L’assessore Staine incontra Rfi: Presentato progetto di collegamento CS-Castiglione e Unical

«L’idea è quella di attuare un sistema di trasporti intermodale che consenta di raccordare l’offerta di Trenitalia e Ferrovie della Calabria per garantire un rapido e immediato collegamento tra la città di Cosenza, Castiglione Cosentino e l’Università della Calabria». È la proposta progettuale avanzata dall’assessore regionale ai Trasporti, Emma Staine, nel corso dell’incontro, a Roma, con i vertici di Rfi e del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.

«Cosenza, come in generale la Calabria, ha da tempo un gap infrastrutturale che esige di essere superato. A tal proposito, il capoluogo di provincia va dotato di un sistema di trasporto efficiente che agevoli il rilancio del territorio, con una modalità idonea a realizzare il miglior rapporto costi e benefici per la collettività», ha ricordato Staine, spiegando come «l’idea progettuale è stata presa in considerazione dei tecnici e nelle prossime settimane ci saranno nuovi incontri per avviare la verifica dalla fattibilità della proposta con i relativi tempi e costi economici».

«La particolarità del progetto – ha concluso – è che si potenzia un’infrastruttura esistente in un’ottica di economicità e tutela ambientale».

Nel dettaglio, l’area urbana di Cosenza è servita a Nord dalla linea ferroviaria statale, che si dirama dai bivi Settimo e S. Antonello, sulla quale vi sono le fermate di Castiglione Cosentino e Cosenza (Vaglio Lise); a sud dalla linea a scartamento ridotto regionale, in concessione a Ferrovie della Calabria s.r.l., che si dirama dalla stazione di Cosenza (Vaglio Lise) verso la fermata di Cosenza Centro, e oltre verso la Sila e Catanzaro.

Al fine di realizzare un sistema ferroviario urbano, con una frequenza stimata in almeno 40 coppie di treni giornalieri, la Regione intende verificare la fattibilità del prolungamento della linea ferroviaria statale fino a Cosenza Centro e viceversa. Il prolungamento della linea regionale verso Castiglione Cosentino e in prospettiva futura verso l’area dell’Università della Calabria, sarà realizzato con un sistema intermodale attraverso l’utilizzo di navette elettriche. Una prima ipotesi di realizzazione prevede l’esercizio misto su linee con tre binari a doppio scartamento. (rrm)

Calabria Straordinaria, Agostinelli (Autorità di Sistema Portuale) illustra opere strategiche

Andrea Agostinelli, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, partecipando all’evento Calabria Straordinaria: Il Futuro del Turismo promosso dalla Regione Calabria, ha fatto il punto sulle infrastrutture portuali di sua competenza.

La manifestazione, svoltasi in Cittadella regionale, è stata l’occasione di confronto tra tutti gli attori del settore turistico, che hanno interagito tra loro in sei tavoli tematici, organizzati su diversi argomenti cruciali per lo sviluppo del territorio, come le infrastrutture e la mobilità, l’accoglienza, l’enogastronomia, il patrimonio culturale, i borghi, gli eventi, le bellezze del mare, della montagna e delle aree interne.

Al tavolo dedicato alle Infrastrutture e Mobilità, a cui hanno preso parte anche i vertici di Anas, Rfi, Trenitalia, Sacal, Assotrasporti, Assologistica, Asstra, Anav e Assarmatori, Agostinelli ha illustrato le opere strategiche di infrastrutturazione portuale dal punto di vista turistico e commerciale, soprattutto nei porti di Vibo Valentia Marina e di Corigliano Calabro, anche alla luce degli investimenti, recentemente presentati, di Baker Hughes. 

In particolare, Agostinelli ha parlato dei lavori relativi alla accessibilità al porto di Corigliano Calabro e quindi all’ulteriore sviluppo dell’infrastruttura portuale e del territorio di riferimento. 

