PENSARE A UNA PORTUALITÀ TURISTICA
MATURA E BEN STRUTTURATA IN CALABRIA

di GIUSEPPE MARADEI – Caro presidente, in questa estate caratterizzata dalle feroci polemiche sul caro ombrellone e il caro ristorazione, con paragoni più o meno appropriati con l’Albania, vorrei portare alla tua attenzione una problematica che Italia del Meridione ritiene centrale per lo sviluppo del comparto turistico calabrese, un settore che garantisce fra i più alti valori aggiunti: la portualità turistica.

Come sai benissimo, la regione Calabria si è dotata di un piano della portualità dal 2011, confluito nel piano regionale dei trasporti, approvato nel 2016 e di una legge sulla disciplina dei Marina Resort del 2022. In questi importanti strumenti pianificatori e normativi sono fotografati i ritardi infrastrutturali e programmati gli investimenti utili a riequilibrare il deficit rispetto agli standard italiani e internazionali. La regione Calabria, nei suoi 750 km di costa, conta solamente 5449 posti barca (ovvero circa 7 posti barca per km di costa), tra l’altro circa un migliaio di questi sono attualmente inutilizzabili a causa della carenza di manutenzione delle infrastrutture portuali. Quasi tutte le regioni Italiane hanno una quantità di posti barca estremamente superiore: la pubblicazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti “Il Diporto Nautico” – anno 2020 (ultima disponibile) evidenzia che in Italia sono attivi in tutto 158452 posti barca che, considerando i circa 8300 km di costa, significano circa 20 posti barca per km di costa, poco meno di 3 volte superiore alla media Calabrese.

Nel 2017 la Regione Calabria ha stanziato circa 22 milioni di euro per sostenere l’adeguamento strutturale e funzionale dei porti esistenti e ha promosso una manifestazione di interesse per capire quante risorse fossero necessarie ai comuni inseriti nel piano della portualità per redigere i progetti di fattibilità tecnico-economici indispensabili per indire le procedure di Project financing sulla nuova portualità.

Alcuni degli interventi finanziati sono arrivati ad un livello di progettazione esecutiva, ovvero allo stato attuale è possibile procedere immediatamente alle gare d’appalto ma, per ragioni legate alla struttura dei finanziamenti e all’enorme incremento dei costi dei materiali e dell’energia occorsi fra il 2021 e il 2023, mancano le risorse per far partire i lavori.

Presidente, nell’autunno del 2022 ti eri impegnato a trovare rapidamente le risorse necessarie per finanziare almeno gli interventi di adeguamento strutturale e funzionale dei porti esistenti. Questi progetti sono già cantierabili e, quindi,  hanno ottenuto tutte le approvazioni necessarie (comprese le complicate autorizzazioni ambientali); l’appalto di queste opere sarebbe un’opportunità di spesa immediata e in una terra in cui fare spesa di qualità è importante tanto quanto respirare, appare incredibile come ancora non si siano riuscite a trovare queste risorse (poche decine di milioni di euro) per integrare i finanziamenti di questi interventi di fondamentale importanza per il nostro turismo, che tra l’altro avrebbero un impatto molto positivo su tutto il comparto diportistico.

Ogni anno ammiriamo gli yacht dei vari vip che sono attratti dalle indescrivibili bellezze calabresi e, in generale, del mediterraneo. Avere una efficiente rete di porti, unita alla crescente offerta aeroportuale, potrebbe garantire turismo di qualità per tanti mesi all’anno, non solo in qualche giorno di agosto, realizzando la tanto desiderata e agognata “destagionalizzazione dell’offerta turistica”. Indurre tante persone a frequentare la Calabria anche durante i mesi non estivi, per godere delle bellezze naturali, culturali, culinarie e dello splendido clima, oltre che favorire i paesi rivieraschi avrebbe un ritorno di immagine per tutta la regione: si pensi alla possibilità di far conoscere e apprezzare i borghi, i monti, gli impianti di risalita sciistici di Lorica, Camigliatello e Gambarie, i parchi nazionali e anche le nostre città.

Un’offerta di portualità turistica matura e ben strutturata consentirebbe alla Calabria di fare quel salto di qualità da anni auspicato e promesso, ma sempre rimandato.

