CROTONE – L’incontro su infrastrutture e sviluppo sostenibile

Domani pomeriggio, a Crotone, alle 17, nella Sala “Santa Critelli” dell’Arcuri Auto, si terrà il convegno pubblico sulle tematiche riguardanti il futuro della mobilità lungo l’asse Sibari-Crotone, organizzato dalla Fondazione Santa Critelli, il gruppo Jonia Magna GHraecia, l’Associazione Ferrovie in Calabria e l’Odv Basta Vittime sulla Strada Statale 106.

Il dibattito si pone l’obiettivo di stabilire quanto gli interventi infrastrutturali proposti dal Governo centrale siano coerenti con le complessità dei processi d’ammodernamento delle infrastrutture. Ancora, se risultino fedeli alle vocazioni e ai bisogni di un territorio dalle innate potenzialità, ma spesso dimenticato: l’ambito crotoniate e sibarita.

Modera la giornalista Giusy Regalino. Intervengono Antonio ArcuriFabio PuglieseRoberto GalatiDomenico Mazza. Concludono i parlamentari Ernesto RapaniDomenico Furgiuele.

«A margine della manifestazione – viene spiegato in una nota – sarà dato ampio spazio all’uditorio con l’auspicio di generare un dibattito aperto, il più plurale possibile, da cui poi, si auspica, possa nascere un documento condiviso ed inclusivo».

«Tante saranno le tematiche trattate durante la discussione – si legge in una nota –. Dall’ammodernamento dei corridoi ferro-stradali all’esigenza di creare percorsi di connessione, funzionali e coerenti, con l’aeroporto di Sant’Anna. Ancora, focus sulla necessità di raccordare i due principali porti jonici alla rete ferroviaria. L’invito a partecipare è stato esteso a tutte le Amministrazioni dell’Arco Jonico, alle Rappresentanze parlamentari, alle Associazioni di categoria e ai Gruppi di pressione». (rkr)

ADESSO BASTA LAVORO INSICURO E POVERO
INVESTIRE SU SICUREZZA E PREVENZIONE

di ANGELO SPOSATO – Lavoro impoverito e insicuro, fisco solo sulle spalle di lavoratori e pensionati, sanità al collasso. Adesso basta! Oggi torneremo in piazza XI settembre a Cosenza, alle 10, aderendo allo sciopero nazionale di 4 ore proclamato per tutti i lavoratori del settore privato.

La mobilitazione di Cgil e Uil continua perché continuiamo a sostenere che: “Adesso Basta!”, questo Paese ha bisogno di risposte concrete su grandi questioni che impattano in maniera rilevante sul mondo del lavoro e quindi sul nostro sistema Paese.

Primo tra tutti il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ogni giorno assistiamo inermi alla strage silenziosa che si consuma sui luoghi di lavoro, più di mille morti l’anno e oltre cinquecentomila infortuni, una guerra civile davanti alla quale la politica fa finta di non vedere.
È ora, invece, di azioni incisive e non più rimandabili. Il Paese ha bisogno di importanti investimenti in sicurezza e prevenzione, di cui tanto si parla, ma le cui pratiche poco si attuano concretamente. È necessario cancellare da subito leggi che nel corso degli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato, contribuendo così a realizzare un ambiente lavorativo insicuro.
Servono misure forti contro i sub-appalti “criminali”, consumati sulla pelle dei lavoratori, che rappresentano vecchie, ma sempre attuali, forme di sfruttamento della manodopera in settori come edilizia, agricoltura e turismo, in cui ancora oggi il valore della vita è subordinato al bisogno di lavorare per sopravvivere.
Bisogna potenziare i controlli con un piano straordinario di assunzioni nell’Ispettorato del Lavoro e nelle Aziende Sanitarie Locali ad oggi paurosamente a corto di organici. Le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza vanno fermate, per questo motivo bisogna introdurre una vera patente a punti e condizionare l’erogazione di finanziamenti o incentivi pubblici alle sole aziende che rispettano le norme sulla sicurezza.
Il Paese ha bisogno di riportare l’attenzione sui temi del lavoro, rinnovando e incentivando la contrattazione nazionale promuovendo anche una legge sulla rappresentanza che limiti i contratti “pirata”. Per finanziare la sanità, l’istruzione, le infrastrutture e garantire a tutto il Paese diritti sociali e civili, occorre prendere le risorse dove sono.
L’evasione fiscale complessiva continua ad essere ogni anno sopra i 90 miliardi, mentre intere categorie economiche continuano a non pagare le imposte, lavoratori dipendenti e pensionati, garantiscono oltre il 90% dell’intero gettito IRPEF.
La delega fiscale che dovrebbe cambiare la prospettiva, riducendo le tasse su salari e pensioni, attraverso la lotta all’evasione fiscale, in realtà peggiora la situazione introducendo nuove sanatorie, condoni e concordati, cancellando la progressività dell’imposizione fiscale e tutelando le rendite finanziarie.
Servono misure coraggiose, come la tassazione degli extra profitti delle multinazionali e delle banche per il rilancio dell’economia e per contribuire a ridurre le diseguaglianze che in questo paese diventano sempre più insostenibili.
Per questo motivo saremo in piazza auspicando una partecipazione ampia e trasversale, per continuare a far sentire la nostra voce, la voce di lavoratori e pensionati, la voce di un Paese che soffre e che pretende risposte. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

