Cannizzaro: Al Sud saranno destinate il 40% delle risorse del Recovery Fund

«Una vittoria epocale». Così l0ha definita il deputato e responsabile nazionale di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro, la notizia che al Sud saranno destinate il 40% delle risorse del Recovery Fund. E, questo, grazie all’impegno del ministro per il Sud, Mara Carfagna, che ha preteso che «nella versione definitiva fosse inserito un capitolo specifico Sud, che nel piano iniziale non era presente.

«È con il Pnrr che si gioca la partita del rilancio del nostro Paese. E da qui dipende soprattutto il futuro del Sud» ha ribadito Cannizzaro, che è intervenuto a Montecitorio in merito al Documento di Economia e Finanza 2021, che pone le basi per la legge di bilancio 2022.

«Un documento di basilare importanza – ha aggiunto – anzitutto perché parla di crescita, dopo il Def del 2020 che annunciava numeri drammaticamente negativi; in secondo luogo perché il protagonista di questa decisione di bilancio e di quelle dei prossimi anni sarà il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, incluso per non essere eluso».

Per il parlamentare calabrese, i singoli aspetti previsti dal Def, nei quali il Sud ha bisogno di priorità sono: alta velocità ferroviaria (ad oggi ferma a Salerno), con i due grandi progetti da finanziare delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Napoli-Bari; intermodalità e logistica integrata, per connettere strade, porti e ferrovie, valorizzando strategicamente le porte d’accesso al Mediterraneo; realizzazione concreta delle Zes; digitalizzazione, per colmare il clamoroso digital divide con il resto d’Italia.

Nell’intervento alla Camera, il deputato non si è soffermato solo sul Def: «il Covid ha, purtroppo, inciso profondamente sull’aspetto economico-produttivo. Sarà fondamentale, quindi, mettere in campo misure drastiche per rilanciare le imprese, passando dall’assistenza al rilancio, dal ristoro all’incentivo per gli investimenti, puntando sulle misure di decontribuzione per ridurre il costo del lavoro, uno dei principali ostacoli alla competitività per tutte le aziende».

«Non possiamo pensare – ha proseguito il deputato – ad un rilancio definitivo senza la rimodulazione e l’ammodernamento del sistema sanitario che, ad oggi, rappresenta una delle note più dolenti per tutto il Paese, soprattutto per il Sud. Dopo anni in cui la Sanità è stata vista solo come un costo da tagliare, il Pnrr ed anche la prossima legge di bilancio dovranno segnare un’inversione di tendenza in tema Sanità, dando priorità al Meridione per attuare pienamente quel diritto alla salute sancito dalla Nostra Costituzione». 

«Mi auguro – ha concluso – che questo Def possa farci sentire tutti quanti, poi, più orgogliosamente italiani, compattandoci in un Governo di unità nazionale per superare la guerra e segnare una bella pagina di storia, quella del rilancio definitivo del Paese e, chiaramente, del Sud!». (rrm)

L’OPINIONE/ Rita De Lorenzo (Idm): Recovery Plan rischia di essere altro specchietto per le allodole

di RITA DE LORENZO* – Con il Recovery Plan, l’Italia sta decidendo di destinare cospicue risorse anche allo sviluppo del Mezzogiorno, come passaggio indispensabile per la crescita di tutto il Paese. Solo attraverso investimenti che mirino alla crescita del Sud, si può attuare una ripresa strutturale e sostenibile dell’economia italiana. Tali investimenti che vanno dal turismo all’agricoltura, dalla logistica all’energia e alle infrastrutture, saranno fondamentali per creare sviluppo, lavoro e crescita economica a valle del blocco, ormai interminabile, per la pandemia.

Il Recovery Plan è un’occasione assolutamente da non perdere per ancorare il Sud all’Italia e all’Europa, rendendolo punto centrale di una nuova geo-economia che vede nell’area Euro-Mediterranea uno dei fulcri vitali del vecchio continente.

