Pnrr, il ministro Fitto: Cercheremo di mettere in campo strategia per il Sud

Per quanto riguarda il Pnrr, «cercheremo di mettere in campo una strategia per il Sud, che possa incidere concretamente su un processo di crescita e sviluppo del Mezzogiorno». È quanto ha dichiarato in un video messaggioRaffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud e il Pnrr, in apertura dei lavori di un incontri in Regione Calabria.

Il Pnrr è un «grande progetto che deve mettere in campo uno sforzo da parte di tutti, una visione che guardi ben oltre le scadenze immediate», ha detto il ministro, sottolineando che «il Pnrr sta per entrare nel vivo nella parte più complessa, quella della spesa e della mesa a terra dei progetti».

Per Fitto, il Pnrr è «una grande opportunità, ma anche dobbiamo essere onesti tra di noi – grandi problemi e grandi rischi».

«Dobbiamo mettere in campo – ha evidenziato –un’azione che sia in grado di accelerare la spesa, di ottimizzare le risorse, di guardare con attenzione ai cronoprogrammi di realizzazione dei progetti e di guardare alla necessità di adeguare la governance». 

«Stiamo lavorando – ha spiegato ancora Fitto – con un raccordo operativo importante con la Commissione europea, con i vari commissari tra cui Gentiloni e Ferreira, e anche con la presidente Von der Layen. Ma lavoriamo anche – ha rimarcato il ministro verso il sistema italiano per capire come rendere operative le azioni dei diversi ministeri, delle Regioni e delle autonomie locali». 

«Quindi un grande progetto  – ha proseguito – che deve mettere in campo uno sforzo da parte di tutti, una visione che guardi ben oltre le scadenze immediate, sulle quali pur ci confrontiamo – gli obiettivi da raggiungere al 31 dicembre di quest’anno – ma che abbiano una dimensione più lunga».

Il ministro, poi, ha evidenziato come «la Calabria è una regione che, , nonostante le grandi difficoltà, sta dando, con l’azione del governo regionale e del presidente Occhiuto, segnali di grande e profondo cambiamento, che dobbiamo cogliere e accompagnare, per cui è molto utile questa sinergia». (rrm)

Senese (Fenealuil Calabria): Utilizzare i fondi del Pnrr per rigenerare la scuola calabrese

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «per la scuola in Calabria, per rilanciarla sotto il punto di vista infrastrutturale, per metterla in sicurezza, è di fondamentale importanza spendere bene e subito la grande mole di denaro pubblico che l’Europa ha messo a disposizione con il Pnrr».

«Il Capo della Protezione civile nazionale ha ragione: per la scuola serve una rinnovata attenzione, sono necessari nuovi finanziamenti. Come non essere d’accordo con Fabrizio Curcio, le sue sono parole sagge e condivisibili. Ma noi vogliamo dire di più» ha detto Senese, spiegando che quelli del Pnrr «sono stati indirizzati all’ammodernamento delle infrastrutture, per il potenziamento dell’offerta formativa dagli asili nido alle Università, per la strutturazione del tempo pieno, per la messa in funzione delle mense, per la costruzione di nuove palestre, per sciogliere questi nodi e provare a recuperare quell’odioso gap fra Nord e Sud del Paese e non sentir più parlare di autonomia differenziata e di disuguaglianze. Per rimettere in moto, cosa non di poco conto, la macchina produttiva del settore edile».

«Sono 481 milioni di euro – ha spiegato – rimanendo ancorati allo sviluppo del solo settore dei servizi all’istruzione, subito disponibili e spalmati su tutte le province calabresi, la maggior parte dei quali indirizzati a migliorare i servizi di educazione e cura della prima infanzia (255 milioni di euro); per l’estensione del tempo pieno e delle mense (17 milioni di euro); per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola (24 milioni di euro) e per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica (185 milioni di euro)».

«A sostegno di quanto stiamo dicendo, poi – ha proseguito – arriva un recente monitoraggio realizzato dalla Cassa depositi e prestiti i cui analisti, proprio per offrire un quadro di supporto all’impiego delle risorse del Pnrr, hanno classificato la situazione degli edifici scolastici nel paese attraverso 4 parametri: presenza di barriere architettoniche, mancanza di accorgimenti per la riduzione dei consumi energetici, assenza di impianti di riscaldamento e carenze nella progettazione antisismica. Ebbene, se su queste basi l’indice di carenza strutturale è in media in Italia dello 0,8, il dato cresce tantissimo in Calabria ed arriva all’1,5».

«Così come per il tempo pieno che se al Centro Nord è presente nel 60% delle scuole – ha continuato – vede precipitare questa percentuale al Sud al 18%. Un problema anche strutturale, se si pensa che per incrementare il tempo pieno occorre avere gli spazi in cui attivare il servizio mensa».

«Per questo siamo convinti, e chiediamo all’amministrazione pubblica regionale e locale – ha continuato Senese – di fare uno sforzo concreto in questa direzione, sia necessario – prima di parlare di altri finanziamenti che di certo non ci dispiacciono – mettere a terra quelli già esistenti e finalizzarli al potenziamento delle infrastrutture per lo sport, al miglioramento della didattica digitale, alla messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole, alla costruzione nuove mense e alla riqualificazione di quelle esistenti».

