LA “GRANDE COSENZA”: UN’OCCASIONE DI
POSITIVA INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA

di CANDIDA TUCCINoi imprenditori abbiamo nel nostro codice genetico la capacità di cavalcare i cambiamenti, di coglierne le opportunità e di guardare al futuro con fiducia ed ottimismo. Se così non fosse non avremmo nessuna speranza di poter resistere alle regole di mercato, e di questo, la piccola e media impresa italiana è l’esempio più  tangibile rappresentando oggi l’80% del Pil del nostro Paese.

La fusione di Cosenza Rende e Castrolibero sarà un grande cambiamento e perciò una grande opportunità per tutti, amministratori, parti sociali e cittadini di poter realizzare un progetto urbano efficiente, moderno, vivibile e progredito. In particolare, per le imprese della Salute dell’area urbana interessata dal processo di fusione, sarà un’occasione irrinunciabile di fare un passo in avanti verso l’integrazione socio sanitaria dei servizi alla persona attraverso una programmazione socio sanitaria finalmente unitaria ed omogenea per un comprensorio di ben 54 comuni. 

Cosenza Rende e Castrolibero ad oggi, appartengono a distretti socio sanitari diversi: Cosenza va con il Distretto del Savuto che raggruppa 34 comuni, mentre Rende e Castrolibero con il Distretto Valle Crati che raggruppa 20 comuni. Per le politiche di welfare, invece, Cosenza fa parte dell’Ambito Territoriale n.1 che include circa 13 comuni, mentre Rende e Castrolibero dell’Ambito territoriale n. 2 con circa 9 comuni.

Una frammentazione di programmazioni e competenze che sta generando non poche difficoltà. La fusione dei tre citati comuni, invece, comporterà la ridefinizione dei confini geografici dei citati distretti ed ambiti territoriali per cui ne conseguirà una programmazione unica socio sanitaria e socio assistenziale per tutti e 54 comuni rientranti nell’area geografica del Distretto Savuto e Valle Crati ed Ambiti Territoriali n. 1 e n.2. 

Un risultato straordinario che non sfugge a chi, come noi, rappresenta il settore degli erogatori privati di prestazioni sanitarie e sociali e che accoglie nelle proprie strutture, cittadini dei comuni citati che, per via delle loro diverse residenze, seguono spesso iter amministrativi diversi. Un vero controsenso e, soprattutto, per noi imprese un affanno burocratico ulteriore.

Sicuramente un’incombenza per le istituzioni regionali che avranno da ridefinire l’assetto distrettuale ma un investimento di energia indubbiamente utile perché produrrà un grande vantaggio per la comunità e per gli erogatori di prestazioni. Una programmazione socio sanitaria e socio assistenziale unitaria per un comprensorio di 54 comuni consentirà una lettura del fabbisogno maggiormente coerente, eviterà la clonazione di servizi e la duplicazione di interventi con ottimizzazione di costi e miglioramento delle performance salutari. Un risultato positivo, questo, per i percorsi di salute dei cittadini ulteriormente amplificato dalla (anche questa) necessaria riorganizzazione della rete farmaceutica conseguente anch’essa dalla fusione dei tre comuni citati. 

Unico interlocutore politico, un’unica pianificazione, un’ unica lettura del fabbisogno ed una conseguente maggiore razionalizzazione della distribuzione dei servizi sul territorio. 

Occasione, quindi, di poter superare quella frammentazione delle programmazioni dei servizi alla Salute dei cittadini che è ed è stata, storicamente, l’ostacolo principale per il raggiungimento della desiderata integrazione socio sanitaria. 

Una sfida per amministratori e parti sociali che oggi la maggior parte degli stakeholder dell’area urbana coinvolta dal processo di fusione, è pronta ad accogliere con entusiasmo. (ct)

[Candida Tucci è presidente regionale filiera Salute Confapi Calabria]

RENDE (CS) – Due giorni di proiezioni al Tau Cinema Campus

Due giorni di proiezioni all’Università della Calabria. Si parte mercoledì 3 Aprile alle h.20.30 sarà proiettato al Tau Cinema Campus il film documentario 30 Anni di cinema a Ponticelli (2022, 47’) di Isabella Mari, una produzione: Arci Movie e Parallelo 41 in collaborazione con: Arci Nazionale e Ucca.

