L’Unical protagonista del Pnrr con 18 progetti di innovazione e ricerca

L’Università della Calabria si è aggiudicata 18 progetti di innovazione e ricerca, per un totale di oltre 90 milioni di euro di finanziamenti, cogliendo in pieno la sfida del Pnrr, con ambiziosi progetti che perseguono gli obiettivi della transizione ecologica, dell’innovazione digitale, della ripresa dell’economia e che sono risultati vincitori di bandi altamente competitivi.

«Il Pnrr è l’occasione del rilancio per il Paese e per la Calabria. Una vera e propria “chiamata alle armi”, a cui l’Unical ha risposto da subito, consapevole di poter offrire un patrimonio enorme di competenze, studi, ricerche – ha dichiarato il Rettore Nicola Leone –. I risultati attesi sono importanti. Da un lato, penso ad esempio ai partenariati estesi, c’è l’opportunità, grazie ai fondi messi in campo e alla possibilità di fare rete tra università e centri di ricerca, di raggiungere nuovi traguardi nella ricerca di base e segnare importanti passi avanti nell’innovazione e nella conoscenza».

«Dall’altro, ci sarà un impatto significativo sul territorio – ha aggiunto – grazie ai bandi a cascata e alle assunzioni previste. Senza dimenticare tutta la parte di ricerca applicativa e trasferimento tecnologico: sia nell’ambito dell’ecosistema Tech4you che degli accordi con il Ministero dello Sviluppo Economico è prevista la realizzazione di progetti pilota che, in caso di successo, potranno poi passare alla scala industriale. Per la Calabria e per il Mezzogiorno, insomma, è un’occasione preziosa. L’Università, però, da sola non basta. Per realizzare a pieno sul territorio gli obiettivi di sviluppo del Pnrr, è necessario che anche la politica faccia la sua parte, adottando e finalizzando i risultati dei progetti strategici e garantendo un miglioramento di infrastrutture e servizi pubblici».

I progetti

Tech4You

Contrastare i cambiamenti climatici per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Questo è l’obiettivo del progetto, che mette in rete le migliori competenze ed energie delle università e dei centri di ricerca di Calabria e Basilicata per riscattare due territori fragili e storicamente in ritardo. L’ecosistema svilupperà tecnologie innovative in ambito energetico, ambientale, agro-alimentare, culturale e informatico. Il costo complessivo è di 122 milioni di euro, i fondi Pnrr concessi 119 milioni (quasi il massimo assegnabile). Prevista l’assunzione di 163 ricercatori a tempo determinato e l’attivazione di 113 posti di dottorato industriale. L’Unical, che sarà sede dell’hub, potrà contare su un budget di circa 36 milioni di euro e ne investirà oltre 9 in bandi a cascata, che moltiplicheranno sul territorio il raggio d’azione del finanziamento a beneficio di piccole e medie imprese.

Partenariati estesi 

L’Unical è presente in 6 dei 14 progetti del Paese che sono stati selezionati dal Mur per passare alla fase negoziale del bando sui partenariati. In due di questi – relativi alle aree ‘intelligenza artificiale’ e ‘cybersecurity’ – Unical sarà uno spoke nazionale, con un ruolo primario quindi di organizzazione e coordinamento delle attività di ricerca. L’ateneo è poi coinvolto come partner nel progetto selezionato sulla tematica “Conseguenze e sfide dell’invecchiamento”.

Ad altri tre partenariati, infine, l’Unical partecipa con il coinvolgimento diretto di suoi ricercatori, che opereranno “in convenzione” presso atenei sedi di spoke.

Il budget totale assegnato all’Unical è di quasi 37 milioni di euro.

Ricerca sull’idrogeno

L’Unical è in prima linea nel settore di ricerca sull’idrogeno ed è impegnata in tre progetti finanziati con fondi Pnrr. In uno di questi è capofila nazionale: la proposta, NoMaH (Novel Materials for Hydrogen Storage), è risultata la prima nella sua graduatoria e ha ottenuto un finanziamento complessivo di oltre 3 milioni di euro. L’obiettivo è quello di sviluppare nuove soluzioni tecnologiche per lo stoccaggio dell’idrogeno e il budget assegnato all’Unical è pari a 850mila euro. Il secondo progetto, Mecca, vede come capofila Messina e l’Unical in ruolo di partner con un finanziamento di 650mila euro. Il terzo, SmartHydrogrid, vede Unical partner con una quota finanziata di circa 750mila euro.