«Nella convinzione che – ha concluso – come sostenuto dal Capo della Protezione civile nazionale, “in tema di sicurezza delle scuole, c’è ancora molto, moltissimo da fare” e bisogna farlo con immediatezza partendo dal dato certo, ove questo fosse presente, in mano a chi gestisce la cosa pubblica in Calabria». (rcz)

Venerdì a Villa Rendano i sindaci a confronto su Pnrr e autonomia differenziata

Venerdì 11 novembre, a Cosenza, a Villa Rendano, alle 16.30, è previsto l’incontro Pronti alle barricate! I sindaci del Sud, l’autonomia differenziata e i miliardi del Pnrr, promosso dalla Fondazione Attilio e Elena Giuliani.

Obiettivo dell’incontro, offrire un utile contributo al dibattito sulle principali questioni che riguardano il ruolo e l’azione dei sindaci sul territorio.

All’iniziativa, che sarà coordinata dal giornalista Antonlivio Perfetti, direttore della testa on line camtele3tv.it, parteciperanno i sindaci di Cosenza, Franz Caruso, di Rende, Marcello Manna, di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, di Castrolibero, Giovanni Greco, di Cerisano, Lucio Di Gioia, e di Casali del Manco, Stanislao Martire

Il confronto tra i sei primi cittadini sarà preceduto da un breve intervento del giornalista Francesco Kostner che, prendendo spunto dal romanzo storico “Il Sindaco”, scritto da Gaetano Mollo e pubblicato da Luigi Pellegrini Editore, tratteggerà la figura e l’impegno civico del barone Vincenzo Maria Mollo, primo cittadino di Cosenza nel 1808 e testimone – ricordato dallo scrittore francese Alessandro Dumas nel resoconto del suo viaggio in Calabria nel 1835 – del difficile momento vissuto dalla città a causa del terremoto.

“Al barone Mollo”, spiega il presidente della Fondazione Giuliani Walter Pellegrini, «toccò il gravoso compito di tenere unità la sua comunità in quel difficilissimo momento e di recuperarne per quanto possibile la dimensione sociale e urbana. La sua esperienza in quella funesta circostanza – ha continuato – mise in luce l’importanza del sindaco, alle prese con gli effetti di un forte sisma ma, allora come oggi, i sindaci sono chiamati a misurarsi con emergenze, difficoltà e problemi rispetto ai quali quasi sempre gli strumenti e le risorse a disposizione sono insufficienti».

«Ecco allora – ha concluso il presidente della Fondazione Giuliani – la necessità, ma direi anche l’opportunità di mettere a fuoco il peso di una figura istituzionale che, spesso, non è nelle condizioni di operare e, finanche, di utilizzare le opportunità previste da strumenti finanziari eccezionali come il Pnrr».

L’evento potrà essere seguito in streaming sul canale Youtube di Villa Rendano. Di seguito il link per accedere alla diretta: https://youtu.be/CXUFqza774Q. (rcs)

BOVA MARINA (RC) – Al Comune finanziamento per messa in sicurezza degli edifici scolastici

Sono 230 mila euro la somma di cui è destinatario il Comune di Bova Marina, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e, in particolare, dell’Istituto Comprensivo di Via Pasubio.

«Questo risultato come tanti altri, si è reso possibile per l’ottimo lavoro svolto dall’Ufficio Tecnico del Comune che ha saputo riorganizzare le proprie risorse umane con la nuova gestione del responsabile di settore riuscendo a programmare e partecipare ai vari numerosi bandi del Pnrr che richiedevano competenze prima inespresse o sconosciute e che continuano a dare frutti positivi per la nostra comunità – ha dichiarato l’assessore ai LL.PP, all’Urbanistica e all’Ambiente, Elvira Tuscano –. È di qualche settimana addietro, la comunicazione del finanziamento per l’importo di 1 milione di euro al Comune di Bova Marina per la riqualificazione ed il recupero dell’area degradata e del complesso case popolari Aterp di via Forli nell’ambito del progetto di rigenerazione urbana del comprensorio grecanico di 5.000.00 con Melito capofila in corso di attuazione».

L’assessore comunale ci tiene a precisare anche che «è stata conclusa la gara d’appalto per la realizzazione del nuovo depuratore del Comune fortemente osteggiato da interessi miopi ed angusti che hanno trovato purtroppo udienza, senza incidere più di tanto in altri organi dello Stato col sequestro inopinato del relitto e dell’area prescelta che avrebbe dovuto mettere la parola fine a quest’opera fondamentale che, invece, ha segnato il punto di non ritorno con l’individuazione della ditta vincitrice, la Calgeco srl, cui a breve saranno consegnati i lavori. La coerenza e la pervicacia nel perseguire alcuni obiettivi in modo disinteressato per il bene della comunità alla fine paga sempre». (rrc)

Trasparenza fondi Pnrr, il PD Calabria chiede alla Regione ulteriori misure di pubblicità

I consiglieri regionali del Partito Democratico hanno depositato una interrogazione, a risposta scritta, per chiedere alla Regione «le iniziative che intende intraprendere per aumentare la pubblicità e la trasparenza in ordine alla spesa dei fondi del Pnrr e se sia stata valutata la possibilità di dedicare al Pnrr un portale esclusivo da mettere a disposizione di tutti i calabresi».

L’interrogazione parte da alcune considerazioni di base su quanto fin qui avvenuto e prendendo spunto da alcuni modelli di pubblicità adottati in altre Regioni italiane, a partire dall’Emilia Romagna.