L’obiettivo è quello di eliminare il divario tra Nord e Sud, destinando i fondi alla riduzione dell’isolamento del sud del Paese, attraverso la realizzazione di infrastrutture concepite come un organismo integrato al processo di sviluppo che si intende realizzare. Infrastrutture che creano valore in quanto opera, non soltanto quindi un progetto economico ma anche sociale. Viene pertanto naturale pensare alla Sicilia e alla Calabria che ancora pagano un prezzo altissimo, a causa di infrastrutture obsolete. Ma penso anche all’alta velocità che vede il suo naturale completamento nelle tratte Salerno-Reggio Calabria e Messina-Catania-Palermo. E sogno anche un collegamento stabile tra Reggio Calabria (Villa San Giovanni) e Messina, quel Ponte sullo Stretto dalla cui realizzazione ormai non si può più prescindere. 

Sono tutte opere indispensabili, da realizzare necessariamente attraverso una visione unitaria, tutte contemporaneamente fondamentali per lo sviluppo non solo delle due regioni ma dell’Italia e dell’Europa. Senza dimenticare il ruolo fondamentale del Porto di Gioia Tauro, nello sviluppo delle connessioni e di un sistema integrato dei trasporti come unico strumento per rilanciare l’economia e rendere finalmente competitivo il nostro territorio.

Purtroppo, la distrazione della classe politica meridionale figlia della logica centralista che, invece di soddisfare gli interessi del Mezzogiorno d’Italia, risponde alla logica dei capi romani, per cui già il fatto che il Ponte sullo Stretto sembra non essere più sull’agenda di Governo, così come la realizzazione di altre opere fondamentali non arrivano sul tavolo europeo, rappresentano un rischio concreto che il Recovery Plan sia un altro specchietto per le allodole. Questo è un’altra denuncia che Italia del Meridione ha messo in evidenza a difesa delle esigenze dei territori e dell’intero sud.

Oggi, è la Comunità Europea stessa che ci ricorda che con la sperequazione e i divari di cui soffre il nostro Paese non potrà esserci alcun sviluppo, situazione peggiorata a causa della pandemia. Italia del Meridione non è un luogo geografico ma una prospettiva politica che intende costruire attraverso un nuovo intervento straordinario per il Mezzogiorno, attraverso la grande capacità della partecipazione e della militanza. Oggi c’è da capire esattamente la strategia da mettere in campo che non vale più soltanto per le regioni del sud ma per l’Italia tutta. (rdl)

*Vicesegretario Regionale IdM Reggio Calabria, con delega alle Infrastrutture e Recovery Plan

Sulla Gazzetta Ufficiale il bando per le 2.800 assunzioni nella Pubblica Amministrazione

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per le 2800 assunzioni nella Pubblica Amministrazione al Sud, di cui 365 in Calabria. Lo ha reso noto la sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci, aggiungendo che «inizia un processo di rigenerazione della PA nel Mezzogiorno garantendo assunzioni e formazione delle professionalità necessarie alla gestione dei fondi strutturali del nuovo ciclo di Programmazione 2021-2027 e del Piano di Ripresa e Resilienza».

«A beneficiare – ha spiegato – saranno le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia che potranno assumere, con contratto di lavoro a tempo determinato, personale non dirigenziale in possesso di specifiche professionalità, nel limite massimo di 2.800 unità per una durata non superiore ai 36 mesi».

«Nell’ultima legge di bilancio – ha spiegato ancora la Nesci – abbiamo già previsto che il 50% di queste persone sarà stabilizzato attraverso concorso. Un lavoro concluso con i ministri Mara Carfagna e Renato Brunetta, ma che parte da lontano con il precedente Governo insieme alla ministra Fabiana Dadone e all’ex ministro Giuseppe Provenzano e grazie al costante impegno del gruppo M5S che ha visto in prima linea i parlamentari del Sud, da sempre attenti alle difficoltà delle amministrazioni regionali e locali».(rrm)

Il ministro Mara Carfagna incontra i sindaci della rete Recovery Sud

È stato istituito un Capitolo Sud che conta, su almeno 150 miliardi di euro di risorse, sommando i fondi Pnrr con altri finanziamenti europei». Lo ha reso noto il ministro per il Sud, Mara Carfagna, nel corso dell’incontro con una delegazione dei sindaci della rete Recovery Sud.

