Le Università chiedono ai Ministeri di allineare le scadenze per l’aggiornamento delle graduatorie

La Conferenze dei Rettori, su iniziativa del Rettore dell’Unical Nicola Leone, è stata inviata al Ministero un’istanza urgente per agevolare i corsisti che chiuderanno il percorso a fine giugno.

Sono, infatti, centinaia i docenti che stanno seguendo i corsi abilitanti da 30 Cfu (Crediti formativi universitari) presso l’Università della Calabria, ma il rischio è che gli sforzi profusi fin qui possano essere vanificati a causa di una scadenza del Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) che ha fissato – inaspettatamente – per il 10 giugno il termine ultimo per l’aggiornamento delle Graduatorie provinciali (Gps), da cui dipendono le supplenze.

Il ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), che gestisce l’erogazione dei corsi, aveva stabilito la fine degli stessi entro il 30 giugno, quindi è stata per tutti una sorpresa quando l’altro ministero, quello dell’Istruzione, responsabile delle graduatorie, ha fissato l’aggiornamento al 10.

Il mancato coordinamento dei due ministeri ha quindi generato una situazione di difficoltà per tantissimi docenti interessati. I corsi dell’ateneo calabrese, come quelli di altre università, termineranno infatti a fine giugno, rendendo impossibile per centinaia di docenti concludere gli esami e presentare la domanda entro la data stabilita dal Mim.

C’è da sottolineare che già all’avvio dei corsi, la ristrettezza dei tempi dettati dal Mur aveva reso complessa l’organizzazione, tanto che su circa 60 università pubbliche accreditate solo 15 avevano avviato i corsi di formazione 30 cfu art.13, riservati a chi è già in possesso di una abilitazione. L’Unical è tra le poche che ha fatto uno sforzo organizzativo per offrire l’opportunità di usufruire dei corsi, che costituiscono un’opportunità di lavoro preziosa nel campo dell’insegnamento.

Il mancato allineamento delle scadenze tra i due Ministeri ha indotto numerosi corsisti a chiedere all’ateneo calabrese di concentrare ed anticipare gli esami conclusivi dei corsi, in modo da poter conseguire i crediti entro il 10 giugno. Tuttavia, tali istanze non possono essere accolte dall’Unical, così come non è stato possibile per diverse altre università, in quanto la pianificazione didattica è stata predisposta al fine di rispettare i tempi e le modalità indicate nel bando di ammissione.

In particolare, il calendario delle lezioni frontali è stato definito per assicurare una corretta preparazione, mentre un’accelerazione dei calendari, che dovrebbe prevedere anche lezioni notturne (dato che i corsi terminano già alle 20,30), impedirebbe a molti frequentanti di seguire le attività nei modi e nei tempi opportuni, così come rappresentato in diverse mail da parte di altri corsisti allarmati dalla paventata anticipazione della fine dei corsi.

Anzi, per andare incontro alle esigenze degli iscritti molti dei quali sono già impegnati nella scuola, sin dall’inizio le lezioni sono state condensate e distribuite dopo le 17,30 nei giorni feriali e la mattina e il pomeriggio al sabato e alla domenica. Inoltre, la prova finale del percorso prevede una prova scritta e una prova orale (lezione simulata) su un tema proposto con un anticipo di 48 ore. Infine, se anche tutti questi ostacoli potessero essere in qualche modo rimossi, non è scontata la disponibilità da parte dei 130 docenti universitari di modificare il contratto, per includere insegnamenti in orari notturni. Motivo per cui chiudere tutto entro il 10 giugno risulta impraticabile.

Adesso spetterà adesso al Ministero guidato da Giuseppe Valditara sbrogliare il caso: valutare con urgenza l’istanza della Crui, tenendo conto del forte appello proveniente dal mondo accademico e da quello di migliaia di corsisti e sindacalisti di tutta Italia. (rcz)

Si celebrano i 50 anni del Corso di Laurea in Matematica dell’Unical

Domani mattina, alle 10, nella Sala University Club dell’Unical, è in programma la lectio magistralis del prof. Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale di Pisa.

L’evento è stato organizzato dal Dipartimento di Matematica in occasione dei 50 anni del Corso di Laura in Matematica all’Università della Calabria. Sarà l’occasione per discutere dell’impatto che il Corso di Laurea ha avuto sul territorio, portando in evidenza le testimonianze delle prime laureate e dei primi laureati e, in una simbolica staffetta, premiando alcune giovani studentesse e studenti di scuole secondarie che si sono distinti in una competizione matematica organizzata dal Dipartimento.

L’evento sarà aperto da Nicola Leone, Rettore dell’Unical, Gianluigi Greco, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica e Bernardino Sciunzi, coordinatore del Cdl in Matematica.

Dopo la lectio del direttore Ambrosio, matematico tra i più apprezzati in Italia e nel mondo, riconosciuto non solo per i suoi importanti risultati scientifici ma anche per aver saputo formare una generazione di eccellenti matematici, si terrà la premiazione Unical Mathematical Contest a cura di Laura Paladino, professoressa di Algebra. Seguiranno testimonianze e interventi.