Nel contempo, per il porto di Crotone sono stati illustrati i lavori relativi al collegamento alle darsene turistiche del Porto Vecchio, per dare altresì valore agli investimenti sulla nautica da diporto che l’Ente ha avviato, e anche ad un eventuale e futuro investimento per il collegamento tra il porto e l’aeroporto. (rcz)

L’OPINIONE / Aldo Ferrara: Bene firma Fsc, ora investimenti in aree industriali e infrastrutture

di ALDO FERRARAI 2,5mld di euro destinati alla nostra regione attraverso il Fondo rappresentano una potente leva finanziaria capace di attivare importanti investimenti in settori strategici per la Calabria: interventi sul sistema di trasporto stradale, su trasporto marittimo, logistica e portualità, a favore della prevenzione in materia idrogeologica, gestione dei rifiuti e depurazione rappresentano un’opportunità da non perdere e anzi da cogliere nel più breve tempo possibile

Parimenti, auspichiamo che una parte di queste risorse siano destinate alla riqualificazione delle aree industriali calabresi: da tempo, infatti, sosteniamo pubblicamente come l’investimento in questo ambito si traduca in un moltiplicatore di opportunità, in una spinta alla capacità dell’intera regione di essere attrattiva rispetto alle intenzioni di investimento da parte di imprese italiane e straniere.

Questo, è forse superfluo sottolinearlo, si tradurrebbe in azioni concrete per la riduzione delle distanze sociali ed economiche della Calabria rispetto al resto del Paese e dell’Europa: esattamente le finalità per le quali è nato il Fondo di Sviluppo e Coesione. Questi temi sono stati al centro dei più recenti incontri con il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, il quale ha manifestato sensibilità e attenzione: ora c’è la concreta opportunità di tradurre in azioni concrete gli intendimenti forti e particolareggiati di cui abbiamo fin qui discusso. Siamo fiduciosi che ciò possa avvenire rapidamente così da consegnare alla Calabria lo strumento che, assieme alle infrastrutture, più di altri sarà capace di determinare lo sviluppo sociale ed economico della regione. (af)

[Aldo Ferrara è presidente di Unindustria Calabria]

Ferrara (Unindustria) e Occhiuto a confronto su Autonomia, infrastrutture e Zes Unica

Zes Unica del Mezzogiorno, autonomia differenziata e infrastrutture sono stati i temi di cui hanno discusso il presidente di Unindustria CalabriaAldo Ferrara, e il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

L’incontro, tenutosi nei giorni scorsi, ha preso le mosse dai temi affrontati durante una riunione del Comitato di Presidenza di Unindustria Calabria. Temi che, sebbene sottratti alla competenza diretta della Regione, avranno riflessi diretti sul contesto socio-economico calabrese: ecco perché Ferrara ha inteso condividere con il presidente Occhiuto il punto di vista e le preoccupazioni degli industriali calabresi.

Al centro del confronto, innanzitutto, le potenziali criticità legate alla Zes Unica per il Mezzogiorno. A tal riguardo Ferrara ha esposto al presidente Occhiuto le preoccupazioni degli industriali calabresi circa l’esiguità delle risorse messe a disposizione delle imprese alla luce del nuovo e più ampio perimetro, il mancato coinvolgimento dei principali stakeholder nella Cabina di regia, l’introduzione del limite di 200mila euro posto all’ammontare minimo degli investimenti che escluderebbe le piccole imprese dagli incentivi. Circostanze che si aggiungono all’esigenza di chiarezza circa le modalità di conciliazione tra la nuova Zes e gli strumenti urbanistici dei Comuni, anche alla luce degli allarmi lanciati da amministratori locali, e alla necessità di mantenere saldi la semplificazione procedurale, la celerità nel rilascio delle autorizzazioni agli investimenti e il collegamento tra l’Unità di missione  Zes e gli stakeholder del territorio per evitare che ci sia uno scollamento tra le scelte operative e i territori che dovranno accoglierle. 

