Città unica e servizi, il sindaco Manna: Serve un approccio condiviso

«C’è bisogno di un approccio condiviso, di dare risposte concrete ai cittadini, andare oltre il percorso già tracciato e trovato da Caruso per il nuovo ospedale». È quanto ha dichiarato il sindaco di Rende, Marcello Manna, nel corso del confronto televisivo su Ten col sindaco di Cosenza, Franz Caruso.

«Cosenza, Montalto, Castrolibero e Rende – ha spiegato Manna – stanno già dialogando da tempo sui servizi essenziali quali i trasporti. Per la prima volta stiamo parlando di grande città e cosa fare per essa: si parla di una struttura il cui unico sviluppo è quello esistente, non ci sono prospettive per le analisi già fatte».
«Se però pensiamo che Cosenza debba muoversi da sola allora va bene Vaglio Lise – ha proseguito –. Se invece si pensa a città unica bisogna fare un discorso più complesso. La questione è politica: parlare di ospedale significa pensare allo sviluppo della città a nord. Lo studio di fattibilità per il nuovo ospedale parla di costruire un’area limitata: non si può andare oltre a questo, si pensi solo ai vincoli legati al fiume Crati».
«Se si pensa che il nuovo nosocomio di Corigliano si svilupperà su un terreno nettamente maggiore per area – ha detto ancora Manna –. Era una visione miope quella fatta quando si pensava all’ospedale in quella area, legata solo alla città di Cosenza. Dobbiamo pensare a qualcosa che sia funzionale, non rimanere vincolati a quell’idea, ma a ciò che sarà il nostro territorio. Se si pensa alla città unica, va da se che si debba pensare a luoghi dove si può costruire il nostro futuro, aldilà dei nostri naturali mandati».
«Confrontiamoci su questi temi, decidiamo in sinergia. Il Planetario, il Parco acquatico sono opere dell’area urbana. Per questo c’è bisogno di dialogo», ha rimarcato il primo cittadino.
«In un momento storico che ha posto l’accento sul tema della salute quale centrale nell’agenda politica regionale – ha detto ancora Marcello Manna – siamo certi che l’Università della Calabria debba avere un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono il nostro territorio. Il corso di laurea in Medicina e tecnologie digitali è stato pensato come integrato alle nuove tecnologie digitali legate all’ingegneria informatica e alla intelligenza artificiale».
«Ciò dovrebbe andare di pari passo – ha spiegato – con il diritto alla salute che in questi anni è stato minato dai continui commissariamenti e dal depotenziamento delle strutture sanitarie esistenti. La medicina si fa sul territorio: è l’organizzazione territoriale a fare la differenza e con l’implementazione del nuovo assetto urbanistico, attraverso la realizzazione dello svincolo autostradale a Settimo e della stazione ferroviaria tra Rende e Montalto, si potrà offrire un servizio essenziale in una zona strategica in vista della città unica».
«Bisogna attuare – ha concluso – strategie finalizzate al cambiamento e alla crescita sociale ed economica del territorio regionale, oltre a poter garantire i servizi di assistenza alla cittadinanza. Pensiamo alla città più grande e importante della Calabria, all’Atene del sud. Andiamo oltre i campanilismi e costruiamo la città del futuro, la città di tutti”.

RENDE (CS): Al Polo Museale un'”Estate d’Arte”

Dal 14 luglio al 12 agosto, a Rende l’estate è all’insegna della cultura tra mostre ed eventi organizzati dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Marcello Manna.

