Il sindaco Falcomatà incontra Cannizzaro (FI) per trasferimento dei 3 mln per Lido comunale

Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha incontrato il deputato di FI, Francesco Cannizzaro, per il trasferimento del Decreto di finanziamento da 3 milioni per il completamento del Lido Comunale.

Presenti, all’incontro, l’assessore con delega al Lido Comunale, Carmelo Romeo e i consiglieri comunali del partito Antonino Maiolino, Federico Milia e Roberto Vizzari.

L’incontro, dunque, è stato l’occasione per la trasmissione ufficiale al Comune di Reggio Calabria del Decreto attuativo del Ministero della Cultura, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che prevede un finanziamento di 3 milioni di euro dettato dall’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 firmato dal parlamentare reggino, divenuto parte sostanziale dei finanziamenti già previsti per la realizzazione del nuovo Lido comunale.

«Da palazzo San Giorgio lanciamo un messaggio positivo di grande collaborazione – ha spiegato Falcomatà – per il quale ringrazio il Deputato Francesco Cannizzaro. Il decreto di finanziamento che ci è stato consegnato costituisce una parte importante che si aggiunge alle quote già individuate ed ai lavori già in corso per la riqualificazione complessiva del nostro Lido comunale. Il primo progetto, da 1,5 milioni, è già andato in appalto ed i lavori sono già in corso, con l’abbattimento di alcune cabine e la rigenerazione di tutte le aree esterne».

«Altri 2,5 milioni arrivano, invece – ha aggiunto – dalla Soprintendenza, progetto per il quale è già in corso la conferenza dei servizi e che prevede la riqualificazione delle cabine. I tre milioni dell’emendamento Cannizzaro, che formalmente giungono oggi tramite il Decreto attuativo del Ministero della Cultura di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, risultano fondamentali per il completamento dell’opera. È una buona notizia, nel concreto, ma soprattutto il segno di come le istituzioni siano in grado di unirsi e collaborare di fronte ad argomenti fondamentali per il futuro del nostro territorio».

«Il progetto in fase di ultimazione – ha detto ancora il primo cittadino – intende mantenere l’anima popolare che ha sempre caratterizzato il lido, una struttura storica per la nostra Città. Ma in una parte, quella centrale, le cabine verranno accorpate e nasceranno degli spazi ricettivi più grandi e confortevoli, da utilizzare anche fuori dal periodo estivo, che consentiranno nel tempo la destagionalizzazione dell’offerta turistica».

«Ed in questo contesto sarà naturalmente riqualificata anche la storica Torre Nervi – ha concluso – che tornerà ad essere una delle strutture di pregio più rappresentative del nostro fronte mare. Ci sono buone prospettive poiché abbiamo già ricevuto delle proposte sul successivo utilizzo del Lido, ma aspettiamo prima di completare i lavori».

«Ringrazio il Sindaco Falcomatà e la sua struttura per il garbo istituzionale con cui ci hanno accolti. L’incontro odierno – ha affermato Cannizzaro – è stata la dimostrazione tangibile di come si possa fare opposizione anche in termini concreti, lavorando per la Città, per il bene comune, pur restando diametralmente opposti nelle rispettive posizioni e convinzioni politiche».

«Insieme ai membri del Gruppo consiliare del mio partito, Maiolino, Milia e Vizzari – ha proseguito – abbiamo simbolicamente voluto consegnare il decreto attuativo per sensibilizzare la Giunta comunale sull’importanza di questo atto e delle cifre che porta in dote, con l’obiettivo di far tornare il Lido comunale ai fasti d’un tempo, ridando il giusto valore sociale ad un bene fondamentale tanto per i cittadini di Reggio quanto in chiave turistica».

«Siamo costruttori di futuro – ha concluso –. Ecco perché Forza Italia continuerà a fare opposizione politica a questa Amministrazione comunale, ma sempre con lo stesso fine: lavorare affinché il nostro territorio possa avere lo sviluppo che merita». (rrc)

ANCHE QUEST’ANNO I REGGINI SENZA LIDO
CITTÀ SOFFERENTE, TRA INCURIA E OBLIO

di SANTO STRATI – C’era una volta il Lido, a Reggio Calabria. E che Lido: tra i primi in Italia, quando andare al mare cominciava ad essere un’abitudine vacanziera (e portatrice di risorse al territorio), e le spiagge attrezzate, da curiosità, stavano per diventare esigenza di molti. C’era una volta il Lido a Reggio Calabria: oggi è diventato un cumulo di immondizia, ricettacolo per senzatetto e pusher impuniti, una discarica vergognosa e immonda.