Nel fare il punto sui temi infrastrutturali (porto di Gioia Tauro, Strada Statale 106 jonica, Alta Velocità , Ponte sullo Stretto), Ferrara non ha mancato di manifestare l’apprezzamento di Unindustria Calabria riguardo la decisione della Giunta regionale di licenziare il disegno di legge regionale sull’istituzione dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e per l’attrazione di investimenti produttivi. 

Ciò proprio alla luce della competizione tra territori che la Zes Unica stimolerà. Sul tema Ferrara ha espresso l’auspicio che l’Agenzia diventi presto realtà, con adeguata dotazione di risorse finanziarie e competenze, così da avviare con celerità gli importanti e non più differibili interventi di riqualificazione che gli industriali chiedono da tempo. 

La riunione è servita, poi, per affrontare le questioni legate al ddl sull’autonomia differenziata, su cui gli industriali Calabresi nutrono diversi dubbi e perplessità. Al riguardo, solo per citare alcuni aspetti, la posizione esposta dal presidente di Unindustria è quella sescondo cui non si  possa prescindere dalla definizione, quantificazione e soprattutto finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni, che dovranno essere garantiti uniformemente su tutto il territorio italiano sulla base dei fabbisogni standard. Ciò al fine di scongiurare disparità di trattamento tra territori.

Inoltre, secondo Unindustria Calabria, alcune materie dovrebbero essere attratte alla competenza esclusiva dello Stato: Infrastrutture, Energia, Mobilità, Ambiente, Scuola e Commercio con l’estero, per esempio, devono essere affrontati in un’ottica di sistema-Paese che non lasci nessuno indietro o più esposto alle difficoltà, al pari di materie che richiedono una regolazione unitaria come i procedimenti amministrativi.

Senza queste condizioni di partenza il rischio avvertito dagli imprenditori è la frammentazione del Paese, un aumento dei divari, lo svuotamento di capitale umano nelle regioni del Mezzogiorno con potenziali effetti disfunzionali e condizioni critiche rispetto all’esigenze dell’economia e del mondo produttivo. 

Al termine dell’incontro, il presidente Ferrara, dopo aver ringraziato il governatore Occhiuto per l’occasione di confronto, ha ribadito l’impegno di Unindustria Calabria nel perseguire nel solco sin qui percorso di una proficua sinergia istituzionale. (rcz)

Il sindaco di Reggio Falcomatà a confronto col Comune di Villa S. G.: Focus su infrastrutture e trasporti

Trasporti e infrastrutture nell’area dello Stretto e lo sviluppo di percorso sinergico che punti al coinvolgimento istituzionale del territorio, anche in vista dell’ipotesi di avvio dei lavori del ponte sullo Stretto sono stati al centro dell’incontro tra il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, e gli Amministratori del Comune di Villa San Giovanni, guidata dal sindaco Giusy Caminiti.

Presenti, all’incontro, il consigliere regionale Giovanni Muraca, e una nutrita rappresentanza della Giunta e del Consiglio comunale villese.

Al centro del confronto, tra l’altro, anche l’ipotesi condivisa di uno spostamento degli attracchi per l’attraversamento dello Stretto nell’area a sud del porto storico di Villa San Giovanni, in una zona più idonea ad accogliere i flussi di traffico veicolare, consentendo inoltre la prosecuzione di un unico fronte mare cittadino, tra la periferia nord di Reggio Calabria e quella sud di Villa. Sul tavolo anche la sinergia tra i due Enti, e con gli altri Comuni del comprensorio dell’area dello Stretto, in vista delle prossime attività propedeutiche all’iter relativo alla realizzazione del ponte sullo Stretto, da affrontare con un approccio istituzionale condiviso che punti a rappresentare le istanze del territorio e le prerogative delle comunità residenti a Villa San Giovanni, a Reggio Calabria e complessivamente nell’area interessata dai lavori.

Al termine del confronto il sindaco Giuseppe Falcomatà ha ringraziato il sindaco di Villa San Giovanni Giusy Caminiti e gli altri amministratori villesi presenti.