«I fondi messi a disposizione dal Pnrr rappresentano un’opportunità di sviluppo irripetibile per la Regione Calabria – si legge nell’interrogazione depositata dai dem – Alcuni dei bandi fin qui emanati non hanno avuto la pubblicità necessaria per fare in modo che la partecipazione potesse essere la più estesa possibile innescando spesso anche la polemica politica, mentre la trasparenza per finanziamenti nevralgici per il futuro della Calabria deve essere massima».

A tal proposito viene suggerita alla giunta la possibilità, sulla scorta di quanto avvenuto in Emilia Romagna, di attivare un portale ad hoc nel quale trovare tutte le informazioni relative al Pnrr, ai bandi, alle risorse disponibili, agli stati di avanzamento e a tutti gli interventi posti in essere. (rrc)

Senese (Fenealuil): Istituire task force in Calabria per vincere sfida del Pnrr

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha ribadito la necessità di istituire in Calabria una task force «di progettisti e tecnici esperti in progettazione e rendicontazione da mettere a supporto degli enti locali ed aiutare gli stessi a vincere la sfida rappresentata dal corretto utilizzo dei fondi europei».

«Ai comuni – ha aggiunto – saranno destinate ingenti risorse e i capitoli sono tantissimi, dalla riqualificazione energetica, alla transizione ecologica, al dissesto idrogeologico fino all’edilizia scolastica».

«Solo in Calabria il Pnrr mette a disposizione del settore edile una cifra molto consistente – ha spiegato – attraverso la quale sostenere la rivoluzione verde e la transizione ecologica con un forte investimento nella riqualificazione e nella costruzione di beni immobili statali e nel rafforzamento dell’Ecobonus e del Sismabonus; senza contare le risorse messe a disposizione per l’inclusione e la coesione; per la salute, in particolare, per il rafforzamento della medicina territoriale e per le infrastrutture finalizzate ad una mobilità sostenibile».

«È una sfida da far tremare i polsi davanti alla quale, però – ha proseguito – la classe dirigente calabrese non può farsi trovare impreparata, non può chiudersi nel suo recinto di identità politica ma deve aprirsi al confronto e accogliere quelle idee, come potrebbero essere quelle da noi esplicitate, utili al cambiamento costruttivo del nostro territorio».

Senese, poi, ha ricordato come «il commissario UE Paolo Gentiloni ha invitato il governo a procedere rapidamente sulle sfide legate al Pnrr, perché altrimenti c’è il rischio di ritardi, e l’Unione europea non sarà benevola nei confronti dei Paesi che non rispetteranno i tempi europei nella programmazione dei fondi perché non è nell’interesse comune».

«Sappiamo bene – ha evidenziato – che il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia e del mezzogiorno in particolare, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano su tutto il Paese. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che nei primi 100 giorni di governo darà priorità assoluta al caro energia e alla manovra ma noi diciamo che  tra queste priorità, non può non esserci il Pnrr».

«La coalizione di centro destra – ha detto ancora – parla da tempo di rinegoziazione del Pnrr ed astrattamente non ci sarebbe nulla di sbagliato. Il problema è come si rinegozia e come si vuole cambiare il Pnrr, perché su questo, ad oggi, nulla è dato sapere ed intanto il tempo scorre».

«Per rinegoziare efficacemente il Pnrr – ha sottolineato – ci vorrebbero capacità progettuali importanti e autorevolezza con Bruxelles, al fine di colmare gli attuali ritardi di attuazione, di velocizzare sull’utilizzo dei fondi europei  in modo da poter garantire la piena attuazione delle misure previste per il nostro Paese. Al 2021 avremmo dovuto spendere 15.4 miliardi, ma a marzo ne avevamo speso solo 5,1 e di questi 2 miliardi e mezzo sono andati all’Alta velocità che era già un progetto  già esistente prima del Pnrr».

«Ciò vuol dire – ha detto ancora – che molti soldi del Pnrr vanno a finanziare progetti che non sono quelli per il quale il Pnrr è stato messo a terra. Dobbiamo capire che i finanziamenti da soli non bastano. Serve la capacità di utilizzarli bene e in tempi certi. Lo sviluppo economico delle regioni meridionali è fortemente condizionato da insufficienti infrastrutture e scarsa qualità dei servizi pubblici. E anche quando ci sono finanziamenti la situazione non migliora, in quanto per incapacità politiche e note difficoltà burocratiche i comuni del Mezzogiorno rimangono indietro aggravando il ritardo».

«Il metodo di allocazione dei finanziamenti Pnrr – ha concluso – è poi basato sulla competizione territoriale, che avvantaggia di fatto le più efficienti amministrazioni del Centro-Nord rispetto al sud e nel sud stesso ci sono regioni che hanno la meglio poiché amministrativamente più efficienti». (rcz)

SVILUPPO, INUTILE RIMANERE IN CALABRIA
SE MANCA ILCORAGGIO DI AGIRE E REAGIRE

di FRANCESCO RAO – In Calabria, perché siamo rimasti indietro? Questa è la fatidica domanda alla quale qualsiasi calabrese e non, voglioso di comprenderne le motivazioni che hanno generato un’odierna realtà così complessa, in una sola risposta non troverà mai spiegazioni.