E, guarda caso, come ormai avviene da anni, l’Amministrazione comunale si sveglia a fine maggio (praticamente quando dovrebbe cominciare la stagione) e ripropone lo stanco refrain che “bisognerà sistemare il Lido”. Nessuna vergogna, ma tanta indignazione da parte dei reggini e dei (pochi) ardimentosi turisti che partono convinti di trovare un Lido e scoprono un immondezzaio, alimentato certamente da “lordazzi” (copyright Falcomatà jr) e cittadini incivili. Ma i nostri amministratori non sono meno incivili, visto che stanno facendo morire la città, in un’agonia che cresce ogni giorno di più e lascia spazio alla rassegnazione, che pure non è sentimento comune tra i calabresi. Lo hanno fatto sempre credere, perché fa comodo così, ma i calabresi – e in particolare i reggini – non cedono mai alla rassegnazione, solo che all’indignazione non riescono a far seguire fatti concreti: prevale l’avvilimento e lo scoramento, ma non la rassegnazione. Basterebbe una rivoluzione “gentile” il giorno delle elezioni e, forse, qualcuno capirebbe che la pacchia è finita (a destra, a sinistra, al centro: non si salva nessuno) e che il popolo si è veramente scassato gli zebedei e non intende più andare avanti. È un discorso lungo, che riprenderemo, oggi parliamo del Lido, di questo putridume di baracchette semidiroccate che la Sovrintendenza alle Belle Arti vuole tutelare e proteggere (bloccando di fatto, da anni, qualsiasi intervento di restauro). Per intenderci, è la stessa Sovrintendenza che autorizza la demolizione e lo sventramento di piazza De Nava, non si occupa delle scalinate storiche e permette di buttare giù palazzine Liberty della Reggio che fu senza alzare un dito.

C’è evidentemente qualcosa che non va in questa città che la storia ci racconta più volte attaccata, depredata, violentata, ma sempre rinata (probabilmente grazie alla parte buona dei suoi abitanti) e pronta, disgraziatamente, a subire nuove invasioni, nuove rapine, soprusi e sopraffazioni che non trovano alcuna giustificazione.

Il Lido era il fiore all’occhiello della Città: è lì, nel suo disastroso abbandono, a mostrare l’incapacità di spendere fondi già stanziati, arrivati (e finiti dove?) e la noncuranza totale nei confronti di una città che si consuma tra invidie, gelosie e risentimenti. I peggiori nemici di Reggio sono gli stessi reggini, incapaci di mettere da parte l’invidia, e pensare in termini di condivisione. Un vecchio detto reggino dice che l’aspirazione più grande del reggino era quello di vedere morire la capra del vicino: non ci sono più capre, ma il sentimento di rivalsa verso chi ha successo o riesce a fare qualcosa è rimasto immutato.

Fatto sta che per il secondo anno consecutivo i reggini dovranno fare a meno del loro Lido. Ma, c’è una ragione perché ci si ricordi del Lido non il giorno dopo della chiusura della stagione, bensì quello prima dell’apertura? Quale giustificazione si può avanzare quando è sotto gli occhi di tutti lo schifo in cui è stato ridotto quest’angolo di mare, sullo Stretto, che qualsiasi altra località al mondo avrebbe manutenuto con la massima cura, per offrire opportunità di svago ai reggini, occasione di turismo per i forestieri, possibilità di lavoro e affari? Questa è la città dei “nani”: scriveva il grande poeta dialettale Nicola Giunta nani su’ iddi e vonnu a tutti nani, e lo dico col cuore spezzato di reggino che vive da lontano le amarezze continue che arrivano dalla riva dello Stretto.

La vecchia Rotonda sula mare al Lido Comunale di Reggio Calabria
La vecchia Rotonda sul mare al Lido Comunale

