L’OPINIONE / Ugo Bianco: Serve nuovo modello organizzativo in Calabria per pubblica amministrazione

di UGO BIANCOLa riforma della pubblica amministrazione rappresenta uno dei principali obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Attraverso nuove norme e procedure amministrative si sta cercando di affermare la riorganizzazione dell’apparato amministrativo pubblico. Un sistemi di gestione antiquati, e con scarsa capacità di rigenerarsi ed adeguarsi alla modernità in autonomia. Possiamo riassumere in tre punti principali la genesi di questa riforma.

In primo luogo, possiamo parlare del concetto di “Accesso” per spiegare come si è voluto rendere più snello ed efficace l’iter di selezione del personale. Sul piano attuativo hanno preso corpo dei criteri di reclutamento veloci ed efficaci capaci di creare un contenitore di informazioni sull’intero capitale umano. In secondo luogo, parliamo di “Buona Amministrazione” per definire la semplificazione delle norme e delle procedure in materia di approvazione dei progetti per gli impianti di riciclo, per le energie rinnovabili e per le infrastrutture digitali. In terzo luogo, la “Digitalizzazione” che ha stabilito i criteri per la nascita di una piattaforma idonea alla selezione del personale con l’obiettivo di costituire un aggregato di competenze.

In questo contesto sono chiamati a ricoprire un ruolo di primo piano regioni, province, comuni insieme ad altri enti territoriali a cui verrà affidata una cospicua somma di denaro nell’ambito delle risorse stanziate dal Pnrr. Sono 66,4 mld destinati agli enti territoriali. Alla Calabria ne verrà stanziata una parte, ma bisogna fare presto nella predisposizione dei progetti e dare centralità a nuove politiche locali. Almeno per quanto riguarda i vari settori della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici come la sanità, la scuola, la viabilità ed infrastrutture che favoriscono gli scambi commerciali.

Il vero nodo da sciogliere è avere più disponibilità di risorse umane ad alta professionalità, capaci di mettere in campo strategie e progetti efficaci a grande impatto socioeconomico. Ma come ben sappiamo, gli enti territoriali, singolarmente, non dispongono di risorse e personale con competenze specifiche da destinare alle opportunità del Pnrr. Proprio su questa criticità, bisogna fare una riflessione e pensare ad un nuovo modello organizzativo capace di migliorare la pianificazione e gestione delle risorse.

Credo sia necessario un modello organizzativo basato sulla partecipazione e la condivisione di più enti, vicini tra loro, con le stesse caratteristiche strutturali, culturali e sociali, che diano vita ad una co-programmazione green, capace di creare un valore aggiunto allo sviluppo della nostra terra. Solo così sarà possibile traghettare la Calabria verso una nuova stagione di politiche sociali più eque, sistemi produttivi più sostenibili e una pubblica amministrazione più efficace ed efficiente al servizio dei cittadini e del progresso. (ub)

[Ugo Bianco è dirigente nazionale Associazione Nazionale Sociologi]

Il Pd Calabria: Esclusione dai fondi del Pnrr per rete idrica un fallimento

Il gruppi Pd in Consiglio regionale ha definito «un fallimento» l’esclusione della Calabria ai fondi del Pnrr per gli interventi sulla rete idrica.

«Il decreto ministeriale – ha spiegato il PD – che ha passato in rassegna i progetti predisposti dalle Regioni in ordine alla linea di finanziamento M2C4-I4.2 relativo alla “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione il monitoraggio delle reti”, ha escluso la nostra Regione».

Un’esclusione a cui i dem calabresi chiedono spiegazioni alla Giunta regionale, lanciando il proprio allarme per un provvedimento che rischia di rendere ancora più grave la crisi idrica che attanaglia i Comuni calabresi.

«Il progetto elaborato dall’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria – viene spiegato – che prevedeva “gli interventi per l’efficienza delle reti di distribuzione idrica dei Comuni della Calabria di terza fascia di grandezza (6-10mila abitanti) per un importo complessi pari ad Euro 32.897.844,74” è stato ammesso, ma non finanziato per mancanza di fondi. Si tratta della seconda battuta d’arresto per il comparto, in quanto la prima volta la Calabria era stata esclusa per una questione burocratica attinente alla mancanza di alcuni documenti da allegare alla proposta».

