C’È CHI DIFENDE L’ATTRAVERSAMENTO TRADIZIONALE VIA MARE, MA I NUMERI DICONO IL CONTRARIO;
Traghetto in navigazione nello Stretto di Messina

PONTE: I VERI TEMPI DI PERCORRENZA
DEI TRAGHETTI PER PASSARE LO STRETTO

di ROBERTO DI MARIA – In un recente intervento sul Quotidiano di Sicilia i professori Massimo Di Gangi, dell’ateneo di Messina, e Francesco Russo, di Reggio Calabria hanno spiegato come ottenere drastiche riduzione dei tempi di percorrenza negli spostamenti in treno tra la Sicilia ed il Continente, senza realizzare il Ponte sullo Stretto. Il tutto si realizzerebbe semplicemente riducendo i tempi di traghettamento, considerando che Il tempo minimo per portare a bordo dei traghetti un treno e farlo ripartire da Villa San Giovanni è, secondo gli orari attuali, di 1 ora e 55 minuti, ma si può arrivare a superare le tre ore.

Come hanno dichiarato i docenti universitari «L’adozione di materiale rotabile della serie ETR400 … in composizione a 4 carrozze … permette di poter circolare sia sulla rete tradizionale che su quella riservata all’alta velocità e presenta una lunghezza compatibile per essere trasportato per intero su un binario delle navi traghetto attualmente in servizio».

Con questa soluzione, quindi, si userebbero treni “a composizione bloccata” e non sarebbe necessario smontarli per poter effettuare il viaggio in traghetto e rimontarli a terra, dove occorre effettuare le relative verifiche di frenatura; secondo i docenti il tempo di attraversamento dello Stretto si ridurrebbe in tal modo a 55 minuti.

Ammettendo che l’idea venga realizzata e comporti le riduzioni, in termini di tempo stimate dai professori, i tempi di percorrenza tra la Sicilia ed il continente sarebbero i seguenti:

  • Palermo-Roma: 7 ore e 56 minuti (a fronte delle attuali 11h 38’).
  • Catania-Roma: 6 ore e 21 minuti  (a fronte delle attuali 9h 53’)
  • Messina-Roma: 5 ore e 26 minuti(contro le attuali 8h 24’).

Riduzioni dei tempi di percorrenza indubbiamente rilevanti, ma molto meno decisive per la mobilità passeggeri di quanto si vorrebbe far credere. Il rilancio del vettore ferroviario, infatti, non deve essere considerato come un obiettivo fine a se stesso, ma inserito in un contesto di riequilibrio dei vettori in concorrenza sulla relazione Sicilia-Continente. E, in tal senso, occorre renderlo competitivo con l’altro vettore che il mercato mette a disposizione dell’utente siciliano: l’aereo.

In tal modo si risolverebbero due problemi:

  • L’attuale condizione di sostanziale monopolio del trasporto aereo dei passeggeri tra la Sicilia ed il continente che costringe i siciliani ad accettare le tariffe imposte dalle poche compagnie operanti su queste tratte.
  • Le emissioni di gas climalteranti, che nel caso del vettore aereo, sono le più alte prodotte per passeggero trasportato, peraltro ad alta quota.

In un articolo che abbiamo scritto qualche tempo fa sul sito www.siciliainprogress.com (nel novembre 2019), considerando anche le perdite di tempo tipiche del viaggio aereo, avevamo stimato i tempi reali di viaggio da centro città a centro città per le relazioni aeree Palermo-Roma e Catania-Roma: rispettivamente 4 h 38’e 4h13’.

Tempi ancora troppo più bassi rispetto alle ipotesi dei proff. Di Gangi e Russo per rendere il trasporto ferroviario una valida alternativa al trasporto aereo.

Nello stesso articolo, sostenevamo che questo sarebbe potuto avvenire soltanto con la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Infatti, per quanto concerne il viaggio in treno, ipotizzando la realizzazione del Ponte, e considerando gli interventi di velocizzazione della linea costiera previsti al tempo, eravamo riusciti a stimare tempi del viaggio in treno più che competitivi, con due sole fermate intermedie, Messina e Napoli: 3h40’ sulla Messina-Roma,  5h 30’ sulla Palermo-Roma,  4h20’ sulla Catania-Roma

In quest’ultimo caso, un treno dalla città etnea alla capitale impiegherebbe praticamente lo stesso tempo del corrispondente spostamento in aereo, a meno di 7 minuti soltanto.

Da Palermo alla capitale e viceversa, i tempi in treno Av sarebbero più lunghi di 52 minuti esatti. Neanche un’ora in più, ma rimanendo sempre sullo stesso mezzo di trasporto per tutto il tragitto, senza lo stress delle code e dei continui spostamenti, bagagli al seguito, che caratterizzano ogni spostamento in aereo.

In sintesi, la realizzazione del Ponte sullo Stretto, insieme ad alcuni, indispensabili interventi sulla rete esistente, realizzabili nello stesso tempo di esecuzione dei lavori alla struttura di collegamento stabile, comporterebbe benefici ben più alti rispetto al semplice riammodernamento delle modalità di traghettamento.

Perché insieme alla rottura del monopolio dell’aereo, ed alla riduzione dell’impatto dei trasporti sull’ambiente, a cui accennavamo prima, si porrebbero le basi per concretizzare, anche nel profondo sud, gli effetti dell’introduzione dell’Alta Velocitàsull’asse Napoli-Roma-Milano-Torino: maggiore interconnessione tra le aree servite con conseguente, più che accertato, rilancio dell’economia in questi territori.

Qualcosa che consentirebbe di limitare, quanto meno, il sempre crescente divario nord-sud.  Impossibile da ottenere con una percorrenza ferroviaria, ad esempio tra Palermo e Roma, che, ancorché ridotta, si attesterebbe intorno alle 8 ore: quasi il doppio dello spostamento in aereo, perditempo compresi. (rdm)