Centro nazionale di supercalcolo

L’Unical è coinvolta nel Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing che, proposto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, conta 51 membri fondatori distribuiti su tutto il territorio nazionale e gode di un finanziamento complessivo pari a circa 400 milioni di euro. L’Unical opererà come affiliato, con un budget di circa 3 milioni di euro, e siede inoltre nel Consiglio d’Amministrazione con il prorettore Francesco Scarcello.

Accordi innovazione Mise

Approvati e finanziati anche cinque accordi per l’innovazione con il ministero per lo Sviluppo economico, che vedono l’università lavorare in partnership con altrettante imprese. Il budget totale assegnato all’Unical è pari a 6 milioni e mezzo.

L’ateneo è inoltre in corsa al momento con altri quattro progetti, nell’ambito di tematiche ambientali, della medicina innovativa e dell’energia.

Piano operativo salute

In aggiunta alle iniziative più strettamente legate al Pnrr, l’ateneo è risultato anche vincitore in tre progetti presentati nell’ambito del Piano operativo salute (finanziato dal Fondo per lo sviluppo e coesione 2014-2020), in due dei quali funge da capofila. Il primo, denominato “Radioamica”, svilupperà modelli diagnostici sofisticati ed avanzati per la radiogenomica. Il secondo, “Fa.Per.M.E”, si propone di stabilire in Calabria una rete per la medicina di precisione che permetta di fornire una diagnostica personalizzata. Il budget Unical per i due progetti ammonta a circa 3 milioni.

L’ateneo è inoltre partner del progetto Cal.hub.ria (CALabria Hub per Ricerca innovativa ed avanzata), finanziato sempre nell’ambito del Pos. L’Unical potrà contare su un finanziamento di 4 milioni e mezzo di euro.

Edilizia universitaria

Grandi investimenti dell’ateneo calabrese anche in campo di edilizia universitaria: ristrutturazioni ed efficientamenti energetici, residenze degli studenti, moderne aule multimediali per l’apprendimento cooperativo, nuove strutture sportive ed impianti di videosorveglianza. Sono già stati approvati 9 progetti, per un importo di oltre 17 milioni di euro, e presentati ulteriori 11 progetti per 35 milioni. (rcs)

RENDE (CS) – Dal Pnrr 715 mln per i percorsi di autonomia per disabili

Sono 715 milioni di euro la somma stanziata dal Pnrr e di cui è beneficiario il Comune di Rede per realizzare percorsi di autonomia per i disabili.

«Lo scorso luglio abbiamo presentato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali la proposta progettuale relativa all’ investimento 1.2 “Percorso di Autonomia per persone con Disabilità” ammessa a finanziamento per un valore totale di 715.000,00, euro per la realizzazione di due soluzioni alloggiative entrambe dotate di “Ambient Assisted Living”. Il progetto prevede il coinvolgimento di dodici persone con disabilità che intendono avviare una esperienza di vita Indipendente (in coerenza con l’art. 19 della Convenzione delle Nazioni Unite)», ha spiegato Annamaria Artese, assessore alle politiche sociali di Rende, comune capofila del Distretto formato dalle municipalità di Castiglione Cosentino, Castrolibero, Marano Marchesato, Marano Principato, Rose, San Fili, San Pietro in Guarano e San Vincenzo la Costa.

«Questo risultato è frutto del lavoro sinergico che in questi anni hanno svolto i nostri comuni – ha sottolineato il sindaco Marcello Manna –. Il nostro distretto è modello virtuoso che più volte ha dimostrato come il connubio tra buone pratiche e capacità e competenze innovative in tema di welfare ripaghi».

Per il rafforzamento dei percorsi di autonomia per le persone con disabilità: «obiettivo principale della proposta progettuale sarà il miglioramento della qualità della vita di persone con diversamente abili nella dimensione dell’autonomia abitativa e del rafforzamento delle capacità per la vita autonoma, perseguendo l’inclusione sociale e lavorativa dei beneficiari», ha proseguito Artese.

Le aree di intervento saranno: casa, lavoro e rete sociale. Le persone coinvolte verranno infatti supportate per l’avvio dell’esperienza abitativa indipendente dalla famiglia d’origine evitando percorsi istituzionalizzanti. L’intervento oltre all’autonomia abitativa mira, al contempo, alla formazione/all’orientamento e all’inserimento lavorativo costruendo progetti individualizzati di vita indipendente.

