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La Shoah in Calabria, il Comune a confronto con gli studenti

VIBO – La Shoah in Calabria, il Comune a confronto con gli studenti

È stata una giornata molto sentita e partecipata, al Liceo “Michele Morelli”, l’incontro dal titolo La Shoah in Calabria. Racconti per non dimenticare, organizzato dall’Amministrazione comunale di Vibo Valentia nell’ambito del progetto Vibo Città Valentissima.

A portare i saluti del sindaco Maria Limardo, assente per sopraggiunti impegni istituzionali, l’assessore alla Cultura Antonella Tripodi insieme alla collega alle Politiche sociali e Istruzione, Rosa Chiaravalloti, che hanno curato l’organizzazione dell’evento. A dare il benvenuto a tutti i relatori è stata la docente dell’istituto Anna Melecrinis, la quale ha sottolineato come «la storia debba tornare ad avere un ruolo fondamentale nella scuola, quale strumento di formazione delle coscienze, affinché il passato possa permettere di porre le basi per vivere il presente e costruire un futuro sempre migliore». 

«Questo dialogo sarà determinate per una riflessione che non si dovrà fermare esclusivamente a questa giornata», ha affermato la Chiaravalloti che ha esortato gli studenti “ad interiorizzare i temi trattati».

«Ogni anno, ogni giorno venga alla mente ciò che è successo – ha sottolineato la Tripodi – affinché gli errori e orrori del passato non vengano mai ripetuti ma possano diventare ricordi dai quali trarre insegnamenti, soprattutto da parte dei giovani che devono essere il nostro presente ed il nostro futuro, ed ai quali come amministrazione comunale rivolgiamo sempre la nostra attenzione quando si tratta di affrontare tematiche e ricorrenze nazionali e internazionali come questa». 

Moderatore dell’incontro il giornalista Maurizio Bonanno, che ha introdotto e presentato i relatori della giornata, sottolineando che «il ricordo è strumento per pervenire alla conquista della libertà, un bene indispensabile per ogni uomo ma mai negoziabile».

Poi, l’omaggio a diversi vibonesi scomparsi e ricordati ad uno ad uno, seguito da un applauso collettivo per rendere omaggio a coloro che hanno pagato con la vita il prezzo carissimo delle proprie origini. 

L’avvocato Michele Roccisano ha avviato una disamina storica, indagando ed analizzando le cause e gli effetti della Shoah, rintracciando le motivazioni in epoche remote. Non sono mancati i riferimenti filosofici, sociali e religiosi.

Toccante la testimonianza cruda e diretta del dottor Giuseppe Ventra, figlio di Rocco, nato a Melicuccà e sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen, scappato dall’unica via di fuga, quella garantita da un camino. Un numero identificativo, il 736, come quello di  tanti altri milioni di ebrei, privati di nome e cognome, privati della dignità, delle origini e della propria identità.

Scenario mostruoso e barbaro, oscenità indicibili ed immagini rappresentative di crudeltà ed atrocità.

«La giornata della memoria serve a ricordare, oltre alle vittime del genocidio, anche che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi». Ha concluso la conferenza il vescovo Attilio Nostro, che si è soffermato «sulla necessità del valore della libertà, la privazione della quale inibisce le condizioni dell’umanità».

L’intervento ha permesso di attualizzare l’argomento e coinvolgere in modo diretto i ragazzi presenti con cui è stato avviato un dialogo sulla base di esempi concreti, con il fine di sollecitare alla riflessione profonda. (rvv)