Si parte giovedì 14 luglio dal Museo Civico dalla mostra Figure, Paesaggi e Architetture con le opere di Donato Magli, Loris Zagarese, Adriano Spizzirri, Eugenio Cenisio che ritornano di nuove in esposizione al pubblico.
Sarà possibile visitare anche la sezione Demo-Etno-antropologica intitolata a “Raffaele Lombardi Satriani”, oltre alla Pinacoteca del Museo che raccoglie alcuni capolavori assoluti di Mattia Preti: il Soldato, La vedova di Zebedeo presenta i suoi figli a Cristo, Crocefissione di Sant’Andrea; due importanti opere di Francesco Solimena, l’allegoria della Temperanza e della Fortezza e della Prudenza e della Giustizia; l’opera la Madonna della Purità del pittore fiammingo Dirk Hendricksz, conosciuto anche come Teodoro d’Errico.
Inoltre, all’interno del museo sono custodite diverse opere delle chiese del Centro Storico di artisti come Giuseppe Pascaletti, Cristoforo Santanna e altri autori meridionali.
«Un patrimonio storico-artistico di grande pregio – ha dichiarato il sindaco Manna – che con enormi sforzi abbiamo reso fruibile alla comunità e ai visitatori prolungando gli orari di apertura dei musei e delle biblioteche. È un impegno verso i nostri cittadini, un atto politico preciso che vede nella cultura il motore dell’economia, della socialità, della sostenibilità delle idee. Rende è divenuta in questi anni punto di riferimento per l’intera regione: qui si produce arte aprendosi alle culture e ai territori e la città diviene così luogo vivo di dibattito, di scambi, di progettazione».
Al Museo del Presente, il 15 luglio prosegue la rassegna Intrecci Contemporanei con tre nuovi artisti in mostra e che resteranresterà aperta al pubblico fino al 12 agosto.
«Si tratta delle mostre Cromatiche tensioni e L’isola dei vasi degli artisti ischitani Michele Di Costanzo e Claudio Pulicati, oltre alla mostra dell’artista rendese Giuseppe Pastore Urgenze astratte.  Tre percorsi differenti che si incontrano in tre spazi espositivi personali che offriranno al pubblico tre riflessioni distinte sui linguaggi contemporanei», ha spiegato Roberto Sottile, curatore dell’allestimento.
Nella serata del 15 luglio spazio anche alla riflessione con la tavola rotonda Critica d’Arte e Curatela oggi: un momento di incontro tra artisti e operatori culturali, sul ruolo della critica d’arte e sul rapporto artista-curatore. Interverranno: Melissa Acquesta, storico dell’arte e Curatore indipendente; Massimiliano Ferragina, artista; Angelo Gallo, artista; Alfredo Granata, artista; Sante Mazzei, art Director Cosenza Comics And Games; Marilena Morabito, curatore d’Arte; Roberto Sottile, critico d’Arte e Curatore.
Il Museo del Presente ritornerà nuovamente protagonista con un nuovo appuntamento il 21 luglio, con una quarta mostra, la personale dell’artista Francesco Totaro Dittici Sincronici. Il non ancora nell’adesso. L’allestimento è a cura di Mariateresa Zagone e Roberto Sottile.
Tutte le mostre resteranno aperte al pubblico fino al 12 luglio e oltre ai percorsi temporanei sarà possibile visitare la sezione permanente dedicata alle opere dei Futuristi Calabresi con i lavori di Enzo Benedetto, Michele Berardelli, Umberto Boccioni, Antonio Marasco, Leonida Repaci, Angelo Savelli, Geppo Tedeschi, Armiro Yaria, Silvio Lo Celso, Stefania Lotti, Lina Passalacqua. Sezione a cura di Vittorio Cappelli.
Dal 19 luglio al 12 agosto anche il castello di Rende, sede del Museo d’Arte Contemporanea Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, ospiterà l’esposizione rinnovata con nuove donazioni della sezione Abiti d’arte  con gli abiti di Andy Warhol, Giacomo Balla, Piet Mondrian, Jannis Kounellis, Emilio Isgrò, Gianfranco Limoni, Luca Maria Patella, Nagasawa, Piero Pizzi Cannella, Bruno Ceccobeli, Giosetta Fioroni, Luigi Ontani, Vettor Pisani con la direzione scientifica di Roberto Bilotti e la curatela di Roberto Sottile.
All’interno del Castello di Rende, sarà inoltre possibile visitare diverse esposizioni quali: la sezione 100 Opere. Grandi Maestri del Novecento Italiano, con le opere di Mario Mafai, Antonietta Raphael, Carla Accardi, Franco Angeli, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Bruno Cassinari, Mario Ceroli, Antonio Corpora, Filippo De Pisis, Piero Dorazio, Pericle Fazzini, Tano Festa, Renato Guttuso, Giulio Turcato, Marcello Avenali, Vasco Bendini, Armando Bulzatti, Felice Carena, Andrea Caro, Katy Castellucci, Arnaldo Ciarrocchi, Nino Franchina, Virgilio Guidi, Alessandro Kokochinsky, Sergio Lombardo, Mino Maccari, Eliseo Mattiacci, Marino Mazzacurati, Luigi Montanarini, Giovanni Omiccioli, Alberto Parres, Fausto Pirandello, Domenico Purificato, Mario Reggiani, Cesare Tacchi, Orfeo Tamburi, Lorenzo Viani, Alberto Ziveri.
«Molteplici sono inoltre gli artisti contemporanei degli ultimi decenni presenti in altre sezioni del museo, per un totale di oltre 300 opere esposte come  Anna Paparatti, celebrata a Parigi nella sfilata  Primavera-Estate 2022 di Dior con le sue opere utilizzate come scenografia, Maurizio Savini con i suoi bambini di chewing gum,  Pietro Ruffo, del quale è esposto l’enorme carro armato tedesco della Seconda Guerra Mondiale, prodotto in legno e ricoperto dalle pagine di un libro di preghiere ebraiche intagliate in forma di scarabei, e poi ancora altre ed importanti opere di Giuseppe Gallo, Claudio Abate, Mario Ceroli, Luigi Ontani, Bruno Ceccobelli, Chiara Dynys, Omar Galliani e tanti altri. Un patrimonio da valorizzare e sostenere attraverso queste iniziative», ha concluso Marta Petrusewicz.

Contro le morti bianche: a Rende il libro di Giusi Fasano (Ogni giorno tre)

di MARIACHIARA MONACO – Giusi Fasano, penna sensibile e intelligente del Corriere della Sera, ha fatto ritorno nella sua terra natía, (è nata a S. Agata d’Esaro, nel Cosentino), presentando presso il Museo del Presente, a Rende, una delle sue ultime creature di carta, Ogni giorno tre, con la prefazione della ministra della Giustizia Marta Cartabia.

Presenti al tavolo con la giornalista, c’erano l’assessora alla cultura Marta Petrusewicz, Elisa Sorrentino, assessora alle politiche giovanili, Sandra Savaglio, astrofisica dell’ Università della Calabria e Vittorio Sacco, sindacalista.

