SOVERATO – Si presenta il libro “Vittorio De Sera. Lettere dal Sud”

Domani pomeriggio, a Soverato, alle 18, nella Sala Consiliare “Bruno Manti” del Comune, sarà presentato il libro Vittorio De Seta. Lettere dal Sud di Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria.

L’evento è stato organizzato dalla Libera Università Popolare della Terza Età e del Tempo Libero “Magno Aurelio Cassiodoro” di Soverato, nell’ambito degli incontri culturali del Venerdì. L’evento culturale si inserisce nel XXIX Anno Accademico 2023-2024. L’opera a più voci è stata presentata in eventi prestigiosi, fra cui il primo Tropea Film Fest e alla 67. edizione del Taormina Film Festival.

Dialogano con l’autore la professoressa Maria Rosaria Pedullà e il giornalista Luigi Stanizzi. L’opera raccoglie lettere inedite, diari, articoli, conversazioni e testimonianze ripercorrendo alcuni momenti più significativi, del regista e dell’uomo, avvalendosi di contributi autentici e qualificati di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco e altri intellettuali.

Un prodotto editoriale importante, che giunge al termine di un lungo lavoro effettuato dalla Cineteca della Calabria sul regista, del quale la Cineteca custodisce l’opera omnia, ed iniziato vent’anni fa con la prima ristampa dei documentari 54’59, proseguito nelle scuole con i progetti di alfabetizzazione e di divulgazione del cinema antropologico. Non solo un percorso culturale ed una eredità intellettuale della Cineteca della Calabria, ma anche una grande amicizia tra Vittorio De Seta e Eugenio Attanasio che ha incluso ricordi personali della figlia Francesca e della nipote Vera Dragone, attrice e cantante, esponente di una famiglia che si divideva tra il cinema del nonno Vittorio e il teatro della nonna Vera Gherarducci. (rcz)

A Soverato al via la stagione del Teatro del Grillo con “Stato contro Nolan”

di DANIELA RABIALa XXXI stagione teatrale del Teatro del Grillo a Soverato è inaugurata dall’opera Stato contro Nolan di Stefano Massini a cura della Compagnia del Grillo. Si tratta di uno spettacolo riproposto dopo l’esordio estivo in tre date 16, 17 e 19 novembre che vuole arrivare a un pubblico vasto ed eterogeneo.

È un processo alla scrittura? Anche, ma non solo. Sembra che sia una sorta di messa sotto accusa della paura e di svariati comportamenti umani, a tratti dell’umanità intera. Di certo un processo inconsueto. In scena il Giudice, l’accusa, la difesa, l’imputato e i testimoni di un accadimento del 12 luglio 1956 che nella narrazione giornalistica del giornale di una piccola città di provincia nell’America degli anni Sessanta che fa capo a Herbert Nolan viene distorto. C’è un accordo sotto banco tra il giornale e il negozio che vende fucili per far incrementare il profitto di quest’ultimo? Ma «Non tutto ciò che accade è degno di essere raccontato» tuona uno degli attori.

Certamente si porta sul palco un racconto surreale, si scompone il dubbio, si cerca una verità fatta da tante sfumature, si paventa la possibilità del trionfo delle parole scritte e cristallizzate su quanto realmente avvenuto.Per la sapiente e visionaria regia di Claudio Rombolà, musiche di Paolo Sergio Marra, scene di Giovanni Sorrenti e Isaia Tripodi, si esibiscono Antonio Battaglia, Teresa Caristo, Antonella Grande, Antonello Iuliano, Claudio Rombolà, Cristiano Rondinelli, Daniele Rondinelli, Salvatore Salatino, Franco Severino, Sabina Ventrice e voce fuori campo di Mario Bombardieri.

Stato contro Nolan in definitiva pone molteplici interrogativi sulla facile manipolazione di noi tutti da forme di potere superiore dato il difficile percorso di auto consapevolezza individuale e collettivo.Una sala gremita di gente ai tre incontri ha accolto applaudendo lo spettacolo e riflettendo sul suo contenuto e spessore.  

Prossimo appuntamento il 17 dicembre si parte con Cosa ti cucino, amore? Una commedia di Linda Brunetta con Caterina Casini, Maddalena Rizzi e Carlina Torta. Anche quest’edizione spiega il direttore Claudio Rombolà «è il frutto della nostra ostinazione, quella cioè di ritenere il teatro uno strumento fondamentale per la comprensione dei fatti, delle persone, di ciò che agita il nostro mondo». (dr)

L’OPINIONE / Franco Cimino: Teresa Catone e la sua favola per la pace

di FRANCO CIMINO – Per andarci ho dovuto rinunciare a un evento cui tenevo tanto, che si sarebbe tenuto a Catanzaro, l’altra mattina, venerdì venti. E non me ne sono pentito.