In assenza di tale condizione, la strada da percorrere dovrà essere quella della curiosità, esercitata mediante un viaggio paragonabile a quello narrato dal sommo poeta. Senza voler essere pessimista, se Dante, nel percorrere l’inferno, riuscì a vedere le stelle, i calabresi curiosi, riusciranno ad intravedere almeno la luce in fondo al tunnel? Sino ad ora sono stati in tantissimi ad averci provato. Tanti di loro hanno desistito perché costretti ad abbandonarne l’ardua via per sfiancamento; altri sono stati azzoppati nel primo tratto ed altri ancora hanno perso la retta via. I nostri lettori si domanderanno: allora è inutile restare in Calabria?

La risposta che vorrei condividere è da sempre la stessa: bisogna rimanere in Calabria, ma occorre un coraggio straordinario per agire utilizzando schemi differenti a quelli utilizzati da altri in passato e senza la paura di essere impopolari. Cerchiamo di essere molto schietti nel riflettere, naturalmente senza voler mancare di rispetto a nessuno e facendo una prima constatazione: nei 404 Comuni della Calabria, l’età media dei sindaci e degli amministratori è in linea con le sfide che la Calabria, il Meridione e l’Italia sono chiamati a compiere nell’articolata cornice offertaci dal Pnrr? Non mi permetto di soffermarmi sulle competenze, sulla propensione a fare rete, sulla volontà di abbandonare l’autoreferenzialità per dare ascolto a quelle istanze provenienti dal territorio con le quali poter immaginare, sia nei piccoli contesti sia nelle zone vaste, l’ipotesi concreta per poter disegnare a più mani non solo un progetto ma una visione complessiva con la quale poter immaginare i ruoli e le funzioni territoriali, economici e sociali per i prossimi 25-30 anni.

Di tutto questo, sino ad ora, qualcuno ha traccia? Ormai sono moltissimi gli amministratori che vantano l’ottenimento di ingenti finanziamenti ma, al momento, l’affare vero lo compiono le ditte, regolarmente esecutrici delle opere commissionate; i tecnici impegnati nella progettazione; i rivenditori di materiali; i pochissimi dipendenti impegnati a sviluppare i lavori e le colonne dei giornali nei quali si narrano di volta in volta costruzioni “faraoniche” destinate poi ad avere moltiplicatore reale e sociale pari a zero. Quindi, chiedendomi e chiedendo ai nostri lettori quali sono i risultati concreti per il territorio, la risposta quale potrà essere? Sicuramente in Calabria ci saranno molti amministratori audaci, ma l’ennesima domanda, seppur possa apparire scontata, è dovuta: quest’ultimi, rappresentano la maggioranza oppure la minoranza delle esigenze reali dei calabresi? In passato, bene o male i partiti svolgevano un ruolo strategicamente importante in tal senso, oltre ad essere un filtro sulla scelta delle singole candidature, convogliavano l’appartenenza dei rispettivi amministratori in alvei ben definiti nei quali, a macchia di leopardo, potevano essere ravvisate anche alcune visioni condivise e di tanto in tanto vedeva la luce qualche opera strategica per il territorio.

In contropartita, il vecchio sistema elettorale utilizzato per eleggere i componenti dei Consigli comunali determinava molta instabilità e perciò non vi era il tempo per programmare e realizzare soluzioni utili a generare sviluppo. In quella realtà che mi piace indicare come un gioco delle parti, messo in atto tra incudine e martello, oggi Calabria conta molte incompiute e tutti i territori coinvolti ne pagano le conseguenze, l’isolamento e una crescente spoliazione demografica.

Tale tensione, di volta in volta, è stata utile solo per generare un mancato processo di crescita socio-economico e il conseguente sfaldamento tra governante e governato, nonché la crescente apatia per la partecipazione alla vita politica, atteggiamento praticato soprattutto da parte di quanti, pur disponendo di opportune conoscenze e professionalità, indispensabili per amministrare facendo la differenza, si sono ritrovati a dover resistere alimentando il famoso compromesso al ribasso per poter proseguire un mandato che di virtuoso per la Comunità non avrà nulla. La Costituzione italiana non richiede specificatamente alcun titolo di studio, conoscenze o competenze particolari per essere eletti quali amministratori dei Comuni. Cerchiamo ora di sforzarci nel comprendere il particolare stato d’animo e il forte senso di fiducia riposto negli Italiani dai padri Costituenti durante la stesura del dettato costituzionale.

Loro, contrariamente a moltissimi amministratori, con determinazione e lungimiranza, hanno posto una sottile ma fondamentale condizione espressamente contenuta nell’art. 98 della stessa Costituzione allorquando si richiama l’attenzione di quanti, impegnandosi nell’amministrazione pubblica, tra i loro compiti, saranno chiamati a garantire il buon andamento e l’imparzialità dedicandosi a tale impegno con disciplina e onore. Forse tutto ciò è poco noto ai tanti amministratori e perciò, la loro azione si concretizza sempre di più negli inutili e sterili sensi unici e con una crescente forma di assenteismo registrato anche tra quanti sono stati eletti.