All’incontro hanno partecipato i sindaci di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, promotore dell’iniziativa, di Castellino nel Biferno, Enrico Fratangelo, di Diamante, il senatore Ernesto Magorno, di Marcianise, Antonello Velardi, di Naro, Maria Grazia Brandara, l’onorevole campano, Luigi Casciello, e il sindaco di Roseto Capo Spulico, Rosanna Mazzia, che hanno illustrato la proposta budget di salute, elaborata con una rete di associazioni tra cui i “Piccoli Comuni del Welcome”, con il quale a fronte di una spesa sanitaria certa in favore di alcune categorie fragili, un diverso utilizzo della stessa potrebbe produrre sviluppo e lavoro proprio nelle piccole comunità.

I sindaci, poi, hanno ribadito le loro posizioni in maniera ferma: I 2800 progettisti per il Sud, annunciati nei scorsi giorni, sono un buon segnale ma sono ancora insufficienti rispetto alle esigenze di Comuni particolarmente oberati di incombenze, perché collocati in contesti fortemente caratterizzati da degrado e deficit di sviluppo: ne servirebbero almeno altri 5000, possibilmente reclutando giovani meridionali con esperienze significative maturate all’estero o in altre aree d’Italia. Fondamentale, inoltre, è determinare la quota dell’investimento che lo Stato dovrà fare per il Sud con il Pnrr, e che dovrà attestarsi tra il 68 e il 70% in coerenza con i criteri che hanno portato all’assegnazione all’Italia dei fondi del Recovery Plan.

Su questo i primi cittadini, pur apprezzando gli sforzi del ministro Carfagna, non intendono transigere, al punto che hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, affinché vigilino sul rispetto dei vincoli europei.

«Cogliamo, con grande favore – si legge in una nota – l’attività di interlocuzione avviata con il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale,  Mara Carfagna, con la quale abbiamo avuto modo di confrontarci su temi di importanza strategica per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, auspicando si tratti dell’inizio di un percorso di ascolto dei territori e delle loro legittime istanze. In quest’ottica abbiamo detto al ministro che esiste una classe politica e dirigente nuova e con grandi competenze, che è ansiosa di mettersi al lavoro anche nella riprogrammazione di alcuni istituti con invarianza della spesa».

Il sindaco di Roseto Capo Spulico, Mazzia, ha riferito di «aver ringraziato di persona la Ministro che solo una settimana fa ci aveva scelto tra i tre piccoli/medi comuni del Sud Italia per l’audizione nella due giorni sugli “Stati generali del Sud”, insieme a Salvetelli e Sulmona. Come presidente dei Borghi Autentici d’Italia, Associazione che ha aderito convintamente alla Rete dei Sindaci del Recovery Sud, abbiamo rappresentato al ministro la necessità che questi fondi servano a colmare anche il divario tra i Borghi e le aree urbane, li dove è proprio nei Borghi che è conservata la speranza di un futuro più sostenibile, più solidale, più autentico».

«Ma, soprattutto – ha concluso – abbiamo ribadito la necessità di un sostanziale riequilibrio delle somme del Recovery Fund destinate al Mezzogiorno, per la realizzazione di un vero piano di rilancio che parta dai territori, e che ascolti davvero le esigenze delle Comunità, applicando gli stessi criteri Ue utilizzati per determinare la cifra complessiva spettante al nostro Paese, che tenga conto anche del principio di interdipendenza economica tra macro aree d’Italia, evitando che si verifichi, ancora una volta, quanto già drammaticamente accaduto con il Piano Marshall». (rrm)

Mariateresa Fragomeni: Il Sud spende poco e male i fondi europei

La candidata a sindaco di Siderno, Mariateresa Fragomeni, ha dichiarato che il Sud spende poco e male i fondi europei, e che serve invertire la rotta.

