IL REPORT “ECOSISTEMA SCUOLA” DI LEGAMBIENTE HA DELINEATO UN QUADRO PREOCCUPANTE NEL SUD;
Edilizia scolastica: servono interventi in Calabria

EDILIZIA SCOLASTICA, CALABRIA BOCCIATA
TANTI RITARDI E INTERVENTI MAI AVVIATI

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Mancanza di programmazione e un atavico e cronico ritardo dominano l’edilizia scolastica in Calabria. Una scuola su tre – non solo in Calabria, ma anche in Sicilia – necessitano di interventi urgenti di manutenzione e, negli ultimi cinque anni, non sono state costruite nuove scuole. Questa è solo una parte della fotografia desolante scattata dal Report Ecosistema Scuola di Legambiente, giunta alla 23esima edizione, perché, mentre «per il Governo la priorità è il Ponte sullo Stretto, a discapito dello stato di salute delle scuole e della mobilità sostenibile, due priorità sui cui sarebbe urgente lavorare».

Insomma, è tutto da rifare e ripensare per l’Associazione, soprattutto nella nostra regione, in cui non ci sono edifici costruiti con i criteri della bioedilizia – anche se a livello nazionale sono soltanto l’1,3% – così come non risultano essere state edificate scuole nuove negli ultimi 5 anni. Eppure, in Calabria ci sono 153 Istituti scolastici con una popolazione scolastica di 24.328 studenti.

Ma avere scuole nuove e innovative sembra essere un miraggio: «ammonta a 6 milioni di euro – ha rilevato Legambiente – l’entità di fondi necessari a singola scuola mediamente. Investimenti che occorre programmare in un medio lungo periodo e che difficilmente si possono trovare nei bilanci ordinari dei Comuni, se non accedendo a fondi nazionali. Nonostante lo stanziamento delle risorse, nella Penisola la realizzazione di nuove scuole è un miraggio: negli ultimi 5 anni è stato dello 0,6%».

«Così come – si legge nel Rapporto – l’attivazione del tempo pieno, mediamente presente nel 33,2% delle classi del Centro-Nord e nella più modesta media del 20% nel Sud e nelle Isole. Preoccupante è lo stato di avanzamento dei progetti riguardanti i piani del Pnrr: asili nido, messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica, estensione del tempo pieno – mense, infrastrutture per lo sport, costruzione di nuove scuole, nell’iter che va dal progetto, alla gara e all’aggiudicazione: in Calabria su 539 progetti per una media di oltre 1 milione e trecentomila euro a progetto sono stati aggiudicati solo per il 28,8%».

A tal riguardo, l’Associazione ha ricordato come «ammontano a 519 milioni di euro i fondi stanziati dal Pnrr per 767 nuove realizzazioni o ampliamenti/potenziamenti di spazi mensa.Sembrano aver fatto richiesta di questo tipo di finanziamenti in maniera importante le regioni del Sud e delle Isole, che attualmente non superano una media di classi a tempo pieno nel 20% dei casi.Un incremento che dovrebbe muovere il basso dato di edifici con mensa scolastica che mediamente al Nord è presente in 3 scuole su 4 mentre nelle Isole, nemmeno nella metà degli edifici».

«Non va dimenticato poi che in Sicilia e Calabria – dove tutti i capoluoghi di provincia, con la sola eccezione di Caltanissetta, sono in area sismica 1 e 2 – mediamente, nel 65% dei casi non è stata effettuata la verifica di vulnerabilità sismica. Sul fronte messa in sicurezza, altro osservato speciale è il Centro Italia colpito dal sisma 2016 dove negli ultimi 5 anni – ha denunciato Legambiente – gli edifici in cui sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico sono solo il 3,4%».

«A livello nazionale – viene rilevato nel Report – nel 2022 gli edifici costruiti secondo i principi di bioedilizia rimangono relegati al 1,3% del totale. L’efficientamento energetico, pur affrontato da alcune amministrazioni su un numero consistente di edifici di propria pertinenza,riguarda solo il 12,7 % del totale degli edifici scolastici tra quelli realizzati negli ultimi 5 anni, distribuito in modo piuttosto disomogeneo».

«Questo a fronte di un dato sconfortante rispetto alla pressione del problema energetico: di tutti gli edifici scolastici, solo il 5,4 % si trova in classe A, mentre ben il 73% in classe E, F e G.Nota positiva riguarda invece l’interesse delle amministrazioni (90%) a realizzare comunità energetiche scolastiche – continua la nota –. Le scuole in cui è presente un servizio di mobilità collettiva, fattore che potrebbe migliorare molto la congestione delle nostre città, sono ancora solo un 20,8% per gli scuolabus e il 10,7% per le linee scolastiche. Sempre molto bassi e concentrati al Nord i servizi di pedibus (4,1%) e bicibus (0,2%), che pure potrebbero rappresentare una mobilità non solo sostenibile ma anche più salutare e divertente. Sul fronte sicurezza, gli edifici scolastici posti all’interno di isole pedonale sono l’1,9%, in ZTL il 4%, in Zone 30 il 13,6%, in strade scolastiche il 6,9%».

Dati che dimostrano, ancora una volta, come «i fondi nazionali destinati all’edilizia scolastica risultano essere fortemente penalizzanti per la Calabria», hanno rilevato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria e Stefania Rotella, responsabile Settore Scuola di Legambiente Calabria.

