QUANTO ACCADUTO IN QUESTI GIORNI A REGGIO FOTOGRAFA UNA SITUAZIONE INSOPPORTABILE PER GLI ANZIANI;
La fila degli anziani a Palazzo Campanella per la vaccinazione

VERGOGNA PER LA FILA DEGLI OTTANTENNI VACCINAZIONE, RISCHIO FLOP IN CALABRIA

C’è una sola parola, lanciata in un tweet dal deputato dem Antonio Viscomi, a fotografare la situazione verificatasi in questtsi giorni a Reggio al punto vaccinale allestito a Palazzo Campanella, presso il Consiglio regionale: «Vergogna. Vergogna infinita». Ultraottantenni in fila, stretti in un assembramento che di sicuro risulta estremamente pericoloso, nessuna attenzione per i disabili sulle sedie a rotelle, caos, confusione e nessuna organizzazione. Di chi è la colpa non tocca ai giornali dirlo, ma certamente possiamo prepararci all’abituale scaricabarile, dove tutti sono responsabili ovvero nessuno risponde del gravissimo oltraggio riservato alla popolazione anziana, in piedi, senza assistenza, smarriti, senza la minima informazione e, ovviamente, sconsolati. Non meritano questo i nostri anziani, non merita questo la città di Reggio né tantomeno l’intera Calabria. C’è un problema grave, gravissimo, di una gestione disastrosa della vaccinazione anticovid che va immediatamente risolto.

In un vertice in Prefettura a Reggio il sindaco Giuseppe Falcomatà ha ricordato di avere segnalato nei giorni scorsi le forti criticità registrate presso il centro vaccini istituito dall’Asp al Palazzo del Consiglio regionale. Dall’incontro è emersa – e capirai – la necessità di «Un maggiore coordinamento istituzionale sul piano vaccinale, un aggiornamento settimanale sulle attività, la disponibilità di strutture comunali individuate dai Comuni, più attenzione alla comunicazione nei confronti dei cittadini destinatari della campagna vaccinale ed una più efficace organizzazione logistica delle attività già in corso presso il centro vaccinale attivato a Palazzo Campanella». Ha detto Falcomatà che «l’obiettivo è quello di superare le criticità riscontrate ed implementare la campagna vaccinale completando le operazioni sugli ultra 80enni ed estendendola successivamente ad altre categorie sensibili come le forze dell’ordine, il personale della scuola ed altri lavoratori dei servizi pubblici essenziali come quello di igiene urbana, manutenzioni e trasporto pubblico».

«Ciò che è certo – ha detto Falcomatà alla fine dell’incontro col prefetto Mariani – è che l’organizzazione messa in campo fino ad oggi dall’Asp va molto migliorata. Insieme ai sindaci dell’area dello Stretto, abbiamo già avuto modo di esprimere la nostra piena disponibilità a collaborare con le autorità sanitarie per la gestione di questa fase così delicata. Il Comune di Reggio Calabria lo sta già facendo mettendo a disposizione il personale della Polizia Locale per gestire meglio il flusso di persone in arrivo presso il centro vaccinale di Palazzo Campanella. Ma questo da solo non basta. Abbiamo chiesto un maggiore coordinamento istituzionale e soprattutto più attenzione all’attività di comunicazione nei confronti dei cittadini, in particolare dei soggetti destinatari della campagna vaccinale, fino ad oggi disorientati proprio a causa dell’assenza di informazioni chiare e precise. Su questi aspetti abbiamo registrato la disponibilità dell’Asp, grazie anche all’intervento autorevole del Prefetto che ringrazio per aver accolto prontamente l’appello rivolto dai sindaci nei giorni scorsi».

Ma non è solo una questione reggina. La segreteria regionale della Cgil Calabria in una nota ha segnalato che «non immaginavamo che in una fase così drammatica e di emergenza dettata dalla attuale pandemia si potesse tergiversare sulle necessarie misure di prevenzione per fronteggiare il contagio da Covid19 e le sue varianti, a partire dalla vaccinazione della popolazione. Le prime indicazioni, comunque in ritardo, del Piano per la vaccinazione risultano oltremodo carenti, sembrano solo una cronologia di intenti e non  precise direttive regionali per fare scaturire una conseguente operatività da produrre nei territori in maniera omogenea».

