alle famiglie calabresi risparmi economici rilevanti, oltre alla possibilità di avere i loro figli vicini e non lontano da casa». (rrc)

CRESCERÀ IL RISCHIO DI DISCRIMINAZIONI
SE SI VIOLANO IN CALABRIA I DIRITTI UMANI

di EMILIO ERRIGOSiamo sicuri e certi, che i trenta articoli, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in vigore a decorrere del 10 dicembre 1948, siano osservati e fatti osservare in Calabria? Vi invito a leggere e riflettere liberamente e autonomamente, sui contenuti nell’articolato e valori umani espressi in ogni singola norma giuridica di diritto internazionale, scritti nella Dichiarazione Universale.

Già dalla prima lettura integrale interpretativa, si rimane senza parole.

Esistono estese aree territoriali in Calabria, dove alcuni dei tanti diritti umani cosiddetti “Civili”, parrebbero a una prima analisi e attenta lettura del testo giuridico internazionale, non garantiti.

Ove solo si pensi, alla sicurezza delle reti viarie, assicurata nella maggior parte del territorio nazionale italiano , e la sicurezza negata o comunque affievolita, in danno di quanti Calabresi e non, percorrono la strada statale 106, c’è veramente da rabbrividire.

Questa strada pericolosissima, denominata “la strada della morte” , oltre 480 chilometri, di pericoli e rischi d’incidenti mortali a catena , ogni ora del giorno e della notte, mettono a dura prova i conducenti e passeggeri degli autoveicoli e mezzi pesanti, i quali da Reggio Calabria, si avventurano via Strada Jonica fino a Taranto.

Non ne parliamo per non disturbare il sonno, di coloro che ancora non hanno realizzato il completamento e ammodernamento, sia della necessaria elettrificazione della rete ferroviaria, (lumaca), che della tante volte promesso potenziamento della rete ferroviaria.

L’ammodernamento e potenziamento della rete ferroviaria Jonica, sicuramente da considerarsi strategica, sotto il plurimi motivi di una moderna Logistica Intermodale, oltre a favorire logisticamente tutte le PMI, attualmente presenti nei Comuni jonici, della Città Metropolitana, migliorerebbe di tanto, la fruizione del vettore ferroviario, assicurano una paritetica qualità della vita e sicurezza dei trasporti, agli oltre 400.000, persone residenti (in estate più del doppio), i quali dalla Stazione di Reggio Calabria Centrale, potrebbero giungere agevolmente e velocemente, fino a Taranto, seguendo la molto suggestiva, panoramica e bellissima configurazione costiera del Mare Jonio.

Pensate per un momento ai benefici logistici dei quali godrebbero sia il Porto Commerciale e ci auguriamo in un prossimo futuro anche RO-RO e Crocieristico, di Saline Joniche, sia le aree industriali contermini del Polo Multifunzionale di Saline Montebello Jonico (ex Grandi Officine delle Ferrovie dello Stato), ora da molti anni inutilizzate.

Perché il diritto umano alla salute e cure mediche dei Cittadini dei Comuni jonici, lo considerate pari a quello che viene garantito alle aree delle Regioni Campania, Puglia, Lazio , Toscana e altre Regioni del Centro e Nord ?

Forse il diritto umano e costituzionale di libertà è garantito in Calabria?

Libertà di agire nel rispetto delle leggi, libertà dell’iniziativa privata, libertà d’impresa, libertà di domicilio, libertà personale, libertà famigliare, libertà di vita relazionale, libertà di movimento, libertà di associazione, di comunicazione, libertà di circolazione, libertà di respirare, libertà di passeggiare in un giardino o parco pubblico, di sedersi sul lungomare a guardare il mare, esistono e sono salvaguardate queste libertà e diritti umani universali?

La Calabria e i circa 600 mila abitanti, nei 97 Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria, non possono godersi liberamente e senza alcuna interferenza, moltissimi di questi diritti umani, anche se rafforzati da norme previste dalla non tanto amata e non fatta osservare Costituzione della Repubblica Italiana.

È proprio tanto difficile, vivere liberamente e convivere pacificamente, con molte realtà territoriali, esistenti nei Comuni jonici e tirrenici della Provincia di Reggio Calabria, ora Città Metropolitana.

La costituita Zona Economica Speciale della Regione Calabria , ancora non è riuscita ad attrarre gli investimenti attesi e vedere realizzare le opere di interconnessione viarie veloci e sicure, necessarie per consentire ad eventuali investitori di localizzare insediamenti industriali alimentari o delocalizzare rami d’azienda, all’interno delle aree territoriali, aeroportuali e portuali, dove sono presenti agevolazioni amministrative, fiscali e finanziarie.

La dignità di un Uomo, non deve essere mai e poi mai calpestata e violata.

Perché in Calabria tutto o quasi è sempre impossible realizzarlo?