Il titolo del volume riprende una statistica, secondo la quale, ogni giorno nel nostro paese muoiono circa 3 persone sul posto di lavoro. Si tratta di un trend in crescita, piuttosto che in decrescita, che va a riprendere ovviamente anche il numero delle persone che rimangono ferite, una al minuto. Ci sono poi le morti causate da fenomeni ambientali, strettamente legate all’inquinamento; per anni infatti si è parlato di Taranto, calpestata dalla violenza dell’Ilva, famosa acciaieria che ha condannato la città di Pirro, a piangere numerose persone, soprattutto bambini.

«Gli incidenti sul lavoro – afferma Elisa Sorrentino – non rappresentano una mera fatalità, infatti uno Stato di diritto dovrebbe tutelare completamente i lavoratori, ma spesso è negligente. La nostra carta costituzionale mette in luce il rapporto che ci dovrebbe essere fra lavoro, come accrescimento della persona, e diritto. La res publica però, ogni giorno diventa fragile, complice la crisi economica e la globalizzazione. I salari continuano a diminuire, manca la sicurezza, ed il lavoro smette di essere un diritto, mutando in concessione».

Spesso veniamo accecati da numeri, statistiche, ma la Fasano è da sempre in controtendenza sia sulle pagine del Corriere che su quelle dei suoi libri, perché mette al centro le storie delle persone con una profonda empatia. Ridà dignità alle numerose vite spezzate, donando loro l’eternità, perché dietro la notizia c’è una storia da raccontare e fare propria.

«È stata una specie di terapia per le famiglie e anche per me – afferma – ho parlato con la madre di due ragazzi di 27 e 24 anni, morti mentre lavoravano nell’azienda di famiglia a causa di una forte emissione di gas nocivi all’interno di un silos; mi sono confrontata con la madre di un giovane ragazzo, morto mentre svolgeva l’attività di alternanza scuola-lavoro, e  proprio per questo ho voluto raccontare le vite di ognuno in prima persona, perché il loro dolore in quel momento l’ho sentito anche un po’ mio », racconta con voce rotta.

 Passano gli anni, ma la passione per la verità, ed il desiderio di poter combattere contro il potere dissolutore del tempo, rendono forte una professionista che ha sempre desiderato poter fare qualcosa per gli altri, perché narrare è dare la possibilità anche di non cadere negli stessi errori.

La Fasano poi continua, ponendo ai presenti delle domande, quasi a voler mettere ognuno di loro davanti ad uno specchio per capire tutti insieme, cosa ne sarebbe stato di quelle vite andate via brutalmente: «Queste persone sono uscite la mattina e poi non sono più tornate a casa. Cos’è stato quindi, di queste vite spezzate? Dei loro affetti? Dei progetti per il futuro? ».

La prefazione del libro è stata affidata a Marta Cartabia, ministra della Giustizia, la quale durante il giorno d’insediamento presso il suo ministero, lesse nel suo ufficio e poi in Senato, una lettera inviatale da  una madre afflitta dopo la morte sul posto di lavoro del suo unico figlio, Roberto. 

La Guardasigilli, dopo aver scandito ogni singola parola, promise alla donna, di riportare i tempi della giustizia entro i limiti della ragionevolezza, perché una madre deve avere la possibilità di vedere condannate le persone responsabili della morte del proprio figlio.

«Il libro è scritto veramente bene – fa notare la Savaglio – si tratta di 21 storie raccontate in prima persona, per far sí che il lettore attraversi il dolore della perdita e ne faccia tesoro. Ho letto tutto, persino la biografia della scrittrice», scherza.

È stata narrata la storia di Luana D’Orazio, morta a soli 22 anni a causa di un meccanismo di sicurezza manomesso; quella di Giovanna Curcio, morta nel pieno fiore della giovinezza, in un’azienda che produce materassi nel napoletano, e tante altre, che ritroverete nel volume della Fasano.

«Per chi fa attivismo politico sindacale – afferma Vittorio Sacco – leggere queste storie è davvero provante. La legge che istituisce la sicurezza sul lavoro è la 883, la stessa che  istituí il SSN nel 1978, ma la salute, come il lavoro, è troppo spesso negata e dilaniata, soprattutto dalle nostre parti. Il nove giugno è stata una giornata tragica, hanno perso la vita lavorando, sei persone, tra cui un anziano di 75 anni caduto da un’ impalcatura a Lamezia terme. Per quale motivo era lì? Perché l’età pensionabile è aumentata, e probabilmente l’uomo in questione nonostante gli anni e gli acciacchi, ha continuato per necessità, non considerando minimamente i rischi ed i pericoli ».

L’autrice poi, si è soffermata sulla “gavetta”, e confessa che prima di spiccare il volo nel mondo del giornalismo, ha lavorato in una fabbrica per pochi spiccioli: «La dignità di una persona viene calpestata ogni minuto in questo paese – afferma – che non ha neppure una legge volta a garantire il famoso salario minimo di cui tanto si parla».

Ma la domanda è: perché non ci ribelliamo? Se un giorno arrivasse una banda di terroristi o di mafiosi e  uccidessero persone così a caso, allora cosa farebbe la politica?

Ci sarebbero manifestazioni, scioperi, e probabilmente anche un’acuta e attenta caccia all’uomo.

Perché questo non lo si fa per contrastare le morti bianche? 

RENDE (CS) – Al centro storico sorgerà un nuovo campo polifunzionale

Al centro storico di Rende nascerà un nuovo campo polifunzionale, grazie ai finanziamenti ottenuti per la riqualificazione di aree a forte rischio di degrado.