Il Lido per l’Amministrazione comunale non esiste, come non esistono le altre “ricchezze” di Reggio: si è fatto il waterfront, con inaugurazione in pompa magna, ma si sono lasciati i ruderi delle baracchette, i cancelli sfondati , i cornicioni sbriciolati e pericolanti, le migliaia di topi che festeggiano giornalmente nei quintali di spazzatura che continua ad ammassarsi davanti, dietro, dentro e in ogni dove nel perimetro di quello che fu lo stabilimento balneare voluto dall’ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, sindaco della Città, che scelse la Rada dei Giunchi come luogo da destinare a Lido comunale. Erano gli anni Venti: le baracchine una sorta di palafitte in legno, con specifica distinzione uomini/donne e una bella spiaggia di fronte allo Stretto: sarebbe nato lì il primo Lido del Mezzogiorno d’Italia. Un vanto (a primeggiare c’era quello di Venezia) che sarebbe durato poco, a causa della guerra prima e dell’inettitudine della classe politica dopo, nonostante fosse diventato il salotto mondano e culturale dei reggini. Si dovette aspettare il 1962 per creare il “nuovo” Lido, ma i lavori cominciarono solo nel 1968: mentre si accendeva la ribellione giovanile in tutto il mondo, a Reggio edificavano la bella rotonda sul mare e le aree attrezzate degne di uno stabilimento balneare serio. Quello che è successo negli anni successivi non si può raccontare senza soffrire: la Rotonda venne sostituita da quella attuale, progettata da Pierluigi Nervi, che è il simbolo stolido della mancanza di cura e manutenzione. Il bel ristorante (privato) che si affaccia sul Lido è curatissimo, pulito, elegante, ma si affaccia prima che sul mare su un cumulo (indecente) di macerie. Un’area di quasi 30mila metri quadrati abbandonata all’incuria, con un verde che solo grazie all’affettuosa attenzione di qualche giardiniere non è completamente devastato. Un bel biglietto da visita, non c’è che dire, per chi viene a Reggio: turista, forestiero, vacanziero di ritorno. Per tutti c’è solo la mestizia di un abbandono intollerabile, che è sotto gli occhi di tutti.

Il Lido Comunale di Reggio negli anni 50
Il Lido Comunale di Reggio negli anni ’50

Colpa della burocrazia, dicono, se i lavori non possono partire (vedi la “tutela” assurda della Sovrintendenza sulle baracchette in cemento), ma è una scusa che non regge più. Non ci si sveglia soltanto a ogni inizio di stagione per capire che bisogna fare non qualcosa, ma rifare tutto. E si continua a rimpallare, di anno in anno. Non servono interventi di ripristino, bisogna rifare tutto, avere una visione. Non si può immaginare il meraviglioso Museo del mare ideato dalla compianta archistar Zaha Hadid messo a fianco di un decrepito stabilimento balneare. Non è nostalgia dell’antico, è presa di coscienza che questa città è destinata a morire se i reggini, questa volta non s’incazzano sul serio. Se qualcuno ha deciso di demolire piazza De Nava i reggini organizzino un presidio su tutta l’area e impediscano lo scempio, almeno fino a quando il Ministro (Franceschini ha mai risposto al deputato Cannizzaro sulla questione?) non dirà: non facciamo fesserie. E si potrà ragionare senza far danni irreparabili.

Il sindaco “sospeso” Giuseppe Falcomatà aveva detto che voleva fare di Reggio una città “di mare” e non più soltanto “sul mare”: lo hanno fermato i giudici. Lo sviluppo di una città, però, non attiene solo al sindaco, c’è un’intera amministrazione comunale che deve fare le scelte migliori per il bene dei cittadini. Ma nessuno decide, la Città è senza governo (al di là dei rappresentanti democraticamente e legittimamente eletti) e sembra avviata verso il disastro totale. I problemi sono troppi, tantissimi: spazzatura, aeroporto, mobilità, sicurezza e vivibilità i principali. Forse sarebbe il caso di arrendersi e riconsegnare la città ai cittadini che, anche quest’anno, resteranno senza spiaggia e senza mare. (s)

L’OPINIONE/ Enzo Vitale: I due pesi e due misure della Soprintendenza: Restauro per il Lido, demolizione per Piazza De Nava

di ENZO VITALE – Cosa ci si aspetta da un’articolazione periferica dello Stato? Passati ormai i tempi dei canuti e severi funzionari pubblici, ci si aspetta quantomeno una linea certa e inequivocabile, un rispetto della mission ministeriale che non faccia eccezioni di sorta. In altri termini, pur prescindendo dalla valenza professionale dei travet della Soprintendenza, sotto alcuni aspetti discutibile, il minimo che si chiede loro è di essere coerenti, almeno con sé stessi.

Invece a Reggio accade esattamente il contrario. Un giorno si decreta che le vecchie cabine del lido comunale, fatiscenti e inutilizzabili e probabilmente irrecuperabili, sono un bene storico e architettonico da tutelare e da salvaguardare con un “restauro conservativo”, nonostante che siano state edificate negli anni Settanta.