«Adesso la domanda proposta da Arrical è stata ammessa – hanno proseguito – ma non finanziata e ha ottenuto un punteggio molto basso (14), a dimostrazione di una palese incapacità progettuale. Il risultato, dunque, è lo stesso e a pagarne il prezzo saranno i cittadini calabresi che continueranno a patire i disservizi idrici nei Comuni di appartenenza che non avranno la possibilità di realizzare gli interventi previsti».

«L’annunciata rivoluzione nel settore, con la creazione frettolosa della nuova Autorità di gestione – ha detto ancora il gruppo del Pd – evidentemente non ha portato ai risultati sperati: la Regione continua ad essere esclusa dai finanziamenti europei che erano indispensabili per cominciare a rendere efficiente la rete idrica. Il presidente Roberto Occhiuto e la sua giunta facciano chiarezza su quanto avvenuto e spieghino al Consiglio regionale come si intende porre rimedio».

«In ogni caso – conclude la nota – una maggiore concertazione e un maggiore confronto, anche e soprattutto con gli amministratori locali, è un punto dal quale non si può prescindere se davvero si vuole dare una speranza di sviluppo alla Calabria. Il presidente Occhiuto rifletta e inizi finalmente a capire che il decisionismo non serve se non si ha la capacità e l’umiltà di fare sistema. Lo diciamo  per il suo bene, ma soprattutto avendo rispetto dei calabresi che aspettano risposte ai loro atavici problemi». (rrc)

Il Piano Strategico della Metrocity RC all’esame della Cabina di Regia

Nella Sala del Consiglio Metropolitano di Palazzo Alvaro, si è svolto l’incontro della Cabina di Regia del Pnrr, dove è stato esaminato il Piano Strategico della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Molti gli spunti offerti nel corso di un confronto arricchito dalla partecipazione di Luca Bianchi, direttore nazionale della Svimez, Associazione per lo Sviluppo dell’industria del Mezzogiorno, cui è assegnato un ruolo di collaborazione importante nella stesura complessiva del documento di programmazione per come indicato nelle linee di mandato del sindaco Giuseppe Falcomatà.

Il sindaco facente funzioni, Carmelo Versace, insieme al Consigliere delegato Giuseppe Giordano, al Direttore generale, Umberto Nucara, ed al Dirigente del Settore, Pietro Foti, che hanno lavorato fino ad oggi alla stesura della bozza del Piano Strategico, ha posto all’attenzione dei rappresentanti dei vari gruppi d’interesse territoriali i dettagli del documento, sottolineando le ambizioni e le peculiarità emerse nello studio che ha tenuto in considerazione le ampie e variegate potenzialità di un territorio esteso su 97 Comuni e che contempla al suo interno, peculiarità unica tra le Città Metropolitane italiane, un Parco nazionale.

Dall’incontro, molto partecipato e ricco di interessanti spunti, sono nate numerose idee che andranno a completare la stesura definitiva dell’importante strumento di pianificazione, posto a breve al vaglio del Consiglio Metropolitano.

«Il Piano Strategico – ha spiegato Versace – riveste un’importanza fondamentale per lo sviluppo futuro del nostro territorio. L’illustre presenza del Direttore dello Svimez, Luca Bianchi, che ringraziamo per l’attenzione specifica che ha voluto dedicare al nostro territorio, ha sancito, ancora con più forza, l’autorevolezza dell’Ente che, con il sindaco Falcomatà ed il direttore Nucara, ha fortemente voluto il coinvolgimento e la partecipazione dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno in quella che rappresenta una delle fasi strategiche determinanti per la vita delle comunità».

Nel ringraziare il consigliere delegato Giuseppe Giordano per il lavoro svolto, il sindaco facente funzioni ha ribadito «l’intensa attività della macchina politica ed amministrativa della Città Metropolitana che, con dedizione, impegno e sacrificio ha prodotto un documento inclusivo, partecipato e rispettoso delle necessità e delle aspettative del comprensorio, per le quali ancora nel corso dell’odierno incontro sono pervenute interessanti suggestioni».

Per il consigliere Giordano, «il Patto Strategico potrà diventare un vero e proprio Patto sociale». «La sessione odierna della Cabina di regia – ha spiegato il delegato che durante il suo intervento ha ringraziato i Consiglieri Scionti e Marino che, prima di lui, hanno lavorato alla stesura del piano – ha consegnato un ulteriore momento di condivisione e coesione».