«Si tratta di un progetto sperimentale e innovativo volto a contrastare il fenomeno dell’istituzionalizzazione e dell’isolamento sociale che promuove un processo di empowerment di comunità, di sensibilizzazione e di advocacy per un sistema di Welfare Generativo», ha concluso l’assessore alle politiche sociali di Rende. (rcs)

VIBO VALENTIA – Due nuovi asili nido finanziati dal PNRR

Due nuovi asili nido a Vibo Valentia, finanziati con le risorse del PNRR. Il Comune è stato ammesso al finanziamento sulla base di due progetti risultanti vincenti. Soddisfatta la sindaca Maria Limardo che valuta questa vittoria come «Atto tangibile della nostra attenzione verso le nuove generazioni».

«È con grandissima felicità – ha detto la sindaca Limardo – che voglio comunicare ai cittadini vibonesi una notizia che auspicavamo e aspettavamo con trepidazione, e che ora è finalmente arrivata: il Comune di Vibo Valentia ha ottenuto due finanziamenti per la realizzazione di due nuovi asili nido». È tanta la soddisfazione nelle parole del sindaco Maria Limardo nell’annunciare che Palazzo Luigi Razza è stato ammesso al finanziamento di due progetti del valore di 1 milione e 440mila euro ciascuno, per un totale di quasi tre milioni di euro messi a disposizione dal PNRR tramite un avviso pubblico della Regione Calabria.
La graduatoria è stata appena pubblicata ed il Comune di Vibo vi è rientrato, come detto, con due dei tre progetti presentati. Il terzo è al momento ammesso con riserva. Nello specifico, gli interventi finanziati sono quelli che prevedono la creazione di un asilo nido a Vibo Marina (1.440.000 euro), con 40 nuovi posti per bambini nella fascia di età 3-36 mesi; e di un asilo nido in viale della Pace a Vibo Valentia, di pari importo, ma con la previsione di 50 nuovi posti per bambini di fascia 3-36 mesi. Il terzo progetto, ammesso con riserva, prevede invece un investimento di 2,5 milioni di euro
con la creazione di 60 nuovi posti per fasce di età 24-36 mesi da realizzarsi nel quartiere Moderata Durant.
«Non appena se ne è presentata la possibilità, nello scorso mese di marzo – spiega il primo cittadino – non abbiamo esitato ad approntare i progetti necessari per partecipare all’avviso pubblico. Un’occasione enorme per la nostra città e le sue frazioni, una di quelle che un ente gestito in maniera attenta non può lasciarsi sfuggire».
Le due nuove strutture per l’infanzia si aggiungeranno quindi a quella già esistente in viale Accademie vibonesi. «Si tratta di servizi che rivestono un’importanza straordinaria nell’economia delle giovani famiglie vibonesi, in una terra come la nostra in cui spesso determinate opportunità mancano. Creare due nuovi asili nido, dei quali uno a Vibo Marina – aggiunge Maria Limardo – è una dimostrazione tangibile dell’attenzione che questa amministrazione ripone verso le giovani generazioni e soprattutto le giovani coppie e le donne lavoratrici. Il nostro lavoro su questo fronte sarà incessante, perché siamo consapevoli che la splendida Vibo del domani la dobbiamo costruire pezzo per pezzo, con il lavoro duro e serio che stiamo portando avanti oggi, tutti insieme, amministrazione e cittadini». (rvv)

 

Ecosistema dell’Innovazione, all’Unical ad agosto si presenta il progetto “Tech4You”

Il 2 agosto, all’Università della Calabria, nell’aula Magna, sarà presentato il progetto Tech4You (Technologies for climate change adaptation and quality of life improvement), il progetto di ecosistema dell’innovazione di Calabria e Basilicata vincitore del bando del ministero dell’Università e della ricerca, su fondi del Pnrr.

La proposta dell’Unical, che è il secondo migliore in Italia, è al primo posto assoluto sia per quanto riguarda gli obiettivi e la qualità scientifica del programma di ricerca, che per l’impatto atteso sul territorio, e tra le sole quattro approvate al Sud.

Si tratta di un progetto di grande impatto, a cui il ministero ha assegnato 119 milioni di euro sui 120 massimi concedibili. Tech4You impegnerà oltre 850 docenti e ricercatori e prevede il reclutamento di nuovo personale: 163 ricercatori a tempo determinato e 113 posti di dottorato industriale.