Tali lavori partiranno a breve i lavori, con un importo pari ad € 135.000,00. dell’impianto sportivo di via Vanni, attualmente inutilizzato, al fine di renderlo luogo di aggregazione sociale per i residenti del borgo antico.

«Lo sviluppo dell’edilizia sportiva in vista del 2023 anno in cui Rende è stata scelta come Città Europea dello Sport è uno degli assi su cui abbiamo puntato», ha sottolineato il sindaco Marcello Manna. 
Le opere saranno finanziate nell’ambito degli investimenti in progetti di rigenerazione urbana, intervento confluito nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza alla missione M5C2-I2.1: Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale.
«La medesima area – ha sottolineato l’assessore Pino Munno – è destinataria di un ulteriore finanziamento di € 100.000,00, che, sommato al presente consentono il completamento dell’intervento con ulteriori lavori e rendere quindi gli impianti sportivi e i relativi immobili pertinenziali fruibili dalla popolazione, in particolare dagli abitanti del centro storico, evitando così fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale».
Il Centro Sportivo, di proprietà comunale, ha avuto negli anni diverse gestioni, che non hanno realizzato interventi sostanziali in ordine alla manutenzione, all’ammodernamento o al ripristino dei campi sportivi. Successivamente, però, è stato più volte vandalizzato e ridotto in pessime condizioni.
«L’Amministrazione comunale ha già provveduto ad approvare il progetto esecutivo relativo al parziale intervento di manutenzione rivolto al campo di calcio a cinque, agli spogliatoi, al muro a gradoni prospiciente il campo in erba sintetica e alla illuminazione dei vialetti che collegano il campo di gioco all’edificio spogliatoi. Mentre, il presente progetto esecutivo riguarda la sistemazione del campo polisportivo, del campo di pallacanestro (che verrà trasformato in campo di padel), degli altri viali per i quali è prevista anche l’illuminazione e dello spogliatoio da destinare agli utilizzatori di questi due campi», ha proseguito Munno.
«Siamo lieti che si continui ad investire in questo settore – ha dichiarato il consigliere con delega allo sport, Giovanni Gagliardi – che è cruciale è strettamente connesso alla crescita economica e sostenibile della città».
«L’area interessata dall’importante progetto di riqualificazione – ha concluso la consigliera con delega al centro storico Romina Provenzano – si appresta a ritornare ad essere luogo di aggregazione. L’amministrazione Manna ha così dimostrato come la politica del fare sia l’unica risposta da dare ai cittadini». (rcs)

RENDE – Al Museo del Presente la mostra “Cyan Carpet”

Mercoledì 6 luglio, alle 19, al Museo del Presente di Rende il finissage della mostra di Angelo Gallo Cyan Carpet a cura di Roberto Sottile.

Gli Uccelli senza ali e le Anatomie Forzate, protagonisti della precedente mostra Anatomie Forzate,  aprono lo scenario, facendo da prologo, a Cyan Carpet, terza tappa di un percorso artistico che, ibridando diverse tecniche multimediali e non, mette in discussione i canoni tradizionali dell’esperienza estetica.

Grazie ad Angelo Gallo, l’opera d’arte diviene senziente, affermando il proprio potere e prendendo di fatto il controllo sulla coscienza umana, è un’opera alla quale il suo creatore ha “ridato voce” e che si smarca completamente dalla visione classica e antropocentrica della quale siamo profondamente impregnati,

Una mostra sensibile, dove partendo dalla serie Anatomie Forzate, l’artista ha accompagnato lo spettatore all’incontro con le Anatomie Sensibili, in un percorso visivo e sensoriale che ha ristabilito un nuovo rapporto tra uomo e natura.

«Questo percorso ha vissuto un’ulteriore evoluzione ad oggi ed in mostra siamo riusciti a vederne le conseguenze. Penso abbia portato anche nei fruitori delle conseguenze, o meglio, qualche spunto di riflessione, forse una nuova volontà di crescita personale. L’intenzione era quella di creare delle rotture. Principalmente verso me stesso e la mia espressione, poi verso gli altri, cercando di suggerire un pò le stesse domande che mi sono posto nel processo di creazione. Molti addetti ai lavori hanno detto che ho creato anche una spaccatura nel territorio e che ce ne fosse bisogno. Penso che un pò sia così, Cyan Carpet ha decisamente mostrato al territorio che è possibile fare arte contemporanea anche in Calabria, che ci si può esprimere a prescindere dal luogo».

«Probabilmente ora, gli artisti ed i musei calabresi, inizieranno a lavorare con un’apertura diversa. Ciò che mi spiace un pò è che si son mossi poco i tavoli noti. È sempre meglio evitare la presenza altrimenti bisogna poi ammettere che c’è qualcosa di buono in giro e ciò rende vane tutte le lamentele e le autocelebrazioni antiquate. Li ringrazio comunque per ciò che hanno mostrato nel panorama in questi ultimi anni perché ciò mi ha dato modo di rendermi conto di tutto ciò che non vorrei mai essere o diventare».

Un percorso che ha richiamato l’attenzione di tutti i nostri sensi, un’immersione totale in cui il baricentro si è spostato da noi all’arte, dal soggetto all’oggetto.

