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Silvia Vono e Giacomo Saccomanno

Da Santa Trada l’appello per il Ponte: chi si oppone non vuole il bene del Sud

Conclusa a Santa Trada, nello splendido Borgo al Pilone, con un affaccio sullo Stretto davvero straordinario, la due giorni dedicata al Ponte sullo Stretto. Un’iniziativa dei senatori Silvia Vono e Davide Faraone che ha chiamato esperti, progettisti e docenti che hanno esposto la necessità della realizzazione del Ponte, soprattutto alla luce dell’opportunità di finanziamento offerta dal Recovery Fund.

Oggi il progetto c’è, è già pronto – ha sintetizzato Faraone –, i lavori possono partire domani. Parlare di tunnel significa solo voler solo far perdere tempo. Zingaretti è in errore: il Ponte è strategico per il rilancio del Sud e gli ambientalisti – secondo il senatore palermitano, capogruppo Italia Viva-Psi – dovrebbero essere favorevoli alla realizzazione perché significherebbe eliminare camion e smog dalle autostrade, convogliando sull’alta velocità ferroviaria i trasporti da e per la Sicilia. E l’Alta Velocità si può realizzare solo se c’è il Ponte. Dobbiamo rilanciare il Mezzogiorno puntando proprio sul Ponte. Tutte le altre infrastrutture – facendo il Ponte – si dovranno adeguare, quindi è un volano di sviluppo.

Il prof. Alberto Prestininzi – docente di rischi geologici, Honorary Chairman NAAZCa dell’Università La Sapienza – ha sottolineato che ci sono 40 anni di studi autorevolissimi dei maggiori specialisti del mondo e stiamo ancora a discutere sul nulla. Il Ponte nasce proprio per contrastare queste ipotesi di non fattibilità e infatti in tutto il mondo stanno costruendo ponti detti Messina Type perché riescono a superare i problemi sismici e di vento facendo proprio riferimento agli studi sul Ponte sullo Stretto. Il problema – avverte Prestininzi – è ovviamente soltanto politico, ma il popolo meridionale è stanco di essere preso in giro. Serve una risposta precisa e immediata, senza ulteriori pretesti di nuovi studi di fattibilità che non servono a nulla se non a far perdere tempo e rinviare all’infinito la realizzazione del Ponte.

Alla seconda giornata del convegno hanno preso parte il sottosegretario a Infrastrutture e Trasporti Salvatore Margiotta, Enzo Siviero, rettore di e-Campus, il presidente di Confassociazioni Angelo Deiana ed è intervenuto telefonicamente Matteo Renzi leader di Italia Viva: «Costa più non farlo che farlo  ha detto –: noi abbiamo un problema, che è assurdo, l’ideologia deve essere bloccata. Questa cosa libera dall’isolamento la Calabria e mette al centro un grande investimento sul futuro». Prima di lui, la sen. Vono aveva stigmatizzato l’urgenza della scelta: «È arrivato il momento di decidere. La politica non può più tentennare. Abbiamo un progetto già definito che ha avuto le autorizzazioni. È impensabile prendere in considerazione idee strambe come quelle del parlare di tunnel e usare questa proposta per prendere tempo. È un’opera prioritaria per l’Italia anche a livello internazionale. Entro il 15 ottobre noi dobbiamo presentare necessariamente le richieste del Recovery Fund con progetti validi e quale miglior progetto di quello del ponte?»

Anche il sottosegretario Margiotta «da sempre affascinato da quest’opera» ha espresso un’opinione favorevole alla sua realizzazione: «Il Ponte sullo Stretto serve all’Italia, al Mezzogiorno e serve ad una generazione politica che vuole avere l’ambizione di lasciare un segno di sé per dimostrare che, in quanto a tecnologia e tecnica possiamo essere i primi del mondo perché questo sarebbe anche il valore simbolico di questo ponte. C’è la solita polemica un po’ stantia sul fatto che non bisogna fare il ponte se prima non si fanno le altre cose ed è parzialmente vero, bisogna fare tutto e tutto insieme. C’è una discussione su un tunnel o sul ponte e qui esprimo un parere del tutto personale perché il ministero si esprimerà attraverso la commissione che ha insediato. Io sono convintissimo che si arriverà nuovamente, come già successe 30-40 anni fa, a dire che la soluzione giusta è quella del ponte. Le pendenze richieste dai treni richiederebbero tratti di galleria in Calabria per entrare e in Sicilia per uscire di decine di chilometri sottoterra, il che porterebbe a spese forti e porterebbe anche a tagliare fuori le città principali dalla possibilità di accedere alle stazioni. L’importante è non perdere quest’occasione che le forze riformiste di governo devono saper sfruttare fino in fondo». (ed)

Il video della seconda giornata del Convegno sul Ponte a Santa Trada