Tech4You sarà organizzato con una struttura divisa in hub, dedicati ad attività di gestione e coordinamento, e sei spoke dedicati alla ricerca, tutti orientati a rispondere alla sfida del cambiamento climatico. Saranno sviluppate tecnologie per gestire i rischi naturali, per ridurre il consumo energetico e salvare la biodiversità, per una filiera alimentare e forestale sostenibile, per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale, per un’alimentazione più sana, per una trasformazione digitale che renda più innovative le comunità locali.

Saranno i referenti degli spoke a presentare nel dettaglio le attività di ricerca progettate per il raggiungimento degli obiettivi dell’ecosistema, ovvero la creazione di opportunità di sviluppo socio-economico in grado di determinare nuova occupazione e rafforzare la resilienza delle comunità coinvolte.

L’evento prevede gli interventi dei rettori di Calabria e Basilicata, della presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza, del docente Unical che ha coordinato la stesura del progetto Tech4You, Maurizio Muzzupappa, del presidente del Cda dell’hub, Roberto Musmanno. Le conclusioni saranno affidate ai presidenti Vito Bardi, della Regione Basilicata, e Roberto Occhiuto, della Regione Calabria. Modera l’incontro la giornalista Manuela Iatì, già corrispondente Sky Tg24 e collaboratrice di testate nazionali. Saranno presenti i rappresentanti delle istituzioni, del mondo produttivo e del terzo settore delle due regioni. (rcs)

Ricerca sull’idrogeno, l’Unical prima nel bando del ministero della Transizione ecologica

L’Università della Calabria si è classificata prima al bando del ministero della Transizione ecologica per la ricerca sull’idrogeno, con il progetto NoMaH (Novel Materials for Hydrogen Storage), nell’ambito del Pnrr.

La proposta è risultata prima in graduatoria tra le proposte ammesse a finanziamento che riguardano l’area tematica delle “Tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto dell’idrogeno e la sua trasformazione in derivati ed e-fuels”. A pari merito nella graduatoria generale, il progetto Mecca sulla tematica “Produzione di idrogeno clean e green”, presentato dall’Università di Messina come capofila, con Unical soggetto partner.

La call del ministero finanzia progetti di organismi di ricerca pubblici (enti e università) sviluppati dalle imprese.

L’obiettivo principale del progetto NoMaH è quello di stimolare la produzione e il consumo di idrogeno attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche per il suo stoccaggio. NoMaH intende rispondere alle reali esigenze energetiche dei piccoli distretti produttivi e delle “comunità energetiche”, associazioni tra cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese che puntano alla produzione di energia “a chilometro zero”.

La ricerca sull’idrogeno è fondamentale anche per perseguire la decarbonizzazione e, nel mutato contesto geopolitico, contribuire a raggiungere l’indipendenza energetica e accelerare la transizione ecologica. Per quanto riguarda l’idrogeno, il gap tra le tecnologie esistenti per il suo accumulo e i requisiti di sicurezza, flessibilità, compattezza e sostenibilità ambientale richiesti per il suo utilizzo è ancora enorme. Al fine di ridurlo, nell’ambito del progetto NoMaH verrà adottato un approccio multidisciplinare che, coniugando le conoscenze dei partner nel campo della scienza dei materiali e dell’ingegneria, permetterà di sviluppare nuovi materiali e dispositivi attraverso cui si potranno realizzare sistemi ibridi di accumulo di piccola e media dimensione, in grado di operare in condizioni tali da rendere minimi i costi energetici e i problemi legati alla sicurezza del loro utilizzo.

«La nostra idea – ha commentato Raffaele Agostino, docente del dipartimento di Fisica dell’Unical e responsabile scientifico del progetto – è quella di favorire e stimolare la produzione di sistemi modulari a basso costo e a bassa emissione di gas ad effetto serra, integrabili con diversi sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili, in una logica di piena sostenibilità ambientale. Solo così potremo contribuire a una larga diffusione delle tecnologie tipiche dell’economia dell’idrogeno, favorendo la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e fornendo un deciso impulso verso un uso pieno delle fonti rinnovabili».

Lo studio dei nuovi materiali e composti per l’accumulo di idrogeno verrà svolto dal gruppo di ricerca del laboratorio “Superfici e energia” del dipartimento di Fisica e dal gruppo di ricerca CECaSP_Lab del dipartimento di Ingegneria dell’ambiente dell’Università della Calabria. Al laboratorio DeltaH sono affidate le prove di accumulo su serbatoi di volume fino a qualche decina di litri.