«È servito un processo lungo e consapevole – ha continuato – che ha accolto le enormi potenzialità e le tante sollecitazioni del territorio, offrendo appieno quel senso di comunità decisivo per una crescita complessiva delle nostre realtà». Partecipazione, condizione e sinergia sono stati i termini maggiormente utilizzati dal consigliere Giordano per illustrare «un lavoro autorevole e capace di offrire indicazioni che verranno messe a frutto in una prospettiva che ci dovrà vedere, inevitabilmente ed ovviamente, impegnati».

«Quella di oggi – ha concluso – è stata soltanto una tappa. Seguirà, infatti, l’approvazione definitiva del Piano che dovrà orientare lo sviluppo dei prossimi decenni».

Il direttore dello Svimez, Luca Bianchi, ha parlato di «un momento di riflessione molto importante, un capitale di indiscutibile ricchezza, durante il quale abbiamo valorizzato le potenzialità di un territorio che mette insieme diverse potenzialità che riguardano sia i suoi trasporti marittimi sia un tessuto produttivo da ampliare, migliorando la qualità dei servizi».

«Abbiamo di fronte una straordinaria occasione – ha affermato – rappresentata anche dalle risorse del Pnrr. C’è bisogno di mettere insieme i territori e questo odierno è un ottimo esempio di come decine di Comuni collaborino per costruire un piano condiviso ed efficace».

«Adesso – ha concluso il direttore dello Svimez – si deve lavorare e porre all’attenzione nazionale le esigenze di un’area del Mezzogiorno che non aspetta altro d’avere risorse ed opportunità per dare un contributo sostanziale alla crescita del Paese». (rrc)

REGGIO – Pnrr, nuovi fondi del Pnrr per Associazioni e Comuni per il sostegno alle fragilità

Sono in arrivo i primi 21 milioni dei 118 previsti dal primo bando del Pnrr sui Piani urbani integrati e destinati alla Città Metropolitana di Reggio Calabria per la Rigenerazione urbana. Il sindaco f.f. della Metrocity, Carmelo Versace, si è detto «particolarmente felice per un lavoro che inizia a dare i suoi frutti».

Il Consiglio Metropolitano, infatti, ha approvato cinque interventi specifici.

Nel corso del dibattito in aula, infatti, Versace ha ricordato «le attività della cabina di regia che ha visto il coinvolgimento dei 97 Comuni metropolitani». Nel dettaglio, 12 milioni saranno dedicati ad un intervento integrato per la Mobilità del Comune di Reggio Calabria, altri 5 milioni saranno riservati alla rifunzionalizzazione ecosostenibile di immobili esistenti e destinati ai servizi metropolitani, il Settore Innovazione sarà al centro di due misure per la Piattaforma di monitoraggio, controllo e gestione di flussi dati pari a 2 milioni ed un altro milione e mezzo per la Piattaforma digitale del Welfare, mentre un milione interesserà un piano per il settore Pianificazione.

«Oggi – ha detto Versace – veniamo ripagati per la scelta di indire la riunione plenaria dei sindaci dei 97 Comuni che, insieme, hanno scelto sul destino delle proprie comunità». Nel merito, il consigliere Giuseppe Sera ha sottolineato «il rispetto degli obiettivi raggiunti» ed ha espresso un plauso per «le buone prassi politico-amministrative, come la cabina di regia, diventate esempio nazionale». Sera ha, quindi, evidenziato «il metodo di condivisione, concertazione e sinergia istituzionale fra l’Ente sovraordinato e quelli che hanno un territorio specifico da tutelare».

Soddisfazione è stata espressa anche dal consigliere Giuseppe Giordano: «La Città Metropolitana è stata virtuosa nel coordinare le diverse istanze guardando ogni traiettoria possibile utile a sviluppare sinergie ed energie che derivano da un’attività di programmazione e pianificazione che porteranno al prossimo Piano strategico metropolitano».

