Senese (Fenealuil): La cessione dei crediti bloccata rischia di far fallire le imprese

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha denunciato come la cessione dei crediti bloccata espone al rischio di fallimento le imprese: «parliamo di 150 mila licenziamenti».

«Il Superbonus 110% è, purtroppo – ha spiegato – diventato  un inaccettabile polemica politica che ha fatto perdere di vista la realtà dei fatti, trascurando aspetti importanti che invece una politica attenta dovrebbe ben analizzare prima di adottare scelte scellerate».

«Il blocco totale della cessione dei crediti – ha proseguito – in un momento in cui peraltro regna assoluta incertezza sulla monetizzazione dei crediti già maturati per lavori già eseguiti, rischia di affossare l’intero comparto. Come pure la decisione di impedire alle pubbliche amministrazioni di acquisire i crediti incagliati. Si sta deliberatamente e volutamente spingendo migliaia di imprese al fallimento totale».

«Un blocco deciso dal Governo per “salvaguardare i conti pubblici” – ha continuato – nonostante  numerosi studi rimarcano la convenienza di questo strumento da vari punti di vista. Si blocca la transizione energetica e l’adeguamento sismico di oltre 9 milioni di fabbricati, si stroncano le residue speranze di ottenere liquidità dagli enti locali per crediti incagliati da mesi. Sono già circa 90 mila i cantieri bloccati per mancanza di liquidità: 40 mila imprese devono cedere oltre 25 miliardi di crediti nei cassetti fiscali e sono a rischio fallimento».

«Il Superbonus – ha spiegato ancora – non solo ha impattato in maniera estremamente positiva sul Pil producendo sviluppo e ricchezza ma ha generato maggiore occupazione, il che vuol dire più redditi da tassare, ma anche maggiori consumi con tutto quanto ne consegue anche dal punto di vista degli introiti fiscali. Anche Nomisma ha evidenziando un impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia nazionale pari a 195,2 miliardi di euro, a fronte dei 65,2 di investimento al 31 gennaio scorso».

«È assolutamente fuorviante– ha evidenziato – soffermarsi sul deficit extra 2020-2022 per circa 81 miliardi provocato dal Superbonus, in quanto l’aumento del deficit per il 2021 e per il 2022 è dovuto al fatto che l’intero disavanzo generato dal Superbonus è stato tutto spalmato sul biennio e non nel quinquennio.  Intanto intervenga sollecitamente Cassa depositi e prestiti per smobilizzare i crediti e cederli poi alle banche».

«Le nostre proposte per il futuro? – ha detto la segretaria –. Si può pensare ad incentivi strutturali basati sul principio della progressività, oppure ad una cessione del credito proporzionale all’efficienza sismica ed energetica almeno per raggiungere la classe energetica D».

«Si può pensare – ha continuato – di erogare i bonus in base all’Isee. Secondo le nostre stime con un ISEE inferiore ai 30mila euro, ad esempio, la spesa per lo stato finirebbe per aggirarsi tra i 10 e 15 miliardi all’anno. Inoltre esclusivamente per i redditi bassi si potrebbe prevedere la possibilità da parte di CDP di anticipare la parte delle somme non coperta dai vari tipi di incentivi, su prezzi predeterminati di mercato da recuperare poi attraverso i risparmi in bolletta».

«Occorre – ha ribadito – dare strutturalità agli incentivi pubblici di riqualificazione edilizia, messa in sicurezza, efficientamento e risparmio energetico, consapevoli dell’importante effetto moltiplicatore che ogni euro speso nella filiera delle costruzioni genera: in termini di occupazione e quindi di gettito fiscale nonché come aumento del Pil».

«La transizione green – ha detto ancora – rappresenta il futuro ed il nostro settore non può che esserne protagonista, anche se, caratterizzato com’è da un’estrema frammentazione, con il 90% delle imprese che non supera i 9 dipendenti. Le nuove tecniche costruttive, i nuovi materiali, gli obiettivi su sostenibilità ed innovazione richiedono un forte investimento sui lavoratori e sulla crescita dimensionale delle aziende. Serve più qualificazione e formazione».

