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Il presidente Occhiuto: Il rigassificatore di Gioia Tauro di grande interesse per il Governo

Occhiuto: Il presidente Meloni prenda in mano il dossier su Rigassificatore di Gioia Tauro

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha invitato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, a prendere in mano il dossier sul Rigassificatore di Gioia Tauro.

«Ne sto parlando da un anno, da prima che scoppiasse la crisi energetica. E lo faccio anche perché connessa al processo di rigassificazione c’è la realizzazione della piastra del freddo, che serve anche per surgelare i prodotti agroalimentari», ha detto Occhiuto, nel suo intervento a Focus Economia su Radio 24.

«Questo rigassificatore sarebbe uno dei più grandi in Europa – ha ribadito – avrebbe un’enorme piastra del freddo che consentirebbe di ospitare, a ridosso del porto di Gioia Tauro, che è diventato il primo porto d’Italia, un grande distretto dell’agroindustria per fare in modo che si possano insediare delle imprese, in una Regione come la mia che ha grande necessità di un piano di attrazione degli investimenti. Abbiamo fatto anche partire l’intermodalità: ora da Gioia Tauro partono treni per Nola, Bari, Padova e Bologna».

«L’obiettivo – ha proseguito – è quello di far scaricar le merci e farle lavorare. Devo ringraziare Minenna, il direttore dell’Agenzie delle Dogane, per l’istituzione del corridoio doganale. Per cui, sostanzialmente, chi sbarca le merci a Gioia Tauro può trasportarle via treno sdoganando dove meglio ritiene. Quindi, di fatto, è un’attività che abbiamo già fatto partire. Sul rigassificatore trovo assurdo che qualcuno dica che questa opera possa ancora attendere».

«Il rigassificatore non serve solo a produrre energia – ha spiegato ancora – ma servirebbe al nostro Paese per acquisire potere strategico e negoziale. Stiamo passando da un contesto in cui eravamo dipendenti dalla Russia a un altro nel quale rischiamo di dipendere da altri Paesi che non mi pare abbiano governi più affidabili».

Per quanto riguarda il Pnrr, Occhiuto ha espresso preoccupazione, «perché governo una Regione nella quale c’è una scarsissima capacità amministrativa».

«Peraltro i protagonisti del Pnrr sono soprattutto i Comuni – ha ricordato – tra cui molti in Calabria sono in dissesto o predissesto e non hanno spesso il segretario generale o il capo dell’ufficio tecnico, quindi hanno difficoltà a eseguire i progetti e realizzarli nei tempi previsti».

«È evidente che c’è un problema strutturale – ha continuato –. Ho sempre detto che ci si è concentrati molto sulle risorse di questo Piano ma non sulle riforme, che servono per fare effettivamente spesa. È come se l’Europa avesse riempito i vagoni di tanti investimenti, tra cui una buona parte a prestito, e noi non avessimo costruito i binari sui quali farli correre. Il problema non è solo legato alle risorse umane dei Comuni o delle Regioni, il tema è mettere le strutture dello Stato al servizio di tali enti, talvolta per sostituirsi nella progettazione degli interventi. Penso ad esempio a Cassa Depositi e Prestiti che non dovrebbe limitarsi a dare assistenza tecnica alle Regioni ma potrebbe fare anche i progetti al posto dei Comuni sulla base delle indicazioni previste».

«Agli enti interessa che si facciano le opere, chi le esegue è meno rilevante – ha concluso – l’importante è portarle a compimento. Bisogna quindi mettere in atto procedure straordinarie anche facendo valere principi di sussidiarietà nel rapporto tra amministrazioni». (rrm)