Sono stato a Soverato, al teatro comunale, a parlare di un libro piccolo piccolo, ma tanto bello, a partire dal suo formato tipografico, che ne fa anche un oggetto elegante da mettere in bella mostra su una scrivania, in uno scaffale ben visibile della libreria o nel salotto di casa.

Di più, sul comodino. Quello dei nostri figli e il nostro stesso, magari accanto a uno di quei libri ben forti e robusti, anche per il nome degli autori. Il libro è una favola, una bella favola dei nostri tempi. Il suo titolo è suggestivo. Lo è per il periodo contraddittorio che stiamo vivendo.

Esso reca, da una parte la guerra. Una guerra sola, la guerra che è sempre una. Come quella famosa medaglia, dalla doppia faccia. In una c’è la guerra classica, quella guerreggiata, armi in pugno e colpi di cannone e tante bombe sganciate anche dall’alto. Nell’altra, la fame, la guerra dei pochi ricchi contro l’umanità più povera e quella più estesa, che progressivamente sempre più povera sta diventando. Dall’altra parte, questo tempo, porta il Natale, a partire dal suo momento più magico, l’attesa.

Siamo a fine ottobre, novembre è alle porte. E dopo la rituale ricorrenza delle “festività” dei defunti, “chiamalu c’arrivau”, diceva il mio papà, quando nella felice infanzia dei giovani, che eravamo allora, il Natale rappresentava tante bellissime emozioni. Tante magnifiche attese, che puntualmente si avveravano. Arrivava Natale, già da quarantatré giorni prima. L’albero, il presepe, la spesa per la tavola imbandita, i frutti di quella festa con i dolci della tradizione e quel panettone che sapeva tanto della contrastante, ambigua Milano. La Messa di mezzanotte, lo stappo dello spumante, rigorosamente dolce e Cinzano o Martini. I parenti, e tanti, che si incontravano.

E poi il regalo più bello, il ritorno. Dei padri e dei figli emigrati. Da quella specie di guerra che conoscevamo, l’emigrazione, l’abbandono dei campi, lo spopolamento dei paesi. Ma quel Natale, insieme a tutti questi doni, recava anche la speranza. Anche quella speranza era piena, allora. Ricca. Di fiducia, innanzitutto, che non ci avrebbe traditi. Neppure delusi. Tutto questo risentire di bollenti emozioni, io l’ho rivissuto, quella bella mattina di Soverato. A regalarmelo è stato proprio il luogo, il giorno, il Libro. Il suo titolo: “Un Immenso regalo di Natale”. Già la copertina, con la prima delle tante illustrazioni, del bravissimo Giampiero Andrigo, che troveremo all’interno del libro, commuove ed evoca la speranza, che, come ha detto la prof Vittoria Mandari, presidente Club Soroptimist, promotrice, insieme a Giusi Altamura, apprezzato assessore al Comune, dell’incontro, nell’intervento di presentazione, è la vera protagonista del racconto, insieme alla narratrice, la piccola Elisa. “La guerra è brutta”, campeggia in prima pagina questa frase. Poi, Elisa la racconta, la guerra, attraverso il primo dolore che la caratterizza, la partenza del padre per la guerra. E la paura di non vederlo tornare.

Infatti, il padre è costretto a partire, con la promessa che quieta il pianto della figlia. È quella di tornare. E qui Elisa si ferma e trasferisce, attraverso la vita quotidiana apparentemente normale, convivendovi, quella paura nelle attenzioni verso la sua giovane e bella madre. Non parla degli orrori della guerra, perché già le risulta insopportabile la separazione dal genitore. Non parla delle morti e dei corpi lacerati, perché il suo cuore di fanciulla non riesce a concepirli. A immaginarli. Per lei la guerra è quel tormento. Lungo il racconto scorre l’attesa del papà. L’attesa del fatto più necessario e urgente, che la guerra finisca.