Noi di Italia del Meridione ci chiediamo, caro presidente: la portualità turistica è ancora è una priorità regionale? In tal caso, hai ancora intenzione di finanziare gli appalti per gli interventi di adeguamento funzionale e strutturale dei porti esistenti, in cui esistono progetti già esecutivi? Hai intenzione di spingere sulla costruzione di nuovi porti, e, quindi, finanziare la progettazione dei nuovi interventi in modo che sia possibile espletare le gare di project financing e attrarre capitali privati al fine di ridurre il gap infrastrutturale con il resto dell’Italia e dei paesi mediterranei? (gm)

SCALEA (CS) – Italia del Meridione a sostegno dei Comuni del Tirreno Cosentino coinvolti in episodi criminosi

Al Consiglio comunale straordinario di Scalea, indetto dall’Amministrazione comunale, per gli atti criminosi che hanno coinvolto l’alto Tirreno Cosentino, ha partecipato anche una rappresentanza di Italia del Meridione.

Dall’incendio che ha completamente distrutto un noto Lido al pestaggio da parte di alcuni minorenni ai danni di un uomo, episodi che hanno sconvolto l’intera comunità che ha manifestato e ha assunto, da subito, una posizione di netto diniego.

Lo stesso no che IdM ha sempre palesato contro ogni tipo di violenza, condannabile nei fatti e nei modi in cui si perpetua, macchiando, a volte in maniera indelebile, i nostri territori, la nostra regione.

È arrivato il momento di un’azione corale che vada oltre la condanna e di cui la politica deve farsi carico e che porti a sostenere ogni tipo di iniziative che aiutino i sindaci e le amministrazioni a combattere l’illegalità, che sia essa criminalità organizzata o altro che trova in quella zona grigia terreno fertile per crescere e quindi delinquere.

Fatti, dunque, che drammaticamente ripropongono l’attenzione sulla necessità che hanno i nostri territori di un maggiori controllo e altrettanti presidi da parte delle Forze dell’Ordine, in nome della legalità e della tutela dei cittadini.

Vanno, inoltre, attuate anche politiche sociali che aiutino attraverso la prevenzione ad interpretare quel malessere esistenziale giovanile, dei nostri ragazzi che hanno bisogno di essere ascoltati, supportati nella crescita, per evitare che diventino manovalanza o alimentino fenomeni come il bullismo.

Ci uniamo, altresì, all’appello dei sindaci, i quali hanno più volte espresso, visto l’acuirsi  degli episodi criminosi che stanno colpendo il Tirreno cosentino, da Praia a Mare a Diamante, da Belvedere a Cetraro, affinché vengano ascoltati dalle istituzioni competenti e arrivino nell’immediato le risposte necessarie.

«IdM ci sarà ora  – si legge in una nota – e in ogni circostanza che possa servire ad abbattere il muro del silenzio, della criminalità in tutte le sue manifestazioni, per costruire la cultura della legalità e quindi un futuro diverso per i nostri territori e le nostre comunità.(rcs)

Successo a Catanzaro per il convegno su autonomia di Italia del Meridione

Successo per Le Regioni e i Torti dell’Italia Differenziata, il convegno organizzato da Italia del Meridione e svoltosi, nei giorni scorsi, nell’Aula Consiliare della Provincia di Catanzaro.

Soddisfazione, per la numerosa partecipazione, è stata espressa dalla commissaria cittadina di Idm, Serena Varano e dal delegato  all’Autonomia Differenziata e ai Rapporti Stato-Regioni della Direzione Regionale IdM, Antonio Di Virgilio.

Il dibattito sugli aspetti socio-economici e giuridici derivanti dalla proposta di legge Calderoli, animato da stimati relatori, come il Docente di diritto Costituzionale presso la UMG, Andrea Lollo e il noto giornalista e saggista Marco Esposito, giunto a Catanzaro per l’occasione, si è arricchito della preziosa presenza di rappresentanti di alcune amministrazioni, degli enti sovracomunali e delle associazioni di categoria.

Hanno contribuito alla discussione, il Sindaco della cittadina capoluogo, Nicola Fiorita, il Presidente della Provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, il Consigliere Provinciale, Paolo Mattia, il Presidente della Camera di Commercio Catanzaro-Crotone-Vibo, Pietro Falbo e il rappresentante della Confapi Provinciale di Catanzaro, Vincenzo Serra. A presiedere ai lavori, moderati dal giornalista Massimo Clausi, i dirigenti di IdM: Nicodemo Filippelli, presidente onorario, Leo Procopio, segretario provinciale, e Orlandino Greco, fondatore IdM, che hanno rimarcato l’impegno di Italia del Meridione in questa battaglia, anche prima che diventasse uno degli argomenti più caldi e attenzionati di questo Governo.

Nessuna posizione di parte, nessuno scontro ideologico partitico, ma responsabilità politica istituzionale che si apre al dialogo con tutti gli attori possibili, che smuova le coscienze, che vigila attentamente sulle scelte del governo, che rappresenti l’Italia del Meridione che vuole rompere col silenzio generale che per anni ha alimentato il divario Nord-Sud, questa la sintesi dei loro interventi.