«Due aspetti – ha concluso – sui quali l’ultimo rinnovo contrattuale ha scommesso molto. Il tutto ovviamente inserito all’interno di una nuova stagione all’insegna della regolarità, che poi è sinonimo di più sicurezza, meno precarietà e migliori condizioni di vita e di lavoro. Su questi pilastri dobbiamo lavorare se vogliamo rendere questo settore appetibile anche per i nostri giovani che devono garantire il necessario ricambio generazionale». (rcz)

Superbonus, Cannizzaro (FI): Interverremo in Parlamento per tutelare le imprese

Il deputato di Forza ItaliaFrancesco Cannizzaro, ha evidenziato come «il decreto Superbonus, così com’è, non va bene».

«Come più volte ribadito anche dal Presidente Berlusconi, interverremo in Parlamento per modificarne l’impianto, con l’obiettivo di tutelare le imprese e salvaguardare tutte le opportunità economiche ad esso collegate», ha annunciato il parlamentare, sottolineando come «nonostante il poco tempo a disposizione per intervenire sul provvedimento prima del Cdm, già la scorsa settimana siamo riusciti ad agire sia sulla responsabilità solidale degli istituti di credito, che d’ora in poi saranno chiamati a rispondere solo per il loro eventuale dolo e non anche per quello di chi ha effettuato i lavori, sia riducendo il numero dei documenti da presentare per dimostrare la regolarità degli interventi effettuati».

«Ci faremo carico delle legittime preoccupazioni delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini coinvolti. In tal senso – ha concluso il parlamentare calabrese – Forza Italia ha richiesto anche l’istituzione di un tavolo di confronto con i capigruppo di maggioranza prima che il provvedimento arrivi alla discussione parlamentare». (rp)

Falbo (Confapi Aniem): Fine cessioni crediti per bonus edilizi ennesimo colpo al settore edile

Antonio Falbo, presidente di Confapi Aniem Calabria, ha evidenziato come la decisione del Governo di porre fine alle cessioni dei crediti derivanti da bonus edilizi sia «l’ennesimo colpo assestato, in pieno volto, a un settore, quello edile, che viaggia a una velocità quattro volte quella del Pil».

«In un paese normale certe cose non accadrebbero – ha evidenziato – ma L’Italia ha poco di normale:Ed è per questo che si ricorre al decreto legge, uno strumento adottato nei casi di straordinaria necessità ed  urgenza, quando di necessario ed urgente c’era solo la messa in sicurezza di migliaia di imprese. E poco importa se tutti gli enti locali, di qualsiasi colore politico, avessero all’unanimità accolto la possibilità  di acquistare i crediti incagliati ed erano già pronti a farlo…».

«A poco o a nulla servono gli appelli trasversali – ha proseguito – provenienti praticamente da tutte le associazioni datoriali… Il governo ha deciso di porre fine alle cessioni dei crediti derivanti da bonus edilizi ed al divieto per gli enti  locali di acquistare quelli incagliati. Occorre porre rimedio al più presto a questo provvedimento altrimenti assisteremo da un lato alla chiusura  di migliaia di aziende e a lavori non ultimati e dall’altro a operai licenziati e a fornitori non pagati… Le conseguenze di tutto ciò sono facilmente immaginabili». (rcz)

Superbonus, PD Calabria: Occhiuto e centrodestra difendano ragioni degli imprenditori

Il gruppo Pd in Consiglio regionale ha evidenziato come «la decisione assunta dal governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni è incomprensibile e mette a rischio il futuro delle imprese che operano nel settore dell’edilizia e gli stessi livelli occupazionali».

Per questo hanno chiesto al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e al centrodestra calabrese di fare sentire la propria voce presso il governo sostenuto anche dal suo partito per arrivare al blocco immediato del provvedimento».

