Auddino (M5S): Il Superbonus è salvo

«È evidente che la caparbietà del Movimento 5 Stelle ha avuto un ruolo decisivo verso lo sblocco della circolazione dei crediti legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi», ha dichiarato il senatore del M5SGiuseppe Auddino.

«Soltanto una settimana fa – ha ricordato – il Governo insieme a tutti gli altri partiti ci avevano chiesto di ritirare i nostri emendamenti al decreto Aiuti Bis, tra i quali figurava la nostra proposta di salvare il Superbonus, ma noi abbiamo mantenuto la nostra posizione chiedendo di votare il nostro emendamento».

«In Senato è arrivata una riformulazione del Mef – ha proseguito – che va nella direzione da noi indicata già mesi fa e che contiene l’abolizione della responsabilità solidale per qualsiasi cessionario nel caso di Superbonus, abolizione della responsabilità solidale dei cessionari nel caso di crediti legati ad altri bonus edilizi generati dopo il decreto antifrode, abolizione della responsabilità solidale per i cessionari dei crediti legati agli altri bonus edilizi anche precedenti al decreto antifrode, a patto che ci sia un’asseverazione. Resta soltanto la responsabilità dei cessionari per dolo o colpa grave».

«Tutto questo significa sblocco dei crediti e ossigeno per migliaia di imprese e famiglie – ha concluso –. Ora la Lega sta cercando di prendersi i meriti ma anche i sassi sanno che i meriti sono del Movimento 5 Stelle. L’atteggiamento di chi oggi per soli scopi propagandistici mistifica la realtà tentando di prendersi i meriti di questa norma, è davvero incommentabile». (rp)

Fenealuil Calabria: Il Superbonus una truffa ai danni delle imprese

È molto dura la segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese che ha definito il Superbonus, a due anni dalla nascita, «con un escalation normativa preoccupante, stiamo registrando, ad oggi, solo una sorprendente truffa perpetrata dallo Stato ai danni di imprese, professionisti ed operai».

«Problemi a conoscenza di tutti – ha detto – ma che ad oggi nessuno è riuscito a risolvere. Non può lo Stato continuare ad esser sordo davanti alle istanze rappresentate dal mondo edile, finendo così per penalizzare le imprese sane e strutturate che, peraltro, già pagano lo scotto legato alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, al vertiginoso rincaro delle materie prime, all’aumento incontrollato del prezzo dell’energia. Aumento peraltro sul quale non vi è stato alcun controllo da parte dello Stato! Una speculazione senza eguali, perpetrata davanti agli occhi indifferenti della politica!».

«Ora il rischio paventato alcuni mesi addietro – ha spiegato – sta diventando realtà: lo spettro della crisi del settore non è più dietro l’angolo ma davanti agli occhi inermi degli imprenditori. Davanti alla grave situazione prospettata o lo Stato interviene con estrema sollecitudine oppure il settore è destinato ad affondare mestamente, portandosi a fondo tutti gli onesti che hanno in buona fede fattivamente creduto nella ripresa economica del settore edile. Sono necessari correttivi immediati. In primis è necessario rendere strutturali i bonus edilizi e non più misure legate  al tempo, stante l’interesse superiore quale quello della riqualificazione energetica e della transizione ecologica».

«Serve intervenire tempestivamente – ha proseguito – per evitare il fallimento di migliaia di imprese che hanno immagazzinato i crediti ma che ora non riescono più a monetizzarli. Una situazione che mette a rischio il proseguimento dei lavori e la sopravvivenza delle stesse imprese. È necessario rivedere prontamente il meccanismo della responsabilità solidale che di fatto impedisce a nuovi acquirenti di accedere al credito. Non  c’è ragione per mantenere l’estensione del principio della responsabilità solidale anche ai successivi acquirenti bloccando di fatto il meccanismo della cessione del credito. Occorre ampliare la capacità di acquisto da parte degli istituti di credito che hanno in pancia grandi liquidità mentre le imprese sono in enorme sofferenza».