Il giorno dopo si decreta che la storica piazza De Nava, simbolo della ricostruzione reggina dopo il sisma del 1908, uno pochi esempi di sincretismo architettonico con presenza di ben tre stili (umbertino eclettico, liberty floreale, razionalista italiano), non sia di nessun valore né artistico né storico e che, pertanto, si debba radere al suolo per edificarvi al suo posto uno “spazio ampio” in cui tenere “mostre, esposizioni ed eventi folkloristici” (testuale dal progetto della Soprintendenza).

Destini incrociati, quindi, ma accomunati da un insieme di atti amministrativi stiracchiati e improbabili con ampie zone razionalmente incomprensibili, che lasciano intravedere la possibilità che la Soprintendenza abbia una visione e un atteggiamento che collide con il maggiore interesse della collettività, in ossequio a interessi pur legittimi ma diversi e distanti.

Basta osservare il tortuoso iter della progettualità del Lido: una ditta ricorre perché nel bando non era esplicitata chiaramente la possibilità della demolizione; la Soprintendenza decreta he le cabine lato nord sono un bene storico perché risalenti agli anni Trenta; la stessa viene sbugiardata perché le cabine sono costruite nel dopoguerra; l’Ente rilancia riuscendo a trovare attestazioni che le cabile lato sud sono “opera artistica”; la ditta ricorrente, che ha presentato il progetto di restauro,  vince la tenzone grazie all’intervento della Soprintendenza; quest’ultima opera in ambiti che sensu stricto non le competerebbero; nelle compagini proprietarie di ditte coinvolte, sembra vi possano essere soggetti vicini a persone in familiarità con Palazzo san Giorgio.

Tutto legale, o almeno così sembra, ma certamente non eccessivamente lineare.

Fatto sta che il lido si trova ancora nelle condizioni in cui lo osserviamo e la maggiore colpa è proprio della Soprintendenza con le sue prescrizioni. Ripetiamo, fatte nel rispetto della legge ma certamente non funzionali al maggiore interesse della collettività. (ev)

[Enzo Vitale è presidente della Fondazione Mediterranea]

REGGIO – Sorgonà sulla foce del torrente Annunziata sul Lido Comunale inquinata

Sasha Sorgonà, presidente del Comitato Spinoza, ha commentato i dati del monitoraggio di Goletta Verde, che ha indicato, per Reggio Calabria, tre punti fortemente inquinati: si tratta della foce del torrente annunziata sul Lido Comunale di Reggio, del torrente al Campo sportivo di Bagnara Calabra e la foce del fiume Mesima a San Ferdinando.

«Da quanti anni – ha detto Sorgonà – si perpetua una triste situazione di degrado nel nostro Lido Comunale? Credo che nessuno riesca a ricordarlo con certezza. Quello che dovrebbe essere il gioiello del centro di Reggio Calabria, biglietto da visita pronto ad accogliere turisti dal resto d’Italia e del mondo, è invece un luogo abbandonato a se stesso».

«Invece che sopravvivere a stento – ha aggiunto – trascinandosi faticosamente anno dopo anno, il Lido Comunale dovrebbe rinascere dalle proprie ceneri come fosse un Araba Fenice. Immagino quel luogo come l’epicentro del turismo balneare reggino, con turisti provenienti da ogni parte del mondo». 

«Cabine vere (e non le attuali baracche) – ha proseguito Sorgonà – ad ospitare reggini, servizi di qualità e strutture ricettive a incorniciare il Lido, impreziosito da un mare ‘Bandiera Blu’ e non fortemente inquinato.  Queste sono considerazioni relative all’estate 2020, perfettamente sovrapponibili anche al 2021. Sino a quando la situazione del Lido Comunale sarà quella triste e degradata degli ultimi anni, ritengo fuorviante oltre che fantasioso leggere le dichiarazioni da parte delle istituzioni relative a ‘Reggio città turistica’ o di qualsiasi altro tipo di progetto legato al rilancio e sviluppo del nostro territorio». 

«Non si può costruire un grattacielo – ha concluso – se mancano le fondamenta, e non ci si può accontentare del Waterfront se a pochi metri esiste una struttura a pezzi con l’acqua inquinata. Il tempo a disposizione è terminato, oggi purtroppo vale quanto detto un anno fa: per tramutare il sogno in realtà di un Lido Comunale all’altezza delle proprie potenzialità bisogna iniziare a costruirlo da oggi. Il primo obiettivo da parte di chi ci amministra dovrebbe essere quello di non vedere cittadini e turisti costretti a ripetere le stesse cose anche nel 2022». (rrc)

REGGIO – Oggi riapre il Lido Comunale

Il Lido Comunale di Reggio Calabria, da oggi, lunedì 12 luglio, riapre, la cui gestione sarà affidata alla Cooperativa Reggio Sporting Village, con la disponibilità di 100 cabine per gli affittuari che vorranno usufruirne durante il periodo estivo.