Un convegno sulle prospettive dell’arco jonico che va da Sibari a Crotone

Nuove infrastrutture e sviluppo sostenibile: prospettive per l’arco jonico è il titolo del convegno che si terrà venerdì 19 aprile a partire dalle 17:30, nella sala “Santa Critelli”, c/o Arcuri Auto, in via Botteghelle 17 a Crotone.

La Fondazione Santa Critelli, il Gruppo Jonia-MagnaGraecia, l’Associazione ferrovie in Calabria, e l’organizzazione di volontariato “Basta vittime sulla strada statale 106”, per il terzo anno consecutivo, organizzano un convegno pubblico sulle tematiche riguardanti il futuro della mobilità lungo l’asse Sibari-Crotone.

Il programma della manifestazione, moderato dalla giornalista Giusy Regalino (Rti Calabria), prevede i saluti di Antonio Arcuri (Fon. Santa Critelli) e gli inteventi di Fabio Pugliese (Basta vittime 106), Roberto Galati (Ferrovie in Calabria), Domenico Mazza (Jonia-MagnaGraecia). La conclusione dei lavori sarà curata della rappresentanza territoriale in seno ai due rami del Parlamento: on. Domenico Furgiuele e il sen. Ernesto Rapani. A margine degli interventi del tavolo di rappresentanza sarà dato spazio all’uditorio.

Al pubblico dibattito sono stati invitati gli amministratori dei Comuni jonici, i presidenti delle Province di Cosenza e Crotone, le rappresentanze parlamentari calabresi e i consiglieri regionali. L’invito è stato rivolto anche ai presidenti delle Camere di Commercio, Confesercenti, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confindustria, Uil, CGIL, Cisl delle province di Cosenza e Crotone.

Gli investimenti lungo l’area jonica, promossi dal Governo centrale con la collaborazione del Governo regionale, prevedono inteventi sia sulla dorsale ferro-stradale che sulla implementazione dell’attività volativa e delle attività portuali di Crotone e Corigliano-Rossano. Il dibattito si pone l’obiettivo di stabilire quanto i richiamati investimenti siano coerenti con le complessità dei processi d’ammodernamento delle infrastrutture. Ancora, se risultino fedeli alle vocazioni e ai bisogni di un territorio dalle innate potenzialità, ma spesso dimenticato: l’ambito crotoniate e sibarita.

Fine ultimo dell’iniziativa sarà quello di evidenziare una rinnovata visione infrastrutturale, condivisa e funzionale, per tutto l’ambito dell’Arco Jonico e di facile e coerente raccordo con il Capoluogo di Regione.
Gli organizzatori auspicano che alla manifestazione possano partecipare ed intervenire anche i Rappresentanti ed i Referenti delle forze politiche del territorio, le associazioni di categoria, gli Ordini Professionali e la Cittadinanza tutta. La discussione interattiva, infatti, si prefigge la volontà di dar vita ad un dibattito aperto, il più plurale possibile, da cui poi, si auspica, possa nascere un documento condiviso ed inclusivo. (rkr)

INFRASTRUTTURE, SUPERARE LE CRITICITÀ
CHE RENDONO “IMMOBILE” LA CALABRIA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Con l’arrivo del decimo nuovo treno ibrido in Calabria, da parte di Trenitalia, è davvero un «addio alle vecchie littorine», come dice il presidente della Regione, Roberto Occhiuto?