Le università partner del progetto sono: il Politecnico di Torino (tramite il centro interdipartimentale sull’energia e il dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia); il Politecnico di Bari; Alma Mater Studiorum di Bologna (tramite il gruppo di Sistemi e macchine per l’energia e l’ambiente del dipartimento di Ingegneria industriale e i dipartimenti di Chimica e di Fisica e astronomia).

Alle attività di ricerca e sviluppo parteciperà Rina Consulting – Centro Sviluppo Materiali Spa., ramo di consulenza di ingegneria di Rina, gruppo multinazionale nel settore Trasporti & infrastrutture, con sede a Genova, per quanto riguarda lo studio e le analisi dei sistemi di stoccaggio, con particolare riferimento ai materiali e ai dispositivi di contenimento dei materiali di accumulo, nonché per la verifica della funzionalità di un sistema di interesse per il progetto.

L’importo finanziato è pari a 3.128.012,47 euro su una dotazione complessiva del bando di 20 milioni di euro riservati agli enti di ricerca pubblici, di cui il 40 per cento a quelli delle regioni del meridione.

Il progetto Mecca, che ha ottenuto 3 milioni di euro, intende sintetizzare tramite una tecnologia innovativa di cracking del biometano, idrogeno verde in modo competitivo sia in termini di costo che di carbon footprint (letteralmente, “impronta di carbonio” che permette di determinare gli impatti ambientali che le attività antropiche hanno sul cambiamento climatico) rispetto all’idrogeno ottenuto da elettrolisi.

Mecca è stato presentato dall’Università di Messina in partenariato con Enea, Fondazione Bruno Kesler, NextChem Spa e Università della Calabria, per la quale è responsabile scientifico Girolamo Giordano, ordinario del dipartimento di Ingegneria dell’ambiente. (rcs)

Anci Calabria: C’è rischio di stallo su interventi del Pnrr

Anci Calabria, a margine del Comitato Direttivo, è emersa la «forte preoccupazione in ordine agli interventi che devono essere predisposti e che riguardano i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza».

«Ci troviamo – viene spiegato nella nota del Comitato direttivo – dinanzi ad uno scenario preoccupante che mina la stabilità dei governi locali. Il Pnrr rappresenta per il sud d’Italia una occasione irripetibile per ridurre – se non colmare – l’ingiusto divario esistente sotto diversi profili tra le diverse realtà territoriali del paese. Ancor per le amministrazioni comunali calabresi che hanno mobilitato le proprie dotazioni e attinto ad ogni risorsa disponibile per attivare gli interventi (dalla progettazione all’avvio e realizzazione delle opere) per mutare le condizioni di vita delle popolazioni residenti nei propri territori, già fortemente tentate ed indotte all’abbandono e migrazione, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza significa sviluppo e innovazione».

«Per questo esprimiamo preoccupazione crescente – si legge – a tale situazione di stallo corrisponde infatti un rallentamento delle attività che devono essere avviate con scadenza imminente. Sarebbe questo un danno irreparabile in termini di tempistiche degli interventi e delle azioni che rappresentano una opportunità di sviluppo su mobilità sostenibile, politiche per le nuove generazioni, salute, inclusione, digitalizzazione, istruzione e ricerca. Allo stato attuale, infatti, la gran parte delle missioni, misure e programmi contenute nel Pnrr hanno raggiunto il livello decisionale della individuazione dei beneficiari con le amministrazioni locali protagoniste di consistenti iniziative destinate a mutare l’immagine del territorio ed a cambiare il funzionamento dei più essenziali servizi rendendoli più efficienti».

«La crisi finanziaria che attanaglia i comuni calabresi sempre più coinvolti in situazioni di dissesto e predissesto – conclude la nota – deve essere fermata. Si pone un “problema Calabria” anche a livello nazionale. Auspichiamo, pertanto, una piena ripresa delle attività che consenta agli amministratori locali di proseguire in tutta serenità la propria azione di ricostruzione e cambiamento auspicati». (rcz)

CALABRIA, DELUSIONE INFRASTRUTTURE
CAMBIARE STRATEGIA PER LO SVILUPPO

di NINO FOTI – Se esiste una reale e concreta possibilità per il Mezzogiorno, probabilmente l’ultima, di riallinearsi al resto del Paese e diventare allo stesso tempo elemento trainante della nostra economia, è ormai chiaro che la si deve trovare nella capacità di sfruttare tutte le opportunità di sviluppo che questo momento storico ci offre, sia da un punto di vista politico che di risorse.