Nel lontano anno accademico 1973/1974 muoveva i primi passi all’Unical il Corso di Laurea in Matematica. L’anno accademico 2023/2024 marca, dunque, la soglia dei primi cinquant’anni della storia di questo Corso, una storia che ha idealmente contribuito a ricongiungere la Calabria – terra di Pitagora e della sua Scuola – alla proprie radici, interpretandole in una chiave di sviluppo culturale e sociale proiettata verso il futuro. (rcs)

Il Senato Accademico dell’Unical chiede il cessate il fuoco in Palestina

di FRANCO BARTUCCIIl Senato Accademico dell’Università della Calabria ha approvato all’unanimità una mozione, già condivisa con la Conferenza Nazionale dei Rettori delle Università Italiane, su presentazione del Rettore Nicola Leone, per il cessate il fuoco sulla striscia di Gaza.

«Il momento di forte tensione internazionale, l’inasprimento delle azioni militari in Medio Oriente e la perdurante crisi umanitaria nella Striscia di Gaza –  si afferma nella mozione –  chiamano in causa, anche sollecitate da un crescendo di manifestazioni e iniziative che hanno visto protagonisti tante studentesse e studenti, le Istituzioni universitarie e il loro ruolo. Un ruolo che deve saper esprimersi indipendentemente da ogni forma di potere e condizionamento, aspirando a promuovere la cultura della pace e del rispetto dei diritti umani, attraverso azioni e iniziative di formazione, di ricerca e di dialogo.

In questa cornice e in conformità alle fonti internazionali che riconoscono la pace come un diritto fondamentale della persona e dei popoli, il Senato Accademico dell’Università della Calabria ritiene oggi di dover manifestare e ribadire, ancora una volta, la propria più ferma condanna verso qualsiasi forma di violazione dei diritti umani e di risoluzione armata delle controversie, sottolineando l’attualità delle previsioni costituzionali sancite dall’art. 11, secondo cui “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

«È, infatti, necessario che il mondo accademico e l’intera comunità scientifica si adoperino attivamente per impedire alle coscienze di assuefarsi agli orrori della guerra e delle violenze che continuano a imperversare alle più diverse latitudini. Le Università sono un potente strumento di pace; valorizzano il pluralismo e l’indipendenza da ogni condizionamento e da ogni discriminazione di carattere ideologico, religioso, politico o economico, con particolare riguardo al pieno ed effettivo rispetto della vita e delle libertà di religione, di manifestazione del pensiero e di scienza.

Ecco perché, in riferimento alle specifiche richieste pervenute negli ultimi giorni dagli studenti, il Senato Accademico ritiene importante rilevare che oggi l’Università della Calabria non ha attive: collaborazioni con enti o imprese che siano attori nel conflitto; relazioni istituzionali con Università e istituti di ricerca israeliani, né partecipazioni al bando Maeci”.

«Al contempo, il Senato Accademico vuole rimarcare – si puntualizza nella mozione – che le Università, proprio per interpretare al meglio il proprio ruolo, devono saper intrattenere relazioni con tutte le comunità scientifiche del mondo all’insegna del rispetto reciproco, tutelando preziosamente la libertà di ricerca scientifica e di didattica sancita dall’art. 33 della Costituzione, ove si dispone che “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”. Le Università sono, infatti, comunità aperte e plurali, al di sopra dei confini e al di sopra degli Stati, e che non si possono ridurre ai governi dei loro Paesi; esse – ricordando le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – rappresentano un reticolo di collaborazioni che, sempre di più, si realizza, si intreccia, si sviluppa al di sopra dei confini: “se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica, del dissenso».

«L’azione istituzionale dell’Università della Calabria – si precisa nel documento–  è da sempre ispirata a tali valori, ai valori universali della tutela dei diritti umani, della pace, della democrazia, della libertà, dell’accoglienza delle diversità, della cooperazione e della solidarietà. L’Università della Calabria ha tradizionalmente sostenuto le comunità accademiche di tutto il mondo che vivono una situazione di rischio nei Paesi di origine e subiscono limitazioni e restrizioni nella ricerca e nell’insegnamento, promuovendo molteplici attività e concrete iniziative di supporto e di accoglienza per ricercatori e docenti universitari in fuga da teatri di guerra o da contesti privi della necessaria libertà».

1Di fronte al precipitare degli eventi, il Senato Accademico dell’Università della Calabria sente quindi di dover: denunciare la perdurante violazione dei diritti umani ed esprimere la propria più ferma condanna alla spirale di violenza e alle barbarie che, dall’efferato attentato di Hamas, ormai da molti mesi si susseguono nella Striscia di Gaza; manifestare pubblicamente il proprio dolore e la propria vicinanza e solidarietà a tutte le popolazioni la cui vita è stata sconvolta dalla guerra; invocare a gran voce la liberazione degli ostaggi, la necessità del cessate il fuoco, della pace duratura e del rispetto della dignità umana e dei diritti fondamentali, nella consapevolezza che il loro fondamento possa risiedere solo nel reciproco riconoscimento e in una convivenza giuridicamente regolata, fondata sulla libertà e sull’uguaglianza ispirata ai principi della legalità internazionale, del diritto e della democrazia, ove – come recentemente indicato dal Presidente Mattarella stesso – possano coesistere in pace due popoli e due Stati indipendenti; con favore la richiesta di momenti di riflessione e approfondimento, di dibattito e confronto, e di costruzione di tavoli tematici sensibili dal punto di vista etico; e, più in generale, nella logica di individuare azioni concrete che possano essere sviluppate nella realtà della nostra comunità accademica, farsi promotore di una campagna di mobilitazione ed effettiva sensibilizzazione».