La domanda sorge spontanea, considerando l’ormai nota condizione in cui versa la rete ferroviaria nella nostra regione, dove sembrano esserci due velocità, piuttosto che una. Se, infatti, da una parte – in quella Tirrenica, vengono utilizzati treni ad alta velocità (Italo e Frecciarossa) che permettono di collegare Reggio-Roma in tempi più ridotti, dall’altra c’è l’Arco Jonico che, invece, continua ad avere un tracciato vecchio, che deve essere elettrificato e ammodernato.

Recentemente, infatti, il Gruppo FS ha individuato la migliore impresa per la gara Pnrr per l’elettrificazione della Tratta Sibari-Crotone. L’intervento, come spiegato da una nota del Gruppo Fs «consiste nella realizzazione di circa 112 km di elettrificazione della tratta Sibari-Crotone, mediante la realizzazione di 8 sottostazioni elettriche e la posa del sistema per la trazione elettrica ferroviaria».

«L’appalto, del valore di circa 37,5 milioni di euro finanziati in parte con fondi Pnrr – si legge ancora – conclude le procedure per dare avvio alla fase esecutiva del progetto di potenziamento del collegamento Lamezia Terme – Catanzaro Lido – Dorsale Jonica, intervento da 438 milioni di euro complessivi approvato dal Commissario Straordinario di Governo con Ordinanza n.4 del 25/09/2023».

Un importante risultato per l’Arco Jonico, spesso messo da parte nelle “questioni” importanti della Regione, come spesso è stato denunciato dal Comitato Magna Graecia o dall’Organizzazione Basta Vittime sulla Strada Statale 106.

Proprio il sodalizio, per il 19 aprile, ha organizzato un convegno pubblico per parlare del futuro della mobilità lungo l’asse Sibari-Crotone.

«Gli investimenti lungo l’area jonica – dicono in una nota – promossi dal Governo centrale con la collaborazione del Governo regionale, prevedono interventi sia sulla dorsale ferro-stradale che sulla implementazione dell’attività volativa e delle attività portuali di Crotone e Corigliano-Rossano. Il dibattito si pone l’obiettivo di stabilire quanto i richiamati investimenti siano coerenti con le complessità dei processi d’ammodernamento delle infrastrutture. Ancora, se risultino fedeli alle vocazioni e ai bisogni di un territorio dalle innate potenzialità, ma spesso dimenticato: l’ambito crotoniate e sibarita».

D’altronde, non è una novità che la Calabria sia indietro rispetto alle altre regioni sul tema delle infrastrutture che, come ribadito dal presidente di Unioncamere Calabria, Ninni Tramontana, nel presentare nei giorni scorsi il Libro Bianco regionale delle priorità infrastrutturali del sistema imprenditoriale della Calabria – Edizione 2023, «rappresentano indubbiamente  una  leva strategica a supporto dello sviluppo economico dell’intera regione».

Lo studio – ha spiegato Tramontana – «ha previsto il monitoraggio dello stato di avanzamento dei 12 interventi  prioritari definiti nell’edizione del 2022, rilevandone le criticità di realizzazione su almeno 5 interventi, nonché un  focus sulle opere ritenute più urgenti, “indifferibili”, in funzione di un’accelerazione delle dinamiche di crescita  economica, sociale e turistica. Si tratta nello specifico del potenziamento del porto di Gioia Tauro, dello sviluppo  della portualità turistica e commerciale nel suo complesso, del miglioramento dell’accessibilità del sistema  aeroportuale regionale, dell’estensione dell’alta velocità fino a Reggio Calabria, dell’ammodernamento della Strada Statale 106 e dell’adeguamento della linea ferroviaria ionica, con interventi di velocizzazione ed elettrificazione».

L’obiettivo, unanime, dunque, è quello di «recuperare un gap importante», come sottolineato dall’assessore regionale ai Trasporti, Emma Staine, ricordando i 3 miliardi stanziati nella Legge di Bilancio 2023 da destinare alla Statale 106 Jonica.

