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La nuova Giunta Falcomatà 2020

Reggio, la giunta del Gattopardo al contrario di Giuseppe Falcomatà

La sorpresa che il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva annunciato per la sua Giunta non è la chiamata dell’ex alfaniana, ovvero l’azzurra Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso dalla mafia a Piale 29 anni fa, bensì il capovolgimento della teoria gattopardesca secondo la quale bisogna cambiare tutto perché tutto rimanga come prima. Il buon Falcomatà non fa fatto tesoro del consiglio del principe di Salina nel bellissimo romanzo di Tomasi di Lampedusa, ma ha fatto esattamente il contrario: non cambiare niente, forse nella segreta speranza che cambi tutto.

La “nuova” (si fa per dire) Giunta sembra un dejà vu, stesse facce, con deleghe cambiate, ma, obiettivamente, questo grande rinnovamento annunciato in pompa magna non lo si vede proprio. I reggini, probabilmente, si aspettavano qualcosa di nuovo (Falcomatà ci sta tenendo con l’ansia per il misterioso vicesindaco che ancora non ha un volto) visto che l’esperienza della passata Amministrazione non è stata il massimo nel gradimento della città. Tant’è che al primo turno, alle elezioni, circa 25mila reggini hanno voltato le spalle al sindaco uscente rispetto alle trionfali elezioni del 2014, salvo poi a preferirlo al “papa straniero” Minicuci, “imposto” inopinatamente da Salvini col risultato di perdere a tavolino una partita che appariva già vinta.

La scelta di concedere un “secondo tempo” a Falcomatà è stata probabilmente intelligente, anche se dettata più da sentimenti antilega che da vero consenso, perché bisogna riconoscere che una legislatura non è certamente sufficiente per portare a termine un programma e progetti di ampio respiro, soprattutto se, come nel caso di Falcomatà, si eredita una città al collasso finanziario a un passo dalla dichiarazione di dissesto. Falcomatà ha convinto i reggini e ha fatto qualche promessa di rinnovamento: noi, pur sforzandoci, non lo vediamo proprio. Il sindaco riconfermato nell’incarico ha preferito continuare secondo la vecchia, logora, logica dei partiti, assegnando strategicamente deleghe per liberare posti in Consiglio comunali ai fedelissimi rimasti fuori. Così, i consiglieri Albanese, Brunetti, Delfino, Muraca e Calabrò nominati assessori si sono subito dimessi per far entrare in Consiglio Nancy Iachino, Giovanni Latella, Massimiliano Merenda, Nino Zimbalatti e Giuseppe Nocera. Un gioco che potrebbe costare caro in termini politici al Sindaco, che compromette il suo futuro politico: non potendosi candidare alla Regione per ovvie ragioni di opportunità (i reggini che lo hanno votato si sentirebbero traditi), dovrà tessere una fitta tela di relazioni nell’appoggio eventuale a Nicola Irto (candidato più che certo del centrosinistra per Germaneto), facendo digerire ai reggini il finto rinnovamento annunciato e non mantenuto.

Certo ci voleva un po’ di coraggio a prendere dalle liste di opposizione qualche prezioso elemento in grado di segnare un cambio di passo e una politica che superasse gli attuali schemi destra/sinistra per un governo di unità, vista soprattutto l’emergenza covid. La scelta di puntare solo ed esclusivamente sui fidati collaboratori è, naturalmente, legittima e nessuno la contesta, ma, tanto per fare qualche nome, un Eduardo Lamberti Castronuovo (non candidato, ma elemento di spicco della società civile) sarebbe stato un ottimo assessore alla Cultura. Ha dimostrato, da assessore provinciale a Cultura e Legalità di avere competenza, capacità e il giusto estro per dare smalto alle iniziative culturali della Città dello Stretto: si pensi al Palazzo della Cultura intestato a Pasquino Crupi – oggi quasi dimenticato e privato di ogni giusta valorizzazione –, alle iniziative con le orchestre giovanili e la venuta del Maestro Riccardo Muti e via discorrendo. E lo stesso discorso andrebbe fatto per Klaus Davi, che ha mostrato un reale attaccamento a una città che non è la sua, diremmo quasi un innamoramento ammirevole, che avrebbe ricoperto con grande onore e ottimi risultati la delega alla Reputazione (e Dio sa quanta ne serve da recuperare alla città) e al Turismo. Il risultato sarebbe stato avere gratis promozione a 360 gradi (il massmediologo è tutti i giorni in televisione a parlare di Reggio e della Calabria) ha ottimi rapporti con giornali e tv di tutto il mondo, conosce le tecniche del marketing strategico, ha mostrato di saper “vendere” mediaticamente qualsiasi cosa (anche se stesso, come s’è visto nel caso delle elezioni comunali).