Lungo quel racconto, cammina la speranza, che quella cosa brutta, «che cambia il modo di vivere», cessi subito. Lungo questa speranza danzano parole semplici e buone, quelle sue, di Elisa, che si trasformano in certezza: la Pace nascerà. E sarà accompagnata dalle parole dell’autrice della favola, stampate in nero forte, sulla prima pagina del libro: «forse un giorno gli uomini saranno così intelligenti da far “scoppiare” la Pace e non la guerra». Nel libro, infatti la Pace arriva. E arriva con il ritorno a casa del papà. I bambini, tutti i bambini del mondo, sentono la paura di perdere il loro papà. La sentono per le “guerre” di ogni giorno, che, quei genitori (qui trattiamo di questa figura, per il maschile che domina la maggior parte dei conflitti quotidiani) sono costretti ad affrontare. Io, personalmente, l’ho sempre avvertita, per il mio. E di più oggi, nelle uscite dei padri e nei loro viaggi per realizzare la Pace vera. Quella fatta dalla soddisfazione, nella Giustizia e nella Libertà, per tutti, di ogni bisogno che consenta a ciascun essere umano una vita degna dell’essere umano, il gioiello più prezioso della Vita.

Quando i papà (e anche le madri) ritornano a casa, dopo una giornata faticosa, fatta anche del viaggio, o del lavoro lontano o dalla traversata di deserti e mari, quella guerra è sconfitta. La guerra ha perso. La Pace ha vinto. Il papà di Elena, è il simbolo di questa vittoria. Non è per un caso che il papà ritorni la notte di Natale. La Pace è Natale. Il Natale della rinascita dell’Amore. Della nascita della vita nuova. La favola si è compiuta. Finora nel bel libro che ha ricevuto la festa più bella in quel teatro, dove i veri protagonisti sono stati di bambini delle scuole elementari dell’Istituto Maria Ausiliatrice, accompagnati dalle maestre e dai maestri, dalla direttrice e dalla dolcissima suor Maria Pisciotta, che hanno saputo dire parole molte belle e significative. È stata festa grande nelle parole dette dagli stessi scolari sulla guerra e sul bisogno di pace. E nel loro ballo finale.

Tutti insieme sul palcoscenico a ballare su una delle musiche magicamente eseguite dalla bravissima maestra Francesca Procopio, che ha reso ancora più magico il suo flauto. In quel teatro ci sono state anche le sagge parole del sindaco della città, Daniele Vacca, che ha parlato ai ragazzi da buon padre di famiglia, quale un sindaco dovrebbe ovunque essere per realizzare nella propria realtà la più civile pacifica convivenza tra tutti i cittadini. E con quello spirito di accoglienza che dovrebbe fare di ogni “straniero” dapprima il nostro fratello e poi il nostro concittadino.

Avrei finito di scrivere questo mio racconto della favola, che mi piacerebbe divenisse presto realtà. E che a raccontarla fossimo noi adulti ai bambini di oggi e a quelli di domani. Una favola che inizi come quelle che ci raccontavano i nostri nonni: «C’era una volta la guerra e gli uomini cattivi che la facevano…» A farci sperare di vivere quel momento in quel giorno che verrà, è Teresa Catone, l’autrice di questa del libro e della favola bella.

Lei è una maestra colta e una scrittrice. Numerose sono le sue pubblicazioni. Tutte parlano, anche attraverso brevi racconti, dell’Amore. E della Donna, che dell’Amore è vita. Sempre. Lei è anche poetessa. Scrive poesie con il linguaggio semplice e immediato dell’Amore. In particolare, quelle al padre, scomparso da tempo e dopo le immense fatiche della sua vita di migrante. Teresa, parla con il linguaggio dei bambini, perché da educatrice ai bambini parla, in quanto sono loro che cambieranno il mondo. Non da adulti, ma nei loro anni di bambini.
Con le stesse parole e narrazioni semplici e chiare, la scrittrice parla a noi adulti. E lo fa con tenerezza di educatrice, facendosi umile e piccola piccola, anche per non ledere la suscettibilità di noi che ci sentiamo troppo grandi. Ci dice, Teresa Catone, che solo se ci faremo piccoli, se torneremo fanciulli, se bambini resteremo nell’animo, se parleremo la loro lingua, faremo “scoppiare” la Pace. Adesso, ché il tempo sta finendo. Ché Natale tra quarantacinque giorni arriverà. (fc)

SOVERATO – Dal 16 al 22 ottobre lo spettacolo “L’Animale”

Da lunedì 16 al 22 ottobre, a Soverato, nella Sala Microteatro, andrà in scena in doppia replica lo spettacolo L’Animale di Confine Incerto.