Negli assetti geopolitici mondiali, come ha di recente dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi, “l’Europa ha davanti un profondo riorientamento destinato a spostare sempre di più il suo asse strategico verso il Mediterraneo, ed in questo contesto il nostro Sud può giocare un ruolo fondamentale per il futuro dell’Europa”.

Il cambio di paradigma che sembra essersi messo in moto rispetto al Sud, che da problema del nostro Paese sembra poter rappresentare una possibile soluzione, ci incoraggia a sperare che siamo finalmente di fronte ad una svolta.

La disponibilità di risorse finanziarie che si concentrano in questa fase storica sembra volerci spingere nella medesima direzione. Siamo infatti nella fase di passaggio tra due cicli di programmazione della politica di coesione dove per il completamento del ciclo 2014/2020 dovranno essere spesi entro il 2023, oltre 30 miliardi ai quali si aggiungono i fondi della programmazione 2021/2027 che assegnano al Mezzogiorno 55 miliardi di euro, da utilizzare entro il 2030.

Ulteriori risorse saranno poi disponibili, provenienti come sappiamo dal PNRR, da spendere entro il 2026 -circa 86 miliardi-, pari al 40,8% dei 211,1 miliardi complessivi del PNRR stesso. Quello che bisogna assolutamente fare tuttavia è focalizzare gli obiettivi, affidarsi alla competenza ed evitare di ripetere gli errori del passato.

Se concretamente vogliamo parlare di sviluppo del mezzogiorno, ad esempio, non possiamo pensare di farlo senza mettere al centro lo sviluppo infrastrutturale e la realizzazione di alcune opere fondamentali, come ad esempio l’Alta velocità ferroviaria. Se pensiamo che, dagli studi sugli impatti dell’Alta velocità, è emerso come nei territori con l’AV, il PIL è cresciuto in 10 anni di 7 punti rispetto ai territori che ne sono privi risulta evidente che solo da questa strategia può passare la crescita del territorio.

Bisogna tuttavia valutare con attenzione le soluzioni migliori. Proprio nel caso dell’Alta Velocità, un’opera sostanziale che consentirebbe di ridurre, dopo quasi 35 anni, una parte di quel gap infrastrutturale che inspiegabilmente esiste fra le due parti del nostro Paese, al momento ad esempio esiste una proposta del Ministero dei Trasporti che presenta diversi aspetti poco chiari. Innanzitutto è prevista la costruzione di un nuovo tracciato – 445 chilometri – più lungo di 50 chilometri sia rispetto a quello studiato nel 2005 da RFI che a quello dell’attuale linea lunga 393 chilometri.

Questa nuova linea inoltre andrebbe ad attraversare, senza un apparente valido motivo, le zone più impervie della Calabria tagliando i Parchi Nazionali del Pollino e della Sila. Un progetto che nonostante costi 24 miliardi di euro, collegherebbe Roma e Reggio Calabria in 3 ore e 40 minuti facendo mancare quindi l’obiettivo dichiarato di collegare Roma a Reggio Calabria in 3 ore. Sarebbe oltretutto la prima volta in cui un nuovo tracciato che unisce le medesime destinazioni risulti più lungo di un tracciato precedente. Senza contare che il progetto presentato farà si che la nuova linea ad Alta Velocità non venga realizzata in continuità con quello esistente. La linea che senza interruzioni va da Milano a Salerno infatti, si interrompe per poi ricominciare da Battipaglia.

Non si capisce quindi perché si continui ad insistere sulla realizzazione di questo progetto che, proprio per via della maggiore lunghezza del tracciato, costerebbe oltre 2,5 miliardi in più rispetto ad esempio, ad un altro progetto esistente, già proposto in un documento condiviso da Professori ordinari di Strade, Ferrovie, Aeroporti e Trasporti di tutte le università Calabresi e Siciliane che, consentirebbe invece di collegare Roma e Reggio Calabria in 3 ore.