«Le frodi non si combattono certo facendo fallire le imprese e spingendo le stesse a licenziare tanta povera gente! – ha evidenziato –. La FenealUil ha più volte segnalato che bisognava regolamentare e normare esclusivamente i bonus facciate  perché li si insediavano le frodi ai danni dello Stato. Il Superbonus non è mai stato tra questi in quanto sufficientemente regolamentato dall’inizio».

«Occorre, ancora – ha rilevato – un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nel primo semestre 2022 ad oggi non monetizzabili a causa del blocco degli acquisti da parte delle banche che dichiarano di aver esaurito il plafond delle compensazioni. Bisognerebbe, quindi, introdurre un intervento di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento».

«Non è accettabile, infine – ha concluso – che la marginalità delle banche rischi di superare quella delle imprese che eseguono i lavori». (rcz)

Fenealuil Calabria: Cancellare superbonus sarebbe rischioso per imprese calabresi

La segretaria generale della Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha evidenziato come «cancellare il superbonus del 110% sarebbe molto rischioso per le imprese calabresi. Il settore edile a queste latitudini, infatti, rappresenta una delle colonne portanti, se non la colonna portante per l’economia regionale».

«Bloccare questo strumento che, in questi ultimi anni – ha spiegato – ha creato nuova occupazione, rappresentato una boccata d’ossigeno per il Prodotto interno lordo nazionale e regionale e che, in prospettiva, rappresenta una misura concreta per perseguire l’obiettivo della transizione energetica e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio calabrese, sarebbe una mossa azzardata».

«Potrebbe rappresentare – ha proseguito – l’annullamento di quell’azione di ripartenza che il settore edile ha vissuto in termini economici ed occupazionali. Per la FenealUil Calabria, così come sostenuto dal Segretario nazionale Vito Panzarella, non si può rinunciare ad un provvedimento che consente anche alle fasce sociali meno abbienti di intervenire sugli immobili di proprietà per renderli più sicuri e sostenibili, riducendone i consumi senza anticipare spese troppo onerose per farsene carico in autonomia».

«Anche per questo – ha detto ancora – siamo convinti che, anche e soprattutto per evitare il crac del settore edilizio calabrese, sia necessario che la politica nazionale e locale tenga in considerazione ed approfondisca gli otto punti di correzione della norma che sono stati proposti dal Segretario generale della FenealUil, Vito Panzarella. Una piattaforma, che rilanciamo e sosteniamo con convinzione e che si basa su questi punti qualificanti: ripristinare subito forme di acquisizione dei crediti ceduti a terzi; un meccanismo che consenta alle imprese di poter monetizzare crediti relativi a cessioni effettuate nel 2021 e nei primi trimestri 2022 ; la costituzione di un Fondo Nazionale ad hoc che con meccanismo rotativo sia in grado di anticipare al 100% liquidità alle imprese; un riordino complessivo dei vari incentivi per il settore edile».

«E, ancora – ha spiegato – la dilatazione dei tempi del superbonus 110% almeno fino al 2026; un dècalage del massimale detraibile a partire dal 1° gennaio 2023; per il resto degli edifici privati, non condomini, oltre al décalage in termini percentuali, riconoscere la possibilità di cessione del credito in percentuali variabili, in base al reddito del proprietario dell’immobile».

«Infine – ha concluso – appare necessario introdurre un intervento normativo e di controllo pubblico che eviti alle banche di fare cartello e di sottrarre risorse pubbliche a danno del provvedimento». (rrm)

Bonus edilizia, le proposte di Confartigianato per sbloccare i crediti anche in Calabria

Confartigianato Imprese Calabria è da mesi impegnata a lottare affinché il superbonus 110% venga rimesso in condizioni di far lavorare la filiera edile. Per questo, ha avanzato delle proposte per sbloccare i creditii anche in Calabria.

«È indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa attraverso un intervento straordinario da parte dello Stato che metta in campo un compratore di ultima istanza con il coinvolgimento immediato, ad esempio, di Cassa Depositi e Prestiti e Poste S.p.A – si legge in una nota di Confartigianato Imprese – e una conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato».