L’aula “Repaci”, nella seduta odierna, si è confrontata anche su importanti interventi per i settori della Viabilità e delle Politiche sociali. In particolare, è stata votata favorevolmente una variazione in entrata al Bilancio di Previsione 2022-2024, per 3,3 milioni di euro derivanti da fondi dei “Patti per il Sud” che rischiavano di andare persi per inadempienze di alcuni Comuni che non potevano scrivere le obbligazioni giuridicamente vincolanti entro 31 dicembre. La Città Metropolitana, quindi, ha recuperato le somme destinandole a misure di messa in sicurezza di strade lungo le varie dorsali Tirrenica, Centro e Jonica come il tatto della rotatoria di Cinquefrondi, nei pressi di un’area commerciale e teatro di svariati incidenti, la rotatoria di Lumbrichi o le direttrici mare-monti lungo la tratta Bova-Sant’Eufemia d’Aspromonte.

«L’obiettivo – ha spiegato il sindaco facente funzioni Versace – è quello di aumentare il coefficiente di sicurezza attraverso il rifacimento del manto stradale, delle gabbionate, della pulizia delle cunette, del ripristino delle segnaletiche orizzontali e verticali». Sul punto, il consigliere delegato ai Patti per il Sud, Giuseppe Sera, ha sottolineato «il repentino e puntuale intervento della Città Metropolitana volto a scongiurare la perdita di risorse indispensabili per i territori». Per questo motivo, Sera ha ringraziato i settori e, in particolare, gli staff dei dirigenti Pietro Foti e Lorenzo Benestare per «essersi dimostrati pronti a reinvestire le somme».

Via libera, poi, a 5 milioni di euro da destinare a lavori di rifacimento e messa in sicurezza dei segmenti stradali lungo la SP 1 Dir. tra i Comuni di Taurianova-Molochio-Terranova Sappo Minulio e Varapodio, partendo dal tratto prospiciente l’Ospedale di Oppido Mamertina. Il disco verde è arrivato anche per un’altra variazione in entrata al Bilancio pluriennale, pari ad oltre 4 milioni di euro, da riservare al rinnovo del parco rotabile automobilistico utilizzato per lo svolgimento dei servizi di trasporto pubblico locale. Il Consiglio Metropolitano, successivamente, ha approvato l’ingresso operativo di Castore all’interno di Palazzo Alvaro. Alla società “in house”, infatti, sono stati affidati i servizi di pulizie degli immobili della Città Metropolitana. Sul punto, il sindaco facente funzioni Carmelo Versace ha espresso «un grosso in bocca al lupo per questo percorso, già iniziato da un punto di vista formale, che dal primo gennaio diventerà sostanziale».

Infine, spazio alle Politiche sociali con l’approvazione di sei importanti interventi per i quali è stata necessaria una variazione di bilancio per 720 mila euro. In particolare, dopo la relazione del consigliere delegato al Welfare, Domenico Mantegna, sono stati accolti favorevolmente nuovi avvisi pubblici per l’erogazione di sussidi a sostegno delle persone non vedenti, non udenti e/o sordocieche per 120 mila euro (divisi su due diversi bandi), con disturbo dello spettro autistico per 120 mila euro, rivolti agli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti per la selezioni di progetti di utilità sociale da realizzare sul territorio della Città Metropolitana per 40 mila euro, per selezionare proposte in partenariato con Enti del Terzo settore per 180 mila euro ed un avviso destinato ai Comuni rivolto a programmi di utilità sociali per 260 mila euro.

Un plauso è arrivato dal consigliere Sera che ha ringraziato il delegato Mantegna ed il settore per «averci consentito di votare questa delibera». «Qualsiasi euro speso per andare incontro alle persone speciali del territorio – ha aggiunto Sera – va accolto con grande entusiasmo».

Pnrr, il sindaco di Caloveto Mazza: Sono a rischio le opere dei Comuni

Sono a serio rischio le opere dei Comuni per il Pnrr. È la denuncia fatta dal sindaco di Caloveto, Umberto Mazza, nel corso dell’evento dell’Asmel – Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali svoltosi a Napoli.

«Se non interverranno concrete ed urgenti iniziative di solidarietà – ha spiegato il primo cittadino – snellimento e sostegno da parte del Governo centrale ai comuni, soprattutto ai piccoli comuni, per fronteggiare e superare la quantità di passaggi burocratici cui adempiere e la complessità della documentazione da fornire, un binomio spesso maniacale che blocca la messa a terra delle opere già in fase di avanzamento, quella che oggi è ancora una corsa contro il tempo (22 miliardi di euro in gara) rischia di diventare un fallimentare pantano per tutta l’Italia».