«L’autonomia differenziata è un tema molto attuale, ma anche complesso e divisivo che potrebbe avere un impatto drammatico sui nostri diritti di cittadinanza – ha affermato Antonio Di Virgilio – e la modifica dell’assetto istituzionale rischia di cristallizzare le disuguaglianze nord-sud del Paese a dispetto dell’impegno europeo che ha ispirato il Pnrr che avrebbe tra le sue mission soprattutto la riduzione dei divari territoriali».

«Da questo dibattito cittadino è emerso – ha continuato –  come non sia e non debba essere accettabile l’accelerazione data a questo processo di autonomia, con l’inserimento dell’articolo 143 nella legge di bilancio appena approvata, che marginalizza il ruolo del Parlamento. Inoltre, riteniamo che la bozza della legge già presentata al Consiglio dei Ministri abbia l’intento di garantire vantaggi già acquisiti a parti limitate del paese perpetrando la distrazione ventennale di risorse a danno dei diritti civili al SUD, causandone un forte sottosviluppo ed un impoverimento del suo capitale sociale».

«La battaglia che siamo chiamati a combattere – ha concluso – per il futuro dell’Italia tutta è troppo importante e richiede il protagonismo di ciascuno di noi, in ogni settore della vita sociale e produttiva. Siamo certi, come IdM, che questo convegno abbia acceso finalmente la luce su questo importante tema facendo da catalizzatore per altre iniziative che ci auguriamo saranno intraprese in ogni settore produttivo e amministrativo della città».

Alle dichiarazioni di Di Virgilio fanno eco quelle di Serena Varano, commissaria cittadina di Catanzaro: «L’incontro è stata un’ occasione preziosa per ribadire la posizione di IdM sull’Autonomia differenziata in un luogo rappresentativo delle comunità nonché casa dei comuni quale è la Provincia».

«Ed è da questo luogo simbolico – sottolinea Varano – che spero possa continuare il dibattito attraverso una profonda riflessione analitica e obiettiva rispetto alle pretese avanzate da quella parte politica che evidentemente non si riconosce nei principi di uguaglianza e unità della Repubblica».

«Sono molto soddisfatta – ha detto la commissaria cittadina IdM – della numerosa partecipazione a prova del fatto che questo argomento è giustamente sentito da tutti i cittadini».

E nella chiusa i ringraziamenti e un invito: «Ringrazio il presidente della provincia e il sindaco di Catanzaro, la loro presenza è stata preziosa non solo perché entrambi sono la massima espressione dei territori ma soprattutto perché credo sia stato importante ribadire la loro posizione sul tema e ascoltare differenti punti di vista origine di una diversa appartenenza politica. Ritengo fondamentale in questo momento restare uniti al di là di ogni ideologia e appartenenza partitica, perché è in gioco il futuro di questa parte del Paese che per troppo tempo ha visto sottratte risorse importanti e giovani talenti andare via». (rcz)

Parte da Cosenza la raccolta firme per il “no” all’Autonomia differenziata di Italia del Meridione

È partita, da Cosenza, la raccolta firme di Italia del Meridione per dire no all’Autonomia differenziata..

«L’Italia del Meridione – si legge nella nota – è pronta a dare battaglia contro quello che è un vero attacco al Sud e alla Costituzione italiana. Il disegno di legge Calderoli, infatti, non è altro che il becero tentativo di aumentare ulteriormente i divari di un Paese nel quale a tutt’oggi non trovano applicazione i Livelli Essenziali delle Prestazioni. Imperversa, invece, l’iniquo criterio della Spesa Storica, che è l’unico criterio di ripartizione delle risorse finanziarie e che cristallizza e certifica le attuali diseguaglianze fra le diverse aree del Paese, che viaggia, dunque, a velocità diverse dalle due estremità».

«È assolutamente necessario informare e dare battaglia su queste tematiche – viene evidenziato – iniziando da un sano confronto con i cittadini. Per tali ragioni, si invitano tutti i residenti  dell’area urbana e dell’hinterland cosentino a recarsi il giorno 7 Dicembre, dalle ore 16:00 alle ore 20:00, presso il nostro banchetto informativo che verrà allestito in Piazza XI settembre a Cosenza. Sarà un momento volto a condividere le ragioni per una proposta di legge di iniziativa popolare che modifichi gli art. 116 e 117 della Costituzione e dire definitivamente No a chi vorrebbe perpetrare il cinico disegno di un Paese diviso, nel quale i diritti universali vengono calpestati a seconda delle latitudini geografiche».