«Un incontro utile – ha affermato il sindaco – che rinsalda un percorso sinergico da tempo avviato e che consente alle nostre Amministrazioni di continuare a lavorare in piena sintonia, nell’ottica di una visione comune che riguarda principalmente gli aspetti legati alla programmazione ed allo sviluppo strategico territoriale».

«Il tema dei trasporti e delle infrastrutture – ha concluso il sindaco – riveste in quest’area un’importanza specifica, non solo per ciò che riguarda il ponte sullo Stretto, ma per l’intero sistema integrato, con l’ambito portuale, con il tema dell’attraversamento, della ricettività portuale a fini commerciali e turistici, con l’ambito aeroportuale ed il sistema intermodale di collegamento tra le diverse infrastrutture ad oggi presenti o ancora da realizzare».

Il sindaco Giusy Caminiti ha ringraziato il sindaco Falcomatà nella doppia veste di sindaco metropolitano e di sindaco della Città di Reggio Calabria, città con la quale, spiega Caminiti, è necessario aprire un unico tavolo di confronto sulle tematiche portuali e sull’area integrata dello Stretto: «La visione della portualità commerciale va integrata con quella crocieristica portata avanti dall’amministrazione di Reggio e con quella diportistica su cui sta puntando la nostra Città, liberando le comunità dall’assedio dei mezzi da e per la Sicilia e immaginando una continuità del nuovo waterfront che va progettato».

«La nuova visione – ha concluso Caminiti – va condivisa dalla politica che già con questo incontro si è espressa favorevolmente e va costruita in un tavolo permanente di confronto: un dialogo avviato con grande disponibilità dal sindaco Falcomatà, che ringraziamo per l’attenzione riservata ai problemi della nostra Città». (rrc)

L’OPINIONE / Flavio Stasi: Il nodo Tarsia necessario per il Paese, si apra confronto

di FLAVIO STASI – In questi giorni l’attenzione del dibattito pubblico si è spostata sulla cosiddetta bretella di Thurio, un’opera che avrebbe già dovuto essere realizzata e dalle motivazioni ovvie ed incontrastabile, dal momento che mette in collegamento un’intera fascia ionica, da Corigliano-Rossano a Crotone. Al contrario questa è un’opera per la quale si è in enorme, inspiegabile ritardo.

Attenzione però: questa discussione non è sostitutiva rispetto alla questione più importante, cioè la Praia – Tarsia.

Anche da questo punto di vista, le ragioni di questa opera davvero importante sono oggettive sia dal punto di vista tecnico che politico-sociale. A Roma devono sapere che, senza quest’opera, un terzo della Calabria – che vive tra i due poli urbani di Corigliano-Rossano e Cosenza, il Pollino e la Valle del Crati – per accedere alla Alta Velocità impiegherebbe un’ora e mezza, rinunciando di fatto all’utilizzo della ferrovia. Lo ribadisco: a fronte di un possibile ritardo di 7 minuti al capolinea di Reggio Calabria, quasi 600 mila persone accederebbero al servizio con almeno 70 minuti in meno di media. Gran parte di questa popolazione non avrebbe alcun giovamento dal raddoppio, comunque opportuno, della Paola – Cosenza.

Addurre motivazioni di carattere tecnico in un Paese che ha accettato e sta affrontando la sfida del Ponte sullo Stretto, è francamente ridicolo, e non ci sono ragioni di carattere ingegneristico o geologico che rendono quest’opera impossibile e nemmeno troppo difficile.

È una grande opera e risponde alle ovvie criticità di una grande opera, pertanto il punto è proprio questo: si vuole realizzare una opera importante in Calabria o il Governo Centrale pensa che le grandi opere debbano realizzarsi solo al centro-nord, limitandosi al rifacimento del trucco alla linea tirrenica?

Questo è un tema politico e strategico per il Paese, e credo che debba aprirsi un confronto Comuni-Regione-Ministero, scevro da condizionamenti di qualsiasi tipo ma con l’obiettivo di condividere le analisi e realizzare la soluzione migliore per il paese, che è di gran lunga la Praia – Tarsia.