Insieme al sindaco Mazza erano presenti anche il vicesindaco Francesco Salatino e gli assessori comunali Vittorio Mazza e Giuseppe Sapia.

Ospitato a Palazzo Caracciolo, a Napoli, all’evento che ha visto l’adesione di più di 4 mila amministratori, oltre il 50% dei territori italiani, hanno preso parte e sono intervenuti, tra gli altri, anche il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri, Giuseppina Castiello ed il sindaco di Benevento e già ministro Clemente Mastella.

Facendo proprio l’appello lanciato dal Sottosegretario Castiello il sindaco ha sottolineato come il rischio che salti tutto è reale, soprattutto nei comuni meridionali, ipotecati da scarsità di risorse economiche ed umane e da una ridotta se non inesistente capacità organizzativa strutturale.

«La nostra amministrazione – ha concluso – sta al momento rispettando le tempistiche e modalità del Pnrr. Lo scenario generale però resta complesso e in assenza di nuove e ulteriori misure di semplificazione e sostegno si mettono a rischio la prosecuzione e i tempi delle attività straordinarie e ordinarie programmate». (rrm)

Occhiuto: Il presidente Meloni prenda in mano il dossier su Rigassificatore di Gioia Tauro

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha invitato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, a prendere in mano il dossier sul Rigassificatore di Gioia Tauro.

«Ne sto parlando da un anno, da prima che scoppiasse la crisi energetica. E lo faccio anche perché connessa al processo di rigassificazione c’è la realizzazione della piastra del freddo, che serve anche per surgelare i prodotti agroalimentari», ha detto Occhiuto, nel suo intervento a Focus Economia su Radio 24.

«Questo rigassificatore sarebbe uno dei più grandi in Europa – ha ribadito – avrebbe un’enorme piastra del freddo che consentirebbe di ospitare, a ridosso del porto di Gioia Tauro, che è diventato il primo porto d’Italia, un grande distretto dell’agroindustria per fare in modo che si possano insediare delle imprese, in una Regione come la mia che ha grande necessità di un piano di attrazione degli investimenti. Abbiamo fatto anche partire l’intermodalità: ora da Gioia Tauro partono treni per Nola, Bari, Padova e Bologna».

«L’obiettivo – ha proseguito – è quello di far scaricar le merci e farle lavorare. Devo ringraziare Minenna, il direttore dell’Agenzie delle Dogane, per l’istituzione del corridoio doganale. Per cui, sostanzialmente, chi sbarca le merci a Gioia Tauro può trasportarle via treno sdoganando dove meglio ritiene. Quindi, di fatto, è un’attività che abbiamo già fatto partire. Sul rigassificatore trovo assurdo che qualcuno dica che questa opera possa ancora attendere».

«Il rigassificatore non serve solo a produrre energia – ha spiegato ancora – ma servirebbe al nostro Paese per acquisire potere strategico e negoziale. Stiamo passando da un contesto in cui eravamo dipendenti dalla Russia a un altro nel quale rischiamo di dipendere da altri Paesi che non mi pare abbiano governi più affidabili».

Per quanto riguarda il Pnrr, Occhiuto ha espresso preoccupazione, «perché governo una Regione nella quale c’è una scarsissima capacità amministrativa».

«Peraltro i protagonisti del Pnrr sono soprattutto i Comuni – ha ricordato – tra cui molti in Calabria sono in dissesto o predissesto e non hanno spesso il segretario generale o il capo dell’ufficio tecnico, quindi hanno difficoltà a eseguire i progetti e realizzarli nei tempi previsti».

«È evidente che c’è un problema strutturale – ha continuato –. Ho sempre detto che ci si è concentrati molto sulle risorse di questo Piano ma non sulle riforme, che servono per fare effettivamente spesa. È come se l’Europa avesse riempito i vagoni di tanti investimenti, tra cui una buona parte a prestito, e noi non avessimo costruito i binari sui quali farli correre. Il problema non è solo legato alle risorse umane dei Comuni o delle Regioni, il tema è mettere le strutture dello Stato al servizio di tali enti, talvolta per sostituirsi nella progettazione degli interventi. Penso ad esempio a Cassa Depositi e Prestiti che non dovrebbe limitarsi a dare assistenza tecnica alle Regioni ma potrebbe fare anche i progetti al posto dei Comuni sulla base delle indicazioni previste».