Un’altra domanda: la sottile e allo stesso tempo immensa prescrizione, nel tempo, ha garantito quell’imparzialità immaginata dai padri Costituenti nel rispettivo trattamento reso alle famiglie del Sud e del Nord? Forse no, e condivido i perché: mentre i primi sono stati costretti ad arrangiarsi, sperando nell’aiuto dei genitori per accudire i giovanissimi figli a causa della mancanza di asili nido comunali, gli altri, oltre ad avere maggiori opportunità occupazionali e quindi un maggiore benessere economico, hanno potuto contare su servizi che hanno consentito loro una migliore conciliazione dei tempi di lavoro e cura della famiglia e al contempo una maggiore istruzione per i giovani. In questo piccolo esempio si configura plasticamente quel divario italiano nel quale sono racchiuse le tante cause che nel tempo hanno alimentato il moltiplicatore della povertà educativa, divenute poi nell’arco degli anni, concausa del decadimento qualitativo generato dalle amministrazioni locali, poco inclini a progettare il futuro delle loro Comunità in modo utile e concreto in quanto impegnati ad asfaltare strade durante l’ultimo anno di mandato, inaugurare strutture destinate a rimanere chiuse, delegittimare proposte, idee e progetti sensati perché a proporli sono i potenziali fruitori.

Ebbene, la Calabria, in questo ultimo anno, con l’elezione del governo regionale presieduto da Roberto Occhiuto, ha intrapreso la strada che sicuramente porterà a risultati inimmaginabili. Affermo ciò con fiducia e serenità perché oltre ad apprezzare la determinazione messa in atto sino ad ora dal Presidente della Giunta regionale, dagli assessori e dei consiglieri regionali di maggioranza è intravedibile l’inesistenza del minimo timore nell’apparire impopolari, rischiando anche di erodere quel rapporto di fiducia con gli elettori che lo scorso anno ne ha determinato il risultato elettorale.

Se il coraggio e la determinazione assunta dal governo regionale, divenisse modello di lavoro per gli Enti Locali, in dieci anni di lavoro, grazie alle opportunità messe sul tavolo dagli ingenti finanziamenti europei, la Calabria potrebbe essere una regione all’avanguardia. Certo, adesso bisogna comprendere i numerosi polveroni alzati da quanti non sono più forza di governo ed hanno anche perso importanti posti di controllo.

Quest’ultimi, come da manuale, hanno le soluzioni solo quando si ritrovano all’opposizione, quando sono al governo, oltre a fiumi di riunioni, confronti e dibattiti non c’è traccia di proposte concrete e spesso vengono anche seppellite le poche iniziative cantierabili. Dopotutto, “fate ammuina” continua ad essere un valido sistema per alimentare la confusione e poter promettere il cambiamento. (fr)

Cisl RC favorevole al Ponte: un’opera che completa il disegno di infrastrutture necessarie per il Sud

Chiare indicazioni per lo sviluppo e la necessità di fronteggiare una crisi economica senza precedenti sono emerse dal Consiglio generale UST Metropolitano della Cisl, presieduto dal Segretario reggente (nonché Segretario generale della Cisl calabrese) Tonino Russo. Per quanto riguarda il Ponte sullo Stretto, Russo ha ribadito la posizione favorevole del sindacato. Servono azioni concrete:  è una struttura che completa il disegno di infrastrutturazione di un Mezzogiorno e di una Calabria, che costituiscono risorse per l’intero Paese.

Ma non solo le infrastrutture necessarie: l’incontro ha messo in evidenza molti problemi che richiedono interventi immediati «Questo Consiglio generale – ha evidenziato Russo nella relazione introduttiva – cade in un momento importante per la vita del Paese. L’esito delle elezioni consegna all’Italia una maggioranza di centrodestra numericamente forte. Giorgia Meloni – che con ogni probabilità, nei prossimi giorni, subito dopo l’insediamento delle Camere, riceverà dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare il nuovo Governo – è chiamata ad un compito certamente non facile. Qui uso le parole del nostro Segretario generale Gigi Sbarra: valuteremo l’albero dai frutti. Senza pregiudizio, guardando ai fatti».

Il Segretario reggente ha poi richiamato gli elementi di grave turbamento della vita sociale legati alla pandemia. Riguardo alla guerra in atto in Ucraina, ha sottolineato, la CISL è stata «sin dalla prima ora, senza indugi, con le vittime e mai con i carnefici. Ma sappiamo che ci deve essere uno sforzo di tutti per cercare la pace, per evitare ulteriori inasprimenti e allargamenti del conflitto».

Nella fase post-pandemica di ripresa dell’economia, ha proseguito, si registra una «estrema difficoltà. Nei prossimi mesi nuovi aumenti che rischiano di mettere in ginocchio interi comparti produttivi. Costi dell’energia e del metano, mai così alti e in continua crescita. Gas aumentato del 700%, energia del 200%. Costi alle stelle dei beni di prima necessità. Famiglie che, considerando il reddito medio calabrese e della provincia reggina, sono alle prese con grandissimi difficoltà. Circa 300.000 famiglie calabresi a rischio di povertà energetica. Migliaia di posti di lavoro a rischio, in una regione e in una provincia che hanno fame di lavoro. I dati sui tassi di occupazione, i più bassi del paese, i dati sui giovani neet sono lì, inconfutabili. E chiamano tutti all’assunzione di una responsabilità, di un impegno straordinario. C’è un delta di sviluppo che va colmato.