Mi piacerebbe che su questo tema si esprimano anche le nostre rappresentanze territoriali, al fine di poter condurre dei percorsi istituzionali comuni ed efficaci.

Quella del nodo di Tarsia è la battaglia per il futuro della nostra terra. Altre opere ferroviarie, come la realizzazione della bretella di Thurio, non possono semplicemente essere messe in discussione né ritardate perché ci catapulterebbero nel passato. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Franca Sposato: Le conseguenze dell’autonomia su trasporti e infrastrutture

di FRANCA SPOSATOCon l’approvazione in Senato del Ddl Calderoli, avvenuta lo scorso 23 gennaio, l’iter di attuazione del progetto, a trazione leghista, dell’autonomia differenziata, è arrivato ad un giro di boa. Il disegno di Legge Calderoli che ha come obiettivo quello di attribuire alle regioni a statuto ordinario una maggiore autonomia legislativa in ben venti materie oggi di competenza legislativa concorrente (cioè di competenza dello Stato centrale e delle regioni), incassando il si di 110 senatori favorevoli, subisce nel suo iter verso la definitiva approvazione una forte accelerazione, che solleva da più parti forti perplessità e preoccupazioni.

Il disegno di autonomia differenziata, per come è stato congegnato, propone una significativa redistribuzione dei poteri e delle risorse in diversi settori, alcuni dei quali di importanza strategica per lo sviluppo dei territori. Le regioni potranno dunque negoziare con lo Stato l’attribuzione di nuovi poteri e prerogative e parallelamente alle competenze potranno anche trattenere il gettito fiscale, che non verrebbe più ridistribuito a livello nazionale in base alle necessità collettive, ma a livello regionale. Ciò che si cela dietro questo progetto che è stato dal centro destra salutato come una grande vittoria, in realtà è l’elevato rischio che aumenti l’iniquità esistente fra i territori e si inneschi, in questo modo, un sistema che anziché farle diminuire, aumenterebbe le diseguaglianze fra regioni del nord e regioni del Sud.

E il rischio è insito nella formulazione stessa del disegno di legge che subordina l’attuazione dell’autonomia differenziata alla preventiva definizione e cristallizzazione dei c.d. Lep, ovvero livelli essenziali di prestazione previsti dalla Costituzione e riguardanti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutti i cittadini, in maniera equa su tutto il territorio. Ma i Lep non possono essere assicurati da un giorno all’altro, perché per assicurarli occorre eliminare i divari oggi esistenti nei servizi offerti ai cittadini da nord a sud, e per eliminare tali disparità sono necessarie le risorse.

Ma senza risorse e dunque senza la certezza di una convergenza dei livelli dei servizi, maggiori poteri alle autonomie locali, rischia di tradursi nel pericolo incombente di aumentare le disparità sociali e territoriali, favorendo le regioni del nord, più ricche e in grado di garantire uniformità di servizi, a discapito delle regioni del sud, più povere e con servizi garantiti a macchia di leopardo. La mancanza di un quadro uniforme che stabilisca a priori quali debbono essere le prestazioni essenziali, rischia di portare ad un indebolimento della coesione e dell’unità. Con una raffigurazione del paese che vedrà ampliare le sue diseguaglianze, con regioni che potranno beneficiare di servizi uniformi e di alta qualità, e regioni costrette a subire una drastica riduzione di servizi anche in quei contesti dove garantirli al minimo è già una fortuna.  Il progetto di decentramento e devoluzione di potere decisorio desta molte perplessità per le conseguenze che potrebbero derivarne, se prima non ci si preoccupa di livellare le prestazioni e i servizi.

