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Il Ponte Campagnano di Rende porta il nome di Giacomo Mancini

Il Ponte Campagnano di Rende porta il nome di Giacomo Mancini

di FRANCO BARTUCCILo storico “ponte Campagnano” sulla Statale 19,  nei pressi di Contrada Roges di Rende, considerato a memoria d’uomo confine visibile tra i due Comuni  di Cosenza e Rende, da oggi porta, su delibera del Consiglio Comunale della cittadina rendese, il nome di Giacomo Mancini.

Alla cerimonia ufficiale di intitolazione del ponte, dove è stata collocata una targa segnaletica a ricordo, sono intervenuti in tanti, parenti, amici e conoscenti del noto statista cosentino, con il figlio Pietro e nipote Giacomo, ma soprattutto diversi sindaci dell’area urbana a Nord di Cosenza con la fascia tricolore, come Pietro Caracciolo di Montalto Uffugo, Salvatore Magarò di Castiglione Cosentino; mentre il Comune di Cosenza è stato rappresentato, su delega del sindaco Franz Caruso, dal consigliere comunale Francesco Turco, presidente della commissione urbanistica di città dei Bruzi.

Si è visto anche il rettore dell’Università Nicola Leone, legato  in vita da un profondo rapporto di amicizia e stima a Giacomo Mancini per come ha confidato di persona attraverso i social, non dimenticando di sottolineare il ruolo ch’ebbe nella nascita dell’Università della Calabria sottoscrivendo come Ministro ai Lavori Pubblici della Repubblica Italiana la legge istitutiva, n° 442 del 12 marzo 1968, voluta dal Presidente del Consiglio Aldo Moro.

Come anche il già sindaco di Rende, parlamentare, sottosegretario di Stato e Assessore della Regione Calabria Sandro Principe, che in  un accalorato intervento, invitato dal sindaco Marcello Manna, ha parlato del suo rapporto di amicizia e collaborazione con l’on. Giacomo Mancini nel realizzare delle opere comuni, come i due viali Mancini e Principe per farne sede, almeno nella parte cosentina, della metropolitana Cosenza, Rende, Università; mentre il nipote Giacomo Mancini jr, dopo aver ricordato la figura di Francesco Principe, già sindaco di Rende, parlamentare socialista e sottosegretario, presidente della Giunta Regionale della Calabria e presidente del Consiglio dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, legato da uno stimolante rapporto di amicizia e confronto politico con il nonno, ha tenuto a ringraziare l’attuale amministrazione rendese per aver voluto intitolare il ponte Campagnano alla memoria di Giacomo Mancini nel ventennale della sua scomparsa.

«Non mi sfugge il significato simbolico che ha questo ponte e sia il significato di prospettiva – ha affermato Giacomo Mancini Jr –. Un ponte per unire territori, uomini, donne e destini. La prospettiva di lavorare insieme, Cosenza, Rende, l’area urbana, la nostra Università, fiore all’occhiello della Calabria, non è altro che l’assicurazione per un nostro futuro di sviluppo e crescita».

«Rende – ha concluso – è una comunità dove la tradizione socialista ha radici profonde, che qui, più che altrove, ha prodotto risultati importanti in termini di elaborazione di pensiero e di capacità amministrativa. Ed è bello vedere che nel nome di mio nonno le contrapposizioni rispetto al presente amministrativo diventino convergenza e condivisione per una storia che tutti insieme rivendichiamo con orgoglio».

Per il sindaco di Rende Marcello Manna l’intitolazione del ponte a Giacomo Mancini  non è altro che l’inaugurazione del nuovo corso della toponomastica a Rende.

«Si è partiti da Giacomo Mancini – ha affermato – perché la città di Rende non poteva non ricordare Giacomo Mancini per tutto quello che ha rappresentato. Il nostro è un tributo ad una delle personalità più importanti di tutta la nostra Calabria ma non solo… Dall’idea di grande città che ha sempre avuto Giacomo Mancini noi dobbiamo partire e progettare uno sviluppo nuovo dei nostri territori senza barriere o inutili campanilismi».

«Cosenza e Rende – ha  proseguito il Sindaco Manna – non possono più pensare di essere separate. E questo ponte che collega Cosenza e Rende in nome di Mancini oggi vuole essere un segnale politico molto importante. Siamo pronti al disegno della grande città. Una città che si candida ad essere punto di riferimento dell’intera provincia e della Regione Calabria».