«Sarà infatti necessario dare accoglienza, sostegno e solidarietà – puntualizza la mozione approvata all’unanimità dal Senato Accademico – alle comunità accademiche che oggi vivono scenari di conflitto in Medio Oriente, in Ucraina e ovunque nel mondo, in linea con i principi che l’Ateneo esprime e che di recente hanno già portato all’introduzione di borse di studio e di ricerca o forme di esonero dai contributi studenteschi a favore di rifugiati e profughi di guerra. Sarà importante incoraggiare lo sviluppo di linee di ricerca per la trasformazione non violenta dei conflitti; programmare nel Campus eventi sui temi della pace finalizzati a un costruttivo confronto critico garantendo, in forma pacifica e non violenta, la pluralità dell’offerta culturale in Ateneo; esortare la comunità accademica a impiegare la ricerca scientifica e i suoi risultati come strumento per la pace in grado di garantire il benessere di tutte le persone».

«Auspicando la strada del confronto dialettico mirato a costruire un modello di pacifica convivenza tra i popoli, l’Università della Calabria saprà interpretare responsabilmente il proprio ruolo nella comunità accademica internazionale, per sensibilizzare le coscienze sulla necessità di porre fine all’isolamento della Striscia di Gaza, per far cessare le operazioni militari in Medio Oriente in accordo con la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu del 25 marzo 2024, e in tutte le zone di guerra, attraverso azioni volte a recuperare gli strumenti della politica e della diplomazia, che favoriscano il dialogo e una prospettiva di pace duratura fondata sul pluralismo religioso e sul rispetto dei diritti umani internazionalmente riconosciuti». (fb)

All’ambasciatrice Armena in Italia Tsovinar Hambardzumyan la pergamena di socio onorario “Amici dell’Unical”

di FRANCO BARTUCCIIn concomitanza del seminario svolto all’Università della Calabria sul tema: “Gli Armeni, storia, cultura, testimonianze”, promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali in collaborazione con il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Meic) e la stessa Ambasciata Armena, l’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, tramite la Presidente, prof.ssa Silvia Mazzuca, ha conferito all’Ambasciatrice della Repubblica d’Armenia in Italia, dott.ssa Tsovinar Hambardzumyan, la pergamena di Socio Onorario con questa motivazione: «Per il suo impegno civile, sociale, politico e umanitario nel perseguire azioni tese a garantire la dignità ai popoli oppressi, e in particolare all’attuazione dei diritti economici e sociali delle donne».

L’Ambasciatrice dal 2002 al 2018 è stata Consigliere e successivamente direttore del Dipartimento per le Relazioni Estere dell’Ufficio del Presidente della Repubblica d’Armenia; nel 2018 è stata nominata direttore  del Dipartimento per le relazioni estere presso l’Ufficio del Primo Ministro dell’Armenia; il primo giugno 2020, con decreto del Presidente della Repubblica d’Armenia, è stata nominata Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica d’Armenia presso la Repubblica Italiana; l’8 aprile 2022 si è aggiunto l’incarico di Ambasciatrice presso la Repubblica di Malta (con residenza a Roma); e quindi di San Marino in data 27 maggio 2022. Il 23 gennaio 2023 è stata nominata Rappresentante Permanente della Repubblica d’Armenia presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

Il seminario sugli Armeni che si è svolto all’Università della Calabria, coordinato da Vittorio Beonio Brocchieri (Università della Calabria), ha visto come relatori: Giacchino Strano (Università di Catania), Marcello Flores (Università di Siena), Aldo Ferrari (Università di Venezia), Paolo Restuccia ( del Meic), Marco Ruffilli (Università di Venezia), Boris Gazanian (imprenditore), Tehmina Arshakyan (Associazione Armeni di Calabria).

Questi gli argomenti trattati dai relatori rispettivamente nell’ordine: “Gli Armeni nell’Italia meridionali”, “Il genocidio”, “Il Nagorno- Karabakh (Artsakh) fra storia e politica”, “Una reliquia divina”. L’esodo degli Armeni dell’Artsakh”, “Lontani da casa”, “Gli Armeni in Calabria oggi”.

Di questi avvenimenti, di quanto intorno all’esodo della popolazione armena dal Nagorno-Karabakh è accaduto, di cosa aveva preceduto tale esodo e di cosa è accaduto dopo, della storia passata e recente di questo popolo e delle tracce della sua presenza nella storia tardo-antica della Calabria, se n’è discusso nel seminario.  