«La Calabria può recuperare il ritardo di sviluppo accumulato nei decenni –ha detto Rosanna Guzzo, di Uniontrasporti – anche attrezzandosi con un sistema dei trasporti al passo con le sfide globali che gli faccia superare la  marginalità fisica rispetto al Paese e sfruttare la posizione centrale nel Mediterraneo. Le analisi messe in campo  da Uniontrasporti con l’aggiornamento dei KPI descrivono un territorio che ha ampi margini di miglioramento sul  fronte della logistica e delle ferrovie, ma anche del digitale. Performance buone si registrano, invece, dal punto di  vista della portualità, con un indicatore superiore alla media nazionale del 55%, e dell’energia, con Crotone  ottava provincia in Italia, per l’utilizzo dell’energia che ha a disposizione, tenendo conto soprattutto delle fonti  rinnovabili. Le opere richieste a gran voce dagli imprenditori calabresi servono loro proprio per ampliare i mercati  di riferimento, per migliorare la mobilità interna e rendere la rete dei trasporti regionale più sostenibile, sicura ed  efficace».

Ma non è solo il problema ferroviario a preoccupare: dai dati emersi dall’indagine di Uniontrasporti, infatti, «le imprese della manifattura e quelle dei trasporti e della logistica operative in Calabria ravvisano un’incidenza media dei costi  della logistica pari a circa il 22% del totale del fatturato aziendale, a fronte di una media nazionale stimata che si  aggira sull’8%. Tale dato, sostanzialmente omogeneo nell’ambito di tutti i territori della regione (oscilla tra il  16% per Crotone e Vibo Valentia, e il 26% per Catanzaro), è ben più marcato presso gli operatori dei trasporti  (raggiunge il 46%). In generale, i costi della logistica nel 2022 sono risultati in netto aumento su base tendenziale  (confronto con il 2021), è così per oltre il 73% delle imprese della Calabria che nello specifico hanno riscontrato  un incremento medio dei costi pari al +26% rispetto all’anno precedente».  

Dallo studio predisposto dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università della Calabria, sono poi emerse importanti criticità in termini di accessibilità ai tre aeroporti calabresi, sia su mezzo di trasporto privato che tramite Tpl  su gomma e su ferro, prevalentemente dovute a carenze infrastrutturali, alla mancanza di integrazione modale e  tariffaria e alla quasi totale assenza di adeguati sistemi di informazione all’utenza. Per contro, emerge un forte  potenziale di tutti e tre gli aeroporti della regione supportato dalla vocazione turistica del territorio calabrese che potrà essere sviluppato valorizzando il patrimonio storico, culturale, naturalistico ed enogastronomico della  Calabria e adeguando le strutture ricettive e le infrastrutture aeroportuali a servizio dei passeggeri in arrivo sugli  scali calabresi. 

Criticità che devono essere in qualche modo sistemate, soprattutto se le infrastrutture dovranno essere funzionali assieme al Ponte sullo Stretto che, come ha scritto qualche giorno fa Pietro Massimo Busetta «dovrebbe consentire finalmente quella mobilità che finora le regioni meridionali da Napoli in giù non hanno avuto, possibilità di riuscire a rimanere nella propria terra e non essere obbligati ad emigrare, opportunità per coloro che vivono nella area metropolitana di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina».

Una mobilità che, tuttavia, non potrà mai essere totale, se non si attua un vero e proprio piano di riqualificazione e di ammodernamento delle infrastrutture della Calabria. E non bastano l’arrivo di 10 nuovi treni ibridi – che poi diventeranno 27 in totale – a segnare la vera svolta della Regione.

Come detto dall’ing. Roberto Di Maria, «occorre, in sintesi, smetterla di pensare alla Calabria come ad una pittoresca e remota appendice dello stivale, buona solo per le vacanze e basta, e cominciare a considerarla il centro di un sistema logistico vitale per l’intera Europa». (ams)

IL POTENZIALE INESPRESSO DELLA LINEA
JONICA, PREZIOSO PER L’ITALIA E L’EUROPA

di ROBERTO DI MARIA – Dal 25 marzo sono in servizio tra Reggio Calabria a Taranto i nuovi treni Intercity. Si tratta di convogli del tipo “Blues” della Hitachi, ad alimentazione ibrida, che montano sia motori elettrici, alimentati da linea aerea o da batterie, che motori diesel a basse emissioni. Si prevedono inizialmente sette treni ibridi Intercity, destinati a collegare la Calabria, la Basilicata e la Puglia, composti da 4 carrozze per un totale di 200 posti, in parte dedicati ai passeggeri con disabilità o mobilità ridotta; ci sarà posto anche per 8 posti bici. Dal 9 giugno, questi treni arriveranno anche a Bari e Lecce.