Lo spettacolo è inserito nella rassegna Innesti Contemporanei: un viaggio itinerante nel teatro contemporaneo tra le province della Calabria.

Innesti Contemporanei, è il Festival di teatro e arti performative ideato dall’associazione Nastro di Möbius con la direzione artistica di Saverio Tavano, che per la sua VIII edizione ha animato i borghi di Borgia, Brognaturo, Squillace e Badolato. Un viaggio itinerante sulla nuova drammaturgia pensato nelle province della Calabria per portare il teatro nei piccoli centri.

Innesti Contemporanei è un progetto co-finanziato dal PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito ell’Avviso “Distribuzione Teatrale” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

La rassegna nasce per innestare sul territorio buone pratiche culturali, partendo dalla circuitazione di spettacoli teatrali dedicati alla nuova drammaturgia, per proporre una programmazione culturale di spessore anche ai centri più piccoli.

“L’Animale” è parte del progetto di produzione “Non SoStare Ri(E)mozione forzata” co-finanziato con risorse PSC Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’ “Avviso pubblico per il finanziamento di produzione teatrale per lo sviluppo dell’attività teatrale per il triennio 2022-2024” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

Lo spettacolo offre un’immersione in un mondo rurale dove gli uomini si confrontano con la natura e il proprio destino. Nella storia, un gruppo di donne vive in una comunità dove gli uomini partono regolarmente per cacciare un misterioso animale. Le donne svolgono il loro dovere, preparando la carne dell’animale ucciso e mantenendo la tradizione. Tuttavia, l’arrivo di uno straniero sconvolge la routine, portando una storia di passione e sacrificio.

Lo spettacolo pensato per soli 10 spettatori la volta sarà un’esperienza coinvolgente, gli spettatori verranno trasportati in un mondo di segreti, doveri e desideri nascosti. La narrazione catturerà l’attenzione degli spettatori trasportati nell’intimità di una cena. (rcz)

Innesti contemporanei: un viaggio itinerante nel teatro contemporaneo tra le province della Calabria

Proseguono gli appuntamenti di Innesti Contemporanei, il Festival di teatro e arti performative ideato dall’associazione Nastro di Möbius con la direzione artistica di Saverio Tavano, che per la sua VIII edizione ha animato i borghi di Borgia, Brognaturo, Squillace e Badolato.

Un viaggio itinerante sulla nuova drammaturgia pensato nelle province della Calabria per portare il teatro nei piccoli centri.

Lunedì 9 in doppia replica nella Sala Polifunzionale di Camini si metterà in scena l’anteprima reading de “L’Animale” una Storia di dovere, desiderio e riscatto, ultima produzione di Confine Incerto.

Lo spettacolo per 10 spettatori la volta, debutterà poi sul palcoscenico da lunedì 16 a domenica 22 ottobre nella sala Microteatro di Soverato, in doppia replica ore 19:00 e 21:00.

Lo lavoro, prodotto da Confine Incerto, che offre un’immersione in un mondo rurale dove gli uomini si confrontano con la natura e il proprio destino.

Nella storia, un gruppo di donne vive in una comunità dove gli uomini partono regolarmente per cacciare un misterioso animale. Le donne svolgono il loro dovere, preparando la carne dell’animale ucciso e mantenendo la tradizione. Tuttavia, l’arrivo di uno straniero sconvolge la routine, portando una storia di passione e sacrificio.

Lo spettacolo pensato sarà un’esperienza immersiva in cui gli spettatori verranno trasportati in un mondo di segreti, doveri e desideri nascosti. La narrazione catturerà l’attenzione degli spettatori trasportati nell’intimità di una cena, opportunità per immergersi in una storia avvincente.

“L’Animale” è parte del progetto di produzione “Non SoStare Ri(E)mozione forzata” co-finanziato con risorse Psc Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’ “Avviso Pubblico Per Il Finanziamento Di Produzione Teatrale Per Lo Sviluppo Dell’attività Teatrale Per Il Triennio 2022-2024” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

Innesti Contemporanei è un progetto co-finanziato dal Psc Piano di Sviluppo e Coesione 6.02.02 erogate ad esito dell’Avviso “Distribuzione Teatrale” della Regione Calabria – Dipartimento Istruzione Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura”.