Il Professore Marco Rovinello, docente di Storia Contemporanea, presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical, ci spiega le motivazioni del seminario: «L’iniziativa nasce dalla volontà dell’Università e del DISPeS di rispondere al desiderio espresso dal Meic di approfondire un tema importante della storia e della contemporaneità come quello relativo agli Armeni, e di farlo con gli strumenti propri del mondo scientifico e accademico».

«È per questo che si è scelto di organizzare un momento di riflessione e di studio su alcuni degli aspetti e dei momenti più importanti del passato e del presente del popolo armeno e delle aree più interessate dalle sue vicende.  Considerata la complessità delle questioni, si è deciso di adottare una prospettiva pluridisciplinare e di invitare a relazionare alcuni dei massimi esperti italiani del tema, facendo sì che questa giornata di studi diventasse anche una preziosa occasione di incontro e confronto fra la comunità scientifica e studentesca dell’Unical e studiosi noti. Insomma, un esempio credo virtuoso di come l’Università possa proficuamente aprirsi alla domanda di cultura del territorio e moltiplicare le occasioni di apprendimento per i suoi studenti, affrontando anche temi delicati in maniera il più possibile interdisciplinare, sempre rigorosamente scientifica e, spero, interessante e coinvolgente anche per i più giovani». (fb)                          

All’Unical ricordato l’eccidio degli zingari ad Aushwitz – Birchenau nel 1944

di FRANCO BARTUCCI – La Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, che ha sede presso il Dipartimento dio Scienze Politiche e Sociali, ha organizzato nella giornata di giovedì 16 maggio, presso l’Università della Calabria, un seminario sul tema: Nell’80° anniversario della resistenza (16 maggio – 2 agosto 1944) nel “Campo famiglie Zingare’ di Aushwitz – Birchenau.

L’aula H/2, dove si è svolto il seminario, ha accolto una buona partecipazione di studenti e studentesse dell’UniCal, esponenti della comunità Rom di Cosenza, della chiesa valdese, di associazioni migranti e attivisti locali. 

 Il seminario, organizzato dalla Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, si è aperto con una relazione di Laura Corradi, direttore della Scuola, volta a documentare gli atti di resistenza zingara che avvennero nel campo di sterminio di Aushwitz nelle 10 settimane che intercorsero dal 16 maggio 1944 al 2 agosto 1944.

La prof.ssa Laura Corradi ha tradotto nel suo intervento alcune parti di diari di prigionieri politici che narrano in tempo reale quanto succedeva.

«Le donne sono quelle che hanno lottato con più ferocia, per difendere i loro bambini» è scritto in uno di questi diari. Infatti ad Aushwitz le famiglie Rom erano riuscite a restare unite e si erano barricate nei capannoni intenzionate a resistere.

Il sociologo rom Dezso Mate, collegato in remoto dall’Università di Hidelberg, è intervenuto sulla situazione specifica delle persone LGBTIAQ Rom che nei lager non venivano assegnate né al ‘triangolo rosa’, e nemmeno al triangolo ‘marrone’ delle persone di colore, come neanche alle loro comunità di appartenenza, ma venivano uccisi all’arrivo e gettati in fosse comuni, senza nome e dimenticati.

La sociologa MirindaA Ashley Karsan ha esposto una ricerca sulle attuali condizioni nei campi Rom italiani, tracciando connessioni tra il pregiudizio di oggi e la persecuzione del passato; mentre Saska Jovanovic direttore dell’Associazione italiana di donne Rom ‘Romnì’ ha narrato dell’attivismo di genere e della lotta contro l’antiziganismo. 

Il sociologo Fabio Perocco, dell’Università di Venezia Cà Foscari, ha presentato una relazione finale su ‘Razzismo ed anti-ziganismo di Stato’, fenomeno che è alla base delle disuguaglianze e discriminazioni multiple nei confronti del popolo Rom nel nostro paese e in altri stati europei.

La femminista Rom Stefania Bevilacqua ha messo l’accento sulle difficoltà che incontrano le donne della sua comunità nelle istituzioni educative e nelle università, dove spesso si laureano senza poter dichiarare di essere Rom per timore di comportamenti anti-zigani. Infine è intervenuto il presidente dell’Associazione Lav Romanò di Cosenza, Fiore Manzo, che ha parlato della sua ricerca in corso sulle persone Rom internate nel campo a Ferramonti di Tarsia.

Hanno partecipato in presenza all’evento anche la pro-Rettore, prof.ssa Patrizia Piro, che ha espresso il suo apprezzamento per questo tipo di iniziative volte a valorizzare le diversità, ed ha espresso parole  di incoraggiamento a replicarlo per il prossimo anno dando più spazio e voce a questa storia evento di commemorazione e studio; mentre  il co-direttore della Scuola di Leadership per il Contrasto all’Antiziganismo, prof. Danilo Pappano, del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, ha espresso parole di apprezzamento per l’ottima riuscita dell’evento, che ha pure accolto varie testimonianze di studiosi ed attiviste, collegate in remoto, da diverse parti d’Italia.

«Non parlare degli atti di resistenza delle persone zingare ad Aushwitz, omettere l’uccisione di centinaia di migliaia di Rom, Sinti, Gitane nei campi di concentramento e sterminio, significa commettere un crimine, non solo nei confronti della storia, ma anche del presente di popoli che ancora oggi subiscono razzismo e pregiudizi», ha concluso la coordinatrice dei lavori prof. Laura Corradi. 

