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Antonietta Santacroce

L’OPINIONE / Franco Cimino: Tonia Santacroce, il Festival d’Autunno e la Calabria la femminile…

di FRANCO CIMINO – Poche parole oggi bastano per dire di un’emozione e di una storia. Bastano e non per farla breve e non …rompere il lettore o scoraggiarlo davanti a un lenzuolo di parole. Bastano perché soggetti ed elementi interessati parlano da sé e per sé stessi. Sono tre, le parole: venti, festival, donna. Poi, ce n’è un’altra, Calabria, che viene “parlata”dalle altre tre. Venti sono gli anni. Anche qui la mia vecchia domanda: sono pochi o molti? Sono pochi se calcolati sulla vita di un popolo e di una terra. Sono molti se contati sulle spalle di una persona.

Festival, è l’evento importante che mette insieme arte e spettacolo, cultura e società, spettatore e persona, teatro e città, piazza e rappresentazioni, artisti e scuola, creatività e organizzazione, risorse economiche ed economia, progetti privati e intervento pubblico, e quindi istituzioni e politica. Donna, è la persona che i venti anni li ha oggi mostrati in una pubblica manifestazione e festival é il risultato di un’enorme, solitaria, fatica, che quegli anni contiene, come i luoghi che li hanno ospitati e la Terra che li ha accolti, godendone e donando di suo. In sintesi, vent’anni di Festival d’Autunno e della sua direttrice, Tonia Santacroce, la donna intelligente e creativa, artista già di suo (è pianista), che questo Festival ha inventato di sana pianta e portato fin qui con le sue fatiche.

I vent’anni sulla sua persona di donna non si vedono, lo ripeto, se non per vederla più bella e affascinante. Bella, come lo sono tutte le donne che hanno cura di sé stesse, attraverso quella in contemporanea di corpo, cuore e mente, dopo aver oltrepassato, di poco o di molto, l’età della giovinezza. L’età che fa tutti belli, perché giovinezza reca bellezza. Tonia Santacroce è cresciuta con il suo Festival, sotto tutti gli aspetti. Oggi la si può davvero considerare, con altre donne, pur se ancora poche, impegnate sullo stesso terreno, una delle più importanti “manager” (uso questo termine benché non mi piaccia affatto, ma non me ne vengono altri) degli spettacoli d’arte e per la promozione della cultura e della sensibilità sociale sui tanti delicati temi inseriti nel vasto programma. Un programma, quest’anno, ancora più ricco dei precedenti e di tutti gli altri analoghi organizzati nella nostra regione. Manager, ripeto, tra i più importanti in Italia.

A questo livello Tonia ci è arrivata davvero da sola. E nessuno, per stupidità o invidia, provi a dire che sia stata aiutata dal secondo cognome che porta, ché mi verrebbe di dire il contrario, riferito al bel “ragazzo” ormai a tutti “ noto” per i successi di imprese diverse. Il suo lavoro e i suoi successi, come quelli di altre poche donne, hanno dato forza e valore alla crescita della condizione femminile in Calabria, che, sebbene ancora lontanissima dagli standard minimi di civiltà, ha compiuto non pochi passi avanti. Passi, che possono far bene anche alla Politica.

È poco ancora, lo so. Ma il fatto che al tavolo della festa stamattina sedevano due donne delle istituzioni, la vicepresidente della Giunta regionale e l’assessore alla Cultura del Comune Capoluogo, e che ad organizzare l’evento fosse la società creata da una donna e che con le donne impiegate lavora, e ancora, che a fare il bel reportage sull’intero Festival fosse il video creato da una donna e il servizio video e foto da altre due donne, pure sorelle, e, per non finire, tra i cronisti in sala ci fossero tre brillanti donne pure giornaliste, conferma e l’analisi qui svolta e la speranza di chi scrive.

Se questo nuovo vento aiutasse anche quei maschietti, e non sono pochi, in tutti i campi in cui hanno già fatto valere qualità e meriti, potremmo davvero incominciare a dire che questa terra potrà cambiare. Tutta. E presto. Ché la Calabria, lo ripeterò fino allo sfinimento, o crescerà tutta o si fermerà per sempre. Auguri, quindi, a Tonia e al suo Festival, due volte venti ancora di più grandi successi. E grazie anche per aver toccato tanti luoghi belli della nostra provincia. Quella della vecchia conformazione territoriale. E grazie, in particolare, per aver contribuito, con alta qualità artistica, a tenere aperto il teatro più importante della Calabria, il nostro monumentale Politeama.

Auguri, infine a tutte le donne calabresi, artiste e non, professioniste e casalinghe, alle donne libere da ogni frustrazione e quelle da liberare, liberandosi, dalla violenza e dalla condizione di inferiorità sociale in cui vengono ancora mantenute. E grazie a quei calabresi, uomini di tutte le qualità e culture, che si adopereranno per far crescere questa Calabria, la Calabria migliore. (fc)