La questione in gioco non è cosa proviamo solitamente noi di fronte all’opera ma cosa sente l’opera di fronte a noi e, soprattutto, come questo suo sentire condizioni il nostro agire. Cambiare posto, non sentirci al centro del mondo. Tutto il percorso segnato dal Cyan Carpet è stato il tentativo di collocarci in una zona tutt’altro che attiva, di essere noi gli oggetti inerti sotto osservazione.

Ad intervenire saranno Valentina De Filippis, Elisabetta Longo, Marilena Morabito e Roberto Sottile i cui testi saranno contenuti nel catalogo edito da Galileo Editore che sarà presente con un suo rappresentante all’evento di chiusura.

Saranno presenti inoltre gli artisti firmatari del “Manifesto del Sensibile”, la cui introduzione e il cui capitolo iniziale faranno parte della pubblicazione editoriale.

Un manifesto artistico in piena regola, che interroga l’artista per giungere a comunicare a tutte le persone. L’arte non più come punto di osservazione privilegiata sulla vita quotidiana di tutti noi, ma come bisogno e possibilità di un nuovo sensibile punto di vista, accessibile a tutti. (rcs)

Il Ponte Campagnano di Rende porta il nome di Giacomo Mancini

di FRANCO BARTUCCILo storico “ponte Campagnano” sulla Statale 19,  nei pressi di Contrada Roges di Rende, considerato a memoria d’uomo confine visibile tra i due Comuni  di Cosenza e Rende, da oggi porta, su delibera del Consiglio Comunale della cittadina rendese, il nome di Giacomo Mancini.

Alla cerimonia ufficiale di intitolazione del ponte, dove è stata collocata una targa segnaletica a ricordo, sono intervenuti in tanti, parenti, amici e conoscenti del noto statista cosentino, con il figlio Pietro e nipote Giacomo, ma soprattutto diversi sindaci dell’area urbana a Nord di Cosenza con la fascia tricolore, come Pietro Caracciolo di Montalto Uffugo, Salvatore Magarò di Castiglione Cosentino; mentre il Comune di Cosenza è stato rappresentato, su delega del sindaco Franz Caruso, dal consigliere comunale Francesco Turco, presidente della commissione urbanistica di città dei Bruzi.

Si è visto anche il rettore dell’Università Nicola Leone, legato  in vita da un profondo rapporto di amicizia e stima a Giacomo Mancini per come ha confidato di persona attraverso i social, non dimenticando di sottolineare il ruolo ch’ebbe nella nascita dell’Università della Calabria sottoscrivendo come Ministro ai Lavori Pubblici della Repubblica Italiana la legge istitutiva, n° 442 del 12 marzo 1968, voluta dal Presidente del Consiglio Aldo Moro.

Come anche il già sindaco di Rende, parlamentare, sottosegretario di Stato e Assessore della Regione Calabria Sandro Principe, che in  un accalorato intervento, invitato dal sindaco Marcello Manna, ha parlato del suo rapporto di amicizia e collaborazione con l’on. Giacomo Mancini nel realizzare delle opere comuni, come i due viali Mancini e Principe per farne sede, almeno nella parte cosentina, della metropolitana Cosenza, Rende, Università; mentre il nipote Giacomo Mancini jr, dopo aver ricordato la figura di Francesco Principe, già sindaco di Rende, parlamentare socialista e sottosegretario, presidente della Giunta Regionale della Calabria e presidente del Consiglio dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, legato da uno stimolante rapporto di amicizia e confronto politico con il nonno, ha tenuto a ringraziare l’attuale amministrazione rendese per aver voluto intitolare il ponte Campagnano alla memoria di Giacomo Mancini nel ventennale della sua scomparsa.

«Non mi sfugge il significato simbolico che ha questo ponte e sia il significato di prospettiva – ha affermato Giacomo Mancini Jr –. Un ponte per unire territori, uomini, donne e destini. La prospettiva di lavorare insieme, Cosenza, Rende, l’area urbana, la nostra Università, fiore all’occhiello della Calabria, non è altro che l’assicurazione per un nostro futuro di sviluppo e crescita».

«Rende – ha concluso – è una comunità dove la tradizione socialista ha radici profonde, che qui, più che altrove, ha prodotto risultati importanti in termini di elaborazione di pensiero e di capacità amministrativa. Ed è bello vedere che nel nome di mio nonno le contrapposizioni rispetto al presente amministrativo diventino convergenza e condivisione per una storia che tutti insieme rivendichiamo con orgoglio».

Per il sindaco di Rende Marcello Manna l’intitolazione del ponte a Giacomo Mancini  non è altro che l’inaugurazione del nuovo corso della toponomastica a Rende.

«Si è partiti da Giacomo Mancini – ha affermato – perché la città di Rende non poteva non ricordare Giacomo Mancini per tutto quello che ha rappresentato. Il nostro è un tributo ad una delle personalità più importanti di tutta la nostra Calabria ma non solo… Dall’idea di grande città che ha sempre avuto Giacomo Mancini noi dobbiamo partire e progettare uno sviluppo nuovo dei nostri territori senza barriere o inutili campanilismi».

«Cosenza e Rende – ha  proseguito il Sindaco Manna – non possono più pensare di essere separate. E questo ponte che collega Cosenza e Rende in nome di Mancini oggi vuole essere un segnale politico molto importante. Siamo pronti al disegno della grande città. Una città che si candida ad essere punto di riferimento dell’intera provincia e della Regione Calabria».