La rassegna nasce per innestare sul territorio buone pratiche culturali, partendo dalla circuitazione di spettacoli teatrali dedicati alla nuova drammaturgia, per proporre una programmazione culturale di spessore anche ai centri più piccoli. (rcz)

SOVERATO (CZ) – Sabato si ricorda l’Ottantesimo della Liberazione della Calabria

Sabato 9 settembre, a Soverato, alle 18, alla Libreria Non ci resta che leggere, si terrà l’incontro con lo storico Rocco Lentini, che traccerà le coordinate in cui si registrò, con lo sbarco alleato del settembre  1943, l’apertura del fronte di guerra in Calabria avrebbe cambiato le sorti del conflitto mondiale.

L’evento è organizzato in collaborazione con i Comuni di Marcellinara, Serrata, Taurianova, Arci Reggio Calabria, Anpi area Metropolitana Reggio Calabria, LaReDiS Calabria (Laboratorio Regionale per la Didattica della Storia), Anpi Galatro-Laureana di Borrello-Serrata, Caffè Letterario Mario La Cava di Bovalino e sarà patrocinato dalla rivista Sud Contemporaneo.

All’incontro parteciperanno anche Eleonora Fossella, Maria Grazia Posca e Nuccia Guerrisi nell’ambito di un’articolata rassegna dell’Istituto “U. Arcuri”, che dal 23 agosto  al 10 dicembre,  ripercorrerà le principali tappe della liberazione della Calabria. Filmati inediti, una mostra itinerante, un Convegno e un concorso per le scuole al fine di conoscere una Resistenza cruenta, un tassello del variegato mosaico dell’opposizione al fascismo in Calabria quando l’organico Movimento di Liberazione in Italia non era ancora nato.

Bombardamenti – a Catanzaro il 27 agosto causarono oltre quattrocento morti – fucilazioni e stragi naziste iniziava, in Calabria, lo sbarco anglo-canadese. In soli 20 giorni lo scontro coinvolgeva la regione lasciando, dopo l’estate del 1943, un territorio devastato e oltre 5.000 morti solo nella provincia di Reggio Calabria. (rcz)

A Soverato si parla delle problematiche del settore immobiliare

Domani sera, a Soverato, a Piazza Maria Ausiliatrice, si terrà un incontro per discutere delle problematiche del settore immobiliare, organizzato da Confedilizia Calabria.

L’incontro, moderato dal giornalista e scrittore Dario Fertilio, già responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera, vedrà la partecipazione di Giorgio Spaziani Testa, presidente nazionale di Confedilizia, Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria e Catanzaro, e Antonio Riccio, ingegnere dell’ambiente e del territorio. Daniele Vacca e Salvatore Salatino, rispettivamente sindaco della città di Soverato e delegato di Confedilizia Catanzaro per il medesimo comprensorio, porteranno i saluti degli enti rappresentati.

Nell’occasione saranno trattati i temi che riguardano il settore immobiliare, a iniziare da quelli che negli ultimi tempi sono stati oggetto di particolare attenzione dei media, come gli affitti brevi, la riforma fiscale e quella del catasto, i bonus fiscali, le occupazioni abusive di immobili e la direttiva UE “Case green, ecc. 

Ad arricchire il dibattito, la presentazione del libro La proprietà e i suoi nemici. Dalla direttiva Ue “Case Green” alla libertà di Sandro Scoppa, edito da Confedilizia Edizioni in collaborazione con Tramedoro.

Si tratta di un’opera importante, che raccoglie i contributi di diversi autori che hanno analizzato siffatta iniziativa europea da diverse angolature tematiche con lo scopo di offrire così al lettore percorsi argomentativi per coglierne gli obiettivi e la portata e, soprattutto, per riflettere sulle conseguenze pregiudizievoli della sua eventuale applicazione. Che potrebbe compromettere il sistema politico ed economico, arrestare lo sviluppo alla base della civiltà industriale, dilapidando risorse naturali e umane, obbligando ad apprestare soluzioni dispendiose e poco efficaci. (rcz)

SOVERATO – Si presenta Malinverno di Domenico Dara

Domani sera, a Soverato, alle 21.30, nell’area pineto adiacenre a Via Zumpano, zona lungomare Europa, sarà presentato il libro Malinverno di Domenico Dara.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Kalibri d’autore, organizzata dalla Kalibreria.

A dialogare con l’autore ci sarà la professoressa Raimonda Bruno, insegnante presso il liceo “Siciliani”di Catanzaro.