Precederà la proiezione un incontro con la regista Isabella Mari, condotto da Bruno Roberti e Daniele Dottorini, docenti di cinema presso il Dispes dell’Unical.

Il film è stato realizzato in occasione del trentennale dell’associazione (1990-2020) tra il 2018 e il 2019 da un’idea di Antonella Di Nocera all’interno del 3° Atelier di Cinema di “FILMaP – Film a Ponticelli”, un progetto di Arci Movie sorto con il contributo di Fondazione “Con il Sud”, realizzato con la collaborazione di Parallelo 41, che ha permesso di formare oltre 20 filmmakers grazie a docenti quali Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Alessandro Rossetto e Carlotta Cristiani.

L’idea era approcciarsi all’immenso archivio audiovisivo di Arci Movie, costruito fin dal 1990, per dare vita ad un’opera che celebrasse i 30 anni dell’associazione. Fin dall’inizio, però, l’obiettivo non è stato solo quello di ripercorrere pedissequamente una storia di attivismo, ma di ricercare un discorso più ampio, per alimentare una riflessione collettiva sull’importanza che può assumere la promozione culturale in contesti nei quali non solo il disagio sociale è alto, ma anche le opportunità di socializzazione sono ridotte al minimo. Piano piano il lavoro dell’autrice è diventato sempre più simile a quello di un’archeologa che scava in profondità per far emergere bellezze inimmaginabili di un tempo passato. Con il recupero nel materiale di repertorio di momenti unici della storia di Arci Movie, è stato sorprendente trovare un filo rosso nel dialogo naturale e spontaneo di alcuni grandi maestri del cinema mondiale con semplici cittadini, giovani e adulti, che hanno partecipato alle migliaia di proiezioni realizzate in questo lungo percorso.

La storia dell’associazione Arci Movie è anche un po’ quella degli ultimi 30 anni di Ponticelli, quartiere di 50.000 abitanti della periferia est di Napoli. Una storia fatta di testimonianze, ricordi, immagini, amore per la cultura e per un territorio che, con la promozione del cinema nel segno della condivisione, ha potuto cambiare la propria prospettiva. Tanti i volti noti che hanno prima preso parte negli anni ’90 alla battaglia per salvare il cinema Pierrot – storica sala del quartiere destinata a diventare un supermarket come tanti – e che poi, nel tempo, hanno continuato a sostenere l’azione associativa di Arci Movie sul territorio, da Ken Loach a Mario Monicelli, da Francesco Rosi a Ettore Scola, da Toni Servillo a Paolo e Vittorio Taviani, da Frederick Wiseman a Mario Martone, da Enrico Ghezzi a Ferzan Ozpetek, da Michele Placido a Roberto Faenza, da Pupi Avati a Giuliano Montaldo. Tantissimi, infine, gli attivisti, gli educatori, gli operatori culturali, gli studenti, i giovani, i docenti, i soci e i semplici cittadini protagonisti di una storia di cinema che ha lasciato segni nella comunità come poche altre esperienze della storia recente di Napoli.

Lavorare ad uno sconfinato archivio di materiali raccolti nel corso di trent’anni di attività di un’associazione ha fatto emergere il cinema che cambia nelle modalità di narrazione e fruizione e che, al contempo, fa cambiare. Poter mettere mano ad un archivio tanto vasto, che ha come protagonisti il cinema e un territorio, mi ha consentito di trasformare testimonianze e racconti in un discorso sul cinema stesso, divenendo preziosa opportunità di scoperta e riscoperta. Ad influire sul lavoro è stata anche l’epoca storica, di profonda crisi, che il cinema sta ancora attraversando: non è possibile dimenticare le immagini delle sale vuote, con una fruizione del prodotto cinematografico che muta di giorno in giorno. La forza dell’archivio, dunque, può così riconsegnare – mediante parole, sguardi e gesti – un cinema che probabilmente oggi non c’è più: le testimonianze (o i discorsi) di grandi personalità si confondono con le voci di semplici spettatori in un unico nuovo racconto che dal repertorio si fa contemporaneo. Il viaggio attraverso le immagini di una sala che si riempie per puro amore per il cinema, si alterna a quello legato a momenti più intimi, a partire dai volti dei fondatori dell’associazione Arci Movie, oggi segnati dal passare degli anni e dei sacrifici, in una storia quasi familiare, in cui ogni componente è legato da una missione comune. Nel film è l’archivio a parlare, ho cercato sempre di conferire alle immagini la medesima passione, forza ed energia con le quali sono state al tempo girate, ma anche con le fragilità di una esperienza di trent’anni in un territorio difficile. Il tutto rielaborato senza mai dimenticare il fascino di uno sguardo al passato che si fa, al contempo, possibilità di riscoperta di un presente fondamentale per guardare al futuro. (Isabella Mari, regista)