Lo ha reso noto il vicesindaco del Comune di Reggio Calabria, Tonino Perna, che ha sottolineato l’importanza del risultato conseguito. 

«La ditta alla quale affidiamo la gestione – ha spiegato il vicesindaco – assicurerà tutti i servizi connessi alla gestione della storica struttura del Lido Comunale, soprattutto per ciò che riguarda la sicurezza per i bagnanti, i servizi per la balneazione e naturalmente anche la vigilanza della struttura. Un risultato certamente positivo per il nostro Lido, una struttura alla quale siamo sentimentalmente legati e che vogliamo torni ai fasti di un tempo». 

«Dopo l’affidamento temporaneo – ha concluso – e l’apertura estiva si procederà dunque al prosieguo della attività amministrative per il progetto di rigenerazione complessivo di tutta la struttura, secondo gli intendimenti già condivisi con la Soprintendenza. Dopo l’approvazione del bilancio comunale la procedura, che in questi anni ha subito purtroppo diversi intoppi, potrà finalmente partire, con l’obiettivo di ridare il giusto decoro al lido comunale di Reggio, una delle strutture di maggiore pregio del litorale cittadino». (rrc)

Minicuci critica amministrazione comunale per grave ritardo su manifestazione d’interesse per affidamento Lido Comunale

Il consigliere comunale e metropolitano di Reggio Calabria, Antonino Minicuci, ha criticato l’amministrazione comunale per i gravi ritardi nella pubblicazione della manifestazione di interesse e più in generale per la gestione di un’area, quella del Lido Comunale, da anni in condizioni di degrado e abbandono.

Il Comune, infatti, ha pubblicato, il 17 giugno, la manifestazione d’interesse per l’affidamento della concessione temporanea per la stagione balneare 2021 dell’area demaniale e dei Servizi di gestione del Lido Comunale Genoese Zerbi”, l’amministrazione comunale intende dare in gestione i servizi del’area sino al 30 settembre 2021.

«La miopia amministrativa del sindaco Giuseppe Falcomatà –ha dichiarato Minicuci – si palesa ogni giorno in modo sempre più palese. Evidentemente ignaro di quando la stagione estiva abbia inizio e dei tempi burocratici e di preparazione che necessitano, il primo cittadino fa adottare all’amministrazione comunale che  rappresenta una manifestazione di interesse relativa alla gestione dei servizi nell’area del Lido Comunale il 17 di giugno, a stagione estiva oramai iniziata».

«Così – ha aggiunto – ad un mese dall’inaugurazione in pompa magna di un’opera peraltro non sua, il sindaco Falcomatà anche per l’estate 2021 metterà in vetrina, davanti agli occhi di tutti i reggini e dei turisti, un Lido Comunale in condizioni imbarazzanti. Frequentato quotidianamente da famiglie, bambini e ragazzi, l’area del Lido ha una struttura fatiscente che va immediatamente messa in sicurezza per non mettere in pericolo l’incolumità dei cittadini. Allo stesso tempo, anche i ragazzi che frequentano in quei luoghi il circolo Windsurf dello Stretto, sono costretti a farsi ospitare in una struttura pericolante». 

«Sempre al Lido Comunale, inoltre – ha proseguito – durante l’estate si svolgono attività danzanti e di pubblico spettacolo, con l’incolumità delle persone messa a rischio, peraltro con una concessione dell’amministrazione comunale che non permetterebbe quel tipo di attività.  L’ultima goccia, che non fa traboccare il vaso solo perché già traboccato, è la manifestazione di interesse pubblicata con ritardi biblici, con conseguenti disagi enormi sia per le società interessate, sia per i fruitori di quell’area. Non ci sono più parole adatte per giudicare il (non) lavoro di un’amministrazione che sta accompagnando giorno dopo giorno Reggio Calabria alla deriva più totale». 

«Quella che dovrebbe essere la cartolina di benvenuto – ha detto ancora – il fiore all’occhiello nel centro della città, è invece luogo che assomiglia tremendamente alle periferie sottosviluppate dei paesi più arretrati. Il Lido Comunale così, invece che cartolina di una splendida Reggio Calabria, è l’ideale riassunto e sintesi di 7 anni di disastri dell’amministrazione Falcomatà».