«Agli enti interessa che si facciano le opere, chi le esegue è meno rilevante – ha concluso – l’importante è portarle a compimento. Bisogna quindi mettere in atto procedure straordinarie anche facendo valere principi di sussidiarietà nel rapporto tra amministrazioni». (rrm)

Pnrr, Nesci (Fdi): Commissione Ue tenga conto delle esigenze degli Stati membri

L’eurodeputato di Fratelli d’ItaliaDenis Nesci, ha chiesto che la Commissione Europea tenga conto delle esigenze degli Stati membri per quanto riguarda il Pnrr.

Nesci, infatti, è intervenuto in commissione congiunta Econ / Empl a Strasburgo durante l’audizione dei tre Commissari europei Valdis Dombrovskis, Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit al Parlamento europeo.

«La Commissione europea ha ribadito che il Pnrr – ha spiegato – si può modificare soltanto per quanto riguarda parametri molto stringenti, e che rinvii sulle scadenze temporali ‘non sono possibili dal punto di vista tecnico, politico e legale’, ma questo approccio non tiene conto dell’esigenza di alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, di ridiscutere determinate linee d’intervento del Pnrr».

«Infatti, i costi delle materie prime sono spropositamente aumentati rispetto alla stesura del Piano – ha concluso – e, dunque, dal punto di vista delle scadenze temporali, oltre alla necessità di rivedere gli obiettivi intermedi, sarebbe doveroso ragionare sulla possibilità di prolungare i progetti previsti, oltre il 2026». (rrm)

Occhiuto: Le Regioni siano coinvolte nella fase dell’attuazione del Pnrr

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha chiesto che le Regioni siano coinvolte nella fase dell’attuazione del Pnrr. Nel suo intervento a Start di TgSky24, il Governatore ha evidenziato come le «Regioni non sono state protagoniste della stesura del Pnrr e non lo sono nemmeno ora nella fase di gestione e di attuazione: molte volte fanno semplicemente gli aggregatori di iniziative che però vedono beneficiari i Comuni».

«Un presidente di Regione dovrebbe avere una visione dello sviluppo complessivo del suo territorio, e questa visione la dovrebbe realizzare attraverso le risorse, nel nostro caso, del fondo di sviluppo e coesione, ma soprattutto del Pnrr. Quindi, non coinvolgere i governatori forse è stato un errore», ha detto il Governatore, spiegando che «la situazione in Calabria rispetto al Piano nazionale di ripresa e resilienza è, più o meno, quella che c’è in tutte le Regioni: il blocco dei cantieri dovuto al caro energia e al caro materie prime. Questa è una circostanza che l’Europa deve approfondire».

«Il Pnrr – ha spiegato – è stato preparato prima della guerra, prima del caro materie prime. Adesso l’Europa deve avere la capacità di reagire con immediatezza alle sfide che ha davanti. Sono perciò contento che queste richieste che il presidente Meloni ha fatto, di maggiore flessibilità nella spesa o nei tempi di realizzazione degli interventi del Pnrr – che molti in Italia affermavano fossero impossibili a farsi, come se il Pnrr nelle sue regole fosse un dogma -, ora siano condivise da altri Paesi europei. Quindi, una volta tanto, l’Italia riesce a mettersi alla guida anche in Europa di processi che fanno migliorare le decisioni che l’Ue deve prendere».

«Noi non avremmo potuto superare la pandemia senza l’aiuto delle istituzioni europee – ha proseguito – non avremmo rimesso in moto l’economia dell’Unione senza un atteggiamento diverso da parte delle istituzioni europee rispetto a quello che avevamo conosciuto negli anni precedenti la pandemia. L’Europa ha recuperato credibilità, non deve perderla ora, non deve ritornare ad essere l’Europa intransigente e lontana dai temi che riguardano lo sviluppo. Credo che affermare queste necessità, e farlo con decisione e rispetto delle istituzioni europee come ha fatto il nostro premier, fa bene all’Ue oltre che all’Italia».