La Fragomeni, infatti, ha ricordato che non ci sono solo «problemi legati all’idoneo utilizzo dei fondi, ma anche al completamento delle opere pubbliche, come dimostra la spesa di poco più di 3 miliardi dei 47,3 miliardi di euro stanziati del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dal 2014 al 2020, pari solo al 6,7% delle risorse disponibili. E la percentuale di opere avviate e non completate, nel 2017: 647 opere pubbliche, di cui il 70% localizzate al Sud, per un valore di 2 miliardi».

«Sarà, dunque necessario – ha aggiunto – saper spendere i fondi europei, a partire da quelli di Next Generation Eu, incanalandoli innanzitutto nel filone della transizione digitale ed ecologica come indicato dall’Ue. Con particolare attenzione ai giovani e alle donne, e a tutti i settori sui quali è fondamentale intervenire, sanità, scuola, infrastrutture. Questa è un’occasione storica, che non si ripresenterà facilmente in futuro, un’occasione da non perdere per passare finalmente da un Sud “Cenerentola” d’Italia a Sud motore di sviluppo per l’intero Paese».

La candidata a sindaco di Siderno, infine, ha auspicato che «il positivo confronto sul Sud, promosso dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna, in vista dell’elaborazione del Pnrr e della definizione dell’accordo di partenariato, dia i suoi frutti». (rrc)

Il sottosegretario Nesci incontra il presidente f.f.Spirlì

È stato un incontro proficuo, quello tra la sottosegretaria al Sud e alla Coesione Territoriale, Dalila Nesci, e il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì.

Nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi punti, tra cui l’emergenza pandemica e la ripartenza economica della regione.

«In questa fase delicata per il Paese, per il Sud e per la Calabria – ha scritto su Facebook la sottosegretaria – non vi sono ideologie politiche ma uno stesso obiettivo: lavorare insieme per uscire da questa emergenza pandemica, grazie ai vaccini, e far ripartire l’economia». (rrm)

Klaus Davi: Da Enrico Letta solo ‘pallidi accenni’ al Sud

Il massmediologo, giornalista e ambasciatore di Platì e della Locride, Klaus Davi, ha dichiarato che «sembra che Enrico Letta abbia relegato ai margini le questioni dell’Italia Meridionale, delle disuguaglianze ma soprattutto della drammaticità delle condizioni economiche del Sud, salvo pallidi accenni».

«Mi auguro fortemente – ha aggiunto – che il suo concetto di ‘prossimità’ conferisca a questo dossier assoluta centralità nelle sue prossime azioni da segretario. L’Italia, senza il Sud, non va da nessuna parte. Il concetto di prossimità che esclude il Mezzogiorno avrà poco, pochissimo respiro».

«Avrei voluto sentire qualche sillaba in più – ha proseguito – sul dilagare della criminalità organizzata, su cosa intenderà fare il suo partito per stoppare questo vergognoso iato fra il Nord, ricco ed espressione dell’establishment economico-finanziario, e il Sud, messo nell’angolo da una politica che negli ultimi anni è stata a dir poco inefficace». (rrc)

I Comuni Anci del Sud chiedono un incontro al Governo per il Recovery

Il Coordinamento delle Anci del Sud ha chiesto un incontro al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro per il Sud e la Coesione Sociale, Mara Carfagna e al ministro per le Autonomie Locali, Mariastella Gelmini, un incontro per discutere del Recovery Plan per il Sud.

L’incontro, dunque, servirà per discutere sulle criticità e sulle opportunità del Mezzogiorno d’Italia che coinvolga, successivamente, anche  i diversi dicasteri, per l’avvio di un processo di transizione ecologica, ambientale ed economica  che dia pari opportunità a tutti i cittadini italiani.

È quanto è emerso dalla riunione del Coordinamento per discutere di Recovery Plan per il Sud, criticità e  proposte di sviluppo per i territori dell’Italia meridionale.