Il giorno seguente giovedì 4 aprile alle h.20.30 sarà proiettato al Tau Cinema Campus il film documentario La Giunta (2022, 78’) di Alessandro Scippa. Prodotto da Parallelo 41 produzioni in collaborazione con Luce Cinecittà, Fondazione Valenzi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.

Precederà la proiezione un incontro con la produttrice Antonella Di Nocera, condotto da Bruno Roberti e Daniele Dottorini, docenti di cinema presso il Dispes dell’Unical.

Il film presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival, ha poi partecipato a numerosi festival in Italia e all’estero. Si tratta di un esempio di cinema del reale e di uso creativo del materiale d’archivio, che racconta come in un caleidoscopio emotivo e di grande tensione umana e civile la storia di una stagione politica esemplare per la città di Napoli, che segnò dalla metà degli anni 70 la concretizzazione di una utopia e di una nuova idea di città .

1975. Maurizio Valenzi diventa il primo sindaco comunista di Napoli, la più grande città del Sud Italia. Attraverso interviste ai protagonisti dell’epoca e materiale di archivio inedito, questa è la storia di un gruppo di donne e uomini che ha cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone.

Un sindaco carismatico e una squadra di assessori di grande spessore piantarono i semi di una nuova idea di città, in quel periodo ancora segnata dalle ferite della guerra e da una recente epidemia di colera. Tuttavia, con il terribile terremoto del 1980 e gli interessi economici della ricostruzione si modificarono profondamente gli equilibri politici e criminali, e il destino di Napoli sarà segnato da nuove forme di organizzazione della camorra che oggi, come allora, continua a condizionare la vita della città. Quella esperienza amministrativa, con la sua specificità umana, i valori civili e gli ideali che la caratterizzarono, rappresentò un momento storico unico, una vicenda che ci può anche far interrogare su come e perché il comunismo italiano, con forti legami sociali e culturali di massa, abbia potuto essere spazzato via insieme ai fantasmi del comunismo reale nel 20mo secolo. Con le interviste ai protagonisti di quel dream-team e ai figli di quelli che non ci sono più, il film è costruito come un racconto prismatico dove i frammenti di immagini, negli specchi e nelle rifrazioni dell’oggi, nostalgicamente si confrontano con il passato.

Accanto al racconto di cosa fu quell’epoca, ho voluto anche raccontare la Napoli di oggi, una città stratificata, che ho ripreso con un piccolo prisma posto davanti alla macchina da presa, che ci ha permesso di creare delle sovrapposizioni di spazi urbani, un tempo affollati da chi condivideva una speranza, oggi svuotati, esausti, inerti. Ma è proprio la memoria ad aiutarci a riempire quel vuoto. E così, nel presente di una città, forse immaginaria, tramite una visione prismatica, qualcuno ancora rivive le emozioni di un’epoca che non è più. Alessandro Scippa (Regista del film)

«La giunta è la storia di un gruppo di donne e uomini che ha cercato di realizzare il sogno di una politica vicina alle persone. […] La giunta si innalza oltre l’autoreferenzialità e si consegna alle giovani generazioni, lasciandoci comprendere quanto feconda, inclusiva e illuminata sia stata l’azione di quel gruppo di uomini e donne sognanti». (Massimiliano Virgilio / Corriere del Mezzogiorno)

Per partecipare agli incontri ad ingresso libero è necessario prenotarsi alla mail prenotazioni_cams@unical.it. (rcs)

RENDE (CS) – Il Lions e Rotary si interrogano sul fenomeno della siccità

Il Lions cosentino si interroga sul fenomeno della siccità. Storico incontro interclub Lions Cosenza Castello Svevo e Rotary Cosenza nella sala congressi dell’hotel San Francesco a Rende.