Lo scorso anno l’incentivo ha contribuito in maniera rilevante all’aumento del 6% del PIL e adesso, invece, si trova di fronte al blocco del mercato dei crediti di imposta.  Tutto a causa dei numerosi interventi normativi che si sono susseguiti sulla disciplina della cessione del credito, che hanno comportato per le imprese di costruzioni notevoli difficoltà, con una gravissima crisi di liquidità che si ripercuote sull’intero sistema.

Tutto questo è ancor più paradossale se si considera che il settore delle costruzioni è il driver della ripresa economica e, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, ha giocato un ruolo anticiclico. I bonus edilizia avrebbero potuto favorire la ripartenza post Covid dell’economia, ma, dopo aver generato un’enorme aspettativa in cittadini e imprese, l’atteggiamento ondivago del decisore pubblico ne ha depotenziato l’efficacia.

Secondo Confartigianato, inoltre, «è necessario ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali. È importante  consentire l’utilizzo oltre l’anno 2022 della quota di credito d’imposta non fruita e derivante dalla concessione di sconti in fattura. Infatti, molte imprese che hanno concesso lo sconto in fattura negli ultimi mesi dell’anno 2021 non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti. Se non dispongono di capienza fiscale, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata».

Tra i suggerimenti dell’associazione degli artigiani: riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022. «Sono molte le imprese che, per motivi diversi (inerzia di un soggetto terzo incaricato, rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile. Peraltro, è stata rappresentata l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura, o di introdurre un termine più ampio. In alternativa, potrebbe essere introdotta la possibilità di una “remissione in bonis».

«Infine – conclude la nota – è importante semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione, in modo da garantire tempi ragionevoli e sufficiente certezza tra gli operatori-imprese che confidano nella monetizzazione del credito e rendere interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare ed unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione». (rcz)

Fenealuil Calabria: Governo rifinanzi bonus per impedire collasso del settore edile

«Occorrono misure urgenti da parte del governo per rifinanziare i bonus altrimenti il settore edile andrà al collasso totale». È quanto ha dichiarato la segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, spiegando che «dei 33,5 miliardi stanziati, ad oggi sono stati ammessi alle agevolazioni lavori per 33.7 miliardi».

«Un sistema, quello dei bonus – ha aggiunto – andato già prima in tilt e poi in paralisi con le molteplici modifiche normative che si sono convulsamente succedute nei mesi precedenti. Come noto, i decreti anti-frodi e sostegni ter sono serviti al governo per rimediare tardivamente alle gravi lacune normative con cui i bonus edilizi sono partiti; il “pro” dei decreti è stato quello di frenare le frodi, ed estromettere dal sistema la nutrita platea di furbetti disonesti che, grazie alle lacunose normative di base sull’ottenimento delle agevolazioni fiscali, hanno facilmente conseguito illeciti guadagni».

«Altrettanto noto – ha proseguito – è il “contro” dei decreti citati che, a discapito degli onesti incolpevoli che nel nostro paese alla fine sono gli unici a pagare per tutti, hanno di fatto completamente paralizzato il sistema dei bonus e, segnatamente quello del superbonus 110, anch’esso incolpevole, in quanto, di fatto, si è rivelato estraneo alle frodi. A nulla sono servite le ulteriori modifiche contenute nel Decreto Aiuti, la cui conversione in Legge è, peraltro, prevista per il 17 luglio prossimo e gli emendamenti già presentati a riguardo sono molteplici, segno di ulteriori incertezze delle forze politiche e, pertanto, foriero di ulteriore diffidenza da parte delle banche e delle imprese edili».

«A tutto ciò – ha detto ancora – si aggiunge la criticità derivante dal comparto bancario che deve rispettare un meccanismo stabilito dalla Legge e che prevede un vincolo di compensazione che lo obbliga ad avere crediti fiscali non superiore al livello di imposte e contributi da versare all’erario nell’esercizio finanziario del periodo. In parole povere quasi tutto il comparto bancario ha esaurito il budget disponibile per acquistare altri crediti e sconsiglia ai clienti l’invio di nuove pratiche».

