Sono ben 15 gli scienziati e ricercatori dell’Università Magna Graecia di Catanzaro che sono stati segnalati dalla prestigiosa Stanford University. L’università californiana ha elaborato un sofisticato sistema di classificazione che ha selezionato 160mila scienziati, docenti e ricercatori di tutto il mondo, individuando oltre ai 15 docenti e ricercatori della Facoltà di Medicina catanzarese, altri 84 docenti calabresi che operano negli altri due Atenei calabresi. La Calabria, dunque, è una regione che, nonostante le sue difficoltà, riesce comunque a brillare di luce propria e che si sente orgogliosa dei suoi figli che, siano in ‘casa’ o fuori, riescono a ottenere prestigiosi riconoscimenti, conferendo alla loro amata terra quel lustro che è uno stimolo – per giovani e non – a fare di meglio per la collettività.
D’altronde, la nostra amata terra può annoverare innumerevoli e continui riconoscimenti, internazionali e non, ottenuti non solo dai singoli, ma anche dalle nostre tre Università che, col passare degli anni, grazie alle grandi capacità e alle intuizioni di professori eccelsi, sono diventate un fiore all’occhiello in diverse specializzazioni, ritagliandosi un posto importante tra le grandi Università italiane e del mondo. Continuando a proporre nuovi percorsi innovativi per i loro studenti, come, ad esempio, il corso di laurea a ciclo unico in “Medicina e Ingegneria”, proposto dall’Università della Calabria e dall’Università Magna Graecia di Catanzaro, che consentirà agli iscritti, al termine del ciclo di studi di 6 anni, di conseguire oltre al titolo di dottore in Medicina e Chirurgia, anche la laurea triennale in Ingegneria informatica, con specializzazione bioinformatica. Un corso innovativo che sarà presentato il 10 dicembre.
Ed è proprio l’Università Magna Graecia di Catanzaro che, ancora una volta – nei giorni scorsi è stato premiata con il Premio Angi 2020 – a essere protagonista di un altro prestigioso riconoscimento, che questa volta arriva dalla Stanford University che nella sua indagine annuale, ha indicato tra i primi 160 mila scienziati più citati al mondo per la produzione scientifica, anche 15 docenti e ricercatori della Facoltà di Medicina dell’Umg. È un attestato di qualità che conferma l’eccellenza della Facoltà di Medicina del Capoluogo della Calabria, una vera fucina di scienziati richiesti da tutto il mondo e grande riferimento per il mondo scientifico e della ricerca. Non inganni il numero degli scienziati menzionati dalla Stanford: la qualità è presente soprattutto nelle “piccole” Università che sfornano ricercatori e specialisti che stanno lasciando il segno nel mondo scientifico. Catanzaro, peraltro, sforna sin dal primo anno dell’istituzione della Facoltà di Medicina, continue eccellenze scientifiche: proviene dall’UMG il prof. Luigi Camporota (che ha curato e guarito dal Covid-19 il premier inglese Boris Johnson) e dalla Facoltà catanzarese sono usciti illustri clinici come il prof. Vincenzo Libri (attuale direttore della Farmacologia clinica all’Imperial College di Londra), e Giuseppe Rosano, professore di cardiologia al St. George University Hospital di Londra. Senza dimenticare che a Catanzaro opera uno dei più rinomati pneumologi italiani, il prof. Girolamo Pelaia che dirige l’Unità Operativa Complessa di malattie dell’apparato respiratorio. Ma una citazione d’onore va riservata anche ai proff. Pierfrancesco Tassone e Pier Sandro Tagliaferri (meritatamente segnalato dalla Stanford University), due eccellenze nel campo dell’Oncologia internazionale, e al prof. Vincenzo Mollace, già preside della Facoltà di Farmacia, uno dei più brillanti farmacologi del nostro Paese, già allievo del premio Nobel John Vane.
E quando sarà pronto a Lamezia Terme, presso la Fondazione Mediterranea Terina il Renato Dulbecco Institute, cui sta lavorando alacremente un’altra eccellenza calabrese nel campo della farmacologia, il prof. Giuseppe Nisticò, dalla Calabria – sotto la guida del prof. Roberto Crea, padre delle biotecnologie, reggino, da 40 anni a San Francisco – usciranno fior di ricercatori. Il Dulbecco Institute produrrà anticorpi monoclonali, che si stanno rivelando un formidabile strumento terapeutico per contrastare la pandemia da coronavirus, ed è destinato a diventare uno dei più importanti centri di ricerca di tutto il Mezzogiorno.
C’è dunque di che andare orgogliosi e del resto, in gran parte del mondo, nelle corsie degli ospedali e dei centri di ricerca più importanti, si avverte molto frequentemente l’accento calabrese: la Calabria ha il triste record nell’esportazione di eccellenze e non solo nel campo scientifico. È motivo di grande soddisfazione avere tante eccellenze sparse nel mondo che danno lustro alla Calabria, ma in tantissimi, medici, specialisti, ricercatori, desidererebbero tornare e offrire le proprie competenze e capacità alla loro terra, proprio come farà il prof. Crea. Il suo ritorno apre la strada a centinaia di ricercatori calabresi che troveranno gli spazi per formarsi, specializzarsi, crescere e dare un grande impulso alla crescita e allo sviluppo della regione.
Chi sono i 15 clinici che portano ancor di più lustro a Catanzaro e alla Calabria? Si comincia con il Magnifico Rettore dell’UMG Giovambattista De Sarro, farmacologo di grande competenza, apprezzato a livello internazionale, e poi l’elenco della Stanford University comprende i proff. Aldo Quattrone (ex Rettore), Stefano Alcaro (professore di Clinica Farmaceutica) Mario Cannataro (professore di Sistemi di Elaborazione e coordiantore del gruppo di Ricerca di Ingegneria Informatica, Bioinformatica e Informatica medica), Ludovico Abenavoli (professore associato di Gastroenterologia), Ciro Indolfi (ordinario di Cardiologia Emodinamica), Francesco Perticone (ordinario di Medicina Interna già Presidente della Società Italiana di Medicina Interna), Piefrancesco Tassone (ordinario di Oncologia), Donatella Paladino (del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica) Massimo Fresta (della Scuola di Farmacia e Nutraceutica), Raffaele Serra (professore associato di Chirurgia Vascolare), Luca Gallelli (ricercatore di Farmacologia), Donato Cosco (professore associato, Farmaceutico tenologico) e Antonino Fiorillo (professore di Elettronica e Sensori in Ingegneria Biomedica).
Questi specialisti – già conosciuti e molto apprezzati in Italia – sono stati individuati da uno specifico gruppo di ricerca californiano, coordinato dal prof. John P. A. Ioannidis, tramite la piattaforma Scopus, che ha tenuto conto di tutti i possibili parametri bibliometrici, tra cui index, numero di pubblicazioni, citazioni, rilevanza riviste, rilevanza settore, ecc. in ben 22 discipline scientifiche e 176 sottocampi di ricerca specifica. Nel lungo prestigioso elenco figurano in totale 4.008 scienziati italiani. (rrm)