«Tutti i cittadini non residenti nei comuni indicati – conclude la nota – potranno ricevere informazioni su come e dove firmare anche tramite Spid». (rcs)

Italia del Meridione ribadisce il suo “No” all’Autonomia differenziata

L’Italia del Meridione ha ribadito il suo no all’autonomia differenziata, annunciando, per i prossimi giorni, gazebo in piazza e la raccolta firme per l’immediato ritiro della bozza sulla proposta di legge ipotizzata dal ministro Calderoli.

«Nella direzione federale, tenutasi a Roma presso il Gran Hotel del Gianicolo, nei giorni scorsi – viene spiegato in una nota – alla presenza dei quadri dirigenziali de L’Italia del Meridione, e a cui hanno partecipato i segretari regionali della Calabria, Sicilia, Puglia, Molise, Basilicata, Lazio e i referenti delle circoscrizioni estere, è stata presentata la mozione, votata all’unanimità, con la quale IdM ribadisce il no allautonomia differenziata. Una battaglia storica del Movimento, ribadita a gran voce da tutti i presenti nei loro interventi, e che oggi chiama alla mobilitazione generale, scendendo in piazza a difesa del Sud e per lItalia».

Questo è quanto si legge nel documento redatto dal Movimento: «La proposta di legge del Ministro Calderoli induce i militanti di Italia del Meridione e i cittadini del Sud a far fronte comune per respingere, anche attraverso i parlamentari eletti nelle nostre circoscrizioni, il tentativo di realizzare, quella che è stata definita la folle “secessione dei ricchi”: no perché legittima legoismo fiscale delle regioni più ricche; no perché non prevede fondi perequativi per le regioni in ritardo di sviluppo; no perché non è basato sullo studio dei fabbisogni degli altri territori».

«Da cultori della Costituzione Italiana e rispettosi dei suoi dettami – continua la nota – fermamente convinti che il riscatto del Paese passi da una crescita omogeneo dei territori, dando a tutti le stesse opportunità di partenza, organizzeremo banchetti informativi per la popolazione con lintento di far crescere una consapevolezza diffusa e di raccogliere le firme per modificare alcuni articoli della Costituzione, attraverso una legge di iniziativa popolare che garantisca i livelli uniformi dei servizi e superando i livelli essenziali delle prestazioni».

«I cittadini del Sud, a causa di politiche miopi dei governi nazionali – viene evidenziato – hanno meno servizi e risorse economiche pro capite inferiori a quelli del Nord. È questo leffetto dei mancati investimenti al Sud in settori strategici quali le infrastrutture e lindustrializzazione. Le conseguenze si sono riflesse nellemigrazione lavorativa, facendo si che le risorse  finanziarie venissero utilizzate in altre territori e sottraendo ulteriore ricchezza al Sud in vantaggio di altre aree del Paese. Si aggiunga che lo Stato, per i servizi essenziali, destina risorse finanziarie differenti e lo stesso Svimez evidenzia nei suoi rapporti, ad esempio, che a fronte di 100 euro spesi nel centro Nord per la sanità, al Sud ne vengono spesi 75».

«Invitiamo, quindi, tutti ad aderire allazione politica di Italia del Meridione – continua la nota – finalizzata a modificare il terzo comma dellart. 116 e dei commi 1-2-3 dellart. 117 della Costituzione Italiana. Questa battaglia è la battaglia di tutti. Si potrà aderire o firmando in maniera digitale con lo Spid su www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it, oppure, in maniera più tradizionale, recandosi presso i nostri banchetti dove si riceveranno tutte le informazioni utili a capire fino in fondo le ragioni della nostra azione politica».

 «Le nostre richieste – si legge ancora – di cui sotto, sono rivolte al Governo, agli amministratori locali e a tutti i nostri conterranei che hanno a cuore lunità vera del Paese: Limmediato ritiro della bozza sulla proposta di Legge relativa allautonomia differenziata ipotizzata dal Ministro Calderoli; La mobilitazione di tutti i parlamentari eletti nei collegi del Sud, per incidere sullazione del Governo ed espletare un mandato finalmente a difesa delle ragioni del Sud; Istituire lUnione delle Regioni del Sud. Un fronte comune da rivendicare nella Conferenza Stato-Regioni da parte dei Presidenti delle Regioni del Meridione; Approvare atti deliberativi nei consigli comunali contro la bozza Calderoli. Unazione che passi dalla sinergia dei Sindaci del Sud sensibili al tema: Il sostegno, da parte dei cittadini, alla forte azione politica intrapresa, recandosi presso i nostri banchetti o firmando tramite Spid sulla specifica piattaforma». (rcz)

De Lorenzo (idm): No alle discariche, la Regione intervenga

Rita De Lorenzo, vice segretaria Regionale di Italia del Meridione, è intervenuta in merito alle discariche, ribadendo il suo “no” e chiedendo alla Regione di intervenire, 1al fine di verificare (per tutte le discariche situate nel territorio calabrese) la sussistenza dei requisiti per il loro corretto funzionamento e ove tali requisiti non fossero, anche in minima parte, rispettati, di attivarsi per la loro definitiva chiusura, messa in sicurezza e bonifica».