Partendo da una situazione di sperequazione è inevitabile che chi ha di più continuerà ad avere di più e chi ha di meno continuerà ad avere di meno. Decentrare materie importanti come le grandi infrastrutture, i porti ed il sistema dei trasporti, ad esempio dimostra che l’intento del governo è quello di scardinare l’unità nazionale, valorizzando le diseguaglianze a beneficio dei territori più ricchi e già ben dotati di infrastrutture e reti di servizi eccellenti. Pensare ad una programmazione infrastrutturale e gestione delle reti di trasporto a livello regionale e non più nazionale, con connesso passaggio delle infrastrutture logistiche ma anche delle risorse e del personale,  significa aumentare il rischio della frammentazione. Significa rischiare di favorire uno spezzettamento dei trasporti tra le regioni, significa creare un vulnus negli investimenti, molti dei quali basati su fondi di investimenti nazionali che dovranno necessariamente essere ridistribuiti.

E il rischio è che le regioni del sud, e la Calabria in particolare continui ad essere scippata di infrastrutture essenziali per garantire il diritto alla mobilità dei suoi cittadini, come l’Alta Velocità che rischia di non arrivare neanche a Praia, il che vuol dire escludere completamente la nostra regione. Questo quello che viene fuori dalla relazione conclusiva del dibattito pubblico sul lotto della nuova Alta Velocità Romagnano – Praia che alla domanda su quando entrerà in funzione il lotto fino a Praia, riceve dai tecnici Rfi come risposta «ad oggi non lo sappiamo. I fondi per arrivare fino a Praia non ci sono».

Al danno la beffa verrebbe da dire. Della serie illusi e disillusi. E così si continua a prendere in giro i Calabresi, e tutti i cittadini del sud costretti a subire le conseguenze di una distribuzione delle risorse che purtroppo guarda al nord, e non al Sud. E poi parlano di perequazione dei servizi. Per arrivare a questa perequazione ce ne vuole ancora, e i Calabresi lo sanno e lo vivono tutti i giorni sulla loro pelle. Dovrebbero saperlo anche i parlamentari calabresi di centro destra che, in nome di un servilismo partitico hanno voltato le spalle alla loro terra e votato a favore di una legge che condanna il mezzogiorno a vivere condizioni di marginalità che ci sembra votata a rimanere eterna, a discapito delle future generazioni che si sentiranno così sempre più legittimati ad abbandonare la loro terra. (fs)

[Franca Sposato è esponsabile Trasporti in Segreteria Partito Democratico]

 

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Le nuove infrastrutture autostradali opportunità di sviluppo

di GIACOMO SACCOMANNO – La Calabria si prepara a un importante cambiamento nel suo sistema viario, grazie alla realizzazione di nuove strade eautostrade che promettono di migliorare significativamente i collegamenti e i tempi di percorrenza nella regione. Questi progetti, che saranno in gran parte realizzati durante la costruzione del ponte sullo stretto, rappresentano un’opportunità di sviluppo e connessione per la Calabria.

Sviluppo delle nuove infrastrutture autostradali

I lavori sono già in corso tra Sibari e Roseto, e presto prenderanno il via anche tra Catanzaro e Crotone. Inoltre, si sta completando la tratta tra Vibo e Soverato. Questi interventi, che prevedono la realizzazione di due corsie di marcia da 3,75 metri per direzione, permetteranno spostamenti più veloci e confortevoli rispetto alla situazione attuale.

Costo e finanziamento

I fondi per la realizzazione delle nuove autostrade (Cat. A/B) in Calabria vengono diluiti negli anni e iniettati progressivamente. Attualmente, l’Italia sta investendo più di 300 miliardi di euro all’anno per le sole infrastrutture, su una spesa totale di circa 1000 miliardi di euro. Questo dimostra che l’Italia, una delle più importanti potenze economiche del pianeta, può tranquillamente permettersi di costruire strade e ferrovie nel corso degli anni.

Il ruolo della Lega e di Matteo Salvini

Questi interventi sono fortemente voluti dalla Lega e dal Vice Premier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. La loro determinazione nel promuovere lo sviluppo delle infrastrutture in Calabria dimostra l’attenzione del governo verso le esigenze del territorio e la volontà di migliorare la qualità della vita dei cittadini calabresi.