I presidenti del Rotary Club Cosenza Marco Provenzano e del Club Lions Cosenza Castello Svevo Saverio Daniele, hanno introdotto la serata, tema l’ambiente, ispirata alla Giornata Mondiale dell’acqua del 22 marzo e successivamente presentato i relatori dell’evento, l’ing. Roberto Coscarelli che ha parlato su «Siccità: caratteristica climatica o rischio naturale?» ed il prof. ing. Giancarlo Principato che è intervenuto sul tema «L’importanza degli invasi in relazione alle crisi idriche».

Interessantissimi spunti di riflessione dai due interventi che hanno sottolineato la gravità della crisi idrica globale e le potenzialità della nostra regione, in termini di riserve di acqua, con adeguati interventi di ripristino e manutenzione delle dighe presenti sul territorio.

Gli interventi della nutrita ed attenta platea hanno ulteriormente confermato la riuscita dell’evento e la elevatura dei due relatori. (rcs)

RENDE (CS) – Al Tau il concerto di Bobby Watson

Domani, al Tau dell’Unical, alle 21, si terrà il concerto di Bobby Watson, leggenda del jazz afroamericano.

L’evento è il terzo appuntamento della rassegna JazzAmore, promossa da MK Live con il sostegno del Ministero della Cultura e dell’Università della Calabria.

L’artista sax contralto, tra i maggiori esponenti del jazz afroamericano, si esibirà con l’Urban Trio con special guest Guy Shotton, un vero e proprio virtuoso dell’hammond, Ale Napolitano alla batteria e Dino Plasmati alla chitarra.

Nato nel 1953 a Lawrence (Kansas), ma cresciuto a Kansas City, città che diede i natali anche a Charlie Parker, Watson ha ampiamente assorbito l’influsso della grande scuola jazzistica di quella città. Dopo aver frequentato l’università di Miami (dove ebbe come colleghi Pat Metheny e Jaco Pastorius), il sassofonista si trasferisce a New York. È il 1975 e poco dopo, nel 1977, inizia a mettersi in luce all’interno dei Jazz Messengers di Art Blakey, addirittura nel ruolo di direttore musicale.
Il gruppo di Blakey è stata la più efficiente fucina di giovani talenti del jazz moderno, e infatti quando Watson esce dalla band, nel 1982, non gli mancano certo le proposte di collaborazione d’alto livello: Max Roach, Louis Hayes, George Coleman, Branford Marsalis, Sam Rivers, Wynton Marsalis per citarne alcuni.
Parallelamente alla pluriennale carriera concertistica, Watson si è focalizzato anche nel settore educativo, grazie al prestigioso incarico che gli è stato affidato dall’Università del Missouri di Kansas City, dove è stato nominato direttore del dipartimento di jazz.
Considerato come uno dei migliori controaltisti hard-bop in circolazione, Bobby Watson torna in Italia, paese da cui mancava da tempo, proponendo in questo live le sue migliori composizioni. Ogni membro del gruppo porta la propria esperienza e creatività unica, dando vita a una miscela eclettica di generi musicali che ha come matrice di base il Jazz. (rcs)

RENDE (CS) – Col Rotary Club si parla di genetica e medicina di precisione

Domani sera, a Rende, alle 19.30, all’Hotel S. Francesco, si terrà una conversazione col prof. Giuseppe Passarino, docente di Genetica presso l’Università della Calabria e presidente dell’Associazione Genetisti Italiani, sul tema Genetica e Medicina di precisione: sviluppi e metodiche innovative.

L’evento è stato organizzato dal Rotary Club Cosenza Sette Colli e sarà introdotto dai saluti del presidente del RC Cosenza Sette Colli Francesco Bozzo, sarà moderato da Luigi Caputo, presidente della Commissione Immagine Pubblica e Comunicazione del club.