Nello sviluppare il servizio di cronaca dell’evento  non si può fare a meno di riportare un concetto di Giacomo Mancini  espresso a proposito della creazione dell’unica area urbana attorno all’Università della Calabria all’indomani dell’approvazione dello studio di fattibilità, da parte dei Consigli comunali delle due città, del progetto di realizzazione della metropolitana leggera Cosenza-Rende- Università.

«In questa iniziativa – affermava il Sindaco Giacomo Mancini, nel mese di marzo 1998 – c’è il superamento del municipalismo più deteriore. Le nostre sono città piccole e come tali hanno sempre contato poco. Noi abbiamo l’ambizione di diventare più forti, creando un’autorevole area urbana, quella del Crati, dalla quale è passata la storia. Anche oggi come in passato Cosenza si propone punto di riferimento con un primo progetto, quello della metropolitana, che dovrà costituire un richiamo».

Quel progetto una strumentalizzazione politica priva di memoria e significato pregnante, legato alla nascita della grande unica città della valle del Crati, l’ha fatto fallire, lo ha cestinato come si cestina quelle carte prive di significato e valore. 

Oggi dalle dichiarazioni riportate nel servizio pronunciate dal Sindaco Manna e da Giacomo Mancini jr, come dallo stesso on. Sandro Principe, ne ricompongono una nuova volontà, un nuovo disegno da riprendere e portare a compimento. Peccato che alla cerimonia non abbia partecipato l’attuale Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, la cui assenza è stata avvertita da molti, tra cui l’autore di questo servizio, ed al quale si raccomanda di guardare con occhi diversi al disegno della nuova grande unica città.

Sul territorio in quell’area di confine a Nord della Città di Cosenza e su territorio di Rende ci sono elementi toponomastici che nel tempo inconsapevolmente si stanno sviluppando e manifestando. Nel realizzare la statale 19 bis nei pressi di Metropolis e Museo del Presente si è costruito un sottopasso intitolato alla memoria del prof. Sen. Luigi Gullo, illustre giurista cosentino. 

Nel 2018, su richiesta dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, in coincidenza del cinquantesimo anniversario della legge istitutiva dell’Ateneo di Arcavacata, le due Amministrazioni comunali di Rende e Cosenza hanno acconsentito di intitolare il ponte di superamento del Campagnano al primo Rettore dell’Università, prof. Beniamino Andreatta.

Da oggi l’altro ponte sul fiume Campagnano, che dalle Casermette  porta a Roges di Rende, ha il nome di Giacomo Mancini. Due assi paralleli poco distanti tra di loro che trovano una trasversale di collegamento tra di loro con la bretella di uscita dal ponte Andreatta verso Via degli Stadi che incrociando la rotatoria si può proseguire su Via Marconi e svoltando a sinistra si accede su via  Campagnano che porta al ponte Mancini.

Una trasversale di collegamento interamente ricadente sul territorio del Comune di Cosenza, alla cui Amministrazione e relativo sindaco ci si rivolge per far sì che questo percorso trasversale sia intitolato alla memoria del primo Presidente del Comitato Ordinatore della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria, prof. Paolo Sylos Labini, che insieme al Rettore Andreatta e al prof. Vanzetti furono coinvolti presso il Tribunale di Cosenza in una causa penale avviata dal sen. Luigi Gullo nel mese di dicembre del 1972 per una vicenda di concorso d’insegnamento durata ben 15 anni terminata nel 1985 con l’assoluzione piena dei tre professori dell’UniCal.

Sarebbe bello ed umano che ciò avvenisse in quanto potrebbe essere un bel segnale di pacificazione morale in memoria, se pur a distanza di anni, tra due accademici e due politici di prestigio del cosentino che hanno avuto tra di loro in vita a volte degli scontri sulla nascita dell’Università della Calabria e sui metodi di governo che li hanno portati a divergere nel corso di quegli anni, ma che si sono pure impegnati perché quel miracolo  di centro culturale, formativo e scientifico, trovasse la sua collocazione ed il suo percorso di sviluppo per il bene della Calabria. 

Ciò avverrebbe nel cinquantesimo anniversario della nascita dell’UniCal e dell’attivazione di quei dipartimenti di partenza iniziale, come quelli di Sociologia, Economia, Fisica, Chimica, Difesa del Suolo e Pianificazione territoriale. Ritrovarsi tutti insieme, per come è stato affermato nella cerimonia di intitolazione del Ponte Campagnno a Giacomo Mancini per costruire il futuro della grande e unica città della Valle del Crati, facendo cadere da subito quei punti di scontro come quello della costruzione del nuovo ospedale. (fb)

RENDE – Il Consiglio comunale vota per incontro tra i sindaci su allocazione ospedale

Il consiglio comunale di Rende ha votato, all’unanimità, una mozione che impegna il sindaco, Marcello Manna,  a promuovere un incontro con i sindaci di Cosenza, Castrolibero e Montalto Uffugo, e con il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per meglio illustrare gli elementi oggettivi a sostegno della scelta dell’area Unical quale sede del nuovo ospedale della provincia di Cosenza”, si legge nella nota uscita dalla seduta pubblica presieduta dal Presidente del Consiglio Gaetano Morrone.

