L'ANALISI DEL PROF. ETTORE JORIO SULLA GRAVE MANCANZA DI FIGURE PREPARATE PER GESTIRE L'INGENTE SOMMA;
ALLARME SU PNRR, LA CALABRIA RISCHIADI PERDERE I FONDI: MANCANO I TECNICI

ALLARME SU PNRR, LA CALABRIA RISCHIA
DI PERDERE I FONDI: MANCANO I TECNICI

di ETTORE JORIOIl Pnrr arranca ovunque. In Calabria, è persino difficile individuarne traccia. Nella sanità il quasi nulla, con conseguente rovinosa realtà. Negli enti locali va peggio.
Se ne vedranno delle belle sul piano realizzativo.
L’affanno si trasformerà in apnea, sino ad arrivare alla morte per soffocamento di una occasione stupenda ma sprecata. Con tantissime risorse europee mandate in fumo. Andrà peggio nel Paese nella fase di controllo sulle realizzazioni secondo la regola degli stati di avanzamento, sarà meno tollerante di quanto sta avvenendo riguardo alle modifiche programmatiche in itinere.

Nella Calabria dei Comuni vuoti di personale e di competenze tecniche, il Pnrr passerà come le rondini. Da primavera ad autunno senza che nessuno le consideri.
Il Recovery Fund è stato generato come strumento seguendo le logiche di oltremanica, ove la scadenza è tale sempre e comunque.
Ove l’opera finanziata deve essere usufruibile.
Non venduta sul piano del marketing illusorio o peggio ancora fatta passare come piena piuttosto che dannosamente vuota.

Fin quando in tempo, occorre correre ai ripari, prima concettuali che operativi. Il distacco tra vis politica governativa e quella realizzativa di Regioni ed enti locali è notevole. Gli enti territoriali sono ben lontani dalle logiche degli adempimenti puntuali.

Così come il Governo è ben lungi dal considerare la conformazione del Paese e la distribuzione della Nazione.

Ha come idea la Città, prioritariamente quelle metropolitane.
Viaggia tenendo in conto la loro immagine aerofotogrammetrica, i loro servizi diffusi, le loro economie, le loro infrastrutture, le loro banche e tutto quanto fa realtà urbana di buon livello europeo. Simbolo per eccellenza Milano.
Questo è il grande limite italiano che ha come conseguenza gli errori vitali che si registrano nel Paese, quello vero.
Quello fatto di tantissimi comuni, molti dei quali in spoliazione demografica e da tempo denudati dei servizi che avevano: poste in primis, sportelli bancari, uffici pubblici. Presidi sanitari e di assistenza sociale neppure a parlarne.

La foto della distribuzione demografica presenta: 2025 comuni da 0/1000; 2427 da 1001/3000; 2250 da 3001/10mila.
Quanti dei più piccoli nella nostra regione? La maggioranza!

La domanda nasce spontanea, come nota esplicativa agli adempimenti per mettere a terra le opere del Pnrr.
Con quali supporti tecnici questi piccoli comuni dovrebbero rispondere all’appello, atteso che molti di loro sono oramai ridotti con quasi la metà del fabbisogno del personale e tantissimi sono in condizione di dissesto?

Una risposta pretesa, cui dovrebbe in primis proporsi l’Anci che francamente sta agendo anch’essa secondo la foto sbagliata della maggior parte dei comuni rappresentati. Pensa infatti di parlare in nome e per conto delle Città metropolitane e di quelle che non sono tali ma che costituiscono, secondo l’immaginario collettivo, i siti istituzionali destinatari delle opere del Pnrr.
Non è così e bisogna correggere il tiro.

Necessita ridare anche ad una siffatta importante organizzazione associativa del Paese un criterio diverso di rappresentatività, ma non di secondo, terzo o quarto piano.

Sono infatti circa 24 anni che a rappresentarla, fatta eccezione della presidenza ad interim di Osvaldo Napoli (sindaco di Valgioie), sono i primi cittadini di grandi e importanti città, aventi fotografie ben diverse dai piccoli centri dei quali si compone il Bel Paese.

Riconoscendo a quello attuale (Decaro) un impegno improbo in tal senso, forse sarebbe il caso che si tenesse in considerazione, in questo particolare momento, l’album fotografico di quella periferia che il sindaco di Bari conosce ampiamente, nei suoi pregi ma soprattutto nei suoi difetti strutturali.

Per non parlare di ciò che occorre in Calabria, ove la presidenza dell’Anci è stata mantenuta irresponsabilmente vuota per anni.

Necessita che la nuova presidente, proprio perché espressione di una periferia, amabile ma difficile, ponga sul tappeto della fruibilità delle risorse Pnrr un ineludibile impegno a rinforzare i ruoli operativi dei comuni, magari prendendoli in prestito dal sistema universitario e da quegli organismi che sbraitano statistiche senza dare nulla di concreto al Mezzogiorno. (ej)