«Il provvedimento voluto dal governo di centrodestra – prosegue la nota del gruppo Pd – avrà un impatto devastante sull’economia nazionale e sul comparto dell’edilizia, ma rischia di essere ancora più grave per una Regione economicamente fragile come la Calabria, con un tessuto imprenditoriale in difficoltà e ancora costretto a fare i conti con la crisi innescata dalla pandemia e dall’aumento delle bollette».

«Né – hanno continuato i dem – la nostra può essere considerata una posizione strumentale, in quanto durante i lavori della IV Commissione, tramite il consigliere Giovanni Muraca, avevamo contribuito attraverso le nostre osservazioni a migliorare la proposta di legge regionale per sostenere le imprese operanti nel settore dell’edilizia. Adesso queste stesse imprese che, sulla base delle norme vigenti fino ad oggi, hanno effettuato investimenti ed assunzioni dopo i primi accordi raggiunti con i committenti, nella prospettiva di poter continuare ad operare alle stesse condizioni, si trovano senza alcuno strumento».

«Invece di arrivare ad uno sblocco dei crediti ancora incagliati che avrebbe dato nuovo slancio al comparto – si legge ancora – ci troviamo davanti ad un provvedimento di segno opposto che deve essere immediatamente bloccato. Ad aggravare il quadro anche il blocco deciso dal governo, senza ascoltare le associazioni di categoria che pure sono state audite più volte anche nella Commissione consiliare competente, in ordine alla possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, così come il centrodestra calabrese aveva proposto con la legge regionale della quale si stava discutendo».

«In pratica il governo nazionale – conclude la nota – impedirà alle Regioni di poter liberare i crediti ancora incagliati.  Con inevitabili conseguenze anche sul raggiungimento degli obiettivi green e di impatto ambientale che l’Europa ci impone di perseguire e che la misura avrebbe aiutato a raggiungere». (rcz)

Senese (Fenealuil): C’è una speculazione inverosimile su Superbonus

La segretaria generale di Fenealuil Calabria, Maria Elena Senese, ha denunciato come su Superbonus «c’è una speculazione in corso inverosimile da parte dei soggetti preposti a rilevare i crediti che per acquisirli chiedono interessi che variano dal 25 al 30%. Ci rendiamo conto che siamo fuori da ogni regola di mercato!».

«Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Aiuti quater – ha spiegato – stiamo assistendo ad una vera rivoluzione per quanto riguarda il Superbonus 110: dalla riduzione dell’incentivo dal 110 al 90%, alla proroga della scadenza per le unifamiliari al 31 marzo 2023, passando per la limitazione della platea dei beneficiari con l’introduzione del “reddito familiare” e, infine, all’impossibilità della cessione del credito d’imposta».

«Come prevedibile queste modifiche, ed il blocco nella cessione dei crediti – ha aggiunto – hanno di molto rallentato l’utilizzo della detrazione fiscale. Come rilevano i dati  Enea al 31 dicembre 2022 a livello nazionale il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a oltre 62 miliardi di euro, dei quali 46,6 per lavori conclusi, ma ammontano ancora a svariati miliardi i crediti bloccati per le difficoltà legate alla cessione, e sono tantissimi i cantieri fermi, che non riescono a riprendere le attività. Che fine faranno queste migliaia di imprese il cui unico errore  è stato quello di fidarsi dello Stato? Che fine faranno tutti gli operai e le loro famiglie?».

«Tantissime imprese, strozzate da queste assurde pretese del sistema bancario e finanziario – ha proseguito –, non riescono più a stare nei costi e a garantire i lavori appaltati. È necessario e non più procrastinabile che si intervenga sollecitamente per rendere più agevole il meccanismo della cessione, ampliando il più possibile le possibilità di utilizzo dei crediti acquisiti, ma anche per frenare questa speculazione che equivale ad una sorta di tangente per le imprese disposte a rinunciare ad un fetta di fatturato pur di monetizzare crediti che altrimenti rimarrebbero nei cassetti e tutto ciò non potrà non avere una ricaduta importante sulla manodopera!».