«Dopo sei anni di un primo tempo da encefalogramma piatto e una rielezione avvenuta anche con i voti di cittadini deceduti – ha concluso – l’amministrazione Falcomatà prosegue imperterrita con il suicidio assistito di una città ormai resa scheletro di quella che un tempo fu». (rrc)

Pizzimenti chiede l’intervento del Prefetto Mariani per il Lido Comunale di Reggio

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha inviato due lettere al Prefetto Massimo Mariani, affinché intervenga per «mettere in sicurezza la struttura balneare del Lido Comunale “Genoese Zerbi” di Reggio Calabria, al fine di  garantire appunto ai cittadini: sicurezza, tutela igienico-sanitaria e decoro urbano».

Pizzimenti, poi, ha commentato il sopralluogo del vicesindaco di Reggio, Tonino Perna, in quanto «mandato a far vacua passerella dal sindaco Giuseppe Falcomatà, perché egli non ha il coraggio neanche di metterci la faccia  in prima persona, conscio di essere il responsabile dell’abbandono del Lido, che ha portato al degrado ed all’occupazione abusiva della struttura da parte delle tristemente note ed improbabili “presenze”), non trova di meglio, che abbandonarsi alla mera, inconcludente ed inutile retorica, senza peró riuscire ad infinocchiare i Reggini, che, dopo 2 anni di abbandono del Lido da parte di Falcomatà, ormai lo vedono ridotto a mal partito, oltre ad essere “terreno” di “presenze” oscure e malavitose, con dei poveri cani reclusi nelle cabine assolate, per non parlare della atavica fogna e delle cabine dolosamente bruciate e delle molte altre piene di rifiuti e di escrementi umani!».

«Perna – ha aggiunto Pizzimenti – senza alcuna delega al Lido Comunale e Falcomatà – (prudentemente chiuso nelle stanze di palazzo S. Giorgio), – riscoprono d’incanto, quasi “cadendo dal pero”, che il Lido sia nel degrado, quando in realtà, l’unico responsabile di tale situazione è soltanto lo stesso Falcomatà, che avrebbe dovuto, già 2 anni fa, restaurare la struttura, anziché abbandonarla a sé stessa, o peggio, – come evidenzia un noto giornale locale, – a “presenze” anche malavitose».

«Noi di “Cittadini per il Cambiamento” – ha proseguito – che “pungoliamo”  il sindaco Falcomatà da ben 2 anni, affinché egli si decida a restaurare la struttura, stigmatizziamo la “passerella” vacua e vana di Perna, ricordando ai due cari piddini, che sull’argomento Lido-Comunale  abbiamo sollecitato invano molteplici volte la ottusa sordità e miopia politica di Falcomatà, sottolineando, che siamo stati gli unici ed i primi a riuscire ad “accendere i riflettori” sulle misere condizioni   in cui il Sindaco Falcomatà ha ridotto il Lido, vandalizzato e devastato non solo dalla salsedine, ma anche da quelle “presenze”, che hanno fatto del Lido una “zona-limite”, mentre Falcomatà ha lasciato fare, girando la “testolina” dall’altra parte, facendo finta di non vedere; e promettendo, solo a parole, restyling mai avvenuti finora!».

«Ricordiamo e ne siamo orgogliosi – ha concluso – di aver acceso gli unici e per primi i riflettori, – dicevamo – perché speriamo che, con le nostre due lettere, in maniera ufficiale al Prefetto, – (che adesso consegnamo pure alla stampa), – affinché egli intervenga autorevolmente, si occupi di questa incuria soprattutto la Magistratura, poiché vogliamo capire, adesso, perché mai Falcomatà sul Lido Comunale ha messo in campo solo: incuria e trascuratezza, due cose che lo inchiodano inesorabilmente alle sue responsabilità, perché anche le omissioni, secondo il nostro codice hanno rilevanza e valenza, per cui ribadiamo con forza, che la magistratura si decida ad avviare indagini d’ufficio, onde vederci chiaro, per capire cosa ha spinto il sindaco a trascurare il Lido, sino al punto di consegnarlo, giocoforza, alla: salsedine, al degrado, alla spazzatura, alla fogna e suo malgrado, anche alle inquietanti “presenze” che abusivamente lo occupano, come se fosse casa loro». (rrc)

 

Pizzimenti chiede intervento del Prefetto, Questore, Asl, Nas e magistratura per messa in sicurezza Lido Comunale

Nuccio Pizzimenti, presidente dell’Associazione Cittadini per il Cambiamento, ha chiesto l’intervento del prefetto, del questore, dell’Asl, del Nas e della magistratura per la messa in sicurezza del lido comunale di Reggio Calabria.

