;
Giuseppe Provenzano

Il ministro Provenzano promette – su Repubblica – 100 miliardi nel Piano per il Sud

In un’intervista pubblicata oggi su Repubblica, a firma di Valentina Conte, il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, annuncia, alla vigilia della presentazione del suo Piano per il Sud che ci saranno «100 miliardi in 10 anni: sarà un’occasione anche per il Nord, l’Italia coesa è più forte». Provenzano, in effetti è anche ministro della Coesione e l’unica concessione che la manovra 2020 del Governo concede al Sud è il rispetto della clausola del 34% degli investimenti, ex ante e non più – co i disastrosi risultati registrati in quetsi anni – come controllo a posteriori. Secondo il ministro il vincolo del 34% porterà al Mezzogiorno «almeno 2 miliardi, visto che sin qui la norma si traduceva in un mero monitoraggio ex post e si arrivava a un 20% della spesa ordinaria per investimenti al Sud. I fondi Ue sono stati sostitutivi di mancate risorse nazionali».

“Non sempre in modo efficiente” – incalza la giornalista di Repubblica: «Appena insediato – replica il ministro – ho trovato un livello di investimenti pubblici tra i più bassi della storia d’Italia. Il Fondo di sviluppo e coesione – risorse nazionali – praticamente fermo: solo 1,2 miliardi spesi nel 2018. Ho chiesto di accelerare per arrivare a 4,5 miliardi nei prossimi anni, il livello pre-crisi. Rischiavamo di perdere altri due miliardi di fondi europei».

Valentina Conte chiede al ministro se il suo Piano per il Sud sarà un ennesimo annuncio: «Sarà un piano decennale – risponde il ministro Provenzano – oltre 100 miliardi coi fondi Ue. I primi tre anni realizzeremo le novità della legge di Bilancio. Negli altri sette attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a terra e capire cosa farci».

“I giovani se ne vanno… – sottolinea la Conte – «La priorità del Paese – dice Provenzano – non è l’invasione degli immigrati che non esiste. Ma la fuga dei giovani. E il non lavoro. Questo governo ce l’ha ben chiaro. I giovani devono poter partire, ma c’è anche un diritto a restare. Nessuno ha la bacchetta magica. E l’emigrazione non si ferma per decreto. Spingeremo gli investimenti, renderemo attrattivo il Meridione. E al tempo stesso introdurremo uno sgravio per chi assume donne. Durerà dieci anni come il piano. Le donne sono il potenziale da liberare al Sud».

Bella intervista, belle dichiarazioni, che però sembrano ripetere un ritornello già ascoltato troppe volte. L’unica chance per il Mezzogiorno è che, stavolta, il ministro è competente (Provenzano ha lavorato per anni alla Svimez fino a diventarne componente della direzione) e sa di cosa parla. Attendiamo con trepida attesa di conoscere il Piano per il Sud nei dettagli. In Calabria, però, non servono fabbriche: ci sono risorse importanti – turismo e patrimonio culturale, agricoltura, università – che possono offrire impiego e formazione d’eccellenza ai nostri laureati e gli investimenti vanno obbligatoriamente indirizzati su questi settori. Crescita e sviluppo non sono un obiettivo impossibile, ma ai giovani occorre offrire opportunità di futuro, quelle che i governi, nazionali e regionali, hanno finora negato con ottusa cecità. (s)