«I dati Enea confermano che il Superbonus – ha detto ancora – è stato uno strumento utile nonché determinante non solo per il rilancio dell’edilizia, ma anche per il risparmio energetico, la sicurezza e il decoro del nostro patrimonio immobiliare. Ha dell’assurdo il fatto che una misura nata per migliorare la resa energetica degli edifici nel nostro Paese e per rilanciare il settore edile, sia ad oggi diventata un suicidio per  migliaia di imprenditori».

«Può definirsi civile un Paese che truffa gli imprenditori, soprattutto le piccole e medie imprese del settore? – ha chiesto –. Ciò che è incomprensibile è che si parla tanto di transizione energetica e, poi, fattivamente si ostacola un provvedimento necessario non solo per il rilancio del settore edile ma soprattutto per la riqualificazione del parco edilizio nazionale. Uno dei rischi sottesi a questa inversione di marcia, naturalmente, è quello di aprire la porta all’illegalità, ad una corsa al subappalto di lavori già subappaltati».

«Quella che si sta formalizzando è una scelta che finirà per fermare proprio quella rivoluzione green tanto voluta dall’Europa – ha concluso – a scapito delle piccole e medie imprese per favorire, invece, i general contractor e le grandi multinazionali. Ci domandiamo, e giriamo il nostro interrogativo a chi di competenza, se l’obiettivo sotteso a questi interventi possa essere quello di favorire i grandi gruppi». (rcz)

Superbonus, Perciaccante (Ance Calabria): Stop immediato al 110% penalizza le fasce deboli

Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante, ha dichiarato «cambiare le regole del superbonus in sole due settimane significa penalizzare in maniera sostanziale gli interventi che sono partiti per ultimi e che riguardano in particolare le aree del Sud».

«Chi è partito più avanti – ha continuato il presidente dei costruttori calabresi – lo ha fatto perché ha avuto bisogno di tempi più lunghi e costretto dalle necessità, soprattutto, in relazione della possibilità di vedere interamente coperti gli interventi dal punto di vista finanziario. Proprio per questi motivi ad essere colpite saranno soprattutto le fasce meno abbienti maggiormente localizzate nelle periferie e nelle aree più deboli del Paese».

«Siamo consapevoli del fatto che in questo particolare momento il Governo abbia necessità di tenere sotto controllo la spesa – ha aggiunto Perciaccante – ma, nello stesso tempo e nella stessa misura è indispensabile non vanificare e non disperdere gli effetti positivi che la misura ha prodotto e sta continuando a produrre in termini di crescita del PIL, dell’occupazione, dell’efficientamento energetico e della qualificazione sostenibile degli immobili».

Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti incagliati, a giudizio del presidente di Ance Calabria, «è da apprezzare l’attenzione mostrata dal Governo, ma si attende di capire quale sia la soluzione messa a punto per evitare che tante imprese falliscano per mancanza di liquidità provocando a catena un costo sociale ed economico insostenibile per la collettività».

«Come hanno avuto modo di evidenziare anche le organizzazioni sindacali – ha detto ancora il presidente dei costruttori calabresi Perciaccante – l’effetto combinato delle modifiche al superbonus e della mancata monetizzazione dei crediti fiscali acquisiti genererà un aumento della disoccupazione ed effetti depressivi sul Pil con ovvie ricadute anche sui conti dello Stato».

«A questo punto – ha concluso il presidente di Ance Calabria – l’auspicio è che il Governo dia vita ad un tavolo tecnico con le categorie interessate in maniera tale da mettere a punto una soluzione che risulti efficace ed efficiente». (rcz)

FenealUil Calabria: Maggioranza parlamentare non disperda provvidenze del Superbonus

La segretaria generale della Feenaluil CalabriaMaria Elena Senese, ha lanciato un appello alla maggioranza parlamentare affinché «non disperda le provvidenze del superbonus. Quanto fatto dal Governo uscente, racchiuso nell’emendamento al decreto legge Aiuti bis, è sicuramente un buon risultato che scongiura, almeno per il momento, il fallimento di centinaia di aziende calabresi».