«L’impatto delle misure anti-frode – ha detto ancora – introdotte nell’ambito della cessione del credito può ora essere valutato con dati concreti e attuali: al 19 maggio 2022 risultano in attesa di accettazione sul Cassetto Fiscale degli addetti ai lavori ben 4 miliardi di crediti derivanti da opzioni di prima cessione o sconto in fattura, importo pari a 1,1 miliardi per quel che riguarda invece le cessioni successive, per un totale che supera i 5 miliardi. Si tratta di importi anticipati dalle imprese che, a seguito delle molteplici modifiche introdotte, fanno fatica da mesi ad essere ora monetizzati e accettati dalle banche, con le rilevanti conseguenze sul fronte finanziario».

«Oltre 60mila imprese edili – ha spiegato – si trovano con il cassetto fiscale pieno di crediti dello Stato, ma senza liquidità per far fronte agli impegni commerciali assunti. Sono migliaia le aziende a rischio fallimento, e il blocco dei cantieri in corso è sotto gli occhi di tutti. Registriamo infatti, già da mesi il licenziamento di molti operai, numerose e conseguenti richieste di cassa integrazione, nonché un incremento delle istanze di rateizzazione delle imprese nelle casse edili».

«Che fine faranno – ha detto ancora – tutti gli operai edili impiegati nel settore? Dopo aver percepito la cassa integrazione andranno ad aggiungersi al folto stuolo dei percettori del reddito di cittadinanza? Che fine faranno le imprese insolventi con dipendenti e fornitori? Dopo il vano tentativo di ricomposizione della crisi aziendale, andranno a confluire nel calderone dei tanti fallimenti pendenti presso i tribunali italiani? Quanto saranno ingenti i danni economici per l’intero paese?Le ripercussioni sul settore edile saranno incalcolabili ed irrimediabili se il Governo non assumerà, in maniera tempestiva, i provvedimenti del caso».

«Occorre rifinanziare il superbonus – ha evidenziato – magari riformando il rdc, strumento di welfare questo da destinare solo alle classi più povere e indigenti del nostro Paese che, invero, ha tanto bisogno di lavoro, di rinnovata dignità del lavoro, molto più che di queste forme di assistenzialismo a pioggia che, in tanti casi, disincentivano l’occupazione e costano diversi miliardi di euro alla Stato. Il reddito di cittadinanza è uno strumento sicuramente da sostenere perché “ispirato a valori costituzionali, come l’eguaglianza e la solidarietà politica, economica e sociale”, ma allo stesso tempo da riformare perché manifesta “evidenti limiti sulle politiche attive del lavoro».

«Ora più che mai – ha concluso – la parte sana del settore edile va sostenuta fattivamente; occorrono importanti provvedimenti da parte dell’esecutivo che possano nel modo migliore fare uscire dal pantano tutto il comparto, mantenere l’occupazione e agevolare la nuova occupazione». (rcz)

Bonus edilizi e Superbonbus, Fenealuil Calabria: Serve trasparenza e tempi certi su cessioni bancarie

Maria Elena Senese, segretaria generale della Fenaluil Calabria, ha chiesto, per quanto riguarda i bonus edilizi e superbonus, «trasparenza e tempi certi sulle cessioni bancarie. Chiediamo la possibilità di rivalutare i tempi dei bonus edilizi, soprattutto delle unifamiliari che sono in scadenza».

«Chiediamo, infine – ha detto – la possibilità di dare vita ad un meccanismo automatico di adeguamento dei contratti ai prezzi correnti di mercato sulla scorta del modello di compensazione alla francese  con  un delta + 24 per ogni contratto stipulato e da stipulare».

«La recente evoluzione normativa dei bonus edilizi – ha spiegato – è molto più complessa di come la dipingono i nostri politici. Un provvedimento cardine come quello dei bonus infatti, si sta velocemente tramutando in un gigantesco flop a danno dell’economia e del settore edilizio e conseguente truffa legalizzata a danno degli onesti ovvero di tutta la parte sana dell’economia del settore. Che lo stato Italiano non sia stato in grado di normare adeguatamente, sin dall’origine, i Bonus edilizi oramai è sotto gli occhi di tutti».