«In questi giorni si sono riaccesi i riflettori sulla riapertura della discarica di Melicuccà situata in località la “Zingara” ubicata nello stesso bacino del Torrente Arena – Acqua di Vina – ha spiegato –  torrente sul quale insistono gli impianti di captazione dell’acquedotto che rifornisce i Comuni di Palmi, Melicuccà, e Seminara e serve circa 20.000 cittadini. Un ulteriore rischio per la collettività è rappresentata dalla discarica  di Comunia, sita nel Comune di Motta San Giovanni, posizionata in un luogo ad alto pericolo di frana: sono infatti evidenti i segnali del dissesto in atto e le vistose fratture di tensione su cui poggia la strada, che testimoniano incipienti fenomeni franosi; inoltre i cumuli di rifiuti più volte durante l’anno sprigionano fumi tossici. Entrambe le discariche, collocate a breve distanza dai centri abitati, anche se per motivi differenti, non devono essere assolutamente riaperte».

«Sono intervenuta più volte su questo tema – ha proseguito – da tecnico più che da politico; mi chiedo come mai si insista ancora sulla riapertura di queste opere situate in zone non idonee? zone franose, vicini a centri abitati, altamente sismiche, su falde acquifere. Il codice ambiente stabilisce che le discariche non vanno ubicati in aree interessate da fenomeni quali faglie attive, aree a rischio sismico di 1a categoria, aree interessate da attività vulcanica, ivi compresi i campi solfatarici; in corrispondenza di doline, inghiottitoi o altre forme di carsismo superficiale; in aree dove i processi geologici superficiali quali l’erosione accelerata, le frane, l’instabilità dei pendii, le migrazioni degli alvei fluviali potrebbero compromettere l’integrità della discarica e delle opere ad essa connesse; in aree soggette ad attività di tipo idrotermale; in aree esondabili, instabili e alluvionabili; vicino ai centri abitati».

«Le discariche possono essere autorizzate solo se le caratteristiche del luogo – ha concluso – per quanto riguarda le condizioni di cui sopra, o le misure correttive da adottare, indichino che la discarica non costituisca un grave rischio ecologico. Personalmente, credo che le discariche non rappresentino una misura efficace per lo smaltimento dei rifiuti ma soltanto, e se adeguatamente controllate e sorvegliate, un’alternativa provvisoria ad una messa a sistema del ciclo integrato dei rifiuti nel rispetto dei criteri per la sostenibilità ambientale e lo sviluppo sostenibile, soprattutto in una terra come la Calabria che gode di un patrimonio ambientale unico semmai da tutelare e valorizzare, così come il benessere e la salute delle sue comunità». (rrm)

L’OPINIONE / Ettore Piero Valente: contro la gogna mediatica, qualche riflessione

di ETTORE PIERO VALENTE – La notizia dei 500 medici Cubani, chiamati dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per colmare la carenza degli operatori sanitari nella propria regione, ha innescato unaccesa protesta degli Ordini del settore, dai sindacati ai medici calabresi sparsi per il mondo.

La decisone del Presidente Occhiuto va considerata come una sorta di extrema ratio, verso una situazione atavica ma non certo più sostenibile, e pur condannando l’inutile gogna mediatica, sono necessarie alcune riflessioni. Prima di attuare una scelta di tale portata, mi sarei sincerato che tale intervento fosse legittimo, avrei chiesto consiglio ai Presidenti degli Ordini dei Medici Calabresi e mi sarei confrontato con le sigle Sindacali, prima ancora di effettuare laccordo e non dopo.