«Il superbonus non va demonizzato ma corretto – ha ribadito – ne vanno corrette le storture al fine di migliorare la qualità del nostro patrimonio edilizio e creare occupazione. Appare chiaro, intanto, l’impellente necessità di porre un freno immediato alla crescita esponenziale dei costi delle materie prime e, in seconda istanza, pensare a rendere strutturale questo intervento almeno fino al 2026 dando certezza alle imprese, agli operatori economici, ai lavoratori e ai cittadini e, poi, prevedere l’attuazione di un dècalage del massimale detraibile legato a criteri soggettivi del contribuente».

«Non si può rinunciare a un provvedimento – ha proseguito – che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia».

«A chi, da pochi giorni, ha sulle proprie spalle la responsabilità politica della Nazione, ma anche a coloro che gestiscono la cosa pubblica in Calabria – ha detto ancora – diciamo che se non si interviene subito assisteremo al blocco generalizzato dei cantieri, tanto delle opere private che soprattutto delle opere pubbliche. Il rischio concreto è quello di impedire ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza di dispiegare i propri effetti benefici sull’economia nazionale e, soprattutto, regionale».

«Lo ribadiamo, con rafforzata convinzione – ha concluso – ancora una volta: bloccare questo strumento che, in questi ultimi anni, ha creato nuova occupazione, rappresentato una boccata d’ossigeno per il Prodotto interno lordo nazionale e regionale e che, in prospettiva, rappresenta una misura concreta per perseguire l’obiettivo della transizione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio calabrese, sarebbe una mossa azzardata». (rcz)

 

Auddino (M5S): Il Superbonus è salvo

«È evidente che la caparbietà del Movimento 5 Stelle ha avuto un ruolo decisivo verso lo sblocco della circolazione dei crediti legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi», ha dichiarato il senatore del M5SGiuseppe Auddino.

«Soltanto una settimana fa – ha ricordato – il Governo insieme a tutti gli altri partiti ci avevano chiesto di ritirare i nostri emendamenti al decreto Aiuti Bis, tra i quali figurava la nostra proposta di salvare il Superbonus, ma noi abbiamo mantenuto la nostra posizione chiedendo di votare il nostro emendamento».

«In Senato è arrivata una riformulazione del Mef – ha proseguito – che va nella direzione da noi indicata già mesi fa e che contiene l’abolizione della responsabilità solidale per qualsiasi cessionario nel caso di Superbonus, abolizione della responsabilità solidale dei cessionari nel caso di crediti legati ad altri bonus edilizi generati dopo il decreto antifrode, abolizione della responsabilità solidale per i cessionari dei crediti legati agli altri bonus edilizi anche precedenti al decreto antifrode, a patto che ci sia un’asseverazione. Resta soltanto la responsabilità dei cessionari per dolo o colpa grave».

«Tutto questo significa sblocco dei crediti e ossigeno per migliaia di imprese e famiglie – ha concluso –. Ora la Lega sta cercando di prendersi i meriti ma anche i sassi sanno che i meriti sono del Movimento 5 Stelle. L’atteggiamento di chi oggi per soli scopi propagandistici mistifica la realtà tentando di prendersi i meriti di questa norma, è davvero incommentabile». (rp)

Fenealuil Calabria: Il Superbonus una truffa ai danni delle imprese

È molto dura la segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese che ha definito il Superbonus, a due anni dalla nascita, «con un escalation normativa preoccupante, stiamo registrando, ad oggi, solo una sorprendente truffa perpetrata dallo Stato ai danni di imprese, professionisti ed operai».

«Problemi a conoscenza di tutti – ha detto – ma che ad oggi nessuno è riuscito a risolvere. Non può lo Stato continuare ad esser sordo davanti alle istanze rappresentate dal mondo edile, finendo così per penalizzare le imprese sane e strutturate che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, al vertiginoso rincaro delle materie prime, all’aumento incontrollato del prezzo dell’energia. Aumento peraltro sul quale non vi è stato alcun controllo da parte dello Stato! Una speculazione senza eguali, perpetrata davanti agli occhi indifferenti della politica!».