Ci sono paesi in cui i libri sono nell’aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera della regione, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia un nuovo impiego: il pomeriggio continuerà a occuparsi della biblioteca, ma la mattina sarà il guardiano del cimitero. Lettore dalla vivida immaginazione, Astolfo mescola le storie dei romanzi – per i quali inventa nuovi finali – con quelle dei compaesani, dei forestieri, dei lettori della biblioteca e dei visitatori del cimitero, dei vivi e degli estinti. A incuriosirlo è soprattutto una lapide senza nome e senza date: solo una fotografia, una donna dallo sguardo candido e franco, i capelli divisi in due bande liscissime e l’incarnato pallido. Per lui è da subito la sua Madame Bovary, la sua Emma. Attratto dal mistero racchiuso in quel volto, Astolfo si trova a seguire il filo che sembra dipanarsi dalla fotografia: tra i viottoli e le campagne di Timpamara, complice l’apparizione di una giovane sconosciuta nerovestita, prende forma a poco a poco una storia che mai Astolfo avrebbe saputo immaginare. (rcz)

SOVERATO – Si presenta il libro di Olimpio Talarico

Domani sera, a Soverato, alle 21.30, alla Pinea del Lungomare Europa, sarà presentato il libro Avrei voluto scriverti cantando di Olimpio Talarico, edito dalla Compagnia Editoriale Aliberti.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Kalibri d’autore, organizzata dalla Kalalibreria.

Sarà una serata all’insegna dei grandi scrittori calabresi perché a dialogare con l’autore ci sarà Domenico Dara

Novembre 1955. A Caccuri, un paese dell’entroterra calabrese, Leonardo, quarantasei anni, vive con sua figlia Carolina, sua madre Rachele e Luisito. Carolina, ormai cresciuta, chiede al padre la verità su quello che successe alla sua famiglia e soprattutto a sua mamma Elda anni prima. Dopo molte esitazioni, Leonardo decide di raccontare tutto. Scorrono come in un film le vicende, in pieno Ventennio, di un attivista comunista e di una famiglia rivale di ferventi fascisti.
Un omicidio. Una condanna da scontare al carcere di Santo Stefano. Un presunto suicidio. E un amore che nasce fra due giovani delle famiglie nemiche, avviato anch’esso verso un tragico destino.

Olimpio Talarico nasce a Crotone, vive e cresce a Caccuri (KR). Dal 1994 vive a Bergamo dove insegna materie letterarie. Ha pubblicato i romanzi “Il due di bastoni” selezionato tra i 19 finalisti del “Premio Tropea” e finalista del premio Kriterion città di Avellino e “L’assenza che volevo”, oltre alla raccolta di racconti “Racconti fra Nord e Sud” Rubbettino editore. Fra gli organizzatori del Premio Letterario Caccuri, è responsabile della sezione Saggistica. Con “Amori regalati” ha vinto la XXIV edizione del Premio letterario Città di Cava de’ Tirreni (2017) e il Premio Carver 2017. (rcz)

SOVERATO – Si presenta il libro “Il Paese diviso”

Domani sera, a Soverato, alle 21.30, all’Area Pineta adiacente a via Zumpano, sarà presentato il libro Il Paese diviso. Nord e Sud nella storia d’Italia di Vittorio Daniele.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Kalibri d’autore della Kalibreria di Soverato. dialoga con l’autore il giornalista Francesco Ranieri.

In questo volume l’autore, attraverso una serie puntuale di dati e ricerche, sconfessa alcuni luoghi comuni sulla questione meridionale e getta nuova luce sulle ragioni delle differenze economiche che intercorrono tra Nord e Sud. Ma l’analisi non si rivolge solamente al passato. Infatti, sono le ragioni del passato a farci comprendere le dinamiche del presente e, ad oggi, la divergenza fra le due aree del paese sembra aumentare.

Tale lavoro risulta ancora più calzante alla luce della prospettiva della riforma dell’autonomia differenziata. 

Dalla fine dell’Ottocento, il divario economico tra Nord e Sud si è allargato e l’Italia è diventata un paese diviso. Perché il Sud non è sviluppato come il Nord? Partendo dalle condizioni economiche e sociali delle due aree alla data dell’Unità, il volume ne esamina il percorso di sviluppo fino ai nostri giorni. Affronta, poi, le diverse spiegazioni del ritardo meridionale: quella antropologica e genetica, quella socio-culturale e quella istituzionale. Inizialmente aggravato da scelte politiche, il divario Nord-Sud è cresciuto anche per l’azione di forze di mercato: per la peculiare geografia dell’Italia, il Mezzogiorno è diventato un’area economicamente periferica. Oggi, nell’epoca della globalizzazione, il divario sembra accentuarsi. (rcz)