L’evoluzione umana viaggia di pari passo con i progressi scientifici. I passi da gigante compiuti dalla Medicina nel corso dei secoli hanno portato a migliorare notevolmente le condizioni di vita di uomini e donne. Negli ultimi tempi, grazie al contributo della Genetica, si è sviluppata la Medicina di precisione che, sfruttando il sequenziamento del genoma umano e l’applicazione delle moderne tecnologie, permette di ottenere, per ogni paziente, informazioni specifiche che favoriscono l’individuazione di cure mirate. Questo rappresenta un’innovazione fondamentale in ambito sanitario ed è destinata a produrre cambiamenti notevoli e incisivi nella ricerca e nella cura delle gravi patologie.

«Da rotariani – ha dichiarato Francesco Bozzo – siamo chiamati a impegnarci per contribuire a migliorare la qualità della vita di chi abita il nostro territorio. L’iniziativa che abbiamo organizzato si inquadra proprio in tale contesto. Siamo lieti di poter ospitare il prof. Giuseppe Passarino, uno dei massimi genetisti italiani, e invitiamo tutti a partecipare all’incontro». (rcs)

RENDE (CS) – Giovedì al Tau dell’Unical il concerto del Maestro Francesco Libetta

Giovedì 21 marzo, al Tau dell’Unical, alle 20.30, si terrà il concerto di musica classica del pianista, compositore e direttore d’orchestra italiano Francesco Libetta.

L’evento rientra nell’ambito della stagione teatrale Meridiano Sud del Teatro Auditorium Unical.

Il giorno dopo, il Maestro Libetta terrà una masterclass, aperta ad alcuni musicisti scelti tra gli studenti dei conservatori calabresi.

Per il New York Times è «Poet-aristocrat with the profile and carriage of a Renaissance prince», mentre per Le Monde de la Musique «l’éritier des Moritz Rosenthal, des Busoni et des Godowsky» e per Corriere della Sera «uno spolvero di signorilità che credevamo perduto negli archivi dell’interpretazione pianistica».

D’Avalos gli ha dedicato tutti i suoi pezzi per pianoforte solo e Isotta lo ha definito «il più grande pianista vivente».

Ha realizzato integrali pianistiche di Beethoven, Händel, Chopin, Godowsky, Paisiello, Bosso; ha pubblicato registrazioni di Schumann, Liszt, Ligeti, Ravel, Debussy. Le sue registrazioni sono pluripremiate da Diapason, Le Monde de la Musique, Classique, Amadeus fra i tanti. Ha collaborato con direttori come Pappano, Andreae, Mandeal e artisti come Sollima, Caterina Antonacci, Devia, attori come Boni, Laurito, Preziosi, Marchini, danzatori come Carla Fracci e ha fondato il gruppo di ballo Corerofonie.

Dopo gli studi di Composizione con Marinuzzi a Roma e Castérède a Parigi, ha scritto musica per teatro, cinema, acusmatica, cameristica, sinfonica, e l’opera L’Assedio di Otranto, messa in scena in Puglia e a Roma e pubblicata in cd.

«Libetta compositore è poeta doctus» scrisse Isotta sancendo il profilo di uno degli artisti italiani più stimati nel mondo e versatili, dalla direzione d’orchestra all’attività di saggista musicale, registra d’arte visuale e a sua volta protagonista dei documentari di Monsaingeon e Battiato, didatta per il Miami Piano Festival e a Martina Franca con la Fondazione Grassi. (rcs)

RENDE (CS) – Il film Kissing Gorbaciov sbarca all’Unical

Mercoledì 20 marzo, alle 20.30, al Cinema Campus Unical, in piazza Vermicelli, ci sarà la proiezione esclusiva di Kissing Gorbaciov.

L’evento è una preview della quarta edizione di Aghia Sophia Fest, che si svolgerà, lungo le rive della splendida cornice del Lungofiume, a Cosenza Vecchia, i prossimi venerdì 24 e sabato 25 maggio.

La proiezione sarà anticipata con un aperitivo musicale tematico, in compagnia di Dario Della Rossa e Mattia Argieri nel foyer del Tau, in programma alle 19 e, poi, da un talk di presentazione del film, in collegamento diretto con i due registi. Dopo la proiezione, fino alla mezzanotte, ancora dj set e convivialità in quel del foyer del Tau.