«Si sta, inoltre, verificando un ingente spostamento di risorse, come sta accadendo per il fondo perequativo per superare i gap infrastrutturali del Sud, con 1,1 miliardi sottratti al comparto istruzione e dirottati sul ponte sullo stretto di Messina. Appare evidente l’esigenza – hanno concluso Parretta e Rotella – di agire sulle vere priorità di Calabria e Sicilia, considerando la primaria importanza del sistema Scuola, sia in termini di adeguamento delle infrastrutture a partire dalla basilare verifica di vulnerabilità sismica sino all’efficientamento energetico, all’ incremento di servizi quali ad esempio, impianti per lo sport, mobilità sostenibile, mense biologiche».

Ma non è solo la Calabria a essere penalizzata: È l’intero Sud a essere “dimenticato” dalle Istituzioni. Lo dimostrano i dati rilevati per quanto riguarda i servizi scolastici che, «nonostante rappresentino una parte importante per la crescita, la socialità e l’inclusione tra i ragazzi sono poco garantiti nelle scuole del Sud della Penisola. Il tempo pieno è praticato mediamente solo nel 20% delle scuole del Sud e delle Isole, contro una media del 35% delle classi del Centro Nord. Grandi assenti anche le palestre e gli impianti sportivi: nel Sud Italia una scuola su due non ha palestre o impianti sportivi e dove gli impianti sono funzionanti, quelli che sono aperti oltre l’orario scolastico sono a poco più del 40% nelle città del Sud e del 33% nelle Isole, contro l’oltre 60% nei capoluoghi di provincia del Centro-Nord».

«L’investimento complessivo del Pnrr per la costruzione o la ristrutturazione di edifici nuovi o adattati, adibiti a palestre o impianti sportivi – ha ricordato Legambiente – è di circa 350 milioni per 445 progetti, di cui più della metà nelle regioni del Sud e delle Isole che in parte dovrà colmare divari infrastrutturali anche se in realtà sono presenti carenze un po’ in tutta la penisola, con 1 scuola su 2 che non ha la palestra e che vede in un impianto su tre la necessità di manutenzione urgente (al Sud diviene quasi uno su due)».

«A fronte di ciò – ha rilevato Legambiente – se le risorse stanziate con il Pnrr, dovrebbero rappresentare in generale un’importante opportunità per rinnovare in tutta la Penisola la qualità degli edifici e dei servizi scolastici attraverso nuove scuole e più servizi tra cui tempo pieno, palestre, mense e asili nido, ad oggi fatica la messa a terra degli stanziamenti previsti con più del 40% degli interventi bloccati nella fase iniziale di progetto».

Di fronte alla fotografia che emerge, Legambiente ha indirizzato al Governo Meloni e al Ministro dell’Istruzione le sue proposte chiedendo, in primis, di «dare priorità nell’indirizzo dei fondi, compreso il Pnrr, alla messa in sicurezza e adeguamento sismico delle scuole in area sismica 1 e 2 e all’efficientamento energetico degli edifici raggiungendo una diminuzione dei consumi almeno del 50%; di istituire una struttura di governance per la facilitazione all’accesso e alla gestione dei fondi per l’edilizia scolastica da parte degli Enti Locali e di rendere di facile consultazione i dati dell’anagrafe scolastica e dello stato di avanzamento dei fondi e interventi per l’edilizia scolastica».

Per Claudia Cappelletti, responsabile nazionale Scuola di Legambiente, «la transizione ecologica passa anche per l’edilizia scolastica e i relativi servizi, ma oggi questo percorso è fin troppo timido e fatica a decollare come raccontano i dati del nostro Rapporto Ecosistema Scuola».

«Occorre accelerare il passo – ha rilanciato – per evitare che la scuola rimanga indietro e che aumentino ancor di più le disuguaglianze. Le risorse del Pnrr rappresentano un’opportunità importante e preziosa che non deve essere assolutamente sprecata. Quello che ci auguriamo è che l’infrastruttura scolastica e tutto ciò che attiene all’istruzione venga considerato asse strategico per la crescita del Paese, con un costante e ampio investimento in una programmazione che assicuri la capacità di intervento ordinario e straordinario».

«Non dimenticando, in un Paese in cui persistono molti divari – ha concluso – che l’autonomia differenziata non è la risposta ad una tale esigenza di perequazione».

«Dove esistono problemi più acuti di povertà educativa e di carenze di servizi – ha dichiarato Elena Ferrario, presidente di Legambiente scuola e formazione – la scuola non riesce ad essere quel presidio educativo presente e aperto anche in orario extrascolastico, come sarebbe auspicabile. Non basta dare fondi per le strutture murarie, come sta avvenendo nel Pnrr, se su funzioni socialmente strategiche come palestre, mense, asili nido, non si prevedono fondi ulteriori per la loro gestione».

«Il Paese, in sintesi – ha concluso l’Associazione – ha bisogno di scuole innovative, più sicure e inclusive come raccontano anche le buone pratiche, come servizi di mense scolastiche a km zero, “Nidi comunali gratuiti per tutti”, attività di scuolabus e pedibus o laboratori di CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), riguardanti edifici scolastici». (ams)