«Ora il rischio paventato alcuni mesi addietro – ha spiegato – sta diventando realtà: lo spettro della crisi del settore non è più dietro l’angolo ma davanti agli occhi inermi degli imprenditori. Davanti alla grave situazione prospettata o lo Stato interviene con estrema sollecitudine oppure il settore è destinato ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile. Sono necessari correttivi immediati. In primis è necessario rendere strutturali i bonus edilizi e non più misure legate  al tempo, stante l’interesse superiore quale quello della riqualificazione energetica e della transizione ecologica».

«Serve intervenire tempestivamente – ha proseguito – per evitare il fallimento di migliaia di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese. È necessario rivedere prontamente il meccanismo della responsabilità solidale che di fatto impedisce a nuovi acquirenti di accedere al credito. Non  c’è ragione per mantenere l’estensione del principio della responsabilità solidale anche ai successivi acquirenti bloccando di fatto il meccanismo della cessione del credito. Occorre ampliare la capacità di acquisto da parte degli istituti di credito che hanno in pancia grandi liquidità mentre le imprese sono in enorme sofferenza».

«Le frodi non si combattono certo facendo fallire le imprese e spingendo le stesse a licenziare tanta povera gente! – ha evidenziato –. La FenealUil ha più volte segnalato che bisognava regolamentare e normare esclusivamente i bonus facciate  perché li si insediavano le frodi ai danni dello Stato. Il Superbonus non è mai stato tra questi in quanto sufficientemente regolamentato dall’inizio».

«Occorre, ancora – ha rilevato – un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nel primo semestre 2022 ad oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver esaurito il plafond delle compensazioni. Bisognerebbe, quindi, introdurre un intervento di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento».

«Non è accettabile, infine – ha concluso – che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori». (rcz)

Fenealuil Calabria: Cancellare superbonus sarebbe rischioso per imprese calabresi

La segretaria generale della Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «cancellare il superbonus del 110% sarebbe molto rischioso per le imprese calabresi. Il settore edile a queste latitudini, infatti, rappresenta una delle colonne portanti, se non la colonna portante per l’economia regionale».

«Bloccare questo strumento che, in questi ultimi anni – ha spiegato – ha creato nuova occupazione, rappresentato una boccata d’ossigeno per il Prodotto interno lordo nazionale e regionale e che, in prospettiva, rappresenta una misura concreta per perseguire l’obiettivo della transizione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio calabrese, sarebbe una mossa azzardata».

«Potrebbe rappresentare – ha proseguito – l’annullamento di quell’azione di ripartenza che il settore edile ha vissuto in termini economici ed occupazionali. Per la FenealUil Calabria, così come sostenuto dal Segretario nazionale Vito Panzarella, non si può rinunciare ad un provvedimento che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia».

«Anche per questo – ha detto ancora – siamo convinti che, anche e soprattutto per evitare il crac del settore edilizio calabrese, sia necessario che la politica nazionale e locale tenga in considerazione ed approfondisca gli otto punti di correzione della norma che sono stati proposti dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella. Una piattaforma, che rilanciamo e sosteniamo con convinzione e che si basa su questi punti qualificanti: ripristinare subito forme di acquisizione dei crediti ceduti a terzi; un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nei primi trimestri 2022 ; la costituzione di un Fondo Nazionale ad hoc che con meccanismo rotativo sia in grado di anticipare al 100% liquidità alle imprese; un riordino complessivo dei vari incentivi per il settore edile».

«E, ancora – ha spiegato – la dilatazione dei tempi del superbonus 110% almeno fino al 2026; un dècalage del massimale detraibile a partire dal 1° gennaio 2023; per il resto degli edifici privati, non condomini, oltre al décalage in termini percentuali, riconoscere la possibilità di cessione del credito in percentuali variabili, in base al reddito del proprietario dell’immobile».

«Infine – ha concluso – appare necessario introdurre un intervento normativo e di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento». (rrm)