All’incontro hanno preso parte, fra gli altri, il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, promotore dell’iniziativa, il delegato Anci per la Coesione territoriale e per il Mezzogiorno, Giuseppe Falcomatà,  il presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, il presidente di Anci Basilicata, Salvatore Adduce, il presidente di Anci Calabria, Francesco Candia, il presidente di Anci Campania, Carlo Marino, il presidente di Anci Molise, Pompilio Sciulli,  il presidente di Anci Puglia, Domenico Vitto e il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana.

«L’incontro di oggi (mercoledì 10 marzo ndr) – riferisce Anci Sicilia  – rappresenta un’ulteriore tappa  di un percorso, avviato nei mesi scorsi, che ha visto anche momenti di interlocuzione con il Governo precedente e che nasce dall’esigenza di porre rimedio ad una profonda  diseguaglianza fra il livello comunale e gli altri livelli di governo nazionale, come più volte evidenziato dall’Anci, che riguarda l’ambito finanziario, le  procedure e l’organizzazione oltre alla capacità progettuale e organizzativa delle realtà comunali. A questo primo grande divario istituzionale si aggiunge, però, la cosiddetta  “questione meridionale”  che consiste in una vera e propria condizione di diseguaglianza territoriale   ed economico-sociale che è caratteristica del Mezzogiorno d’Italia».

«Nel corso dell’incontro – viene ancora riportato – è emersa la necessità di avviare un processo di riforma del sistema delle Autonomie locali che consenta agli amministratori locali  di poter utilizzare competenze, risorse e procedure adeguate alla grande sfida europea ed  eviti che il Recovery Plan confermi ed aumenti il divario tra i territori e, sul versante dei diritti e dei servizi, le disuguaglianze tra i cittadini italiani. Oggi l’Europa, con il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027   (Next Generation Eu (Nngeu), ricorda l’esigenza di superare le diseguaglianze e di garantire il diritto alla salute e il Sud  rappresenta un enorme bacino di risorse culturali, umane e naturali che chiede di diventare una grande opportunità per l’intera nazione». (rrm)

ANTIMERIDIONALISMO, ODIOSO RITORNO
IL MINISTRO GARAVAGLIA: «PRIMA IL NORD»

di SANTO STRATI – Piacerebbe pensare che il neo ministro Massimo Garavaglia, cui sarà affidato il rinascente dicastero del Turismo, non sappia nemmeno di avere un sito a suo nome. Sarebbe il classico caso del “a mia insaputa” per giustificare la presenza dello slogan razzista, divisivo e stupido che appare su massimogaravaglia.net. Piacerebbe immaginare una schiera di super tecnici addestrati dagli uomini della “Bestia” di Matteo Salvini che in fatto di comunicazione sono travolgenti, cui è scappato il banner incriminato, ignorando il nuovo corso leghista del governo “tutti insieme appassionatamente”, ma sappiamo bene che è una pia illusione. L’atteggiamento arrogante e sfrontato dei polentoni leghisti (scusate, c’è scappato) non è una novità, né si può aspettare qualcosa di diverso quando, come al solito, prevale l’irragionevolezza (detta così sembra persino una cosa bella) sul fair play e sulla ovvia esigenza di superare steccati ideologici in una situazione che non permette divisioni geografiche. E invece no, si continua sull’atteggiamento ipocrita, antimeridionale e antitaliano, che ha il solo pregio di alzare il coperchio sul pentolone del razzismo nordico che il povero (?) Salvini ha cercato di mascherare nel tentativo (mezzo naufragato) di conquistare il Mezzogiorno.

Immaginiamo l’imbarazzo e la difficoltà di leghisti meridionali e intelligenti (ce ne sono, garantiamo) e gli ex (per esempio l’europarlamentare Vincenzo Sofo) di fronte a queste vergognose uscite pubbliche che si sono conquistate le prime pagine di tutti i media. Se l’obiettivo era di avere un po’ di visibilità, il ministro Garavaglia inciampa da subito su una brutta buccia di banana che sarà difficile far scomparire. Il danno è fatto e la memoria storica del web – come sanno tutti – non perdona. Cosa significa “Prima il Nord?” è una dichiarazione d’intenti, una classifica d’arrivo, un desiderio senza speranze, o solamente una stupida offesa al popolo meridionale? E il nostro presidente ff della Giunta di Germaneto, il quasi-leghista (non risulta iscritto, ma è stato scelto direttamente da Salvini) Nino Spirlì non ha nulla da obiettare?