«Premesso che in località Arcavacata – si legge – nell’area di proprietà dell’Università della Calabria, insistono numerosissimi ettari di terreno di proprietà dell’ateneo e, quindi, di proprietà pubblica; Che, confinante con l’area di cui sopra, l’ente provincia di Cosenza è proprietaria di un vasto appezzamento di terreno che si estende fino al fiume Settimo; Che, pertanto, ove venisse scelta l’area Unical o il confinante terreno di proprietà della Provincia, per allocarvi il nuovo ospedale della provincia di Cosenza, si eviterebbero complicate, difficili e costose procedure espropriative, senza turbare, peraltro, la pace sociale; Che scegliendo l’area Unical per realizzare il nuovo ospedale della provincia di Cosenza, i dipartimenti ospedalieri potrebbero svolgere il ruolo delle cliniche universitarie, determinando così l’istituzione della facolta’ di medicina presso l’Unical; Che nello stesso Ateneo è presente ed operante un prestigioso centro sanitario che fornisce utili prestazioni ai cittadini e dove si svolge qualificata attività di ricerca; Che nell’ateneo di Arcavacata sono già inserite tutte le materie del primo triennio della facoltà di medicina».

«Che, nell’età contemporanea – si legge ancora – le attività di medicina e la ricerca debbono compenetrarsi, poiché non è possibile fare seriamente medicina senza utilizzare macchinari diagnostici e tecniche di intervento in continua evoluzione, grazie alla innovazione tecnologica; che la zona sarà servita dal nuovo svincolo autostradale di Settimo di Rende e dalla stazione ferroviaria di S.Maria di Settimo di Montalto, e pertanto facilmente raggiungibile dal resto della provincia che si sviluppa, per la gran parte a nord; Che, in considerazione di quanto sopra, non può certamente dirsi che la scelta di Arcavacata, che questo Consiglio promuove, sia frutto di egoismo campanilistico, poiché le ragioni, addotte a sostegno della tesi in questo documento illustrata, sono assolutamente oggettive».

«Abbiamo accolto l’istanza pervenuta da tutte le componenti politiche in seno al consiglio comunale che mi onoro di presiedere. Ciò è un chiaro segno di quanto sui grandi temi ci sia convergenza aldilà dei colori politici di appartenenza», ha dichiarato Morrone.

«Nel documento approvato lo scorso martedì – ha spiegato – si chiede un incontro con gli altri sindaci dell’area Urbana (Cosenza, Castrolibero e Montalto Uffugo) e con il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, a cui spetta la decisione finale, per meglio illustrare gli elementi oggettivi a sostegno della scelta dell’area Unical quale sede del nuovo ospedale della provincia di Cosenza».

«Una scelta non campanilistica, questa – ha detto ancora – ma dettata dal nuovo sviluppo a nord dell’area urbana, oltre che del nuovo corso di laurea magistrale a Ciclo unico in Medicina e Chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Università della Calabria. Una scelta sulla quale bisogna confrontarsi e discutere a più livelli. Per questo auspico al più presto anche un incontro con i colleghi presidenti del consiglio dei comuni dell’area urbana. In tema di servizi essenziali alla comunità bisogna moltiplicare le occasioni di dibattito affinché si possono trovare e realizzare soluzioni capaci di offrire ai nostri cittadini maggiore qualità della vita all’insegna della sostenibilità». (rcs)

 

RENDE – Venerdì incontro con il biblista Romano Renna

Venerdì 17 giugno, a Rende, alle 17, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, incontro con il noto biblista Romano Penna, dal titolo La responsabilità cristiana nella vita di oggi.

L’evento è stato organizzato dalla sezione di Cosenza dell’Ande – Associazione Nazionale Donne Elettrici in collaborazione l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Francesco di Sales”, l’UCIIM sez. di Cosenza e l’Ass.“Felice Mastroianni” di Lamezia Terme.

L’incontro intende offrire risposte alle problematiche che affliggono i nostri tempi riprendendo gli antichi scritti cristiani. La questione verrà affrontata in una interessante conversazione con Romano Penna, professore emerito della Pontificia Università Lateranense, condotta da Domenico Marino, giornalista della testata nazionale Avvenire. Si parte con i saluti della direttrice dell’Istituto “S. Francesco di Sales” di Rende suor Raffaella Roberti, della presidente UCIIM Cosenza Rosita Paradiso, del presidente dell’Associazione “Felice Mastroianni” Umberto Caruso e della Presidente Ande Cosenza Giovanna Giulia Bergantin.  (rcs)

Cosenza, Rende e Castrolibero unite nel segno della cultura

di MARIACHIARA MONACODa molti anni si discute sull’idea di creare una “città unica”, che vada ad unire i comuni confinanti di Rende, Castrolibero e Cosenza.

A palazzo dei Bruzi si sono gettate le basi per una intensa governance nel settore cultura e spettacolo delle tre amministrazioni, grazie all’accordo che lega i sindaci al primo cartellone unico degli eventi estivi per il mese di giugno, che vedrà un periodo ricco di eventi, come presentazioni di libri, mostre artistiche, e tanta musica.

Sono tredici le serate che accompagneranno i cittadini, senza escludere dei nuovi eventi nel mese di luglio ed agosto. Si alzerà il sipario con la presentazione del volume “Dio nel mio respiro” di Don Davide Bruno, presso il museo dei Brettii e degli Enotri, e si chiuderà il 30 giugno con la commedia in due atti di Gianni Clementi, dal titolo insolito “Grisù, Giuseppe e Maria”.