Benefici per la regione

Le nuove infrastrutture autostradali rappresentano un importante investimento per il futuro della Calabria. Non solo favoriranno la mobilità dei cittadini, ma contribuiranno anche allo sviluppo economico della regione. Infatti, una migliore connessione stradale permetterà un più agevole trasporto delle merci e favorirà lo sviluppo del turismo, settore fondamentale per l’economia calabrese.

Le nuove opere autostradali in Calabria rappresentano un importante passo avanti per la regione, offrendo maggiori opportunità di sviluppo e connessione. Grazie a questi interventi, i cittadini calabresi potranno godere di spostamenti più rapidi e confortevoli, mentre l’economia locale beneficerà di una migliore accessibilità e di nuove opportunità di crescita. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Rizzo (Uil RC): Potenziamento infrastrutturale della Calabria non può ridursi solo al Ponte

Il segretario generale di Uil Reggio Calabria, Giuseppe Rizzo, ha ribadito come «il ragionamento sul potenziamento infrastrutturale della Calabria non può ridursi al solo Ponte sullo Stretto, un’opera che trova da sempre il nostro favore, ma che non può rappresentare l’unica opera di cui il nostro territorio ha bisogno prioritario».

«La nostra regione ha bisogno urgente del concreto ammodernamento della Strada statale 106 – ha ricordato – del completamento dell’A2 del Mediterraneo, della realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria, del raddoppio con relativa elettrificazione della linea ferrata ionica e del potenziamento del trasporto aereo».

«Ma non solo – ha aggiunto –. La città di Reggio Calabria aspetta il completamento del Cedir e non può assolutamente rinunciare all’aeroporto, per il quale lo ribadiamo, ancora una volta, che va garantita la continuità territoriale: unico strumento in grado di dare al Tito Minniti lo spazio che merita nel piano di rilancio dei trasporti provinciali e regionali. La Calabria, la provincia di Reggio Calabria, vuole avere certezze sulla tenuta produttiva ed occupazionale del porto di Gioia Tauro, uno scalo centrale nell’area del Mediterraneo che macina record su record nella movimentazione di container ma la cui crescita è messa a repentaglio da scelte sbagliate maturata lontano dalla Calabria. Vorremmo capire quale sarà il destino della Zes Unica Sud. Come la stessa possa integrarsi con le Zes regionali o se le stesse saranno alternative o sovrapposte».

«È, infine, considerata la riunione di ieri (mercoledì 10 ndr) avuta dal ministro Raffaele Fitto con i commissari, se la stessa verrà potenziata e resa operativa, se l’accentramento delle decisioni a Roma, cosa peraltro che non abbiamo condiviso e che per noi porta con se alcuni dubbi primo fra tutti quello sulla possibile convivenza di esperienze territoriali e di esperienze centralizzate, possa rappresentare un pesante vincolo allo sviluppo dell’area che ancora aspetta il potenziamento del suo retroporto».

«Siamo stati molti attenti ai quesiti posti dal presidente di Confindustria Reggio Calabria Domenico Vecchio al vice ministro Edoardo Rixi, con il quale abbiamo avuto modo di scambiare qualche riflessione sulle vertenze che attanagliano il territorio – ha spiegato — ma altrettanto attenti alle risposte che riteniamo alquanto vaghe. Soprattutto per quanto attiene il territorio della provincia di Reggio Calabria. È vero, il vice ministro ha parlato dei fondi messi a disposizione per l’ammodernamento della Strada statale 106, che sono pochi sul piano regionale e praticamente nulli per quanto attiene il tratto che dovrebbe condurre da Catanzaro alla città dello Stretto, per il quale non si hanno notizie certe e la cui mancata messa in sicurezza pregiudica le attese di moderna ed efficiente mobilità di una grossa fetta del territorio calabrese e reggino in particolare».