Quando a Roma (e nella Pianura Padana) si pascolavano le pecore – ci sia consentito ripeterci – in Calabria i filosofi magnogreci gettavano le basi della civiltà, il teatro e la cultura mediterranea costituivano i caposaldi del sapere classico che il mondo a venire avrebbe fatto propri. Quindi gli amici (si fa per dire) leghisti si sciacquino la bocca quando parlano di Sud e soprattutto di Calabria, dal cui re Italo prese nome il nostro Paese. Non si può però considerare un semplice scivolone, è l’evidenza che non si può nascondere, che i fautori dell’autonomia differenziata non hanno mai smesso di considerare cittadini di serie B tutti quelli che abitano al di sotto del Rubicone. Non si può lasciargliela passare, sono da pretendere scuse, accettiamo anche l’ormai abituale “a mia insaputa”, diversamente il ministro apparirà titolare di un dicastero troppo orientato a Nord, inconciliabile con i progetti che vedono il Sud protagonista del Turismo, risorsa insostituibile del Paese.

Naturalmente, appena si è sparsa la voce, con relativo screenshot del banner razzista, sono state tante le reazioni. Prima su tutte quella di Giuseppe Nucera, già presidente degli industriali reggini e oggi leader del movimento La Calabria che vogliamo, che ha denunciato lo slogan che compare, in evidenza, sul sito ufficiale del ministro per il Turismo, Massimo Garavaglia, chiedendo al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, di prendere posizione in merito.

«Sembra – ha detto Nucera – di essere tornati indietro di 20 anni, alla Lega di Bossi e Borghezio con l’antimeridionalismo che soffiava forte e divideva in due l’Italia. È inaccettabile leggere questo tipo di slogan propagandistici nel 2021, a maggior ragione se presenti sul sito del Ministro per il Turismo. Si tratta di un settore di vitale importanza per tutta l’Italia, e in particolare per la Calabria: se il modus operandi del ministro interessato dovesse essere ‘Prima il Nord’ sarebbero guai per il nostro territorio. Mi rivolgo al presidente f.f. Spirlì chiedendogli di prendere ufficialmente posizione in merito, e invitare il collega di partito ad eliminare quella scritta offensiva verso la regione da Spirlì attualmente presieduta».

Garavaglia«Il ministro Garavaglia, con ogni probabilità, pecca di ignoranza – ha proseguito il leader de La Calabria che vogliamo –. Se correttamente informato sulla storia della Calabria e il patrimonio culturale-artistico di tutto il Sud, non avrebbe inserito quella frase sul proprio sito. Ai tempi delle scuole pitagoriche, della Magna Grecia, del genio di Archimede, forse al nord iniziavano ad imparare l’esistenza della ruota. Consiglio al ministro del Turismo un corso accelerato di storia del Meridione, in modo da poter svolgere al meglio il proprio lavoro in un settore così importante per l’Italia».

«È finito il tempo degli scippi – ha sottolineato l’ex presidente di Confindustria Reggio Calabria – di quando le risorse destinate al Sud venivano dirottate al Nord con nonchalance. Adesso, il Meridione rivendica con orgoglio e determinazione quanto gli spetta, a partire dai fondamentali fondi del Recovery Fund, decisivi per il rilancio e sviluppo del Sud. Parafrasando la discutibile frase presente sul sito di Garavaglia, potremmo dire che quanto previsto dal Recovery Fund e richiesto espressamente dall’Unione Europea per riequilibrare il divario socio-economico che separa le due estremità d’Italia, si può racchiudere in una frase: ‘Prima il Sud’».