La storia di resistenza rom di quel giorno del mese di maggio 1944Ce la sintetizza la prof.ssa Laura Corradi

«Il 16 maggio del 1944 ad Aushwitz Birchenau, nel Ziegeuner Lager (Campo Zingaro), collocato ad un centinaio di metri dai forni crematori, le famiglie Rom danno vita a forme di resistenza. Si barricano nei dormitori ed iniziano a forgiare armi rudimentali. Le versioni di quanto accadde nelle dieci settimane successive sono differenti, ma una cosa è certa: il 2 agosto 1944 le circa 3000 persone zingare rimaste in vita vengono portate nelle camere a gas da un ingente schieramento di SS. Ad Aushwitz morirono circa 22mila Rom. In totale ne furono uccisi mezzo milione, durante il Samudaripen, l’olocausto zingaro, di cui ancora non si parla nei libri di scuola. Fare luce su quegli eventi ci aiuta a capire le radici lontane della persecuzione di questi popoli ‘nomadi’ ed a combattere stereotipi ed antiziganismo, una forma di razzismo molto perniciosa, l’unica forma di razzismo tollerata negli stati europei.  Nel nostro Ateneo esiste da anni una ‘Scuola di Leadership’ composta da uomini e donne Rom e pro-Rom, studenti, docenti ed attivisti/e impegnati/e nel contrasto all’anti-ziganismo e nella formazione di comunità’». (fb)    

Vita da Campus, il podcast degli studenti dell’Unical

di MARIACHIARA MONACOMetti insieme un laboratorio radiofonico e dei ragazzi con la passione per le storie, il risultato che ne esce è Vita da Campus, un podcast di 6 puntate realizzato dagli studenti di Media e società digitale dell’Università della Calabria, in cui viene trattato non solo il macrotema del Campus universitario, ma tutto ciò che gli orbita intorno: le aspettative, i progetti, le amicizie, gli amori che nascono percorrendo sempre le stesse strade.

Un viaggio attraverso i corridoi della conoscenza, di lezioni, libri di testo, ma soprattutto di vita. 

Il primo episodio riguarda i pendolari e i fuori sede, i quali per la prima volta lasciano la famiglia e gli amici di una vita, per iniziare un nuovo capitolo, trasferendosi in una nuova città. 

Come si fa a preservare dei rapporti che si possono incrinare a causa del tempo, e della distanza? 

E, se proprio questi rapporti venissero rafforzati da questa esperienza?

«Abbiamo cercato di parlare al cuore di chi ci ascolta. Viviamo un po’ tutti queste situazioni, che possono essere a volte complicate da gestire. L’obiettivo è quello di instaurare un rapporto di fiducia e di vicinanza con i nostri ascoltatori, occupandoci di questioni attuali, e perché no, anche giocando un po’ insieme». Confessa, Elisabetta Cristiano, una delle studentesse coinvolte in questo progetto.

Sicuramente una delle questioni più attuali, riguarda un nemico che troppo spesso s’impossessa della vita palpitante delle persone, in particolar modo degli studenti: l’ansia. 

Sono gli stessi speaker a raccontare le loro esperienze personali, alla ricerca costante di un equilibrio che è troppo spesso difficile da raggiungere, soprattutto dopo un periodo, quello post covid, tutto da ricostruire, mattone dopo mattone.

Ansia, competizione, stress, un mix letale che distorce l’attenzione su tutto ciò che ci circonda, isolando noi e gli altri.

Una puntata veramente tanto interessante, che vi consiglio caldamente di recuperare, visto che il periodo degli esami si sta avvicinando.

Come vi consiglio di recuperare la puntata sulla “Regola di platino”, quella che riguarda la rubrica Spotted creata dalla pagina Community Quattromiglia su Instagram.

Si tratta di un nuovo modo per mettere in contatto persone che avrebbero tanto da raccontarsi.

Un circolo di anime che si riconoscono ma che magari non hanno il coraggio di palesarsi, figlie di una generazione che vive attraverso l’immagine dei social, i quali possono essere molto utili contribuendo perché no, a far nascere dei legami che possono durare tutta la vita.

Dunque tanti  i temi messi sotto la lente d’ingrandimento, da quelli più personali, fino a quelli più “politici”, come la questione sicurezza, che da troppi anni viene messa in penombra dai cosiddetti “piani alti”.

Si parla di barriere architettoniche, con testimonianze dirette di studenti che fanno ancora fatica a raggiungere le loro aule, a causa di ascensori mal funzionanti, di percorsi per le persone non vedenti completamente distrutti.

Problematiche segnalate anche dalla redazione giornalistica di Fan Page attraverso diversi servizi, ma nessuno intervento ancora è stato fatto.

Un episodio tira l’altro, come un appuntamento fisso che ci raccoglie e ci fa riflettere, e che ha coinvolto anche docenti come Manuela Stranges, professoressa di demografia presso il  Dipartimento di Economia Statistica e Finanza – Desf, e  Caterina Martino, professoressa di Teoria e pratica della fotografia, le quali hanno parlato ai microfoni di “Vita da Campus”, del loro passato da studentesse, delle giornate trascorse in biblioteca, e delle passeggiate sul ponte a chiacchierare con gli amici.