I treni sono caratterizzati dal nuovo brand presentato da Trenitalia il 22 marzo scorso nella stazione centrale di Reggio Calabria. Una cerimonia in pompa magna durante la quale è stato sottolineato che l’investimento complessivo è di 60 milioni di euro, con fondi PNRR assegnati a Trenitalia, e consentirà di ridurre le emissioni di CO2 dell’83% rispetto agli attuali treni a trazione diesel.

Un indubbio passo avanti sia per la sostenibilità dei trasporti che per le condizioni di viaggio in Calabria. Peccato che questi treni continueranno a viaggiare su una linea ferroviaria, la Jonica, che mantiene intatto il tracciato che le diedero nella seconda metà del 1800, ad Italia appena unificata, ma soltanto politicamente.

Tale è rimasto il Paese tuttora, se è vero, come è vero, che sono ben altri i treni che percorrono la rete Rfi al nord, anche su tratte molto meno importanti della Reggio C.- Taranto, che sui suoi 472 km vede ricadere 3 capoluoghi di provincia ed uno di regione. Anche i treni a lunga percorrenza, come gli Intercity, a quelle latitudini hanno tutt’altra composizione. In Alta Italia, infatti, nessuno si sognerebbe di utilizzare per servizi di questo tipo treni come i Blues, progettati per le relazioni di tipo regionale.

Meglio non lamentarsi troppo, però. Nonostante permangano, sia nelle infrastrutture che nel materiale rotabile, le evidenti arretratezze a cui abbiamo accennato, ci lasciamo dietro molto peggio. I calabresi della fascia Jonica, infatti, sanno benissimo quale fosse la tipologia di convoglio utilizzati per le relazioni Intercity fino a pochi giorni fa.

Sulla Jonica, per anni, la stessa presenza degli Intercity è stata un rebus per Trenitalia, costretta a comporre i treni sulla Reggio Calabria Centrale–Taranto, con vagoni che risalgono agli anni ’80, anche se sottoposti a “revampizzazione” ovvero riqualificazione funzionale che li ha resi un pò più consoni al comfort richiesto da questi servizi. Le locomotive utilizzate sono state per decenni le vecchie D445, che risalgono agli anni ’70 (le prime entrarono in esercizio nel 1975), anche perché da allora, in Italia, non si sono più prodotte locomotive diesel: la più “giovane” in circolazione risale al 1988.

Ma si è riusciti a fare di peggio, esercendo il servizio con vecchie “littorine” ALn668, con soli 68 posti a sedere.  Automotrici rumorose, inquinanti e spesso prive di aria condizionata, regolarmente guasta. Una situazione che farebbe rabbrividire il Terzo mondo: basti pensare che sia le mitiche 445 che le Aln 668 sono normalmente utilizzate per i treni storici, nell’Italia che conta. Non in Calabria, almeno fino a qualche giorno fa, dove oltre agli Intercity servivano anche le relazioni regionali.

Adesso ci sarebbe da aspettarsi qualcosa in più che la semplice sostituzione del materiale rotabile, ormai resa obbligatoria dalle normative UE in fatto di comfort, accessibilità e sicurezza. Non si può più prescindere da un riammodernamento dell’infrastruttura, per la quale l’elettrificazione, da sola, non basta. La vicenda della galleria di Cutro, nei pressi di Crotone, inadatta persino all’installazione della catenaria e, probabilmente, da ricostruire ex-novo, dovrebbe insegnare qualcosa a chi programma la riqualificazione della rete ferroviaria nel Gruppo FS. Con un minimo di lungimiranza, si può guardare alla Jonica come ad un corridoio importante per la regione, ma non solo.