«A gestire le importantissime risorse del Recovery Fund – ha detto ancora Nucera – in quanto ministro dello Sviluppo Economico, sarà un altro leghista, Giancarlo Giorgetti. Bisogna combattere con tutte le forze affinché gli investimenti previsti al Sud vengano rispettati».

«Il mio appello a Spirlì si fa doppio – ha concluso – che la Lega si ricordi della Calabria e delle sue esigenze senza effettuare pericolosi ritorni… al passato. Il movimento La Calabria che vogliamo ha dato e continuerà a dare battaglia su questi temi, essenziali per il futuro della nostra regione, e non mollerà sino a quando il Sud e la Calabria non avranno ogni centesimo previsto». 

Non sono teneri con il ministro neanche gli imprenditori napoletani Ruben Santopietro e Paolo Landi, che hanno fondato il portale Visit Italy: «Un rappresentante del Paese, così attento al web, non può lasciare messaggi che dividono l’Italia sul proprio portale. Il turismo è una risorsa essenziale anche per Centro e Sud Italia. Da Nord a Sud lo stivale ha bellezze paesaggistiche che il mondo ci invidia. Tra i compiti di un ministro, soprattutto come quello del turismo, c’è sicuramente la promozione dell’Italia e delle sue meraviglie».

E in tutto il Mezzogiorno non mancano decise prese di posizione: La deputata pentastellata Soave Alemanno (di Nardò, Lecce) partito (o MoviMento?) alleato di Salvini stigmatizza in un post non proprio tenero: «Ci dicono che la Lega del passato non esiste più, perché ora è un partito che guarda “al bene e agli interessi di tutto il Paese”…  Ne siano proprio sicuri? Quando si è ministri si portano avanti le istanze di tutto il Paese, non solo di una parte. Un ministro della Repubblica non può permettersi di dire che il territorio da cui proviene viene prima di altri. E se questo è grave sempre, lo è di più in un periodo complesso come questo, un momento cruciale dal punto di vista economico nel quale il turismo gioca un ruolo chiave, anche e soprattutto al Sud». (s)

50 sindaci del Sud scrivono a Draghi: Si acceleri attuazione del Recovery Fund

Sono 50 i sindaci del Sud – tra Calabria, Puglia, Sicilia, Campania, Basilicata e Molise – ad aver dato vita alla rete Recovery Sud e ad aver scritto al premier Mario Draghi per chiedere di «accelerare l’attuazione del Pnrr e di mettere i Comuni, a corto di personale e di risorse, in condizione di non perdere questa occasione storica».

«Caro presidente Draghi – si legge nella lettera – siamo 50 sindaci che non vogliono, in alcun modo, veder passare il treno del Recovery Fund senza che esso riporti nei nostri Comuni quei giovani talenti che negli ultimi anni, con un’emorragia lenta ma costante, abbiamo visto andare via. Abbiamo deciso, così, di creare una rete che ci consenta di essere partecipi e protagonisti del processo di cambiamento che, secondo quanto lei ha dichiarato, questo piano dovrà provocare».

«Non vogliamo limitarci – hanno aggiunto – a chiedere che gli obiettivi del Recovery siano all’altezza della gravità della situazione nei nostri territori. Vogliamo essere messi in condizione di svolgere bene il nostro ruolo di sindaci, chiedendo di avere in tempi rapidi un cronoprogramma e una sorta di ‘manuale delle istruzioni’ del Pnrr. Chiedendo, ad esempio, di dare concretezza al suo proposito di ‘irrobustire le pubbliche amministrazioni del Sud’ attraverso un piano di assunzioni che consenta a ogni nostro Comune di dotarsi di uno staff di almeno 4-5 giovani collaboratori pronti a lavorare sugli obiettivi del Pnrr, da selezionare a livello nazionale attraverso una procedura rigorosa che riconosca una premialita’ a coloro che hanno acquisito esperienze significative fuori delle nostre regioni».

«Solo così – hanno concluso – riportando al Sud i cervelli che abbiamo perso, attivando le risorse dei nostri territori e scommettendo sulla coesione, si può sperare di rilanciare la nostra nazione». (rrm)