Un piccolo paese del Salento, alcune rock band sovietiche, i Cccp e un viaggio di 8 giorni tra Mosca e Leningrado. L’incredibile storia di un tour tra due Mondi che non sarebbero stati più gli stessi.
Un film imperdibile, finalista ai Nastri d’Argento, una pellicola che riconnette i Cccp ancor prima della loro recente reunion berlinese.

Per maggiori informazioni 3282207753 oppure ilfilodisophia@gmail.com. Posti limitati, prenotazione obbligatoria al 3282207753 (anche whatsapp). Ingresso 5 euro (tessera associativa).  (rcs)

GRANDE COSENZA: CITTÀ UNICA TRA DUBBI
E CRITICITÀ, SERVIRÀ LA PARTECIPAZIONE

di ORLANDINO GRECO – Il tema della città unica fra Cosenza, Rende e Castrolibero, è scottante e di grande importanza per tutti i cittadini che vengono catapultati, senza un percorso razionale, ad un cambiamento repentino del loro quotidiano.

Ritengo, per questo, che sia urgente informare tutti sul tema delle fusioni, in genere e sul caso di specie: cittadini, esercenti, imprese e associazioni di categoria. Il rischio, infatti, è la scontatezza ed il pressappochismo, con conseguente salto nel buio. L’argomento credo dovrebbe essere affrontato sotto due distinti profili, ossia quello politico e quello tecnico.

Dal punto di vista politico, la Regione sta procedendo con una serie di modifiche dell’iter legislativo per l’istituzione del nuovo comune che rischiano di innescare una guerra istituzionale e di creare un nuovo centralismo del Consiglio Regionale. Infatti, attraverso un’imboscata in Consiglio, in un solo colpo, la Regione ha modificato la legge istitutiva sulle fusioni, togliendo l’atto di impulso ai comuni e sottolineando che il referendum che deve essere propedeutico e obbligatorio per l’atto di istituzione, diventa di fatto inutile.

Dal punto di vista tecnico, non è ancora chiaro quali siano le fusioni “utili” per la Calabria, atteso che manca un piano regionale per l’aggregazione istituzionale, e poi perché non è stato offerto ai cittadini uno studio di fattibilità organico sulla questione tale da poter mettere gli stessi nella condizione di individuarne benefici e criticità.

E in questa direzione, il Consiglio Regionale della Calabria sta scegliendo di fondere alcuni comuni in base a interessi di parte, tralasciando quelli di Vibo e Crotone, nonostante a Vibo siano già nati comitati spontanei a favore della fusione.

Ecco perché sarebbe più opportuno procedere con uno studio organico per verificare quali fusioni siano utili per la regione, come il Friuli Venezia Giulia con il suo programma annuale delle fusioni di comuni.

Non è certo lo studio presentato dal dr. Sergio, che apprezzo, a poter consentire concretamente una oggettiva valutazione di compatibilità sociale, finanziaria, urbanistica, organizzativa.

Uno studio di fattibilità dovrebbe illustrare il futuro e non solo fotografare lo status quo: una nuova città si progetta seriamente.

Il mio impegno politico, per questo, è noto a favore dell’associazionismo attraverso le unioni dei comuni che possono avere come obiettivo la fusione ma costruita bene, con rigore e serietà. La fusione non è osteggiata per il rischio di perdere poltrone da sindaco o assessore questo deve essere chiaro. E anche sui risparmi la situazione rischia di essere solo propaganda.

Difatti, il risparmio previsto da Sergio è misero e disdicevole, sarebbe meglio togliere due inutili commissioni in consiglio regionale e ridurre i consiglieri di due unità.
Il consiglio di Castrolibero, per tali motivi, ha approvato un documento di diffida a procedere senza il coinvolgimento dei consigli comunali nella fusione dei comuni.

Un corretto iter di fusione dovrebbe includere un “giudizio preliminare di meritevolezza” e uno studio di fattibilità che fornisca elementi sufficienti per esprimere un giudizio sulla fusione. E anche il referendum consultivo in Calabria sembra avere un esito già scritto, con la Regione che non sembra intenzionata a confrontarsi apertamente su un tema così delicato.

Io credo veramente che sia essenziale e sacrosanto il coinvolgimento della società civile e del confronto istituzionale, altrimenti il referendum sarà inutile e i cittadini non avranno nessuna voce in capitolo. Siamo all’antitesi della democrazia.