Come se non bastasse si naviga a vista anche sui tempi. Nell’ultimo aggiornamento del quadro economico di RFI per le principali opere in gara nel 2022, resosi necessario per monitorare l’andamento dei costi complessivi previsti in modo da non mettere a rischio gli equilibri previsti dal PNRR, non c’è traccia del progetto dell’Alta Velocità Salerno – Reggio Calabria che dovrebbe rappresentare, per il mezzogiorno, l’opera più importante prevista dal PNRR stesso. Ciò vuol dire, ad esempio, che l’avvio dei lavori dei primi due lotti calabresi di Alta Velocità, quelli relativi alla tratta Romagnano – Praia e il raddoppio della galleria che collega Paola e Cosenza, slitterà al 2023, con tempi di consegna che sforeranno il 2026, data prevista per la conclusione dei lavori.

Ma se pensiamo a un Sud che, finalmente, con un sistema di alta velocità ferroviaria si connette all’Europa in modo tale che l’Italia possa diventare la porta dell’Europa nel Mediterraneo come si può escludere da questo ragionamento la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina?

Non si può non prescindere da quest’opera, così come Genova è ripartita con il nuovo ponte Morandi, il Sud dovrà ripartire con il Ponte di Messina, che va rimesso al centro dell’agenda politica facendo tesoro degli errori del passato.

Basti pensare, ad esempio, agli effetti della scellerata scelta del Governo Monti che nel 2012 decise di interrompere bruscamente lo stato di avanzamento dell’opera facendo si che il definitivo abbandono del progetto finisse per pesare sulle tasche degli italiani più della sua stessa realizzazione.

Il costo complessivo dell’opera, infatti, al tempo era stato stimato in 8,5 miliardi di euro, dei quali erano a carico dello Stato solo 1,3 miliardi. La chiusura della società concessionaria Stretto di Messina Spa, che aveva già stipulato contratti e bandito gare ha obbligato lo Stato italiano al pagamento di penali per oltre 700 milioni di euro – per le quali ad oggi sono ancora aperti dei contenziosi – ai quali vanno aggiunti i soldi spesi per le opere propedeutiche, circa 300 milioni e i costi per la smobilitazione dei cantieri e il ripristino dei terreni già predisposti per l’opera. In sintesi, invece di spendere 1 miliardo 300 milioni per realizzare il ponte sono stati spesi circa 1 miliardo e 150 milioni per non farlo.

Tutto con un progetto esecutivo già stato approvato che consentirebbe, con un dovuto aggiornamento tecnologico e finanziario, anche oggi di iniziare subito a costruire.

L’ultimo esempio indicativo dello stato dell’arte, qualora fosse necessario, è evidenziato dall’allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza. Su 280 miliardi destinati alla mobilità sostenibile, quelli cioè legati principalmente alla realizzazione di interventi sulle reti stradali, ferroviarie, portuali e viarie, quelli toccati alla Calabria sono solo 4, o forse no. Il finanziamento dei lavori di completamento della banchina di ponente lato nord del Porto di Gioia Tauro ad esempio, prevede un intervento da 16,5 milioni che, stando al documento, proverrebbero dal Pnrr.

Peccato che quei lavori fossero già contemplati nell’Accordo di programma quadro siglato nel 2018 tra Regione, Autorità portuale, Corap, lo stesso Mit e finanziato con risorse del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. Uguale copione per gli interventi di adeguamento e risanamento della banchina “Margottini” di Reggio. Anche qui nell’allegato si fa riferimento a 6,5 milioni provenienti dal Pnrr, ma in realtà quelle somme erano già previste nell’Apq del 2018 con risorse Fsc 2014-2020. Così anche per la banchina del porto di Villa San Giovanni: 4 milioni contemplati come risorse Pnrr, ma già finanziati con risorse Fsc 2014-2020.

Insomma, come appare evidente, la strada da percorrere in direzione di un cambio di passo resta ancora molto lunga e non corrisponde alla realtà narrata dai buoni propositi. (nf)

[Nino Foti è responsabile Mezzogiorno di Noi con l’Italia e presidente della Fondazione Magna Grecia]

 

La sottosegretaria Nesci: Il Pnrr al Sud sarà prova del nove

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha spiegato che il «Pnrr può dare molte opportunità se però si riesce a comprendere che la ripresa ed il rilancio del nostro territorio dipendono da un lavoro in stretta collaborazione tra tutte le Istituzioni e le imprese».

«È una sfida – ha aggiunto – che dobbiamo saper cogliere: proprio ieri l’Italia ha raggiunto i 45 obiettivi previsti nel primo semestre del 2022 e ciò ci fa capire che non possiamo disperdere tutto il lavoro fatto fino ad oggi, ma anzi continuare a lavorare per attuare le riforme e rispettare gli impegni presi».