La realizzazione del Ponte sullo stretto, infatti, porrà la linea al centro di nuove relazioni, oggi impensabili. Il collegamento con la rete siciliana consentirebbe nuove relazioni tra l’isola ed il continente, collegandola non soltanto con la Calabria Jonica ma anche con la Basilicata e la Puglia. Si renderebbe possibile, ad esempio, prolungare gli stessi treni Intercity Reggio C.-Taranto alle due estremità, consentendo di raggiungere, per esempio, Bari da Palermo. O instradare su questa linea gli Intercity notte provenienti dalla Sicilia e diretti al nord. Una prospettiva non da poco, se si considera che il ruolo dei treni notturni viene rivalutato da anni in tutta Europa, come alternativa sostenibile all’aereo che, come è noto, inquina 20 volte più del treno per passeggero trasportato.

Ma non solo: se si pensa allo scopo originario delle ferrovie, quello di trasportare le merci, è innegabile l’importanza di questa linea in un sistema logistico che vede un porto come Gioia Tauro al centro di un futuro sistema portuale interconnesso con i porti di Augusta e Taranto. Senza dimenticare che lungo il suo tracciato troviamo almeno un altro potenziale porto di grandi prospettive, quello di Corigliano-Rossano.

Un sistema portuale che può e deve diventare fondamentale per l’intero continente europeo, e che non può concretizzarsi senza collegamenti ad elevata capacità che soltanto un sistema ferroviario moderno può assicurare. Il Meridione d’Italia potrebbe finalmente mettere a frutto la sua collocazione geografica: un prezioso affaccio del continente europeo sul Mar Mediterraneo, in cui transitano un quarto dei containers in circolazione in tutto il mondo.

Ben vanga, quindi, la presenza di treni moderni e sostenibili sulla rete calabrese, purchè sia la premessa di un consistente impegno per la sua riqualificazione infrastrutturale. Occorre, in sintesi, smetterla di pensare alla Calabria come ad una pittoresca e remota appendice dello stivale, buona solo per le vacanze e basta, e cominciare a considerarla il centro di un sistema logistico vitale per l’intera Europa. (rdm)

[Roberto Di Maria è dottore di ricerca in Infrastrutture dei Trasporti e Amministratore di Sicilia in progress]

Saccomanno (Lega): Da accordo Mit-Anas importanti risorse per rete infrastrutturale della Calabria

La Calabria potrà contare su importanti ricorse per la manutenzione, messa in sicurezza e sviluppo della rete infrastrutturale. È quanto ha reso noto il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, a seguito dell’approvazione del nuovo contratto di programma di Mit-Anas dopo il via libera del Cipess.

«Oltre al quinto lotto della Trasversale delle Serre – ha spiegato – grazie a questo accordo che conta ben 6 miliardi di finanziamenti in più con cui Anas potrà intervenire, si procede con il finanziamento per 3 miliardi di euro del tratto da Sibari a Catanzaro della SS 106, i cui lavori partiranno nei prossimi mesi».

«Si conferma, così – ha concluso – l’impegno del ministro Matteo Salvini per sbloccare cantieri e lavori che le nostre comunità aspettavano da tanti anni. Le infrastrutture sono necessarie per sviluppare nuovi investimenti e rendere ancora più attrattiva la nostra Calabria». (rcz)

Saccomanno (Lega) annuncia nuove opportunità per i piccoli Comuni

Il commissario della Lega in Calabria Giacomo Francesco Saccomanno annuncia nuove opportunità per i piccoli Comuni grazie al Fondo investimenti stradali del Ministero guidato da Matteo Salvini.

«Il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Mit) – dice Saccomanno – ha annunciato l’apertura di un’importante iniziativa a sostegno dei piccoli comuni italiani. Con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la manutenzione delle strade comunali, è stato istituito un fondo speciale, denominato “Fondo investimenti stradali nei piccoli Comuni”. Questo fondo è destinato ai comuni con una popolazione fino a 5.000 abitanti e prevede il finanziamento di interventi fino a 150.000 euro. L’avviso pubblico, pubblicato il 13 marzo 2024, dettaglia le modalità di accesso al fondo e invita i comuni interessati a presentare le loro istanze. Le candidature possono essere inoltrate attraverso la piattaforma dedicata (https://stradepiccolicomuni.mit.gov.it), a partire dalle ore 12.00 del 14 marzo 2024 fino alla stessa ora del 29 marzo 2024».

Continua la nota: «Il Ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, ha espresso il proprio impegno nel supportare i piccoli comuni che spesso si trovano in difficoltà nel gestire la manutenzione delle infrastrutture stradali. Questo fondo rappresenta un passo significativo verso l’assicurazione di strade più sicure e ben mantenute, contribuendo così alla qualità della vita dei cittadini e alla sicurezza di chi percorre le strade dei piccoli comuni d’Italia».