Poi la laurea, il dottorato, il tempo che cambia un po’ le cose, ci piaccia o meno.

Un confronto tra due persone che vengono da formazioni differenti, ma che cercano di restituire agli studenti tutto quello che hanno ricevuto negli anni della loro formazione.

Quindi, tutti connessi e affamati di storie, che possono essere quelle di ognuno di noi. (mm)

 

RENDE (CS) – Al Tau dell’Unical in scena “Via del Popolo”

Domani sera, alle 20.30. al Teatro Auditorium Unical, andrà in scena Via del popolo di e con Saverio La Ruina.

Lo spettacolo rientra nell’ambito del cartellone Meridiano Sud del Tau dell’Unical.

Via del Popolo è un tratto di strada di una cittadina del Sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema. Due uomini percorrono via del Popolo, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega 2 minuti per percorrere 200 metri, il secondo 30 minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali.

A cu appartènisi, chiedevano i vecchi paesani, a chi appartieni? E dalla tua risposta ricavavano le informazioni essenziali sulla tua identità.

Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere.  (rcs)

All’Unical presentata la conferenza scientifica internazionale sul Turismo delle Radici

di FRANCO BARTUCCI  – Si è svolta presso l’aula Sorrentino del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università della Calabria, su iniziativa del Centro Ricerche e Studi sul Turismo, una conferenza stampa per presentare un meeting internazionale sul “Turismo delle radici”, che si svolgerà nel Campus universitario di Arcavacata dal 12 al 15 dicembre 2024 ed avrà come titolo Roots Tourism.

Una sintesi indicativa sulla evoluzione del significato ormai chiaro e programmatico noto come Turismo delle radici, che ha trovato nell’Università della Calabria fin dall’avvio del corso di laurea in Scienze Turistiche, con presidente del consiglio il prof. Ezio Marra e successivamente con la prof.ssa Sonia Ferrari nel periodo 2007/2016, una particolare fonte di ricerca e di sviluppo sociologico e culturale internazionale, con la condivisione dei componenti dello stesso organo di gestione, che ha portato il Ministero degli Esteri a sovvenzionare la ricerca con la pubblicazione di un libro in doppia lingua inglese/italiano, curato proprio da Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera.

Per presentare la Conferenza internazionale “Roots Tourism”, promossa dal Centro Ricerche e Studi sul Turismo (CReST) dell’Università della Calabria e dall’Osservatorio Universitario sul Turismo (OUT) dell’Università Federico II di Napoli, si è svolta una conferenza stampa, moderata da Tullio Romita del CReST del Dipartimento di Scienze Aziendali e Scienze Turistiche, ideatore e coordinatore della Conferenza “Roots Tourism”, che in apertura ha dato spazio al saluto della prorettrice dell’Università della Calabria, prof.ssa Patrizia Piro, la quale si è complimentata della corposità del comitato scientifico e dell’aspetto internazionale, con accademici appartenenti ad oltre 30 Atenei italiani, europei ed extraeuropei. 

Nel suo intervento ha manifestato soddisfazione per il taglio interdisciplinare dato alla conferenza, soffermandosi sulla evidente opportunità che l’avvenimento offre ai ricercatori di confrontarsi su aspetti rilevanti attinenti lo sviluppo sostenibile del territorio. Ha, altresì, sottolineato ed auspicato all’interno dell’Università della Calabria la maturazione di gruppi interdisciplinari dediti alla creazione di progetti mirati allo sviluppo della stessa Università in rapporto alla crescita della Regione Calabria e della sua società in termini, sociali, economici e culturali, nella logica di dare valore alla sua collocazione nell’area del Mediterraneo di fronte alle attese del continente europeo.

Quale componente dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” ha annunciato l’interessamento della stessa associazione nello studiare le forme migliori per portare i figli degli emigranti calabresi sparsi nel mondo a trascorrere un periodo di studi nell’Università della Calabria ed attingere informazioni e conoscenza sul patrimonio culturale e storico delle proprie fonti di origine dei genitori.

La Conferenza, ha spiegato subito dopo Tullio Romita, si concentra sull’identità di luogo, la glocalizzazione, i processi di sviluppo locale, l’economia, il lavoro e il mercato nel contesto del turismo delle radici. Oltre agli Atenei promotori, ricercatori provenienti da numerose istituzioni italiane ed estere parteciperanno alla conferenza, contribuendo a una discussione internazionale su buone pratiche, ricerca scientifica e aspetti economici di questo settore in crescita.

«Il tema del “Turismo delle Radici”, in questa Conferenza – ha spiegato Tullio Romita – viene proposto come forma di viaggio e soggiorno rilevante per lo sviluppo economico, sociale e culturale, delle comunità che lo accolgono, fatto di persone emigrate e/o loro discendenti che viaggiano verso i propri luoghi d’origine». 