«Al Sud  – ha concluso –sarà una prova del nove perchè se uno degli obiettivi del Pnrr sarà quello di superare i divari che ancora sussistono nel nostro Paese servirà la messa a terra dei progetti nel Mezzogiorno per comprendere il successo del Pnrr». (rrm)

Metrocity RC e Ordine dei Commercialisti a confronto sui progetti del Pnrr

Nei giorni scorsi, si è svolto a Palazzo Alvaro un confronto tra il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace e una delegazione dell’Ordine dei Commercialisti di Reggio Calabria, guidata dal presidente Stefano Poeta, per discutere dei progetti del Pnrr.

Al centro dell’incontro, che si è svolto in clima di fattiva collaborazione, sono state poste le prospettive e la strategia complessiva dell’Ente metropolitano, sul versante dei progetti e relative leve finanziarie che afferiscono al PNRR. Nello specifico, inoltre, sono stati esaminati da vicino i diversi percorsi comuni che la Città metropolitana e il mondo dei professionisti del territorio possono intraprendere in forma sinergica, con l’obiettivo di affrontare al meglio la complessità delle sfide dello sviluppo che si legano agli importanti stanziamenti di cui è destinatario il territorio metropolitano reggino.

«È stato un confronto estremamente utile – ha commentato a margine della riunione il Sindaco f.f. Versace – e ringrazio i Commercialisti di Reggio Calabria, con in testa il presidente Poeta, per aver stimolato un momento di approfondimento e proposta che può rivelarsi particolarmente proficuo per l’attività che l’Ente sta portando avanti nei diversi ambiti strategici».

«La Città metropolitana, com’è noto – ha concluso – è un Ente di programmazione ma ciò non toglie che nello svolgimento dell’attività prevista, si renda necessario il coinvolgimento dei professionisti che peraltro conoscono in modo profondo le problematiche e le criticità che interessano da vicino il mondo del lavoro, dell’impresa e il sistema stesso di gestione dei finanziamenti pubblici».

Palazzo Alvaro è stato il primo Ente metropolitano d’Italia a dotarsi di un’apposita cabina di regia per il PNRR, «e ciò testimonia – ha poi aggiunto Versace – la lungimiranza che questa amministrazione, sulla scorta delle linee di mandato tracciate dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ha saputo dimostrare. Questo strumento è stato strutturato guardando anche alla possibilità di un coinvolgimento di esperti e professionisti dei vari ambiti di intervento, a supporto della componente tecnica interna all’Ente e dell’attività che si sta svolgendo, anche nell’ambito delle unioni di Comuni, attraverso gruppi di lavoro ristretti».

Anche i commercialisti, dunque, «sono parte integrante di questa strategia – ha poi concluso il rappresentante di Palazzo Alvaro – e auspichiamo che questo primo incontro operativo segni l’avvio di un percorso comune che possa consentire all’Ente di avvalersi della competenza e dell’esperienza specialistica dei nostri professionisti e a questi ultimi di offrire un contributo significativo all’interno delle dinamiche di crescita e sviluppo che toccano da vicino il nostro territorio». (rrc)

Il confronto di Confartigianato Imprese sulle opportunità del Pnrr

Si intitola Pnrr: Un’opportunità, se colta il dibattito promosso da Confartigianato Imprese Calabria in programma domani mattina, alle 10, nella sede di Unioncamere Calabria.

Intervengono Roberto Matagrano, presidente di Confartigianato Imprese Calabria, Marco Granelli, presidente Confartigianato Imprese, Rosario Varì, assessore allo sviluppo economico, Paolo Manfredi, responsabile Progetto Speciale Pnrr Confartigianato Imprese.

Andrea Prato, ceo Albatros&Partners, terrà un focus sulle comunità energetiche. Le conclusioni sono affidate a Dalila Nesci, sottosegretaria per il Sud. Modera la giornalista Maria Rita Galati.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, se colta nella maniera adeguata, può essere una opportunità. La misura che si inserisce nel Next Generation EU – NGEU, il fondo approvato dal Consiglio Europeo, ha l’obiettivo di sostenere e supportare la crescita dei Paesi europei. Si tratta di un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme lungo alcune grandi direttrici: accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione all’interno delle aziende e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Quale percorso intraprendere a livello locale per concretizzare questa imperdibile opportunità di sviluppo e imboccare un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo? (rcz)