«Con questa iniziativa – conclude Saccomanno – il Mit dimostra ancora una volta la propria attenzione verso le esigenze delle piccole realtà comunali, riconoscendo l’importanza di investire in infrastrutture fondamentali per lo sviluppo e la sicurezza del territorio nazionale». (rrm)

LA CALABRIA DELLO JONIO: IL SUD NEL SUD
ABBANDONO E UN POTENZIALE INESPRESSO

di BRUNO TUCCI  – Potrebbe sembrare assurdo, ma non lo è: in Calabria c’è un Sud nel sud. Parliamo dell’alta fascia jonica che da Sibari va verso la Basilicata: paesi che si chiamano Villapiana, Cerchiara, Trebisacce, Amendolara, Roseto, Montegiordano, Rocca Imperiale.

In questo lembo di terra, ma anche in altre cittadine che si affacciano su questo mare (tranne rare eccezioni) il tempo sembra essersi fermato.

Non è andato al passo con i tempi, è rimasto a guardare, non certo per colpa della popolazione che continua a elencare i guai che la perseguitano. La responsabilità è altrove: in parte dei sindaci, senza però dimenticare Roma che al Mezzogiorno dedica poca attenzione.

Chi scrive è originario di uno di questi paesi, Amendolara, dove trascorre le sue vacanze estive in luglio e agosto (qualche volta fino a settembre).

Elenco subito quali sono le maggiori pecche che questa fascia dello Jonio deve sopportare.

Il mare, innanzitutto: è bello, azzurro, con l’acqua che ti invita a fare i bagni. Però, ecco la prima incuria: molte spiagge sono abbandonate, non vengono curate come si dovrebbe e pure in estate lasciate sporche senza la minima preoccupazione.

Come si può fare turismo se questa è la situazione? Pensate, nella sola fascia Jonica che da Reggio arriva fino a Rocca Imperiale ci sono oltre 400  chilometri.

Se si fosse pensato in tempo qual era la vera ricchezza della Calabria, forse oggi non saremmo considerati il Sud nel sud. Invece, tanti anni fa, circa il 1970, si decise diversamente.

La Calabria doveva industrializzarsi.

I contadini abbandonare in parte la campagna per essere impiegati in lavori meno pesanti. Così in provincia di Reggio doveva nascere il quinto centro siderurgico (quando già il quarto era in crisi), doveva però lasciare a Catanzaro il pennacchio del capoluogo e a Cosenza  una università moderna, tipo collegio americano.

È chiaro che in queste condizioni come avrebbe potuto svilupparsi il turismo? Come avrebbe potuto crescere e diventare ricca una regione nella quale le scelte erano state completamente sbagliate? Pensiamo per un momento alla costiera Adriatica, dove pochi chilometri di mare (non bello come lo Jonio) hanno fatto la fortuna di centinaia di migliaia di persone.

Non è solo il mancato turismo ad aver penalizzato questa terra. Un esempio?

Bene: dall’estremità della provincia di Cosenza (Rocca Imperiale) per arrivare a Reggio ci vogliono poco meno di sette ore in treno.

Si fa prima a raggiungere Roma. Di recente, fortunatamente, un frecciarossa parte da Sibari  con una freccia rossa del Sud che ti porta per arrivare a Termini quattro ore più tardi.

Se ti ammali nel paese di cui sono originario diventa un guaio serio. Il primo ospedale è a Rossano (50 chilometri della 106, da dimenticare) oppure trasferirsi a Policoro in Basilicata, stesso percorso, ma arteria meno complicata. Fino a qualche anno fa finalmente a Trebisacce era nato un ospedale che aveva aiutato non poco la gente che abitava pure nei paesi vicini. Prima, è stato retrocesso a pronto soccorso, adesso non ha più alcuna attività di vera e propria medicina. Ci si va solo se cadi o ti sei fatto male (non molto) lavorando in campagna.

Perché Sud del sud che, con qualche ironia, mi si diceva durante la rivolta di Reggio dove ero andato per il mio giornale che era allora Il Messaggero? Soggiornavo al nord della Calabria ed ero quindi al loro confronto uno svedese. Magari, l’alto Jonio fosse idealmente idealmente a Stoccolma!