Questo perché «il complesso balneare, mai restaurato da Giuseppe Falcomatà, presenta cornicioni a rischio-caduta, ma ancor di più, giacché il Lido, in due Legislature è stato abbandonato a sé stesso dal sindaco, si sta sgretolando, tanto che anche i solai rischiano adesso di collassare e sprofondare l’uno sull’altro! Tutto ciò è pericoloso per l’incolumità di chi, nonostante tale situazione, frequenta ugualmente la struttura, specie adesso, che alcuni bagnanti, appunto la frequenteranno quanto prima con l’arrivo dell’Estate, per non parlare di quelle “presenze”, che specie d’Inverno, sfondano le porte delle cabine, per adoperarle nottetempo come “ricovero”, essendo per lo più soggetti senza fissa dimora, col risultato che, molte cabine, così facendo, ogni anno, – (da quando il Lido non è stato mai restaurato), – si trovano vandalizzate a tal punto, che in molte cabine si trovano persino resti di escrementi umani».

A questo proposito, appare evidente uno stato di emergenza sanitaria, tale che urge anche l’interessamento dell’Asl e dei Nas, per gli interventi di loro competenza, a tutela della salute pubblica.

«Questa struttura – ha detto Pizzimenti – che in un tempo felice, fu per tanti anni fiore all’occhiello del turismo locale, attirando pure turisti da fuori-regione; e che fu la gioia dei Reggini, che vi trascorrevano le loro estati in riva al bellissimo scenario dello Stretto, per farvi un tranquillo bagno di mare; – oggi, per colpa di ben due legislature infauste della sinistra al Comune, a guida Falcomatà, si trova nel decadimento e nel degrado più assoluti, a cui paradossalmente, contribuisce lo stesso Falcomatà, il quale, nonostante il vandalismo, gli escrementi umani, la degenerazione delle strutture cementizie, la sporcizia, che regna sovrana, negli anni di due legislature, nulla ha fatto, per evitare tutto ciò, tanto che il Lido paga un prezzo altissimo, che è sotto gli occhi di tutta la cittadinanza! Nessuna scusante è ammessa».

«È inoppugnabile il fatto, che tale situazione, per colpa del lassismo di Falcomatà – ha proseguito Pizzimenti – spinge i reggini a non poter usufruire di una struttura, che è stata e potrebbe essere ancora polo attrattivo di turisti anche da fuori-regione, ed invece la “miopia amministrativa” di Falcomatà, spinge il flusso turistico verso altri luoghi con attrezzature balneari funzionanti! In pratica, Falcomatà sta mandando al collasso il turismo ed gli imprenditori alberghieri e dei B&B, che perdono clientela, perché essa evita di venire in vacanza a Reggio, dove trova spazzatura non raccolta per settimane sulla pubblica via, dove non c’è una struttura balneare pubblica funzionante, in una città dove persino l’acqua nei rubinetti manca, al punto che, una turista la scorsa Estate si è espressa chiaramente, dicendo che il Comune di Reggio fa vivere i Reggini in una situazione da terzo mondo».

Pizzimenti ha ribadito necessaria la messa in sicurezza del Lido;  ed il Prefetto «sarà da me notiziato – ha reso noto Pizzimenti – delle situazioni di pericolo per i probabili crolli della struttura, al fine di adottare gli idonei iter di Legge a tutela della pubblica incolumità, con l’opportuno intervento dei Vigili del Fuoco, allo scopo di verificare: la pericolosità della struttura ed il rischio di eventuali cedimenti delle parti portanti, nonché la consistenza dei solai, che vengono regolarmente frequentati dai cittadini; quindi per tale situazione è opportuno mettere in mora il sindaco Falcomatà, per obbligarlo a mettere in completa sicurezza l’intera area, installando anche dispositivi di videosorveglianza ed allarme; e coinvolgendo anche il Questore, onde predisporre un costante controllo della struttura da parte delle Forze dell’Ordine h24, adottando gli iter di Legge a tutela della pubblica incolumità, ritenendo, che se non verranno adottate le misure di sicurezza, dovrebbe occuparsene pure la Magistratura».

«Infine – ha detto ancora – le acque del Lido e di tutta la  costa della Via Marina sono afflitte da inquinamento fognario da decenni, perché il sindaco della svolta, in due legislature, non ha mai fatto le opere pubbliche necessarie; e non ha mai risolto il problema dei depuratori di Ravagnese mal funzionanti e superati pure tecnologicamente, come ben sanno i residenti del popoloso rione a Sud della città, i quali, specie d’Estate, con le finestre aperte, subiscono l’olezzo fognario, proveniente dai depuratori vetusti, pur pagando, anch’essi la tassa obbligatoria sulla depurazione, inesistente a Reggio Calabria». 