L’idea della conferenza internazionale si è sviluppata a seguito di uno stimolo dei guest editors (Tullio Romita, Fabio Corbisiero, Antonella Perri, Philippe Clairay) dello special issue “Roots Tourism”, pubblicato nel 2023 dalla Rivista Scientifica “Fuori Luogo”, ed ha trovato compiuto avvio grazie alla collaborazione scientifica in essere fra il Centro Ricerche e Studi sul Turismo (CReST) del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche dell’Università degli Studi della Calabria e l’Osservatorio Universitario sul Turismo (OUT)del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi Federico II di Napoli.

«È stata questa – ha sottolineato Tullio Romita – la strada apparsa più utile al fine di acquisire conoscenze più approfondite su un fenomeno sociale che nella società contemporanea sta trovando un interesse crescente, anche a livello di governance pubblica. A tal proposito si ricorda che il Pnrr ha destinato 20 milioni di euro proprio alla valorizzazione, tramite il Maeci, del Turismo delle Radici, e che la Calabria per prima ha proposto il progetto Terra dei Padri».

Nel parlare dei contenuti della Conferenza in cantiere per la fine dell’anno Tullio Romita ha ricordato la più che ventennale esperienza di ricerca maturata sul tema dal gruppo di lavoro del Centro Ricerche e Studi sul Turismo dell’Unical: nonché delle varie pubblicazioni che si sono succedute negli anni a partire dal 1999. Il fenomeno turistico in questione era stato segnalato quale questione rilevante, in particolare per la Calabria.

A seguire sono intervenuti: Antonella Perri, che ha sinteticamente esposto l’organizzazione scientifica, i tempi per l’invio dei contributi ed il funzionamento del sito internet del convegno, che sarà ulteriormente migliorato nei prossimi giorni; Giovanni Tocci, che ha illustrato i temi e le aree tematiche su cui gli accademici interessati potranno proporre i loro contributi scientifici; ed  infine, Fabio Corbisiero, dell’Università di Napoli, che oltre a ricordare la proficua collaborazione con l’Università della Calabria, ha evidenziato che per arrivare alla pubblicazione del numero speciale sul Turismo delle Radici prima citato sono occorsi 14 mesi di lavoro, ed ha anche sottolineato che l’evento prevede altri due spazi di confronto e discussione, uno riservato alle professioni, e l’altro al mercato, del turismo delle radici.  (fb)                            

L’Unical si arricchisce di uno sportello Csv sul Volontariato

di FRANCO BARTUCCI  – Al Centro residenziale dell’Università della Calabria è stato aperto uno sportello del CSV sul volontariato per educare i giovani alle buone politiche. A tagliare il nastro è stata invitata il Pro Rettore con delega al Centro residenziale, prof.ssa Patrizia Piro, con accanto il Presidente del CSV di Cosenza, Gianni Romeo, festeggiati nella circostanza da professori e studenti della stessa Università che si occupano di associazionismo, nonché da vari componenti che fanno parte dell’Associazione di volontariato che opera nell’intera provincia cosentina.

Il Centro servizio bruzio, oltre ad offrire servizi gratuiti agli enti di terzo settore e ai volontari di tutta la provincia, si occupa di diffondere la cultura del volontariato. Lo sportello attivato all’Università della Calabria sarà, infatti, un luogo in cui gli studenti potranno trovare informazioni sul volontariato e conoscere tutte le occasioni offerte dal terzo settore.

Lo spazio, concesso dall’UniCal al CSV, in comodato d’uso gratuito, ospiterà seminari e corsi di formazione per le associazioni che già operano nel Campus di Arcavacata e laboratori didattici su tematiche specifiche per consentire agli studenti di sperimentare pratiche di innovazione sociale.

Di questo si è parlato subito dopo la cerimonia inaugurale nella sala stampa del Centro Congressi Beniamino Andreatta nel corso di un incontro moderato dalla responsabile dell’ufficio stampa del CSV cosentino, Lory Biondi, con accanto il Pro Rettore, prof.ssa Patrizia Piro, il presidente del CSV di Cosenza, Gianni Romeo, nonché il vice presidente della stessa Associazione, Gregorio Crudo, dai quali interventi è scaturita una ricchezza di informazioni su quello che è stato e sarà il rapporto tra il CSV Cosenza e l’Università, che non sono nuovi a collaborazioni che vanno nella direzione di rafforzare la coesione sociale dell’area urbana. In particolare negli anni passati, sono state stipulate convenzioni sulla formazione di studenti e volontari e sono state realizzate ricerche sullo stato del volontariato cosentino.

Il CSV – è stato sottolineato – trova nell’Ateneo di Arcavacata un bacino di utenti significativo rappresentato dagli studenti che possono, non solo avvicinarsi alle pratiche di volontariato, ma anche cogliere le opportunità di formazione e di crescita professionale che gravitano attorno al mondo del terzo settore.

Di terzo settore ne ha parlato molto la prof.ssa Patrizia Piro, con delega al Centro residenziale, che negli ultimi cinque anni si è spesa con intensità e passione a dare un canale preferenziale di dialogo e collaborazione tra l’Università e la società del territorio, partecipando, come ha sottolineato la responsabile dell’ufficio stampa del CSV, Lory Biondi, lei stessa alle attività formative promosse dall’Associazione per viverne le motivazioni esistenziali.