Si pagherebbero volentieri le tasse fino all’ultimo centesimo se lo Stato non fosse così lontano com’è oggi.

Che cosa si può fare? Tanto, moltissimo, se se ne sentisse la necessità.

Ad esempio: la statale 106 che è ancora oggi considerata la strada più pericolosa d’Italia, solo in alcuni tratti è stata rinnovata, ragione per cui se tu vuoi andare in macchina fino a Reggio per goderti lo spettacolo del mare deve impiegare un arco di tempo indecifrabile. Dipende dal traffico e dalle continue interruzioni.

Con il governo Meloni si fa un gran parlare del ponte sullo Stretto: un’opera che potrebbe impiegare migliaia di persone.

Se ne discute dai tempi in cui io ero un giovanotto, cioè una sessantina di anni fa.

Speriamo che questa sia la volta buona: che voglia dire un impegno diverso da parte di Roma.

Un impegno che dia la possibilità ai ragazzi calabresi di oggi di essere un giorno signori senza i tanti  grattacapi economici. (bt)

Loizzo (Lega): Grazie a Salvini investimenti mai visti in Calabria

La deputata della Lega, Simona Loizzo, ha evidenziato come «gli investimenti previsti e stanziati per le infrastrutture in Calabria grazie al ministro Salvini furono effettuati solo ai tempi in cui ai lavori pubblici c’era il grande Giacomo Mancini».

«Non solo il Ponte sullo Stretto – ha detto Loizzo – ma la 106, il completamento dell’alta velocità, i lavori sull’autostrada Salerno – Reggio Calabria e un piano di interventi che cambieranno il volto della regione. Mi sembra la migliore risposta a una sinistra che ciancia di meridionalismo ma che negli ultimi dieci anni ha governato senza alcun risultato per la Calabria e il Mezzogiorno».

«Anche su questo come Lega chiederemo il voto ai calabresi – ha proseguito Loizzo – sapendo che i nostri avversari sono nella sinistra massimalista. Il centrodestra sta governando bene il Paese e ha bisogno di dirigenti politici e di persone che ne rafforzino l’unità. Tutti i ministri e i rappresentanti di governo della Lega si spendono quotidianamente per la Calabria, e ciò che stanno producendo recupera le chiacchiere e la sterilità di un passato in cui la nostra regione è stata completamente emarginata».

«La Lega lavora nell’interesse della coalizione – ha concluso – sapendo che il futuro del centrodestra è legato alla capacità di coesione e alla presenza di dirigenti politici che lavorino nella stessa direzione, ricordando l’intuizione di Berlusconi trent’anni fa e la sua abilità nel dare agli italiani un’alternativa alla sinistra». (rp)

REGGIO – All’Aba il convegno di studi sulla mobilità equo-sostenibile in Calabria

Domani mattina, a Reggio, alle 10, all’Accademia di Belle Arti, si terrà il convegno di studi dal titolo Trasporti equo-sostenibili per la Calabria, organizzato dall’Associazione IndiCa – Ingegneri di Calabria.

L’Associazione, che ha finalità esclusivamente di promozione sociale, propone un confronto pubblico tra un gruppo di Ingegneri aderenti e rappresentanti delle Istituzioni su un tema di grande attualità. Il convegno si focalizzerà su proposte di interventi su infrastrutture e servizi di trasporto in relazione a princìpi di sostenibilità ed equità sociale.

Introduce Francesca Accardo. Modera il giornalista Francesco Romeo.

Intervengono Domenico GattusoEugenio PassarelliGiuseppe RanieriDomenica PellicanòClaudia RubinoLuciano AmodeoGiancarla CassoneGiuseppe Romeo. Partecipano Emma Staine, assessore regionale ai Trasporti, Carmelo Versace, vicesindaco Metrocity Rc e delegato ai Trasporti, Francesco Foti, presidente Ordine degli Ingegneri Provincia di RC, Salvatore Larocca, segretario regionale Filt-Cgil, Antonino Tramontana, presidente Unioncamere Calabria, Andrea Agostinelli, presidente Autorità Portuale Mar Tirreno e Ionio Meridionali, Enrico M. Pujia, direttore generale Mit. Conclude Domenico Gattuso. (rrc)