Io sono stato e sono geneticamente ottimista, amo la Calabria e il diritto nazionale e internazionale, più di me stesso.

Non posso comunque esimermi dal rappresentare i bisogni umani della mia Gente, che in Calabria, non riesco a comprende il perché e le vere cause, di queste enormi difficoltà che devono affrontare sia i Cittadini della Calabria dello Jonio e forse un po’ di meno, quelli abitanti nei Comuni tirrenici della mia bellissima Regione Calabria.

Ci auguriamo e ci dobbiamo dare da fare tutti, nessuno escluso, al raggiungimento del fine, prefissato e riverberata al mondo, che vorrebbe, la “Calabria Terra dei Padri”, rinascere, riproporsi e riaffermarsi, come una terra di benessere psicofisico, economico e sociale, dove la giustizia sociale sia un valore universale garantito ad ogni essere vivente, in quella che viene considerata la Regione più ricca di risorse umane, energetiche, ambientali, minerarie e naturali al mondo. 

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria.
Docente di Diritto Internazionale presso Università della Tuscia, è Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]

COLLASSO OCCUPAZIONALE PER I GIOVANI
IN CALABRIA SENZA LAVORO SONO IL 55,6%

di FRANCESCO RAO – I nostri giovani, dopo aver compiuto tanti sacrifici per conseguire l’ambito titolo di studio, oggi non riescono a mettere a frutto le loro conoscenze e affrancarsi dalla disoccupazione. Le cause di tali circostanze, in buona parte, sono rintracciabili in una serie di scelte fatte in passato e le responsabilità maggiori ricadono principalmente nella miopia della politica.

Quanto per cambiare, è stato speso moltissimo tempo per confrontarsi sul sesso degli Angeli, trascurando la vera e propria  valenza dell’ascensore sociale, rappresentato dai percorsi d’istruzione e dalla loro spendibilità nel mondo del lavoro. Per rimanere in tema, il numero chiuso per l’accesso alle Facoltà di Medicina sono state una scelta lungimirante? Oggi, tra le cause del mancato adeguamento tra domanda e offerta, proveniente direttamente dai mercati del lavoro, i Giovani del Meridione sono tristemente collocati all’angolo e pressati al muro dal collasso occupazionale che non potrà essere sanabile nel breve periodo.

La Calabria, nel 2017, restava al top in Ue, per tasso di disoccupazione giovanile, attestandosi al 55,6%. Ad oggi, non sono avvenuti grandi cambiamenti e persiste quel triste ancora quel primato patologico. Detto ciò, provo ad illustrare velocemente cosa è accaduto dal 1990 ai nostri giorni, tentando di analizzare brevemente le dinamiche Europee e mondiali afferenti al mondo dell’istruzione e del mercato del lavoro. Da una parte troviamo quanti hanno accolto, con umiltà ed entusiasmo, la tesi di Jeremy Rifkin guardando i processi di globalizzazione come una vera e propria opportunità.

A fronte di tali indicatori, sono state predisposte forme di adeguamento mediante l’istituzione di corsi di studio tesi a preparare i Giovani alle nuove competenze richieste da quel futuro che stava sopravvenendo. Dall’altra parte, cito l’esempio dell’Italia, in quel periodo era impegnata a reagire all’agenda politica del momento nella quale l’onda  lunga creatasi a seguito di tangentopoli, dall’ascesa di Berlusconi, dalla Destra al Governo, dal primo Governo Prodi, dall’adozione dell’Euro, con annessa la lotta eterna consistente nel decidere il rapporto di cambio lira/marco tedesco ecc. ecc.

Tutto ciò, purtroppo, oggi rappresenta la scadente cornice messa a disposizione dal Legislatore per il futuro dei nostri Giovani, costretti a non potersi posizionare positivamente all’interno del mercato del lavoro, tanto per inflazione di competenze quanto per problematiche legate alle tipologie cangianti dei contratti di lavoro. A ciò si aggiunge la penuria delle azioni concrete,  messe in atto per tentare di riportare nell’alveo ciò che oggi è diventato un vero e proprio fiume in piena identificabile nel crescente fenomeno della disoccupazione  giovanile. Allora come oggi, si è rimasti inermi a pensare che fosse sufficiente attutire l’urto sociale del momento, spendendo una marginale preoccupazione per il delicatissimo ambito maggiormente esposto e sperando nella così detta mano invisibile, pronta a riporre in equilibrio le condizioni venutesi a generare. Quella scelta ha cancellato il futuro di tutte quelle persone che oggi, alla soglia dei 40 anni, non hanno lavorato, versando contributi pensionistici nemmeno per un solo giorno.