«Quello Stato che poi – ha detto ancora – per non smentirsi nelle sue infinite nefandezze ed incapacità, ha scorrettamente modificato in corsa le regole del gioco e, con il cosiddetto decreto “Sostegni ter”, ha di fatto creato un corto circuito che sta travolgendo e calpestando tutti quegli addetti ai lavori che, in buona fede, si sono già esposti in contratti, esecuzioni lavori, acquisti, assunzioni, tasse, ed oggi rischiano di fallire per mancanza di liquidità».

«Un disastro economico e presto – ha detto la segretaria – con tutti i licenziamenti che avverranno, anche sociale e per le casse dello Stato che, inesorabilmente, dovrà far fronte alla massiva disoccupazione già all’orizzonte, attivando gli ammortizzatori sociali. Senza contare l’elevato numero di contenziosi che vedrà protagonisti imprese esecutrici e committenti proprietari, gli uni per recuperare le somme derivanti dallo sconto in fattura non monetizzato dalle banche a seguito di agevolazioni spettanti e fruite dai beneficiari originari (proprietari degli immobili) e gli altri per difendere un diritto che lo Stato, con l’emanazione di ingiuste norme imperative in corsa, gli ha di fatto reso impossibile ottenere».

«La domanda nasce spontanea – ha detto – ma lo Stato si è reso minimamente conto che i proprietari committenti corrono il serio rischio di perdere gli immobili? L’impianto normativo sui bonus edilizi non ha certamente smentito il modus operandi italiano, in quanto il Superbonus 110 è nato già perfettamente normato con certificazioni e asseverazioni da produrre per aver accesso alle agevolazioni. In pratica per riscuotere il credito del 110% bisogna redigere e consegnare una pila di documenti che fa invidia a un notaio. Per i cosiddetti bonus secondari (90%, 65%, 50%) invece, l’impianto normativo e procedurale è stato inesistente tanto da lasciarli liberi da ogni qualifica di esecuzione, controllo di costo e regole di cessione».

«Per il Superbonus 110 – ha evidenziato – alcune banche, fiutata la possibilità di fare business, hanno autonomamente istituito delle complesse piattaforme senza la dovuta trasparenza sui tempi di cessione. Invero queste ultime risultano congelate nel sistema! Poco male, tenuto conto che Poste Italiane e, quindi, la Cassa depositi e prestiti e, quindi, lo Stato Italiano, ha consentito, per quasi tutto il 2021, una agevole e veloce procedura sulle cessioni, senza alcun controllo di regolarità delle stesse».

«Ciò –  ha detto ancora – ha praticamente spalancato le porte ad ogni truffaldino affarista italiano e perché no anche di altra nazionalità. Parliamoci chiaro, è stato chiaramente da tutti compreso che il nostro primo ministro ha giocato da attore protagonista ed ha sentenziato ingiustamente che dal commercio dei crediti fiscali lo Stato ha tutto da perdere. Da questa imperativa ed errata interpretazione del nostro premier hanno avuto origine le inaspettate modifiche “in corsa” scritte nel decreto “Sostegni ter” oggi convertito in legge e che consegna di fatto tutti i bonus solo ed esclusivamente nelle mani delle banche, lasciate libere di cedere altre due volte ad altre banche il credito fiscale acquisito e speculare come meglio credono sui tempi di cessione e tassi d’interesse sui finanziamenti».

«E Poste italiane e Cassa depositi e prestiti? – ha concluso –. Hanno serrato i rubinetti ad imprese, professionisti e fornitori mantenendoli limitatamente aperti solo ai committenti facoltosi. In altre parole? Stiamo per assistere al collasso del sistema». (rcz)

 

Superbonus, Ance Calabria, Fenealuil, Filca Cisl e Fillea Cgil chiedono controlli mirati e misure correttive

In una nota congiunta di Ance Calabria e di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, è stata ribadita la necessità di «garantire rigore e certezza agli interventi finanziari messi in campo dal Governo in riferimento al superbonus, ponendo in essere opportune misure correttive».