Purtroppo – ha ricordato il segretario Tonino Russo – le ragioni che ci hanno portato in piazza il 22 giugno del 2019, nella grande manifestazione nazionale sul Mezzogiorno svoltasi proprio qui a Reggio Calabria, sono ancora forti e presenti. Serve una svolta vera sulle politiche per il Mezzogiorno. C’è bisogno di dare “futuro al lavoro, di unire il paese ripartendo dal sud”. C’è bisogno di una nuova grande stagione di investimenti in infrastrutture materiali ed immateriali, reti stradali e ferroviarie, reti digitali, capitale umano, distretti produttivi, competitività delle imprese. C’è l’urgenza di applicare la clausola del 34% degli investimenti nazionali da destinare al Sud. C’è l’urgenza di spendere e spendere bene le risorse del PNRR.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed il Piano Complementare rappresentano una grande opportunità per ripartire. 222 miliardi, ai quali si integrano, in un’unica cornice, quote della programmazione nazionale di bilancio e dei fondi strutturali europei. Sei missioni che per la CISL devono avere un grande obiettivo: ogni euro sia speso per il lavoro.  Quelle del PNRR sono risorse in gran parte in prestito che pagheranno le nuove generazioni. Guardiamo a loro e spendiamole bene.

Per il successo del PNRR, saranno fondamentali le competenze. Sarà fondamentale dare valore alla P.A, con un grande piano di reclutamento ed innovazione. Sarà, quindi, essenziale aiutare i Comuni, che gestiranno circa 40 miliardi del PNRR. E in Calabria abbiamo il record dei comuni in dissesto e pre-dissesto. 193 comuni su 400.

Spendere bene le risorse del Pnrr vuol dire puntare alle infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali, liberare i territori calabresi dall’isolamento, creare nuovo lavoro. Vuol dire intervenire su un sistema sanitario al collasso, come abbiamo amaramente constatato e stiamo ancora constatando durante la pandemia. Spendere bene le risorse del Pnrr vuol dire frenare lo spopolamento delle aree interne, tutelare l’ambiente e il territorio attraverso la prevenzione, per sfuggire alla trappola dell’emergenza continua.

Spendere bene le risorse le Pnrr vuol dire che chi governa deve saper ascoltare i cittadini, deve condividere priorità e scelte con le organizzazioni dei lavoratori e le altre forze sociali. Vuol dire mettere la pubblica amministrazione in grado di affrontare le sfide che attendono il Paese, colmando i vuoti negli organici, stabilizzando le migliaia di lavoratori precari qualificati che ringiovaniscono la macchina amministrativa dello Stato e degli enti locali, le permettono di funzionare, la implementano con competenze nuove. Spendere bene le risorse del Pnrr vuol dire monitorare la spesa, far sì che i cantieri si aprano e le opere da realizzare siano ultimate: insomma, iniziare i lavori una buona volta e concluderli.

Spendere bene le risorse del PNRR vuol dire rendere pienamente operativa la cabina di regia regionale, per costruire partecipazione e condivisione.

Spendere bene le risorse del Pnrr vuol dire tenere alta la guardia verso le infiltrazioni della criminalità negli appalti, con protocolli di legalità e contrattazione d’anticipo. Da questo punto di vista, unitariamente, stiamo lavorando con il procuratore Gratteri, col Presidente Occhiuto, con le associazioni datoriali calabresi, ad un protocollo su appalti e legalità da sottoscrivere con ANCI e Prefetture.

Alle forze politiche che guideranno il Paese, sottoponiamo i punti della “agenda CISL”: un fisco equo e giusto, una riforma della pensione con flessibilità in uscita e tutela lavori usuranti, il rafforzamento dei servizi pubblici, gli investimenti, la legalità, la sicurezza sui luoghi di lavoro. In questi mesi il tragico primato delle morti sul lavoro. Una ecatombe. Noi diciamo che il lavoro o è sicuro o non è lavoro. Servono più controlli e la sicurezza deve essere vista come un investimento e non come un costo. Dal 15 al 21 ottobre p.v. avremo la settimana di mobilitazione unitaria, indetta da CGIL CISL UIL, per chiedere interventi concreti, per dire basta alle morti sul lavoro».

«Nella visione che abbiamo della Calabria – ha detto Russo toccando altri punti nodali della crescita – c’è un punto di forza che è insieme la più grande opportunità che abbiamo: il porto di Gioia Tauro. Nel nostro Congresso Regionale auspicavamo “l’immediato decollo della ZES (la Zona economica speciale) nell’area portuale di Gioia Tauro, così come del Gateway ferroviario, la realizzazione del più complessivo sistema della logistica, che rimane fondamentale per il rilancio dell’Area portuale». Per andare oltre “il recinto delle attività di transhipment che restano strategiche e funzionali allo sviluppo dell’intera area portuale e dell’intero territorio regionale”. Rispetto a quegli auspici abbiamo fatto alcuni passi in avanti, sull’automotive per esempio. Ma bisogna andare oltre il semplice transhipment. Rigassificatore e piastra del freddo sono una grande opportunità per costruire un distretto agro-industriale, per fare quel passaggio che serve dall’agricoltura all’agro-industria. In un momento di costi energetici alle stelle, rigassificatore, piastra del freddo, una ZES che decolli, potrebbero essere fattori altamente attrattivi, in grado di portare investimenti produttivi privati. Sulla ZES, occorre svoltare».