Sul tema dei migranti, Occhiuto ha spiegato che la Calabria «ha già accolto in questo anno 17mila migranti. L’abbiamo fatto senza mai protestare, creando un rapporto improntato alla leale collaborazione con le Prefetture e con i sindaci. La Calabria ha dimostrato di essere una Regione accogliente, peró il peso di questa emergenza non può essere lasciato soltanto all’Italia»

«I migranti arrivano da Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – ha spiegato ancora – che appartengono ad un continente, l’Africa, che nei prossimi decenni moltiplicherà per due la sua popolazione, per cui questi flussi sono destinati a crescere. Allora, o l’Europa si pone nella condizione di governare insieme questo processo, oppure dimostra di non avere contezza di quello che sarà da qui a qualche tempo questo fenomeno. Peraltro il Mediterraneo sta diventando centrale nell’agenda dell’Europa, anche in quella economica. Noi stiamo comprando l’energia dal Mediterraneo, con questi Paesi dovremmo anche intensificare i rapporti commerciali perché avranno tassi d’incremento del Pil segnatamente superiori a quelli delle economie europee».

«Allora, vivere passivamente questo problema lasciando che prevalgano gli egoismi nazionali credo sia sbagliato – ha continuato –. Devo dire che il presidente Meloni sta facendo un buon lavoro in Europa. Ricordiamoci che prima che si insediasse questo governo qualcuno in Italia, che non vuole bene al nostro Paese, rappresentava in Europa un’idea sbagliata del governo e del presidente Meloni, come se si trattasse di un esecutivo di estrema destra, nemico dell’Unione europea. Il presidente Meloni sta dimostrando di avere rispetto dell’Europa e anche di non avere nessuna soggezione, nessun complesso di inferiorità. È così che l’Italia deve rappresentarsi in Europa».

Per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza, il presidente della Regione ha evidenziato che in Calabria ci sono 240 mila percettori.

«Considero questa misura giusta nella parte che riguarda la necessità di affrontare il tema della povertà – ha spiegato – ma è sbagliatissima in quella parte che affronta le politiche attive del lavoro. Si è trattato di un clamoroso errore dei 5 Stelle. A un errore si ripara con una soluzione che sia davvero efficace e funzionante. Se ci si limita a cancellare l’errore senza proporre una soluzione alternativa, si rischia di commettere un errore ancora peggiore del precedente».

«Nel nostro Paese, e a maggior ragione nel Meridione – ha proseguito – c’è un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, anche perché non funzionano bene i Centri per l’impiego. Secondo me si tratta di istituti che peraltro scontano il fatto di essere stati pensati in epoche diverse da quella attuale. Ormai un’azienda che cerca un dipendente o un collaboratore lo fa in maniera differente da come avveniva tradizionalmente. Nell’era delle grandi tecnologie, i Centri per l’impiego forse dovrebbero non essere luoghi fisici ma addirittura delle App che i singoli imprenditori potrebbero utilizzare. Noi abbiamo un sistema del mercato del lavoro che dovrebbe incrociare domanda e offerta, ma che non funziona da anni. Se prima quindi non poniamo il mercato del lavoro nella condizione di funzionare, riformandolo, e non interveniamo nella formazione dei disoccupati, non ne usciremo».

«Suppongo che sia difficile per un disoccupato in Calabria, in Campania o in Sicilia – ha concluso – trovare un lavoro in sei o otto mesi, per cui se si toglie il reddito di cittadinanza senza aver realizzato prima efficacemente la riforma del mercato del lavoro, credo che si cancelli un errore, ma non si trovi una soluzione. Mi auguro che in questo senso ci sia un approfondimento da parte del governo». (rrm)

Il presidente Occhiuto: Su Autonomia differenziata la bussola è la Costituzione

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha dichiarato che la bussola per l’autonomia differenziata è la Costituzione.

Occhiuto, nel suo intervento a Radio 1, ha detto di aver apprezzato l’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «che ha sottolineato che la bussola è la Costituzione, nella quale è previsto che i diritti vadano riconosciuti con uniformità su tutto il territorio del Paese, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Treviso».

«Purtroppo così non è – ha aggiunto – perché per anni questi diritti sono stati finanziati, non secondo i fabbisogni ma con il criterio ingiusto della spesa storica. Faccio un esempio: se per ipotesi Crotone spende 100mila euro per gli asili nido e Treviso un milione, perché ha più capacità fiscale, l’anno seguente, quando c’è un incremento sul fondo per gli asili nido del 10%, Crotone avrà 10mila euro in più, mentre Treviso ne avrà 100mila».