«Lo chiediamo insieme ed a gran voce – hanno spiegato – in un momento di difficile transizione, tra gli effetti di quella che si spera possa essere la coda della pandemia, il caro energia, il caro materiali e tutti gli aumenti derivanti dai fattori citati. In particolare, soprattutto per quanto attiene al cosiddetto Superbonus, servono controlli puntuali, imprese qualificate e certificate che garantiscano l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro e prezzari di riferimento aggiornati per non vanificare gli effetti positivi prodotti a favore del settore con aumento dell’occupazione, ripresa dell’indotto e riqualificazione del patrimonio edilizio». 

«Per prevenire i tentativi di uso distorto delle risorse, come purtroppo fatto registrare dalle attività truffaldine scoperte e sventate dalle forze dell’ordine – hanno aggiunto il presidente di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante ed i segretari di Fillea CGIL Simone Celebre, Filca Cisl Pasquale Costabile e Feneal Uil Maria Elena Senese – non servono norme volte a bloccare tutte le iniziative in atto che procurano effetti negativi sui cittadini, sui lavoratori e sulle aziende. Occorre, invece, una regolamentazione chiara ed efficace rispetto a tutti i bonus edilizi, seguita da verifiche mirate per evitare che il settore dell’edilizia sia invaso da operatori improvvisati come le 11.600 imprese iscritte negli ultimi 6 mesi alle Camere di Commercio». 

Il riferimento va a “soluzioni forti” in grado di fermare le frodi, scongiurando l’introduzione di norme capestro, come quella dell’articolo 28 del decreto Sostegni-ter che impedisce la successione di cessione dei crediti connessi ai vari bonus edili, che di fatto bloccano i cantieri avviati con il Superbonus.  

Nel prendere atto che il Governo è già a lavoro per predisporre delle “correzioni mirate” sul Superbonus che dovrebbero essere approvate nelle prossime ore, i vertici di Ance Calabria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, ritengono utile ed urgente il provvedimento in discussione volto a garantire maggiore trasparenza e legalità, ad evitare infortuni, lavoro irregolare, dumping. 

«È fondamentale – è stato evidenziato – subordinare la concessione dei bonus fiscali all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni più rappresentative sul piano nazionale, così cosi come proposto nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Orlando. Subordinando l’ottenimento dei benefici connessi ai bonus edilizi all’applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore, infatti, oltre a garantire ai lavoratori tutte le tutele previste in riferimento a salario, orario, ferie, malattie, si garantiscono adeguata formazione obbligatoria e maggiore sicurezza. Al contempo si potrebbe anche verificare in tempo reale, collegandosi alle varie banche dati disponibili (Inps, Inail, Casse Edile), l’esistenza dell’azienda, del cantiere e dei lavoratori regolarmente assunti. Si tratta di riscontri che dimostrerebbero di non trovarsi di fronte a aziende truffaldine o a cantieri aperti solo sulla carta». 

«L’auspicio – hanno concluso Giovan Battista Perciaccante, Simone Celebre, Pasquale Costabile e Maria Elena Senese – è che il Governo non perda ulteriore tempo e convochi, con urgenza, un tavolo con i soggetti interessati, per arrivare a un decreto correttivo il migliore possibile». (rcs)

L’appello di Cugliari (Cna) ai politici calabresi: Fare pressioni a Governo per modifica Dl Sostegni ter

Il presidente della Cna CalabriaGiovanni Cugliari, si è appellato a tutti i politici calabresi affinché facciano pressione su Ministero e Governo per rivedere l’art. 28 del Dl Sostegni Ter, che limita la possibilità di cedere i crediti vantati a un solo soggetto, giustificando tale manovra come una tutela dalle possibili frodi.

«Le imprese calabresi saranno costrette a chiudere, è fondamentale che i politici calabresi intervengano per modificare la norma sulla cessione del credito» ha evidenziato Cugliari, spiegando che «la crescita esponenziale della filiera delle costruzioni, registrata nel 2021, era stata resa possibile dagli incentivi come il Superbonus 110% e altre agevolazioni che miravano anche all’efficientamento energetico degli immobili».