Spazi ampi e manifestazioni per tutte le età, che andranno a valorizzare i luoghi simbolo delle città in questione, quali Palazzo Arnone, il Museo del Presente, Villa Rendano, l’anfiteatro Tieri, e molte altre location da scoprire ed apprezzare.

All’iniziativa hanno lavorato in stretto contatto l’assessore alla cultura della città di Rende, Marta Petrusewich, Nicoletta Perrotti per Castrolibero, e Pina Incarnato per la città di Cosenza.

Un team che ha funzionato egregiamente, basti pensare all’organizzazione del Concours Mondial de Bruxelles, dove critici arrivati da tutto il mondo hanno decretato i migliori vini in circolazione tra le circa 1800 aziende iscritte, oppure al Festival del gusto con tanto di show cooking e chef riconosciuti in tutta Italia, per poi concludere con la mostra dei grandi maestri d’arte giapponese arrivati a Cosenza, direttamente dal Sollevante.

«Da questa sera, cominciamo a fare sul serio ed invertiamo la rotta», queste le parole di Franz Caruso, a margine dell’incontro. 

La cultura quindi, come preludio di ciò che accadrà, al fine di arrivare a piccoli passi all’obiettivo della creazione di un organismo unico di pianificazione integrata, che riguarderà in modo estremo, anche il sistema trasporti e soprattutto una rete di collegamenti più fluida delle tre aree, in modo da favorire la mobilità dei cittadini.

Sull’argomento, i sindaci, hanno inoltre anticipato la volontà di dar vita ad un’unica azienda di trasporti con Consorzio, Amaco e Ferrovie della Calabria. Si è poi toccato il tema “sicurezza”, pensando alla creazione di un Corpo di polizia Municipale unico, per l’incolumità dell’intera area e non solo. 

Si tratta quindi, di attendere pazienti l’evolversi di tali accordi, consapevoli della strada ormai trattegiata, e auspicando che i tre primi cittadini vogliano realmente percorrerla insieme.(mm)

Al Liceo Scientifico Pitagora di Rende il primo TedxYouth organizzato dagli studenti

di MARIACHIARA MONACOIl Liceo scientifico “Pitagora”, con il patrocinio del comune di Rende ha dato vita presso il teatro dell’Università della Calabria, al primo TEDxYouth in Italia organizzato interamente da studenti di scuola superiore. Tale evento, in California come a Rende nasce con l’idea di approfondire e condividere diverse tematiche.

Il TEDxYouth, porta in scena, testimonianze di giovani provenienti da tutto il paese, che hanno avuto la possibilità di confrontarsi con il pubblico numeroso sul tema centrale della comunicazione, vista come una nuova dimensione, simile ad un bambino che nel grembo materno, scalcia per venire al mondo per poi diventare uomo. Sottotitolo della manifestazione è  messaggi in bottiglia, diventati ormai un mito, poiché hanno sempre raccontato la vita e la storia in ogni forma.

Presenti oltre ai docenti, e a tutto lo staff organizzativo, anche rappresentanti delle istituzioni, come l’avv. Marcello Manna, sindaco di Rende, il quale ha poi proposto un TEDx comunale, così da coinvolgere l’intera amministrazione, e l’assessore all’istruzione della provincia di Cosenza, Pina Sturino, emozionata ma soprattutto rapita dall’impeccabile organizzazione dell’evento e dalla sua innovazione, ella inoltre si è impegnata pubblicamente affinché questo, presto diventi un progetto pilota in tutte le scuole della provincia.

Molte sono le esperienze raccontate, basti pensare al primo giovanissimo speaker, Andrea Oliva, egli parla della rete che ha rivoluzionato la vita di ognuno di noi, ma allo stesso tempo messo in difficoltà, soprattutto quando si tratta di discernere le informazioni. Dietro una tastiera può prendere voce anche la parte peggiore di ognuno, bisogna quindi, uscire dalla caverna di Platone, e chiedersi i motivi per i quali le cose accadono, e capire quindi il  “perché”.

Poi Alessandro Chersovani, conosciuto sui social come Testadichezzo, racconta del rapporto difficile che aveva con la scuola, e della sua più grande passione, l’arte.

La comunicazione per Alessandro è l’emblema del suo lavoro, egli infatti scrive delle frasi e le pubblica sui social più famosi, riscuotendo molto successo. Le sue parole sono semplici, dirette, racconta di com’è bello parlare di sé stessi, ma allo stesso tempo consiglia a tutti i presenti di rimanere autentici.

Il messaggio in bottiglia, inoltre è stato recapitato anche a Swamy Rotolo, la più giovane ad aver ricevuto il David di Donatello come migliore attrice protagonista. Lei, confessa agli studenti, che non bisogna seguire una traiettoria ben precisa, l’importante è conoscere, per poter scegliere al meglio il proprio futuro. Lei era convinta che il mondo del cinema fosse ben lontano dalla sua città, Gioia Tauro, ma con passione e sacrificio, e grazie alla sua famiglia ha capito l’importanza comunicativa della cinepresa, ed ha colto quindi la sua opportunità.

A conclusione dell’evento, è arrivato un messaggio da parte del Ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, consapevole dell’importanza delle parole e del pensiero critico, cita Tacito: «là dove fanno il deserto gli danno il nome di pace». La pace si costruisce condividendo le idee, attraverso un dialogo aperto e preciso. La comunicazione quindi, rappresenta un valore fondamentale per l’uomo, l’animale sociale per eccellenza, così come lo definiva Aristotele. (mm)