«Abbiamo con questo spirito, dato un contributo, collaborato con le categorie impegnate nel rinnovo delle RSU nel Pubblico Impiego e nella Scuola, collaborato fattivamente con la FIM impegnata nel rinnovo della RSU-RLS alla Hitachi Rail Sts, dove abbiamo presentato una lista di 5 candidati ed eletto il nostro Antonio Hanaman con 49 preferenze».

Il segretario reggente dell’UST CISL di Reggio Calabria che poi ricordato che è stato sottoscritto ieri il CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) “Volare” con la Regione e il Governo: 215 milioni di euro immediatamente cantierabili per il rilancio degli aeroporti calabresi, di cui 40 destinati a oneri di servizio per nuove tratte. Grazie alla CISL Confederale per il sostegno nel raggiungimento di questo obiettivo. Alla sottoscrizione in videoconferenza erano presenti la Ministra Mara Carfagna, il Presidente Roberto Occhiuto, il Presidente Sacal Marco Franchini. Per la CISL, oltre allo stesso Russo, il Segretario Confederale Ignazio Ganga e Giulia Tavernese della struttura tecnica confederale.

Sul piano organizzativo, il segretario reggente Tonino Russo ha annunciato, concludendo la sua relazione, che nelle prossime settimane spera di portare a termine il percorso che condurrà all’elezione del nuovo Segretario generale della CISL di Reggio Calabria. (ed)

L’assessore Gallo: La Calabria si aggiudica la maggior parte delle risorse per l’agrosistema irriguo

La Calabria si aggiudica la maggior parte delle risorse messe a disposizione dell’agrosistema irriguo, attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. È quanto ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, spiegando che il dato è emerso a seguito dell’avvenuta approvazione della graduatoria dei progetti presentati in tutta Italia ed ammessi a finanziamento.

A disposizione, complessivamente, 517 milioni di euro, in misura del 40% (corrispondente a 217 milioni) destinati alle regioni del Sud, con la Calabria che fa la parte del leone, vedendosi approvare 13 progetti presentati da diversi Consorzi di Bonifica, per un controvalore pari a 139 milioni (ovvero il 27% della quota nazionale).

 «Un risultato – ha commentato l’assessore regionale all’Agricoltura – che se da un lato premia l’ottimo lavoro svolto dall’Anbi Calabria e dalle singole realtà consortili in sinergia col Dipartimento Agricoltura, dall’altro carica di ulteriori responsabilità tutti i soggetti interessati: ottenuti i finanziamenti, bisognerà ora garantire efficienza ed efficacia della spesa».

Da qui, ad esempio, la volontà, «già condivisa con l’Anbi», sottolinea con l’assessore Gallo, di affidare la gestione delle fasi di gara alla Stazione Unica Appaltante e di seguire – in ogni caso – i singoli passaggi delle procedure necessarie attraverso «una costante collaborazione tra Anbi, Consorzi e Regione, per dar vita ad un percorso nuovo capace di portare, più in generale e nel solco delle indicazioni programmatiche delineate dal presidente Occhiuto, ad una ridefinizione del sistema consortile e dei suoi rapporti col mondo agricolo: per la nostra terra, una grande opportunità da cogliere e valorizzare adeguatamente».

Nello specifico, attraverso le iniziative progettuali destinatarie dei fondi del Pnnr, si procederà all’efficientamento ed alla modernizzazione delle reti irrigue, in molti casi risalenti nel tempo e carenti di idonea manutenzione. Il tutto, ad esempio, attraverso la sostituzione delle condotte, l’installazione di misuratori di portata, l’introduzione degli idranti a scheda.

 «Interventi essenziali – cha concluso Gallo – per confermare, insieme ad un ormai improcrastinabile processo di riforma, la strategicità del settore consortile all’interno del comparto agricolo ed agroalimentare calabrese pure in ottica di tutela dell’ambiente, con la riduzione degli sprechi ed un utilizzo più consapevole dell’acqua». (rcz)

PNRR, ZES, PONTE, PNRR, TURISMO, LAVORO
PRIORITÀ IN AGENDA DEL FUTURO GOVERNO

di PIETRO MASSIMO BUSETTAAlla sofferenza si addice il silenzio. E certamente il compito che spetta al Presidente del Consiglio che, con quasi certezza, sarà incaricato da Sergio Mattarella, dopo i brillanti risultati elettorali ottenuti, sarà Giorgia Meloni, non sarà di quelli facili, né per gli italiani senza dolore. 

Per questo fa bene il prossimo Presidente,  probabile, a parlare poco. I dossier  che si troverà ad affrontare sono di quelli che farebbero tremare i polsi a chiunque. La situazione del Covid, che ancora morde, quello della guerra in Ucraina che uccide e destabilizza,  il caro energia già presente prima del conflitto,  che però quest’ultimo ha aggravato, fanno prevedere una navigazione non facile e piena di pericoli. 

Ma a fianco ad un’agenda internazionale e nazionale  non bisogna dimenticare che ve ne é  una che riguarda il Mezzogiorno. Non si può incentrare una campagna elettorale sui cosiddetti sprechi del reddito di cittadinanza  e subito dopo, quando c’è da agire, dimenticare la problematica ampia che attanaglia quest’area del Paese. 