Ormai, sono anni che la Sanità Italiana da terza eccellenza nel mondo è arrivata ad essere la tredicesima e non auto complimentiamoci per aver gestito una pandemia in un modo eccellente, il tutto è stato fatto grazie allabnegazione dell’intero personale sanitario. Il quale, già prima della pandemia, lavorava in un ambiente minato da diverse problematiche sia lavorative sia strutturali, dando vita a quello che è il fenomeno della Great Resignation, il significativo aumento delle dimissioni dei medici dalle strutture pubbliche. Tale fenomeno è dovuto ad una serie di fattori: carichi eccessivi di lavoro, la smisurata mole di burocrazia, la scarsa considerazione del ruolo sociale (vedi aggressione ai sanitari sempre più frequenti), una retribuzione non adeguata alle responsabilità (contratto nazionale in attesa di essere rinnovato), la mancanza di una progressiva carriera meritocratica. Troppe ore in più svolte, spesso in violazione delle norme senza essere totalmente o parzialmente retribuite; non poter usufruire delle ferie spettanti in maniera totale o parziale; poco tempo a disposizione per la vita familiare; lavorare in ambienti ostili e subire mobbing. Tutte problematiche reali che hanno portato al burn out e allo svuotamento degli Ospedali.

Inoltre, non è da meno il fenomeno del turnover medico, bloccato dal numero chiuso di medicina e delle specializzazione e del blocco del contratto nazionale, aggravato dellimmigrazione dei nostri giovani che vanno altrove a cercare futuro. Alcune indagini effettuate da sigle sindacali hanno fatto emergere che solo il 28,4% dei medici ospedalieri vuole rimanere in nosocomio, il resto vuole spostarsi sul privato, andare in pensione anticipata o migrare allestero (questo è più radicato nei giovani che snobbano anche il posto privato) e negli ultimi tre anni il SSN ha perso 21 mila specialisti per dimissioni volontarie, pensionamenti, invalidità e decessi.

Solo nel 2021, in Calabria la media dei medici dipendenti che ha deciso di licenziarsi è stata del 3,8% rispetto alla media nazionale del 2,9%. Quindi non è una novità che esista una carenza di medici su tutto il territorio nazionale, bisogna essere miopi per non vederlo. Per quanto riguarda i concorsi andati deserti, è necessario rimarcare che la promozione di tali bandi non è stata pubblicizzata a dovere e la maggior parte erano a tempo determinato. Inoltre, alcuni concorsi non sono stati mai espletati e degli altri addirittura alcuni colleghi non sono stati mai convocati. Io personalmente ancora sono in attesa di essere convocato da oltre tre anni per 2 concorsi Primariali a Rossano/Corigliano e Melito Porto Salvo. Per non parlare di concorsi truccati (nel passato) che hanno fatto desistere i più tornare nella propria regione. Sono sicuro che esistano altri metodi per colmare il gap medico ma bisogna riformare tutto il sistema Ospedaliero e quello territoriale, non basteranno i medici Cubani o di qualsiasi altro Paese, bisogna investire anche nelle infrastrutture e macchinari.

Nulla da togliere ai colleghi Cubani dal punto di vista professionale, ma chi e come valuterà i curriculum, i percorsi formativi e la conoscenza della lingua Italiana? Egià complicata la burocrazia e lutilizzo di  strumentazione medica per i medici italiani, figuriamoci per uno che viene da un altro setting formativo. Allora non sarebbe meglio effettuare una deregulation del sistema come fu suggerito qualche anno fa da un noto sindacato che aveva proposto di far rientrare dal quarto anno gli studenti italiani che non avevano avuto la possibilità di studiare in patria, in modo tale da permettere loro di terminare gli studi in Italia e inserirli prontamente nel Sistema Sanitario e nel contempo diventare contribuenti delle casse dello Stato. Ma i vari politici, di tutti i colori, fecero orecchie da mercante.

Esistono altre progettualità che si potrebbero esporre, ecco perché come Italia del Meridione, continuando sulla strada della collaborazione e delle battaglie portate avanti dal Movimento proprio in merito alla Sanità, siamo a disposizione del Presidente della Regione per un confronto sulla questione e per l’eventuale istituzione di un tavolo tecnico che discuta delle modalità e scelte da operare per il riordino della rete ospedaliera e quindi uscire dal commissariamento. 

Prof Ettore Piero Valente 

Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Presidente CEO Europeo della W.A.M.S.

Responsabile Sanità L’Italia del Meridione

De Bartolo (Idm): Bene metodo Occhiuto su depurazione e tolleranza zero

Emilio De Bartolo, segretario regionale di Italia del Meridione, ha dichiarato che, come Italia del Meridione, «condividiamo il metodo Occhiuto sulla depurazione, basato da una parte sulla sinergia istituzionale con i Sindaci dei Comuni interessati, finalizzata all’efficientamento dei depuratori esistenti e quindi sullo smaltimento dei fanghi prodotti e dall’altra sulla tolleranza zero nei confronti di chi aggira le regole».