«Quella dell’infrastrutturazione viaria e ferroviaria della provincia di Reggio Calabria – ha ribadito – è un tema fondamentale per la crescita economica e sociale del territorio. In questo senso è la vicenda della galleria della Limina a offrire degli spunti di riflessione, quanto sta accadendo sul valico fra il territorio della Piana e quella della Locride, infatti, ci insegna che per togliere dall’isolamento fette importanti del territorio provinciale sia necessario un piano di investimento, supportato dalle giuste risorse, per la messa in sicurezza delle arterie secondarie, la realizzazione di nuove trasversali e l’ultimazione di quelle i cui cantieri sono fermi da troppo tempo».

«Ancora oggi, poi, non ci sono risposte per quanto riguarda la trasformazione in una impresa portuale della Port Agency di Gioia Tauro necessaria al mantenimento dell’occupazione – ha concluso –. Noi siamo sempre stati convinti che Gioia Tauro non è concorrente ai porti nazionali anzi, con il pieno sviluppo del porto di Gioia Tauro l’intero paese chiamato Italia può diventare il più grande retroporto del mondo». (rrc)

Infrastrutture, il viceministro alle infrastrutture Rixi: Bisogna fare sistema per sviluppo del Paese

«Le opere pubbliche non si fanno  schioccando le dita, ma gestendo i cantieri in maniera che non si creino situazioni di opacità. La scommessa  sul Ponte sullo Stretto non è di una forza politica, né di un Governo. È la scommessa del Paese. Per la strada  statale 106 Jonica, nella legge di Bilancio abbiamo destinato circa 3 miliardi di euro». È quanto ha dichiarato Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture nel corso di un incontro svoltosi nella sede reggina di Confindustria, dedicato alle infrastrutture e sviluppo del territorio.

«È evidente che, dal niente  a tutto, c’è di mezzo il lavorare. Se gli appalti si fanno e le aziende lavorano – ha spiegato – si rispettano i tempi, oppure è  chiaro che questi problemi non li risolveremo mai. Sull’aeroporto di Reggio Calabria il Mit è impegnato per  dare risposte concrete in tempi brevi. Enav ed Enac stanno elaborando una apposita procedura di  avvicinamento pista da testare sia al simulatore, sia in volo».

«Un iter in linea con quanto detto dal Ministro Matteo Salvini. Se i test daranno gli esiti positivi che auspichiamo – ha concluso – si potrà consentire una migliore operatività e  capacità dello scalo, a fronte della complessità tecnica per l’orografia del territorio».

«Ciò di cui abbiamo bisogno, non è una politica di assistenzialismo, ma  una politica che accompagni la crescita del nostro territorio», ha esordito Domenico Vecchio, presidente di Confindustria Reggio nell’introdurre la discussione. Vecchio, infatti, ha ricordato che «la Città Metropolitana di Reggio Calabria  ha il secondo porto più importante d’Europa, Gioia Tauro, uno dei più  importanti attrattori di investimenti».

All’attenzione del ministro, dunque, è stata portata la volontà di «dare sviluppo al territorio – ha detto Vecchio – e dare una dignità ai nostri giovani,  affinché trovino lavoro e possano rimanere qui nella loro terra, per sviluppare le bellezze e tutte le potenzialità  che questo territorio offre».

Al tavolo presente anche il Presidente di RFI, Dario Lo Bosco.

«Il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è felice e  disponibile – ha ricordato – a realizzare quelle infrastrutture necessarie ad ottimizzare la crescita sostenibile del sud del paese, e con esso dell’Europa. Il corridoio Palermo/Helsinki, finalmente vede il sud protagonista, la Sicilia, la Calabria, ma anche le altre regioni del Mezzogiorno d’Europa. Il sud diventa strategico nel Mediterraneo, ed il porto di  Gioia Tauro, leader nel sistema infrastrutturale della logistica integrata».

«Fondamentale, quindi – ha concluso – lavorare, affinché anche le aree interne, possano essere prospettiva di sviluppo sostenibile integrato digitale». (rrc)