L’esito della votazione, è chiaro evidenziarlo, dovrebbe essere favorevole se la maggioranza dei voti validi è a favore, ma se a Castrolibero prevarrà il no, si combatterà una battaglia giuridica e politica per riaffermare il rispetto della sovranità popolare e contro la mortificazione del diritto di voto. (og)

[Orlandino Greco è sindaco di Castrolibero]

A Rende e Castrolibero gli incontri letterari con Ruggero Pegna

Questa sera il promoter lametino Ruggero Pegna sarà nella Sala Santa Chiara della Chiesa di Sant’Antonio da Padova di Rende alle ore 19:30 con il romanzo “Miracolo d’Amore” (Rubbettino Editore), una pubblicazione che continua ad affascinare, in cui racconta la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione “grazie al trapianto di midollo di una ragazza americana e alle preghiere e predizioni di Natuzza Evolo”, che si intreccia con quella di un condannato a morte innocente de “La penna di Donney”, romanzo nel romanzo scritto nel letto d’ospedale.

“Miracolo d’Amore”, peraltro, è uno dei primi romanzi scritti con l’inserimento di scambi di mail originali tra l’autore e coloro che, durante la degenza per la malattia, hanno voluto scrivergli parole di conforto e affetto. L’incontro è organizzato dall’Associazione Arunthia Onlus e vedrà gli interventi di Antonella La Rosa, Manuela Molinaro e Padre Luigi, responsabile del locale Cenacolo di Natuzza.

Sabato 16 marzo l’appuntamento è alle 17:30 a “Palazzo Isabella Quintieri” di Castrolibero per la rassegna “Calibrisi – scrittori e libri da e per la Calabria, con l’ultimo romanzo “La Stanza di Adel” (Santelli Editore), storia dai tratti fiabeschi in cui ha scelto di addentrarsi nel delicato tema dell’ adozione che s’intreccia con quello dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani, “la figlia che la cicogna sbadata aveva lasciato in quel luogo lontano”. L’incontro è organizzato da AlterEgo Asc, Aps, Agorà ETS. Interverranno Evelina Cascardo, presidente di Agorà, l’a

ssessore Nicoletta Perrotti, il presidente della Commissione Cultura Pasquale Villella, la consigliera delegata alle Politiche Sociali Anna Giulia Mannarino, la storica Mariateresa Buccieri, il presidente dell’ente per le adozioni “Brutia” Giovanni Tenuta, il moderatore Giulio Riga. (rcs)

RENDE (CS) – “Leggere per ballare” arriva il 19 marzo al Tau

Il 19 marzo al Tau arriva il progetto “Leggere per…ballare”, ideato da Rosanna Pasi e realizzato dalle scuole di danza che fanno parte della Federazione nazionale associazione scuole di danza. La conferenza stampa di presentazione è prevista per il 18 marzo alle 17,30.

Il progetto nasce per inserire le scuole di danza nella produzione di progetti/spettacolo per il teatro ragazzi. Si ispira sempre ad un testo letterario condiviso con i docenti della scuola istituzionale. A Rende andrà in scena lo spettacolo di danza “Pinocchio”. Nei giorni scorsi ecco allora le prove generali nelle sale del liceo coreutico “Gioacchino da Fiore”.

«Quanta fatica ma che soddisfazione osservare e lavorare con oltre 120 giovani ballerini che andranno in scena il 19 marzo al Tau. Veramente una grande emozione e, nonostante tante difficoltà, possiamo dire che siamo prontissimi per la IV edizione e per quella che si preannuncia una festa per tutti», assicura il direttore organizzativo Antonio De Luca.

Continua De Luca: «Grazie a Ilaria Dima, Erika Spaltro, HaleBopp Danza Simona Accademia della Danza, Altomare Gemma, Cesario Melania Scudiero per il lavoro coreografico ed ai loro meravigliosi ballerini, dal più piccolo al più grande. Tutti meravigliosamente belli».

Al loro fianco il maestro Arturo Cannistrà che è il regista dello spettacolo.

Le scuole coinvolte sono “il Centro Danza Ilaria Dima”, “Hale Bopp Danza”, “Accademia della Danza” ed il liceo coreutico “Gioacchino da Fiore”. (rcs)