Per cui ci permettiamo di ricordare al Presidente le cose da fare, ma anche quelle da evitare assolutamente. Come molti sanno il vero problema del Sud è la mancanza di lavoro. Su 21 milioni di abitanti il nostro Istituto di statistica  ci dice che hanno un lavoro, tra gente messa in regola e sommersi,  poco più di 6 milioni di persone. Il che vuol dire che per arrivare al rapporto occupati popolazione delle realtà a sviluppo compiuto sono necessari tre milioni  di posti di lavoro di saldo occupazionale.  Per questo l’insistenza con cui si parla delle politiche attive del lavoro, dei centri per l’impiego, fa capire come non sia assolutamente  chiaro a molti  che il problema non è quello di far incontrare domanda ed  offerta di lavoro quanto creare tale domanda.

Ed è questo il tema sul quale bisogna che si concentri il futuro Presidente. Ma per evitare che si rimanga sul generico vediamo come. Dovrebbe intanto monitorare la situazione delle Zes manifatturiere, che hanno come scopo quello di attrarre investimenti dall’esterno dell’area, e che invece sono state piegate a strumento di consenso politico.

Riportarle al loro originario obiettivo significa dare budget da raggiungere in termini di nuovi occupati, di importi di investimenti da attrarre. Le otto Zes manifatturiere ormai hanno i commissari al lavoro, ma non si sa niente di quello che sta accadendo nelle singole realtà.

Bisogna riprendere in mano questa situazione per cercare di fare in modo che finalmente esse raggiungano lo scopo per cui sono state create.

Il secondo dossier che va ripreso in mano immediatamente, nel primo Consiglio dei Ministri, é quello del Ponte sullo stretto di Messina.

Bisogna abbandonare gli studi sulle tre campate, che avevano il solo scopo di non decidere nulla, e, visto che il progetto era già cantierabile, aggiornarlo in modo da far partire i lavori nel più breve tempo possibile. 

Probabilmente i 50 milioni, che sono stati destinati alla Rfi per studi ulteriori, si possono dirottare per aggiornare il progetto esistente. Salini, AD di We Build, la società che dovrebbe costruirlo e che ha vinto l’appalto, ha sostenuto che nei cinque anni della sua costruzione saranno impiegati 100.000 persone e mi pare una cifra interessante. 

Un altro capitolo che dovrebbe essere aperto riguarda la branca del turismo nel Sud. Finora è stata trattata come un’attività che ha molta dell’improvvisazione e poco della pianificazione. Passare da un’attività spontanea a un industria turistica significa fare passi da gigante.

Non è pensabile che il Mezzogiorno abbia un numero di presenze così limitate, equivalenti a quelle del solo Veneto, o, per capire meglio,  a quelle della sola Ibiza. Allora si studi un modo per attrarre investimenti dall’esterno dell’area anche nel settore dell’impresa turistica, in maniera da aumentare il numero di posti letto disponibili, e da far insediare i maggiori players internazionali che sarebbero felici, se le condizioni lo rendessero possibile, di  localizzarsi nel Sud. 

L’istituzione delle Zes turistiche potrebbe essere un modo per accelerare tale processo, soprattutto se lotta alla criminalità, infrastrutturazione, cuneo fiscale differenziato, e vantaggi sulla tassazione degli utili di impresa rendessero gli investimenti molto favorevoli. Questi i tre driver sui quali concentrarsi: manifatturiero, logistica, e turismo. 

Ma ci sono tre altri dossier importanti da non sottovalutare. Che potrebbero far molto male al Mezzogiorno. Il primo dei quali riguarda l’autonomia differenziata che sarà portata al primo Consiglio dei Ministri,  come è stato annunciato da Salvini e che trova consenso non solo nei Governatori della Lega Nord, ma anche in alcuni Presidenti di Regioni  del Centro Sinistra come Stefano Bonaccini.

Il tema è di quelli scottanti perché la sua adozione significherebbe  confermare che le risorse saranno distribuite nel Paese sulla base della spesa storica e che quindi la spesa pro capite, per la gente che vive nel Sud, sarà sempre di gran lunga inferiore a quella di chi ha la “fortuna” di nascere nel Centro Nord. 

Né si fa più riferimento all’adozione dei livelli essenziali di prestazione (Lep), prima di pensare a qualunque forma di autonomia. La Presidente deve stare molto attenta perché un tale provvedimento potrebbe portare a una secessione di fatto. 

Ma l’altro pericolo che corre il Mezzogiorno é quello di vedersi sottrarre le risorse del Pnrr. Gì si sente parlare di rinegoziarlo che significa limitare le risorse per il Sud. 

Un altro tema che non dovrebbe farsi sfuggire è quella  della localizzazione dell’Intel, che sembra essere destinata al Veneto. Tale indicazione porterebbe a nuovi posti di lavoro in una realtà che già adesso non riesce ad avere risorse umane sufficienti per le attività che lì si svolgono. Una tale localizzazione avrebbe l’effetto di far spostare un numero considerevole di giovani dal Sud verso Nord, con una logica perversa che prevede che siano le persone ad inseguire il posto di lavoro e non   le aziende a localizzarsi laddove il capitale umano è disponibile. 

Trattasi di quelle contraddizioni molto diffuse nel nostro Paese, per cui si abbaia continuamente alla centralità della problematica del Mezzogiorno, si inveisce contro gli oltre due  milioni di reddito cittadinanza che vengono erogati al Sud, e poi si creano i posti di lavoro la dove non servono. Non sarà un percorso facile per questo concentrarsi e parlare poco é certamente un modo di affrontarlo seriamente. (pmb)