«E anche l’ultima ordinanza riferita, per esempio – ha aggiunto – ai controlli disposti sulle attività degli autospurghi e in generale sulle zone non collettate, non può che essere condivisa e apprezzata. Non è più tempo di mostrare inerzia verso il problema della pulizia del nostro mare, non solo perché è un problema profondamente avvertito dalla publica opinione, ma perché la risoluzione definitiva e strutturale di questa questione può davvero rappresentare uno straordinario volano per lo sviluppo turistico della nostra Regione e quindi, in definitiva, per innescare quello sviluppo economico endogeno a cui la Calabria deve tendere, disponendo, peraltro, di straordinarie potenzialità in termini di risorse naturalistiche e ambientali».

«Bene ha fatto, dunque – ha proseguito – il Presidente Occhiuto ad avviare una serie di sopralluoghi sui depuratori e nelle località di mare per verificare direttamente e personalmente lo stato di funzionamento dei depuratori e conseguentemente il livello di pulizia del mare».

«Come Italia del Meridione – ha concluso – non possiamo che apprezzare questo nuovo metodo, innovativo e decisionista insieme, nell’approccio alla risoluzione dei problemi, alcuni atavici, come appunto quello della pulizia del nostro mare, augurandoci che si continui con la stessa determinazione in questa direzione». (rcz)

Italia del Meridione: Non siano dimenticati Borghi e aree interne, strategici nel rilancio del Paese

I borghi e le aree interne sono strategici per il rilancio del paese. Per questo, non devono essere dimenticati. È l’appello fatto da Italia del Meridione, che ha ricordato come «i piccoli Comuni pagano anni di isolamento e scarsi investimenti in infrastrutture reali e digitali che contribuiscono a uno spopolamento oggi apparentemente inarrestabile».

«Sul fronte digitale, in particolare – viene spiegato in una nota – in oltre 2.100 dei 7 mila centri italiani che ricadono nelle cosiddette aree bianche” – di cui la maggior parte è costituita da piccoli Comuni – è oggi attivo il servizio di connessione, mentre in 3.200 Comuni sono in corso i lavori, allinterno di un percorso di realizzazione della BUL (banda ultra larga) che riguarda le aree più marginali rispetto agli interessi del mercato e che sarà completato entro il 2023. Al contempo, i centri che non contano più di 5 mila abitanti rappresentano il 72% delle municipalità italiane, insistono in aree di assoluto pregio ambientale, storico e artistico e costituiscono sempre più spesso degli ideali laboratori di economia circolare, democrazia energetica e innovazione sociale».

«Esperienze dinnovazione che, dalla Calabria al Piemonte – continua la nota – uniscono le possibilità offerte dalle nuove tecnologie a un turismo più sostenibile, a progetti di rigenerazione urbana, a una silvicoltura di precisione e a modelli di educazione inclusiva. Pertanto, L’Italia del Meridione, lancia un appello al Governo Draghi, per chiedere di non lasciare che i borghi e le aree interne siano fanalino di coda nella sfida per la ripartenza del Paese, garantendo unequilibrata distribuzione nonché una giusta attenzione nelluso trasversale delle risorse del Pnrr per la transizione ecologica e digitale».

«Con il nostro appello, vogliamo puntare i riflettori della politica sul ruolo strategico dei piccoli Comuni nel rilancio del sistema Paese, guardando anche e soprattutto alle realtà della nostra provincia. Realtà che mai come oggi si legano alla tenuta della comunità, a una migliore qualità della vita e a produzioni deccellenza del Made in Italy. È urgente creare le condizioni per riabitare questi territori spostando attività e lavoratori dello smart working in una grande proposta di rigenerazione urbana e sociale fondata sulla green economy», ha dichiarato Gabriele Iazzolino, referente direzione provinciale di Cosenza.

«La parità di condizioni tra grandi città e aree interne è essenziale – ha aggiunto il delegato al Dipartimento Transizione ecologica – per uno sviluppo sostenibile del Paese dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Portare la fibra ottica in zone dove la qualità delle connessioni è perlopiù molto bassa, consente allItalia di colmare quel divario digitale che si avverte particolarmente nelle zone rurali e meno popolose e competere su un level playing field. Con la fibra ottica giochiamo la partita della parità, connettendo tutti al futuro».

«IdM ritiene, quindi, prioritario – viene evidenziato nella nota – destinare i fondi dei prossimi mesi ai piccoli Comuni, per promuovere la diffusione di comunità energetiche, ridurre il rischio idrogeologico, attrezzare nuovi prodotti turistici legati al cluster del ‘turismo attivo, lento e sostenibile’, favorire lo sviluppo di filiere locali, realizzare linfrastruttura leggera della rete unica in tempi certi anche nelle aree bianche, incentivare lo smart working e defiscalizzare servizi e attività economiche di qualità che qui potrebbero investire in lavoratori residenti e in centri innovativi di coworking».

