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Ciechi e ipovedenti nell'Aspromonte grecanico: il primo cammino inclusivo in Calabria

REGGIO CALABRIA – Escursione di “Gente in Aspromonte” sulle tracce del “Passo della Croce”

L’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte” propone, per domenica 1 ottobre, un itinerario che riguarda il Passo della Croce lungo il Cammino della fede.

Nel IX secolo alcuni monaci bizantini, spinti verso i confini dell’impero dalla furia iconoclasta, o in fuga dalla Sicilia a causa delle incursioni saracene, giunsero nel cuore dell’Aspromonte e, attratti dal fascino dei luoghi fondarono una piccola colonia ed una chiesa, dove oggi sorge il Santuario della Madonna della Montagna.
Al Passo della Croce tutti i pellegrini lasciavano cadere la pietra, presa lungo il sentiero e portata a spalla in segno di espiazione dei propri peccati (la pietra era proporzionata alle proprie forze!). Ancora oggi sono visibili parecchi cumuli di queste pietre votive.

Memorabile e simbolico, a tal proposito, è l’episodio narrato dallo scrittore Corrado Alvaro nel 1912, nella sua prima opera “Polsi nell’arte, nella leggenda e nella storia”. Racconta di una donna incinta, che recatasi in pellegrinaggio presso la “Madonna della Montagna”, in un momento di riposo, stanca ed assetata, dopo aver pregato la Vergine, vide apparire per incanto ai suoi piedi una fontana d’acqua freschissima. Ed è proprio quella che noi oggi conosciamo come “Fontana della Pregna”.

La natura mutevole ci accompagna per tutto il percorso, con il paesaggio dei boschi dell’Aspromonte che si trasformano e profumano di essenze diverse, mentre le fiumare mutano aspetto anche esse per via delle rocce di diversa composizione. Le sorgenti ci ricordano leggende lontane, mentre il sentiero ci porta in una profonda e remota vallata, intorno a cui convergono alte e scoscese pareti. Lo scenario è sorprendente, in alto ci sovrasta il massiccio di Pietra Castello e in basso intravediamo ciò che resta del lago Costantino. Questo tratto del Cammino della Fede è sicuramente il più suggestivo, per raggiungere a piedi il santuario di Polsi, in quanto si percorrono le antiche vie dei pellegrini e dei viandanti che si recavano nel famoso luogo di culto.

Il sentiero parte dal Passo della Cerasara a 1.400 metri di altezza. Ci immettiamo sulla sterrata che in pochi minuti ci porta al rifugio di Favazzina, subito ci troviamo sulla pista e dopo aver superato il torrente ci immettiamo nel sentiero e dopo circa 15 minuti giungiamo al casello Vocale. Il luogo è caratterizzato dalla presenza di rigogliose piante di abete rosso e da una serie di attrezzature, finalizzate al ristoro (qualche tavolo di legno e una preziosa fontana). Continuiamo lungo la pista (che è la stessa che in condizioni normali conduce a Polsi) e dopo 30 minuti arriviamo alla fontana della Croce. Abbandoniamo la pista carrabile e imbocchiamo un sentiero, ai lati del quale si trovano alcuni cumuli di pietre. Sono le pietre votive dei fedeli provenienti dal versante tirrenico che uniti in “carovane” si recavano nel famoso luogo mariano. Giungiamo quindi al casello del “Serro della Croce”, dal nome dell’omonima località.
Ci lasciamo il casello alle spalle e dopo poche decine di metri giungiamo ad una altura sgombra completamente da impedimenti visivi, una sorta di balcone panoramico a quota 1.345 m. Da qui possiamo godere di un paesaggio a 360°e spaziare con lo sguardo. Partiamo dal monte Montalto e a tutta la propaggine che degradando arriva al mare, continuiamo con l’imponente formazione rocciosa di Pietra Castello fino alle alture del piano Carrà, con in lontananza la sommità di monte Scordo e a seguire la cresta dell’Appennino, per poi ritornare nuovamente con lo sguardo a Montalto. Giù nella vallata vediamo il letto dei torrenti che poco più a valle si uniscono dando origine al torrente Bonamico. Polsi sembra ad un tiro di schioppo e un binocolo potrebbe essere utile. Questo e molto altro ancora è possibile ammirare dal belvedere del Serro della Croce. Una volta soddisfatta la naturale curiosità per l’incredibile straordinarietà dei luoghi, ci incamminiamo lungo la via del ritorno, che sostanzialmente ricalca il percorso dell’andata ma con qualche variante. Giunti alla “Fontana della Croce”, invece di ripercorrere la pista, prendiamo un sentiero posto sul lato sinistro della fontana, avendo l’accortezza di imboccare il sentiero giusto che, in leggera salita, ci porterà a visitare i rifugi Cusmano e Muccari realizzati dagli operai forestali, fruibili in caso di necessità, da tutti coloro i quali potrebbero averne bisogno. Unica avvertenza è quella di lasciare in ordine. Poco dopo ci immettiamo nuovamente sulla pista percorsa all’andata e ritorniamo sui nostri passi al punto di partenza. (rrc)