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La cultura per rilanciare anche il territorio

La cultura per rilanciare anche il territorio

di ARISTIDE BAVA – «Fare cultura significa anche dare spinta sociale ed economica al territorio». È di questo avviso il presidente del premio letterario “Città di Siderno”, Domenico Catalano che, dopo il grande successo ottenuto dalla cerimonia di premiazione della 19esima edizione di quel concorso  ha voluto rimarcare che il premio ha raggiunto «un respiro sempre più nazionale con uno spessore culturale che s’innalza ancora ulteriormente nel panorama di una cultura vissuta con impegno e passione» e, soprattutto, ha portato indubbio benefico all’immagine della Città, «che oggi più che mai  rimarca la necessità di una rigenerazione culturale ed urbana, capace di far riacquistare quel ruolo di leader che un tempo rivaleggiava con le migliori contendenti territoriali».

Un obiettivo d’altra parte che rimane alla base degli intendimenti del fondatore del premio, il compianto Aldo De Leo che si è sempre posto l’obiettivo  di contribuire con questo premio a costruire una città più evoluta forte di un progetto capace di dare un giusto contributo alla crescita civile e sociale di Siderno. Secondo Catalano è arrivato il tempo di creare un nuovo modo di fare cultura e per questo, anche in previsione del ventennale del premio ci si sforzerà di dare al premio una grade spinta in avanti.

Questa necessità, però, avverte Catalano si porta appresso il bisogno che tutti insieme, in sede locale, a partire dalla civica amministrazione, e ognuno per la propria parte, si sforzino di interagire e creino le strategie utili al rilancio di Siderno e del territorio. In questo contesto Domenico Catalano lancia anche una sua idea: quella di partire dalle piccole cose ma anche di cercare di valorizzare i nostri Borghi antichi.

«Non basta più rispolverare i vecchi palazzi e riportarli all’antico splendore, bisogna andare oltre con costanza. Tanto per fare un esempio, – dice – consideriamo il nostro Borgo Antico di Siderno Superiore: negli anni sono stati  restaurati i palazzi storici, vedi Palazzo De Mojà, Falletti, Botteghe artigiane, anfiteatro, rifacimento in pietra di vie stradine interne ecc.».

Nella sostanza afferma Catalano, che è anche consigliere comunale di minoranza questo risveglio culturale deve servire anche a dare vita ad «uno sviluppo locale», «che significa mettere in atto un insieme di politiche per la gestione del territorio. Ovvero progettualità, azioni che concorrono a rafforzare un determinato territorio, per renderlo più vivibile e attrattivo sotto molteplici aspetti (sociale, economico, ambientale). Si tratta quindi di un quadro di riferimento ampio, all’interno del quale si devono muovere diversi attori locali (pubblici, privati, non profit).

E quindi  supportare i soggetti locali impegnati nella messa a punto di strategie e di percorsi progettuali di crescita, che portino benefici concreti nei contesti sui quali agiscono. Nella sostanza  la spinta propulsiva della cultura  dovrà servire  anche al rilancio  del territorio, del suo turismo e della sua economia. (ab)