«La terza missione dell’Università della Calabria è quella di aprirsi al territorio – ha dichiarato la prof.ssa Patrizia Piro – sviluppando un rapporto sinergico con esso e con il mondo delle associazioni che nell’Università sono tante. Il CSV può essere il punto di riferimento e coordinamento sinergico con tale mondo associativo che deve guardare con interesse e partecipazione al consolidamento della stessa Università nel contesto della Calabria e del Mezzogiorno per un suo sviluppo e crescita in ogni senso».

«Il CSV entra di diritto nell’Università, fortificato dalle sue esperienze maturate in questo ultimo decennio, dando il suo contributo di dialogo e collaborazione costruttiva nella scrittura di una nuova pagina della sua storia.  Il CSV può aiutare l’Università ad essere testimone nel territorio in modo autorevole per diventare, insieme, moltiplicatori di occasioni. L’Università – ha concluso – risponde così al mandato della terza missione rafforzando i legami con il contesto socioeconomico in cui opera».

Ultra soddisfatto si è dichiarato il Presidente provinciale del CSV, Gianni Romeo, che ha ricordato la fattiva collaborazione già instaurata con l’UniCal negli anni passati con la pubblicazione di tre volumi e la firma di altre  due convenzioni finalizzati a percorsi  di formazione e

«Sono sicuro – da detto – che faremo insieme molte altre iniziative»; mentre Gregorio Crudo, vice presidente del Centro servizi, ha con orgoglio aggiunto: «Lo sportello appena inaugurato sarà la casa del terzo settore all’Università della Calabria. Ci rivolgeremo agli studenti non solo per promuovere l’opportunità del servizio civile, ma anche di valorizzare il volontariato».

Altri contributi sono stati portati al dibattito che si è sviluppato dai professori: Maria Teresa Nardo, Vincenzo Fortunato, Carlo De Rose e Antonio Samà, che hanno manifestato la loro disponibilità di collaborazione alla creazione di questo nuovo spirito di apertura al mondo esterno per uscire da quel sistema di autoreferenzialità in cui la stessa Università è apparsa alla società esterna cosentina.

L’apertura dello sportello del CSV coincide, come evento augurale, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura dei corsi di laurea della Facoltà di Lettere e Filosofia, nonché dell’avvio dei corsi di laurea in matematica, chimica e scienze naturali della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, avvenuta con l’anno accademico 1973/1974. Che sia di stimolo al CSV di saper giocare la sua presenza nella stessa Università in modo costruttivo creando uno spirito nuovo di conoscenza nella comunità universitaria, che n’è sguarnita, nello scoprire l’identità e la funzione dell’Università della Calabria partecipando attivamente nel percorso di crescita ben delineato e indicato dai padri fondatori.  Il lavoro da compiere è ancora molto ed è importante riscoprirne il valore costitutivo proprio entrando nella conoscenza della sua storia di origine, la cui memoria oggi è molto labile nelle nuove generazioni. (fb)

All’Unical inaugurato lo Sportello del Csv Cosenza

È stato inaugurato, al Centro residenziale dell’Università della Calabria, il punto di orientamento e promozione del volontariato del Csv Cosenza.

Lo sportello attivo all’Università è un luogo in cui gli studenti possono trovare informazioni sul volontariato e conoscere tutte le occasioni offerte dal terzo settore. Lo spazio, concesso dall’Unical al Csv in comodato d’uso gratuito, ospiterà seminari e corsi di formazione per le associazioni che già operano nel Campus di Arcavacata e laboratori didattici.

A tagliare il nastro il presidente del Centro servizi, Gianni Romeo e il prorettore Patrizia Piro. Presenti, anche, i professori Unical Maria Teresa Nardo, Vincenzo Fortunato, Carlo De Rose e Antonio Samà e diversi rappresentanti del mondo dell’associazionismo e del terzo settore cosentino. 

«È un momento molto importante, non dal punto di vista formale, ma sostanziale – ha dichiarato Patrizia Piro – abbiamo lavorato molto per arrivare a questo obiettivo. Era importante avere un punto fermo del CSV in Unical per poter rispondere alla nostra terza missione. Il CSV può aiutare l’università ad essere testimone nel territorio in modo autorevole per diventare, insieme, moltiplicatori di occasioni». 

Soddisfatto il presidente del CSV Cosenza, Gianni Romeo, sottolineando come «con l’Università della Calabria abbiamo realizzato tre pubblicazioni, firmato due convenzioni, lavorato sulla formazione e siamo sicuri che porteremo avanti tante altre iniziative insieme».

  Per il vicepresidente del Centro servizi, Gregorio Crudo, lo sportello sarà la casa del terzo settore all’Università della Calabria.

«Ci rivolgeremo agli studenti non solo per promuovere l’opportunità del servizio civile, ma anche per valorizzare il volontariato». Poi ricordando Sergio Principe, figura di spicco del terzo settore cosentino, scomparso nel 2022 e già vicepresidente del Centro servizi: «oggi Sergio sarebbe stato felice di vedere questo santuario della speranza che incarna i valori del volontariato»(rcs)