Tanto per cambiare, noi Italiani, siamo stati sempre bastion contrario a fronte dell’innovazione; invece di leggere con attenzione i mutamenti sociali e farli immediatamente nostri, abbiamo saputo reagire al cambiamento epocale del mondo del lavoro ampliando i percorsi di studio in maniera così virtuosa per contare infiniti corsi di laurea, per giunta poco spendibili nel mercato del lavoro italiano ed in gran parte dell’Europa. Tutto ciò è avvenuto mentre l’Ocse e l’Invalsi illustrava le dinamiche del cambiamento e richiamava gli Stati, compresa l’Italia, a porre maggiore attenzione verso quali skills promuovere nei campus universitari e negli Istituti Superiori. L’effetto della mancata ed oculata attenzione verso i nostri competitor è stato ed è alla base di quanto viene dettato attualmente dal Mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Queste dinamiche di primissimo interesse, oggi coinvolgono i nostri Giovani e le loro famiglie, in modo particolare, quest’ultime, impegnate prima a sostenere la quotidianità dei loro figli nel percorrere la strada dell’istruzione e successivamente nel vederli penare a fronte del vortice della disoccupazione o, per la mancata gratificazione economica a fronte del lavoro svolto spesso in maniera precaria. Con l’avvento di Industria 4.0, le generazioni che oggi hanno un’età compresa tra 10 e 12 anni applicandosi soprattutto in matematica, informatica, lingue (inglese, arabo e cinese) troveranno in futuro maggiore opportunità occupazionale; anche lo studio della medicina e della chimica riscoprirà una nuova stagione, in questi ambiti sarà indispensabile approcciarsi all’informatica, alla robotica ed all’intelligenza artificiale.

Per le attuali generazioni, prive di occupazione,  a seguito delle letture e dagli studi sino ad ora compiuti e seppur la mia conoscenza non sia di rilevanza scientifica, l’unica chance intravedibile nel breve e medio periodo consisterà nel sapersi rimettere in gioco, reinventando un lavoro destinato a valorizzare ciò che ci circonda e ponendo il valore aggiunto delle nostre tradizioni  come un vero e proprio Brand da offrire a quote di mercato vogliose di vivere esperienze di accoglienza, cultura, prodotti locali e saperi dei quali il Meridione è ricco. Quanti sceglieranno di percorre questa strada, dovranno saper adempiere ad un primo ed importantissimo requisito: è vietato improvvisare, come purtroppo è stato fatto in passato, vendendo una pessima immagine dei nostri saperi e dei nostri luoghi.

Le parole d’ordine dovranno essere sostenibilità e qualità. Oggi, contrariamente al passato, possediamo i vettori giusti per canalizzare tali offerte e vi sono anche importanti finanziamenti per raggiungere gli obiettivi prefissati. Tali mezzi, da una parte alimentano alla massima velocità la diffusione del bello e potranno divenire il vero e proprio acceleratore del territorio e delle Comunità coinvolte. Perciò è sconsigliabile continuare ad usare i Social e la comunicazione in generale, in maniera spregevole. Si pensi per una volta all’importanza della web reputation da inquadrare anche come sistema di tenuta sociale.

L’esasperazione trasmessa mediante i vettori informatici crea vuoti economici ma anche nevrosi sociale. Queste scelte, qualora non governate adeguatamente dalle persone,  rappresenteranno un rinnovato senso di distruzione, volto a coinvolgere  quanti hanno intenzione di superare le difficoltà riconducibili alle tre generazioni viventi costrette a segnare il passo per mancanza di opportunità. Papa Francesco, durante il rientro da un viaggio in Marocco ha affermato: “chi costruisce muri finirà prigioniero delle sue barriere”.

Adesso, dipenderà soltanto da noi essere o non essere protagonisti. Ricorrendo ai nuovi modelli occupazionali, riconducibili soprattutto ai modelli di Start-Up, è possibile trasformare la tradizione in innovazione, interpretando il paradigma della criticità come una opportunità che sicuramente potrà conferire al Meridione una posizione attrattiva capace di aprire un dialogo con quanti non conoscono la parte bella delle nostre realtà.

Questa strada, messa a sistema, potrebbe aprire anche un nuovo percorso nel quale sia possibile infondere quella fiducia e quell’ottimismo indispensabile a superare l’attuale malessere sociale, rappresentato dalla disoccupazione, sempre più simile ad un vero e proprio male dal quale i nostri Giovani ne sono le vittime innocenti?

La Politica, in tal senso, é chiamata a dare risposte alle analisi offerte dalle scienze sociali e in tal senso, vorrei auspicare che la Campagna Elettorale in corso potesse immediatamente avere una svolta in meglio. Seguendo i vari Talk televisivi mi sembra di essere in una delle feste di paesi nei quali gli organizzatori, per raccogliere fondi, ricorrono al vecchio metodo dell’incanto, nel quale ad aggiudicarsi il bene é il miglior offerente. (fr)

(Francesco Rao, giornalista e sociologo, è Presidente del Dipartimento Calabria della Associazione Nazionale Sociologi)