Nello sviluppare il servizio di cronaca dell’evento  non si può fare a meno di riportare un concetto di Giacomo Mancini  espresso a proposito della creazione dell’unica area urbana attorno all’Università della Calabria all’indomani dell’approvazione dello studio di fattibilità, da parte dei Consigli comunali delle due città, del progetto di realizzazione della metropolitana leggera Cosenza-Rende- Università.

«In questa iniziativa – affermava il Sindaco Giacomo Mancini, nel mese di marzo 1998 – c’è il superamento del municipalismo più deteriore. Le nostre sono città piccole e come tali hanno sempre contato poco. Noi abbiamo l’ambizione di diventare più forti, creando un’autorevole area urbana, quella del Crati, dalla quale è passata la storia. Anche oggi come in passato Cosenza si propone punto di riferimento con un primo progetto, quello della metropolitana, che dovrà costituire un richiamo».

Quel progetto una strumentalizzazione politica priva di memoria e significato pregnante, legato alla nascita della grande unica città della valle del Crati, l’ha fatto fallire, lo ha cestinato come si cestina quelle carte prive di significato e valore. 

Oggi dalle dichiarazioni riportate nel servizio pronunciate dal Sindaco Manna e da Giacomo Mancini jr, come dallo stesso on. Sandro Principe, ne ricompongono una nuova volontà, un nuovo disegno da riprendere e portare a compimento. Peccato che alla cerimonia non abbia partecipato l’attuale Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, la cui assenza è stata avvertita da molti, tra cui l’autore di questo servizio, ed al quale si raccomanda di guardare con occhi diversi al disegno della nuova grande unica città.

Sul territorio in quell’area di confine a Nord della Città di Cosenza e su territorio di Rende ci sono elementi toponomastici che nel tempo inconsapevolmente si stanno sviluppando e manifestando. Nel realizzare la statale 19 bis nei pressi di Metropolis e Museo del Presente si è costruito un sottopasso intitolato alla memoria del prof. Sen. Luigi Gullo, illustre giurista cosentino. 

Nel 2018, su richiesta dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, in coincidenza del cinquantesimo anniversario della legge istitutiva dell’Ateneo di Arcavacata, le due Amministrazioni comunali di Rende e Cosenza hanno acconsentito di intitolare il ponte di superamento del Campagnano al primo Rettore dell’Università, prof. Beniamino Andreatta.

Da oggi l’altro ponte sul fiume Campagnano, che dalle Casermette  porta a Roges di Rende, ha il nome di Giacomo Mancini. Due assi paralleli poco distanti tra di loro che trovano una trasversale di collegamento tra di loro con la bretella di uscita dal ponte Andreatta verso Via degli Stadi che incrociando la rotatoria si può proseguire su Via Marconi e svoltando a sinistra si accede su via  Campagnano che porta al ponte Mancini.

Una trasversale di collegamento interamente ricadente sul territorio del Comune di Cosenza, alla cui Amministrazione e relativo sindaco ci si rivolge per far sì che questo percorso trasversale sia intitolato alla memoria del primo Presidente del Comitato Ordinatore della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria, prof. Paolo Sylos Labini, che insieme al Rettore Andreatta e al prof. Vanzetti furono coinvolti presso il Tribunale di Cosenza in una causa penale avviata dal sen. Luigi Gullo nel mese di dicembre del 1972 per una vicenda di concorso d’insegnamento durata ben 15 anni terminata nel 1985 con l’assoluzione piena dei tre professori dell’UniCal.

Sarebbe bello ed umano che ciò avvenisse in quanto potrebbe essere un bel segnale di pacificazione morale in memoria, se pur a distanza di anni, tra due accademici e due politici di prestigio del cosentino che hanno avuto tra di loro in vita a volte degli scontri sulla nascita dell’Università della Calabria e sui metodi di governo che li hanno portati a divergere nel corso di quegli anni, ma che si sono pure impegnati perché quel miracolo  di centro culturale, formativo e scientifico, trovasse la sua collocazione ed il suo percorso di sviluppo per il bene della Calabria. 

Ciò avverrebbe nel cinquantesimo anniversario della nascita dell’UniCal e dell’attivazione di quei dipartimenti di partenza iniziale, come quelli di Sociologia, Economia, Fisica, Chimica, Difesa del Suolo e Pianificazione territoriale. Ritrovarsi tutti insieme, per come è stato affermato nella cerimonia di intitolazione del Ponte Campagnno a Giacomo Mancini per costruire il futuro della grande e unica città della Valle del Crati, facendo cadere da subito quei punti di scontro come quello della costruzione del nuovo ospedale. (fb)