Certo una scelta così azzardata, ma a tutto esclusivo vantaggio della Città, richiedeva una dose aggiuntiva di coraggio, quello che serve a puntare i piedi e rifiutare le classiche logiche del conto dei voti e dei desideri dei partiti. Falcomatà ha perso una grande occasione e, senza togliere nulla ai futuri meriti della Scopelliti (Cultura, Turismo, Legalità, Scuola e Università) e dell’avvocata Palmenta (Sport, Politiche di genere, Politiche giovanili), siamo convinti che ci sarà poco spazio al cosiddetto “nuovo passo”. Falcomatà avrebbe dovuto e potuto interrompere il giogo dei partiti, facendosi qualche nemico in casa, ma regalando un futuro migliore alla città. Ovviamente con beneficio d’inventario, da parte nostra, pronti a cospargerci il capo di cenere (ce ne sarà parecchia se non finiscono gli incendi della spazzatura) se, come ci auguriamo di cuore, avremo avuto torto. Lo scopriremo solo vivendo, cantava Battisti; speriamo solo che non sia una vita troppo amara, con l’incubo del covid. (s)

LA NUOVA GIUNTA FALCOMATÀ

Ecco la nuova Giunt aFalcomatà: riconfermati Irene Calabrò (Finanze, Tributi, Attività Produttive – nella passata consiliatura era al Patrimonio), Mariangela Cama (Pianificazione territoriale e urbana sostenibile e programmazione progetti strategici, Edilizia, Vigilanza e Demanio Marittimo, Mobilità e Trasporti, Società Partecipate – nella passata consiliatura era all’Urbanistica) e Giovanni Muraca (Lavori pubblici – Grandi opere – Risorse UE – nella passata consiliatura era assessore all’Ambiente. Gli altri assessori di nuova nomina sono: Rosanna Scopelliti (Cultura, Turismo, Legalità, Scuola e Università), Giuseppina Palmenta detta Giuggi (Sport – Politiche di genere – Politiche giovanili – Europe Direct), Rocco Albanese ( Manutenzioni (Edilizia scolastica, stradale, idrica, fognaria, illuminazione e cimiteri – Politiche abitative ed Edilizia residenziale pubblica – Dismissione e valorizzazione del Patrimonio – Protezione Civile) e Paolo Brunetti (Ambiente – Ciclo integrato dei rifiuti – Depurazione – Verde pubblico – dismissione amianto – Polizia Municipale), Demetrio Delfino, che era nella passata consiliatura Presidente del Consiglio comunale, (Welfare e alle Politiche della Famiglia). Resta libera la casella di vicesindaco. Il mister X sarà presentato domani, lunedì 26, al primo Consiglio comunale che ha all’ordine del giorno l’elezione del Presidente e delle altre figure del Consiglio.

Rosanna Scopelliti e il sindaco Giuseppe Falcomatà
Rosanna Scopelliti e il sindaco Giuseppe Falcomatà

Il sindaco Falcomatà ha presentato sul Lungomare intestato al padre Italo la sua squadra davanti alle colonne di filo metallico di Tresoldi: «La giunta entra nel pieno esercizio delle proprie funzioni – ha detto dopo aver illustrato le deleghe assegnate –. Manca ancora un elemento che, per motivi personali, non poteva essere con noi oggi. Sarà presentato nei prossimi giorni» Facomatà ha spiegato le ragioni delle sue scelte: «Ho cercato di interpretare quel sentimento di cambiamento che i cittadini ci hanno chiesto a gran voce. Sento il dovere di ringraziare gli assessori e i consiglieri della scorsa legislatura, molti di loro sono ancora noi, ognuno di loro insieme ai nuovi eletti, lavorerà e collaborerà per riscrivere la storia di Reggio. Gli obiettivi sono ambiziosi e la squadra che si è composta e le scelte che si faranno nei prossimi giorni, vogliono restituire a Reggio un ruolo da protagonista all’interno del panorama politico e amministrativo nazionale. Abbiamo bisogno di tutti. Bisogna sporcarsi le mani. Che senso ha avere le mani pulite se bisogna tenerle in tasca diceva qualcuno più saggio di me. Soltanto chi non vorrà giocare questa partita sarà seduto in panchina ed in tribuna. Se vogliamo fare la rivoluzione non possiamo pensare che si possa assistere dal divano di casa. Richiamo ad un senso di protagonismo e responsabilità. Da adesso la Giunta si mette all’opera». (rrc)