È una denuncia pesante quello del sindacato confederale: «Si denota, come sempre, il deficit programmatorio ed organizzativo, a partire dal Dipartimento Regionale della Tutela alla salute  e dall’incongruente ruolo del Commissario ad Acta che, anche in questa vicenda, risulta oltremodo isolato ed anzi abbandonato rispetto allo svolgimento delle speciali funzioni alle quali dovrebbe ottemperare, senza alcun sostegno da parte del Governo centrale che ad oggi non gli ha garantito, con la relativa nomina, il contributo  dei previsti Sub-Commissari. Così come il Governo Regionale è risultato incapace a garantire una adeguata dotazione organizzativa oltre che al competente Dipartimento Regionale, anche per le unità operative necessarie   al supporto dello stesso Commissario ad acta».

Il documento della Cgil dovrebbe indurre a riflettere, senza alcuna indulgenza: «i ritardi preoccupano, in considerazione che, ad oggi, si consumano incertezze sia sulle effettiva situazione del contagio che sulle modalità ed esecuzione dell’attività vaccinale, che stanno disorientando anziani,  disabili, soggetti fragili per patologia e per finire anche gli addetti ai servizi pubblici essenziali. L’attività della vaccinazione avrebbe dovuto  essere un banco di prova per il rinnovamento ed il miglioramento del sistema, invece ha fatto registrare le consuete carenze, l’incapacità ad esprimere cambiamenti a partire dalla dette attività di informazione e operatività che avrebbero dovuto essere contraddistinte da  un’azione uniforme su tutto il territorio regionale, in grado di contenere contagio, vittime ed esaltare il ruolo delle Aziende Sanitarie Provinciali, dei rispettivi Dipartimenti Prevenzione e far decollare la medicina del territorio, sempre più necessaria e non a caso destinataria di una parte importante delle risorse straordinarie comunitarie, proprio per favorire  una ormai  irrinunciabile medicina di prossimità».

È inaccettabile che, a fronte di una pandemia che minaccia una nuova, gravissima, terza fase, il piano vaccinale risulti inadeguato e insufficiente a garantire il corretto iter per salvaguardare le fasce deboli e, soprattutto, gli anziani. «Necessita  – secondo la Cgil Calabria – velocizzare e allo stesso tempo rendere sicura  la campagna di vaccinazione, colmando il deficit che al momento vede la nostra regione al penultimo posto per dosi somministrate, invocando anche interventi sostitutivi e straordinari da parte del Ministero alla Salute e del governo centrale, anche al fine di assicurare l’arrivo in Calabria, già in questa fase, delle dosi di vaccino quanto meno pari alla popolazione a rischio, a partire dagli anziani, ricordando  comunque che essendo  il diritto alla salute universale, risulterebbe necessario impegnarsi ad ottenere forniture sufficienti per garantire la possibilità della vaccinazione di tutti i calabresi».

Appena qualche giorno fa il sen. Marco Siclari aveva presentato insieme con il direttore del Dipartimento Salute di Forza Italia Andrea Mandelli, il piano vaccini che prevede a regime la somministrazione di 500mila dosi giornaliere per completare la vaccinazione e quindi l’immunizzazione di tutta la popolazione italiana prima dell’estate. Solo che questo piano rischia di diventare un elenco di buone intenzioni: da un lato perché in molte regioni mancano le dosi necessarie, ma soprattutto perché le fiale, quando disponibili, non vengono utilizzate. Dunque, non c’è da perdere neanche un minuto: azzerare l’attuale organizzazione e ricominciare da zero, nel rispetto degli anziani e di tutti coloro che soffrono di patologie gravi. (rrm)

[L’immagine di copertina è tratta dalla pagina Facebook del sindaco Falcomatà]