A sostegno della fondata responsabilità giuridica del sindaco in materia ambientalistica per lo scarico di acque reflue, provenienti da rete fognaria comunale, è sufficiente ricordare: la sentenza della Cassazione del 2020, che condannò il sindaco di Letojanni, appunto, per sversamento di fogna in mare e per omesso tempestivo divieto di balneazione, nonché un’altra sentenza, quella del 17 Genn. 2008, N°2.478, pronunciata dalla III° Sez. Penale della Cassazione, la quale ribadisce anch’essa la responsabilità del Sindaco per il reato di: sversamento (suolo e sottosuolo) ed omessa manutenzione. (rrc)

 

Il video della fogna del 25 maggio al Lido Comunale

REGGIO – Verso convenzione tra Comune e Soprintendenza per il Lido comunale

Si procede verso la definizione di una Convenzione tra il Comune di Reggio Calabria e la Soprintendenza per il restyling del Lido comunale.

Il sindaco Giuseppe Falcomatà, insieme al vicesindaco Tonino Perna, all’assessore all’Urbanistica Mariangela Cama ed ai tecnici dell’Ente, ha fatto il punto della situazione assieme al Soprintendente Salvatore Patamia, nella sua qualità di Segretario Regionale Mibact soggetto attuatore, ed ai referenti dell’organo territoriale del Mibact Giuseppina Vitetta e Michelangela Vescio.
Confermato il piano d’investimenti – ripartito in base ai diversi finanziamenti intercettati dagli enti coinvolti – continuano le indagini sul sito vincolato, a partire dalla vulnerabilità sismica, propedeutiche alla stesura del progetto esecutivo ed all’apertura effettiva del cantiere.

«L’intesa con la Soprintendenza – ha detto Falcomatà – è totale. Questo ci rassicura e ci lascia ben sperare sul prosieguo di un rapporto proficuo e capace di portare soltanto benessere e sviluppo sul territorio. La ripartenza del Lido comunale è un nodo centrale del nostro programma di governo perché si innesta, perfettamente, nella rigenerazione complessiva del lungomare che vede nel Waterfront e nel Parco Lineare Sud i due apici di un processo di ammodernamento strutturale, economico e sociale».

«Il mio ringraziamento – ha concluso il sindaco Falcomatà – è per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo tutti gli attori in campo, a partire dal Soprintendente Salvatore Patamia che, nei fatti, ha dimostrato volontà e tenacia nel voler portare a compimento un programma fondamentale per l’intera città. Dalle sue parole ho colto l’essenza di chi, reggino doc, ama incondizionatamente la propria terra. Ed è questo lo spirito giusto col quale affrontare il nostro impegno che ci rende orgogliosi di servire Reggio e la sua comunità». (rrc)

REGGIO – Minicuci: che fine ha fatto il progetto da quasi 4 milioni per il Lido Comunale?

Il candidato a sindaco, Antonino Minicuci, ha parlato del Lido Comunale, «che potrebbe e dovrebbe essere uno dei principali biglietti da visita della nostra città e in realtà luogo di degrado e abbandono», e chiede «che fine ha fatto il progetto, già in fase avanzata, di 3 milioni e 800 mila euro destinato al Lido Comunale».

«Inserito tra le progettazioni strategiche del Pisu (Piano Integrato di Sviluppo Urbano) – ha spiegato Minicuci – il progetto già nel 2012 era pronto per le procedure esecutive e di appalto. Sono trascorsi 8 anni di promesse, slogan e rassicurazioni presto evaporate. Il  Lido Comunale è ridotto ad un ecomostro che deturpa il volto di Reggio Calabria invece che impreziosirlo».

Minicuci, infatti, ha ricordato anche la “beffa” del bando per l’affidamento della struttura, pubblicato il 27 luglio non per la stagione seguente, ma per quella in corso, e che la «mancanza di visione prospettica e strategia che, diffusa in tutti i settori di gestione amministrativa, inevitabilmente si riflette  in una città che, invece di andare avanti come un gambero, cammina all’indietro».

«Con la promessa di non dire mai ‘E’ colpa di chi c’era prima’ o ‘Non ci sono fondi disponibili’ – ha aggiunto – la coalizione di centrodestra ha inserito nel proprio programma una vera ristrutturazione del Lido Comunale. Per farlo diventare punto di riferimento turistico-balneare della città e farlo tornare a brillare come merita. E come meritano tutti i reggini». (rrc)