«Bisogna passare – ha evidenziato – dalla spesa storica ai fabbisogni proprio perché questo lo prevede la Costituzione. E poi bisogna far lavorare la perequazione, che non ha mai funzionato, e anche questa parte è contenuta nella Costituzione, all’articolo 119. Ecco, se si rispettano questi criteri, si può anche andare avanti con l’autonomia differenziata».

Per quanto riguarda il Pnrr, il Governatore ha sottolineato che «meriterebbe di essere aggiornato», in quanto «è stato fatto prima che scoppiasse la guerra e prima dell’aumento dei prezzi delle materie prime».

«Con questo aumento – ha evidenziato – e la difficoltà che hanno oggi i cantieri, per lo più bloccati, è difficile che si realizzino le opere e si raggiungano i target previsti. L’Europa dovrebbe convincersi del fatto che un minimo di flessibilità dovuta alle circostanze che hanno determinato l’aumento dei prezzi è assolutamente necessaria».

Per quanto riguarda la manovra, Occhiuto ha ricordato che «la Banca d’Italia ha espresso un parere largamente positivo sulla manovra, forse ci si è concentrati su un aspetto che secondo me è di dettaglio, cioè la soglia del contante».

«La manovra mette in equilibrio i conti del Paese e la Banca d’Italia dà un giudizio sostanzialmente positivo – ha continuato –. Ma è chiaro, questo è il primo governo, dopo tanti anni, che ha una maggioranza politica, per cui ogni volta che c’è un elemento che può indurre polemica, questo elemento viene in qualche modo ingigantito».

«Rispetto alla soglia del contante – ha concluso – la Banca d’Italia fa il suo lavoro, ma il governo deve fare altrettanto, anzi, deve contemperare due esigenze: la prima è la lotta all’evasione, che è sacrosanta, e va combattuta in ogni modo; la seconda, invece, è la libertà da parte dei cittadini di spendere i soldi che guadagnano nel modo in cui meglio preferiscono. La Banca d’Italia non ha il compito di occuparsi di questa seconda questione, anche se è normale che faccia le eccezioni che ritenga opportuno. Ad ogni modo, si tratta di una norma di dettaglio che il Parlamento può migliorare nel testo definitivo». (rrm)

 

Occhiuto: Il Governo dica all’Ue che servono modifiche al Pnrr

«Servono modifiche al Pnrr e il Governo lo dica alla Ue». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a margine de “L’Italia delle Regioni”, il primo Festival delle Regioni e delle Province Autonome, in corso a Milano.

«Stiamo dibattendo molto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza – ha spiegato – e siamo molto preoccupati che l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime stia bloccando moltissime attività previste dal Pnrr. Confidiamo che il governo sappia rappresentare questa circostanza in Europa».

«Quello che sta accadendo, dovuto al fatto che il Pnrr è stato pensato prima della guerra e prima dell’aumento dei costi – ha evidenziato – dovrebbe indurre a qualche modifica: o si riducono le opere oppure si tiene conto dell’aumentato costo per la realizzazione dei diversi progetti e delle diverse attività previsti».

Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, Occhiuto ha detto di non aver «alcun pregiudizio». Governo una Regione del Sud e, in più di un’occasione, ho rappresentato al ministro Calderoli che alcune materie possono essere importanti come asset di sviluppo per le Regioni del Mezzogiorno».

«Penso, ad esempio, all’energia – ha spiegato –. La mia Regione produce il 42% dell’energia da fonti rinnovabili, la Lombardia e il Veneto ne producono tra il 13 e il 16%. Se a queste fonti aggiungiamo quelle non fossili, come l’idroelettrico, nella mia Regione si produce più energia di quella che si consuma. Se l’autonomia differenzia partisse dall’energia ciò sarebbe un’opportunità per la Calabria».

«Penso però che ciò che è contenuto nel Titolo V della Costituzione e che Calderoli vuole giustamente attuare – ha concluso – è il primo valore dell’autonomia differenziata; poi c’è un altro valore che riguarda i diritti sociali e civili che la nostra Carta stabilisce, e che devono esser applicati con uniformità su tutto il territorio nazionale; e infine c’è il terzo valore, che è quello della perequazione infrastrutturale: articolo 119 della Costituzione. Se il treno corre velocemente, perché il macchinista Calderoli vuole portare al traguardo il vagone dell’autonomia differenziata, io sono contento, perché penso che anche gli altri due vagoni – diritti e perequazione – arriveranno di pari passo». (rrm)