Ha riscosso grande interesse l’incontro di studio promosso dall’associazione Ande di Catanzaro, unitamente ai Consigli degli ordini professionali degli architetti, degli ingegneri e dei dottori agronomi e forestali della provincia di Catanzaro, e alla Camera di commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia avente ad oggetto “Il rigassificatore: tra esigenze di fabbisogno energetico e salvaguardia dell’ambiente”.
Nonostante le numerose iniziative in contemporanea nel capoluogo calabrese, il convegno ha registrato una grande partecipazione nella sala della Camera di commercio gremita di un pubblico attento e partecipe, anche al dibattito, fino alla fine.
Il tema trattato è argomento di grandissima attualità seppure i mezzi d’informazione finora si sono occupati poco, nonostante esso, in seguito all’emergenza energetica dovuta al conflitto Russia-Ucraina, ci tocchi tutti da vicino ed in particolare noi calabresi, stante il progetto di realizzare il più grande rigassificatore italiano presso il Porto di Gioia Tauro.
Infatti l’obiettivo del convegno, ampiamente soddisfatto, era quello, attraverso gli interventi di relatori di differente esperienza professionale, di capire, da un punto di vista tecnico ed ambientale, cos’è, a cosa serve e che rischi per la salute può comportare la realizzazione di un rigassificatore. Dopo i saluti dei presidenti degli ordini professionali ing.Gerlando Cuffaro e dott. Antonio Celi, la presidente Ande di Catanzaro Roberta Porcelli ha brevemente presentato l’associazione ed ha spiegato la scelta dell’argomento oggetto del convegno che segue un primo appuntamento sull’autonomia differenziata.
«Del rigassificatore – ha detto Porcelli – se ne sente parlare da molti anni ma in questi ultimi mesi in particolare. La Russia fino allo scorso anno è stata la prima fornitrice di gas dell’Italia. L’interruzione del gasdotto russo lungo l’Ucraina e quindi la necessità di diversificare gli approvvigionamenti e di acquistare il gas da altri Paesi ha ridato vita al progetto di costruire un rigassificatore nel porto di Gioia Tauro. Un impianto molto grande, tra i più grandi d’Europa, che occupa circa 47 ettari ricadenti nei Comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno. Ma un’opera così imponente – ha aggiunto fra l’altro l’avvocato Roberta Porcelli – oltre a costituire una prospettiva di sviluppo per la nostra regione, comporta una contropartita in termini ambientali? E cosa ne pensa l’Unione europea, la cui politica è quella di ridurre drasticamente, entro il 2030, l’utilizzo dei combustibili fossili?».
L’ing. Pino Solano, titolare di un’azienda con sede a Vibo Valentia, leader del settore della consulenza e progettazione di torce ed inceneritori, che ha realizzato l’impiantistica a servizio di rigassificatori di tutto il mondo, partendo dal fabbisogno attuale di gas in Italia, si è soffermato sulle varie possibilità di approvvigionamento (estrazione, gasdotti e rigassificatori), sulle caratteristiche dei rigassificatori e sulla loro messa in sicurezza, proiettando alcuni lucidi del rigassificatore galleggiante di Piombino, la cui torcia è stata progettata e costruita proprio dalla sua azienda.
Sulla sicurezza degli impianti si è intrattenuto anche Francesco Sabatino, ingegnere ambientale, che si è intrattenuto sul rapporto costi/benefici della costruzione dei rigassificatori di nuova generazione, in termini di impatto sull’ecosistema.
L’assessore comunale di Catanzaro all’Ambiente, Aldo Casalinuovo, si è soffermato proprio sulla tematica dei rischi ambientali che vanno valutati con estrema attenzione per evitare disastri. L’importanza di costruire un rigassificatore in Calabria, per i notevoli benefici di sviluppo per l’economia e l’occupazione che ne deriverebbero, è stato l’oggetto dell’intervento di Aldo Ferrara, presidente di Unindustria regionale.
Su posizione non così favorevole si è infine collocato Italo Reale, politico ed avvocato ambientalista, il quale ha sottolineato come, scaricandosi a mare l’acqua utilizzata per il processo di rigassificazione, la temperatura dell’acqua circostante scenda di circa 7 gradi, con un impatto negativo sull’ambiente marino e come le conseguenze dannose si aggravino per il fatto che essa viene mischiata con il cloruro di sodio usato per la pulizia delle tubature. A ciò si aggiunga che il rischio di incidenti, anche catastrofici, non può essere mai escluso del tutto.
Infine, la scelta di dotarsi di rigassificatori non può che essere di breve periodo, poiché è evidente a tutti la necessità di chiudere con i combustibili, che sono la prima causa del cambiamento climatico. In questo senso, l’Ue ha assunto impegno di giungere al divieto assoluto di utilizzo di combustibili fossili a partire dal 2055, fissando rigide scadenze intermedie. Bisogna pertanto puntare sulle energie rinnovabili. Preferibile sarebbe, dunque, una struttura mobile temporanea.
Tra gli interventi non programmati, particolarmente ricco di contenuti è stato quello del consigliere regionale Ernesto Alecci che, pur non dichiarandosi in linea di principio contrario al rigassificatore di Gioia Tauro, ha esposto, tra l’altro, la necessità di compensazioni finanziarie rispetto al sacrificio ambientale richiesto ai calabresi. È seguita l’opinione di altri presenti, come quella di Annamaria Fonti Iembo, in un libero dibattito. Gli interventi contrastanti, che talvolta hanno raggiunto momenti di sana tensione e confronto, sono stati moderati dal giornalista Luigi Stanizzi.
La presidente nazionale dell’Ande Marisa Fagà ha tratto le conclusioni, dichiarandosi soddisfatta del confronto, ricco di spunti di riflessione. (rcz)