La vera forza di queste misure, evidenzia Cugliari, «era data dal fatto che, una volta avuto accesso al credito, questo poteva essere ceduto a più interlocutori senza alcuna limitazione».

La Cna Calabria, facendosi portavoce di tutti quegli imprenditori che hanno lavorato duramente per potersi rialzare dalla drammatica crisi causata dalla pandemia, lancia quindi un allarme chiaro: «Se la norma introdotta dal Governo non sarà modificata – ha proseguito Giovanni Cugliari – ci saranno seri problemi per tutto il sistema delle costruzioni impiantistiche e ferramentistiche, portando sicuramente alla chiusura delle aziende. Molti infatti si sono già esposti finanziariamente sopportando dei costi».
«Si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti con il Pnrr – ha aggiunto – perché sarà falcidiato una parte del sistema produttivo che era in ripartenza dopo 15 anni di fermo, soprattutto se si considera anche l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime».
Il problema di fondo è che, con l’articolo 28, «questi crediti rimarranno bloccati e metteranno con le spalle al muro tutti coloro che avevano già fatto richiesta prima della modifica del decreto, rischiando, nuovamente, di paralizzare il settore dell’edilizia». (rcz)

Superbonus, Fenauil chiede misura per calmierare i prezzi

Maria Elena Senese, segretario generale FenealUil Calabria, in merito al Superbonus, ha ribadito che urge «una misura per calmierare i prezzi».

«L’aumento esponenziale del costo dei materiali, infatti – ha spiegato – rischia di vanificare gli sforzi messi in campo per rilanciare il settore delle costruzioni depotenziando una misura straordinaria che era stata pensata per sostenere il comparto edile fortemente segnato dalla pandemia da Covid-19 e dalla prolungata crisi economica».

«Le forniture delle materie prime in edilizia, purtroppo – ha aggiunto – sono dimezzate e i prezzi raddoppiati, con conseguenze importanti sulla gestione dei cantieri della riqualificazione energetica offerta oggi dal Superbonus».

«La scarsità di materie prime in edilizia – ha proseguito – e il conseguente aumento dei prezzi è iniziato già da un pò di tempo e riguarda soprattutto: metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi».

«La causa – ha spiegato la segretaria nazionale –è dovuta a molteplici fattori dalla Pandemia al blocco del canale di Suez, alla disponibilità ridotta del mercato asiatico causata da una domanda notevolmente aumentata in Cina. Come si può intuire, quindi, quello che sta soffrendo anche il mercato edile italiano è un problema globale ma, sicuramente, più accentuato in Italia per una richiesta straordinaria causata dal Superbonus: un incentivo con tempi molto ridotti che crea volumi decisamente importanti, difficili da gestire per l’industria Italiana che riceve le materie prime dai paesi esteri».

«Con il Superbonus – ha detto ancora – abbiamo un’importante occasione di fare un cambio di passo significativo sulla cultura del risparmio energetico. Un’opportunità straordinaria di riqualificazione del patrimonio edilizio ma che, oggi, subisce un freno a causa dell’enorme difficoltà  di approvvigionamento delle materie prime che influenza la disponibilità di tutti i componenti del sistema a cappotto».

«Le richieste di fornitura –  ha detto ancora la Senese – di materiale isolante è letteralmente esplosa a seguito del Superbonus 110%. Attualmente le aziende specializzate in questo settore non sono in grado di evadere oltre il 50% della domanda».

«Abbiamo bisogno, quindi – ha  concluso – che le istituzioni intervengano urgentemente mettendo in campo un meccanismo che tuteli la filiera e di conseguenza l’utente finale. Sono necessari e non più procrastinabili, infine, interventi mirati da parte del Governo per tutelare la filiera edile, chiedendo una misura urgente che metta a riparo i cantieri del Recovery e del Superbonus dalle fluttuazioni dei mercati internazionali». (rcz)