«Per accelerare un cambio di passo, in particolare – spiega la nota – sarebbe importante istituire una linea di finanziamento Smart Working Borghi”, con agevolazioni fiscali per linsediamento di centri di ricerca e impresa digitale di prossimità nei piccoli comuni, incentivando la nuova residenzialità legata alluso di spazi abitativi abbandonati e recuperati. Prioritario, inoltre, dare immediata attuazione a dispositivi normativi come la legge Salva Borghi o le green community inserite nel Collegato ambientale, per mettere i piccoli centri nelle condizioni di competere ed esprimere il loro potenziale».

«La pandemia ha posto allattenzione di tutti la necessità di ripensare la fruizione dei territori e il Pnrr rappresenta unoccasione unica perché borghi e aree interne, soprattutto in provincia di Cosenza, – ha commentato Iazzolino – tornino ad avere la centralità che meritano, per riequilibrare storici divari e dare nuovo slancio alla lotta alla crisi climatica”. I piccoli Comuni, dunque, necessitano di risorse certe e politiche forti per promuovere la rivoluzione energetica e leconomia circolare, sviluppare il turismo lento e  di prossimità, favorire una mobilità e una vivibilità sostenibili, colmare il digital divide, semplificare le procedure per la messa in posa della banda ultra larga e implementare lagenda digitale».

«Queste le direttrici – ha concluso il referente provinciale di IdM – fondamentali lungo cui muoversi per innescare processi innovativi e sostanziali. IdM ha da sempre sostenuto, e continuerà a farlo, che i piccoli Comuni sono l’asse portante del nostro Paese, per questo oggi giocano un ruolo di primaria importanza in quella ‘rinascita e ripartenza’ che viene richiesta. Essi possono essere davvero il motore propulsore della transizione ecologica e digitale». (rcs)

De Bartolo (Idm): Si dia continuità lavorativa ai tirocinanti di inserimento sociale

Emilio De Bartolo, segretario regionale di Italia del Meridione, ha chiesto alle istituzioni di dare continuità lavorativa ai tirocinanti di inserimento sociale, che a novembre termineranno il loro lavoro negli Enti pubblici.

«Giova ricordare infatti che, per esempio – ha spiegato – in tantissimi Comuni della Calabria, queste persone svolgono compiti essenziali per il buon funzionamento degli enti e non di rado sostituiscono persino i Dirigenti nello svolgimento del loro lavoro. Con la carenza di personale esistente negli enti locali e viste le note difficoltà ad assumere nuovo personale, privare i suddetti Enti dell’apporto di questi tirocinanti ormai storici significherebbe, di fatto, abbassare il livello dei servizi erogati ai cittadini».

«Siamo a conoscenza – ha proseguito – che esiste un tavolo di confronto e una interlocuzione avanzata e costruttiva fra le parti sociali e il Presidente della Regione e fra quest’ultimo e le articolazioni ministeriali, per individuare soluzioni concrete e percorribili finalizzate all’obiettivo della continuità lavorativa e quindi della loro contrattualizzazione».

«Diamo atto, come IdM, dell’impegno del Presidente Occhiuto rispetto a questa vertenza – ha detto ancora – come è peraltro dimostrato dal fatto che le retribuzioni mensili dei lavoratori sono passate da 500 a 700 euro, pagate ogni bimestre. Adesso però è arrivato il momento di andare oltre e di compiere il passo più importante, dal momento che a novembre c’è il rischio concreto che circa quattromila famiglie calabresi siano private di una essenziale fonte di reddito e sostentamento».

«Come Movimento – ha concluso – chiediamo che tutti questi tirocinanti vengano finalmente, e una volta per tutte, contrattualizzati, dando loro in questo modo serenità e diritti, attraverso, magari, una loro razionale e funzionale distribuzione in alcuni enti sub regionali. Considerando, peraltro, che questo bacino dei TIS si andrà inevitabilmente e naturalmente ad alleggerire, dal momento che almeno il venti per cento dei circa quattromila tirocinanti è prossimo alla pensione. Facciamo, dunque, appello ai parlamentari calabresi e soprattutto al Presidente della Regione Roberto Occhiuto affinché si possa definire nel modo più soddisfacente possibile una vertenza che riguarda migliaia di famiglie e il buon funzionamento degli enti nei quali prestano la loro opera». (rrm)